Introduzione
Nel 2009, in un articolo pubblicato sul quotidiano Il Manifesto, Francesca Lazzarato sosteneva che la letteratura messicana veniva considerata e apprezzata, a livello internazionale, solo attraverso alcuni mostri sacri del passato come Octavio Paz, Juan Rulfo o Carlos Fuentes, i cui nomi oscuravano non solo quelli di autori più giovani, ma anche di altri «classici moderni» come Martín Luis Guzmán, Mariano Azuela, Juan José Arreola, Vicente Leñero, il geniale e ironico Jorge Ibargüengoitia, Elena Garro, Elena Poniatowska, ormai nota per il suo costante impegno politico, l‟eccentrico e indimenticabile Salvador Elizondo, il poeta e cuentista José Emilio Pacheco (recentemente scomparso), Sergio Pitol, e Max Aub e Augusto Monterroso, due tra i tanti scrittori fuggiti dalle dittature dei rispettivi paesi che avevano trovato rifugio in Messico
1.
Tra gli autori più giovani menziona Guadalupe Nettel (Pétalos y otras historias incómodas), autentica rivelazione di quegli anni insieme a Socorro Venegas, autrice di racconti (Todas las islas) e di romanzi (Será negra y blanca) che si distinguono per le loro brevi storie metropolitane gelide e crudelissime.
Producono testi ambiziosi, che si rifanno alla lezione del Crack, anche blogger come Tryno Maldonado con Viena roja e Temporada de caza para el león negro.
Yuri Herrera (Trabajos del reino) e Martín Solares (Los minutos negros) scelgono di raccontare nel modo più duro, con una prosa scabra e nuda, il Messico della violenza urbana e del narcotraffico: questi due romanzi si inscrivono nella tendenza più vitale del momento, quella della narcoliteratura. Herrera e Solares fanno parte della schiera di scrittori che ritraggono senza mezzi termini il mondo dei narcos, l‟emigrazione clandestina verso gli Stati Uniti, i femminicidi di Ciudad Juárez, un filone che continua a produrre romanzi, racconti e cronache di livello sempre più alto, che vanno prendendo il romanzo di testimonianza politica.
Include tra i migliori scrittori messicani di oggi Élmer Mendoza, autore di Balas de Plata e creatore del disincantato detective El Zurdo; Luis Humberto
1 LAZZARATO, Francesca (2009), Atlante letterario. Faville messicane, «Il Manifesto», 20 agosto 2009.
Crosthwaite con la sua raccolta di racconti Istrucciones para cruzar la frontera, Idos de la mente e Aparta de mí ese cáliz, amato da Javier Cercas che consiglia vivamente i suoi racconti «secchi; duri, ironici, pieni di sentimento e privi di sentimentalismo»; Eduardo Antonio Parra (Tierra da nadie), scrittore d‟eccezione di racconti noir e vincitore del Premio Juan Rulfo. Sono loro, dice la Lazzarato, la voce del Messico contemporaneo, scrittori di frontiera quasi tutti nati e residenti nel nord, accompagnati dalla colonna sonora dei narcocorridos dei Tucanos de Tijuana o dei Los Tigres del Norte
2.
In quegli anni si avvertiva già aria di cambiamento: diverse case editrici, in particolare quella francese e spagnola (proprietaria di buona parte dei marchi editoriali messicani e padrona del mercato locale) attingevano i loro titoli da una letteratura che oggi appare come una tra le più ricche e stimolanti dell‟America latina, con un‟ampia varietà di autori importanti, caratterizzati da una prosa sperimentale, alla ricerca di una propria identità culturale e stilistica.
Il narcotraffico, la violenza, la corruzione, il rapporto tra messicani e chicanos, la sanguinante linea di confine con gli Stati Uniti sono i temi ricorrenti ed elemento di attrazione per il lettore straniero. La Lazzarato nel suo articolo sottolinea l‟esigenza di dare voce a questi scrittori che con le loro opere hanno arricchito e continuano ad arricchire il panorama letterario nazionale messicano.
Dopo un breve excursus storico sulla formazione della frontiera tra Messico e Stati Uniti, imprescindibile per comprendere quali condizioni hanno portato allo sviluppo delle città di frontiera, come Tijuana, e come queste esercitino un notevole influsso sulla creazione letteraria di scrittori provenienti da queste zone, è stata analizzata la produzione letteraria di entrambi i lati della frontiera, i vari protagonisti, i diversi orientamenti e prospettive e le diverse tendenze generiche.
Dopo il 1848, anno in cui fu firmato il Trattato di pace Guadalupe-Hidalgo per porre fine alla guerra messicano-statunitense, gli Stati Uniti si appropriarono di gran parte del territorio messicano provocando una profonda ferita tra le popolazioni che abitavano a nord e quelle che rimasero a sud della frontiera.
Considerando che una frontiera, un confine, o un limite presuppone una
22 Ibidem.