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I Azoto e fosforo localizzati: i vantaggi su mais

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Academic year: 2021

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(1)

Questa sperimentazione mira a chia-rire se sia necessario adottare una fer-tilizzazione localizzata con fosforo al-la semina del mais là dove sono ap-portati significativi quantitativi di letame o liquame bovino.

Risultati

della sperimentazione

L’apporto localizzato di azoto e fosfo-ro ha determinato un maggiore vigore di partenza valutato mediante l’indice di vegetazione NDVI rispetto alla lo-calizzazione del solo azoto.

Tale effetto si è evidenziato solo nei suoli su cui erano apportati fertiliz-zanti minerali (urea + azoto e fosforo

vs urea + azoto), mentre nel caso di distribuzione nel lungo periodo di ef-fluenti zootecnici non sono state evi-denziate differenze (grafico 1).

Nel suolo con la minor quantità di fosforo disponibile, le differenze sono apparse evidenti soprattutto a partire dallo stadio fenologico corrisponden-te alle 6 foglie e si sono protratcorrisponden-te fino all’emissione del pennacchio.

La concimazione starter ha deter-minato un effetto anche sull’altezza delle piante.

Infatti come si può osservare nel grafico 2, a partire dallo stadio di 6 fo-glie e fino all’emissione del pennac-chio l’apporto di azoto e fosforo ha portato ad avere piante

caratterizza-Azoto e fosforo localizzati:

i vantaggi su mais

di

M. Battisti, M. Blandino,

A. Zappino, M. Gilardi,

L. Zavattaro

I

l fosforo è un elemento nutritivo caratterizzato da una ridotta so-lubilità, che ne limita la concen-trazione nella soluzione circolan-te. Infatti, soprattutto in condizioni di carenza idrica, basse temperature e pH estremi, si può verificare un’in-sufficiente disponibilità, che si eviden-zia con caratteristici arrossamenti fo-gliari ( foto 1).

Blandino e Testa (2015) sottolineano che l’apporto di fosforo localizzato al-la semina del mais, e più spesso il suo apporto combinato con l’azoto (foto 2), è una pratica largamente diffusa ne-gli areali maidicoli italiani (concima-zione starter).

Infatti, la somministrazione con-giunta di fosforo e azoto ha effetti be-nefici sullo sviluppo dell’apparato ra-dicale, incrementa anche il contenu-to di clorofilla e la superficie fogliare delle giovani plantule.

Il maggiore sviluppo determina-to dalla localizzazione di questi due nutrienti nelle prime fasi di sviluppo consente di superare rapidamente il periodo critico dell’insediamento, de-terminando così un anticipo della data di fioritura con conseguenti vantaggi produttivi e di minore contaminazione con micotossine (Blandino et al., 2011). L’impiego di fertilizzanti fosfatici minerali può tuttavia essere messo in discussione in terreni ben dotati di questo elemento nutritivo, in partico-lare nelle aziende zootecniche, dove i quantitativi di letame e liquame sono decisi sulla base dei fabbisogni di azo-to della coltura, senza considerare l’e-levato apporto di fosforo.

Nel lungo periodo, si determina un incremento della concentrazione di fo-sforo disponibile nel suolo che costi-tuisce motivo di preoccupazione per il suo potenziale rischio di trasferimen-to ai corpi idrici con eutrofizzazione delle acque.

$

SPERIMENTAZIONE SU DIVERSE STRATEGIE DI NUTRIZIONE A CARMAGNOLA (TO)

In terreni con bassa disponibilità di fosforo

nelle prime fasi colturali, per dotazione o accessibilità,

la localizzazione alla semina di concimi contenenti

azoto e fosforo favorisce un rapido sviluppo

del mais, che si traduce in chiari vantaggi

produttivi e agronomici

Foto 1 Arrossamento delle foglie in piante di mais, sintomo della carenza

di fosforo nelle prime fasi di sviluppo

(2)

te da una altezza maggiore nei terreni fertilizzati con urea e con liquame ri-spetto al trattamento localizzato con solo azoto.

Al contrario, non sono state registrate differenze nel trattamento con letame. Le differenze più elevate sono state osservate allo stadio di 8 foglie, e con l’avanzare del ciclo queste differenze

via via si sono mostrate meno marcate. L’apporto combinato dei due ele-menti ha determinato un maggiore sviluppo dell’apparato fogliare misu-rato mediante il LAI (indice di area fo-gliare) solo nella prima fase del ciclo colturale, ma, anche in questo caso, ad esclusione della tesi fertilizzata in pre-semina con letame (grafico 3).

Allo stadio di fioritura, invece, non sono state evidenziate differenze re-lative all’espansione dell’apparato fo-gliare della pianta.

La differenza di superficie foglia-re rilevata all’inizio del ciclo coltura-le è dovuta principalmente all’antici-po delle fasi fenologiche determinato dall’apporto del fosforo.

Come è stata impostata la sperimentazione

La prova è stata condotta nel 2019 presso il Centro sperimentale dell’U-niversità di Torino, sito a Carmagno-la (Torino). È stato confrontato l’effet-to dell’apporl’effet-to localizzal’effet-to in banda di azoto e fosforo alla semina del mais, mediante fosfato biammonico (18-46), rispetto all’apporto localizzato di so-lo azoto, mediante nitrato ammonico (33,5%). Il quantitativo di azoto e fosfo-ro apportati è riportato nella tabella a. Queste due tesi di concimazione star-ter sono state poste a confronto su un suolo ospitante una prova di lungo pe-riodo dove dal 1992 si studiano diver-se gestioni della fertilizzazione:

ap-porto esclusivo di fertilizzanti mine-rali (urea), apporto di liquame bovino (liquame) o letame bovino (letame). Le quantità di urea, liquame e letame che sono distribuite ogni anno corri-spondono all’apporto di 250 kg/ha di azoto. Questa diversa gestione per ol-tre 25 anni ha determinato il raggiun-gimento di diverse condizioni agro-nomiche, fra cui differenti concentra-zioni di fosforo disponibile e diversi livelli di sostanza organica nel suolo. Infatti, il fosforo assimilabile misura-to con il memisura-todo Olsen è pari a 14, 33 e 106 ppm, e il contento di sostanza or-ganica 1,9, 2,2 e 2,9%

rispettivamen-te per urea, liquame o letame. È sta-to adottasta-to un disegno sperimentale a split plot in un disegno a blocchi ran-domizzati con 3 ripetizioni. La prova è stata condotta utilizzando l’ibrido Pio-neer P1547 (classe Fao 600, 130 giorni), caratterizzato da un early vigor medio e un dry down moderato, così da permet-tere di valutare gli effetti dovuti a un eventuale anticipo del ciclo colturale. La semina è stata effettuata il 1° apri-le 2019, mentre la raccolta è stata ef-fettuata il 19 settembre 2019. Duran-te il ciclo colturale è stato rilevato pe-riodicamente l’indice di vegetazione NDVI (Normalised difference vege-tation index), lo stadio fenologico e l’altezza della pianta. Particolare at-tenzione è stata rivolta alla determi-nazione del LAI-indice di area foglia-re(stadio fenologico delle 6 foglie e a fioritura), la data di fioritura, la produ-zione e il contenuto di umidità della

granella.

TABELLA A

- Apporti di azoto e fosforo localizzati in banda

alla semina del mais durante la sperimentazione

Tesi Fertilizzante N (kg/ha) P2O5 (kg/ha)

Azoto + fosforo

Fosfato biammonico 27 69

Azoto

Nitrato ammonico 27 –

Urea + N

Urea + NP

0

0,2

0,4

0,6

0,8

1,0

3-5 13-5 23-5 2-6 12-6 22-6 2-7

3-5 13-5 23-5 2-6 12-6 22-6 2-7

3-5 13-5 23-5 2-6 12-6 22-6 2-7

Letame + N

Letame + NP

0

0,2

0,4

0,6

0,8

1,0

Liquame + N

Liquame + NP

0

0,2

0,4

0,6

0,8

1,0

In

di

ce

d

i v

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et

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io

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(N

D

V

I)

GRAFICO 1

- Confronto tra diverse strategie di nutrizione e influenza sull’indice di vegetazione (NDVI) (

1

)

(1) Misurato a partire dallo stadio di 2 foglie fino alla fioritura del mais in seguito alla localizzazione alla semina di azoto e fosforo o di solo azoto

in suoli con concimazione di lungo periodo basata sulla distribuzione di fertilizzanti minerali, letame o liquame.

L’apporto localizzato di azoto e fosforo ha determinato un maggior vigore di partenza valutato mediante l’indice NDVI rispetto

alla localizzazione del solo azoto. Tale effetto si è evidenziato solo nei suoli su cui erano apportati fertilizzanti minerali (urea +

azoto e fosforo rispetto a urea + azoto), mentre nel caso di distribuzione nel lungo periodo di effluenti zootecnici non sono state

evidenziate differenze.

47

6/2020• L’Informatore Agrario

10109.indd 47 27/02/2020 16:16:19

(3)

Infatti, come affermato da Tsimba et al. (2013), la maggiore espansione fogliare determinata dalla localizza-zione del fosforo determina, di con-seguenza, una migliore utilizzazio-ne della radiazioutilizzazio-ne, con ripercussioni positive sullo sviluppo della pianta e pertanto sulla produzione.

L’apporto di azoto e fosforo alla se-mina ha anche deterse-minato un anti-cipo della data la fioritura del mais rispetto al solo apporto di azoto.

Si conferma anche a questo riguar-do che la differenza espressa in giorni è stata più marcata nel caso di terreni in cui la fertilizzazione è stata gesti-ta nel tempo con urea rispetto a

quel-li che hanno ricevuto negquel-li anni l’ap-porto di effluenti zootecnici (tabella 1).

A parità di data di semina e di rac-colta l’apporto localizzato di azoto e fosforo ha determinato un incremen-to produttivo pari a circa 4 t/ha nella gestione con apporto di soli fertiliz-zanti minerali.

Il vantaggio della concimazione star-ter azoto e fosforo è dovuto all’antici-po di fioritura e a un impiego migliore della radiazione solare nel corso del ciclo colturale.

Occorre però sottolineare che il trat-tamento azoto e fosforo localizzato ha permesso il mantenimento di una den-sità colturale superiore (+19%) rispetto

al solo azoto, per una superiore capa-cità della coltura di sfuggire ai danni causati dagli elateridi nelle prime fa-si vegetative, con un affrancamento più rapido.

Nella gestione con il liquame, l’ap-porto combinato di azoto e fosforo alla semina, nonostante gli effetti osservati sul vigore di partenza e sull’anticipo del ciclo colturale, non ha determinato un aumento significativo della produzione. Nel caso di apporto di letame non sono stati osservati effetti significativi relativi alla data di fioritura, alla pro-duzione e all’umidità della granella. Inoltre è necessario sottolineare che la gestione con il letame è risultata fra le situazioni a confronto la condizio-ne agronomica in cui lo sviluppo col-turale è stato più rapido, confermato dalla data di fioritura e dall’umidità della granella, inferiori rispetto al-la situazione con urea o con liquame (tabella 1).

Azoto e fosforo alla

semina: chiari vantaggi

In conclusione, i risultati di questo primo anno di sperimentazione con-fermano come in terreni con bassa di-sponibilità di fosforo nelle prime fasi colturali, per dotazione o accessibilità, la localizzazione alla semina di conci-mi «azoto e fosforo» favorisca un ra-pido sviluppo del mais, traducendosi in chiari vantaggi produttivi e agro-nomici.

n.s. b

b

b

b

b

a

a

a

a

a

4 foglie

6 foglie

8 foglie

1 nodo

3 nodi

6 nodi

n.s. b

b

b

b

b

a

a

a

a

a

0

40

80

120

160

200

n.s

n.s

n.s

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n.s

n.s

A

lt

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za

p

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nt

e

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m

)

Urea

4 foglie

6 foglie

8 foglie

1 nodo

3 nodi

6 nodi

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40

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120

160

200

Liquame

4 foglie

6 foglie

8 foglie

1 nodo

3 nodi

6 nodi

0

40

80

120

160

200

Letame

N

NP

N

NP

N

NP

GRAFICO 2

- Influenza di diverse strategie di nutrizione sull’altezza media delle piante (

1

)

(1) Misurata a partire dallo stadio di 4 foglie fino alla fioritura del mais in seguito alla localizzazione alla semina di azoto e fosforo o di solo azoto

in parcelle con concimazione storica basata sulla distribuzione di fertilizzanti minerali, letame o liquame. All’interno di ogni trattamento lettere differenti indicano che vi sono differenze significative fra le due concimazioni «starter» (test post hoc di Bonferroni). n.s. = non significativo.

A partire dallo stadio di 6 foglie e fino all’emissione del pennacchio l’apporto di azoto e fosforo ha portato ad avere piante

caratterizzate da un’altezza maggiore nei terreni fertilizzati con urea e con liquame rispetto al trattamento localizzato

con solo azoto.

TABELLA 1

- Effetto della localizzazione alla semina di azoto

e fosforo rispetto al solo azoto su diversi parametri

Trattamento (giorni dalla Fioritura semina) Diff. (giorni) Prod. granella (t/ha s.s.) Diff.

(t/ha) Umidità (%) Diff.(%)

Urea + azoto

Urea + azoto e fosforo

99,3 a97,0 b –2,3 10,3 b14,6 a +4,3 26,4 a27,3 a –0,9

Liquame + azoto

Liquame + azoto e fosforo

95,3 a94,0 b –1,3 13,7 a14,3 a +0,6 25,6 a24,4 b –1,1

Letame + azoto

Letame + azoto e fosforo

94,3 a93,3 a –1 14,4 a14,3 a –0,1 24,5 a24,7 a –0,2 All’interno di ogni trattamento lettere differenti indicano che vi sono differenze significative fra le due concimazioni «starter» (test post hoc di Bonferroni). s.s. = sostanza secca.

L’apporto di azoto e fosforo alla semina ha anche determinato un anticipo

della data la fioritura del mais rispetto al solo apporto di azoto.

Si conferma anche a questo riguardo che la differenza espressa in giorni è stata

più marcata nel caso di terreni in cui la fertilizzazione è stata gestita nel tempo con

urea rispetto a quelli che hanno ricevuto negli anni l’apporto di effluenti zootecnici.

(4)

Nel caso invece di aziende zootec-niche, che hanno la possibilità di va-lorizzare gli effluenti del proprio alle-vamento e presentano già una buona o elevata dotazione di questo macro-elemento nel terreno, l’aggiunta del fosforo rispetto alla distribuzione lo-calizzata del solo azoto come fertiliz-zazione starter ha determinato degli effetti agronomici più limitati, sug-gerendo un minor interesse per que-sta tecnica.

Tuttavia nell’ambito delle gestio-ni della concimazione con reflui zoo-tecnici si sono osservate delle diffe-renze: l’apporto sinergico di azoto e fosforo minerale in banda ha avuto

degli effetti positivi sullo sviluppo colturale, sull’anticipo di fioritura e sull’umidità della granella alla rac-colta nella condizione agronomica fertilizzata con liquame, caratteriz-zata da una dotazione di fosforo nel suolo intermedia.

Al contrario con la distribuzione co-stante di letame la coltura ha presen-tato il più rapido sviluppo colturale e non si sono manifestati vantaggi della fertilizzazione starter azoto e fosforo ri-spetto al solo apporto di azoto in banda.

Ulteriori confronti in differenti con-dizioni pedo-climatiche saranno ne-cessari per valutare i vantaggi di que-ste strategie di concimazione, per

garantire una gestione della fertiliz-zazione fosfatica più sostenibile dal punto di vista ambientale, aziendale e colturale.

Michela Battisti, Massimo Blandino Alessandro Zappino, Mario Gilardi

Laura Zavattaro

Disafa - Università di Torino

Le foto dell’articolo sono di Michela Battisti.

52 giorni dalla semina (stadio di 3-6 foglie)

n.s.

n.s.

n.s.

0

2.000

4.000

6.000

8.000

10.000

b

a

B

A

n.s.

0

1.500

3.000

4.500

6.000

Urea + N

Urea + NP

Liquame + N

Liquame + NP

Letame + N

Letame + NP

Su

pe

rfi

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e

fo

gl

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re

a

3-6

fo

gl

ie

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2

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2

)

Stadio di fioritura

Urea + N

Urea + NP

Liquame + N

Liquame + NP

Letame + N

Letame + NP

Su

pe

rfi

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e

fo

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a

fio

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a

(c

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2

/m

2

)

GRAFICO 3

- Effetto della localizzazione alla semina di azoto e fosforo rispetto al solo azoto sull’indice

di superficie fogliare (LAI)

All’interno di ogni trattamento lettere differenti indicano che vi sono differenze significative fra le due concimazioni «starter» (test post hoc di Bonferroni). n.s. = non significativo.

L’apporto combinato dei due elementi ha determinato un maggiore sviluppo dell’apparato fogliare misurato mediante il LAI

solo nella prima fase del ciclo colturale, ma, anche in questo caso, a esclusione della tesi fertilizzata in pre-semina con letame.

Foto 2 Localizzazione di fertilizzanti fosfo-azotati alla semina

del mais

Foto 3 L’apporto di azoto e fosforo alla semina (fila mais

a sinistra) ha anche determinato un anticipo della data la

fioritura del mais rispetto al solo apporto di azoto (fila a destra)

49

6/2020• L’Informatore Agrario

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Azoto e fosforo localizzati:

i vantaggi su mais

$

ARTICOLO PUBBLICATO SU L’INFORMATORE AGRARIO N. 6/2020 A PAG. 46

BIBLIOGRAFIA

Blandino, M., Testa, G., 2015. Più mais con la concimazione fosfo-azotata loca-lizzata. L’Informatore Agrario, 19, Supple-mento Agricoltura e Fertilizzanti, 20-22. Blandino, M., Mancini, M. C., Marinac-cio, F., Sovrani, V., Reyneri, A., 2011. Mais: più rese anticipando la fioritura. L’Informatore Agrario, 9, 50-53.

Tsimba, R., Edmeades, G. O., Millner, J. P., Kemp, P. D., 2013. The effect of plan-ting date on maize grain yields and yield components. Field Crops Resear-ch, 150, 135-144.

(6)

Tutti i diritti riservati, a norma della Legge sul Diritto d’Autore e le sue successive modificazioni. Ogni utilizzo di quest’opera per usi diversi da quello personale e privato è tassativamente vietato. Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. non potrà comunque essere ritenuta responsabile per eventuali malfunzionamenti e/o danni di qualsiasi natura connessi all’uso dell’opera.

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