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IL RENDICONTO FINANZIARIO

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Academic year: 2022

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19/02/20 IL RENDICONTO FINANZIARIO

Siamo nell’ambito del bilancio, perché il rendiconto finanziario da qualche anno è parte del bilancio.

Il rendiconto finanziario ci dice se l’impresa è stata in grado di generare liquidità (il CE ci dice se l’impresa ha generato utile/ricchezza). Ovvero, il rendiconto ci dice se questo utile si è tradotto effettivamente in liquidità.

Da noi, tradizionalmente, S/P e CE sono i documenti considerati da sempre più importanti per le imprese. All’estero invece al rendiconto finanziario è sempre stata data un’importanza maggiore perché, essendo rappresentato da grandezze oggettive, non poteva essere sottoposto a “maneggi”.

Inoltre dobbiamo capire dove effettivamente questa liquidità si è generata.

Non è la semplice generazione di liquidità ad essere importante, se si è generata in un determinato modo non verrà dato un giudizio positivo (le prospettive dell’impresa se le condizioni non cambiano non sono rosee).

Il rendiconto finanziario è un documento contabile, significa che è strettamente legato alle rilevazioni del sistema contabile con tutti i pro e contro che questo comporta. I pro sono che è legato ad un sistema di rilevazioni aziendali, ma risente anche della semplicità e del grado di approfondimento che il nostro software contabile ha.

Ciò che è importante è che è in grado di evidenziare la dinamica finanziaria dell’azienda. Ovvero, cosa è avvenuto nel tempo a queste grandezze finanziarie.

Se ci bastasse conoscere la grandezza stock non ci servirebbe il rendiconto finanziario, ci basta lo S/P.

L’interrogativo di cosa dobbiamo sapere e quindi cosa dobbiamo fare è fondamentale.

Il rendiconto finanziario ci permette di capire quali sono le cause della variazione che si può riscontrare tra il valore dello S/P al 31/12/n+1 e quello dello S/P al 31/12/n.

Il rendiconto, perciò, ci permette di capire le cause delle variazioni delle risorse finanziarie o monetarie in un certo arco temporale che prendiamo come riferimento.

Perché è importante questo? I motivi possono essere diversi:

 Per esempio posso accorgermi che il fatturato cresce, che la voce “valore della produzione aumenta”, magari si traduce anche in utile ma allo stesso tempo lo scoperto di conto corrente aumenta. Ovvero il nostro conto corrente è in rosso, ho problemi di liquidità. Chiaramente mi devo porre degli interrogativi

 Inoltre potremmo chiederci: “Abbiamo le risorse finanziarie necessarie per rimborsare i prestiti bancari? Riusciamo a generarle con la nostra attività o dobbiamo chiedere un nuovo finanziamento per rimborsare quello vecchio?” Il rendiconto mi dà le informazioni che ci servono

 Oppure potremmo chiederci: “Stiamo andando bene, abbiamo le risorse necessarie per espanderci ancora, per entrare in un nuovo mercato? La nostra attività caratteristica genera risorse finanziarie che possiamo destinare a nuovi investimenti o dobbiamo ricorrere all’indebitamento (non sempre è una cosa negativa  effetto leva)?”

Sono degli interrogativi che i manager si pongono e ai quali il rendiconto finanziario può dare una risposta. Ci dà delle informazioni utili per valutare la situazione finanziaria dell’impresa.

Ci dice quale ammontare di liquidità l’impresa è in grado di generare con la sua attività, dove assorbe liquidità e ci permette di valutare la nostra attività caratteristica.

Se la nostra attività caratteristica ci assorbe la maggior parte della liquidità dobbiamo porci degli interrogativi; se siamo una neo impresa non è un problema ma se sono un’impresa qualsiasi il fatto che la mia attività operativa assorbe liquidità mi deve portare ad indagare meglio.

Inoltre il rendiconto mi permette di avere le informazioni riguardo a come la mia impresa, nei 12 mesi precedenti, ha generato o assorbito la liquidità.

Perciò il rendiconto finanziario offre indicazioni circa la capacità dell’azienda di affrontare gli impegni finanziari del breve termine.

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Tipologie di rendiconto finanziario

Esistono tanti tipi di rendiconto finanziario perché tutto dipende da cosa intendiamo per risorsa finanziaria/monetaria. A seconda della definizione abbiamo un rendiconto finanziario diverso. Nel corso del tempo la dottrina ha optato per rendiconti un po’ diversi.

Perciò la tipologia di rendiconto finanziario dipende dalla tipologia di risorsa finanziaria/monetaria di riferimento.

Possiamo considerare come risorsa finanziaria:

 La liquidità immediata o disponibilità monetarie: osserviamo cosa ha determinato una variazione della liquidità o delle risorse monetarie da un anno all’altro. È la definizione più intuitiva, si va a vedere il denaro.

 Altrimenti potrebbe considerare la liquidità netta o disponibilità monetarie nette: si intende la differenza tra:

la liquidità immediata – le liquidità negative

Cosa si intende per liquidità negative? Sono i debiti finanziari a breve termine.

Per debiti finanziari a breve termine si intendono i debiti finanziari (no fornitori) ma che sono nati a breve termine; non si intende la quota di debito a medio-lungo termine che scade entro i 12 mesi (rate) ma i debiti che per la loro forma tecnica sono nati a breve termine.

Ad esempio lo scoperto del conto corrente bancario, l’anticipazione passiva, l’anticipazione su titoli, l’anticipazione bancaria.

Se alla liquidità immediata si sottraggono i debiti a breve termine si ottengono le disponibilità nette.

 La posizione finanziaria netta a breve termine: si amplia sempre di più la nozione di risorsa finanziaria. Considera:

le liquidità immediate + i crediti finanziari a breve termine – i debiti finanziari a breve termine

 Il capitale circolante netto finanziario o in senso lato: è dato dalla differenza tra:

le attività a breve termine – le passività a breve termine Per breve termine intendiamo i 12 mesi.

 Il capitale circolante netto caratteristico o gestionale o in senso stretto: si considerano:

i crediti commerciali a breve termine (+ rimanenze di materie prime o prodotti) – i debiti commerciali a breve termine

A questo punto dobbiamo vedere la scelta fatta dal nostro paese. Noi considereremo le società non quotate (Codice Civile).

In particolare ci troviamo all’art.2423 del Codice Civile che ci dice innanzitutto che il rendiconto finanziario è parte integrante del bilancio. Questa è una novità perché in passato non era un documento obbligatorio.

In particolare però il CC ci dice che il rendiconto finanziario è obbligatorio per tutte le società di capitali con due eccezioni: le società che redigono il bilancio abbreviato e le micro imprese. Ovviamente se queste imprese ritengono utile questo strumento lo redigono e nel caso lo pubblicano, però non sono obbligate.

Quest’obbligo è in vigore a partire dai bilanci del 2016.

Il nuovo art. 2425-ter CC ci dice che dal rendiconto

finanziario risultano, per l’esercizio a cui è riferito il bilancio e per quello precedente:

L’ammontare e la composizione delle disponibilità liquide: nel nostro sistema il rendiconto finanziario ha come oggetto la definizione più semplice di risorsa finanziaria, ovvero il denaro liquido. È una grandezza oggettiva e anche facilmente intuibile.

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Si richiede inoltre lo stock (l’ammontare) e la composizione all’inizio e alla fine dell’esercizio*: in questo modo ci permette di capire l’ammontare del flusso della liquidità creata o assorbita.

Inoltre il rendiconto ci dice i flussi finanziari dell’esercizio dell’attività operativa, di quella di investimento e di quella di finanziamento, comprese con autonoma indicazione le operazioni con i soci

*Il rendiconto perciò deve indicare tutti i movimenti delle disponibilità liquide, che sono la risorsa finanziaria di riferimento. Si fa riferimento alle voci dello Stato Patrimoniale ( depositi bancari e postali, assegni, denaro, valori in cassa anche in valuta estera).

Se avessi una cambiale attiva farebbe parte delle disponibilità liquide? Vengono rappresentate nei crediti, perciò non sono soldi, non sono disponibilità liquide.

Supponiamo di avere un BOT, lo inseriamo nelle disponibilità liquide? No, non sono disponibilità liquide, lo mettiamo nell’attività finanziaria.

Si tratta di una differenza rispetto al principio contabile internazionale che non considera solo le disponibilità liquide ma considera anche le attività finanziarie a breve termine se sono nei confronti di soggetti pubblicamente solvibili (ovvero considera anche il cash equivalente  attività così sicure da essere assimilate alla cassa). Il nostro legislatore ha deciso di considerare solo la liquidità in senso stretto.

A quale orizzonte temporale stiamo facendo riferimento? All’anno.

Nulla ci vieta di costruirlo anche tutti i giorni, ma nella forma obbligatoria considera l’intero esercizio.

Inoltre, come nel Conto Economico, contiene delle grandezze flusso.

La differenza, però, è che mentre il CE contiene grandezze flusso economiche, il rendiconto finanziario considera tutte le entrate e le uscite dell’anno passato. Di conseguenza il principio che ci deve guidare nella costituzione del rendiconto finanziario è la logica finanziaria, ci dobbiamo dimenticare del principio di competenza economica. Quello che ci interessa sono gli incassi e i pagamenti, le entrate e le uscite; non ci interessa sapere se quell’entrata è rappresentata da un ricavo che solo in parte è di competenza dell’esercizio, perché ci interessa la logica finanziaria.

N.B. Per flussi finanziari del rendiconto finanziario intendiamo le disponibilità monetarie, ovvero i flussi di cassa (no crediti e debiti).

Se noi, per esempio, parliamo di vendita di prodotti a dilazione, questo ha provocato un flusso di cassa? No, se vendo a dilazione avrò dei ricavi ma l’altra grandezza che sorge sono i crediti che non devono essere considerati nel rendiconto finanziario.

L’acquisto di materie prime con l’incasso in contanti provocano un flusso di cassa? Sì

Il pagamento di un debito con un bonifico bancario? Sì, è un modo con cui io uso il conto corrente bancario.

Un accantonamento? No, l’accantonamento non movimenta in alcun modo la cassa, tantomeno se libero il fondo perché viene meno la ragione dell’accantonamento (sopravvenienza non genera cassa).

La svalutazione di una partecipazione diminuisce la mia cassa e banca? No, sono movimentazioni di natura economica.

Il pagamento di un fornitore per una miglioria sugli impianti? Sì, se pago avrò una diminuzione del denaro.

L’ammortamento? No, è un costo non monetario, faremo delle correzioni per correggere questi costi che non hanno natura monetaria.

A noi interessa la movimentazione del denaro, una grandezza oggettiva.

Il flusso delle disponibilità liquide

Supponiamo di avere questo Stato Patrimoniale sintetico.

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Qual è il flusso di cassa nell’esercizio 200X+1? A noi interessa la variazione, non la consistenza che sarebbe 100. In questo caso da 200 siamo scesi a 100, perciò il flusso di cassa è -100.

Se questa è l’informazione che a me interessa il rendiconto finanziario lo farò ma senza prestarci grande attenzione.

Invece a noi interessa capire perché la cassa è diminuita a fronte di una situazione economica che ha portato il mio utile netto da 20 a 40, ovvero a raddoppiare. Potremmo voler capire le cause, ovvero capire se tutto sommato va bene così (avere troppa liquidità non va neanche bene, non investiamo) o se è sentore di qualcosa che comincia a non funzionare.

Come facciamo?

OIC10: Aspetti formali

 Forma di presentazione scalare: noi partiremo dall’utile d’esercizio, andremo a sommare diverse voci fino ad arrivare all’incremento o decremento delle disponibilità liquide. Si parte dalla cima fino ad arrivare all’incremento o decremento delle disponibilità liquide che deve coincidere con le voci delle disponibilità liquide dello Stato Patrimoniale

 La struttura è rigida: lo schema è quello che ci viene imposto dall’OIC, non è indicato nel Codice Civile. Si tratta di uno schema obbligatorio.

 Possibilità di raggruppare, aggiungere o suddividere le voci: le uniche voci che non si possono toccare sono quelle che hanno davanti le lettere maiuscole e rappresentano i tre flussi di cui abbiamo parlato:

A. flussi finanziari derivanti dall’attività operativa B. flussi finanziari derivanti dall’attività di investimento C. flussi finanziari derivanti dall’attività di finanziamento

Queste voci ci devono sempre essere così come devono sempre esserci i numeri arabi.

 Sono vietati i compensi di partite: se vediamo la prima riga vediamo che c’è scritto “utile o perdita d’esercizio”, è uno o l’altro.

Nella terza riga invece c’è scritto “interessi attivi/interessi passivi”, potrei averli entrambi non sono alternative; la regola che vieta di compensare le partite significa che non si può mettere una voce unica. Se ho entrambi devo mettere su due righe interessi attivi e interessi attivi (anche per minusvalenze e plusvalenze).

 Obbligo di indicare i valori relativi all’esercizio precedenti: per poterli confrontare

 Dettaglio delle disponibilità liquide: devono essere suddivise nelle varie voci che troviamo nello Stato Patrimoniale per poterle analizzare nel dettaglio

A questo punto dobbiamo distinguere tre aree gestionali del rendiconto finanziario:

A. flussi finanziari derivanti dall’attività operativa B. flussi finanziari derivanti dall’attività di investimento

C. flussi finanziari derivanti dall’attività di finanziamento

La somma di questi flussi deve darci l’incremento o il decremento delle disponibilità liquide.

L’incremento o il decremento lo abbiamo già nello stato patrimoniale, alla lettera della D dell’attivo sottratto a quello del periodo precedente.

Il rendiconto non ci dà una nuova grandezza, ma ci dice le cause che ci hanno portato a questa grandezza che conosciamo già.

Vediamoli uno per uno:

A. flussi finanziari derivanti dall’attività operativa

Fa riferimento alle attività caratteristiche di acquisizione, produzione e distribuzione dei beni e dei servizi dell’impresa che stiamo considerando.

Considera tutti i ricavi e i costi caratteristici ma anche alcune operazioni che secondo la nozione nazionale normalmente non si considerano nell’attività operativa; ad esempio le imposte, gli interessi

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attivi e passivi. È un’attività operativa in senso lato, non è un’attività caratteristica in senso stretto.

Questo perché queste operazioni si considerano collegate al normale funzionamento di un’impresa.

B. flussi finanziari derivanti dall’attività di investimento

Si considerano l’acquisto e la vendita dei fattori a fecondità ripetuta: immobilizzazioni materiali e immateriali, le immobilizzazioni finanziarie e le attività finanziarie non immobilizzate.

L’OIC chiede la distinzione tra queste voci.

N.B. Se ho investito mi aspetto il segno meno, se ho il segno più vuol dire che sto vendendo. A quel punto devo vedere cosa sto vendendo.

C. flussi finanziari derivanti dall’attività di finanziamento

Sono collegati all’ottenimento o al rimborso delle disponibilità liquide sotto forma di capitale di rischio o capitale di debito.

Esempio capitale di rischio: acquisto di azioni proprie  determinano un’uscita Esempio capitale di rischio: rimborso del capitale di

rischio per liquidare un socio

Esempio capitale di debito: richiesta di un nuovo debito o rimborso di un debito

Struttura del rendiconto finanziario: esempio 1 Come sono cambiate le disponibilità liquide?

Iniziamo dall’anno 200X

Le disponibilità liquide sono aumentate o sono

diminuite? Il flusso è negativo (la parentesi vuol dire sempre -), da 400 è passato 200  -200.

Che tipo di valutazione diamo alla nostra impresa con queste poche informazioni? Dobbiamo redigere la nota integrativa, per farlo dobbiamo capire come abbiamo ottenuto questo -200.

Partiamo dalla lettera A. Dall’anno 200X all’anno 200X+1 abbiamo un aumento di 200, perciò la nostra impresa ha creato liquidità.

Alla lettera B invece abbiamo un -600, è un risultato positivo o negativo? Positivo, perché sto generando liquidità con la mia attività caratteristica e sto investendo.

Alla lettera C ho un risultato di -100, può dipendere da moltissimi elementi; uno di questi potrebbe essere che sto rimborsando dei debiti.

Perciò nonostante la liquidità si sia ridotta è opportuno dare un giudizio positivo all’impresa. La situazione sembra essere positiva.

Passiamo all’anno 200X+1

La liquidità aumenta o diminuisce? Aumenta, abbiamo generato nuova liquidità per 300.

Da dove saltano fuori questi 300?

Alla letta A abbiamo un valore positivo per +700, addirittura più grande dell’anno prima. Evidentemente gli investimenti realizzati l’anno prima hanno portato a dei ricavi maggiori che si sono tradotti in liquidità maggiore.

Il flusso B è di – 150, è inferiore all’anno precedente ma stiamo ancora investendo.

Il flusso C è negativo per -150, non può determinare un giudizio negativo.

Struttura del rendiconto finanziario: esempio 2 Prendiamo in considerazione un solo anno.

In questo caso abbiamo un incremento della disponibilità liquida per 500.

Da cosa è determinato?

Alla lettera A abbiamo +900, sicuramente positivo.

È sempre positivo se la mia attività caratteristica mi genera liquidità.

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Alla lettera B abbiamo -450, analogamente a quanto detto prima stiamo investendo; senza informazioni di dettaglio è sempre un’informazione positiva.

Alla lettera C abbiamo un flusso di +50.

Cosa può essere successo e in che termini il mio giudizio è diverso rispetto a quello visto prima?

Potrei aver contratto un prestito sotto forma di mutuo con la banca. Perciò se questo + 50 supponiamo che sia la contrazione di un mutuo allora vuol dire, rispetto a quello che abbiamo visto prima, che io finanzio gli investimenti anche con capitale di terzi. Prima era negativo, vuol dire che stiamo rimborsando dei debiti, perciò l’attività di investimento non l’ho finanziata con il capitale di terzi ma con la mia attività.

In questo caso, invece, la situazione è diversa ma non vuol dire che sia negativa; capiamo che abbiamo avuto un’entrata nei finanziamenti, perciò i miei investimenti dipendono anche dal nuovo indebitamento.

Oppure cosa può essere successo? Si tratta anche di capitale di rischio, non solo di debito, perciò potrei aver avuto un investimento da parte dei soci a titolo di nuovo capitale sociale. Il giudizio in questo modo sarebbe molto positivo perché vuol dire che i soci credono molto nell’impresa e sono disposti a finanziarmi.

La struttura del rendiconto finanziario: esempio 3 In questo caso abbiamo un incremento di +15 delle disponibilità liquide.

Ma al flusso A abbiamo una riduzione per -500, ovvero l’attività operativa assorbe liquidità. È un primo segnale di allarme che può essere giustificabile se sono un’impresa nata da poco ma è preoccupante per tutte le altre imprese. L’attività per cui sono nata assorbe liquidità.

Come copro questa liquidità? Al flusso B ho un +250.

Cosa ho fatto per avere questo flusso positivo? Potrei aver venduto un immobile. Vuol dire che sto dismettendo la mia struttura per ottenere liquidità, è un altro campanello d’allarme.

Alla lettera C ho un +265, cosa può essere successo? È un segnale di come, nonostante io abbia un incremento delle disponibilità liquide, questo aumento copre una situazione che è fortemente critica. È un segnale, anche, di come il rendiconto finanziario mi aiuti ad avere delle informazioni più dettagliate.

Il rendiconto mi permette di far emergere delle criticità a cui devo far fronte.

21/02/20 FLUSSO FINANZIARIO DELL’ATTIVITÀ OPERATIVA

Come abbiamo detto, l’attività operativa non coincide con l’attività caratteristica, ma comprende anche altre attività, le attività accessorie.

Per determinare questo flusso esistono due metodi:

1. il metodo diretto

Consiste nella differenza tra tutti i flussi in entrata collegati all’attività operativa e tutti i deflussi collegati all’attività operativa. Si tratta di un metodo utilizzato da pochissime imprese perché presuppone un sistema informatico contabile molto complicato, che consenta di

distinguere tutti i flussi in entrata e in uscita in merito all’attività operativa, rispetto a quelli di investimento e quelli di finanziamento. Si ritiene uno sforzo eccessivo e per questo si preferisce utilizzare l’altro metodo.

Serve solo per determinare il flusso operativo.

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Per pagamenti ai fornitori per acquisti fa riferimento solo agli acquisti di materie connesse all’attività operativa, ovvero l’acquisto di materie prime.

Per dividendi incassati si intendono i dividendi incassati da partecipazioni che possiede l’impresa.

Se il nostro sistema informatico è in grado di estrapolare tutte queste informazioni e riteniamo utile questo rendiconto, questo è lo schema di metodo diretto.

Estratto 1:

Che informazioni si possono ricavare? Partiamo dall’ultima riga e vediamo che il flusso finanziario dell’attività operativa è positivo in tutti gli anni, è una cosa positiva.

Ma vediamo che al 31/12/2016 si dimezza, è sempre positivo ma emerge subito un cambiamento.

Cosa è successo? Dalle informazioni che abbiamo possiamo vedere che alla prima riga, “incassi da clienti”, sono aumenti da un anno all’altro, perciò non è un problema di ricavi che non siamo riusciti ad incassare.

Vediamo però che la voce “altri incassi” si è ridotta. Questo modello però non mi dà altre informazioni, come anche la nota integrativa.

Non si riesce a capire cosa sono questi altri incassi.

Estratto 2:

Lo schema è identico, perché è rigido.

In questo caso vediamo una situazione opposta. Al 31/12/2015 avevamo un deflusso legato all’attività operativa, vuol dire che l’attività operativa assorbiva liquidità. Mentre un anno dopo abbiamo un incremento. Dobbiamo indagare sulle cause.

In questo caso si nota subito che abbiamo un miglioramento degli incassi da clienti.

Dal lato delle uscite si nota una diminuzione degli interessi che sono stati pagati. Perciò o è stato rimborsato parte del debito o si sono rinegoziate le condizioni con le banche.

Il metodo diretto cerca di intuire le poste che hanno determinato questa variazione. Se le imprese fossero trasparenti allegherebbero un resoconto dettagliato delle varie voci.

2. il metodo indiretto

Ragiona partendo dal risultato economico d’esercizio. Andiamo a correggere quell’importo sapendo che a quell’importo si è arrivati anche con dei costi non monetari, che non hanno comportato delle uscite.

Consente di arrivare ad informazioni particolarmente importanti.

Si parte dal risultato economico d’esercizio, quali correzioni vengono fatte?

Primo passaggio

Si fanno correzioni per neutralizzare l’importo di alcune voci. In particolare si neutralizzano le voci relative alle imposte, gli interessi attivi e passivi e ai dividendi perché pur essendo voci parte dell’attività operativa non è detto che tutte abbiano provocato un’entrata/uscita di denaro.

Perciò sommiamo le imposte, sommiamo gli interessi passivi, sottraiamo gli interessi attivi e sottraiamo i dividendi.

N.B. L’ultimo passaggio sarà considerare quanto di questi importi ha determinato un’uscita.

La neutralizzazione delle ultime voci (+ minusvalenze e - plusvalenze) è dovuta al fatto che non vengono considerate parte dell’attività operativa, ma sono considerate insieme alle immobilizzazioni;

per questo andiamo a sottrarre le plusvalenze.

N.B. Le plusvalenze non legate alla vendita di macchinari ma legate alle attività finanziarie le abbiamo già corrette nella voce interessi attivi e passivi (rappresentano la voce C del CE).

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Lo stesso vale per le minusvalenze (per i macchinari sono inseriti nella voce B14 del CE). Siccome il nostro interesse è calcolare il flusso finanziario dell’attività operativa, non facendo parte dell’attività operativa, ne neutralizziamo l’effetto.

Già capiamo come, per costruire il rendiconto finanziario, non basta lo schema dello S/P e del CE ma servono informazioni ulteriori.

Se facciamo queste correzioni otteniamo l’utile (perdita) d’esercizio prima di imposte sul reddito, interessi, dividendi e plusvalenze da cessione; non ha un significato né economico né finanziario, è semplicemente l’utile che non considera alcune voci (è indicato con un numero arabo).

Secondo passaggio

L’OIC a questo punto inserisce un’ulteriore voce: rettifiche per elementi non monetari che non hanno avuto contropartita nel capitale circolante netto.

Qual è il capitale circolante netto? Le voci che lo formano sono:

 Le rimanenze di materie prime

 Le rimanenze di prodotti

 I crediti commerciali (crediti v/clienti)

 I debiti commerciali (debiti v/fornitori)

In questa parte del rendiconto l’OIC mi dice di rettificare le voci del conto economico che non hanno provocato entrate e uscite di cassa o banca, ma si deve trattare di voci che non hanno a che fare con queste grandezze del capitale circolante netto.

Quali voci ci suggerisce l’OIC?

 L’accantonamento a fondi: non vanno considerati tutti gli accantonamenti, perché c’è un accantonamento che tocca il capitale circolante netto, ovvero l’accantonamento a fondo svalutazione crediti (tocca il capitale circolante netto e perciò non va considerato in questa parte del rendiconto).

Qui consideriamo gli accantonamenti a fondi rischi e altri accantonamenti.

 Gli ammortamenti delle immobilizzazioni:

consideriamo le svalutazioni per perdite durevoli di valore (numero 10 del conto economico e tutte le varie lettere).

 Altre rettifiche per elementi non monetari: una voce residuale.

Stiamo risalendo dal conto economico.

Dopo aver considerato queste voci troviamo il flusso finanziario prima delle variazioni del capitale circolante netto. Questo è considerato un primo flusso finanziario.

A cosa somiglia? Somiglia all’autofinanziamento in senso ampio.

Ma non ci dice ancora qual è la liquidità creata dalla nostra attività operativa, dobbiamo ancora considerare alcune variazioni. Perché? Non è detto che tutti i ricavi di vendita abbiano dato origine ad un’entrata, non è detto che tutti i costi abbiano generato un’uscita. È

in questa occasione che andremo a considerare il flusso finanziario provocato dal capitale circolante netto.

Terzo passaggio

Ora consideriamo le variazioni del capitale circolante netto.

L’OIC precisa quali sono le sue componenti.

Considera:

 Le rimanenze di materie prime e di prodotti

 i crediti verso clienti

 i debiti verso fornitori

 i ratei e i risconti

 voce residuale

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N.B. Questi ratei e questi risconti però devono fare riferimento all’attività operativa. Perciò possono fare riferimento ad un contratto di affitto, un canone di noleggio, un contratto di assicurazione.

Non sono i ratei e i risconti collegati agli interessi, quelli li abbiamo tolti.

Dobbiamo capire innanzitutto il segno e il perché viene considerata una parte fondamentale.

Innanzitutto cerchiamo di capire i segni.

Riguardo alle rimanenze il prospetto dice che se si ha un decremento delle rimanenze si ha il segno +.

Le rimanenze le rappresentiamo nell’attivo dello S/P, se da un anno all’altro le rimanenze sono diminuite vuol dire che sono diminuiti i nostri impieghi, questo ha rappresentato un’entrata.

Al contrario se abbiamo avuto un incremento di materie prime e prodotti vuol dire che abbiamo avuto più impieghi e perciò abbiamo dovuto fare più investimenti in rimanenze; questo ha assorbito liquidità.

Riguardo ai crediti verso clienti, se i crediti v/clienti sono diminuiti da un anno all’altro vuol dire che i clienti mi hanno rimborsato, avrò un‘entrata di liquidità (segno +). Al contrario, se sono aumentati vuol dire che non solo i crediti che avevo in essere li ho ancora, ma anche una parte dei ricavi di vendita di quest’anno hanno incrementato i crediti già esistenti; perciò devo andare a sottrarre l’incremento dei crediti v/clienti (segno -).

Se i debiti v/fornitori sono aumentati da un anno all’altro vuol dire che non tutti i costi di competenza economica del CE si sono trasformati in uscita ma alcuni sono ancora debiti v/fornitori, perciò avranno segno +. Al contrario se i debiti v/fornitori sono diminuiti vuol dire che li abbiamo rimborsati, vuol dire che abbiamo sborsato soldi per saldare questi debiti. Vuol dire che durante l’anno non solo ho pagato tutti gli acquisti verso fornitori effettuati ma ho anche pagato quelli vecchi, perciò ha determinato un’uscita di denaro ulteriore rispetto ai costi.

I ratei attivi sono un credito presunto, se diminuiscono vuol dire che ho avuto un’entrata (segno +). Se aumentano vuol dire che è sorto un credito presunto (segno -).

I ratei passivi sono debiti presunti. Se da un anno all’altro aumentano vuol dire che ho avuto un’entrata (minore uscita  segno +).

I risconti non sono altro che rimanenze di servizi. Se i risconti attivi da un anno all’altro diminuiscono vuol dire che ho avuto un’entrata di denaro, devo mettere il segno +. Il discorso opposto vale per i risconti passivi.

Queste modifiche sono motivate dal fatto che vi può essere una differenza tra le voci di competenza economica (del CE) e gli incassi/le uscite che ci sono state. Da una parte questo lo vedo con l’incremento/decremento dei crediti v/clienti e dei debiti v/fornitori. Questo è interessante perché mi fa vedere come la mia politica commerciale ha inciso sulla mia capacità di creare liquidità. Per questo questa parte è ritenuta particolarmente importante. A seguito delle mie scelte commerciali (es:

concedere tante dilazioni ai miei clienti) io posso trovarmi una piccola variazione di liquidità.

La differenza tra la competenza economica e l’incasso/pagamento è palese quando si parla di ratei e risconti.

Quarta parte

Infine, l’ultimo pezzo che ci consente di arrivare al flusso finanziario dell’attività operativa contiene delle rettifiche che riguardano le voci che si considerano parte dell’attività operativa.

Andiamo a:

 sommare gli interessi effettivamente incassati

 a sottrarre gli interessi effettivamente pagati

 a sottrarre le imposte effettivamente pagate

 sommare i dividendi effettivamente incassati

 a sottrarre l’eventuale utilizzo di fondi

Queste sono tutte informazioni che non derivano dallo S/P e dal CE, sono informazioni che devo dedurre dalla contabilità o da informazioni extracontabili.

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N.B. Nell’ambito della voce interessi incassati e pagati occorre considerare eventuali ratei e risconti.

Sono le voci che effettivamente hanno rappresentato un flusso in entrata o in uscita.

(vedi esempi A, B e C)

4/03/2020 IL FLUSSO FINANZIARIO DELL’ATTIVITÀ DI INVESTIMENTO

Come abbiamo già visto, l’area di investimento riguarda tutte le attività di acquisto e vendita delle immobilizzazioni materiali, immateriali, finanziarie e delle attività finanziarie non immobilizzate.

Il risultato evidenzia i flussi di attività dovuti dalle politiche di investimento dell’azienda. Se l’azienda espande la propria struttura il flusso finanziario dell’area di investimento sarà negativo, sarà positivo se l’azienda dismette i suoi investimenti strutturali.

Estratto del flusso finanziario dell’area di investimento, come risulta dal prospetto dell’OIC10. Si tratta di entrate e uscite.

Innanzitutto vengono distinti i flussi derivanti da:

 Immobilizzazioni materiali

 Immobilizzazioni immateriali

 Immobilizzazioni finanziarie

 Altre attività finanziarie non immobilizzate

Con riferimento a ciascuna di queste voci sono individuati gli investimenti (-) e i disinvestimenti (+).

Abbiamo una sorta di pagamenti per investimenti e entrate per i disinvestimenti. Per questo si tratta di una sorta di metodo diretto.

All’interno di questa categoria è richiesta la rappresentazione dei singoli flussi in entrata e in uscita. Il divieto di compensazione di investimenti e disinvestimenti è essenziale poiché le informazioni rilevanti si identificano proprio segnalando i flussi di segno opposto.

N.B. Si tratta di flussi di cassa effettivi (effettive entrate e effettive uscite).

In merito ai flussi in uscita, si tratta del valore pagato nell’anno di bilancio, ottenuto rettificando il prezzo di acquisto dai pagamenti di debiti verso i fornitori per immobilizzazioni.

È evidente, infatti, che se per esempio, è stato acquistato un impianto per un costo di acquisto pari a 1000, ma si è ottenuta una dilazione di pagamento pari al 50% del suo valore, la voce da inserire nel rendiconto è “investimenti = 500” (uscita effettiva).

Se l’investimento è stato contabilizzato nel precedente esercizio il flusso in uscita coincide con la riduzione dei debiti verso fornitori in immobilizzazioni.

Per quanto riguarda i flussi in entrata, derivano dalla vendita di immobilizzazioni e sono rappresentati dalle entrate effettivamente incassate: ovvero il loro valore netto contabile, aumentato della plusvalenza o ridotto della minusvalenza, rettificato dalla variazione dei crediti verso altri per immobilizzazioni. Si tratta del valore incassato durante l’esercizio.

Ciò significa che le plusvalenze e le minusvalenze, oggetto di rettifica della prima parte del rendiconto finanziario, confluiscono in questa categoria.

Occorre ricordare che la capacità di generare attività dell’area di investimento è una capacità non ripetibile, in contrapposizione a quanto succede per l’area operativa. Per questo è importante che la capacità di generare attività derivi dall’attività operativa.

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Il risultato della gestione finanziaria corrente è quindi di € 3.359,76 che, sommati all’avanzo di amministrazione 2014 di € 76.225,18 danno un totale di € 79.584,94 che