UCLA
Carte Italiane
Title
Giovanni Attolini's Teatro e spettacolo nel Rinascimento
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Journal
Carte Italiane, 1(10)
ISSN 0737-9412
Author Baldi, Andrea
Publication Date 1989
DOI
10.5070/C9110011276
Copyright Information
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University of California
GIOVANNI ATTOLINI,
Teatro e spettacolonelRinascimento,
Bari, Laterza, 1988, pp. 273; 30figg. n. t. («BibliotecaUniversale Laterza», 245).E'
una branca
disciplinare diorigine recente, fervida dispunti cri- tici egiàillustratada
esiticospicui, quellaintesaa esplorarelevalenze molteplici dellanozione
di teatralità,facendo
ricorso aun
fornitoarma- mentario
metodologico, cheaccoglieglistrumentiprovvisti dallanuova
epistemologiadi scuola transalpina.A
provvisorio bilancio dell'apprez- zabile stadio disvilupporaggiuntoda
questeanalisi, applicateda tempo
acircostanzenostrane, l'editoreLaterza
ha
affidato a FrancaAngelini
lacuradi
una
serie dinove volumi —ciascunodi paternitàefisionomia
autonome —su Teatro espettacolo. Sièambito
così allestirela «prima
storiagenerale»dell'attività
drammaturgica,
concepitanon
neitermini largamente frequentati della «scrittura»,ma
in quelli, alungo
negletti, della«rappresentazione». Ilpiano
dei saggi laterziani, scanditi in se-quenza
linearedagli albori medioevali alleproposte odierne— con una
giunta sulle connessioni «fra Oriente
e Occidente
»—
vuol favorire
un'aggiornata letturadella
fenomenologia
scenica, seguita,lungo
l'arco di poderosi rivolgimenti culturali, nell'intricodelle sue diramazioni, fino alle soglie dell'immaginario.A
simile spirito diindagine
le vicissitudini delXVI
secolooffronoun
terreno particolarmente fruttuoso, inampie zone
già dissodato.Mentre
iletteratiattendono
alrecupero deimodelliclassici, conferendo54
REVIEW 55
pienadignità volgare a
commedia
e tragedia,ed
elaboranouna
robusta teoresi che s'industria di conciliare la Poeticad'Aristotele e la prassi coeva, inuna
cerchiaristrettadi eruditiedi arteficisi discutelalezione diVitruvio. L'esegesi delDe
architecturaalimentaun
acceso dibattito sullamorfologiadellascena edell'edificiochelaospita: èquestoilcon- trafforte speculativo,con
quarti di umanistica nobiltà, della rapidametamorfosi
degliapparati rinascimentali, ove l'impiantoparatattico, ancorainauge
atutto il '400,deve
prestolasciarluogo
auna
rinnovata sintassi visiva.Nel
ripudio delloschema
di allineamento frontale, eclis- sato dalleconquiste della trionfante«scienza»prospettica, l'Attolini, sulla scorta diun
sicuroindirizzo di ricerche, riconosceuno
degli indi- catoripiù eloquenti della«verae propria rivoluzione»promossa
dalla civiltà cinquecentesca, garantediun
inedito concetto di«spazio tea- trale» (p. 5).A
siffattopresupposto ermeneutico
facapo un denso campionario
di episodi
ben
documentati. Regestonon
privo di utilitàdidattica,ma
nel qualesi attenua l'intendimento, espresso in apertura, di valutare l'insieme di «pratiche
fondamentali» —correlate, oltreché alle sorti
dell'economia, astatuti ideologico-politici—
di cui l'organismospetta-
colarerisente. L'arduo
progettodisbrogliareun
cosìinsidioso groviglio
di relazioni palesaqualche
disagio fin nell'ordinamentodellamateria,
rubricata in categorie tipologiche distinte: sicché talora lacoerenza di
un programma
celebrativorischiadiandar perduta
nell'esamefrazio- nato delle suecomponenti.
L'impalcatturaclassificatoria dellasilloge, sottesa
da un
disegnodi- vulgativo,mira ad
agevolare ilpercorsodel lettoresprovveduto, attra- verso loscrutinioe l'esplicazione,spesso condotti intono sobriamente
discorsivo, di esperienze esemplari. Dall'intarsio dipregevoli vocicri- tiche—
richiamatecon
assiduità e raccolte nella sostanziosaappendice
bibliografica—
acquistarisaltoenettezzadi contornil'immagine
diun
gioco scenicomutevole, governato
da
accorteregie etestimonenon
reti- cente—
a chilosappiainterrogare—
deifermentidiun'epoca: tutt' altro,quindi, che
innocuo
e distratto svago.Nel
carosello diforme
teatrali Iosguardo
avvertito deimoderni
interpreti discerne ilconnubio
di istanze dottrinariee disolidetradizioni, alcroceviadei progressitecnici e delletendenze
di gusto checonnotano un periodo
di tanto vivace rigoglio.Insoddisfatto deisoliluoghi deputati, lospettacolo
evade
daglialle- stimentidi retaggioclassicoeromanzo —peraltro non
restii a peregrina-
zioni nei cortili e nelle sale nobiliari, prima
di approdare
a sedi
specifiche, stabilmente destinate alla messinscena —e si riversa nelle
stradecittadine, rimodella
membrature
architettoniche e selezionascorci urbani, officiandoisontuosiritualidellafesta. Lericorrenze eglieventi pubblicitrovanoun'eco
altisonante nel concerto di ingressi trionfali, banchetti e parate di carri allegorici, nellacoreografia cavalleresca di giostree tornei, in ossequioaun costume
di sfarzoapologetico chenon disarma neppure
dinanzi allo spettro dellamorte.Assurgono
allora a occasionedi fastosecerimonie
ufficialianche
leesequie del principe, sìda
riverberare suisudditi il lutto privato.Nel
suo scrupolo dicompletezza d'informazione
il meticolosoinven- tariosteso dall'Attolinidà
avvisodell'impaccio proceduraleimmanente
a
un
simile lavorodisintesi. Costrettoa osservare iritmiserratidiuna
revisione cursoria, lospogliodi
un
foltoapparato documentario deve
sovente abdicarea propositi di sistematicitàconcettuale, inclinandoameno
ambiziosi riepiloghi descrittivi. Ilpanorama
inquieto edisconti-nuo
dell'etàcinquecentesca,mosaico
divicende municipali daicaratterimarcatamente
individuati,mal
sopporta l'imposizione digriglierigide, noncuranti di quelleinobliabilifratture.Di
qui lascarsaautorevolezza di taluneformule desunte da una
«sociologia»alquanto sbrigativa, chenon sembra
rendereadeguato
contodell'amalgama
di realtàistituzio- nali eterogenee,né
rispettare adovere
le ragioni della cronologia.Più persuasive riesconole
pagine non
gravateda
ipotechedi decifra- zione ideologicaa largo spettro.Nel
confronto delle vestigiacronachi- stiche affiorano i trattidistintividei centriegemoni, dove
l'uso scenico, sottomesso ai destinicollettivi, si evolveinampia misura secondo
linee locali,pur
senza respingeresollecitazioni esterne, trasmesseda media-
toriillustri (clamante, alriguardo, il caso dellatrasferta
veneziana
del Vasari).A
farda
cernieratraquesta operatività, preliminare all'esecu- zione recitativa, e l'esercizio letterariodeidrammaturghi sono
gli av- visidiuna
trattatistica attenta allenecessità funzionali.Su una
triadedi esperti disquisitoti
—
GiraldiCinzio,De' Sommi
e Ingegneri—
, im-pegnati, a diverso titolo e
con
differenticompetenze,
nellamessa
apunto
delcongegno
spettacolare,indugia
ilquinto
capitolodellaras-REVIEW 57
segna,
mentre
l'ultima, brevetappa
dell'itinerariodidascalicosconfina in territorio testuale.L'escursioneevita
comunque
pistedesuete, giacché ladisamina
in- vesteildelicatoma non
incognitonodo
della«strutturanormale
», va-riamente
rivisitata, dei protocolli comici. Sull'abbrivo di alcune note di Giulio Ferroni (premesseaLe
vocidell'istrione. PietroAretino
ela dissoluzionedel
teatro, Napoli, Liguori, 1977, pp. 11-15), la «trac- ciamitica»impressanelle paniture convenzionalidellacommedia
rina- scimentale vieneeletta a falsariga di riscontro dellescritturesceniche.E
laricognizione, piuttostofrettolosaanche
ovesiconsideri ildichiarato scopo propedeutico el'incidenzamarginale delreferto, suscita perples- sitàperladisinvoltura diqualche tagliosemplificatorio eper l'impiego di etichette difacileconsumo,
che richiederebbero forsemaggiori cau- tele o più esteso discorso.Andrea Baldi
University