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VERBALE DELLA SEDUTA CONSILIARE DEL COMUNE DI AGRIGENTO DEL 14/07/05

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VERBALE DELLA SEDUTA CONSILIARE DEL COMUNE DI AGRIGENTO DEL 14/07/05

INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Chiamiamo l’appello. Presenti 22, assenti 8, la seduta è valida. Propongo quali scrutatori Lauricella, Rizzopinna e Mandracchia. Chi è d’accordo rimanga seduta, chi è contrario si alzi, il Consiglio approva. Prego Consigliere Lauricella.

CONSIGLIERE LAURICELLA – Presidente, Consiglieri, noi abbiamo il punto 6 dell’ordine del giorno che è il regolamento per il funzionamento del servizio idrico comunale. Se siamo preparati, chiederei il prelievo di questo punto. E poi, noi oggi abbiamo chiesto che nel prossimo Consiglio comunale venga inserito un punto all’ordine del giorno per trattare il problema dell’acqua e del dissalatore, chiaramente previa una relazione da parte del Sindaco. Grazie.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Per quanto riguarda questa proposta, io ho già ricevuto la vostra nota, martedì mattina ne parleremo in Conferenza dei capigruppo.

Per quanto riguarda, invece, il regolamento per il funzionamento del servizio idrico, di cui già sollecitava il prelievo, la commissione consiliare non ha ancora espresso un parere perché il regolamento è stato predisposto dal dottore Capraro. La commissione chiedeva, trattandosi di una materia prettamente tecnica, che ad esprimere il parere sulla delibera fosse anche l’Ufficio Tecnico. Io ho più volte sollecitato gli uffici a volere controfirmare l’atto deliberativo di che trattasi, ma ancora non abbiamo ricevuto nessuna risposta. Mi dice il Segretario che provvederà subito a fare definire la vicenda, per cui la prossima settimana, giovedì prossimo, potremmo chiedere il prelievo e trattare il punto. Dico Giovedì prossimo e informo il Consiglio che la seduta del Consiglio di martedì e probabilmente mercoledì, se sarà il caso, sarà interamente dedicata alla trattazione del Piano Regolatore Generale in quanto sarà presente, proprio nel corso della seduta, il tecnico progettista Ingegnere Giacobazzi. Per cui martedì e se è il caso anche mercoledì noi tratteremo il Piano Regolatore Generale. Detto questo chiede di intervenire il Consigliere Arnone, ne ha facoltà, prego.

CONSIGLIERE ARNONE – Presidente, io prendo la parola per due ordini di questioni. Il primo degli argomenti che brevissimamente intendo sottoporre all’attenzione sua e del Consiglio riguarda il Piano Regolatore Generale e riguarda il fatto che al momento non siamo stati messi in condizione di avere contezza piena del lavoro che hanno svolto i progettisti e potere verificare in che misura si sono recepiti gli emendamenti. Per cui io non ho nulla in contrario a che martedì e mercoledì in Consiglio venga Giacobazzi, purché sia un passaggio di carattere interlocutorio, perché noi non possiamo affrontare una discussione seria sul Piano Regolatore Generale se prima non siamo in condizioni di ben comprendere la portata del lavoro svolto dall’équipe progettuale. È di tutta evidenza che nel momento in cui questa équipe trattiene lo strumento urbanistico per più di un anno e poi lo riconsegna, noi dobbiamo essere posti in condizione per onorare l’impegno che abbiamo nei confronti dei cittadini di Agrigento di studiare il lavoro che si è svolto con un minimo di attenzione con i nostri consulenti tecnici e con le parti politiche che rappresentiamo. È ben lungi da me, ovviamente, l’idea di procrastinare alle calende greche questo discorso. Ma io mi sono attivato con il mio consulente urbanistico nella giornata di questa mattina, nella giornata di ieri, non avendo potuto svolgere il lavoro che ci eravamo preventivati per la banale ragione che vi erano le circoscrizioni che volevano visionare il piano, avere chiarimenti e avere a disposizione gli atti. Ora noi abbiamo già discusso in Conferenza dei capigruppo e siamo pervenuti a una conclusione che è assolutamente scontata e pacifica, cioè

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che ogni gruppo politico, quantomeno ogni gruppo politico, avesse a disposizione il DVD del Piano e il cartaceo delle parti che non sono nel DVD. Tutto questo ancora non è stato realizzato. Tra l’altro si tratta di supporti essenziali per il nostro lavoro che costano poche decine di euro, per cui se la discussione con Giacobazzi è una discussione di carattere interlocutorio, si può anche svolgere martedì o mercoledì, ma se l’impegno che assume Giacobazzi a venire da noi è un impegno serio e dal suo punto di vista conclusivo del confronto con noi, è meglio, molto meglio, che questa riunione non si tenga e sia rinviata. Io ci ho tenuto a dire queste cose perché oggi sono verbalizzate e attengono ovviamente ai diritti del Consigliere Comunale di avere compiuta ed esaustiva conoscenza e visione degli atti che si vanno ad approvare, tanto più quando stiamo parlando di uno strumento urbanistico del Piano Regolatore Generale. Credo, tra l’altro, che questa posizione sia mia ma sia condivisa largamente da ogni settore del Consiglio comunale, cioè se intendiamo l’incontro con Giacobazzi come un momento in cui Giacobazzi ci spiega il lavoro fatto, che poi noi andiamo a verificare per un successivo confronto con il Consiglio istruito e consapevole, l’incontro con Giacobazzi dal mio punto di vista è utile e proficuo; se così non è, io ritengo che nei tempi che lei ci ha prospettato non si possa tenere. Posso comprendere che l’Ingegnere Giacobazzi vada in ferie. Ma l’Ingegnere Giacobazzi ha preso miliardi di vecchie lire per fare lo strumento urbanistico e noi dobbiamo svolgere il nostro mandato con scienza, coscienza e competenza e non ritengo che possiamo rinunziarci. Le pongo questa questione e chiedo che venga affrontata e se è il caso anche votando un ordine del giorno, o sospendendo brevemente la seduta per tenere una volante Conferenza dei capigruppo, ma ritengo che questa sia la sede in cui la questione vada affrontata.

Tra l’altro anche proceduralmente noi dobbiamo operare un rinvio di questa seduta, quando sarà, a martedì, con quel tipo di ordine del giorno. Allora è il caso probabilmente di affrontare preliminarmente il taglio da dare alla seduta di martedì e non in coda alla seduta di oggi, cioè alla fine di quelli che riterremo essere i nostri lavori odierni. L’altro punto che intendo sollevare, e questo ha proprio il profilo di una comunicazione, è la lettera che l’imprenditore Burgio, amministratore unico della OPAF, l’imprenditore di riferimento in relazione alla vicenda della variante Moses, ha oggi inviato a una serie di autorità e inviato, signor Presidente, anche alla sua attenzione. A me appare corretto che di questa nota il Consiglio comunale abbia contezza anche perché non vi può essere un dibattito politico a due livelli nella città di Agrigento, cioè una discussione sui fatti che attengono al Consiglio comunale, che si svolge fuori dal Consiglio comunale e di cui il Consiglio comunale non ritiene di avere contezza e di essere partecipe. Sarebbe, a mio modo di vedere, una ferita grave, un vero e proprio vulnus alla dignità, alla funzionalità di questo Consiglio comunale. Non si può parlare del Consiglio comunale di Agrigento senza che il Consiglio comunale non ne sia partecipe, a meno di non ritenere di delegare il nostro ruolo, la nostra rappresentanza democratica votata dai cittadini a soggetti altri e terzi. Io ritengo che della lettera di Burgio debba essere data lettura al Consiglio comunale e che sia opportuno che su questa lettera e sulla polemica politica che si è aperta attorno alla lettera di prima, alle polemiche di stampa, eccetera, eccetera, il Consiglio comunale abbia modo non dico di rispondere ma di confrontarsi. Le posizioni politiche debbono emergere con assoluta chiarezza. Io ho assistito a un dibattito in Consiglio comunale, vi ho partecipato, sono emerse posizioni anche da chi la pensava diversamente da me, alle quali ho riconosciuto dignità politica e tono e livello civile, mi riferisco alle posizioni espresse ad esempio dal Consigliere Lauricella e lo stesso grado di tenuta democratica e di dignità civile non ho potuto riscontrare nelle posizioni espresse dal suo partito di riferimento e dai segretari di quel partito di riferimento, Messana e Vivacqua. Io ritengo che il Consiglio comunale

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in una città sia la sede di rappresentanza della democrazia e per il mio modo di vedere poi rappresento una parte e posso anche non vedere maggioritarie le mie posizioni, ma per il mio modo di vedere le accuse rivolte al Consiglio comunale di Agrigento, da quegli esponenti politici, devono trovare un momento di confronto all’interno del Consiglio comunale, anche invitando i politici Vivacqua e Messana a venire ad esprimere in Consiglio comunale quello che hanno espresso attraverso la loro lettera pubblica con cui chiedevano lo scioglimento di questo Consiglio comunale. L’opinione che io ho sull’Amministrazione Piazza è assolutamente nota e non la ripeto anche per ragioni di brevità e ritengo che sia utile un accesso ma per le ragioni opposte a quelle manifestate dai politici Messana e Vivacqua. Io non voglio fare ragionamenti strumentali, perché a me verrebbe facile provocare la reazione del Consigliere Lauricella o degli altri consiglieri che hanno assunto posizioni assieme al Consigliere Lauricella per invitarli, sollecitarli, sfidarli a dire cosa ne pensano di quello che hanno scritto Messana e Vivacqua, mettere in rilievo la differenza tra il documento Hamel, Lauricella, Licata e quello Messana e Vivacqua, che parlano linguaggi ed esprimono valutazioni diametralmente opposte. Ma io ritengo di volere operare per una logica di crescita democratica di questa città. Per cui non è la mia una iniziativa strumentale per mettere in difficoltà gli uni e gli altri e fare esplodere contraddizioni. È realmente una necessità di riportare il dibattito su tematiche di questo rilievo all’interno della sede più opportuna. Noi non siamo una accolita o una associazione di usurai, che hanno fatto una operazione economica molto conveniente con Burgio, Moses, Pecorelli, Micciché o quant’altri, per cui fatta l’operazione da banda di usurai, conviene andare sott’acqua, nascondersi, lasciare che la situazione si calmi. Noi siamo un corpo politico amministrativo che ha assunto con grande sofferenza e dopo un dibattito che si è trascinato dieci mesi una decisione, che riteniamo sia una decisione nell’interesse della città di Agrigento, nella diversità di posizioni, cioè riteniamo che sia nell’interesse della città di Agrigento. E quindi quando su quella decisione vengono espresse valutazioni di quel tipo, quelle valutazioni non possono essere acqua fresca che passa sul Consiglio comunale. Bene ha fatto l’imprenditore Burgio con la sua autorevolezza, perché io qui lo voglio dire. Se c’è qualcuno che può dare lezioni di antimafia e di trasparenza è Burgio che costringe sua moglie e i figli a vivere costantemente in compagnia degli agenti di Polizia, a muoversi costantemente con l’autoblindata, perché ha avuto la poco apprezzata idea di farsi imbottire di cimici per incastrare alcuni dei vertici di Cosa Nostra di questa Provincia. Allora, francamente, da cittadino io condivido il coraggio di Burgio sia nel momento in cui ha imbottito di cimici, tre anni addietro, fatto arrestare un bel po’ di gente della Cupola di Cosa Nostra in questa provincia, sia quando ha denunziato i tentativi di estorsione subiti da Scifo, sia quando oggi scrive al Procuratore Grasso, al Prefetto, al Questore di Agrigento, al Presidente di questo Consiglio comunale e quindi a noi, operando la sua ricostruzione dei fatti e chiedendo che si faccia chiarezza su alcune delle affermazioni che sono contenute nella nota degli esponenti politici diessini Vivacqua e Messana. Io apprezzo che Burgio accolga in pieno la provocazione lanciata da quella nota e metta nero su bianco quali sono i partners economici di questa intrapresa della variante Moses, chi sono gli istituti di credito che finanziano e perché finanziano; chi sono gli imprenditori che andranno a realizzare e a costruire, chi sono i gruppi di riferimento. Sono cose che non credo ci possano passare di sopra, per cui, Presidente, io ritengo che di questa lettera debba essere data lettura al Consiglio comunale e debba essere stabilito un momento, io ovviamente non voglio forzare nessun passaggio di carattere procedurale, nel quale su questa lettera e su quella dei D.S. si possa aprire il dibattito. Ovviamente non ho nulla in contrario che si legga, se lo si ritenga, anche la nota dei D.S.. Vi è una semplice differenza, non

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sostanziale, che Burgio scrive a questo Consiglio comunale, quindi chiedendo che la sua posizione sia esplicitata ai consiglieri comunali e i D.S. non ci hanno fatto tanto onore, hanno soltanto diffusa la loro nota alla stampa. Se lei mi autorizza, Presidente, io procedo a questa lettura. La lettera dell’imprenditore Burgio è datata Porto Empedocle 14/07/2005, è indirizzata al Procuratore Capo di Palermo Pietro Grasso, al Procuratore Capo di Agrigento, al Prefetto, al Questore, al Colonnello della Guardia di Finanza Conti, al Colonnello dei Carabinieri Edera, al Presidente del Consiglio comunale e agli organi di stampa. Nell’oggetto si legge: ”Approvazione variante Moses da parte del Consiglio comunale di Agrigento, tentativi estorsivi ed ostruzionistici, recentissime gravi e calunniose accuse nei confronti dello scrivente da parte di soggetti politici. Il sottoscritto Giuseppe Burgio è noto all’autorità in indirizzo per avere posto in essere una riconoscibile riconosciuta attività di denunzia nelle sedi giudiziarie in ordine alla presenza e al controllo, ma anche e soprattutto mediante le estorsioni da parte di Cosa Nostra delle attività economiche della Provincia di Agrigento. Per questa scelta di impegno civile il sottoscritto Burgio è da quasi tre anni, unitamente alla propria famiglia, sottoposto a rigide misure di protezione. Anche il sistema informativo nazionale, da ultimo la apprezzata trasmissione Ballarò, ha indicato nella scelta del sottoscritto un esempio da seguire per contribuire a liberare la Sicilia dall’oppressione mafiosa. Il sottoscritto Burgio, come è del pari noto, da circa un anno è impegnato in una assai rilevante intrapresa economica, la creazione di un grande e moderno centro commerciale in Agrigento.

Questa iniziativa è entrata in rotta di collisione con i progetti e i disegni di un altro gruppo imprenditoriale, il cui maggiore e più visibile esponente è stato tratto in arresto dalla DDA di Palermo nell’ambito dell’inchiesta Alta Mafia nel marzo 2004, con l’accusa di corruzione aggravata da mafia. Questo esponente imprenditoriale, oltre ad appartenere a una potente cordata politica, è ritenuto dalla Procura di Palermo socio del locale vertice di Cosa Nostra di Agrigento. L’iter procedurale del centro commerciale Moses, facente capo al sottoscritto Burgio, ha subito all’interno del Comune di Agrigento una chiara, palese, evidente attività ostruzionistica. La relativa delibera della variante Moses, benché approvata e ritenuta legittima dai massimi organi regionali e malgrado fosse coerente e in linea con il nuovo P.R.G.

del Comune di Agrigento, è rimasta inevasa, subendo continui rinvii con motivazioni pretestuose per oltre dieci mesi, dal settembre 2004 al luglio 2005. Tutto ciò ha gravemente messo in difficoltà e stava pregiudicando definitivamente i rapporti contrattuali con gli investitori nazionali ed esteri interessati a questa intrapresa economica. Il motivo dell’ostruzionismo è stato del tutto evidente. Il gruppo imprenditoriale concorrente si è mosso con oltre 30 atti di denunzia e diffida inviati ai consiglieri comunali, si è avvalso delle attività di un giornale locale, nato in coincidenza con questi fatti, che ha svolto un ruolo aggressivo e di intimidazione, colpendo gli esponenti politici, ritenuti di ostacolo ai loro disegni e lanciando palate di fango nei confronti di questo progetto. E ancora, per il medesimo fine, il gruppo concorrente ha utilizzato spazi televisivi e altre pubblicazioni, sempre con il medesimo taglio: colpire Moses. In questo quadro il sottoscritto Burgio riceveva dal gruppo imprenditoriale concorrente una richiesta di cui percepiva il palese contenuto estorsivo, che il sottoscritto, coerentemente con i propri principi, denunziava all’autorità giudiziaria. Richiesta consistente nel pagamento di qualche milione di euro per porre fine alle aggressioni e agli ostruzionismi variamente pilotati. Giovedì, ultimo scorso, il Consiglio comunale ha finalmente esitato la variante, con un iter di votazione che non commento e lascio alla vostra valutazione. Prima è stato votato un motivato documento che bocciava la variante e dichiarava il Comune di Agrigento contrario a qualsivoglia di realizzazione di centri commerciali sul territorio comunale.

Questa posizione di bocciatura della variante veniva respinta con 7 voti favorevoli, 4

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astenuti e 11 contrari. Pochi minuti dopo si votava la sola delibera della variante e la votazione terminava con 13 favorevoli e 12 contrari. Alcuni di coloro che pochi istanti prima si erano manifestati favorevoli ai centri commerciali, ora del tutto immotivatamente si dichiaravano contrari solo e soltanto al centro Moses. Non può sfuggire la coincidenza tra le posizioni di costoro e i desideri e i voleri manifestati dal gruppo imprenditoriale concorrente e dal suo giornale di riferimento. Ma ciò che spinge il sottoscritto Burgio a inviare la presente nota e ad assumere questa pubblica posizione è la ulteriore e calunniosa aggressione sulla quale si chiede all’autorità in indirizzo che si faccia chiarezza. Aggressione posta in essere con una lunga nota a firma dei segretari dei D.S. Messana e Vivacqua. Innanzitutto nella nota si definiscono oscuri gli interessi imprenditoriali ed economici rappresentati ed aggregati dal sottoscritto Burgio. E si afferma la scarsa trasparenza dei capitali. In più occasioni ho pubblicamente indicato sia i soggetti imprenditoriali interessati sia i partners finanziari dell’investimento, anche con conferenze stampa. Ritengo in questa sede ribadire e rendere ancora una volta trasparenti questi profili. I partners finanziari sono il gruppo Capitalia composto dal Banco di Sicilia, Banco di Roma, Medio Credito per la prima fase, un fondo di investimento francese di primaria importanza internazionale per la copertura integrale dell’operazione. Mentre i partners soci, oltre al sottoscritto Burgio, sono la famiglia Ruggeri, titolare della Italcantieri Spa, impresa leader nell’edilizia civile da decenni. La originaria proprietà fondiaria, rappresentata dalla signora Vincenza Pecorelli è estranea al progetto imprenditoriale, avendo ceduto i terreni ai partners in precedenza indicati.

L’investimento previsto è quantificabile in 55 milioni di euro circa, finalizzato alla realizzazione di una struttura commerciale su due livelli, che darà occupazione a circa 600 addetti, con oltre 200 maestranze impegnate nella fase di realizzazione. Le insegne commerciali presenti all’interno del centro saranno quanto di meglio offre il panorama distributivo internazionale e contribuiranno a promuovere la città di Agrigento quale centro di attrazione di investitori istituzionali, fino adesso rimasti ai margini, spaventati dalla farraginosità burocratica che rende incerta la collocazione temporale degli investimenti. La lettera dei due esponenti politici accusa tra l’altro di disparità di trattamento, disparità che avrebbe favorito il progetto Moses a scapito di altri. Ritengo utile che le autorità in indirizzo, in primo luogo quelle giudiziarie, facciano chiarezza anche sul punto, operando le opportune verifiche. E ciò anche in considerazione del fatto che il sottoscritto e il suo gruppo imprenditoriale viene assurdamente accusato di avere asservito e condizionato il Consiglio comunale di Agrigento a proprie logiche affaristiche. Il sottoscritto Burgio invia la presente, anche perché la lettera dei due esponenti politici Vivacqua e Messana, gravida di contraddizioni, prospetta ulteriori iniziative in danno al nostro progetto imprenditoriale, con un evidente e ingiustificato e apparentemente immotivato accanimento. Non sfugge infatti, come il medesimo partito dei segretari Messana e Vivacqua abbia votato e avallato in tempi recentissimi, in comuni che amministra come Favara, analoghe e ben meno trasparenti varianti da terreno agricolo a centri commerciali, senza che i due esponenti politici e il loro partito avessero nulla da dire.

In quel caso non vi erano né interessi di piccoli commercianti né di consumatori né effetti sull’economia da considerare, come oggi i medesimi esponenti sostengono per aggredirci ed invero i consiglieri di riferimento di questo partito in Consiglio comunale ad Agrigento si sono limitati ad esprimersi a favore dei centri commerciali e contro il solo centro Moses. Come se non bastasse il centro commerciale di Castrofilippo è coinvolto in alcuni passaggi della vicenda Alta Mafia, ma in quest’ultimo caso non si è chiesto accesso antimafia in quel Comune come si propone adesso ad Agrigento, solo perché il gruppo imprenditoriale, a noi concorrente e i suoi supporter politici hanno perso la partita. Conclusivamente non si

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possono fare a meno di evidenziare per la loro incoerenza i passaggi del documento dei segretari Vivacqua e Messana, ove si sostiene che il nostro progetto doveva rimanere bloccato sin dopo l’approvazione del nuovo P.R.G., cioè per un paio d’anni, in modo del tutto funzionale agli interessi dei gruppi imprenditoriali dei centri commerciali concorrenti, dei quali nessuno si è mai premurato di chiedere che venissero indicati finanziatori e partiners, sempre che ci fossero. Giuseppe Burgio”.

Io, Presidente, ho concluso questa lettura, ritengo che, come ho già detto e non mi dilungo su questi fatti, sia utile che si apra un dibattito. È una richiesta che formalmente pongo e ritengo che debba essere valutata e inserita all'ordine del giorno nel momento che riterremo più opportuno ma che ovviamente dovrà essere un momento… (voce fuori microfono) La lettera di Messana si può anche leggere, se vogliamo leggerla ora.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Consigliere Lauricella prego.

CONSIGLIERE LAURICELLA – Presidente, colleghi Consiglieri, la posizione del gruppo consiliare è a voi tutti nota. Abbiamo fatto una interrogazione, abbiamo fatto un documento e alla fine per motivare il voto contrario alla variante Moses, abbiamo fatto un documento abbastanza corposo con cui abbiamo motivato il nostro voto contrario. Per quanto riguarda l’intervento del segretario dei D.S. Emilio Messana e della sezione centro Giandomenico Vivacqua, io mi limiterò stasera a leggere soltanto la lettera. Eventualmente si potrebbe fare una iniziativa pubblica e quindi non ci sono difficoltà a che gli esponenti del mio partito, a cominciare dal segretario cittadino, dal segretario provinciale, non solo loro, ma anche deputati regionali e nazionali, credo che non avrebbero difficoltà a intervenire su questa materia. Io vi leggo la lettera del segretario provinciale dei D.S. Emilio Messana e del segretario cittadino Giandomenico Vivacqua. “Dichiarazione sulla variante Moses. Il Consiglio comunale di Agrigento ha scritto una delle pagine più squalificanti della propria storia politica. L’approvazione della variante urbanistica Moses al vecchio P.R.G., nelle more dell’approvazione del nuovo P.R.G. con 13 voti favorevoli e 12 contrari certifica l’abdicazione della politica al cospetto di interessi imprenditoriali ed economici tuttora oscuri. Sono rimasti sul tappeto inevasi i dubbi circa la legittimità del procedimento amministrativo, agli atti risulta un parere negativo alla variante e uno positivo. Circa l’opportunità ad approvare una variante di così largo impatto urbanistico economico e sociale che ipoteca il P.R.G. in corso di approvazione circa la trasparenza dei capitali che dovrebbero presiedere all’investimento. Pesanti denunce, consegnate anche alla commissione nazionale antimafia sulla quale indaga la Procura della Repubblica circa la disparità di trattamento nei confronti dell’iniziativa concorrente di Villaseta e che hanno portato la Guardia di Finanza ad acquisire gli atti relativi, non hanno meritato considerazione alcuna. I partiti della Casa della Libertà si sono spaccati, alcuni consiglieri dell’UDC, di Forza Italia, di AN a favore, altri contro. L’Ulivo ha votato compatto contro, il consigliere dell’UDEUR a favore, così come i consiglieri del nuovo Partito Socialista Italiano. Il Presidente del Consiglio Giovanni Di Maida, dopo avere diretto la seduta, al momento del voto è scomparso. Il Consigliere Arnone ha finalmente gettato la maschera, ponendo fine a una pantomima che lo ha visto protagonista a parole della battaglia contro i grandi centri commerciali, fiero assertore della legalità, contro l’iniziativa concorrente della Moses, indefesso sostenitore dell’obbligo del Consiglio comunale di votare la proposta di variante piuttosto che soprassedere in attesa del nuovo Piano Regolatore Generale e dei chiarimenti sulla legittimità e liceità della proposta medesima. Ebbene, nella seduta conclusiva il Consigliere Arnone ha svelato l’impostura. Dapprima ha chiesto di essere autorizzato a votare per ultimo, quasi a volersi rendere determinante, rilasciando una dichiarazione di voto contraria ai centri commerciali. Nel corso della votazione, però, è uscito dall’aula facendo mancare il

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suo voto che se conforme alla precedente dichiarazione, avrebbe comportato la bocciatura della proposta. Dunque in questi mesi Arnone a parole era contrario ma nei fatti è stato ora ed è favorevole a quel particolare insediamento commerciale che senza la sua volontà di assenza non sarebbe stato approvato. La gravità dell’affare Moses non sarà archiviata come uno dei tanti atti da consegnare alla storia, esso rivela l’asservimento e il condizionamento che all’interno i partiti della Casa delle Libertà subiscono da lobby politico affaristiche che oggi convergono sulla grande distribuzione commerciale per locupletare i loro guadagni. Sancisce l’inadeguatezza del Presidente del Consiglio, il quale senza informare i propri colleghi abbandona l’aula pur di non partecipare al voto, tradendo l’importanza e la dignità del ruolo che riveste come se la questione non lo riguardasse. Chiarisce perché ancora nutriva residui dubbi l’esatta collocazione del consigliere Peppe Arnone distante dagli interessi del centro commerciale di Villaseta, ma distratto tanto da dimenticare di prestare fede alla sua dichiarazione di voto contrario su quelli del centro commerciale di Villaggio Mosè. Il quadro è così chiaro. Non sono i partiti con i loro rappresentanti eletti in Consiglio a decidere, contemperando gli interessi di tutti sullo sviluppo e sul futuro della città, ma gruppi di potere organizzati che prevalgono l’uno sull’altro imponendo tempi e modalità delle scelte. Se così non fosse, i partiti che amministrano UDC, Forza Italia, AN, avrebbero dovuto governare una questione che ha determinanti e rilevanti effetti sull’economia cittadina, sui piccoli commercianti, sui consumatori, sulla libertà di impresa, maturando ed esprimendo ciascuno una univoca posizione, favorevole o contraria che fosse in base a una consapevole valutazione degli interessi della comunità agrigentina. Invece la maggioranza si è liquefatta, andando in ordine sparso, dimostrando in tal modo incapacità e inadeguatezza rispetto alla necessità di dirigere i processi economici e sociali di Agrigento. Vi è stato uno scontro tra due gruppi imprenditoriali concorrenti, i partiti della Casa della Libertà, che hanno la responsabilità di amministrare la città, non lo hanno governato, anteponendo gli interessi della comunità ma hanno lasciato che ciascun gruppo agisse libero nel Consiglio comunale, finendo con l’orientare e determinare gli equilibri. Alla fine ha vinto quello che ha raccolto più consiglieri nel modo trasversale che abbiamo visto, travolgendo quanti come i consiglieri dell’Ulivo Licata, Hamel e Lauricella si erano sforzati di rappresentare una politica alta che non guardasse agli interessi dei gruppi concorrenti, bensì alle reali esigenze della comunità agrigentina. I cittadini sanno allora perché il Consiglio comunale è riuscito a trovare i numeri per approvare una variante urbanistica che trasforma un’area destinata a verde agricolo, in parole semplici un orto la cui proprietà è riconducibile a familiari di un noto ex imprenditore agrigentino già condannato in primo grado per associazione di stampo mafioso e attuale padrone della principale emittente televisiva della Provincia in una miniera d’oro (cioè la trasformazione di terreno agricolo in miniera d’oro), mentre si smarrisce quando si tratta di individuare e assegnare le aree alle cooperative edilizie. Verrebbe da pensare, sulla scorta dell’esperienza Moses, che possa esservi qualche gruppo imprenditoriale che ha interesse a che l’edilizia sociale non si sviluppi per continuare a locupletare sul mercato del mattone e della casa. I Democratici di Sinistra chiedono le dimissioni del Consiglio comunale, occupato da una maggioranza politica incapace di governare e di tutelare serenamente gli interessi degli agrigentini e del suo Presidente, innanzitutto. Di fronte alla evidente forzatura della libertà di autodeterminazione del Consiglio comunale di Agrigento ribadiscono la necessità che le autorità competenti dispongano l’accesso agli atti del Comune di Agrigento per scongiurare il rischio dell’esistenza di condizionamenti mafiosi. 9 luglio 2005, firmato Emilio Messana, segretario provinciale dei Democratici di Sinistra, Giandomenico Vivacqua, segretario della sezione centro”. Io mi scuso se qualche

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cosa ho metto male, ma è perché la scrittura è piccola e quindi non è facilmente leggibile. Vi ringrazio.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Semplicemente per fatto personale sarò brevissimo. Io la scorsa volta, quando si è trattata questa delibera, poi mi sono allontanato dall’aula perché stavo male, quindi smentisco assolutamente quanto affermato dal segretario Messana che me ne sono andato abbandonando l’aula, senza preventivamente avvisare nessuno. Ho preventivamente avvisato il mio Vice Presidente vicario Luigi Cacciatore, per cui se poi sentirsi male significa essere inadeguati e uno si deve dimettere sol perché si sente male mi pare discorso di lana caprina.

C’era il Consigliere Arnone pure per fatto personale. (voci fuori microfono) Il Consigliere Arnone ha dato lettura di una nota, che è indirizzata al Presidente del Consiglio comunale e quindi al Consiglio comunale. Poi abbiamo dato lettura della nota del Consigliere Lauricella, siccome nella nota dei D.S. sono stato citato e sono state dette delle cose false, mi pare il minimo da parte mia replicare per fatto personale. Il Consigliere Arnone adesso ha chiesto di replicare per fatto personale.

Chiuso l’intervento del Consigliere Arnone, se ci sono altri che vogliono intervenire, poi possono intervenire sulla comunicazione, diversamente possiamo anche chiudere il dibattito. Prego consigliere Arnone.

CONSIGLIERE ARNONE – Io vorrei tranquillizzare il Consigliere Vaianella. Da parte mia c’è la massima disponibilità ad aprire il dibattito ora o dopo. La cosa sulla quale non vi è disponibilità, ovviamente, è sentirmi dire che sono un impostore o che ho posto fine a una pantomima o ho gettato la maschera senza potere replicare. Mi pare il minimo, Consigliere Vaianella, e conoscendo la sua sensibilità sono certo che lei ora è d’accordo con me, che io debba potere replicare ad accuse di questo tenore che mi vengono mosse. (voce fuori microfono) Consigliere Lauricella, lo faremo, ma io voglio che anche lei apprezzi la mia estrema linearità e correttezza. Io ben sapevo che nella lettera che lei leggeva, che era una lettera che lei ha letto per una iniziativa sua, che il Consiglio comunale ha ritenuto di accogliere, perché non era inviata al Consiglio comunale. Lei non ha letto una lettera, ha letto una dichiarazione di due esponenti politici. (voce fuori microfono) Consigliere Indelicato, se qualcuno fosse venuto qui a dire: “Indelicato è un impostore e fa impostura, Indelicato ha gettato la maschera”, io mi sarei fatto il sangue, come ho fatto in altre occasioni, per consentire a Indelicato di replicare per fatto personale. Io qua dentro talvolta ho litigato non per avere la parola io, ma perché fosse data la parola a Vaianella, perché fosse data la parola a Calabrese. In questo caso si è letta una lettera che fa parte del dibattito politico cittadino e provinciale, nella quale erano contenute una serie di valutazioni da querela nei miei confronti. Io, Consigliere Lauricella, non ho nulla nei confronti della sua persona. Prendo atto che lei qui è stato solo un nuncius, ma lei non mi può impedire una brevissima replica. Io sono dell’idea, lo auspico, anzi faccio appello all’emittente TVA che ha diffuso una lunga intervista dell’Avvocato Giandomenico Vivacqua, segretario dei D.S., di organizzare un bel dibattito tra me e Vivacqua su questi temi. Sicuro che Vivacqua avrà lo spessore politico, ha lo spessore politico e la sensibilità democratica di accettare un confronto civile in questi termini, lancio questa proposta. Detto questo, in non più di tre minuti, io intendo, come prevede il regolamento, per fatto personale replicare ad accuse gravissime che mi vengono rivolte nella lettera che lei ha letto. Le manifesto, Consigliere Lauricella, il massimo di apprezzamento per la sua persona, anzi le do atto che quelle posizioni che lei ha letto non sono le sue posizioni politiche e personali, sono di altri due soggetti. Detto questo, però, qua dentro sono state portate e mi pare doveroso, come ha replicato il Presidente, alla parte della lettera rivolta nei suoi confronti, che io possa operare la mia replica. Io intendo ribadire di

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essermi mosso con il massimo di correttezza e non posso che denunziare i ragionamenti singolari contenuti in questa lettera di Vivacqua e Messana e mediante questi ragionamenti singolari si propongono insulti nei confronti della mia persona. Io sono francamente stranito e sconcertato come due esponenti che sono due anche due colleghi avvocati, Vivacqua e Messana, possano scrivere che si poteva soprassedere ad esaminare una delibera in attesa del nuovo Piano Regolatore Generale. Qua significa proprio ignorare l’ABC del diritto, ignorare le norme di legge che impongono che una proposta inoltrata dal responsabile del procedimento al Consiglio comunale deve essere esitata negativamente o positivamente entro il termine di 10 giorni. La legge non prevede, non ammette, è reato di omissioni in atti d’ufficio ritenere di non esaminare una delibera perché si vuole aspettare il Piano Regolatore Generale. Quindi, da questo punto di vista il comportamento del sottoscritto, del Consigliere Arnone che si è battuto perché la delibera della variante Moses venisse trattata, votava ed esitata all’interno di questo Consiglio comunale è un comportamento estremamente corretto, doveroso e trasparente. Poi mi si accusa di avere rilasciato una dichiarazione contraria ai grandi centri commerciali e di non avere partecipato alla votazione. Anche questo è assolutamente falso. Io ho posto in votazione l’emendamento che prevedeva la bocciatura della delibera della variante Moses. Era l’unica procedura legittima che questo Consiglio comunale poteva adottare per bocciare la variante. Io alle cose che faccio ci credo. Mi muovo in un microcosmo, il Consiglio comunale di Agrigento. Secondo alcuni mi dovrei muovere in logiche più elevate. Mi muovo qui, però alle cose che faccio qui io ci credo. Quando noi abbiamo investito l’Ufficio Legale del Comune di approfondire la questione e l’Ufficio Legale ci ha consegnato un parere, per me non era giocare.

Quando l’Ufficio Legale ci ha consegnato il parere e ci ha detto: voi potete bocciare la variante Moses, lo potete fare solo e soltanto con una motivazione rafforzata che ribalti l’esito della conferenza dei servizi come argomentazione politico – amministrativa, non come risultato numerico della partita sì e no. L’unica votazione legittima per bocciare la delibera è stata quella sul mio documento e io voglio anche farvi notare, colleghi Consiglieri, e voglio farlo notare all’opinione pubblica per mettere a nudo le strumentalità di questi attacchi, come io mi sia mosso per aggregare sul mio documento tutte le posizioni politiche aggregabili e il mio documento è stato emendato dal Consigliere Vaianella, che qua dentro rappresenta posizioni che sono sempre state agli antipodi rispetto a quelle da me rappresentate, nonché dal Consigliere Marchetta, per cui il documento per bocciare Moses è diventato un documento Arnone, Vaianella, Marchetta, addirittura con la benedizione del Consigliere Burgio che ha ritenuto di pubblicamente associarsi al documento. Il Consigliere Burgio rappresenta normalmente posizioni che non sono collimanti con le mie. Questa è stata la linearità di una posizione che voleva la bocciatura della variante su un terreno politico chiaro, cioè la contrarietà ai grandi centri commerciali da allocarsi nel territorio comunale di Agrigento. Infatti quel documento diceva:

“Bocciamo Moses, azzeriamo tutte le procedure dei grandi centri commerciali, affrontiamo con la Provincia, la Camera di Commercio, la rivisitazione degli altri grandi centri commerciali nei comuni contermini, Favara, Castrofilippo, Porto Empedocle, una posizione politica assolutamente lineare”. Chi voleva bocciare Moses, compiendo un atto legittimo e non una prevaricazione, doveva votare quel documento e se l’avessero votato tutti quelli che poi hanno votato contro Moses, il mio documento sarebbe passato, avrebbe resistito al TAR, la storia sarebbe andata diversa. Per quanto mi riguarda io non ero assolutamente disponibile né posso esserlo ovviamente oggi ad associare il mio voto a posizioni politiche che non sono chiare. È come se si dice: “Non facciamo la centrale nucleare a Viterbo perché la vogliamo fare a Grosseto”. Io non mi associo, io non voglio fare la centrale nucleare

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né a Grosseto né a Viterbo e se lo scontro è tra Grosseto e Viterbo, non vi prendo parte e mi tiro indietro, come ho fatto. Poi il caso ha voluto che la mia uscita dall'aula fosse determinante per l’esito del voto, ma probabilmente, colleghi Consiglieri, la mia uscita è stata provvidenziale per evitare conseguenze molto negative per il Comune di Agrigento in ordine a una bocciatura che sarebbe stata palesemente immotivata dopo un iter istruttorio che ha acquisito la necessità di motivare le bocciature. Tutto questo mi dispiace che colleghi come Vivacqua e Messana, colleghi nella professione, non lo tengano in nessuna considerazione per potere promuovere violenti attacchi. È vero che vi è stato uno scontro tra gruppi imprenditoriali, e vi è uno scontro tra gruppi imprenditoriali, ma ad una persona come me non può sfuggire che lo scontro si è nutrito per dieci mesi con un aggredito e un aggressore. Non vi sono stati due gruppi imprenditoriali che si sono mossi con correttezza in una competizione imprenditoriale corretta. Vi è stato un aggressore e un aggredito. Uno che ha posto in essere qualsivoglia attività di carattere illecito, persino la tentata estorsione denunziata da Burgio alla Squadra Mobile di Agrigento, gli atti di diffida, le intimidazioni sul giornalino che ben conosciamo, inviato a tonnellate anche in questo Consiglio comunale e tutto quello che qua attorno si è mosso. In questo quadro io non sono un soggetto che può muoversi facendo finta di niente, cioè non comprendendo che una posizione in una direzione o in un’altra viene ad essere strumentalizzata. A me apparteneva la posizione di contrasto alla variante Moses in nome della contrarietà alla allocazione di tutti i grandi centri commerciali in questo territorio. Per quanto riguarda il resto non mi apparteneva perché io le carte le ho conosciute, le ho lette, le ho rilette, le ho meditate, non credo che in quelle carte ci sia nulla che nessuno possa verificare con un accesso ispettivo, a meno di utilizzare parole perse. Molto c’è al contrario da verificare con un accesso ispettivo sugli affari di Scifo, di Sogeme, di Imedil, di Alta Mafia all’interno di questo Comune e le convivenze e le coperture cui gode. Basti pensare alle interrogazioni mie che da oltre un anno non ottengono risposta. Qui vi è un’ultima strumentalità che io rilevo nel documento Messana – Vivacqua, la disparità di trattamento tra la variante Moses e gli affari di Scifo. Vi è disparità di trattamento in effetti all’interno di questo Comune, ma esattamente opposta a quella di cui parlano Vivacqua e Messana, evidentemente male informati da Scifo e a digiuno di ogni fatto che qui dentro si è svolto. Moses ha atteso due anni per concludere una procedura che doveva concludersi due anni addietro, Scifo ha ancora atti illegali che il Sindaco si rifiuta di verificare assieme alla dirigenza, malgrado gli atti ispettivi che sono stati presentati.

Io concludo, Presidente, con un’ultima annotazione, sempre sulla strumentalità dell’attacco. Noi abbiamo anticipato semplicemente le prescrizioni esecutive dello strumento urbanistico. Qui noi non abbiamo con la variante operato su un terreno agricolo, un orto, trasformandolo in terreno edificabile. Quella destinazione, come risulta dagli atti, gli è stata data nel ‘99, nel silenzio di tutti, da agricolo ad edificabile, e noi l’abbiamo trovata. E qui si chiedeva di ostacolare, da parte di Scifo e chi l’ha sponsorizzato, e si chiede in controluce nella nota Vivacqua – Messana, che sembra essere a nozze con la posizione di Scifo, si chiede di porre in essere atti di dilazione per fare perdere i contratti cui accennava Burgio nella sua nota. Io ritengo che al Consiglio comunale la guerra tra imprenditori non possa interessare come una contesa nella quale prendere parte attiva. Noi dobbiamo dare regole e adottare decisioni che siano comprensibili, motivate e trasparenti, soprattutto quando vi sono scontri di questo tipo. Ed è questo il comportamento che io ho tenuto e che, seppure con sofferenza, orgogliosamente, concludendo questo intervento per fatto personale, rivendico.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Chiede di intervenire il Consigliere Tedesco.

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CONSIGLIERE TEDESCO – Grazie signor Presidente. Quello che leggerò adesso è un documento che era già pronto da due giorni, per questioni organizzative non siamo riusciti a presentarlo prima, ed è un documento di risposta alla lettera firmata Messana - Vivacqua, firmata dal sottoscritto, dal Consigliere Putrone, dal Consigliere Mandracchia, dal Consigliere Alfano, dal Consigliere Vetro, dal Consigliere Capraro, dal Consigliere Tortorici, dal Consigliere Indelicato, dal Consigliere Galvano, dal Consigliere Rizzopinna, dal Consigliere Salsedo e credo anche dal Consigliere Gramaglia. “Oggetto: variante Moses, intervento D.S., Agrigento. Leggiamo con sconcerto la nota in oggetto, firmata dai dirigenti D.S. Messana e Vivacqua, ancora una volta ispirati dalla cultura comunista che li anima, i firmatari hanno cercato di stravolgere la realtà, creando confusione e dando una lettura traviata e scientemente falsa a una vicenda che di oscuro presenta proprio l’atteggiamento schizofrenico dei D.S. sulla problematica generale dei centri commerciali. Nel concreto i firmatari si erano già fatti promotori di una iniziativa tendente ad ostacolare la discussione di tale variante, comunicando, tramite loro rappresentante al Consiglio comunale, interrogazioni al Parlamento regionale e al Senato, con l’obiettivo evidente di scoraggiare anche la sola trattazione della variante Moses e presumibilmente recependo le diffide e perplessità manifestate dal gruppo concorrente circa “presunte” disparità di trattamento nei confronti dell’iniziativa concorrente di Villaseta, di cui peraltro il Consiglio non è mai stato investito, essendo le pratiche del centro commerciale di Villaseta tuttora in corso di istruttoria da parte dei preposti uffici. In tali interrogazioni, in buona sostanza, riprendono anche le tesi del gruppo concorrente a Moses, evidenziando che i capitali utilizzati per i centri commerciali sarebbero di occulta provenienza e altre fantasiose demagogiche tesi, tendenti comunque a far respingere la delibera di variante Moses. Appare quantomeno strano, però, il fatto che parallelamente a questa iniziativa le Amministrazioni di sinistra di Favara e Racalmuto negli stessi giorni autorizzavano la costruzione di centri commerciali nel proprio territorio. La domanda sorge spontanea: i capitali di Favara e Castrofilippo hanno la certificazione antimafia e quelli di Agrigento no?. E ancora: sono i D.S. a dover sancire la legittimità delle iniziative e la cristallinità dei capitali investiti? Schizofrenia politica o altro?. Se seguissimo il modus pensandi diessino, dovremmo scrivere che probabilmente si potrebbe trattare di oscure manovre, fomentate da una specifica lobby affaristico politica, a suggerire tali iniziative parlamentari. Ma ciò non fa parte della nostra cultura che ci impone di parlare di fatti e non di creare allarmismi inutili e distorti teoremi. Siano chiari i D.S. e facciano i nomi dei componenti la lobby - politico affaristica che avrebbe animato i consiglieri della Casa delle Libertà e soprattutto indichino con chiarezza chi e perché avrebbe favorito tale lobby, secondo quali intese e benefici, al fine di evitare di sparare cialtronerie ad indirizzo di persone che nulla hanno a che fare con interessi illeciti, illegittimi, oscuri. Risulta offensivo e lesivo della moralità personale di ogni consigliere, quando si sostiene che non sono i partiti a decidere, ma i gruppi di potere organizzati. Ed è evidente che la pochezza ideale di chi arriva a scrivere accuse così becere, sia indicativa del perché il partito dei D.S. ad Agrigento non sia mai riuscito a essere partito di governo. Le facili e false accuse, il puntare il dito, il calunniare l’avversario sono metodi che l’elettorato agrigentino ha ripudiato e continua a ripudiare e danno il metro della maturità politica del dirigente del partito dei D.S., che sebbene anagraficamente giovani, hanno un back ground culturale e sociale degno dei tempi staliniani. Spieghino a tutti, i signori D.S., se gli interessi oscuri di cui parlano coincidano con gli interessi del gruppo rappresentato dal signor Giuseppe Burgio, se i dubbi sulla trasparenza dei capitali siano riferiti ai capitali dello stesso imprenditore e dei soci di cordata. Abbiano la serenità mentale, i signori D.S., di ammettere di avere scritto il falso quando dicono i

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cittadini sappiano che il Consiglio comunale è riuscito a trovare i numeri per approvare una variante, che trasforma un orto in una maniera d’oro, poiché il nuovo Piano Regolatore, adottato nello scorso mese di aprile e attualmente in attesa della presa d’atto da parte del Consiglio, vedeva la previsione della trasformazione di un’area di 24 ettari in zona Villaggio Mosè da terreno agricolo a terreno per attività commerciali e tale indicazione proveniva dal Consiglio comunale in carica precedentemente a questo. Ed era già stato regolarmente inserito dai progettisti sin dalla prima stesura del Piano Regolatore Generale. La verità e che la variante richiesta dalla conferenza dei servizi tra Comune, Camera di Commercio, Provincia e Regione, e approvata dal C.R.U., ha solo anticipato nel tempo una volontà già manifesta e operativa nel P.R.G. adottato. Vale la pena di ricordare come il nuovo P.R.G. sia passato indenne anche dal giudizio del TAR, dopo illegittimo ma infondato ricorso proprio dello Scifo che ne sosteneva l’invalidità. Questa è storia, è scritta negli atti con una sua precisa cronologia e logica. Quanto sostenuto dai D.S.

è solo una lettura fortemente distorta e interessata dai fatti, con assoluta imprecisione e violenza. Non comprendiamo il perché di tanto livore e la necessità di ricorrere a mezzi di così bassa levatura, quasi i D.S. dovessero garantire qualcosa non concretizzatasi. I Consiglieri della Casa delle Libertà che hanno votato positivamente la variante Moses, l’hanno fatto solo nell’interesse dello sviluppo economico e occupazionale della città, realizzando quanto richiesto dai nostri cittadini e cioè un impegno concreto e non parolaio che dia risultati concreti, visibili e fortemente positivi per la nostra città. Grazie.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Chiedono di intervenire in ordine il Consigliere Lauricella e Hamel.

CONSIGLIERE LAURICELLA – Presidente, solo per dire che può continuare il dibattito, pero è necessario, a questo punto, fare un Consiglio comunale aperto urgente, aperto a tutti, ai partiti, a chiunque, in maniera tale che ognuno possa esprimersi, perché dopo l’intervento di Arnone, dopo l’intervento del Consigliere comunale che parla a nome degli altri, è giusto che non solo Messana, Vivacqua, ma anche altri possano esprimersi su questa materia. Quindi io chiedo che urgentemente si faccia un Consiglio comunale aperto su questa materia con questo punto all’ordine del giorno.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Consigliere Hamel.

CONSIGLIERE HAMEL – È chiaro che io non entrerò nel merito di discussioni e di argomenti più concreti, volevo solo, argomentando su quello che è successo negli ultimi minuti di questo Consiglio comunale, sottolineare alcuni aspetti. Un aspetto è quello che mi richiama alla mente un commento del Sindaco Albertini di Milano, il quale qualche anno fa si presentò in mutande in uno spot pubblicitario e poi fu ripreso da tutta una serie di comici con satire e tutto il resto. Si arrabbiò e continuava sempre ad arrabbiarsi perché riproponevano queste immagini del Sindaco in mutande. E qualcuno gli disse: “Ma scusi, lei si è messo in mutande e pensava di passare inosservato, cioè che nessuno poteva poi risollevare e ridiscutere di questo argomento?”. Qui noi abbiamo dato la stura a un livello di dibattito che poteva anche essere evitato in Consiglio comunale. Cioè c’è una sede politica nella quale si devono confrontare le tesi attraverso il ruolo dei partiti e la visione dei partiti rispetto a un problema che sicuramente non è un problema leggero o indolore per la città di Agrigento, per la comunità così come è stato vissuto nel corso di questi dieci anni.

C’è un problema istituzionale che è del Consiglio comunale che ha concluso un dibattito all’interno di questa delibera. Se noi abbiamo ritenuto in questa sede di doverci mettere in mutande, e allora dobbiamo accettarne tutte le conseguenze di dibattito, di scontro, di valutazioni, di riconsiderazioni rispetto a un atto che nel bene o nel male il Consiglio comunale aveva adottato. E su questo, se noi apriamo, e io

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sono favorevole arrivato a questo punto che si faccia una discussione molto più ampia, dove tutti i soggetti possono esprimere concretamente le loro posizioni, su questo arriveremo a un momento di confronto nel quale ognuno potrà esprimere le sue tesi con concretezza. Io volevo solo nel contesto, anche riagganciandomi a quello che era il documento iniziale, che era la lettera dell’imprenditore Burgio, il quale rispetto al nostro comportamento dice: ”I consiglieri di riferimento” saremmo noi consiglieri dell’Ulivo ”in Consiglio comunale ad Agrigento si sono limitati ad esprimersi a favore dei centri commerciali e contro il centro Moses”. Questa è una affermazione assolutamente falsa, perché noi l’abbiamo detto, argomentato, giustificato, motivato, letto in un documento preciso, noi non eravamo contro il centro commerciale Moses, noi abbiamo votato contro questa delibera perché era una variante urbanistica, che per le ragioni che noi abbiamo sollevato, era una variante urbanistica che ancora non aveva maturato i requisiti per potere essere esitata dal Consiglio comunale. Noi abbiamo chiesto al Sindaco di Agrigento di chiarire un punto attraverso la nostra interrogazione, un semplicissimo punto. Bastava che il Sindaco di Agrigento ci avesse detto: ”La risposta che io vi do istituzionalmente, rispetto alla vostra domanda, è questa”. E noi votavamo per la variante urbanistica.

Bastava che ci fosse chiarezza dal punto di vista amministrativo della formazione del procedimento e del provvedimento e noi avremmo votato favorevolmente per la variante urbanistica. Questo noi tutti quanti consiglieri dell’Ulivo, Consigliere Tedesco, se lo imprima benissimo in mente, il gruppo dell’Ulivo al Consiglio comunale di Agrigento è uno e non c’è nessuno che verrà mai lasciato in solitudine all’interno di questo gruppo consiliare. Questo per estrema chiarezza nei confronti di tutti. Noi abbiamo lavorato al servizio della città per tre anni con una sola voce e continueremo a lavorare in questo modo nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia. Questo perché sia chiaro per tutti. Noi abbiamo fatto un lavoro che non era un lavoro di ostruzionismo, era un lavoro di grande chiarezza. Abbiamo sempre sollevato quesiti tecnici nei limiti delle nostre competenze e non ci è stata data alcuna risposta. Io mi rivolgo con grande serenità ai consiglieri di Forza Italia, a quelli più saggi, i quali tante volte hanno espresso dubbi, perplessità, sofferenze rispetto a questa delibera e poi all’ultimo minuto si sono convinti che era tutto a posto e potevano votare. Mi rivolgo a tutti coloro che sono stati attraversati da tutta una serie di considerazioni e di valutazioni e che poi hanno votato. Ma perché hanno votato? Diciamocelo fuori dalle righe. Io non parlo di lobby, non parlo di condizionamenti, non parlo di mafia, non parlo di nient’altro, hanno votato per ragioni politiche. Questo è chiaro ed esplicito, evidente. Immediatamente percepibile. Hanno votato per ragioni politiche. Si sono convinti sotto il profilo politico di votare in questo modo. E allora, se noi dobbiamo fare un ragionamento che sta al di sopra e sfiora i problemi, non li affronta, non li dice, allora manteniamoci in questo gioco delle parti e ognuno fa la propria parte, ma qui dentro, sappiamolo bene che nessuno è fesso, come si dice a Napoli. Sappiamo benissimo quale è la sostanza delle strategie e siamo in grado di intercettarle. Noi non abbiamo voluto fare, e questo ce lo deve riconoscere l’imprenditore Burgio, noi non abbiamo mai fatto come gruppo nessuna manovra ostruzionistica nei confronti di questa proposta di delibera. La dimostrazione posso darvela in questo momento, poi la svilupperemo nel corso del dibattito, se ci sarà un dibattito. La dimostrazione chiara è questa: ma voi pensate che noi siamo talmente incapaci di comprendere la realtà delle cose? Nel momento in cui è stato chiesto dal Consiglio di Presidenza un parere giuridico, che accanto al parere giuridico per sciogliere tutta questa vicenda e potere finalmente andare al concreto dei problemi non ci voleva un parere tecnico? Ma quello che ha detto l’Avvocato Salvago, l’abbiamo detto nel nostro documento, erano cose scontate e pleonastiche. Tra l’altro l’Avvocato Salvago, se voi avete letto il parere, ha detto una

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cosa molto chiara ed esplicita in ogni caso, in ogni passaggio: “Il Consiglio comunale è sovrano”. E la ragione stessa per cui viene portata una delibera in Consiglio comunale è perché il Consiglio comunale è sovrano. Se noi volevamo fare ostruzionismo, avremmo inserito una serie di clausole bloccanti, per cui dicevamo:

“Signor Sindaco, non ci hai risposto su questa cosa, questa cosa non è chiara, questa cosa non ha apparenza di verità. Noi ti abbiamo posto una domanda ufficiale.

Tu non ci hai dato una risposta”. Questo dimostra che c’è qualcosa dietro e tutto il resto, tutte le cose che si potevano dire se uno voleva creare terrorismo, paura, ostruzionismo e tutto il resto. Il nostro comportamento è stato leale, sereno, tranquillo, legittimo, trasparente sotto tutti i punti di vista come da sempre abbiamo condotto le nostre battaglie politiche da persone corrette che all’interno di questo Consiglio comunale svolgono la loro funzione istituzionale, di consiglieri comunali eletti dal popolo, che non devono minimamente essere condizionati da nulla all’esterno. E nel nostro documento di motivazione del voto abbiamo voluto precisare a scanso di equivoci che rigettavamo tutte le intimidazioni, tutti i tentativi di condizionamento, tutti i travisamenti della realtà, tutte le cose fatte all’ultimo minuto da parte del gruppo concorrente, che cercava in qualche modo di condizionare il Consiglio comunale. Noi non avevamo bisogno di questo tipo di suggerimenti o di chiarimenti, perché le idee le avevamo perfettamente chiare e precise. Noi abbiamo detto quali erano le ragioni per cui non votavamo, ma non votavamo la variante di Piano Regolatore Generale, perché questo è che noi non abbiamo votato, non l’investimento della Moses o la realizzazione di un centro commerciale ad Agrigento.

Se fossero stati chiariti questi passaggi, la responsabilità è dell’Amministrazione che non ha voluto interloquire con il Consiglio comunale. Non ha voluto realizzare un rapporto di chiarezza e di trasparenza. Tutto può essere perfettamente a posto, limpido, trasparente, potevamo essere d’accordo tranquillamente. Ma perché non ci avete messo nelle condizioni di poterlo fare? Potevate metterci nelle condizioni di poterlo fare o no? Perché nel momento in cui non l’avete fatto, ingenerate in noi il dubbio che poteva esserci qualcosa di diverso rispetto a quelle che erano le prospettazioni tecniche che venivano messe nella delibera. È questa la sostanza della nostra posizione. E quindi non accettiamo minimamente illazioni da questo punto di vista. Non le accettiamo e le rigettiamo in maniera totale. Poi su tutto il resto, se si apre il dibattito e vogliamo sviluppare gli approfondimenti, possiamo farlo, abbiamo un mare di ricerche, di documenti, di incartamenti, di valutazioni che possiamo portare qui in questo Consiglio comunale e che non abbiamo portato proprio per non creare terrorismo, perché fino a quando non c’è la certezza di un dato, ognuno deve essere libero di potere esprimere il proprio voto senza paure. Noi non diciamo: chi ha votato potrà ricevere l’avviso di garanzia, chi ha votato potrà essere perseguito e tutto il resto. Noi diciamo: il Consiglio comunale ha espresso una sua valutazione, una sua posizione, un suo voto, legittimo sino a questo momento, assolutamente legittimo. Riaprire un dibattito a livello consiliare su questo ci impone di sviluppare tutti i temi in maniera dettagliata e puntuale e a quel punto diciamo come il buon Sindaco Albertini, qualcuno potrà sempre risentirsi o potrà pentirsi di essersi mostrato in mutante di fronte ai teleobiettivi.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Consigliere Gramaglia.

CONSIGLIERE GRAMAGLIA – Presidente, consiglieri tutti, il mio è un intervento che vuole chiarire le argomentazioni che fino a quest’ora ha portato chi non ha votato la variante Moses. E vorrei iniziare le mie argomentazioni con una battuta che ha fatto il Consigliere Calabrese alla fine del suo intervento quando ha detto che finalmente Mosè ha visto la terra promessa. A questo punto, se Mosè ha visto la terra promessa per essere crocifisso, era meglio che restava in Egitto, almeno non avremmo avuto più questi problemi di denunzie tra un gruppo all’altro. Il problema di

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fondo, a mio avviso, è il seguente: c’è stato un voto democratico, caro Consigliere Lauricella, in cui i vincitori sono stati quelli che hanno votato la variante Moses, perché il tuo segretario che è una bravissima persona, la conosco, qualche volta ci incontriamo e abbiamo modo di salutarci, se non altro, però non può fare un calderone e dire che il Consiglio comunale deve essere sciolto perché ci sono infiltrazioni mafiose. (voce fuori microfono) Consigliere Lauricella, io ti voglio dire una cosa, che secondo me sarebbe la cosa peggiore che questo Consiglio potesse fare, perché continuare a lacerare una città che per 10 mesi è stata lacerata, dopo che c’è stato un voto democratico che ha sancito gli equilibri. E poi non mi va la cosa che mi dite: il gruppo dell’Ulivo è unito, il gruppo dell’UDC non è unito, il gruppo di Forza Italia non è unito, il gruppo di Alleanza Nazionale non è unito. Questi sono problemi perché, caro Lauricella, io sono stato delegato al Consiglio Nazionale dell’UDC e ti confesso che dalla bocca di Follini che ha preparato una cartella con ben 20 pagine di relazione, non ha parlato mai di centri commerciali. Ha parlato dell’immigrazione, ha parlato del welfare, ha parlato della famiglia, ha parlato di solidarietà, ma mai ha fatto riferimento ai centri commerciali a livello nazionale o regionale. Quindi, quando il Consigliere Gramaglia, dopo aver fatto ben 6 riunioni che avevano come argomento il centro commerciale Moses e nella logica del dibattito libero, pensante e ognuno di noi aveva le sue motivazioni che poteva esprimere liberamente, ha deciso di lasciare i propri consiglieri liberamente a decidere come la pensava, io non penso che il gruppo dell’Ulivo si deve fare questa impressione, perché quando ci sono 10 persone in un gruppo consiliare e ce ne sono 3 in un altro gruppo consiliare, o come il Consigliere Arnone che è solo e il Consigliere Calabrese che è solo, sicuramente le motivazioni che l’uno può dare all’altro sono molto diverse e quindi è più facile trovare l’accordo. Ecco perché non condivido quello che ha detto il Consigliere Hamel, ma sono completamente allineato con quello che hanno fatto i consiglieri di Forza Italia, primo firmatario il Consigliere Tedesco. Ora secondo me siccome la città non ne vuole sentire più di parlare di Moses, è giusto che ognuno di noi riacquisti il suo senso civico, ritorni a fare il Consigliere per il bene della città. Moses è passata. La città di Agrigento non è che è solo Moses, è pulizia, è viabilità. E la consulta dei giovani? Qua ci sono i giovani che aspettano di approvare il regolamento dei giovani e noi ancora rinvanghiamo Moses. Secondo me la cosa peggiore che potrebbe fare questo Consiglio comunale è fare un Consiglio comunale straordinario per riparlare di Moses. Smettiamola, affrontiamo i nostri argomenti l’uno dopo l’altro. Se ci sono delle responsabilità ognuno che ha votato se le è assunte personalmente e sicuramente non ha paura di nessuno, soprattutto quando le cose sono fatte in perfetta coscienza e con pieno raziocinio politico e amministrativo.

INTERVENTO DEL VICE PRESIDENTE (Arnone) – Può prendere la parola il Consigliere Vaianella.

CONSIGLIERE VAIANELLA – Signor Presidente, colleghi, io intanto intervento per esprimere un dissenso, caro Presidente Arnone, perché è assurdo, inconcepibile il modo come si conducono i lavori in questa aula. Lei se ne faccia carico e lo comunichi immediatamente al Presidente di turno, perché è allucinante che ogni qualvolta qui si fanno delle comunicazioni, puntualmente si va a finire a un dibattito aperto, perché di questo si tratta, perché lei adesso non potrà vietare la parola ad altri consiglieri che vorranno intervenire e quindi questo è un dibattito bello e buono.

Quindi, stiamo perdendo tempo in questa fase, perché se il Consiglio si dovrà fare su questa materia, si dovrà fare successivamente per le motivazioni che hanno anche addotto altri colleghi, tra cui anche Lauricella, perché devono partecipare tutte le persone che in questo caso sono chiamate in causa. Questa sera non completeremo il dibattito perché così è di fatto, per cui questo è un modo assurdo di condurre i lavori in questa aula.

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INTERVENTO DEL VICE PRESIDENTE (Arnone) – Questa è una sua opinione, Consigliere.

CONSIGLIERE VAIANELLA – Glielo dico e glielo manifesto in maniera decisa e chiara. Il Presidente Di Maida avrebbe dovuto leggere le due lettere lui, come ha fatto in altre occasioni e non avrebbe dovuto dare la parola a lei e a altri consiglieri che intendevano intervenire in merito, semmai si doveva porre ai voti questa proposta di rinviare il dibattito a un’altra occasione. In merito, arrivato a questo punto intervengo perché ritengo sia doveroso in quanto la lettera dei D.S. un po’ tutti i colleghi della Casa delle Libertà siamo chiamati in causa, anche i colleghi che abbiamo votato contro questa variante e in merito dico che per ciò che mi riguarda, tutte le affermazioni, illazioni sul fatto che saremmo alcuni consiglieri in generale, probabilmente non si rifanno a chi ha votato contro, ma comunque, essendo che siamo chiamati tutti in causa, cioè i consiglieri verrebbero in un certo senso pilotati dai partiti, lobby affaristiche, eccetera, eccetera. Per ciò che mi riguarda personalmente la mia posizione è stata chiara sin dall’inizio, anche in controtendenza, se vogliamo, con quella che è l’impostazione del centro destra e anche di Alleanza Nazionale tutta. Ma la mia parte di Alleanza Nazionale, a cui io mi sono sempre ispirato, la destra sociale, non è mai stata benevola con questi grandi insediamenti perché vanno sempre, sicuramente, a mettere in grosse difficoltà il piccolo imprenditore in un'area tra l’altro così limitata come quella di Agrigento in quella zona soprattutto. Allora, a riguardo, invece vorrei esprimere, visto che intervengo anche in merito, un rincrescimento, caro collega Arnone, per la posizione che lei ha assunto nella parte finale della delibera. Io non ho condiviso, non ho capito la sua posizione onestamente, perché un po’ tutti i colleghi consiglieri si erano espressi nell’intervenire. C’era qualche collega che forse non aveva dichiarato, ma che comunque a seguito del suo intervento, mi pare che rese pubblica la sua posizione politica del perché avrebbe votato in quella maniera. E mi è dispiaciuto perché lei stesso, gliene ho dato atto quella volta, presentò un documento interessante, un documento sensato per le motivazioni che abbiamo condiviso sin dall’inizio, cioè la motivazione della bocciatura di queste grosse varianti che sicuramente impediscono un equilibrio sociale dal punto di vista commerciale ragionevole. E allora mi è dispiaciuta quella posizione perché non so andava a finire, ma probabilmente se lei avesse assunto qualche altra posizione, se il Presidente Di Maida non fosse stato colto da malore, l’avremmo spuntata su questa variante, cioè quella sera non si sarebbe permesso di votare questa variante, che per le motivazioni che abbiamo detto e che abbiamo condiviso un po’ tutti i colleghi da Marchetta, Patti, Bongiorno, tutti quelli che abbiamo votato contro, abbiamo manifestato qui. Quindi, mi è dispiaciuto perché avevamo fatto anche un lavoro, un dibattito intelligente e che sul punto, purtroppo, finale, importante, si sono verificate queste situazioni e che purtroppo in quell’occasione ne siamo usciti sconfitti, ne sono uscito sconfitto perché non ho condiviso questa variante, non la condivido e non ne condividerò altre di questo tipo. Questo pensiero volevo esprimere all'aula e anche ai cittadini che ci seguono.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Consigliere Arnone, prego.

CONSIGLIERE ARNONE - Io sono costretto a ripartire dall’intervento del Consigliere Vaianella. Consigliere Vaianella, la posizione che io ho espresso non è di contrarietà a questa variante, è di contrarietà ai grandi centri commerciali. La mia è una posizione problematica e che esprimo con sofferenza, come ho già detto nelle precedenti sedute di questa lunga vicenda, perché i grandi centri commerciali rappresentano strutture che incontrano il favore del legislatore, perché i grandi centri commerciali sono strutture che incontrano anche il favore di parti politiche di solito contrapposte. Noi abbiamo sentito l’intervento del Consigliere Hamel e l’intervento

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del Consigliere Tedesco. Su un punto erano convergenti, sulla valutazione positiva che in linea astratta davano ai grandi centri commerciali. La mia posizione è diversa.

Io non ritengo che questi modelli di sviluppo siano modelli di sviluppo da portare avanti, favorire, garantire. Non mi convince. È come quando si dice: realizziamo gli alberghi a venti metri dalla spiaggia. Sono contrario, non mi convince, distruggiamo l’ambiente, distruggiamo l’ecosistema. Anzi, le dirò di più. In queste ore si discute una proposta di legge all’Assemblea Regionale che io ritengo molto negativa, consentire ai chioschi sulle spiagge di rimanere aperti tutto l’anno. Significa che questi chioschi cementificheranno la spiaggia, perché per resistere durante l’inverno con il freddo e con le mareggiate, il chiosco deve diventare una struttura in cemento armato vera e propria, con un impatto… (voce fuori microfono) Non è necessario, non è che si può giocare con le cose. Spesso noi ci giochiamo, non solo noi ma il legislatore all’A.R.S.. Se uno vuole tenere aperto un chiosco durante l’inverno e farlo a ristorante, deve cementificarlo e avrà un impatto molto più pesante. Queste sono cose che non condivido, come non condivido un modello economico fondato sui grandi centri commerciali. Mi rendo conto, però, e l’ho già detto, che la mia valutazione negativa può riguardare questo Comune, non può riguardare i Comuni contermini, se non sul piano di dibattito generale, nel quale io sono intervenuto. E pertanto la mia sofferenza è oppormi al centro commerciale di Agrigento per fare cosa il gioco del centro commerciale di Favara o del centro commerciale di Castrofilippo? La mia posizione è stata oppormi al centro commerciale di Agrigento.

Ma oppormi al centro commerciale di Agrigento, Consigliere Vaianella, secondo un percorso di legittimità e di logica. La domanda l’ha fatta al contrario. La domanda non può essere: perché Arnone non ha votato alla fine l’immotivata bocciatura della delibera Moses ed è uscito dall’aula? Arnone ha fatto questo perché non si è reso disponibile a un atto illegittimo e di prevaricazione. La domanda corretta è un'altra:

perché chi riteneva di essere contrario ai grandi centri commerciali non ha votato il documento che io e lei, Consigliere Vaianella, abbiamo posto in votazione in questo Consiglio comunale? Un documento che come lei mi ha dato atto era costruito in modo equilibrato, era un documento sensato, era un documento aperto a tutti i contributi, era un documento che argomentava e motivava la posizione per la quale si doveva bocciare Moses e non si dovevano fare altri centri commerciali ad Agrigento e si doveva aprire un confronto con la Provincia, la Camera di Commercio per gli altri Comuni. Quello, Consigliere Vaianella, poteva essere l’unico terreno di sensata bocciatura della variante Moses. Altri terreni, la immotivata bocciatura, a che cosa sarebbero serviti a consegnare la vittoria alla lobby? Neanche lobby perché è proprio sfacciata, evidente, pubblica. È negli articoli di stampa, negli spazi autogestiti di Scifo, negli atti di diffida che ci sono stati inviati, nel tentativo di estorsione che ha denunziato l’imprenditore Burgio. Dare la vittoria a quella lobby, a quell’aggregazione di potere illecito che si era posto l’obiettivo di condizionare questo Consiglio comunale? A me tutto questo non apparteneva, Consigliere Vaianella, come non apparteneva alla sua persona, però su questa valutazione siamo divenuti divergenti. Il mio voto ad una votazione priva di motivazione e chiaramente funzionale a determinati interessi, non l’ho offerto. Io ho apprezzato, è assente in questo momento, la posizione sua, la posizione della Consigliera Burgio, con la quale un oceano mi divide, però per lo meno ha avuto la coerenza di esprimersi a favore del mio documento e di votarlo. Uno poi può dire: ma l’ha fatto strumentalmente, non l’ha fatto strumentalmente. L’ha fatto linearmente la Consigliera Burgio, si è espressa per il mio documento di bocciatura della variante Moses e coerentemente contro tutti i grandi centri commerciali. È una posizione lineare. Non è una posizione lineare e avrebbe portato, qualora fosse passata, questo Consiglio comunale e il Comune a conseguenze negative, pesanti in sede

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