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a cura del Settore Ecologia e Ambiente della Provincia di Latina

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Academic year: 2022

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P ROGETTO M ONITORAGGIO ACQUE SUPERFICIALI INTERNE E COSTIERE DELLA P ROVINCIA DI L ATINA

a cura del Settore Ecologia e Ambiente della Provincia di Latina

L’ acqua è la principale risorsa per l’Uomo. Essa disseta e pulisce.

Essa ha alimentato macine e turbine, ha raffreddato componenti meccaniche o barre d’uranio, continua ad essere una importante via di comunicazione e di scambio tra popoli, paesi, economie.

Per molto tempo si è pensato che l’acqua fosse una risorsa inesauribile.

L’antropizzazione dei territori e l’evoluzione degli apparti produttivi ha coinciso con una scarsa attenzione alle problematiche ambientali, determinando, sui corsi d’acqua e sulle falde acquifere, fenomeni inquinanti o di impoverimento.

La presente pubblicazione costituisce un esempio dei risultati ottenuti dall’integrazione degli studi del “Progetto monitoraggio acque superficiali interne e costiere” della Provincia di Latina con le attività di ricerca sugli interscambi tra acque superficiali e sotterranee nella Pianura Pontina condotti dalla Sapienza Università di Roma - Polo di Latina.

Lo studio evidenzia come le azioni di tutela e di risanamento delle acque devono e possono essere calibrate tenedo conto delle portate fluenti, dei rapporti di scambio tra acque superficiali e sotterranee, delle azioni antropiche, oltre che della quantità e della distribuzione dei carichi inquinanti.

t 20,00

www.gangemiedit

ProvinciadiLatina

O ri g in e d e i c a ri c h i in q u in a n ti e s ta to d i e u tr o fi z z a z io n e d e lle a c q u e in te rn e

PROVINCIA DI LATINA SETTORE ECOLOGIA E AMBIENTE

Origine dei carichi inquinanti e stato di eutrofizzazione

delle acque interne

della provincia di Latina

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P ROGETTO M ONITORAGGIO ACQUE SUPERFICIALI INTERNE E COSTIERE DELLA P ROVINCIA DI L ATINA

a cura del Settore Ecologia e Ambiente della Provincia di Latina

Origine dei carichi inquinanti e stato di eutrofizzazione

delle acque interne

della provincia di Latina

PROVINCIA DI LATINA SETTORE ECOLOGIA E AMBIENTE

©

Proprietà letteraria riservata

Gangemi Editore spa

Piazza San Pantaleo 4, Roma w w w. g a n g e m i e d i t o r e . i t Nessuna parte di questa pubblicazione può essere memorizzata, fotocopiata o comunque riprodotta senza le dovute autorizzazioni.

ISBN 978-88-492-1898-5 In copertina:

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Prefazione Introduzione

PREMESSA METODOLOGICA

1. Sviluppo e continuità del reticolo idrografico

2. Caratteristiche fisiche e di uso del territorio dei bacini idrografici 3. Produzione e diffusione dei carichi inquinanti

3.1 Informazioni di base e approccio metodologico 3.2 Scarichi civili

3.3 Scarichi industrial 3.4 Scarichi agricoli

3.5 Valutazione dei carichi zootecnici

4. bilancio idrico e caratteristiche del deflusso naturale e/o artificiale nei corsi d’acqua 4.1 Ripartizione degli afflussi meteorici

4.2 Le direttrici del deflusso idrico superficiale e sotterraneo 4.2.1 Misure piezometriche

4.2.2 Misure in alveo

4.3 Regime delle portate dei corsi d’acqua

5. Considerazioni preliminari sulle caratteristiche delle acque superficiali e sotterranee della Provincia di Latina

5.1 Analisi preliminari

5.2 Principali caratteristiche delle acque superficiali e sotterranee

6. La banca dati dei Bacini idrografici Bibliografia essenziale

Responsabile del Progetto:

dott.ssa Nicoletta Valle,

dirigente del Settore Ecologia e Ambiente

Autori:

C. Gazzetti A. Loy C. Perotto S. Rossi P. Sarandrea N. Valle

Collaborazioni:

Le varie fasi dello studio hanno visto il coinvolgimento dei seguenti professionisti e tecnici:

Coordinamento: dott. Biol. Nicoletta Valle, dott. Geol. Carlo Perotto, dott. Ing. Angelica Vagnozzi, dott. Geol. Paolo Sarandrea, dott. Enrico Sorabella.

Trattamento e analisi dei dati: dott Biol. Nicoletta Valle, dott.

Geol. Paolo Sarandrea; Per. Inf. Guglielmo Abbruzzese, dott. Geol Carlo Gazzetti, dott. Antonio Loy, dott. Geol.

Silvia Rossi;.

Elaborazioni GIS: dott. Geol. Paolo Sarandrea; dott. Geol.

Silvia Rossi;

Rilevamenti in sito: dott. Geol. Carlo Gazzetti; dott. Ing.

Emanuele Marinucci; dott. Geol. Benedetto Pennacchia;

dott. Antonio Loy; dott. Geol. Silvia Rossi; dott. Geol. Paolo Sarandrea; dott. Luca Tarquini; dott. Geol. Giovanni Terzi; dott. Geol. Massimiliano Ticconi.

Realizzazione della Carta dell’uso del suolo nei territori dei bacini di interesse della Provincia di Latina al di fuori del Territorio Provinciale: dott. Nat. Sofia Parente dott. Nat.

Emanuela Perinelli

Raccolta dati: dott. Enrico Sorabella, dott. Geol. Paolo Sarandrea; dott. Ing. Emanuele Marinucci

archiviazione dati: dott. Geol. Paolo Sarandrea, Cristina Battisti, Rita Calabresi, geom. Angela Calisi, Per. El.

Roberta De Benedetto; Gaetano Greco; dott. Ing. Emanuele Marinucci;

Analisi geostatistica dei dati termo pluviometrici: prof.

Giuseppe Raspa.

Si ringraziano i professionisti che hanno messo a disposizione i dati presenti nei loro archivi e tutto il personale dell’Ufficio di Piano della Provincia di Latina per la preziosa collaborazione.

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L’

acqua è la principale risorsa per l’Uomo. Essa disseta e pulisce.

Essa ha alimentato macine e turbine, ha raffreddato componenti meccaniche o barre d’uranio, continua ad essere una importante via di comunicazione e di scambio tra popoli, paesi, economie.

Per molto tempo si è pensato che l’acqua fosse una risorsa ine- sauribile. L’antropizzazione dei territori e l’evoluzione degli ap- parti produttivi ha coinciso con una scarsa attenzione alle problematiche ambien- tali, determinando, sui corsi d’acqua e sulle falde acquifere, fenomeni inquinanti o di impoverimento.

Nel momento in cui, iniziato il Terzo Millennio, l’Uomo della strada e gli Uomini delle Istituzioni s’interrogano sempre di più, e con affanno crescente, sulle sorti dell’am- biente e del suo precario equilibrio, studiare, capire, approfondire lo stato delle ac- que in un determinato contesto ambientale significa creare condizioni oggettive per azioni ed interventi di risanamento dei quali si avverte l’inderogabile necessità prima che il processo di eutrofizzazione abbia un epilogo irreversibile.

Espressione di una felice collaborazione intersettoriale (Settore Ecologia e Ambiente e Settore Pianificazione Urbanistica e Territoriale della Provincia) e con gli Enti di ri- cerca (Sapienza Università di Roma – Polo di Latina), questo studio muove nella dire- zione della conoscenza delle problematiche di uno dei bacini idrografici a drenaggio artificiale più interessanti e consistenti d'Italia, avanzando proposte e ipotesi per mi- gliorarne lo stato. Mi auguro che l’intensa e profonda attività di ricerca posta in esse- re apra un dibattito profondo e innalzi la soglia d’attenzione sullo stato delle acque nel nostro territorio, affinché la Provincia e le altre istituzioni che su di esso interagisco- no, siano protagoniste delle convergenze necessarie perché, sulla strada dei rimedi non si perda tempo ulteriore: l’Unione Europa considera il bacino idrografico pontino con grande interesse. Dobbiamo cogliere questa sensibilità e metterla a frutto.

Armando Cusani

Presidente della Provincia

Prefazione

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L

a presente pubblicazione raccoglie i risultati degli studi per la caratte- rizzazione del territorio, preliminare alla realizzazione del monitorag- gio quali-quantitativo sistematico delle acque dei fiumi e canali del ter- ritorio dalla Provincia di Latina. Lo studio si inquadra nell’ambito del

“Progetto Monitoraggio acque superficiali Interne e Costiere”, con il quale la Provincia ha pianificato le azioni necessarie per rispondere al- le competenze attribuitegli dall’art. 106 della L.R. 14/99 sul “monitoraggio della produzione, dell’impiego, della diffusione, della persistenza nell’ambiente e dell’effetto sulla salute umana delle sostanze ammesse alla preparazione di preparati per lavare, e sul monitoraggio dello stato di eutrofizzazione delle ac- que interne e costiere, ed in particolare sul riesame dello stato eutrofico delle acque dolci superficiali, delle acque di transizione e delle acque marine co- stiere”.

E’ noto che il fenomeno dell’eutrofizzazione è, in genere, conseguente all’eccessivo apporto di sostanze nutrienti (composti azotati e fosfatici) nelle acque che, causan- do l’eccessivo sviluppo della biomassa algale, determina un deterioramento dello sta- to qualitativo, soprattutto per fenomeni di ipossia. Il problema risulta particolarmen- te evidente nelle acque lacustri e marine costiere; tuttavia il trasporto dei nutrienti è legato alle acque dei fiumi, dei canali e alle acque sotterranee.

Le fonti di immissione di sostanze nutrienti nell’ambiente sono sia di origine natura- le che antropica e riguardano in particolare:

– i processi di biodegradazione della sostanza organica che portano alla formazio- ne di ammoniaca o ione ammonio e quindi di nitriti e nitrati e alla formazione di fosfati;

– l’uso di prodotti a base di fosfati per l’abbattimento della durezza dell’acqua nei lavaggi;

– gli scarichi domestici che contengono da 15 a 25 mg/l di Azoto, ove non sia pre- sente un processo di depurazione terziario;

– i liquami zootecnici e la concimazione dei terreni soggetti a dilavamento per fe- nomeni di ruscellamento e infiltrazione;

– gli scarichi industriali a cui possono essere associati apporti notevolissimi di so- stanze nutrienti insieme ai composti più vari.

I processi di eutrofizzazione sono condizionati da numerosi altri fattori di cui si deve tenere conto, tra i quali rientrano senz’altro la radiazione solare, la temperatura, la presenza di metalli e/o composti organici che possono limitare o incrementare lo svi- luppo delle alghe.

La concentrazione nelle acque dei nutrienti e degli altri composti che possono con- dizionare i processi di eutrofizzazione dipende dalla quantità e tipologia degli scari- chi (puntuali o diffusi) e dalla quantità e qualità delle acque in cui questi vanno a mi- scelarsi.

Con riferimento al territorio provinciale, se si osserva la Figura 1, ove viene visualiz- zato a titolo esemplificativo il bacino sotteso da una sezione del Fiume Cavata, si può facilmente intuire come le caratteristiche qualitative delle acque del fiume siano la somma delle seguenti componenti:

– portate e caratteristiche delle acque sorgive (gruppo delle sorgenti del Fiume Ca- vata);

– caratteristiche delle acque di ruscellamento (nei periodi piovosi) che dilavano estese superfici coltivate, aree urbane ed industriali (fonti diffuse);

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Origine dei carichi inquinanti e stato di eutrofizzazione delle acque interne della provincia di Latina



– portata e caratteristiche degli scarichi civili, agricoli ed industriali presenti nel ba- cino idrografico (fonti puntuali e concentrate);

– presenza di derivazioni o immissioni di acque (pompaggio o scambi con la falda acquifera) che possono variare, con le portate, i livelli di diluizione degli scarichi dando luogo ad un apparente incremento o decremento dei livelli di inquina- mento.

Per quanto detto, appare evidente che il monitoraggio dei corsi d’acqua finalizzato al- la calibrazione degli interventi di tutela e risanamento, deve integrare gli aspetti qua- litativi e quantitativi del deflusso. Le scelte e le strategie operative da adottare per il monitoraggio devono derivare da una conoscenza dettagliata sia dei processi che de- terminano la produzione dei carichi inquinanti, sia delle caratteristiche dei bacini idro- grafici e dei corpi idrici ricettori, per lo meno in termini di:

1. sviluppo e continuità del reticolo idrografico;

2. caratteristiche fisiche e di uso del territorio dei bacini idrografici;

3. produzione e diffusione dei carichi inquinanti.

4. fattori meteo-climatici, bilancio idrico e caratteristiche del deflusso naturale e/o artificiale nei corsi d’acqua;

5. scambi quali/quantitativi tra acque superficiali e sotterranee;

Il presente volume, dopo una sintetica descrizione delle metodologie adottate e del- le attività svolte per costruire una base di conoscenze omogenee sul territorio pro- vinciale rispetto ai temi citati, l’atlante sistematico dei corsi d’acqua e dei relativi ba- cini e sottobacini idrografici.

Per ciascun corso d’acqua e relativo bacino idrografico vengono analizzati gli scarichi puntuali e diffusi, le caratteristiche quali/quantitative del deflusso idrico, i rapporti di scambio con gli acquiferi sotterranei e la ripartizione degli afflussi meteorici.

Questa impostazione metodologica deriva dalla consapevolezza che il monitoraggio, in quanto tale, non deve essere realizzato al solo scopo di sopperire alle carenze co- noscitive, ma può essere utilizzabile solo nel momento in cui fornisce dati inquadra- bili e interpretabili in un modello dell’ambiente sufficientemente noto.

Fig.1 – Visualizzazione tridimensionale degli elementi sottesi da una generica sezione d’alveo.

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Corso d’acqua Sup. Bacino asta principale

(km2) (km)

Amaseno* 425.5 54.9

Botte* 43.0 16.5

Linea Pio* 56.2 29.3

Pedicata* 15.4 6.4

Selcella* 103.0 21.2

Ufente* 88.7 32,7

Badino* 37.9 5.4

Astura 86.4 20.2

Moscarello 611.0 32.7

Rio Martino 194.9 33.8

Sisto 135.1 41.3

Can. Pedemontano 94.7 16.8

Incastro 138.9 42.0

Lago Lungo 8.6 -

Loricino 54.4 11.2

Rio d’Itri 55.0 13.2

Ausente 109.9 17.0

Piana di Fondi 145.4 -

endoreico 104.6 -

minori 441.8 -

* chiusi alla confluenza con il Canale Portatore a Ponte Maggiore.

Tab.1 – Caratteristiche dei principali bacini idrografici della Provincia di Latina

Il reticolo idrografico della provincia di Latina è carat- terizzato da corsi d’acqua poco estesi che, nella maggior parte dei casi, non oltrepassano, se non per pochi chi- lometri, i limiti amministrativi del territorio. Le carat- teristiche dei principali corsi d’acqua sono sintetizzate nella Figura 2 e nella Tabella 1 dove si può notare come il bacino idrografico più esteso del territorio provincia- le sia quello sotteso dal Canale Portatore a Foce Badi- no (Terracina) con una superficie complessiva di 769,7 km2, derivante dalla sommatoria dei bacini idrografici dei fiumi Amaseno ed Ufente e dei canali Selcella, Linea Pio, Pedicata e Botte.

Il secondo bacino idrografico per estensione è quello del Canale delle Acque Alte (Canale Moscarello) con sbocco a Foce Verde che drenante parte dei versanti Nord-occidentali dei Monti Lepini e i versanti meridio- nali e occidentali dei Colli Albani per una superficie complessiva di 611 km2. Alcuni importanti sottobacini (Fosso delle Cannucce, Leschione, Ficoccia, Spacca- sassi, del Campo, della Crocetta, di Carano, Pane e Vi- no) si estendono oltre i limiti del territorio provinciale, fino al recinto esterno dell’apparato centrale dei Colli Albani. Il Canale Moscarello ingloba parte dell’antico bacino del Fiume Astura, “tagliato” a monte dal Canale Allacciante Astura, all’incirca all’altezza della SS Ponti- na, in seguito agli interventi della bonifica integrale del- le Paludi Pontine degli anni trenta. Il Bacino idrografi- co attuale del Fiume Astura presenta una lunghezza ridotta a circa 17 km e un bacino idrografico di circa 86 km2, con foce presso l’omonima torre.

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dividuati i bacini idrografici (bacini e sottobacini) di ri- ferimento, suddividendo l’area secondo criteri di omo- geneità morfologica e di uso del territorio1, tenendo conto:

– delle caratteristiche geologiche e geomorfologiche del territorio (appartenenza ad una determinata struttura geologica);

– delle strutture idrogeologiche che ne alimentano il deflusso di base;

– delle diverse possibili modalità di costituzione del deflusso di base naturale in alveo.

Secondo i criteri descritti, la Provincia è stata suddivisa in 298 sottobacini di diversa ampiezza di cui 37 costitui- ti da aree endoreiche (indicate dal prefisso ARENDO).

nell’ambito di uno specifico protocollo d’intesa con l’Au- torità dei Bacini Regionali del Lazio e con i consorzi di Bonifica, ha provveduto alla costruzione di uno specifi- co Sistema Informativo Territoriale del reticolo idrogra- fico provinciale.

La sinergia e la continuità tra le diverse iniziative ha permesso di ottenere un reticolo idrografico validato e, molto importante in aree di bonifica, l’individuazione delle opere che regolano il deflusso quali chiuse, idro- vore, bacini di espansione, sifonamenti, briglie ecc..

Le conoscenze acquisite consentono di delimitare il ba- cino idrografico sotteso da ciascun corso d’acqua, in una qualsiasi sezione d’alveo. Su questa base, ai fini del- la caratterizzazione e del controllo qualitativo delle ac- que superficiali del territorio provinciale sono stati in-

Origine dei carichi inquinanti e stato di eutrofizzazione delle acque interne della provincia di Latina



gior parte dei bacini endoreici si concentrano nell’area dei monti Ausoni e Aurunci occidentali.

Nell’analisi dell’idrografia del territorio della provincia di Latina, ai fini del monitoraggio quali/quantitativo, oc- corre considerare i seguenti aspetti peculiari:

1. la variabilità delle caratteristiche dei corsi d’acqua che, a carattere prettamente torrentizio sulle dor- sali carbonatiche e sui versanti dell’edificio vulca- nico dei Colli Albani, acquisiscono nelle piane, gra- zie ad abbondanti apporti di acque sorgive, carattere di corsi d’acqua perenni con deflusso di base da qualche decina di l/s a oltre 15 mc/s e por- tate di piena di alcune decine di mc/s;

2. gli effetti della bonifica idraulica nella Pianura Pon- tina e nella Piana di Fondi, dove il deflusso è quasi integralmente regolato da complessi sistemi di ca- nali, paratie, sifoni e idrovore gestite dai Consorzi di Bonifica.

Per approfondire la conoscenza del reticolo idrografico e della gestione delle opere idrauliche, indispensabile per proprie attività istituzionali, la Provincia di Latina, Gli altri bacini idrografici principali sono quello del Ca-

nale delle Acque Medie, con foce a Rio Martino, tra il Lago di Fogliano e il Lago dei Monaci, il Sisto con foce (Foce Sisto) pochi chilometri a NE del Porto di San Fe- lice Circeo, i bacini della Piana di Fondi e il Rio d’Itri.

Il torrente Ausente confluisce nel Fiume Garigliano a circa 2 km dalla foce.

Si deve rilevare che i bacini minori in cui possono esse- re raggruppati, salvo poche eccezioni, un cospicuo nu- mero di piccoli fossi con deflusso diretto a mare, hanno un estensione complessiva notevole, superiore a 440 km2e che, quindi, contribuiscono in maniera determi- nante all’equilibrio della sedimentazione dei litorali e al- l’apporto di nutrienti nelle acque costiere, anche per- ché spesso interessati da elevata antropizzazione.

Le aree endoreiche, con un’estensione di oltre 100 km2, costituiscono senza dubbio un elemento caratterizzan- te dell’idrografia del territorio provinciale. In questi ter- ritori, dove tutte le acque affluiscono rapidamente ver- so le falde sotterranee, il rischio connesso con eventuali fenomeni di inquinamento è molto elevato e richiede una gestione particolarmente attenta. Il fenomeno ap- pare ancora più significativo se si considera che la mag-

Origine dei carichi inquinanti e stato di eutrofizzazione delle acque interne della provincia di Latina



Fig.2 – Bacini idrografici principali e indicazione dei sottobacini

1I bacini sono stati classificati sulla base della nomenclatura adottata dal Servizio Idrografico e Mareografico Regionale e verificati rispetto alle nuove informazioni sul reticolo idrografico acquisite tramite le attività descritte nel precedente paragrafo

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ciali delle autorizzazioni allo scarico. Nell’atlante dei ba- cini idrografici vengono quindi riportate le informazio- ni caratteristiche in termini di uso del suolo, attività produttive, scarichi censiti ecc..

La lettura di insieme dei dati a scala provinciale, co- munque, può fornire un’idea della dimensione dei fe- nomeni, anche se per l’estrema eterogeneità del terri- torio le diverse criticità sono spesso concentrate in settori ristretti o possono interessare aree molto este- se, in funzione della tipologia di processo naturale o an- tropico considerato.

Gli abitanti residenti al censimento ISTAT 2008 risulta- no complessivamente 545’217 con una densità (vedi fig.3) molto variabile. Si passa da valori compresi tra 10 e 100 abitanti/kmq, nelle aree agricole, a densità di al- cune migliaia di abitanti/kmq, nelle aree urbane. Le aree montane sono quasi sempre praticamente disabi- tate.

Alla popolazione residente si somma un elevato nume- ro di abitanti fluttuanti, circa 115’000 unità, soprattut- to nel settore costiero dove sono presenti strutture ri- cettive e seconde case. Come si vedrà nel successivo capitolo, la popolazione fluttuante è difficilmente quan- tificabile ma è comunque possibile ricavare delle stime dall’analisi dei censimenti (ISTAT 2001), dei consumi e dei rifiuti prodotti.

La comparazione a scala di dettaglio (1:10.000) tra la di- La quantità e la distribuzione dei carichi inquinanti, ol-

tre che dalle caratteristiche del reticolo idrografico su- perficiale, dipendono dalla tipologia di uso del territo- rio, dalla natura dei suoli, dalla morfologia e dalle caratteristiche geo-litologiche delle formazioni affio- ranti. Le informazioni omogenee di base sulle caratte- ristiche fisiche e sull’uso del territorio dei bacini idro- grafici sono state ricavate dai seguenti elaborati realizzati dall’Ufficio di Piano della Provincia di Latina, per la cui descrizione si rimanda alla documentazione specifica:

1. Carta dei Suoli della Provincia di Latina2

2. Carta della Copertura del Suolo della Provincia di Latina

3. DEM (Modello Digitale del Terreno) con passo 25 m 4. Carta Litologica della Provincia di Latina

Le cartografie citate sono state estese sull’intera su- perficie dei bacini di interesse per la Provincia di La- tina, anche se non ricadenti nel territorio provincia- le.

Ulteriori informazioni circa l’uso del suolo e la distribu- zione delle fonti di potenziale immissione nell’ambien- te di sostanze eutrofizzanti sono state ricavate dai dati dei censimenti ISTAT, dalle informazioni sulle presen- ze turistiche fornite dall’APT di Latina, dai dati sulla produzione di rifiuti urbani, dalle banche dati provin-

2Antonia Arnoldus Huyzendveld, Carlo Perotto & Paolo Sarandrea (2009) – I suoli della Provincia di Latina - Carta, database e applicazioni.

A cura della Provincia di Latina, Settore Pianificazione Urbanistica e Territoriale. Gangemi Editore, Roma

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cessi fisici, chimici e biologici che si svolgono nel suolo svolgano un importante funzione nell’intercettazione e, talvolta nella trasformazione di molte sostanze potenzial- mente inquinanti per le acque superficiali e sotterranee.

A questa funzione si aggiunge quella di elemento chia- ve nella ripartizione delle precipitazioni in acque di in- filtrazione (dirette verso le falde acquifere sotterranee) ed acque di ruscellamento che raggiungono i corsi d’ac- qua attraverso percorsi superficiali. Per questa ragione la Provincia di Latina ha già fatto effettuare studi po- dologici approfonditi (A. Arnoldus-Huyzendveld et al, 2009).

La lettura delle informazioni contenute nelle banche dati e l’analisi in ambiente GIS degli strati informativi cartografici consente di ricavare stime significative sul- la potenziale origine e distribuzione dei carichi inqui- nanti. Nell’esempio riportato in fig.6 si possono osser- vare i valori di azoto totale potenzialmente prodotti da fonti diffuse (attività agricole, zootecnia, residenziale sparso) nei diversi sottobacini definiti per il territorio provinciale.

Nei processi di stima rientrano anche informazioni di na- tura ambientale come ad esempio le caratteristiche idro- logiche e lo spessore dei suoli (Fig.7). E’ noto come i pro-

Origine dei carichi inquinanti e stato di eutrofizzazione delle acque interne della provincia di Latina



timento dei reflui (circa il 30% della popolazione resi- dente e fluttuante). Considerazioni analoghe possono essere svolte per quanto riguarda l’origine dei potenzia- li carichi inquinanti generati dalle attività produttive, in- dustriali e zootecniche effettuando significative verifi- che attraverso la banca dati provinciale degli scarichi (fig.5).

stribuzione della popolazione, delle abitazioni (carta del- l’uso del suolo), dei depuratori e dei collettori della re- te fognaria consente di ricavare importanti indicazioni sulla quantità di abitanti allacciati alla rete fognaria (cir- ca il 70%) e quindi al sistema di depurazione (scarichi concentrati puntuali), e la quantità di abitanti equiva- lenti residenti in abitazioni con sistema locale di smal-

Origine dei carichi inquinanti e stato di eutrofizzazione delle acque interne della provincia di Latina



Fig. 3 – Densità di popolazione espressa in abitanti per km2 nel territorio provinciale. Elaborazione dei dati del censimento ISTAT 2001.

Fig. 4 – Stralcio delle carta dell’Uso del Suolo della Provincia di Latina. I codici indicano le diverse tipologie di uso del suolo

Fig. 5 – Esempio di censimento delle aree produttive a partire dalla carta dell’uso del suolo e confronto con gli scarichi censiti

Fig. 6 – Stima del carico potenziale di Azoto prodotto nei diversi sottobacini del territorio provinciale da “fonti diffuse”.

Fig.7 – AWC (Avalaible water capacity) dei suoli delle provincia di Latina .

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sidente e fluttuante o le caratteristiche pedologiche dei terreni influenzanti il rilascio di Azoto di deri- vazione agricola.

È stato quindi effettuato, dove possibile, il confronto dei risultati analoghi ottenuti con le due metodologie, sia per tarare i risultati dei modelli sia per evidenziare eventuali carenze conoscitive nelle banche dati esi- stenti.

Altro fattore determinante nel calcolo dei carichi in- quinanti è la loro posizione geografica (georeferenzia- zione) ad una scala tale da permettere, in fase di anali- si, la successiva riaggregazione dei dati per ambiti significativi (sottobacini).

Infatti, la spazializzazione del dato per ambiti territo- riali estesi o con limiti non compatibili con quelli fisi- ci delle aree di studio (ad esempio il carico zootecni- co complessivo per comune) non permette l’analisi al dettaglio necessario per la definizione di interventi ef- ficaci.

Una sicura fonte di riferimento per la conoscenza degli scarichi puntuali di reflui immessi nella rete scolante provinciale è costituita dalla banca dati Catasto Scari- chi realizzata dal Settore Ecologia e Ambiente in ot- temperanza alla D.G.R 13/10/93 n° 7615.

Tra i vari dati presenti nel catasto sono particolarmen- te significativi quelli relativi alla tipologia dello scarico (civile o produttivo), ai quantitativi scaricati, al regime stagionale di rilascio, alla categoria produttiva, al corpo idrico recettore.

Informazioni di base e approccio metodologico Le fonti di potenziale produzione di carichi inquinanti di origine antropica possono essere suddivise in:

– attività agricole;

– attività zootecniche e ittiogeniche;

– scarichi civili;

– scarichi industriali;

La dispersione nell’ambiente può essere di tipo pun- tuale (scarichi veri e propri) o diffuso (ad es. scarichi di origine agricola per lisciviazione dei terreni).

Per la conoscenza dell’ubicazione ed entità degli scari- chi puntuali civili ed industriali sono disponibili diverse banche dati gestite, per le loro attività istituzionali, sia dalla Provincia di Latina che da altri Enti (ad esempio gli ATO). Tali banche dati non costituiscono però fonti esaustive in quanto in esse non sono archiviati gli sca- richi non denunciati e possono, inoltre, non essere suf- ficientemente aggiornate.

La determinazione dei carichi diffusi passa obbligato- riamente attraverso modelli di stima tanto più affidabi- li quanto più precisa è la conoscenza delle variabili che utilizzano.

Per questi motivi si è scelto di operare la determinazio- ne dei carichi inquinanti mediante l’uso di:

1. Il calcolo analitico attraverso i dati puntuali conte- nuti nelle banche dati disponibili;

2. La stima dei carichi potenziali attraverso modelli che utilizzano dati indiretti quali la popolazione re-

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stanti comuni si è applicata la percentuale di incre- mento stimata sulla popolazione residente direttamen- te alla popolazione spazializzata.

Per quanto riguarda gli scarichi di acque reflue urba- ne, l’ordine di grandezza dei carichi di nutrienti im- messi nell’ambiente può essere ricavato tenendo con- to dei valori riportati nella tabella che segue e considerando una portata di reflui paria 225 l/g per abitante equivalente.

BOD5 60 g/giorno per ab. eq.

COD 108 g/giorno per ab. eq.

Azoto totale 12 g/giorno per ab. eq.

Fosforo totale 2,5 g/giorno per ab. eq.

Per valutare l’apporto potenziale verso i depuratori, con- siderando che non erano disponibili dati dettagliati sulla distribuzione delle reti fognarie, sono state considerate allacciate ad impianto di depurazione tutte le aree resi- denziali che si trovano entro 600 metri dalle reti fognarie 4. calcolo dell’area urbanizzata in ciascuna sezione;

5. calcolo del valore percentuale dell’area di ciascun poligono rispetto al totale dell’area corretta urba- nizzata presente in ciascuna sezione di censimento in cui ricade.

I dati relativi alla popolazione sono stati spazializzati mediante l’applicazione dell’indice di densità per sezio- ni di censimento ricavato.

Per la spazializzazione degli abitanti fluttuanti sono sta- ti usati i dati di incremento percentuale sulla popola- zione residente derivati dall’analisi della produzione di Rifiuti Urbani (RU) effettuata per l’aggiornamento del Piano dei rifiuti Provinciale.

Per i comuni classificati come costieri (isole comprese) è stato ricalcolato l’indice di densità relativo alla popo- lazione fluttuante stimata solo sull’area classificata ur- bana distante meno di 3 km dalla linea di costa, nell’i- potesi che il flusso turistico si concentri entro quella distanza dal mare, considerando nulla la popolazione fluttuante per il resto del territorio comunale. Per i re-

Origine dei carichi inquinanti e stato di eutrofizzazione delle acque interne della provincia di Latina



1. le Sezioni di censimento ISTAT 2001 con i dati re- lativi alla popolazione residente e alle abitazioni oc- cupate e non occupate;

2. la Carta dell’uso del suolo della Provincia di Latina relativamente alle seguenti classi:

Cod Corine Descrizione

111 Insediamento Continuo - Centri Abitati

112 Insediamento Discontinuo

1121 Case sparse

1123 Edifici Rurali e annessi agricoli I dati ISTAT considerati sono i seguenti:

colonna codice

5 P1 Popolazione residente - TOTALE

143 A3 Abitazioni occupate

solo da persone non residenti

144 A4 Abitazioni vuote

146 A6 Stanze in totale

147 A7 Stanze in abitazioni occupate da persone residenti Si è tentato di tener conto della popolazione non re- sidente con case occupate assegnando a ciascuna abitazione del codice A3 n° 2 abitanti equivalenti.

Tale carico di popolazione è stato sommato alla po- polazione residente; da questa procedura sono sta- te escluse le isole in cui tale voce non è riconducibi- le a popolazione stabile ma più probabilmente a case per vacanze. Questa voce incide complessivamente per meno dell’1% ma sono presenti alcuni casi di se- zioni censuarie in cui tale voce supera il 30% del to- tale.

Per la spazializzazione dei dati di popolazione relativi alle sezioni ISTAT sulla Carta dell’uso del suolo si è pro- ceduto nel seguente modo:

1. intersezione in ambiente GIS tra Uso suolo e Sezio- ni censimento ISTAT;

2. calcolo dell’area relativa a ciascun poligono indivi- duato;

3. calcolo dell’area “corretta” relativa a ciascun poli- gono individuato applicando i seguenti fattori cor- rettivi:

a. peso 3 alla classe d’uso del suolo 1.1.1 b. peso 2 alla classe d’uso del suolo 1.1.2.

c. peso 1 alla classe d’uso del suolo 1.1.2.1 d. peso 0,5 alla classe d’uso del suolo 1.1.2.3 Un’altra fonte di dati in possesso del Settore Ecologia e

Ambiente è costituita dal “Catasto degli scarichi nei corpi idrici superficiali” realizzato con il Progetto di Oc- cupazione giovanile aggiuntiva per la realizzazio- ne di interventi di salvaguardia ambientale nel 1995. Con tale progetto sono stati archiviate 1578 sche- de scarichi di cui è stato possibile georeferenziare 820 impianti e 529 scarichi. Questi dati, incompleti e in par- te obsoleti, vengono utilizzati prevalentemente come

“notizia” della presenza di uno scarico da confrontare con il più aggiornato Catasto Scarichi Provinciale.

Per la rete di depurazione si è fatto inizialmente rife- rimento alla “Ricognizione delle opere e delle gestio- ni” effettuato nel 1999 dall’Autorità d’Ambito Terri- toriale n°4 (Lazio Meridionale). La ricognizione è stata verificata e aggiornata con i dati dell’archivio del Settore Ecologia e Ambiente della Provincia di Lati- na. In particolare sono stati elaborati i seguenti dati relativi agli impianti di depurazione: capacità (in ab.

equivalenti), stato (in esercizio o meno), rete locale servita, volume medio di reflui prodotti (in l/s), cor- po idrico recettore.

Al di fuori di quanto contenuto nelle banche dati cita- te, la valutazione preliminare dei carichi inquinanti di- spersi nell’ambiente è stata effettuata mediante l’uso di modelli di stima diversificati per le diverse tipologie con riferimento: agli scarichi civili, agli scarichi industriali e agli scarichi agricoli e zootecnici.

Scarichi civili

I carichi civili puntuali sono stati calcolati in base ai da- ti archiviati nella banca dati del Catasto scarichi del Set- tore Ecologia e Ambiente descritto precedentemente.

Per la stima dei carichi civili diffusi si è, invece, opera- to per fasi successive:

1. spazializzazione dei dati ISTAT relativi a popolazione residente sulla base della Carta dell’Uso del Suolo;

2. stima della popolazione fluttuante a partire dai da- ti APT e dalla produzione media mensile di rifiuti solidi urbani;

3. individuazione delle aree residenziali servite da pubblica fognatura allacciata a depuratore e quin- di, specularmente, delle aree residenziali non al- lacciate a impianti di depurazione.

I dati utilizzati per la spazializzazione della popolazione sono:

Origine dei carichi inquinanti e stato di eutrofizzazione delle acque interne della provincia di Latina



0 200 400 600 800 1.000 1.200 1.400 1.600 1.800

gen-92 mag-9 set-92 gen-93 mag-9 set-93 gen-94 mag-9 set-94 gen-95 mag-9 set-95 gen-96 mag-9 set-96 gen-97 mag-9 set-97 gen-98 mag-9 set-98 gen-99 mag-9 set-99 gen-00 mag-0 set-00 gen-01 mag-0 set-01 gen-02 mag-0 set-02 gen-03 mag-0 set-03 gen-04 mag-0 set-04 gen-05 mag-0 set-05 gen-06 mag-0 set-06

tonnellate

Comune di Sabaudia

Fig.8 – RU conferiti alla discarica di Borgo Montello dal Comune di Sabaudia

(14)

come fertilizzanti azotati per le differenti colture. Tale quantitativo di Azoto dipende da quattro fattori:

A. Fabbisogni di Azoto della coltura;

B. Apporti per fertilità, come somma dell’Azoto deri- vante dalla mineralizzazione della sostanza organi- ca con la dotazione iniziale di Azoto assimilabile;

C. Lisciviazione;

D. Immobilizzazione e dispersione, come quantità di Azoto che vengono immobilizzate per processi di adsorbimento chimico-fisico e dalla biomassa, per processi di volatilizzazione e denitrificazione, cal- colate come percentuali degli apporti provenienti dalla fertilità del suolo,

ovvero:

Azoto da distribuire come fertilizzante = A -B +C +D Appare chiaro che conoscendo il quantitativo di Azoto di- stribuito come concime alle diverse colture e avendo a di- sposizione delle dettagliate analisi dei suoli coltivati si po- trebbe risalire ad una stima precisa della quantità di Azoto lisciviato risolvendo la formula rispetto al parame- tro (C).

Per poter applicare tale formula è, però, necessario ave- re informazioni sui fertilizzanti distribuiti e dettagliate analisi dei suoli attualmente non disponibili su tutto il territorio a scala di sufficiente dettaglio. Nel presente studio la valutazione dei quantitativi di sostanze azotate lisciviate dal suolo è svolta in maniera indipendente dal- l’entità delle precipitazioni e dai concimi riversati sul ter- reno, assumendo l’ipotesi semplificativa che nei campi vengano applicate le raccomandazioni previste dal Codi- ce di Buona Pratica Agricola (approvato con Decreto Mi- nisteriale del 19/04/1994) e che, quindi, il quantitativo di Azoto fornito alla pianta non ecceda quello sufficiente al suo fabbisogno. In questa ipotesi le perdite di Azoto dal terreno per lisciviazione possono essere stimate secon- do quanto riportato nella tabella 3, tenendo conto della facilità di drenaggio e della tessitura del terreno.

DRENAGGIO TERRENO

sabbioso franco argilloso

Lento o impedito 50* 40* 50*

Normale 40 30 20

Rapido 50 40 30

(*) questi valori tengono conto anche dell’effetto negativo che la mancanza di Ossigeno causa sui processi di mineralizzazione della sostanza organica.

Tipologia Anno

1986* 2002**

CARBAMMATI 3’011 2’078

AMMIDI 1’359 12’516

AZOTORGANICI 3’002 8’662

ALTRI 0 190

TOTALE 59’647 471’752

Tab.2 – Quantità di fertilizzanti (in tonnellate) utilizzati in agricoltura nella Provincia di Latina. *dati Ministero della Sanità – Sistema Informativo Sanitario; **Dati ASL Latina.

I dati riportati riguardano gli anni 1986 (dati Ministero della Sanità-Sistema Informativo Sanitario) e 2002 (da- ti ASL Latina). Dalla tabella in cui sono riassunte tutte le categorie di prodotti chimici organici ed inorganici impiegati risulta evidente un notevole aumento dell’u- so di questi prodotti.

Per quanto riguarda la stima del quantitativo di Azoto lisciviato dai terreni agricoli, le ricerche sulle concima- zioni azotate condotte in Italia hanno riguardato per lo più la valutazione degli effetti sulla produttività delle colture, piuttosto che le perdite di nitrati nelle acque di percolazione o ruscellamento. Solo recentemente, per effetto della cosiddetta Direttiva “nitrati” (91/676/CEE) della Comunità Europea riguardante il potenziale in- quinamento azotato e del Decreto legislativo 152/99 di recepimento (aggiornato dal D.lgs 152/06), si è avuto un incremento degli studi e delle sperimentazioni.

Gli studi sulla lisciviazione dei composti azotati hanno portato a risultati a volte in contrasto tra loro e che ne- cessitano senza dubbio di ulteriori approfondimenti. Gli esperimenti eseguiti sono, inoltre, tutti specifici a tal punto da permettere con difficoltà una generalizzazio- ne dei risultati su territori differenti da quelli studiati.

Per previsioni esatte sulla lisciviazione dell’Azoto sono, quindi, necessarie dettagliate analisi dei suoli e una ri- levante mole di dati su colture praticate e quantità di concimi azotati rilasciate ai terreni coltivati.

Per una valutazione quantitativa dell’Azoto lisciviato dai suoli della Provincia di Latina, si è scelto di seguire un metodo generale, derivato da quello utilizzato dal “Piano di utilizzazione agronomica dei liquami zootecnici” della Regione Campania (D.G.R. Campania n 2382/2003).

Il metodo originario applicato nel PUA ha la finalità di indicare i valori limite di liquami zootecnici utilizzabili vinciale si esprime, soprattutto, nei seguenti comparti

colturali principali:

Cerealicolo – Costituito prevalentemente da coltivazio- ni di erba medica, mais e varie graminacee che suppor- tano il settore zootecnico e, in particolare, l’allevamen- to di bestiame bovino e bufalino da latte, concentrato nelle zone centro-meridionali della piana pontina e nel- la valle dell’Amaseno.

Orticolo – Grande sviluppo ha avuto negli ultimi anni il comparto delle colture orticole in pieno campo ed in ser- ra. Le colture orticole a pieno campo sono diffuse soprat- tutto nella fascia centrale e litorale pontina e nel settore pedemontano sottostante a Sezze.Le colture orticole in serra si concentrano, invece, nei settori tra Terracina, San Felice Circeo e Sabaudia, nella piana di Fondi, e , più in generale, in tutto il settore litoraneo dove le più miti tem- perature permettono anche due cicli di raccolta l’anno.

Colture legnose – Dagli anni ’70, soprattutto nel settore di Cisterna di Latina e nella porzione nord del comune di Latina, la coltivazione della vite è stata progressiva- mente sostituita dalla coltura dell’actinidia (kiwi) che costituisce attualmente uno dei comparti più importan- ti dell’economia agricola pontina. Molto diffusa è, inol- tre, la coltivazione dell’olivo nei settori collinari e mon- tani dei versanti carbonatici, mentre varie colture da frutto sono diffuse nella piana di Fondi e a sud di Gaeta.

Vengono di seguito riportati i dati su consumi e tipologie di prodotti fertilizzanti utilizzati in agricoltura nella pro- vincia di Latina tratti dalla relazione redatta all’inizio del 2004 dalla Commissione per i Problemi Ambientali, Turi- stici e le Attivita’ di Pesca e Acquacoltura incaricata dal- l’Amministrazione provinciale di Latina per la compren- sione dei fenomeni di inquinamento della fascia costiera.

Tipologia Anno

1986* 2002**

INORGANICI 47’514 384’501

ALODERIVATI 1’138 6’557

FOSFORGANICI 1’275 34’626

NITRO COMPOSTI 1’593 5’342

CIANO COMPOSTI 8 7’302

DER. DELL’UREA 747 9’977

note3. Il valore determinato è stato confrontato con la ca- pacità dichiarata di depurazione del relativo impianto in abitanti equivalenti, individuando così eventuali deficit di depurazione. Gli scarichi diffusi sono quelli associabili al- le aree residenziali non servite dalla fognatura, dove le ac- que reflue vengono depurate mediante fossa imhoff, e smaltite con sub-irrigazione o altro metodo. La metodo- logia esposta consente di ricavare indicazioni significati- ve sulla distribuzione e sull’entità dei carichi di composti azotati e fosfati derivanti da acque reflue urbane nei di- versi bacini, così come riportato nelle schede dell’atlante.

Scarichi industriali

La distribuzione e l’entità degli scarichi industriali può essere valutata sulla base dei dati archiviati nel Catasto scarichi del Settore Ecologia e Ambiente.

Trattandosi di attività molto diversificate, con cicli pro- duttivi in cui vengono utilizzate e/o prodotte le più dispa- rate sostanze chimiche, ciascuno scarico deve essere con- siderato singolarmente. Tuttavia, se si applicano agli scarichi censiti i valori massimi di concentrazione previsti dalla Tabella 3 dell’Allegato 5 del D.lgs 152/2006 (Valori li- mite di emissione in acque superficiali), è possibile avere significative indicazione sulla distribuzione degli apporti di nutrienti nei corsi d’acqua e sui valori massimi attesi in relazione alla presenza di più scarichi di tipo industriale.

Parametri limite Tab. 3

per scarico in acque superficiali (valori in mg/l)

Solidi sospesi 80

BOD5 40

COD 160

Ptot 10

NH4 15

N nitroso 0.6

N nitrico 20

Per quanto detto, i valori riportati hanno la funzione esclusiva di orientare le scelte e le valutazioni che si ot- terranno dall’attività di monitoraggio.

Scarichi agricoli

Il settore agricolo rappresenta tradizionalmente, nella Provincia di Latina, un importante comparto economi- co e si caratterizza per la diffusa presenza di colture in- tensive ad elevato impatto. La produzione agricola pro-

3Censimento ATO4

(15)

Origine dei carichi inquinanti e stato di eutrofizzazione delle acque interne della provincia di Latina



2006, dalla Provincia attraverso il Settore Ecologia e Ambiente.

Con il Regolamento regionale n. 14 del 2007 le doman- de sono invece indirizzate ai Comuni che comunque re- digono comunicazioni annuali alla Provincia e alla Re- gione.

I dati utilizzati nel presente studio sull’entità e la tipo- logia degli allevamenti e sulle modalità di smaltimento dei liquami zootecnici sono i seguenti:

1. dati aggregati a scala di comune del Censimento dell’Agricoltura 2000 dell’ISTAT;

2. banca dati pratiche autorizzate dal Settore Ecolo- gia e Ambiente della Provincia, fino al 2006.

Altre possibili fonti dati possono essere costituite dal- l’AGEA e dai servizi veterinari delle ASL.

Nel presente studio la maggior mole di informazioni è stata ottenuta mediante l’attività di georeferenziazione e perimetrazione dei terreni soggetti a spandimento di reflui zootecnici, effettuata sulle base delle pratiche presenti nella banca dati del Settore Ecologia e Am- biente. Tale attività ha permesso di individuare 2476 poligoni aventi estensione complessiva di circa 76 km2. Si è potuto, quindi, procedere ad associare ai terreni i dati relativi al carico zootecnico smaltito, rendendo possibile la valutazione del peso di questa fonte di in- quinante a livello di sottobacini.

Per completezza, di seguito, vengono riportati i dati re- lativi agli allevamenti zootecnici risultanti dal Censi- mento ISTAT 2000, aggregati a scala di comune, con la stima dei carichi, sia come apporti di Azoto e Fosforo, sia in termini di abitanti equivalenti (vedi tabelle).

Quest’ultimo dato, confrontato in figura 10 con la po- polazione residente nei diversi comuni, può fornire un’i- dea del peso delle attività zootecniche nel bilancio to- tale degli apporti di Azoto e Fosforo.

Nella tabella che segue si riportano i coefficenti di con- versione utilizzati per la stima degli abitanti equivalen- ti e dei carichi di Azoto e Fosforo (Pagnotta & Barbie- ro, 2003) riportati in tabella 4

tipo di capo Ab. Eq. N mg/g P mg/g

bovini e bufalini 8.16 7510 1010

suini 1.95 1560 520

ovini e caprini 1.78 680 110

Tab.3 – Perdite di Azoto dal terreno per lisciviazione (kg/ha anno).

Le quantità di Azoto lisciviato stimate con tale metodo si sono dimostrate in accordo con la maggior parte dei valori ottenuti in via sperimentale descritti in biblio- grafia e possono, quindi, essere ritenute valide alla sca- la del presente studio. Le attività attualmente in corso forniranno i dati necessari per migliorare sicuramente i valori stimati, anche mediante l’uso di metodologie di analisi più sofisticate.

Per avere un’idea del peso che i fenomeni di lisciviazio- ne e trasporto dai suoli assumono nel determinare le ca- ratteristiche qualitative delle acque superficiali nel ter- ritorio provinciale è sufficiente osservare i dati riportati nel grafico di figura 9, dove vengono confrontate le con- centrazioni di nitrati nelle acque del Fiume Sisto e del Canale Selcella in diverse condizioni idrologiche. E’evi- dente il notevole aumento della concentrazione di ni- trati nelle acque dei due corsi d’acqua in corrisponden- za dell’evento di piena, quando cioè il dilavamento dei terreni ad opera delle acque di ruscellamento è massi- mo. Il confronto tra i carichi trasportati nelle due situa- zioni di magra e di piena non è possibile mancando la mi- sura di portata di piena; è evidente, però, che il divario tra i valori del carico totale di Azoto nelle due situazioni

di deflusso risulterebbe ancora più esasperato.

Valutazione dei carichi zootecnici

Il carico di Azoto derivante da allevamenti zootecnici assume valori significativi nella Provincia di Latina, do- ve questa attività risulta per lo più concentrata in set- tori ben definiti del territorio. Normalmente lo smalti- mento dei liquami avviene mediante spandimento al suolo che segue un iter autorizzativo gestito, fino al

Origine dei carichi inquinanti e stato di eutrofizzazione delle acque interne della provincia di Latina



In magra 0,8

In piena 14,17

In magra 1,8

In piena 19,06

0,8

14,17

1,8

19,06

0 5 10 15 20 25

In magra In piena In magra In piena

Nitrati (mg/l)

Selcella a Mig. 48 (magra 2,7 mc/s;

piena >10 mc/s)

Sisto a Mig. 47 (magra 0,3 mc/s;

piena > 10 mc/s)

Fig. 9 – Confronto tra le concentrazioni di nitrati misurate in due corsi d’acqua in corrispondenza di periodi di magra e di piena.

Progetto monitoraggio acque superficiali interne e costiere - Primo rapporto sullo stato dei bacini Allevamenti nella Provincia di Latina censimento

ISTAT 2000

Ovini Caprini Bovini Bufalini Suini totale

COMUNI Aziende Capi Ab. Eq. Aziende Capi Ab.

Eq. Aziende Capi Ab.

Eq. Aziende Capi Ab.

Eq. Aziende Capi Ab. Eq. Ab. Eq.

Aprilia 47 9515 16'937 7 157 279 38 2592 21'151 1 1 8 16 773 1'507 39'882 Cisterna di Latina 7 113 201 3 13 23 42 2967 24'211 1 500 4'080 27 47 92 28'607 Latina 28 2463 4'384 20 698 1'242 253 8446 68'919 7 829 6'765 92 159 310 81'621 Pontinia 58 1447 2'576 18 74 132 338 1466 11'963 84 817 6'667 121 1048 2'044 23'380 Priverno 18 633 1'127 6 101 180 25 246 2'007 18 1421 11'595 12 26 51 14'960 Sabaudia 4 247 440 1 30 53 129 5601 45'704 9 631 5'149 3 103 201 51'547 San Felice Circeo 1 400 712 2 59 105 3 105 857 - - - 1 10 20 1'693 Sermoneta 8 2053 3'654 5 24 43 38 3046 24'855 2 467 3'811 12 17 33 32'396 Terracina 5 565 1'006 2 40 71 217 7229 58'989 12 520 4'243 2 4 8 64'317

t ot ale

provinciale 338' 403

Ovini Caprini Bovini Bufalini Suini totale

COMUNI Capi N kg/g P

kg/g Capi N kg/g P

kg/g Capi N kg/g P

kg/g Capi N kg/g P

kg/g Capi N

kg/g P kg/g N kg/g P kg/g Aprilia 9515 6.470 1.047 157 0.107 0.017 2592 19.466 2.618 1 0.008 0.001 773 1.206 0.402 27.26 4.08 Cisterna di

Latina 113 0.077 0.012 13 0.009 0.001 2967 22.282 2.997 500 3.755 0.505 47 0.073 0.024 26.20 3.54 Latina 2463 1.675 0.271 698 0.475 0.077 8446 63.429 8.530 829 6.226 0.837 159 0.248 0.083 72.05 9.80 Pontinia 1447 0.984 0.159 74 0.050 0.008 1466 11.010 1.481 817 6.136 0.825 1048 1.635 0.545 19.81 3.02 Priverno 633 0.430 0.070 101 0.069 0.011 246 1.847 0.248 1421 10.672 1.435 26 0.041 0.014 13.06 1.78 Sabaudia 247 0.168 0.027 30 0.020 0.003 5601 42.064 5.657 631 4.739 0.637 103 0.161 0.054 47.15 6.38 San Felice

Circeo 400 0.272 0.044 59 0.040 0.006 105 0.789 0.106 - 10 0.016 0.005 1.12 0.16 Sermoneta 2053 1.396 0.226 24 0.016 0.003 3046 22.875 3.076 467 3.507 0.472 17 0.027 0.009 27.82 3.79 Terracina 565 0.384 0.062 40 0.027 0.004 7229 54.290 7.301 520 3.905 0.525 4 0.006 0.002 58.61 7.90

t ot ale

provinciale 293. 08 40. 44 coefficenti di conversione utilizzati

(Pagnotta & Barbiero, 2003)

0 20.000 40.000 60.000 80.000 100.000 120.000

Aprilia Cisterna di Latina

Latina Pontinia Priverno Sabaudia San Felice Circeo

Sermoneta Terracina

abitanti equivalenti

carico zootecnico complessivo convertito in abitanti equivalenti popolazione residente 2001

Tab. 4 – Allevamenti nella Provincia di Latina e calcolo degli abitanti equivalenti

Fig. 10 - Carico zootecnico complessivo per comune espresso in abitanti equivalenti (censimento ISTAT 2000) confrontato con la popolazione residente (censimento ISTAT 2001)

(16)

quello proposto dall’Autorità dei Bacini Regionali del Lazio negli studi propedeutici al Piano di Tutela Quan- titativa degli Acquiferi Vulcanici (Gazzetti et. al, 2005) che analizza i fenomeni ponendo in relazione informa- zioni complesse che riguardano sia gli aspetti meteoro- logici (precipitazioni e temperature), sia gli aspetti am- bientali legati alla copertura vegetale, alla morfologia, alle caratteristiche dei suoli e agli usi del territorio.

La principale fonte di dati termo-pluviometrici per il territorio provinciale è costituita dalle misure rilevate dalle stazioni del Servizio Idrografico e Mareografico Regionale.

Per le finalità dello studio sono stati utilizzati i dati ter- mometrici e pluviometrici mensili relativi al periodo 1983-1995 per le stazioni in cui i dati disponibili pre- sentano una discreta continuità temporale.

Precipitazioni, temperature ed evapotraspirazione

La ricostruzione spaziale della distribuzione delle pre- cipitazioni e delle temperature massime, minime e medie mensili è stata effettuata mediante approccio geostatistico secondo la procedura sviluppata (Raspa G., 2005) e testata nei citati studi dell’Autorità dei Ba- cini Regionali del Lazio. Le mappe spazializzate di pre- cipitazione sono state ottenute mediante applicazione automatizzata del kriging in FAI-k (Wakernagel 1995, Bruno e Raspa 1994) e del kriging in FAI-k con deriva esterna per le Temperature, dove la deriva esterna era costituita dal Modello Digitale del Terreno (DEM).

La qualità delle acque superficiali e sotterranee, come già sottolineato, non può prescindere dalle caratteristiche cli- matiche del territorio che condizionano in maniera de- terminate la quantità dei deflussi, le temperature stagio- nali delle acque superficiali e sotterranee e in definitiva, la velocità e la possibilità di sviluppo delle diverse reazio- ni fisico-chimiche nell’ambiente idrico.

Le differenti portate stagionali dei deflussi superficiali e sotterranei determinano di fatto, a parità di immissioni, i valori di concentrazione degli inquinanti, il loro tra- sporto e quindi l’eventuale accumulo nei corpi idrici.

I fenomeni da tenere sotto controllo riguardano:

1. i fattori meteo-climatici e la ripartizione delle piog- ge in acque di infiltrazione e acque di ruscellamen- to in ciascun settore del territorio;

2. le direttrici del deflusso idrico superficiale e sot- terraneo;

3. il regime delle portate dei corsi d’acqua discrimi- nando gli apporti di acque sotterranee (flusso di ba- se) da quelli di acque superficiali ruscellanti (even- ti di piena).

I fenomeni richiamati in ciascun punto sono di tipo complesso, multifattoriali e quasi sempre interdipen- denti e, pertanto, di difficile quantificazione.

Per il progetto monitoraggio l’approccio adottato è sta- to di tipo misto, analitico e sperimentale.

Fattori meteo-climatici

e ripartizione degli afflussi meteorici

Per quanto riguarda l’analisi climatica e la ripartizione degli afflussi meteorici l’approccio analitico utilizzato è

Riferimenti

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b) parte delle opere (serre, manufatti di scarico diretti e/o indiretti, anche manufatti di scarico della vasca di laminazione, ecc….) interferiscono con reticolo

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