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LO STUDIO
Milano Expo, cresce la fiducia
degli italiani nel settore alimentare
Un’indagine in 27 paesi vede l’Italia in controtendenza rispetto ad un calo generale.Preferenza alle imprese famigliari e richiesta di maggiore trasparenza
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RASSEGNA WEB MILANO.CORRIERE.IT Data pubblicazione: 10/07/2015
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Nel mondo la fiducia in chi produce cibo e bevande è in calo, ma in Italia è in leggero aumento. È il risultato che più colpisce tra quelli dell’indagine dell’agenzia di marketing Edelman, presentata a Expo 2015 durante l’Aspen Forum su “Food Security, Nutrition and Global Health”. La ricerca ha interpellato 33mila persone in 27 Paesi rappresentativi, e in 19 di questi (il 70% circa) i dati indicano una diminuzione della fiducia nel settore del Food & Beverage, con Argentina, Corea del Sud, Olanda tra i più diffidenti in assoluto. L’Italia mostra un trend inverso, passando da un indice di fiducia del 63% del 2014 al 64% del 2015. Interessante en passant il fatto che i cittadini tedeschi credano meno di noi nelle potenzialità di ogni comparto produttivo in generale (42% contro il nostro 48%).
Poca fiducia negli Ogm
Rispetto ad altri settori produttivi (tecnologico, bancario, farmaceutico, energetico) il settore “food and beverages” è quello che gode del maggior tasso di
approvazione in Italia, con particolare riguardo per il settore dell’allevamento e della pesca (67%); sul gradino più basso i fast food, che peraltro rimangono agli stessi livelli di fiducia del 2013 (47%). «La preferenza va alle imprese familiari, ma anche le multinazionali vengono anteposte alle aziende a coinvolgimento statale», fa notare Fiorella Passoni, General Manager di Edelman Italia. Tra gli altri dati che emergono dallo studio, il 51% degli italiani ritiene che il settore non sia ben regolamentato (il 10% pensa che lo sia troppo) e il 74% pensa che il comparto debba dire la sua sulla politica nazionale in tema agroalimentare. La fiducia nel cibo geneticamente modificato è più bassa rispetto alla media dei Paesi economicamente sviluppati (30%). «Il settore investe molto in ricerca e sviluppo ma dovrebbe essere più trasparente nel raccontare la propria storia e quella dei prodotti», ha osservato Passoni; «I consumatori desiderano una comunicazione più limpida, con particolare riguardo all’innovazione».
10 luglio 2015 | 15:52
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