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Mongolia

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Academic year: 2021

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Di Napoli, Valagussa – Prospettive GEOGRAFICHE

CINA

Superficie (in migliaia di km2) 9573 Popolazione (in milioni di abitanti) 1.321

Densità (abitanti/km2) 138

Forma di governo Repubblica popolare

Capitale Pechino

Lingua (ufficiale) Cinese

Religione ateismo e credenze tradizionali

Speranza di vita (maschi/femmine) 67/70

PIL/abitante (in $ USA) 3.315

La Cina si estende per 9,6 milioni di km² nell’Asia orientale. Il territorio può essere suddiviso in 2 grandi aree:

• a ovest la zona continentale, lontana dalle acque marine. Nella sua parte meridionale si trovano le imponenti catene montuose dell’Himalaya e del Karakoram, che includono le vette più alte del mondo, e l’ampio altopiano del Tibet. Il clima è di alta montagna. A nord si estende una vasta area stepposa e desertica, arida e fredda;

• a est la regione costiera bagnata dal Mar Cinese dove si trova l’isola di Hainan. Qui si fanno maggiormente sentire gli influssi termoregolatori del mare, la vegetazione è rigogliosa e il clima molto più caldo e umido rispetto all’area occidentale; leggermente più fredda è la regione settentrionale della Manciuria.

In quest’area orientale si concentra la maggior parte della popolazione.

I fiumi principali sono due e nascono entrambi sull’altopiano tibetano: lo Huang He (Fiume Giallo) che scorre più a nord per oltre 4.800 km e lo Yangtze Kiang (Fiume Azzurro) che è il più lungo dell’Asia e si snoda per quasi 5.900 km nelle terre meridionali della Cina. Il loro corso è a tratti navigabile e sulle loro sponde sono sorti molti insediamenti umani, oggi diventati enormi metropoli.

Le più antiche testimonianze di insediamenti umani in Cina risalgono al tempo preistorico e intorno al 1000 a.C.

nacquero regni di tipo feudale che, nel 221 a.C., si riunirono sotto la dinastia Qin (o Ch’in).

La Cina era, già allora, un’entità politica e territoriale dotata di grande unità culturale: si usavano lingua, moneta e sistema di misurazione comuni. Inoltre gran parte della popolazione apparteneva alla sola etnia Han che, ancora oggi, costituisce più del 90% degli abitanti del Paese.

Le dinastie successive espansero il territorio cinese, finché la Cina stessa non venne invasa dai Mongoli di Gengis Khan che la governarono fino al predominio della dinastia Ming (1368-1644), di etnia Han. Nel XIX secolo la cultura cinese non riuscì però a reggere il confronto con le potenze industriali europee che, dal 1842, la costrinsero ad aprirsi ai commerci con le loro navi. Regnava allora la dinastia Qing (1644-1912) che dovette cedere il controllo di molti porti marittimi ai colonizzatori. L’incontro con l’Occidente stravolse la compagine sociale dell’impero e mise in crisi la struttura feudale presente da secoli su quelle terre. Nel 1912 fu deposto l’ultimo imperatore e, dopo un tentativo fallito di creare un unico governo, la Cina fu controllata da capi militari (i “Signori della Guerra”), spesso legati agli interessi stranieri. Solo nel 1924, con l’alleanza tra i nazionalisti e i comunisti, si formò un governo unitario. I due partiti politici ruppero il loro legame nel 1927, quando il nazionalista Chiang Kai-Shek fece sterminare migliaia di comunisti a Shangai, dando inizio a una sanguinosa guerra civile. Approfittando di queste divisioni interne, nel 1931 i giapponesi occuparono la Manciuria (la regione nord-orientale ricca di risorse minerarie delle quali i nipponici erano sprovvisti). Nel 1937 il Giappone iniziò l’invasione dell’intera Cina orientale. Solo allora i comunisti guidati da Mao Tse-Tung si allearono con i nazionalisti per resistere all’invasore. L’occupazione giapponese durò fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale e si macchiò di terribili crimini, come il massacro di Nanchino dove, nel 1937, furono uccisi 300.000 civili e violentate 20.000 donne. Quando nel 1945 gli USA sconfissero il Giappone, la Cina fu libera.

L’anno successivo scoppiò una guerra civile tra i nazionalisti e i comunisti. Vinsero questi ultimi che, il 1° ottobre del 1949, proclamarono la nascita della Repubblica Popolare Cinese. Gli sconfitti fuggirono sull’isola di Formosa dove fondarono lo stato di Taiwan.

Mao Tse-Tung divenne il presidente della nuova Cina. Inizialmente tentò di sviluppare il settore agricolo, confidando nella più grande ricchezza del suo Paese: il numero elevato di abitanti. Intraprese, infatti, politiche di assistenza e di aiuto per le famiglie numerose, ma l’eccessiva crescita della popolazione lo spinse a

interrompere i sussidi nel 1953. Abolì la proprietà privata e creò delle cooperative agricole, il primo passo verso la collettivizzazione dell’economia che culminò nell’istituzione delle comuni popolari nel 1958. Lo stesso anno avviò un processo d’industrializzazione (il cosiddetto “grande balzo in avanti”) che diede, però, scarsi risultati.

Tutta l’economia del Paese era sotto il diretto controllo del partito comunista.

Nel 1976 Mao Tse-Tung morì e due anni dopo gli successe Deng Xiaoping che stravolse la vita dei cinesi.

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Di Napoli, Valagussa – Prospettive GEOGRAFICHE

Il nuovo presidente trasformò l’economia del Paese introducendo la proprietà privata, decollettivizzando le campagne e aprendo le frontiere agli investimenti stranieri e al commercio con l’estero.

In Cina cominciarono ad arrivare capitali e tecnologie che avviarono uno sviluppo economico eccezionale.

La produzione agricola in trent’anni è più che raddoppiata, incrementando notevolmente i redditi delle famiglie contadine che hanno creato una miriade di piccole industrie nelle aree rurali. Le medie e grandi imprese, invece, sono ancora in gran parte controllate dallo Stato, anche se si stanno moltiplicando le multinazionali presenti nel Paese. La rete stradale e ferroviaria si sta espandendo, migliorando così i collegamenti interni e velocizzando i trasporti. Le acque dei fiumi sono utilizzate per spostare merci e persone e per produrre grandi quantità di energia idroelettrica. Si continua anche a estrarre carbone e a bruciarne masse considerevoli.

Ma questa grande crescita richiede molte altre risorse energetiche e i cinesi comprano dall’estero una enorme quantità di petrolio, gas naturale e minerali metallici. Il peso della Cina nell’economia mondiale è ormai schiacciante e ogni Stato del pianeta si relaziona con il colosso asiatico le cui merci stanno invadendo tutti i mercati, con prezzi concorrenziali grazie a un’elevata produttività e a ridotti costi di produzione (soprattutto per i bassi prezzi della manodopera). I capitali cinesi, inoltre, stanno arrivando ovunque e comprano azioni di importanti multinazionali, controllano imprese straniere e attività d’importanza mondiale.

Questa strepitosa crescita economica ha avuto, però, anche gravi conseguenze sociali. Le condizioni di vita nelle fabbriche sono peggiorate: si lavora anche 14 ore al giorno e l’igiene e la sicurezza non sono sufficienti.

Inoltre sta aumentando il divario tra un ristretto numero di famiglie benestanti, ricche o anche ricchissime, e il gran numero di poveri. Nelle moderne megalopoli finanziarie della costa un decimo della popolazione consuma più dell’80% delle risorse disponibili. Nelle zone periferiche (nella parte continentale del Paese)

l’industrializzazione ha causato espropri di terreno, inquinamento e diminuzione dei raccolti, peggiorando la qualità della vita e provocando molte vittime. La maggioranza dei cinesi, inoltre, vive ancora di agricoltura e allevamento di sussistenza.

Nel 1997 Hong Kong e nel 1999 Macao (ex colonie, rispettivamente, britannica e portoghese) sono tornate sotto il controllo del governo cinese. Entrambe le città hanno sviluppato un’economia di tipo capitalistico che produce molta ricchezza. Hong Kong è sede di numerose multinazionali, si distingue nei campi dell’elettronica, dell’ottica e dei giocattoli ed è uno dei principali centri commerciali e finanziari del mondo. Macao è una frequentata meta turistica con molte case da gioco, una fiorente pesca e discrete industrie manifatturiere.

La Cina si è impegnata a mantenere per 50 anni la regolamentazione sociale ed economica vigente sotto i regimi coloniali. Le due città sono “Territori Speciali”, con proprie monete (il dollaro di Hong Kong e la pataca di Macao) e istituzioni particolari.

Bibliografia

• Colajanni Napoleone, La Cina contemporanea: 1949/1994, Tascabili Economici Newton, Roma, 1994

• Eva Fabrizio, Cina e Giappone. Due modelli per il futuro dell’Asia, UTET, Torino, 2000

• Grousset René, Storia dell’arte e della civiltà cinese, Feltrinelli Editoriale, Milano, 1958

• Santangelo Paolo, Storia della Cina dalle origini ai giorni nostri, Tascabili Economici Newton, Roma, 1994

• Weber Maria, Il miracolo cinese, Il Mulino, Bologna, 2001

Filmografia

• Annaud Jean-Jacques (regia di), Sette anni in Tibet, USA, 1997

• Bertolucci Bernardo (regia di), L’ultimo imperatore, Cina, gran Bretagna, Francia e Italia, 1987

• Farrow John (regia di), Cina, USA, 1943

• Yimou Zhang (regia di), Hero, Cina, 2002

• Yimou Zhang (regia di), Lanterne rosse, Cina, Hong Kong, Taiwan, 1991

Siti interessanti

• www.cinaoggi.it/

• www.tuttocina.it/

• it.wikipedia.org/wiki/Cina

• www.alphabeto.it/continenti/asia/cina.htm

• www.bollettinocina.it/

• cina.blogsociale.it/

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