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RECENSIONI 357

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Academic year: 2021

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MARCONIERI, 2009 – Bioenergetic Landscape. La progettazione del giardino terapeutico bioenergetico. Sistemi Editoriali SE.

256 p. Prezzo 32 euro.

Il volume Bioenergetic Landscape. La progettazione del giar- dino terapeutico bioenergetico presenta una innovativa moda- lità di progettazione degli spazi verdi, basata sulla capacità delle piante di emettere onde elettromagnetiche. Nello specifico, si individuano una prima parte, introduttiva, in cui si analizzano i riferimenti concettuali, e una parte più tecnica in cui si spiega come progettare un giardino terapeutico.

Nel capitolo “Healing garden e therapeutic landscape oggi”

si descrivono alcuni esempi in cui l’uomo si rapporta alla Natura per motivi ricreativi o terapeutici. Da sempre gli architetti, i paesaggisti e più genericamente gli esperti del verde orna- mentale hanno sfruttato le caratteristiche morfologiche, cro- matiche, aromatiche ecc. di alberi e arbusti per realizzare ambienti accoglienti ed esteticamente gradevoli. Al tempo stesso, fin dall’antichità le piante sono state utilizzate per otte- nere preparati fitoterapici, medicinali e alimentari. Inoltre, recenti ricerche nel campo della psicologia dimostrano che l’e- sposizione ad ambienti verdi ha effetti positivi sul benessere psico-fisico dell’uomo.

In “La biosfera e l’energia dei viventi” si spiegano i flussi energetici e l’influenza della Natura sugli esseri viventi. I prin- cipi di riferimento risiedono nelle ricerche di Walter Kunnen dell’Istituto di ricerche sulla biosfera “Archibio Biologica”

di Anversa, che ha studiato e applicato l’elettromagnetismo nel campo della progettazione delle abitazioni.

La teoria del Bioenergetic Landscape, sviluppata da Marco Nieri, architetto ed ecodesigner, amplia la sfera di cono- scenza sull’elettromagnetismo grazie alla scoperta della capa- cità delle piante di diffondere flussi energetici più o meno favorevoli all’essere umano. La metodologia messa a punto da Nieri si basa sull’utilizzo dell’antenna Lecher – strumento simile a quello con cui da sempre i rabdomanti cercano l’acqua nel suolo – per “misurare” il livello energetico delle piante e capire se e quante onde, positive o negative per l’uomo, emettono.

È interessante notare che gli effetti benefici sull’organismo seg- nalati dalle indicazioni di Nieri sono stati più volte confermati dai medici dopo particolari valutazioni effettuate con apparecchi di biorisonanza.

Nella seconda parte del libro viene spiegato come realiz- zare giardini bioenergetici, nei quali è possibile sfruttare i vantaggi che si ottengono dalla presenza di alberi scelti, oppor- tunamente posizionati, che propagano nello spazio circostante - e, in maniera diversa, sugli organi del nostro corpo - le loro proprietà energetiche, anche attraverso l’interazione con l’e- lettromagnetismo naturale del luogo. In questo modo, spiega l’Autore, le persone stressate possono giovare di piante favorevoli al sistema nervoso e circolatorio, mentre le piante capaci di sostenere le funzioni del cuore, ormonali e del sistema immu- nitario sono utili per anziani e convalescenti.

Il lavoro di Marco Nieri appare interessante per due motivi.

Il primo motivo risiede nel fatto che, sebbene sia apparente- mente pervaso da elementi di spiritualità ed esoterismo, esso propone un percorso di ricerca innovativo, in cui i riferimenti scientifici vengono utilizzati per delineare orizzonti sconosciuti,

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fino ad elaborare una nuova disciplina. Con queste ricerche Nieri esprime la vera essenza del ricercatore, che abbandona il già noto per addentrarsi verso le oscure, impervie e quanto mai affascinanti vie dell’ignoto. E agli scettici e inguaribili razio- nalisti, egli risponde con l’invito a «non credere di no», perchè anche questo è un modo di credere.

Il secondo motivo è che Nieri inventa un modo nuovo di impiegare gli alberi. Il che, in termini più strettamente forestali, si traduce nella scoperta di una nuova “funzionalità ecosiste- mica”: oltre alle già note proprietà produttive e protettive in senso lato, gli alberi hanno influssi energetici benefici sull’uomo e pertanto acquisiscono ulteriori, interessanti potenzialità di utilizzo. La Natura, sottolinea più volte l’Autore, è «un “sistema”

complesso a cui l’uomo può rapportarsi per attivare le più svariate e profonde risposte a ogni piano della sua esistenza, capaci di lenire soprattutto le ferite più dolorose, quelle della psiche».

In sintesi, il volume Bioenergetic Landscape. La progetta- zione del giardino terapeutico bioenergetico offre un pratico rife- rimento per tutti coloro che si occupano di verde ornamentale, ma al tempo stesso può essere una curiosa lettura per chi crede nelle infinite relazioni tra l’Uomo e la Natura. L’auspicio dei forestali non può essere che, come ogni ricerca degna di nota, l’opera di Nieri abbia ulteriori e proficui sviluppi, magari allar- gando i confini del “giardino” al “bosco bioenergetico”.

CATERINAMOROSI

PIERMARIACORONA, ANNABARBATI, BARBARAFERRARI, LUIGI

PORTOGHESI, 2011 – Pianificazione ecologica dei sistemi fore- stali. Compagnia delle Foreste, Arezzo. 206 p. Prezzo 35 euro.

Il volume recentemente pubblicato dalla Compagnia delle Foreste offre un chiaro, sintetico ma esauriente quadro di una materia, quella della pianificazione ecologica del territorio, che nella sua applicazione ai sistemi forestali dovrebbe trovare sempre più spazio nei curricula formativi delle nostre univer- sità, e non solo per i corsi più tipicamente forestali.

Gli Autori presentano il loro lavoro come “dispense didat- tiche” indirizzate principalmente, ma non esclusivamente, a stu- denti di corsi universitari che prevedono approfondimenti sulla gestione e pianificazione dell’ambiente. L’obiettivo del lavoro è di presentare e discutere il ruolo degli strumenti di pianifi- cazione forestale all’interno del più ampio scenario di strategie e norme per il governo del territorio. Filo conduttore è l’appli- cazione dell’approccio ecologico nelle varie fasi del processo di pianificazione.

Il testo si articola in 14 capitoli che partono dall’esposizione dei concetti di base della pianificazione ecologica e dell’eco- logia dei sistemi forestali e del paesaggio, passando attraverso l’analisi dei principi della pianificazione ecologica di area vasta, per introdurre poi la pianificazione ecologica dei sistemi fore- stali, con particolare attenzione ai suoi rapporti con gli stru- menti di pianificazione territoriale, la pianificazione forestale alle diverse scale territoriali, per arrivare infine alla pianifica- zione forestale nelle aree protette e nei siti Natura 2000 e agli strumenti di valutazione ambientale integrata.

Nell’esporre i criteri fondamentali della pianificazione eco- logica un ruolo importante viene assegnato all’approccio par- tecipativo nel processo di piano, sicuramente uno degli aspetti che anche in campo forestale dovrà trovare in futuro sempre più spazio. I richiami di ecologia dei sistemi forestali introdu-

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cono nozioni di ecologia del paesaggio che servono poi da sfondo per affrontare i principi della pianificazione di area vasta.

La gestione forestale sostenibile sta alla base della pianifi- cazione ecologica dei sistemi forestali, in un capitolo che rap- presenta una esauriente sintesi delle principali problematiche che investono oggi questo settore (conservazione della biodi- versità, cambiamenti climatici, lotta alla desertificazione, inte- razione con la fauna, bonifica di suoli inquinati, fitorimedio e fitodepurazione).

Particolarmente esauriente e opportuno il capitolo sui diversi strumenti di pianificazione che insistono sul territorio a diversa scala e per ambiti differenti, e che rappresentano in Italia un insieme complesso e non sempre di facile interpretazione, soprat- tutto per quanto riguarda i rapporti funzionali fra i diversi stru- menti e le logiche di integrazione orizzontale e verticale.

La conoscenza dell’evoluzione storica del pensiero forestale e delle sue ricadute sulla teoria selvicolturale è indispensabile per inquadrare in un’ottica attuale gli strumenti di gestione fore- stale. Con questo intento, gli Autori descrivono in maniera sin- tetica ma chiara i concetti di gestione adattativa e di selvicoltura sistemica, riproponendo il confronto, didatticamente molto utile, fra questa impostazione e l’approccio convenzionale della selvicoltura classica. In questa ottica trovano una collocazione coerente diversi temi che sono all’ordine del giorno anche nell’agenda internazionale, quali la definizione dei servizi eco- sistemici, l’importanza dei boschi vetusti, la rinaturalizzazione dei sistemi forestali semplificati, fino alla selvicoltura urbana e la valorizzazione dei paesaggi rurali attraverso la realizzazione di sistemi agro-forestali.

Alla pianificazione forestale a diversa scala (nazionale, regionale, comprensoriale e aziendale) sono dedicati 4 capi- toli, che contengono i principali riferimenti normativi ed esempi utili a illustrare i diversi casi. La pianificazione forestale nelle aree protette e nei siti Natura 2000 sono attività che stanno acquisendo sempre maggiore importanza sia a livello di governo del territorio, sia in ambito più strettamente professionale.

Dopo un inquadramento dei principali strumenti normativi di riferimento, vengono fornite le linee guida per una pianifica- zione e gestione forestale coerente con gli obiettivi di conser- vazione. Nel caso dei siti Natura 2000 vengono illustrate la logica e le procedure applicative che sottendono alla valuta- zione di incidenza ambientale.

Infine vengono presentate le procedure di valutazione di impatto e valutazione ambientale strategica, con particolare rife- rimento ai criteri di inquadramento metodologico per la valu- tazione degli impatti ambientali nel caso di sistemi forestali.

Anche in questo caso gli Autori riescono a esporre in maniera chiara un insieme di procedure alquanto complesso.

Il testo è arricchito da numerosi “Box” di approfondi- mento o che contengono la definizioni dei termini e dei con- cetti esaminati. Molto utile un indice finale che consente di ritrovare facilmente nel testo sia gli approfondimenti, sia le definizioni.

Frederick Steiner concludeva l’introduzione alla prima edi- zione del suo libro “The living landscape. An ecological approach to landscape planning” con queste parole: “la pianificazione dà alle persone la capacità di collegare le azioni che si svolgono su parti limitate del territorio con sistemi regionali più ampi.

Sta a noi pianificare con una visione. La nostra responsabilità è di conservare quello a cui diamo valore, perché siamo solo ospiti in quegli spazi della Terra che abitiamo. Dovremmo lasciare una buona impressione dopo la nostra visita.” Il testo di Piermaria Corona, Anna Barbati, Barbara Ferrari e Luigi Portoghesi è sicuramente utile per introdurre gli studenti universitari all’ap-

proccio ecologico nella pianificazione e per divulgare l’impor- tanza del settore forestale anche in ambiti professionali diversi:

la speranza è che questo testo sia di stimolo affinché i tecnici di domani possano contribuire a lasciare una “buona impressione”

nel senso indicato da Steiner.

SUSANNANOCENTINI

VITTORIOGARFÌ, MARCOMARCHETTI, 2011 – Tipi forestali e preforestali della regione Molise. Alessandria, Edizioni Dell’Orso. 277 p. Prezzo 35 euro.

Il volume di Vittorio Garfì e Marco Marchetti descrive il patrimonio boschivo della Regione Molise secondo la moderna classificazione in tipi forestali. Il lavoro fornisce un esame det- tagliato della realtà forestale molisana, in cui gli aspetti vege- tazionali sono correlati a quelli stazionali, al fine di indicare idonei interventi selvicolturali.

Nella parte introduttiva vengono presentati il quadro di riferimento concettuale e le potenzialità scientifiche, tecniche e informative di tale classificazione. Il vasto patrimonio boschivo della Regione - pari al 35,5% della superficie - merita una cono- scenza approfondita e richiede l’utilizzo di strumenti opera- tivi per le diverse esigenze di gestione e pianificazione forestale.

In Molise le aree boscate si alternano ad aree arbustive, praterie, pascoli e la loro localizzazione e definizione in un unico docu- mento risulta di fondamentale importanza. A tale scopo la clas- sificazione in tipi forestali si basa sull’utilizzo di una metodologia che consente di individuare le destinazioni d’uso del territorio.

Nel capitolo Materiali e metodi gli Autori illustrano la pro- cedura utilizzata per la determinazione dei tipi, basata sia sulla raccolta e adeguamento delle informazioni disponibili in letteratura sia sulla verifica ed eventuale correzione in base alle conoscenze acquisite con le indagini in campo. Inoltre, vengono presentate le chiavi identificative impiegate per riconoscere le categorie e i tipi forestali.

Una specifica sezione illustra l’organizzazione della scheda sintetica dei tipi forestali, che ne descrive i diversi caratteri quan- titativi e qualitativi attraverso: l’inquadramento delle unità; l’in- quadramento stazionale; le caratteristiche delle unità; le principali problematiche colturali.

Il centro focale dell’opera è costituito dalla definizione delle categorie forestali (leccete, querceti caducifogli di roverella, cer- rete, aceri-tiglieti, ostrieti, castagneti, abetine, faggete, forma- zioni riparie, boschi sinantropici, formazioni di latifoglie pioniere, rimboschimenti) e preforestali (arbusteti, praterie). Di ogni cate- goria vengono individuate le caratteristiche generali, riportando gli elementi distintivi della o delle specie arboree, la rappre- sentatività dei tipi, la distribuzione delle forme fisionomico- strutturali, il grado di copertura e la distribuzione sul territorio regionale. Quindi, per ogni tipo forestale appartenente a cia- scuna categoria, sono riportate informazioni relative agli aspetti ecologici, fitosociologici, colturali.

Un momento di grande significanza riguarda gli aspetti col- turali. Si sottolinea che gli Autori considerano le linee selvi- colturali proposte solo come indicazioni di larga massima, cioè in maniera non rigida, in quanto ogni bosco presenta peculia- rità ecologiche, culturali, sociali, ecc., che determinano speci- fiche dinamiche evolutive, da interpretare caso per caso.

Nell’ultima parte, il volume presenta la Carta forestale su basi tipologiche della Regione, in scala 1:10.000, e i risultati di due attività sperimentali volte alla restituzione cartografica degli

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alberi fuori foresta e degli impianti di arboricoltura da legno. Sei appendici arricchiscono il libro con approfondimenti inerenti:

La gestione dei boschi di proprietà pubblica dai piani di asse- stamento forestale; Impiego operativo della carta forestale su base tipologica per lo sviluppo di strumenti decisionali: la scelta del sistema di esbosco; Corrispondenza fra denominazione vol- gare e scientifica delle specie citate nel testo; Tabella di colle- gamento delle unità tipologiche molisane con i sistemi di classificazione INFC, UNECE/FAO/FRA2005 e CLC 2006;

Tabella di collegamento delle unità tipologiche molisane con i sistemi di classificazione EUNIS, CORINE BIOTO PES/PALAEARTIC HABITAT CLASSIFICATION, EEA/EFT (European Forest Type), ANNEX I/HABITAT; Tabella di col- legamento fra le unità tipologiche del Molise, Abruzzo, Lazio e Marche.

Il lavoro Tipi forestali e preforestali della regione Molise è frutto di una ricerca realizzata nell’ambito dell’Accordo di Programma Quadro Pluriennale per lo Sviluppo del Settore Forestale coordinata per gli aspetti amministrativi dalla Regione e per quelli tecnico-scientifici da Garfì e Marchetti. Allo studio ha partecipato un nutrito gruppo di ricercatori dell’Università del Molise - Laboratorio di Ecologia e Geomatica Forestale (ECOGEOFOR) e Laboratorio di Dendrocronologia e Xilologia Forestale - e del CRA - Centro di ricerca per la selvicoltura (SEL, Arezzo), Unità di ricerca per le produzioni legnose fuori foresta (PLF, Roma) e Unità di ricerca per l’ingegneria agraria (ING, Roma).

I risultati della ricerca hanno evidenziato la grande ricchezza e diversità del patrimonio forestale molisano e hanno consen- tito di fornire indicazioni colturali per le singole realtà in rela- zione alle dinamiche in atto e alle tendenze evolutive. Ciò consente di orientare la gestione forestale verso la valorizzazione della funzionalità produttiva, naturalistica e ambientale.

I Tipi forestali e preforestali della regione Molise costituisce un’opera conoscitiva del patrimonio forestale regionale utile per indagini scientifiche e per finalità didattiche, e rappresenta un valido strumento di divulgazione di dati oggettivi per tutti coloro che si interessano al patrimonio boschivo (forestali, natu- ralisti, botanici, paesaggisti, ecc.). Al tempo stesso, il lavoro può essere utilizzato per fornire supporto alle decisioni nell’ambito delle scelte gestionali forestali o, più genericamente, di politica territoriale.

Si tratta di un contributo certamente di particolare inte- resse sul piano metodologico, scientifico, culturale e informa- tivo, sia perchè descrive in maniera chiara e sintetica la molteplicità di caratteri e la variabilità dei boschi della Regione sia per le numerose considerazioni selvicolturali. Gli Autori hanno il pregio di presentare conoscenze tecniche e scientifiche attra- verso una metodologia oggettiva, ma al tempo stesso delineano possibili indirizzi selvicolturali svincolati da dogmatici modelli di riferimento.

ORAZIOCIANCIO

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