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LA CORRUZIONE NELLE SCELTE PUBBLICHE

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Academic year: 2022

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LA CORRUZIONE NELLE SCELTE PUBBLICHE

La corruzione è uno dei mali della società maggiormente diffusi ed insidiosi, già conosciuta presso i Roman, ha scandito le vicende storiche del nostro Paese, fino ad arrivare ai nostri giorni, allo scandalo delle tan - genti, indicato dai giornali con il nome di “inchiesta di mani pulite” o “Tangentopoli”. Uno scandalo che, nei primi anni novanta, ha coinvolto imprenditori e nomi politici e che ha decimato la classe dirigente della cosiddetta prima Repubblica. Dopo tangentopoli, la percezione di tanti è che in realtà la corruzione sia in Italia molto diffusa. Gli studiosi, sociologi, magistrati ed economisti hanno abbozzato i motivi. Molti hanno convenuto che le procedure sulla Pubblica Amministrazione sono ferruginose e che il modo di organizzare gli uffici è eccessivamente burocratico e superato. L’interpretazione di norme, leggi e regolamenti intricatis - simi, lascia ampia discrezionalità al singolo funzionario e crea gli spiragli favorevoli per l’infiltrarsi della cor - ruzione. Ci sono anche motivi culturali, lo Stato è stato percepito, in vaste aree del Paese, come qualcosa di estraneo, di antagonista. Questa attività criminale è purtroppo molto infiltrata nelle operazioni di investi- mento pubblico. Gli appalti sono spesso organizzati in modo che i vincitori non siano gli imprenditori che, fra quelli che offrono il giusto prezzo proporzionale alla quantità, propongono quello più basso, ma lo siano quelli che solo in apparenza presentano il prezzo minore. Apparenza perché poi , con occulte e illecite op- erazioni, fanno rientrare nel costo dell’opera le tangenti pagate ai pubblici ufficiali che presidiano l’appalto.

Questo provoca un aumento della spesa per gli investimenti pubblici a carico della società; l’alternativa, che purtroppo spesso si verifica, è che i costruttori usino materiali di qualità scadente o in quantità inferiore, per coprire i costi sostenuti per il versamento delle tangenti. C’è il rischio che le imprese migliori, escluse dalle commesse rischiano di fallire. Ciò avviene in tanti settori, nei concorsi pubblici, assegnazioni di case popolari, le licenze commerciali ed altro. Chi corrompe rischia di passare avanti a chi ha diritto e merito.

Norberto Bobbio, in un suo lavoro del 1980 individua la corruzione , la concussione tra i fallimenti della democrazia. La corruzione, attività illegale, che per definizione deve essere tenuta nascosta, va ad intaccare la democrazia e la trasparenza che implica accessibilità e quindi controllabilità degli atti di chi detiene il potere pubblico, perché i cittadini senza quelle informazioni, tornano ad essere sudditi. Sulla base di accu- rati studi e rilevazioni compiute dall’ONU si è constatato che la corruzione ha raggiunto una dimensione vasta e penetrante sia all’interno dei singoli Stati sia sul piano internazionale, arrecando gran danni eco - nomici e sociali. Ciò ha portato all’adozione da parte dell’ONU alla Convenzione contro la corruzione, en - trata in vigore nel 2005 dopo la ratifica da parte degli Stati membri, prevedendo che l’ampia gamma di atti corruttivi venga punito dall’ordinamento giudiziario dei Paesi membri, sia nel settore privato sia nel settore pubblico. Questa convenzione offre gli strumenti giuridici per contrastare la corruzione sia sul piano inter - nazionale sia su quello interno degli Stati. Sul piano istituzionale si deve rilevare che è difficile conoscere e quindi verificare da parte dei cittadini quali siano le dimensioni della spesa pubblica da parte dei Comuni, Province e Regioni. I punti essenziali della Convenzione sono la prevenzione, la repressione . Se individuato l’atto corruttivo deve essere perseguitato dalla legge, ma molto importante è prevenire denunciando i fatti illeciti. Il principio fondamentale è il recupero dei beni di provenienza illecita perché sono stati studiati mec - canismi da adottare nei vari paesi per facilitarne il recupero. La corruzione si può battere, anzi si deve bat- tere, riformando la giustizia, rendendola più celere, riducendo il numero delle leggi, ma aumentando la loro efficacia, migliorando la trasparenza degli atti della Pubblica Amministrazione. La corruzione sta aggravando la crisi del debito in Europa, lo sostiene Transparency International, che nella sua relazione annuale pubbli - cata qualche giorno fa, sottolinea le pessime posizioni di Italia e Grecia. Secondo l’organizzazione inter - nazionale non governativa, le difficoltà economiche che attraversano l’Eurozona sono in parte legate all’in- capacità dei poteri pubblici di combattere la corruzione e l’evasione fiscale. Stando all’indice graduato da 0 (livello di corruzione massimo) a 10, L’Italia riceve un “rating” di 3,9 la Grecia di 3,4, insomma il nostro

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Paese occupa la 69 posizione nella classifica delle nazioni più trasparenti, mentre la Grecia è in ottantesima posizione su 182 Paesi.

Silvi Paola – Via Brodolini 73 – 60030 Serra de’ Conti

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