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Consorzi di Bonifica Rubrica

39 Ciociaria Editoriale Oggi 25/09/2018 NELL'UNIVERSO DELLA FATA BONIFICA 2

10 Gazzetta di Modena Nuova 25/09/2018 BREVI - CONSORZIO BONIFICA TEMPO DI ELEZIONI PER EMILIA CENTRALE

3

19 Giornale di Sicilia - Ed. Sicilia Orientale

25/09/2018 CONSORZIO DI BONIFICA IN ARRIVO GLI ACCONTI 4

1 Il Gazzettino - Ed. Rovigo 25/09/2018 NUOVI INTOPPI SULLA CICLABILE PER VALLIERA 5

7 Il Gazzettino - Ed. Udine 25/09/2018 CONSORZI DI BONIFICA, LE RIVENDICAZIONI DEI SINDACATI PER IL NUOVO CONTRATTO

7

4 Il Piccolo 25/09/2018 INSERTO - CONSORZIO DI BONIFICA PIANURA ISONTINA: PROSEGUE

IL SOSTEGNO DEL FONDO GORIZIA

8

27 Il Piccolo - Ed. Gorizia e Monfalcone 25/09/2018 E' NATA LA COMMISSIONE PER IL RISANAMENTO DEL LAGO DI DOBERDO'

9

29 Il Piccolo - Ed. Gorizia e Monfalcone 25/09/2018 VALORIZZAZIONE E RILANCIO DEL FIUME TUDRIO 10 17 Il Resto del Carlino - Ed. Ferrara e

Provincia

25/09/2018 PONTE DI VIA PRAFITTA QUALCOSA SI MUOVE: LAVORI IN PRIMAVERA

11

18 Il Resto del Carlino - Ed. Rovigo 25/09/2018 UN TESORO TRA I CHICCHI DI RISO I CANTORI DELLA VECIA DEL CA' MELO ALZANO IL SIPARIO DELLA S

12

2 Il Tirreno - Ed. Massa/Massa e Carrara 25/09/2018 RIDOLFI, CONSORZIO: "BISOGNA COORDINARSI" 14

17 La Voce di Rovigo 25/09/2018 BONIFICA ATTIVITA' DA NON TRASCURARE 15

39 Latina Editoriale Oggi 25/09/2018 NELL'UNIVERSO DELLA FATA BONIFICA 16

2/3 L'Attacco 25/09/2018 QUANDO GLI INVITATI ALLA GARA NEMMENO PRESENTANO IL

PREVENTIVO

17

38 L'Eco di Bergamo 25/09/2018 NUTRIE E CINGHIALI, LA REGIONE IN CERCA DI SOLUZIONI

DEFINITIVE

19

20 Liberta' 25/09/2018 FESTA DELL'ALBERO: VOLER BENE ALL'AMBIENTE E' AMARE SE

STESSI

21

23 Liberta' 25/09/2018 ANCHE IL CONSORZIO DI BONIFICA PRONTO A COLLABORARE ALLE

ATTIVITA' DI STUDIO

22

26 Liberta' 25/09/2018 APERTO IL CANTIERE PER LA TANGENZIALE PRONTA A PRIMAVERA 23

32 Messaggero Veneto - Ed. Gorizia 25/09/2018 VALORIZZAZIONE E RILANCIO DEL FIUME TUDRIO 24

14 Gazzetta del Sud - Ed. Reggio Calabria 24/09/2018 LA PARABOLA DEI LAGHI DI SIBAII DA PICCOLA VENEZIA A CENERENTOLA

25

12 Quotidiano Energia 24/09/2018 DIGA DI MERCATALE, BANDO DI "DIALOGO COMPETITIVO" PER AUMENTARE LA CAPACITA'

27

33 Gazzetta del Sud - Ed. Catanzaro 23/09/2018 MOLINARO: GARANTITA 'IRRIGAZIONE AI CAMPI 28

Consorzi di Bonifica - web Rubrica

Agricolturanews.it 25/09/2018 LA STAGIONE IRRIGUA IN EMILIA ROMAGNA 29

AgricolturaOggi.com 25/09/2018 CONSORZIO DI BONIFICA ROMAGNA OCCIDENTALE:DISTRIBUZIONE DELL'ACQUA,NEL 2018.

31

BlogSicilia.it 25/09/2018 POLO BIOSCIENTIFICO, IL RIUSO DELLE ACQUE REFLUE

FONDAMENTALE PER L'AGRICOLTURA

32

Faenzanotizie.it 25/09/2018 STAGIONE IRRIGUA 2018. CONSORZIO DI BONIFICA STILA IL BILANCIO: 63 MILIONI I METRI CUBI DISTRIBUITI

34

Lagazzettadilucca.it 25/09/2018 MESSA IN SICUREZZA DI GARFAGNANA E MEDIAVALLE: I DATI DEL CONSORZIO 1 TOSCANA NORD

36

Lastampa.it 25/09/2018 LESTATE ASCIUTTA DELLISONZO. TRA AGRICOLTURA,

IDROELETTRICO E ACCORDI TRANSFRONTALIERI

38

Vicenzatoday.it 25/09/2018 ACQUE COMUNI: DA SANTORSO A VICENZA UN FESTIVAL

ITINERANTE LUNGO I FIUMI

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Nell’approssimarsi della chiusura della stagione irrigua 2018 (partita nel mese di aprile), il Consorzio di bonifica della Romagna Occidentale può già tracciarne un primo bilancio. Alla fine di agosto, il volume d’acqua complessivamente distribuito per usi irrigui ammontava a 55,5 milioni di metri cubi. Se si considera che nel mese di settembre l’attività irrigua è stata piuttosto intensa per scongiurare l’effetto combinato di scarse precipitazioni e temperature eccezionalmente elevate, si può ipotizzare che, a fine stagione, il dato del volume distribuito sia sovrapponibile a quello dell’anno scorso, che fu di 63 milioni di metri cubi. Per quanto, infatti, vi sia la percezione diffusa di una stagione estiva più piovosa rispetto all’anno precedente, va detto che le precipitazioni hanno avuto una distribuzione estremamente irregolare. Nel raggio di pochi chilometri, nello stesso momento, si sono verificati episodi di nubifragio, di scarsa utilità ai fini della compensazione del deficit idrico, e assenza totali di precipitazioni. Nel suo complesso l’estate del 2018 è stata qualificata come la quinta più calda dal 1950. Inoltre, se si guarda al dato di piovosità del mese di luglio, che più di altri influenza l’andamento della stagione irrigua, emerge come esso sia pari ad appena il 40% della media del periodo 1993-2018, stando alle rilevazioni effettuate con il pluviografo installato nella sede del Consorzio a Lugo (RA). In queste condizioni, considerato il caratteristico assetto colturale del territorio romagnolo, non vi sarebbero produzioni agricole senza il costante supporto dell’attività irrigua e

conseguentemente sparirebbe anche il tipico paesaggio rurale come si è venuto a connotare nel corso del tempo. Si stima che, grazie alla distribuzione d’acqua a uso irriguo, è preservata, nel solo comprensorio della Romagna Occidentale, una PLV di circa 250 milioni di euro, a cui va aggiunta la redditività dell’indotto, costituito dalle attività di commercializzazione e trasformazione insediate nel territorio locale. La fonte quasi esclusiva di approvvigionamento idrico di questo territorio è il Canale Emiliano Romagnolo (CER), opera idraulica di rilevanza nazionale che viene alimentata con una derivazione dal fiume Po per una portata concessa di 68 metri cubi al secondo di acqua. L’attività di distribuzione irrigua non impatta pertanto sul regime dei corsi d’acqua del territorio romagnolo, avendo una fonte esterna al loro bacino idrografico. Del volume complessivo distribuito, circa il 20% viene portato alle aziende agricole tramite reti di condotte interrate in pressione e gruppi di consegna muniti di contatore.

Ciò consente di recuperare i costi dell’attività irrigua in proporzione ai singoli volumi utilizzati, il che rappresenta di per sé un efficace incentivo all’uso razionale dell’acqua. Tali condotte sono presenti principalmente nella porzione di comprensorio a monte del CER (alta pianura, ossia quella che si estende dal CER fino alla via Emilia da Faenza a Imola). La distribuzione tramite i canali di Informazioni

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La stagione irrigua in Emilia Romagna

di Redazione | 25 settembre 2018 in Notizie · 0 Commenti

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bonifica a cielo aperto, invece, avviene nella porzione di comprensorio a valle del CER (bassa pianura, ossia quella che si estende dal CER fino al fiume Reno, al confine con la provincia di Ferrara). «Per dare continuità alla distribuzione dell’acqua, il Consorzio attiva per tutta la stagione irrigua un servizio di reperibilità che copre anche i fine settimana e le giornate festive. Fino al 31 agosto sono state 6.700 le ore di reperibilità, di cui più della metà nei fine settimana», sottolinea Alberto Asioli, Presidente del Consorzio di bonifica della Romagna Occidentale.

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Home Rubriche News dalle regioni Consorzio di Bonifica Romagna Occidentale:distribuzione dell'acqua,nel 2018.

Consorzio di Bonifica Romagna Occidentale:distribuzione dell'acqua,nel 2018.

Martedì 25 Settembre 2018

Informazione che definiamo di pubblica utilità,che ci consente di poter concretamente verificare anche le conseguenze delle variazioni climatiche,su dati certificati,come quelli del consumo dell'acqua,per irrigazione.

Sono dati,riferiti ( certo)ad un determinato territorio,ma sono comunque,molto utili,per comprendere quanto accade in Italia.

Considerando che alla fine di agosto, il volume d’acqua complessivamente distribuito per usi irrigui ammontava a 55,5 milioni di metri cubi, e che a settembre l’attività irrigua è stata piuttosto intensa per scongiurare l’effetto combinato di scarse precipitazioni e temperature eccezionalmente elevate,si può ipotizzare che, a fine stagione, il dato del volume distribuito sia sovrapponibile a quello dell’anno scorso, che fu di 63 milioni di metri cubi.

Per quanto, infatti, vi sia la percezione diffusa di una stagione estiva più piovosa rispetto all’anno precedente, va detto che le precipitazioni hanno avuto una distribuzione estremamente irregolare.Nel raggio di pochi chilometri, nello stesso momento, si sono verificati episo di di nubifragio, di scarsa utilità ai fini della compensazione del deficit idrico, e assenza totali di precipitazioni.

Nel suo complesso l’estate del 2018 è stata qualificata come la quinta più calda, dal 1950. Inoltre, se si guarda al dato di piovosità del mese di luglio, che più di altri influenza l’andamento della stagione irrigua, emerge come esso sia pari ad appena il 40% della media del periodo 1993-2018, stando alle rilevazioni effettuate con il pluviografo installato nella sede del Consorzio a Lugo (RA).In queste condizioni, considerato il caratteristico assetto colturale del territorio romagnolo, non vi sarebbero produzioni agricole senza il costante supporto dell’attività irrigua e conseguentemente sparirebbe anche il tipico paesaggio rurale come si è venuto a connotare nel corso del tempo.

Si stima che, grazie alla distribuzione d’acqua a uso irriguo, è preservata, nel solo comprensorio della Romagna Occidentale, una PLV ( produzione lorda vendibile) di circa 250 milioni di euro, a cui va aggiunta la redditività dell’indotto, costituito dalle attività di commercializzazione e

trasformazione insediate nel territorio locale.

La fonte quasi esclusiva di approvvigionamento idrico di questo territorio è il Canale Emiliano Romagnolo (CER), opera idraulica di rilevanza nazionale che viene alimentata con una derivazione dal fiume Po, per una portata concessa di 68 metri cubi al secondo di acqua.L’attività di distribuzione irrigua non impatta pertanto sul regime dei corsi d’acqua del territorio romagnolo, avendo una fonte esterna al loro bacino idrografico. Del volume complessivo distribuito, circa il 20% viene portato alle aziende agricole tramite reti di condotte interrate in pressione e gruppi di consegna muniti di contatore. Ciò consente di recuperare i costi dell’attività irrigua in proporzione ai singoli volumi utilizzati, il che rappresenta di per sé un efficace incentivo all’uso razionale dell’acqua.

Tali condotte sono presenti principalmente nella porzione di comprensorio a monte del CER (alta pianura, ossia quella che si estende dal CER fino alla via Emilia da Faenza a Imola).

La distribuzione tramite i canali di bonifica a cielo aperto, invece, avviene nella porzione di comprensorio a valle del CER (bassa pianura, ossia quella che si estende dal CER fino al fiume Reno, al confine con la provincia di Ferrara). «Per dare continuità alla distribuzione dell’acqua, il Consorzio attiva per tutta la stagione irrigua un servizio di reperibilità che copre anche i fine settimana e le giornate festive. Fino al 31 agosto sono state 6.700 le ore di reperibilità, di cui più della metà nei fine settimana», sottolinea Alberto Asioli, Presidente del Consorzio di bonifica della Romagna Occidentale.

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» CATANIA » AGRICOLTURA

Polo Bioscientifico, il riuso delle acque reflue fondamentale per l’agricoltura

UN CONVEGNO A CATANIA

di

Redazione

| 25/09/2018   

nel corso del convegno dal titolo “Il riuso delle acque reflue urbane in Sicilia: esperienze e prospettive” che si è tenuto nell’aula magna del Polo Bioscientifico e che ha richiamato numerosi esperti del settore chiamati ad analizzare la situazione della depurazione in Sicilia e ad approfondire la possibilità di sviluppo dei sistemi di riciclo e riuso delle acque reflue nell’Isola.

Una collaborazione tra le istituzioni fronteggiare la carenza di risorse idriche, in particolar modo nel settore agricolo. La proposta è stata lanciata stamattina dal rettore Francesco Basile dell’Università di Catania

con studi e ricerche finalizzate alla soluzione della problematica della carenza di risorse idriche e al riutilizzo delle acque reflue urbane in agricoltura. Proprio questo settore, che tra i differenti settori produttivi risulta quello più idroesigente con circa il 60% dei consumi idrici totali a livello nazionale e con valori maggiori in Sicilia, soffre maggiormente la carenza idrica anche in relazione ai ricorrenti periodi di siccità che si sono verificati nell’ultimo decennio e che hanno interessato tutte le regioni italiane» ha aggiunto il rettore.

«La problematica è di particolare interesse e coinvolge numerose istituzioni – ha spiegato il prof. Francesco Basile -. Da parte nostra c’è la massima collaborazione con la Regione Siciliana

e della sezione idraulica del dipartimento di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente dell’Università di Catania che hanno evidenziato la possibilità di recuperare le acque reflue depurate di circa 80 impianti di trattamento nell’ambito delle aree irrigue attrezzate dei Consorzi di Bonifica della Sicilia, per un volume di acque reflue di circa 160 milioni di metri cubi per anno, che consentirebbe di soddisfare una parte del fabbisogno irriguo attualmente non soddisfatto con le risorse idriche convenzionali. L’utilizzo delle acque reflue urbane in agricoltura risulta indispensabile al fine di sopperire alla carenza di risorse idriche e costituisce, particolarmente nel Sud Italia, la strategia più efficace a breve e medio termine per soddisfare la domanda irrigua.

Nel corso del convegno sono state presentate le indagini recenti svolte dai ricercatori del Centro Studi Economia applicata all’Ingegneria (Csei) Catania

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rivolte a valutare possibilità e modalità di riutilizzo delle acque reflue mutando anche i rischi connessi a questa pratica irrigua – ha spiegato il prof. Salvatore Barbagallo alla presenza del presidente del Centro Studi Economia applicata all’Ingegneria Catania Emilio Giardina -.

Ormai le tecnologie sono state affinate e quindi anche il trattamento dei reflui attraverso sistemi naturali di fitodepurazione ci consente di ottenere acque di buona qualità e siamo nelle condizioni in Sicilia di poter dire che esistono tecnologie, tecniche e conoscenze per far partire il riuso delle acque reflue. Oggi il problema è vedere come e chi deve gestire questi sistemi e con quali finanziamenti e risorse. Il “Sistema Catania” che ha registrato il contributo dell’ateneo catanese potrà essere realizzato in pochi anni se finanziato e prevede la realizzazione di impianti per utilizzare le acque reflue della città di Catania nel comprensorio del consorzio di bonifica ex Piana di catania. Occorre quindi passare dalla teoria alla pratica per dare così un contributo significativo ai fabbisogni irrigui della Sicilia orientale».

Il Dipartimento di Agricoltura Alimentazione e Ambiente dell’Università di Catania conduce da diversi anni ricerche sul riuso delle acque reflue

e quindi la risorsa idrica è piuttosto preziosa». «Su questo tema l’assessorato regionale ha avviato contatti con l’università di Tel Aviv in israele, che indubbiamente è più avanti di noi nelle ricerche e nei sistemi di riuso delle acque – ha aggiunto l’assessore -. Nel mese si ottobre a Tel Aviv ci sarà un incontro alla presenza di rappresentanti dell’Ateneo di catania che si occupano di biotecnologie per mutuare da loro esperienze, tecnologie e scienze da “inserire” nella nostra regione. Sappiamo che impianti di questo genere necessitano di risorse economiche importanti e su questo stiamo facendo leva anche sulla nuova politica agraria comunitaria. La Commissione europea in questi mesi è chiamata a fare scelte importanti su questo tema anche alla luce della linea del Bilancio europeo che prevede un impiego del 28,5% in favore della Politica agricola comunitaria. Non possiamo quindi sottovalutare il riutilizzo delle acque depurate che oggi finiscono in mare».

Alla sessione di lavoro, coordinata dal prof. Salvatore Barbagallo dell’Università di Catania, hanno preso parte politici, ricercatori e tecnici esperti del settore che hanno illustrato esperienze e prospettive del riuso agricolo delle acque reflue urbane in Sicilia, con particolare riferimento anche ai nuovi scenari nazionali ed internazionali e alla nuova proposta di normativa europea sul riuso delle acque reflue.

Per l’assessore regionale all’Agricoltura Edy Bandiera «il tema è molto importante e sta molto a cuore a questa amministrazione regionale visto che la Sicilia presenta un territorio semiarido

Trapani

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munizionamento,

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#acque reflue #agricoltura #assessore bandiera #irrigazione

#università di catania

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Stagione irrigua 2018. Consorzio di Bonifica stila il bilancio:

63 milioni i metri cubi distribuiti

Martedì 25 Settembre 2018

centrale irrigua SanSilvestro Nell’approssimarsi della chiusura della stagione irrigua 2018 (partita ad aprile), il Consorzio di bonifica della Romagna Occidentale può tracciarne un primo bilancio. Alla fine di agosto, il volume d’acqua complessivamente distribuito per usi irrigui ammontava a 55,5 milioni di metri cubi. Se si considera che a settembre l’attività irrigua è stata intensa per scongiurare l’effetto combinato di scarse precipitazioni e temperature eccezionalmente elevate, il Consorzio può ipotizzare che a fine stagione siano 63 milioni i metri cubi distribuiti.

Per quanto, infatti, vi sia la percezione diffusa di una stagione estiva più piovosa rispetto all’anno precedente, il Consorzio ricorda "che le precipitazioni hanno avuto una distribuzione estremamente irregolare. Nel raggio di pochi chilometri, nello stesso momento, si sono verificati episodi di nubifragio, di scarsa utilità ai fini della compensazione del deficit idrico, e assenza totali di precipitazioni. Nel suo complesso l’estate del 2018 è stata qualificata come la quinta più calda dal 1950".

Inoltre, se si guarda al dato di piovosità del mese di luglio, che più di altri influenza l’andamento della stagione irrigua, il Consorzio fa notare che "emerge come esso sia pari ad appena il 40% della media del

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periodo 1993-2018, stando alle rilevazioni effettuate con il pluviografo installato nella sede del Consorzio a Lugo. In queste condizioni, considerato il caratteristico assetto colturale del territorio romagnolo, non vi sarebbero produzioni agricole senza il costante supporto dell’attività irrigua e conseguentemente sparirebbe anche il tipico paesaggio rurale come si è venuto a connotare nel corso del tempo. Si stima che, grazie alla distribuzione d’acqua a uso irriguo, è preservata, nel solo comprensorio della Romagna Occidentale, una PLV di circa 250 milioni di euro, a cui va aggiunta la redditività dell’indotto, costituito dalle attività di commercializzazione e trasformazione insediate nel territorio locale. La fonte quasi esclusiva di approvvigionamento idrico di questo territorio è il Canale Emiliano Romagnolo (CER), opera idraulica di rilevanza nazionale che viene alimentata con una derivazione dal fiume Po per una portata concessa di 68 metri cubi al secondo di acqua".

L’attività di distribuzione irrigua, spiega il Consorzio, "non impatta pertanto sul regime dei corsi d’acqua del territorio romagnolo, avendo una fonte esterna al loro bacino idrografico. Del volume complessivo distribuito, circa il 20% viene portato alle aziende agricole tramite reti di condotte interrate in pressione e gruppi di consegna muniti di contatore. Ciò consente di recuperare i costi dell’attività irrigua in proporzione ai singoli volumi utilizzati, il che rappresenta di per sé un efficace incentivo all’uso razionale dell’acqua. Tali condotte sono presenti principalmente nella porzione di comprensorio a monte del CER (alta pianura, ossia quella che si estende dal CER fino alla via Emilia da Faenza a Imola). La distribuzione tramite i canali di bonifica a cielo aperto, invece, avviene nella porzione di comprensorio a valle del CER (bassa pianura, ossia quella che si estende dal CER fino al fiume Reno, al confine con la provincia di Ferrara).

«Per dare continuità alla distribuzione dell’acqua, il Consorzio attiva per tutta la stagione irrigua un servizio di reperibilità che copre anche i fine settimana e le giornate festive. Fino al 31 agosto sono state 6.700 le ore di reperibilità, di cui più della metà nei fine settimana», sottolinea Alberto Asioli, Presidente del Consorzio di bonifica della Romagna Occidentale.

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ECONOMIA E LAVORO

Messa in sicurezza di Garfagnana e Mediavalle: i dati del Consorzio 1 Toscana Nord

martedì, 25 settembre 2018, 11:42

di andrea salerno

Il nord della Toscana è, per la sua conformazione, un'area delicata, fortemente esposta a criticità idrogeologiche. Proprio per questo, l'Europa ha messo a disposizione 18 milioni destinati ad interventi sul territorio in cui opera il Consorzio 1 Toscana Nord. Nel biennio 2017/2018, grazie al PSR – Piano di Sviluppo Rurale - sono stati realizzati, tra Garfagnana e

Mediavalle ben 28 lavori di salvaguardia e manutenzione in aree boscate.

Stamani, presso il ristorante l'Alpino di Monsagrati ha auto luogo un incontro per presentare ai cittadini le operazioni svolte.

“Dopo l'alluvione del 2014 – ha esordito il sindaco di Pescaglia, Andrea Bonfanti – ci siamo rimboccati le maniche e insieme a tutti gli enti del territorio, abbiamo ripristinato la situazione e svolto operazioni di salvaguardia”.

“Per cominciare, vorrei evidenziare l'importanza della sinergia che si è creata tra gli enti dopo il 2014. Lo scambio tra comuni, regione e Consorzio è stato fondamentale per operare in modo efficacie e veloce. Infatti, in queste zone, grazie ai 18 milioni dati al Consorzio di Bonifica, sono stati fatti molti interventi necessari. La prevenzione è basilare per ridurre il rischio di sciagure – ha dichiarato l'assessore regionale all'agricoltura e alle politiche per la montagna, Marco Remaschi -”.

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Nelle aree della Garfagnana e delle Mediavalle sono stati investiti, tra il 2017 ed il 2018 più di 11 milioni. Concentrandosi sui dati forniti, per i lavori compiuti in Valfreddana e Mediavalle sono stati investiti: 108mila euro, per l'intervento di prevenzione del rischio idrogeologico al Solco dei Capacchi, nel comune di pescaglia; 117mila euro per l'opera di difesa spondale del torrente Vinicola; 110mila euro per prevenzione rischio idrogeologico al fosso del Pratalino, comune di Pescaglia; 120mila euro per il consolidamento e sistemazione del reticolo idraulico in località La Villa, Tereglio; 183mila euro per ripristino biglia, controbriglia e realizzazione nuova briglia nel torrente ania, al confine tra i comuni di Barga e Coreglia Antelminelli; 534mila euro per il ripristino della sezione idraulica nel torrente Ania.

“I risultati ottenuti sono frutto del lavoro di squadra tra gli enti – ha detto Ismaele Ridolfi, presidente del Consorzio di Bonifica 1 Toscana Nord -. La parte settentrionale della Toscana, purtroppo, è molto fragile e necessita di maggiori interventi. Il Consorzio ha ottenuto ottimi risultati, con cantieri aperti e chiusi, al massimo, in sei mesi, in netta controtendenza rispetto ad altre realtà del paese. Nella stragrande maggioranza dei casi, inoltre, i lavori sono stati assegnati ad imprese del territorio, che dunque hanno avuto un buon ritorno a livello economico”.

Infine, come spiegato dai presenti, sono previsti altri interventi di manutenzione, con l'obiettivo di rendere sicuri i comuni a maggior rischio, poiché “la sicurezza genera bellezza”.

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DAVIDE MICHIELIN Pubblicato il 25/09/2018

Nella notte dei tempi, racconta una leggenda di quel lembo della provincia di Gorizia chiamato Bisiacaria, l’Isonzo abitava la cima di un monte altissimo

insieme alle sorelle Drava e Sava, fantasticando di raggiungere il mare. I tre fiumi si impegnarono in una scommessa su chi sarebbe riuscito a conquistarlo per primo, fissando la partenza all’alba del giorno seguente. Sebbene meglio equipaggiate, Drava e Sava aspettarono che il fratello si addormentasse per mettersi in marcia nel cuore della notte. Al risveglio, accecato dalla rabbia, l’Isonzo prese a dare calci alle rocce che gli erano attorno, finendo nella

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direzione opposta a quella presa dalle sorelle. L’errore si rivelò salvifico: Drava e Sava finirono per confluire in un fiume più grande, cioè il Danubio, mentre l’Isonzo raggiunse stremato l’Adriatico. Eppure, il vincitore morale della leggenda in queste settimane se la passa decisamente peggio delle sorelle.

Nonostante l’attuale estate non sia stata caratterizzata da una spiccata aridità, ampi tratti del suo alveo sono rimasti spesso asciutti, tramutando le pozze in oasi di un deserto di ghiaie accecanti. “L’andamento climatico incide sulla portata del fiume solamente durante la prima parte della stagione. Da sempre in agosto l’Isonzo è in carenza di acqua. Per questo motivo la nostra rete di distribuzione prevede un sistema in pressione che ci permette di risparmiare metà dell’acqua fino a quindici anni fa necessaria per l’agricoltura” precisa Enzo Lorenzon, presidente del Consorzio di Bonifica Pianura Isontina. Le secche denunciate in queste settimane dalle associazioni ambientaliste non trovano tuttavia riscontro presso i dirimpettai sloveni. Come la sorella Drava, anche l’Isonzo scorre in buona parte al di fuori dei confini italiani. Lungo il suo corso, subito a monte di Gorizia, sorge la centrale idroelettrica di Salcano. La

produzione di energia elettrica comporta trattenute e rilasci di acqua distribuiti irregolarmente durante il giorno. Queste oscillazioni di portata, trascurabili nel resto dell’anno, durante i periodi di magra esasperano la resilienza del basso corso del fiume.

Il peccato originario risale al 1975, anno in cui Italia e Jugoslavia firmarono a Osimo il trattato di pace, i cui impegni furono più tardi ereditati dalla Slovenia.

La gestione condivisa del fiume, per la quale fu istituita una speciale commissione mista dedicata all’idroeconomia della regione, prevedeva la costruzione a Gorizia di un ampio bacino di rifasamento per livellare queste variazioni. “Il progetto fu bloccato dai ricorsi delle associazioni ambientaliste. Al momento stiamo valutando un’opera più modesta, ma altrettanto efficace, che prevede l’ampliamento di un piccolo bacino già esistente. Si tratterebbe di innalzarne le sponde di un paio di metri” ipotizza Lorenzon. Queste brusche fluttuazioni della portata, accentuate dalle variazioni nella frequenza delle precipitazioni, si ripercuotono duramente sulla biodiversità del fiume. “Parti dell’alveo vengono prolungatamente lasciate in asciutta, provocando la morte di

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stadi giovanili e uova di pesci e anfibi. Molte di queste specie ricadono nella Direttiva Habitat in quando le loro popolazioni sono già in contrazione” spiega Elisabetta Pizzul, ricercatrice in Ecologia presso l’Università di Trieste. Ma non solo. Le variazioni di portata modificano l’azione di erosione e sedimentazione nell’alveo, “con conseguenze sulla morfologia, sulla variabilità di mesohabitat – indispensabile a sostenere la biodiversità – e non da ultimo sui processi di autodepurazione. In definitiva sull’intera funzionalità fluviale” precisa Pizzul.

L’irregolarità delle portate rilasciate dalla Slovenia è però solamente uno dei tasselli di un rompicapo complesso. Il breve tratto italiano del fiume è infatti interessato da due grandi canali che, oltre a dissetare l’agricoltura isontina, alimentano una serie di centraline idroelettriche. La poca acqua che non viene derivata è naturalmente drenata dalle ghiaie del fiume, proseguendo il suo cammino sotterraneo. “In diversi punti tra Sagrado e Pieris l’Isonzo è morto.

Non si discutono le necessità dell’agricoltura, sebbene di tipo intensivo, ma non è possibile che nei periodi di magra l’alveo sia lasciato completamente senza acqua per produrre una quantità irrisoria di energia elettrica” osserva il naturalista Michele Tofful, portavoce dell’associazione Eugenio Rosmann. Sulla stessa lunghezza d’onda sono i pescatori dell’associazione Fiume Isonzo: “Di anno in anno l’acqua è sempre meno. I pesci si concentrano in poche zone più o meno profonde, alla mercé di predatori e bracconieri” spiega il cofondatore Alessandro Hoban. Inoltre, con l’aumento della temperatura dell’acqua aumentano i casi di parassitosi nei salmonidi, tra i quali ci sono la trota

marmorata e il temolo. “Siamo arrivati al punto di invocare misure restrittive per la pesca perché le popolazioni ittiche sono davvero in crisi. In queste condizioni viene a mancare persino la voglia di pescare, non sarebbe etico” sospira Hoban.

Insomma, le colpe sono da ricercare presso entrambe le parti. “Al momento le portate medie dichiarate dagli sloveni sono persino superiori a quanto dovuto.

Eppure, l’alveo del fiume è vuoto mentre i canali sono pieni. La verità è che entrambi i Paesi fanno i propri interessi, a discapito del fiume” ribatte Luca Cadez, presidente del circolo goriziano di Legambiente. Ciò che è mancato in questi anni e tuttora continua a mancare è un piano di gestione unitario, come previsto per i fiumi transfrontalieri dalla Direttiva quadro sulle Acque. “Nei decenni, la gestione è rimasta la medesima, con tutti i suoi problemi irrisolti. A gennaio i gestori sloveni hanno aperto la diga di Doblar rilasciando tonnellate di sedimenti a valle. Le autorità italiane non ne sapevano nulla” prosegue Cadez, puntando il dito contro l’evanescente commissione per l’idroeconomia che nel frattempo avrebbe dovuto avviare la cooperazione tra i due Paesi. Il lungo impasse ha spinto numerose associazioni di entrambi i Paesi a unirsi nella coalizione “Salviamo l’Isonzo” e presentare una petizione che oggi prosegue faticosamente il suo iter verso il parlamento europeo. D’altronde, si ripetono a Gorizia, tutte le leggende custodiscono un fondo di verità: il cammino

dell’Isonzo verso il mare non è mai stato un affare semplice.

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Acque Comuni: da Santorso a Vicenza un festival itinerante lungo i fiumi

Eventi / Escursioni

Redazione 25 settembre 2018 10:41 DOVE

Indirizzo non disponibile

QUANDO

Dal 27/09/2018 al 30/09/2018 Orario non disponibile

PREZZO

Prezzo non disponibile

ALTRE INFORMAZIONI Sito web equistiamo.org Evento per bambini

Il programma degli appuntamenti Acque Comuni si aprirà giovedì 27 settembre alle 18 a Santorso con “Acquarium”, itinerario alla scoperta del parco di Villa Rossi proposto da Matteo Balbo de La Piccionaia con la modalità del silent play.

Venerdì 28 settembre la carovana si muoverà lungo il torrente Timonchio partendo da Schio, dove in mattinata si potranno visitare la Fabbrica Saccardo ai piedi delle colline del Tretto (ore 8.45) e il depuratore Alto Leogra (ore 11.30).

Nel pomeriggio (ore 15) si camminerà lungo la Roggia dei Mulini: un percorso di circa 3 ore porterà alle Ca’ Vecie di Marano Vicentino e qui, in serata (ore 21.00), sarà presentato il libro “Il fiume sono io” alla presenza dell’autore, Alessandro Tasinato.

Sabato 29 settembre la carovana riprenderà il cammino (ore 9.00) dal piazzale della biblioteca di Marano: il percorso, allietato dal contributo poetico di Roberto Cogo, andrà a scoprire la confluenza dei torrenti Leogra e Timonchio.

Durante la giornata saranno inoltre promosse delle visite guidate all’oasi delle Risorgive del Bacchiglione (ore 9.30 - 11.00 - 14.30 - 16.00), mentre alle 21 al cinema teatro Busnelli di Dueville sarà proiettato il film “Rumore bianco” di Alberto Fasulo.

Domenica 30 settembre si tornerà a camminare alle 13.00 per una marcia dell’acqua che dal parco di Villa Caldogno arriverà al Teatro Astra di Vicenza.

Le attività della giornata inizieranno però già al mattino con una visita lungo

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l’Astichello con Galliano Rosset a Monticello Conte Otto (ore 10.30), una tavola rotonda sull’acqua a Villa Caldogno (ore 10.00) e la possibilità di fare rafting sul Bacchiglione (dalle 9.00 alle 12.00 a Vicenza) e packrafting sull’Astichello (ore 13.00 a Monticello Conte Otto). Nel pomeriggio, a partire dalle 17 negli spazi del teatro Astra, sarà inaugurata l’installazione river-specific “C’è vita ancora” di Alberto Salvetti, verrà proposto il reportage fotografico “Water tour” di Marco Zorzanello e si chiuderà l’evento, tra musica e teatro, con il

“Processo all’acqua” dei Fratelli Dalla Via e dei Valincantà.

Sarà inoltre visitabile a Porto Burci il racconto video-fotografico “Idrica – Acqua Underground” che Marco Zorzanello e Marco Dal Maso hanno realizzato sul sistema del servizio idrico integrato vicentino.

Gli eventi, ad eccezione delle discese del fiume in gommone, sono gratuiti. Per alcuni è necessaria la prenotazione.

Programma su www.equistiamo.org - www.facebook.com/acquecomuni Info e prenotazioni: [email protected]

Acque Comuni è un'iniziativa di VIACQUA realizzata da Equistiamo/Vaghe stelle con il sostegno di AIM ambiente, Askoll, Chimica Ecologica Spa, Maistrello Café, Gollin srl, Ferro design di David Simonetti, promossa e patrocinata da Provincia di Vicenza e Comuni di Santorso, Schio, Marano Vicentino, Villaverla, Dueville, Monticello Conte Otto, Caldogno, Vicenza, in collaborazione con Associazione Culturale “Paese dell'Acqua”, RiverLand asd, Pietre Parlanti, Porto Burci, La Piccionaia, Agritour.Vi, Confluenze, Consorzio di Bonifica Alta Pianura Veneta, Legambiente Vicenza, Legambiente Circolo Airone Monticello Conte Otto, Cooperativa Ecotopia, Dedalofurioso, Che Tempo Fa, Ivan Team, Movimento Salvaguardia Ambiente, ARTantide.com

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