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GOLIA: ECCO COSA ABBIAMO FATTO PER RIFIUTI E VERDE PUBBLICO IL P.U.C. DI AVERSA: EPPUR SI MUOVE

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I GIOVANI DEL FRIDAY FOR FUTURE: IL

SINDACO GOLIA E LA SUA AMMINISTRAZIONE CI HANNO DELUSO

DUE MAGISTRATI

AVERSANI ELETTI NEL CONSIGLIO

GIUDIZIARIO DEL DISTRETTO DELLA CORTE DI APPELLO DI NAPOLI

IL P.U.C. DI AVERSA:

EPPUR SI MUOVE

UN INTERVENTO DEL

MAGISTRATO NICOLA GRAZIANO

MICHELE GALLUCCIO NOMINATO CAVALIERE

MOLTO ATTIVA LA COMMISSIONE CONSILIARE

URBANISTICA CHE PARTORISCE

DIVERSE IDEE TRA CUI UN PARCO AGRICOLO URBANO E UNA VARIANTE DI SFIOCCO

QUESTA DOMANDA CONTINUEREMO A PUBBLICARLA SINO A QUANDO NON AVREMO UNA RISPOSTA SU UNA SITUAZIONE ASSURDA FRUTTO SOLO DI UNA INSPIEGABILE

PREFERENZA. CHI ABITA IN VIA DELLE VIOLE?

CONTINUA IL SILENZIO

ASSORDANTE SU VIA DELLE

VIOLE, IL

SINDACO O IL DIRIGENTE COSA PENSANO?

GOLIA: ECCO COSA ABBIAMO FATTO

PER RIFIUTI E

VERDE PUBBLICO

N. 17 – 18 ottobre 2020 Registrato Tribunale S.M.C.V.

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IL PRIMO CITTADINO NORMANNO INTERVIENE PER FARE CHIAREZZA SU QUANTO FATTO NEI SETTORI CRUCIALI DELL’AMMINISTRAZIONE

GOLIA: ECCO COSA ABBIAMO FATTO IN UN ANNO PER RIFIUTI E VERDE

Voglio parlarvi di un tema cruciale nella visione politica della mia amministrazione: Ambiente e verde pubblico, questioni che rappresentano le due principali criticità che affliggono la città e che stiamo fronteggiando in tutte le sedi fin dal giorno del nostro insediamento.

Sotto il profilo del recupero e della fruizione delle aree standard comunali abbiamo approvato uno stanziamento di 10mila euro per dotare il Rione Bagno di uno spazio di socialità e aggregazione.

Credo che la nostra sia la prima amministrazione della storia della città che fa un investimento simile in quella parte della città. Recupereremo uno spazio di 1900 metri quadrati, oggi chiuso e abbandonato.

Questa iniziativa è solo uno dei tanti passi che abbiamo in fase di programmazione e che man mano si andranno a trasformare in atti concreti per dare maggior valore a tutti i quartieri e rioni della nostra città, periferici e centrali.

Intanto, nell’ultimo consiglio comunale è stato licenziato il regolamento delle compostiere domestiche con una importante modifica cioè abbiamo abbassato il limite per richiederla a 20 mq di spazio esterno.

Ciò ci auguriamo permetterà a tanti cittadini di farne richiesta e dunque far decollare il progetto che prevede anche uno sconto per la tassa sui rifiuti sotto forma di premialità.

Ne approfitto anche per ricordare che si sta lavorando alle ultime due isole ecologiche interrate i cui lavori erano stati fermati per la presenza di sottoservizi.

Non siamo di fronte ad un’opera incompiuta ma abbiamo deciso di farle entrare in funzione con la nuova ditta.

Passiamo ai Rifiuti, questione su cui ogni giorno riceviamo decine di segnalazioni.Il problema del passaggio di cantiere per la raccolta dei rifiuti solidi urbani, che ha visto blocchi e problematiche sia di natura amministrativa che abbiamo ereditato sia burocratiche che affliggono il sistema Italia, è finalmente in dirittura d’arrivo avendo ormai risolto tutte le ingenti questioni che ostacolavano il subentro della Tekra alla Senesi, compresi gli interventi di manutenzione sul verde pubblico. Voglio ricordarvi che in questo difficile periodo di stallo non siamo rimasti a guardare come qualcuno ha più volte detto e speculato, ma, a fronte delle inadempienze contrattuali abbiamo attivato tutte le procedure previste dalla legge senza cedere di un centimetro, comprese quelle in danno per la pulizia delle caditoie e il diserbo.

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Parlando di rifiuti non possiamo non fare riferimento all’abbandono incontrollato sul territorio cittadino che stiamo cercando di contrastare con telecamere trappola e attività di appostamento.

Gli incivili sono tanti ma noi contiamo di comprare altre fototrappola e di installarle nei punti sensibili della città. Ciò sarà possibile grazie all’istituzione di un nuovo capitolo nel piano economico di gestione che ci permetterà di avere un autonomo capitolo finanziario per l’ambiente da cui attingere per queste spese.

Non daremo tregua ai tanti incivili che purtroppo affollano le nostre zone.

Il verde è fondamentale per la qualità della vita ma ad Aversa non c’è mai stata una pianificazione programmata, non c’è mai stato un censimento e diciamocela tutta, non c’è mai stata una squadra di addetti al verde pubblico dotata di strumentazioni idonee a permettere una puntuale manutenzione.

Sfido chiunque a dimostrare il contrario! Noi abbiamo provato ad invertire la tendenza. Con l’assessore Caterino abbiamo raddoppiato gli addetti comunali.

Non era facile e scontato perché la pianta organica del comune è ridotta all’osso ma questo settore per noi rappresenta una priorità. Dovevamo e dobbiamo segnare una netta discontinuità con il passato.

E allora cosa abbiamo fatto? Innanzitutto bloccato le potature fuori stagione e avviato gli interventi di manutenzione in tutte le aree standard comunali,

soprattutto in quelle dove non si interveniva da anni.

Abbiamo calendarizzato e programmato gli interventi da effettuare in modo che quanto prima si possa avere una manutenzione regolare e si possa davvero parlare di verde pubblico.

Sempre nell’ottica di discontinuità con il passato abbiamo scelto di avvalerci della figura di un esperto agronomo che supporterà i dipendenti comunali rimasti in servizio presso il settore Verde pubblico, introducendo interventi fitosanitari.

Ci siamo trovati a guidare senza risorse e senza personale un settore fondamentale come il verde pubblico. Il nostro obiettivo è quello di trovare soluzioni alternative dinanzi a questo scenario contingentato, soprattutto per le aree verdi, dove proveremo ad emulare modelli virtuosi di collaborazione con le associazioni e i cittadini, già licenziate dalla commissione ambiente alcune modifiche importanti per il regolamento che prevede l’adozione di aree verdi presenti sul territorio cittadino; ad esempio è stato introdotto il frazionamento di un’area, ciò consentirà a più soggetti di prendersi cura di grandi aree, dando anche vita ai famosi orti urbani.

Stiamo lavorando anche per creare un centro di riuso per gli ingombranti perché ridurre la produzione dei rifiuti è fondamentale e comunque l’economia circolare è un paradigma fondamentale del nostro tempo. Come è nostro solito non ci nascondiamo dietro ad alibi, non cerchiamo scusanti! Abbiamo preso degli impegni con i cittadini nonostante queste difficoltà, comprendiamo il malessere e le tante critiche per quanto spesso è risaltato agli occhi di tutti, ma solo grazie ad un impegno responsabile e ad una programmazione seria riusciremo ad invertire pian piano la tendenza.

ALFONSO GOLIA SINDACO DI AVERSA

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GOLIA: PER PAGARE TUTTI E PAGARE TUTTI MENO. #AVERSA #LEGALITÀ #NORMALITÀ

AL VIA LA RISCOSSIONE DI 18 MILIONI DI CANONI IDRICI ARRETRATI

di ALFONSO GOLIA SINDACO DI AVERSA Questa azione non piacerà a chi non ha mai pagato i

consumi idrici, storico problema della città. Non piacerà a chi, pensando di essere più furbo degli altri, ha lasciato i contatori intestati a defunti, condomini o società che non esistono più. Sono partite le prime ingiunzioni di pagamento per un importo totale di 6 milioni di euro e le verifiche incrociate sugli intestatari dei contatori. Questa azione, resa possibile dal lavoro dell'assessore Francesca Sagliocco che ringrazio, piacerà a chi invece – tra mille difficoltà –

ha sempre pagato tutto. L’obiettivo di questa operazione sui canoni idrici è di recuperare l’intero importo che ammonta a 18 milioni di euro, soldi che ritornano a disposizione della nostra città.

Continuiamo la battaglia per le regole e la legalità che avevamo promesso in campagna elettorale e che tra mille ostacoli stiamo conducendo a testa alta nell’interesse di tutti. Per pagare tutti e pagare tutti meno. #Aversa #legalità #Normalità

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DUE AVERSANI ELETTI NEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO DEL DISTRETTO DELLA

CORTE DI APPELLO DI NAPOLI

Si sono svolte domenica 11 ottobre le elezioni per il Consiglio giudiziario della Corte di appello di Napoli, che comprende tutta la Campania, esclusa la provincia di Salerno.

Il Consiglio giudiziario è l’importante organo ausiliare distrettuale del Consiglio Superiore della Magistratura competente, tra l’altro, a pronunciarsi in materia di valutazione professionale dei magistrati togati ed onorari (promozioni, trasferimenti, provvedimenti disciplinari, conferimento di incarichi direttivi e semidirettivi).

Ne fanno parte magistrati, togati ed onorari, avvocati e professori universitari e ne sono componenti di diritto il Presidente ed il Procuratore generale della Corte di appello.

Tra gli eletti, che resteranno in carica quattro anni, due magistrati aversani-doc: il giudice Francesco Graziano, in forza al Tribunale di Napoli e il giudice

Gerardo Giuliano, componente della 2° sezione civile del Tribunale di Benevento.

Molto lusinghiera l’affermazione del dr. Gerardo Giuliano, che, già presidente della Associazione nazionale Magistrati di Benevento, è risultato il primo degli eletti della lista di Magistratura indipendente ed il componente più giovane del nuovo Consiglio giudiziario.

Ai neo eletti magistrati sono giunti gli auguri di buon lavoro da parte degli ordini forensi nonché di numerosi colleghi ed amici.

Con questa affermazione dei due stimati magistrati normanni, ancora una volta Aversa, com’è nella sua tradizione, continua a dare alle Istituzioni il suo qualificato ed autorevole contributo.

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IN COMMISSIONE URBANISTICA UNA “SPINTA” ALLA DEFINIZIONE DEL P.U.C.

... EPPUR SI MUOVE!

di ROMUALDO GUIDA

IMPORTANTE Commissione Urbanistica

“allargata” all’Assessore al ramo, al Sindaco ed ai Tecnici Redattori del P.U.C. Nel dare mandato per

“riaprire i termini” per la CONSULTAZIONE PUBBLICA, sono state espresse molte “idee” da parte di TUTTI i Membri della Commissione (per la verità tra le più efficienti anche con più riunioni in una settimana).

Un plauso va fatto a TUTTI i componenti che, senza distinzioni tra “maggioranza e opposizione”, lavorano alacremente con CONCRETEZZA tanto da far affermare dal Capogruppo dei Tecnici redattori del P.U.C., Arch. Pio Castiello: <<Così avete dato una grande mano. Avete fatto Voi almeno “mezzo P.U.C.”!>>.

In sostanza unanimemente sono venute proposte interessanti come fare un PARCO AGRICOLO nella zona dei Cappuccini. Quasi in continuazione di quello

“in cantiere” nel Comune di Parete che, anche acquisendo alcune masserie abbandonate, ha in

REALIZZAZIONE un analogo Parco con “strade alberate, piste ciclabili, una Cantina Sociale, una City Farm, un Maneggio del Parco, una Fattoria Didattica, un Punto Vendita a Km 0, un Agriturismo ad ospitalità diffusa, aree Pic- nic ecc.”.

Non è mancata la sollecitazione a recepire nel P.U.C.

la proposta di una “Bretella di Sfiocco” già presentata dal Consorzio degli Enti Ecclesiastici, presieduto dal Vescovo Mons. Angelo Spinillo, che riprendeva quanto previsto in un Protocollo d’Intesa sottoscritto in Provincia ed approvato con delibera di Giunta. Il tutto collegandolo con una “proposta” di “Raccordo Anulare” che, però, prevede un Accordo di Programma da sottoscrivere con i Comuni contermini.

Importante è recepire, poi, il Progetto elaborato dall’Università Vanvitelli, con la guida del Prof.

Cartenì, che prevede una pista ciclabile. Anche questa da collegare con quella prevista tra i Comuni di Parete, Lusciano, Trentola Ducenta e Aversa.

Altrettanto importante è la scelta di istituire una “Città Policentrica” con Comparti che abbiano una molteplicità di Funzioni tale da renderli “brillanti di Luce Propria”. Ovviamente dividendo la Città in Comparti, cui applicare la Perequazione Urbanistica.

Insomma a fatica ...EPPUR SI MUOVE!!!

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L’INTERVENTO E’ ESTRATTO DALL’ULTIMOLIBRO DEL MAGISTRATO AVERSANO NICOLA GRAZIANO "PAROLE DI LIBERTÀ" - PERCORSI DI EDUCAZIONE CIVICA - EDITO DA ROGIOSI

SULLE RUOTE DELLA LIBERTÀ

Era una domenica come tutte le altre.

Il rumore dei piatti, ricolmi del tradizionale ragù domenicale, piano piano cedeva il passo al silenzio di un pomeriggio fatto di sonnecchiante riposo per una faticosa settimana trascorsa e per quella che stava per iniziare e Luigi si era appena rifugiato nella sua stanza.

Non aveva voglia di condividere con alcuno la sensazione del fresco che causava quel leggero vento di primavera che, bussando attraverso il rumore della tapparella semichiusa, gli carezzava dolcemente il volto, così interpretando quel senso di Libertà che apparteneva ai suoi pensieri.

Gli venne in mente che nel garage, dietro a tutte le cose gettate lì con indifferenza, vi era la vecchia bici del nonno e gli venne in mente di quando il nonno in sella alla sua amata bicicletta lo andava a prendere per portarlo a volte a scuola ed altre volte nei posti più impensabili che erano poi diventati, davanti alla curiosità indiscreta degli altri, il loro più grande segreto. Una però, tra le tante, era la meta preferita che

loro con la tacita intesa degli sguardi amavano chiamare il posto dell’albero della Libertà.

A due a due scese le scale, chiedendo alla lacrime di far spazio ai ricordi, come se avesse il bisogno di rivivere i sorrisi spensierati del suo passato, come se avesse la necessità di poter salire in sella alla bicicletta guidata dal nonno con serenità ed amore. Gli mancavano, infatti, le sue dolci carezze e le parole attraverso le quali il nonno disegnava racconti, interpretando il passato.

La vide lì, in un angolo. Era tutta impolverata ma nello stesso tempo uguale a come lo spettro dei ricordi gliela aveva riportata a galla.

Gli venne in mente subito il volto sorridente del nonno, quel sorriso sempre un po’ triste di chi aveva lottato nella vita che era trascorsa tra gioie e delusioni.

Gli venne in mente il suo caldo abbraccio. Gli vennero in mente quelle emozioni che solo un nonno ed un nipote possono scambiarsi perché l’uno consapevole dell’importanza dell’altro.

Si girò intorno e dopo aver dato uno sguardo ad alcuni libri ammassati in un angolo, si trovò con il piede sinistro su di un libretto sgualcito che conteneva la Carta Costituzionale.

Lo raccolse immediatamente e, dopo averlo sfogliato velocemente, lo ripose gelosamente nella sua tasca.

Prese la bicicletta e decise di pedalare verso quella collina dove spesso il nonno lo portava per raccontare la sua favola bella, dove da sempre faceva da veglia ai loro segreti il millenario albero della Libertà.

Pedalava lentamente quasi a godersi gli attimi di un pomeriggio tiepido che sembrava non terminare mai.

Il nonno aveva da qualche anno raggiunto la sua adorata compagna di vita ma lui lo immaginava

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ancora sulla comoda poltrona dove aveva trascorso i suoi ultimi anni, come lui stesso diceva, da vecchio saggio che era ancora rimasto in vita per raccontare e ricordare.

La sua, infatti, era stata una vita ricca di azioni e di emozioni e soprattutto spesa per affermare, in ogni occasione, quegli ideali di eguaglianza e libertà per il quale, lui diceva, valeva la pena di lottare sempre e comunque, anche al prezzo più alto che è quello della Vita.

Pedalata dopo pedalata Luigi sembrò entrare in un tunnel pieno di luce che accecava i suoi occhi, resi umidi dalle lacrime che lentamente scorrevano sul suo giovane viso.

Oramai la meta era vicina ed era certo che ad aspettarlo vi era, oltre l’albero millenario che conservava tutti i loro segreti in sé, anche il suo nonno.

Si perché a volte perdersi nell’illusione dei ricordi è come rivivere il passato, è come riabbracciare quelle emozioni intense da custodire gelosamente durante il corso della vita.

Scese dalla bicicletta facendo ondeggiare il piede destro, come se fosse un gioco antico, e la ripose proprio accanto all’albero.

Vi era silenzio, un assordante silenzio, anche perché il posto era da sempre stato solitario e custodito dalle ampie chiome del millenario albero muto.

Gli mancarono in quell’istante le braccia forti del nonno che lo stringeva a sé, ogni qual volta iniziava con voce tremante a raccontare.

Si distese pancia all’aria guardando le nuvole ed il cielo. “Nonno raccontami ancora la tua favola bella”

gli venne spontaneo parlare tra sé e sé perché inarrestabile era la necessità di rivivere, attraverso il suo racconto, la lotta partigiana del nonno.

“Tu sei il mio nipote adoratissimo e per te ho conservato il fazzoletto dell’ANPI, la medaglietta della falce e martello, la bandiera rossa, perché tu sei la mia gioia di vivere, perché tu sei quella continuazione che ha reso vera la mia lotta per la Libertà”.

Luigi non sapeva più se stava sognando ad occhi aperti mentre guardava il cielo e la bicicletta del nonno.

Sapeva però che, quel pomeriggio, attraverso le pedalate, aria di Libertà era entrata nei suoi polmoni ed i suoi occhi avevano spalancato le porte ai quei valori costituzionali che erano contenuti nel libretto che aveva adesso stretto al suo cuore e che avevano intriso ogni azione del nonno.

E gli venne in mente la sua descrizione del 25 aprile del 1945, giorno della Liberazione.

Lo guardava, sguardo fisso nei suoi occhi azzurri come il cielo, stringendolo forte. Aveva le lacrime agli occhi e l’emozione tragica dei tanti compagni persi, che era anche la disperazione delle tante mamme che non avrebbero più rivisto i loro figli, morti per la Libertà.

Ma nei suoi occhi, però, vi era anche la felicità per il fatto di aver lottato perché oggi e domani i suoi figli potevano essere liberi, potevano svegliarsi e gridare senza paura la parola “Libertà”.

Nel suo racconto, come una preghiera, il silenzio era interrotto dalla solita domanda di Luigi: “Nonno, ma quel giorno vi era il sole ad accompagnare gli istanti di Libertà?”.

“Nel cuore di tutti…” mi rispondeva piangendo “nel cuore di tutti…, nel cuore di tutti…” stringendomi forte.

Così è morto il mio nonno dopo ottanta anni da partigiano pensò Luigi.

Intanto il pomeriggio era trascorso come d’incanto ed il sole iniziava a lasciare lo spazio del cielo alla sorridente luna.

Riprese la bicicletta e pedalando dolcemente si diresse verso casa. L’aria si era fatta frizzante e carezzava con dolcezza impertinente il suo volto.

Lentamente Luigi si voltò indietro per salutare per l’ultima volta suo nonno.

Spingeva forte sui pedali come per restare legato ad essi mentre con il petto affrontava quel vento di Libertà che solo la bici del nonno poteva regalargli.

Gli restò per sempre nel cuore quel pomeriggio trascorso sulle ruote della Libertà, su quelle ruote che, sia pure con occhi pieni di lacrime, lo avevano condotto verso l’Eternità.

NICOLA GRAZIANO

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CONTINUA LA QUERELLE TUTTA INTERNA ALLA MAGGIORANZA DI CENTROSINISTRA – OLIVA CONTINUA A CHIEDERE LE DIMISSIONI DI GOLIA

AVERSA: NESSUNA APERTURA AL CENTRODESTRA DELUCHIANO

Nessun rimpasto e nessun ampliamento della maggioranza con consiglieri che non hanno appoggiato Alfonso Golia sindaco. Questa la decisione scaturita dal gruppo consiliare del Partito Democratico, regolarmente riunito, all’unanimità dei presenti: contrari ad un eventuale rimpasto che preveda allargamenti di maggioranza con soggetti che si sono candidati in schieramenti contrapposti al candidato sindaco Golia.

Presenti all’incontro: il capogruppo Dem Paolo Santulli, Francesco Forleo, Eugenia D’Angelo, Maurizio Danzi, Vincenzo Cesario Angelino (quest’ultimo ha lasciato la riunione, per motivi urgenti, prima della votazione); assente Erika Alma.

Una decisione che non solo ribadisce l’unicità della coalizione che ha vinto le elezioni, ma mira, di fatto, anche a tenere legate le mani del sindaco Golia che potrebbe pensare (per molti lo starebbe già facendo o lo avrebbe già fatto) di allargare verso il centrodestra la propria maggioranza per arginare una eventuale

«rivolta» di sei consiglieri di maggioranza che non fanno mistero di non condividere come si sta muovendo il primo cittadino e la giunta aversana,

soprattutto in tema di condivisione delle decisioni che si adottano.

Perentoria la risposta del primo cittadino agli esponenti del suo stesso partito: «Vorrei rasserenare i quattro consiglieri comunali presenti alla riunione del gruppo consiliare del Partito Democratico che il tema del rimpasto di giunta che l’ha spinto a riunirsi e a rilasciare dichiarazioni alla stampa con tanta solerzia non è mai stato sul tavolo del sottoscritto».

«Ignoro – continua Golia - le fonti che hanno portato con tanta premura a riunirsi, la non questione poteva essere gestita agilmente con una telefonata al sottoscritto per accertarsi dello stato dell'arte. Il tempo, il confronto e la proattività nel riunirsi andrebbero convogliati sulle questioni amministrative e proposte concrete per l'attuazione del programma elettorale e il risanamento della città. L'unica mia

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preoccupazione, come sempre, è lavorare sui temi per risolvere i problemi della città».

«Pur certi che le ipotesi ventilate dalla stampa rappresentano scenari che sono lontani dalla volontà del sindaco Golia, - afferma il capogruppo Pd Santulli - il gruppo consiliare del Partito Democratico ha inteso esprimere il suo parere rispetto a scelte politiche fondamentali per la maggioranza».

Una dichiarazione laconica che la dice lunga sulle tensioni in atto nella maggioranza, dove anche un semplice incontro tra il sindaco e un consigliere di opposizione genera ipotesi di ogni tipo sempre legate ad un possibile cambio di casacca.

All’esterno del Pd, Pasquale Fiorenzano, eletto in una lista civica che appoggia Golia, ha affermato: «le uniche riunioni che attirano il mio interesse sono quelle per affrontare la miriade di problemi della nostra Città. La mia Bibbia è il programma elettorale

e come ho condiviso in consiglio comunale le buone proposte delle forze politiche, anche di minoranza, mi auguro che per il bene della città si possa sempre arrivare ad una partecipazione ampia e condivisa».

Insomma, ad un Santulli (che fa parte dei cosiddetti dissidenti) laconico si aggiunge un Fiorenzano (considerato tra i fedelissimi del primo cittadino) ecumenico.

Dall’opposizione si fa sentire in maniera graffiante il capogruppo consiliare di Fratelli d’Italia Alfonso Oliva che ha dichiarato: «Prendo atto di questa decisione del Partito Democratico che, a mio avviso, è inutile e tardiva: perché il sindaco già nel mini rimpasto di giunta aveva inserito assessori provenienti dal centrodestra. Mi sembra piuttosto un tentativo di salvaguardia in autotutela della specie prima della distruzione di massa. Delle due l’una: o Golia allarga la sua maggioranza o va a casa. I numeri dell’unico bilancio parlano chiaro».

Oliva si riferisce all’astensione di ben cinque consiglieri in sede di approvazione del bilancio preventivo 2020, per poi concludere: «L’ho sto scrivendo e dicendo da agosto: Golia salga al protocollo, si dimetta e chieda una verifica di maggioranza nei 20 giorni successivi che la normativa gli consente per un eventuale ripensamento.

Altrimenti, liberi la città e si ritorni alle urne perché i cambi di casacca, l’abbiamo già visto, anche nel recente passato, servono solo a prolungare l’agonia ma il destino è già segnato».

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IL COMUNE ACQUISISCE LE STORICHE MASSERIE RURALI E DA IL VIA AI LAVORI

PARETE: DIVENTA REALTA’ IL PARCO AGRICOLO URBANO

Sta per concretizzarsi il Parco Agricolo Urbano di Parete, un esempio unico in Italia nel suo genere.

Qualche giorno fa, infatti, uno dei due manufatti che ne dovranno fare parte, Masseria 30 Moggi è diventata del Comune di Parete. A renderlo noto il sindaco del «paese delle fragole» Gino Pellegrino che ha annunciato: «ho firmato l’atto di acquisto della prima masseria dell’innovativo progetto del Parco Agricolo Urbano. Un modello di sviluppo locale senza eguali in Italia.

Il primo passo operativo che ci porterà a partire dalle prossime settimane ad avviare il lavoro di restauro delle nostre antiche masserie, a realizzare strade alberate, piste ciclabili e a valorizzare e rendere fruibile il nostro paesaggio rurale».

«L’unico modo per recuperare queste antiche masserie appartenenti ad una moltitudine di eredi – ha continuato il primo cittadino paretano - era l’acquisizione a patrimonio comunale. Un pensiero e un sogno che coltivo da quando ero un giovane studente di architettura che finalmente diventa realtà».

La seconda Masseria che sta per essere acquisita in tempi brevi è Casa Mauro, una casa torre che, attualmente, è di proprietà del Pio Monte della Misericordia con il quale sarebbe già stato raggiunto un accordo con la sottoscrizione di un preliminare.

Ad essere coinvolta anche Soprintendenza ai Beni Culturali con la quale il sindaco Pellegrino è in costante contatto.

Lo stesso Pellegrino annuncia che sono stati anche affidati i lavori che dovrebbero iniziare tra la fine di dicembre del 2020 e l’inizio di gennaio del prossimo anno.

L’intero progetto avrà un costo complessivo di un milione e mezzo di euro con un finanziamento già approvato della Regione Campania.

Di questa somma un milione di euro sarà destinato alla realizzazione delle infrastrutture per la fruizione ecosostenibile del parco agricolo urbano.

«Si tratta – evidenzia ancora il primo cittadino del centro a vocazione agricola a cavallo tra le province di Napoli e Caserta - di un progetto pilota senza eguali in Italia che è stato valutato positivamente dalla Regione. Siamo certi che rappresenterà un modello di riferimento per molti altri comuni».

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Passando al particolare, il progetto prevede: sei chilometri di piste ciclopedonali che collegheranno il Palazzo Ducale all’area agricola e a 3 antiche masserie; videosorveglianza nei diversi punti di accesso al parco e lungo le piste per rendere sicuro il percorso e per tutelare il patrimonio del Parco Agricolo Urbano; piantumazione di alberature nelle strade urbane ed extra urbane; realizzazione di recinzioni ecosostenibili dei fondi agricoli.

Per quanto riguarda l’acquisizione a patrimonio comunale delle antiche masserie rurali, queste saranno restaurate e diventeranno casa del Parco, punti vendita prodotti agricoli a chilometri zero, punto ristoro e aree picnic.

«Con la realizzazione di questa idea – ha concluso Pellegrino - mettiamo a segno un importante colpo che ci consentirà di riqualificare e valorizzare l’intero territorio comunale garantendo una completa fruizione ecosostenibile dello stesso».

Questa della realizzazione del Parco Agricolo Urbano di Parete rappresenta, però, solo una prima fase dello sviluppo socio economico di Parete.

Pellegrino e la sua amministrazione, infatti, puntano a dare vita ad una «Fase due» che punta sulla partecipazione attiva al Masterplan del litorale domizio varato sempre dalla Regione Campania.

In questo senso il primo cittadino paretano ha già in programma, nei prossimi giorni, un incontro con l’assessore regionale all’urbanistica dell’esecutivo guidato dal governatore della Campania Vincenzo de Luca, Bruno Discepolo.

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IL GIOVANE, MA CON QUATTRO CONSILIATURE ALLE SPALLE, POLITICO AVERSANO HA DEDICATO LA NOMINA ALLA SUA CITTA’

MICHELE GALLUCCIO CAVALIERE DELLA REPUBBLICA

di ANTONIO ARDUINO Quando si dice che un professionista, qualunque

sia il campo in cui impegna la sua attività "è prestato alla politica" si intende che quella persona ha delle competenze uniche, utili al paese. Una frase che gli permette di accedere alla politica dicendo "non volevo ma di fronte a una richiesta così chiara non posso rifiutarmi di dare il mio contributo”.

Ben detto, ma c'è solo da chiedersi a favore di chi darà il contributo, perché il più delle volte queste persone prestate alla politica poi dimostrano di preoccuparsi essenzialmente di servire solo se stessi e i loro familiari, come raccontano le cronache anche quelle degli ultimi giorni.

Ne segue che essere onesti, lavorare per fare davvero l'interesse della comunità in politica non paga.

È quanto accaduto a Michele Galluccio consigliere comunale per quattro legislature che ha rivestito cariche assessoriali e lavorato sempre in maniera chiara e cristallina per fare l'interesse degli aversani che, però, alle scorse elezioni non lo hanno premiato impedendogli di ritornare in consiglio comunale.

Però se gli aversani non hanno saputo valutare le qualità di Galluccio lo ha fatto lo Stato confendogli, a soli 43 anni, l'onoreficenza di Cavaliere della Republica per il suo impegno civile e militare, come recita l'atto di nomina consegnato dal Prefetto Raffaele Ruberto al primo maresciallo in servizio al Terzo Reggimento Tasmissione presso lo Stato Maggiore dell’Esercito Italiano.

Questo quanto dichiarato da Galluccio sul proprio profilo Facebook: “Ci sono giorni in cui ti fermi a riflettere sulla tua vita. Oggi è uno di quei giorni, il giorno in cui sono stato nominato

‘Cavaliere della Repubblica’. Avere questa onorificenza mi gratifica e mi stimola perché un obiettivo non è mai una fine, ma solo un inizio per alzare ancor di più l’asticella per dimostrare che si può fare sempre meglio. Vogliono condividere questa gratificazione con la mia famiglia, gli amici e tutte le persone che ho conosciuto in questi tanti anni con un pensiero a chi non c’è più. Ed una dedica speciale alla mia città, Aversa, che è nel cuore di tutti noi:

sperando che riesca a migliorare sempre più.

Grazie”

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DOMENICA 11 OTTOBRE SI È TENUTA UNA MANIFESTAZIONE DI PROTESTA DEGLI

OPERATORI DEL MERCATO ORTOFRUTTICOLO DI AVERSA A DISTANZA DI UN ANNO DALLA CHIUSURA DELLA STRUTTURA DI VIALE EUROPA

M5S: MERCATO ORTOFRUTTICOLO, FALLIMENTO TOTALE

Il M5S di Aversa esprime piena solidarietà agli addetti ai lavori e ribadisce la propria disponibilità per la risoluzione del problema.

La nostra forza politica è stata l'unica ha votare contro la risoluzione in consiglio comunale nel lontano novembre 2019 che stabiliva l'apertura della struttura in 70 giorni.

Le perplessità da noi manifestate:

La gara per i lavori fu aggiudicata con un ribasso del 40%, il computo metrico si è verificato incompleto e inadeguato.

La ditta aggiudicatrice per i lavori, non ha rispettato i tempi di consegna dei lavori, sostenendo che l'amministrazione comunale ha compiuto una serie di errori nella redazione del progetto.

I lavori sono stati eseguiti a rilento e i risultati sono sotto gli occhi di tutti, pannelli di copertura posizionati su strutture arruginite e instabili, asfalto non ancora posizionato, rifiuti speciali ancora presenti nella struttura.

La nostra proposta è stata più volte sviscerata, il difensore civico Regionale, dagli operatori interpellato a maggio del 2020, diede una scadenza di un mese alla giunta comunale di completare i lavori, pena la nomina di un Commisario ad Acta, ma alla luce di una conclamata incapacità di portare a termine i lavori e ottemperare alle prescrizioni dei Nas e dell'ASL competente, deve assolutamente mettere in atto tale provvedimento per manifesta incapacità e ripiegare su una situazione ormai resasi complessa e di difficile soluzione.

Non c'è più tempo da perdere.

Movimento 5 stelle Aversa

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ANCORA UNA PUNTATA DA PICCOLE STORIE DEL PAESE DEI PAZZI – CAPITOLO XIV - DI TINA E VITTORIO SAVINO – CINZIA SANTULLI EDITORE

STORIE MANICOMIALI – COSA ACCADE IN ITALIA DALLA META’ DEL ’900

Molti giovani psichiatri italiani cominciano a guardare alla Francia non senza grandi speranze.

Gruppi autonomi ed isolati si formano alla luce delle nuove esperienze e alla fine degli anni sessanta puntano il dito contro l’istituzione manicomiale.

In Italia convivono più psichiatrie e variegate figure di psichiatri, diversi tra loro, ma anche dipendenti di più amministrazioni: si va dalle amministrazioni provinciali, agli istituti privati a quelli religiosi. Un solo dato su tutti, gli psichiatri in servizio presso le amministrazioni provinciali, pur essendo laureati in medicina e chirurgia, percepiscono stipendi che sono la metà dei loro colleghi che operano negli ospedali generali.

Gli psichiatri “ribelli” di casa nostra guardano alla Francia con sempre maggiore attenzione.

Tra le cose da mettere sicuramente a posto c’è la figura e la professionalità dei “guardiani dei matti”, che è necessario , ora come non mai, trasformare in educatori o quantomeno in operatori adeguati alle esigenze di un approccio completamente diverso con il malato di mente.

Argomento questo che proprio i francesi trattano a partire dal 1939 , rivisitando nel 1949 con la creazione dei “Centre d’entrainement aux method des d’education active”, esperienza portata in Italia nel 1950, ma bisogna aspettare il 1963 perché ad Ardenza (Lucca) parta il primo corso per infermieri psichiatrici.

L’avvento degli psicofarmaci richiede agli operatori sanitari un approccio con il malato diverso, non più custodialistico e di controllo, ma di vera e propria azione terapeutica.

Nel 1962 il Ministero della Sanità pubblica gli

“Annali della Sanità Pubblica”, ben 238 pagine in cui sono riportati informazioni e dati statistici dai quali traspare, senza mezze misure, l’arretratezza dello stato degli istituti psichiatrici presenti sul territorio nazionale.

Parte il processo al manicomio, in pratica la rivolta alla legge del 1904, che lede fortemente i diritti della persona , esula da qualsiasi intento sanitario e scientifico e si pone contro i dettami della Costituzione, contrapponendosi agli articoli 2,3 e 32 e con il principio di uguaglianza che ne è fondamento e base.

Questo processo durerà almeno venti anni e arriva a distanza dalla pubblicazione della traduzione italiana della “Psicopatologia Generale” di Karl Jaspers, filosofo e psichiatra tedesco, che affronta in modo del tutto nuovo il rapporto con la malattia mentale.

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C’è anche la politica che fa la sua parte. Il ministro della Sanità, il napoletano di Porta Capuana, Angelo Raffaele Jervolino, nel 1963 chiude una inchiesta sui manicomi pronunciando queste parole : “ gli ospedali psichiatrici necessitano di una trama giuridico- amministrativa moderna ed elastica, pienamente rispondente alle moderne esigenze di una organizzazione tecnica ed amministrativa veramente efficace e operante. E’ necessario, quindi l’intervento di una nuova legislazione organica sull’assistenza psichiatrica e sulla sanità mentale, adeguatamente rinnovatrice, che possa meglio inquadrare e coordinare, nel quadro del nuovo ordinamento sanitario nazionale, l’attività ospedaliera psichiatrica e che possa adeguare gli istituti ospedalieri psichiatrici ai nuovi compiti spiccatamente medico-assistenziali, cui essi, per l’evoluzione dei tempi sono chiamati”.

L’inchiesta, tra le tante cose, mette in evidenza come in Italia su 92 provincie, vi siano 63 manicomi, solo due regioni non hanno strutture, la Valle d’Aosta e la Basilicata.

Dal fascismo in poi vi è stata una crescita esponenziale della rete dispensariale, ma l’attività psichiatrica, è e resta ancorata ai

manicomi, che hanno, potrà sembrare assurdo, una forte carenza di posti letto. L’Italia ha circa 1,89 posti letto per 1000 abitanti in psichiatria, ma sono 1,89 posti letto in manicomio. Diversa la situazione altrove, in Svizzera (3,5 posti letto x 1000 abitanti), nel Regno Unito (4,2), in Australia (4,24), negli Stati Uniti ed in Canada (4,2).

In tutto l’Italia vanta ben 90mila posti letto , contro i 160mila necessari, ma attenzione non sono posti psichiatrici, ma tutti posti manicomiali.

Nel 1910 i ricoverati in manicomio sono 51mila, passano a 154 mila nel 1960. Quali le cause di questo problema?

Le cause sono da riportare ad un paese che è prima di tutto povero, legato come è all’agricoltura e al bracciantato, passato anche attraverso due guerre mondiali improvvisamente investito da un boom economico che porta benefici effetti, ma anche forme di esclusione sociale sempre più forti e radicali.

Oltre alle difficoltà ricettive, c’è comunque da segnalare la forte crisi del personale impegnato, agli inizi degli anni ’60, in Italia sono in servizio 756 psichiatri, 272 primari (36,51% del totale dei medici), 162 aiuti (21,43%), e 322 assistenti (42,59%). Vi dovrebbe essere all’incirca un medico ogni 124 degenti, ma la media supera un medico ogni 300 malati in alcune parti del paese.

Il richiamo è scadente, i giovani medici fuggono dalla psichiatria e dai manicomi, dove gli stipendi sono bassi e vi è scarsa motivazione alla permanenza ed alla crescita. L’età media degli psichiatri è alta e le occasioni di lavoro in altre specialità sono altissime per quei tempi.

In servizio, vi sono poi 16.725 infermieri, in pratica con un rapporto infermiere/malato di 1 infermiere per sei malati. Ma abbiamo già parlato della qualità di questi lavoratori,

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inadeguata sotto il profilo professionale e della preparazione all’assistenza psichiatrica.

Un ulteriore gap è certamente la differenza organizzativa e di posti letto tra Nord e Sud del paese, che vede il Nord con cifre tre volte maggiori rispetto al Sud.

Si guarda altrove, specie in Francia, dove medici ed infermieri hanno già tolto i camici ed operano nei quartieri cittadini, “faccia a faccia” con il malato ed il suo mondo.

Al Festival del Cinema di Firenze nel 1963, l’italiano Mario Ruspoli, presenta un documentario girato a Saint-Alban, “Refardssur la foie”. In sala c’è Jean Paul Sartre. Ruspoli propone le sue esperienze di lavoro al fianco degli psichiatri di Francois Tosquelles, che sperimentano un nuovo rapporto terapeutico , basato fondamentalmente sull’ascolto ed il rapporto di vicinanza con il paziente, con sperimentazioni di psicoterapia, che necessariamente richiedono l’abbattimento delle strutture manicomiali. Sarà un esempio di cinema verità che tra l’altro porterà anche delle innovazioni tecnologiche in campo cinematografico, infatti per la prima volta nella storia del cinema sarà utilizzata la camera a spalla da 18 millimetri, uno strumento leggero e facilmente trasportabile che sarà alla base della nascita del documentario del futuro.

Bisogna attendere il 24 aprile del 1964, allorquando a Bologna , al Teatro La Ribalta, si apre il primo Convegno Nazionale di Psichiatria Sociale, il titolo è “Processo al Manicomio”.

I tempi sono acerbi, ma si sente per la prima volta parlare di Franco Basaglia, che lavora a Gorizia e che sta mutuando una serie di schemi terapeutici anglosassoni dalle comunità terapeutiche che hanno quale fine ultimo l’apertura dell’ospedale psichiatrico, l’eliminazione dei mezzi di contenzione, il diverso rapporto con il malato.

Ma si parla anche del ”XIII Arrondissement”

francese, cioè quell’esperienza psichiatrica che in Francia porta i medici tra la gente, nel quartieri popolari e con piccole strutture di accoglienza che ospitano i malati per periodi medio-brevi.

Ne parla con veemenza Mario Cennamo, assessore alla sanità della provincia di Bologna, formatosi a Parigi, che tornato in Italia ha acquistato alla periferia di Bologna un ex albergo , Villa Olimpia, trasformandola in una struttura simile a quelle francesi, sperimentando queste nuove forme terapeutiche. Ma la paura di perdere il Manicomio è ancora forte.

Il Congresso apre però nuove vedute, si parla di unità sanitaria locale, di territorialità, di assistenza sociale, di psicologi e sociologi.

Nel 1965 un gruppo di parlamentari di sinistra presenta la proposta di legge che porta il nome di Marcella Balconi, pioniera della neuropsichiatria infantile, che tenta di dare una svolta forte alla psichiatria italiana, la legge non passa, ma…il seme è gettato.

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I GIOVANI AMBIENTALISTI DEL FRIDAY FOR FUTURE DI AVERSA SCRIVONO AL SINDACO ALFONSO GOLIA E ALL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE E, PER PROTESTA, SI INCATENANO

ALLE COLONNE DELLA CASA COMUNALE

CLIMATE CLOCK: IL TEMPO STA SCADENDO ANCHE (E

SOPRATTUTTO) PER AVERSA

Un anno circa è passato da quando alcuni ragazzi si sono riuniti per la prima volta alla libreria ‘’il Dono’’ col desiderio e l’ardire comune di confrontarsi, ponendo l’accento sulle proteste di Fridays for Future, curioso movimento nato praticamente dal nulla: un appello forte e chiaro, quello di Greta, una bambina svedese che ha avuto la forza di alzare la voce contro un sistema economico e politico neoliberista che per decenni ha deturpato la nostra Terra con il solo intento di fare profitto e monetizzare, causando disastri e problemi ambientali quasi irreversibili in nome del capitalismo. Il movimento è subito cresciuto e si è radicato in tutto il globo, divenendo la più attiva e concreta realtà politica giovanile.

Quegli stessi ragazzi, incuriositi da questo nuovo fenomeno, hanno deciso di dare vita al gruppo locale di Fridays for Future – Aversa e di adattare le proteste internazionali al luogo in cui vivono, l’Agro Aversano: un esteso territorio conosciuto un tempo col nome di Campania Felix e adesso, invece, come ‘’Terra dei Fuochi’’. Un territorio difficile, ricco di problemi e contraddizioni come disoccupazione, malasanità, assenza istituzionale e disinformazione. Un territorio abusato e violentato da politiche scellerate e prepotenti da un lato, dalla malavita e dalla camorra dall’altro.

Fridays for Future – Aversa è nato dunque con lo scopo di criticare il sistema fallimentare in cui siamo inseriti, facendo sì che le nostre proteste ricevano l’importanza che meritano, e per progettare ex nihilo un modus vivendi che sia sostenibile, rispettoso nei confronti della Terra e degli esseri viventi che la popolano.

Tali proteste hanno preso vita per ben due volte con risultati sorprendenti: il 27 settembre e il 29 novembre 2019 il gruppo locale di FFF – Aversa ha portato in Piazza Municipio migliaia e migliaia di persone (studenti, docenti e non solo…) con l’intento di puntare alle istituzioni, in primis il nuovo sindaco di Aversa Alfonso Golia e la sua amministrazione.

Tali soggetti politici in campagna elettorale si sono sempre definiti come rispettosi nei confronti del territorio e della vita dei cittadini.

Tra le idee del loro programma elettorale figurano: consumo suolo zero (con riduzione del suolo impermeabile e aumento di quello permeabile), rivalorizzazione delle aree verdi, riduzione dell’inquinamento atmosferico, riduzione del traffico veicolare, potenziamento dei mezzi pubblici e della mobilità ciclistica e pedonale.

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All’attenzione del sindaco, sceso in piazza il 27 settembre, abbiamo portato la Dichiarazione di Emergenza Climatica (DEC), un documento programmatico già adottato da diverse istituzioni, città e nazioni che prevede proprio gli impegni ‘’green’’ che l’amministrazione si è posta in campagna elettorale.

Il sindaco Golia si è preso poi l’impegno di firmare e far approvare il documento, affiancandolo al provvedimento ‘’Plastic Free’, di cui l’amministrazione è stata sin da subito orgogliosa promotrice (ma mai garante).

Durante il successivo sciopero globale, quello del 29 novembre, noi eravamo di nuovo in piazza e ancora numerosissimi. Il Sindaco no, almeno non fisicamente. Un giovane consigliere comunale dichiaratosi ambientalista portò a noi ragazzi la DEC firmata dallo stesso proponendosi di portare tale documento all’attenzione del consiglio comunale.

Dopo questi due impegni presi dall’amministrazione in piazza, la DEC è stata firmata, ma non ancora approvata dal consiglio comunale. Da quel 29 novembre scorso abbiamo intrattenuto più o meno costantemente un rapporto politico attivo con la maggioranza.

Quest’ultima, però, si è dimostrata fallimentare, poco attenta e per nulla seria nei confronti di Fridays (e di altre associazioni).

Per onestà intellettuale è necessario elencare tutte le mancanze e le promesse non mantenute dall’amministrazione Golia in questo primo anno circa:

- abbiamo avuto numerosi incontri per la costituzione di un Laboratorio di comunità che coinvolgesse non solo altre associazioni del settore, ma anche e soprattutto il Comune.

Questo laboratorio avrebbe avuto il compito di

dotare Aversa di un vero e proprio organo progettuale e organizzativo, ma soprattutto che aiutasse e liberasse l’amministrazione da numerosi impegni, compiti e addirittura spese.

Esso, inoltre, avrebbe rappresentato la cittadinanza tutta e le proprie istanze spesso poco presenti all’interno delle istituzioni comunali.

Le prospettive erano ampie, ma l’amministrazione ha continuamente mostrato poca partecipazione, annullando spesso incontri e riunioni pochi giorni prima da questi;

- abbiamo denunciato la messa in atto delle scellerate capitozzature (Lecci a Via Diaz, 20 Aprile 2020; Eucalipti al Parco Pozzi, 21 Aprile 2020; Ailanto a Viale Europa e Arbusto a piazza Bernini; Tigli a Piazza Santulli, 4 Giugno 2020;

Alberi interni al Parco Pozzi, 5 Giugno 2020;

Pioppi presso la scuola D. Cimarosa, 13 settembre 2020; Alberi a via Filippo Saporito negli ultimi giorni) e mostrato l’incompetenza e la mancanza di un ufficio tecnico serio e concreto che si occupasse in maniera informata e scientifica del verde pubblico (il Comune, infatti, non dispone di un agronomo).

L’amministrazione ha pubblicato un controcomunicato pochi giorni dopo la nostra prima denuncia, ricco di inesattezze tecniche, scientifiche e metodologiche.

Tale controcomunicato è stato diffuso in maniera informale, passando prima dalle pagine social degli amministratori per poi venire pubblicato presso alcune testate giornalistiche locali.

Noi, d’altro canto, abbiamo agito per vie ufficiali, inviando al Comune di Aversa (e all’assessora all’ambiente) una PEC, di cui abbiamo la ricevuta di ritorno, in data 16/05/2020;

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- a seguito della denuncia alle capitozzature, ci è stato chiesto un incontro (tra i commenti di un nostro post sui social…) da parte del responsabile dell’ufficio tecnico del verde urbano.

Questo incontro ha visto tale responsabile mostrarsi apparentemente disponibile, propositivo e attento alle istanze da noi portate.

Successivamente, però, lo stesso (abbiamo certezza di ciò) ci ha criticato, rivolgendosi a terzi, definendo noi ragazzi inesperti e approssimando il nostro impegno politico e le nostre capacità;

- ci è stato promesso informalmente a suo tempo l’affidamento di uno dei casotti (inutilizzati) all’interno del Parco Pozzi per la nascita di una biblioteca sociale e green, che sarebbe dovuta divenire sede di Fridays.

Chissà, forse avevano stima e apprezzavano le nostre azioni. Alcuni dei nostri compagni si sono poi mossi per mettere su un vero e proprio progetto di ciò.

Dopo mesi, però, l’assessora all’ambiente ci ha comunicato che il casotto verrà affidato a privati per l’introduzione di un servizio bouvette.

Biologico, però;

- abbiamo portato all’attenzione degli amministratori, nel mese di luglio, il progetto di un Bike Strike, un giro in bici per le strade della città di Aversa per sostenere con famiglie e cittadini l’importanza della mobilità sostenibile.

I nostri hanno buttato giù un percorso fattibile e un’organizzazione a costo 0, contattando associazioni e realtà ciclistiche nazionali e internazionali, prendendo impegni e invitando ufficialmente quest’ultime.

Dopo alcuni incontri, però, il Comune ha continuamente rinviato l’evento, facendolo finire inevitabilmente nel dimenticatoio.

Tutte queste inadempienze mostrano la fallimentare applicazione da parte dell’amministrazione comunale del proprio programma elettorale.

Alfonso Golia sembrava essere la svolta reale per questa città da decenni amministrata da politiche clientelari, corrotte e per nulla interessate al bene e al futuro di Aversa e dei cittadini.

Sembrava essere quel vento di cambiamento, quel viso pulito e sorridente a cui più della metà degli aversani (e non solo) ha dato fiducia. E quel volto era il simbolo di un progetto politico serio,

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basato su punti programmatici innovativi, realizzabili e sostenibili. E in tutto ciò noi

#ciabbiamocreduto.

Ma, a quanto pare, in politica non serve solo avere la faccia pulita ed essere ‘’brave persone’’.

Queste speranze sono state, nel corso di questo anno e mezzo, man mano deluse e tradite. Nei numerosi incontri sopra elencati siamo stati, per quanto possibile, comprensivi e aperti a ogni forma di proposta nonostante queste fossero presentate senza una progettualità concreta di fondo.

L’amministrazione, però, si è mostrata come spaccata e divisa al proprio interno, senza coesione e condivisione non solo di idee e progetti, ma di passione e ideale comune.

I singoli assessori o consiglieri si sono mossi sempre in maniera isolata e spontanea, mostrando spesso incomunicabilità con i propri compagni di maggioranza.

Alcuni hanno addirittura messo in evidenza la propria mancanza di rigore istituzionale, rivolgendosi ai singoli e alle associazioni in maniera irrispettosa, non ufficiale, dilettantistica e, secondo noi, poco formale.

Venerdì 9 ottobre noi siamo stati in piazza per manifestare certo per i cambiamenti climatici e per tematiche di impellenza internazionale, ma anche e soprattutto per mettere in evidenza i problemi e le brutture del territorio dell’Agro Aversano.

Chiediamo dunque che venga fatto un nuovo tentativo di dialogo con l’amministrazione, stavolta serio, limpido e istituzionalmente valido.

Non siamo qui per criticare per mancanza di simpatia i nostri amministratori, bensì per cercare di smuovere una situazione oramai stagnante e negativa per il futuro della nostra città.

Apprezziamo i loro numerosi sforzi per intraprendere un dialogo con noi, ma critichiamo il loro modus operandi non solo dal punto di vista

‘’comunicativo’’, ma anche dal punto di vista politico, amministrativo e pratico.

Diffondiamo questo comunicato con la consapevolezza che entrambi lavoriamo e agiamo per il bene della comunità, ma alziamo la voce per mostrare che i nostri politici hanno perso la via e i propositi annunciati a tutti nel maggio 2019 in piena campagna elettorale.

Progetti come il nuovo ‘’Biciplan’’ ci fanno ben sperare per il futuro, ma non ci fanno dimenticare le inadempienze e le promesse non mantenute fino a ora.

Il tempo scorre inesorabile e sta per scadere anche (e soprattutto) per Aversa.

L’assemblea di Fridays for Future – Aversa

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RISPOSTA DELL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI AVERSA ALLE

CRITICHE DI FRIDAYFORFUTURE AVERSA (di MARIANO SCUOTRI, Consigliere Comunale de La Politica

Che Serve)

Sono il “giovane consigliere comunale” che circa un annetto fa, come viene giustamente riportato nell’ultimo, critico (per fortuna, perché la critica è il sale del confronto e dell’evoluzione) comunicato di FridaysForFuture Aversa, firmò la Dicharazione di Emergenza Climatica in piazza, assumendosi l’impegno di portarla in Consiglio Comunale: cosa che poi è avvenuta (al contrario di quello che il comunicato vuole far credere), precisamente il 12 febbraio 2020 (c’è il verbale) quando l’Assise consiliare della nostra città ha approvato all’unanimità (maggioranza e minoranza) la dichiarazione di FFF portata in quella sede come mozione da parte del sottoscritto.

Tutto questa seconda parte però, devo notare con dispiacere e sincera delusione, non viene riportata nel comunicato di FFF che poco fa citavo, di cui non metto in dubbio le buone intenzioni di critica costruttiva, ma sul quale non posso fare a meno di esprimermi date alcune sostanziali inesattezze:

È vero che abbiamo avuto degli incontri per la costituzione di un “Laboratorio di Associazioni”

(Laboratorio di progettazione civica per essere precisi, denominato AversaLab, un’idea dell’Assessore Tarantino e della Commissione Politiche Sociali di cui faccio parte); non è altrettanto vero che i tempi non siano stati

rispettati, tutt’altro. Il primo incontro c’è stato a febbraio, poi c’è stato, come credo tutti ricordino, un lockdown di 2 mesi circa, e successivamente, da maggio, si sono susseguiti 4 incontri (ci sono i verbali e le convocazioni UFFICIALI a firma dell’Assessore Tarantino; le consultazioni informali sulla data credo siano un passaggio normale quando tante persone si devono incontrare e devono mettersi d’accordo su quando incontrarsi...); proprio in questi giorni stiamo per fissare un altro incontro (chiesto, voluto e sollecitato da noi Amministrazione) per chiudere al più presto la fase di costituzione dell’AversaLab. I tempi li abbiamo contingentati e gestiti insieme, e, ad onor del vero, sono state le Associazioni a chiedere più tempo e “più confronto” prima di ufficializzare il tutto. Non in ultimo, preme specificare che l’AversaLab, nato e voluto dall’Amministrazione, è un progetto aperto a tutte le associazioni e a tutti i gruppi della città: non spetta a nessun gruppo e a nessuna associazione in particolare arrogarsi il diritto di dettare linea e tempistiche.

Sulle capitozzature: viene contestata la

“mancanza di ufficialità” di un incontro con l’ufficio tecnico, nonché la “mancanza di competenza” dello stesso nei lavori sul verde pubblico. Sulla ufficialità la questione non ha motivo di sussistere, poiché l’incontro a cui si fa riferimento non era, volutamente e coscientemente, un incontro programmato o ufficiale, ma un appuntamento informale preso nel giro di 24h per chiarire quanto scritto su fb da un privato cittadino (non da FFF) che aveva gratuitamente speso parole poco eleganti agli indirizzi del responsabile dell’ufficio ambiente.

Riguardo le competenze, abbiamo sempre ribadito la nostra linea: siamo stati i primi a contestare ai nostri giardinieri determinati interventi per le modalità utilizzate, e infatti ci ripromettemmo allora che nei mesi successivi

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all’approvazione del bilancio (approvato il 17 agosto, non sono trascorse nemmeno 8 settimane), a pieno regime, avremmo proceduto all’introduzione di un agronomo, cosa per la quale, sarebbe bastato leggere i giornali degli ultimi giorni o consultare l’albo pretorio, già è stato prodotta delibera di indirizzo (248 del 01/10).

Sul “casotto” al Parco Pozzi, la questione mi sembra, con rispetto, frutto di una capziosità tipica di un carattere capriccioso: l’Assessore all’Ambiente non ha mai comunicato, ne mediante gli organi di stampa ne mediante atti amministrativi, che avrebbe lavorato all’affidamento al gruppo FridaysForFuture Aversa (che, tra l’altro, non può essere destinatario diretto di affidamento in quanto, a detta dello stesso e come è possibile sapere con una semplice ricerca sul web, non è un’associazione o ente del terzo settore, ma è un’assemblea informale di studenti); vero è invece che FFF Aversa trova ospitalità per le proprie riunioni nei locali della Libreria Il Dono, che è un’Associazione e Biblioteca riconosciuta dall’Albo, ma non è in alcun modo ricollegata, da statuto, a FFF. Quindi le attività e le iniziative del Dono sono autonome e distinte rispetto alle attività di FFF, e viceversa.

Sul Bike Strike: su questo devo fare un passaggio personale. La proposta di Bike Strike fu portata alla mia personale attenzione tra giugno e luglio.

In pochi giorni, non ricevendo altri solleciti, fui io a chiamare alcuni membri del gruppo FFF per chiedere lo stato dell’arte dell’organizzazione, e mi fu risposto che stavano valutando le date che noi avevamo proposto su loro richiesta (date che sono state procrastinate solo 2 volte sulla base di una maggiore e concordata prudenza in attesa di nuovi DPCM che dessero indicazioni meno vincolanti sugli eventi sportivi, allora, nel mese di luglio, ancora oggetto di restrizioni), nonché l’opportunità dell’iniziativa data la situazione COVID19. Da allora, non abbiamo mai ricevuto notizie e aggiornamenti, nonostante io avessi chiesto anche di formalizzare la proposta sulla base delle date da noi suggerite. È evidente che il dimenticatoio è stato voluto dal gruppo (cosa legittima, magari le priorità sono state altre). Ma noi non abbiamo mai fatto ostruzionismo o

“snobbato” la proposta.

Le supposte divisioni e gli eventuali attriti di maggioranza, veri o no, di certo non hanno mai influenzato il lavoro sui temi ambientali e sociali (basta vedere l’unanimità della Dichiarazione, o la nostra chiara volontà di dar vita al Laboratorio AversaLab nel minor tempo possibile). Ne tantomeno è accettabile un attacco gratuito e

sfrontato basato sul nulla e che contesta, di fatto, una fase di “lavori in corso” fisiologica in un rapporto tra un associazioni e amministrazioni.

Non voglio appellarmi al discorso del “meno peggio, è già tanto”, ovvero non pretendo che si venga apprezzati solo per le intenzioni: noi, Amministrazione, siamo i primi che vogliono concretezza e risultati, e ne stiamo dando prova, nonostante le difficoltà. Ma vorrei anche che la collaborazione si esplicasse in questo: dialogare quando si vogliono chiaramenti, senza cercare la protesta acchiappalike a tutti i costi; e soprattutto avere la maturità di studiare e capire i meccanismi amministrativi prima di pretendere e pensare che tutto sia dovuto e facile.

La città si cambia se si è consapevoli della realtà che si vuole cambiare, e se si è disposti a rispettare il lavoro degli altri comprendendone le problematiche e aiutandosi. Altrimenti diventa vuota e populista protesta politica, ed è un peccato, e lo dico da “giovane”, che i ragazzi ancora una volta debbano essere tacciati, in una società paternalistica come la nostra, di essere plagiati dalle posizioni politicamente ostili di qualcuno più grande di età.

Mi auguro, e l’ultima parte del comunicato di FFF mi fa ben sperare, che questo sano confronto di chiarimenti e verità serva e sia servito a rinsaldare ancor di più il rapporto di trasparenza e collaborazione che vogliamo ci sia con una grande realtà dei nostri giorni quale FridaysForFuture, nonché con tutti i gruppi, le associazioni e i singoli cittadini che vogliano dare un contributo al miglioramento del luogo in cui viviamo.

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LA SQUADRA NORMANNA SI PRESENTA IN FORMA IN VISTA DELLA PRIMA DI CAMPIONATO PREVISTA PER OGGI

LA NORMANNA ALL’ASSALTO DELLA CAPITALE

E’ scattato il countodown. Manca sempre meno alla prima partita ufficiale, dopo mesi di stop a causa di questo maledetto Covid-19, per la Normanna Aversa Academy che domenica esordirà nel campionato di Serie A3 contro la Smi Roma, formazione capitolina che gioca le partite interne al Pala Di Fiore di Ostia Lido.

Importanti sì i test precampionato ma nell’ambiente in questa settimana si respira un’aria diverso. C’è grande concentrazione da parte di tutti, atleti e staff tecnico sperano di non dimenticare nulla per arrivare al 100% della forma, sia fisica che mentale, a questo primo determinante appuntamento del girone B del terzo più importante campionato d’Italia.

Coach Giacomo Tomasello si affiderà nel ruolo di capitano del gruppo al palleggiatore Manuel Alfieri, che è già ormai parte integrante di una squadra che nella pre-season ha dimostrato di avere ottime qualità che però ovviamente devono essere confermate quando ci sono i 3 punti in palio. “Vincere aiuta a vincere – dice Alfieri – e l’aver fatto delle ottime prestazioni nelle ultime amichevoli ha aumentato, e non poco, la nostra autostima. Sappiamo bene che quando poi si

parla di campionato è tutto completamente diverso ma andremo a Roma per giocarci la nostra partita e per uscire ovviamente dal Pala Di Fiore con il successo“.

Anche perché c’è tanta voglia di ritornare in campo “dopo oltre 6 mesi di stop, ci manca terribilmente un match ufficiale che ti regala, senza volerlo, quella adrenalina che ti fa entrare in campo con quella grinta di attaccare ogni pallone e trasformarlo in punto. Giocheremo contro una signora squadra, Roma ha giocatori importanti per la categoria e bisogna assolutamente rispettare i nostri avversari. Ma non abbiamo paura, vogliamo onorare i colori della Normanna Aversa Academy“.

Guardando la squadra che sarà dall’altra parte della rete Alfieri ha già le idee molto chiare:

“Hanno più esperienza di noi, questo lo dice la carriera di alcuni atleti che ci ritroveremo di fronte. E’ per questo motivo che vogliamo subito mettere la firma alla partita, dobbiamo cercare di non farli entrare proprio nel match. Chiaramente faremo la nostra gara, è stata studiata nei minimi dettagli dall’allenatore Tomasello e dallo staff e sono fiducioso. Da Roma torneremo col sorriso“.

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Una gara sontuosa. Che ha rasentato la perfezione nel test match giocato nello scorso fine settimana al ‘PalaJacazzi’ di Aversa i ragazzi di coach Giacomo Tomasello hanno lasciato veramente solo le briciole agli avversari del Sabaudia, costruendo una vittoria per 4-0 (giocati 4 set) che lascia pochi dubbi su chi abbia dominato la gara.

In un palazzetto tristemente vuoto a causa delle restrizioni per evitare i contagi da Covid-19 si è disputata una partita tra due formazioni che si affronteranno anche durante il campionato e ad oggi sembra che la squadra costruita dal direttore sportivo Alberico Vitullo abbia una marcia in più rispetto agli avversari laziali battuti anche a domicilio nella splendida terra di Sabaudia.

Buonissime impressioni di un gruppo che sta dimostrando, giorno dopo giorno, di voler superare ogni ostacolo con le assenze che non pesano e che fanno capire che chi viene chiamato dalla panchina per dare il proprio valido contributo non si lascia pregare per ‘regalare’ la sua migliore prestazione. Un attacco formidabile, che può essere micidiale solamente quando difesa e palleggio sono perfetti.

E come dicevamo all’inizio questa partita ha rasentato la perfezione per la Normanna che è uscita dal palazzetto con più motivazioni e sicuramente con maggiore consapevolezza dei propri mezzi. Dicevamo che domenica prossima partirà il campionato e sarà subito sfida vera: lì ci saranno i tre punti in palio e sarà necessario partire subito col piede giusto contro una formazione ‘tosta’ come quella della Capitale.

Tornando al match amichevole con Sabaudia i parziali hanno tutti sorriso agli aversani ma non sono mancati i brividi. Partenza in equilibrio nel

primo parziale con Aversa avanti 6-4, che diventa poi 11-9 con quei due punti di vantaggio che resistono fino al termine del set quando Sabaudia accelera e piazza il 20 pari. Ma lì viene fuori l’Academy: parziale di 5-2 e set vinto 25-22 tra gli applausi dei dirigenti (gli unici che possono accedere agli spalti) presenti al PalaJacazzi.

Nel secondo parziale invece dopo il 7-7 iniziale Alfieri e compagni mettono subito la freccia e scappano via. Prima 13-9 e poi 20-14, quando anche i laziali capiscono che non possono più recuperare. Ed infatti si arriva 23-16 e quindi 25- 18 con due cambi palla che regalano il 2-0 all’Aversa.

Coach Tomasello e l’allenatore laziali iniziano poi a fare un po’ di turnover ma il risultato non cambia perché si va punto a punto fino all’11 pari, poi Aversa allunga fino al 21-17 ma Sabaudia non ci sta e questa volta dimostra orgoglio fino al 23- 23. E’ un fuoco di paglia, due punti di fila dei normanni e set in tasca: 25-23 e 3-0 definitivo.

Chi pensa però che la partita sia finita deve ricredersi.

Gli allenatori decidono di fare anche il quarto set che sorride ancora una volta ai padroni di casa che così piazzano il poker col 25-22 finale che ovviamente fa felici solamente coloro che tifano Aversa.

A fine gara selfie di rito, e belle speranze per il futuro. Questa squadra farà emozionare.

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