Corso di formazione per insegnanti
Il Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività (DDAI o ADHD)
Parma, 21-22 gennaio 2016
Giovanni Belluardo, Docente di Psicologia Clinica Università di Catania, Coordinatore scientifico Istituto di Psicologia e Psicoterapia Egle
Alberta Notti, Psicoterapeuta Istituto Egle
Egle – Istituto di Psicologia e Psicoterapia
Programma del corso Secondo incontro
• Le emozioni e le loro funzioni
• Strumenti e strategie d’intervento per la scuola
• La relazione con la famiglia
• Attivazione
• Conclusioni
Cos’è un’emozione?
• L’emozione è un costrutto ipotetico, cioè un’entità non direttamente osservabile, ma inferibile dai
diversi indicatori emozionali e dalla loro interazione
• Si configura come un processo dinamico e
adattivo di risposta ad una situazione scatenante
Le emozioni di base
Sorpresa Disgusto
Paura
Tristezza
Gioia
Rabbia
Caratteristiche delle emozioni di base
• Sono universali (si esprimono e si riconoscono nello stesso modo in culture diverse)
• Hanno ognuna una funzionalità precisa
• Sono molto rapide (durano qualche secondo)
• Non si scelgono, accadono e basta
L’emozione è un processo multicomponenziale
Funzioni delle emozioni
Tutte le emozioni (anche quelle “negative”) hanno una funzione fondamentale, di sopravvivenza: per esempio la paura serve per fuggire da un pericolo, la rabbia per reagire a una situazione negativa
Tristezza è uguale ad "accettare i vincoli, i limiti”
Gioia è uguale a "vivere e cercare e celebrare il piacere"
Paura è uguale a “proteggersi”
Disgusto è uguale a "rifiutare le cose”
UN MURO EMOZIONALE
• E’ una sorta di muro emozionale contro ciò che non ci va bene: permette di difendere il proprio territorio
- caratteriale - valoriale
- personale
- fisico.
NO
• Tutte le volte che si dice o si pensa la parola
«no» siamo guidati dal disgusto.
• La proposta di fare qualcosa che non ci
interessa, l’offerta di aiuto che non ci serve, un
compito che non ci piace, esposti a un lavoro
fatto male, un’idea che non funziona.
Rabbia è uguale a "cambiare le cose"
Sorpresa è uguale a "prepararsi, disporsi alla reazione e all'azione più adeguata“
Le emozioni possono diventare disfunzionali:
Quando un’emozione, che nasce naturalmente, viene
repressa e non dà quindi luogo a un’azione coerente, accade che: l’emozione bloccata si accumula e cresce nascosta,
oppure l’energia bloccata si sposta su un’altra emozione.
L’emozione repressa può trovare uno sfogo fisico attraverso il corpo (es. emicrania, mal di stomaco), esplodere in modo eccessivo e in situazioni sconvenienti, perdere la sua utilità funzionale.
Esempio:
Di fronte a un’incomprensione con un collega ci si sente abbattuti e amareggiati e ce lo si tiene per sé. La rabbia funzionale, che avrebbe portato a reagire e cercare il confronto o comunque una soluzione, è stata sostituita dalla tristezza disfunzionale.
Il ruolo delle emozioni nel bambino con
difficoltà di attenzione/iperattività
• La letteratura specialistica conferma nell’ADHD la presenza, il più delle volte, anche di difficoltà di riconoscimento e gestione efficace delle emozioni.
• In uno studio italiano (Mazzorchi e Tironi,2009) è emerso che i bambini con ADHD esperiscono, al pari degli altri coetanei, tutti i tipi di emozioni ma che l’intensità con le quali vengono vissute sono diverse:
– provano con maggiore intensità le emozioni positive e con minore intensità le emozioni negative come la tristezza e l’imbarazzo.
Anche la capacità empatica di questi bambini risulta alterata: la capacità di «sentire ciò che l’altro sente» risulta inadeguata, specie quando occorre assumere «i panni dell’altro».
• I sentimenti di inadeguatezza minano il bambino nella sua autostima,
• il tono dell’umore si abbassa, mentre l’ansia, sempre più presente, genera disagio e l’incremento delle difficoltà interpersonali.
Come intervenire con un
alunno con ADHD
Progetto di intervento
• Con lo specialista
Per potenziare i tempi di attenzione, le abilità metacognitive e la motivazione
• Con la famiglia
In cui sostenere una dinamica emotiva e relazionale positiva
• Con la scuola
Stesura del Piano Didattico Personalizzato
E’ indispensabile una collaborazione attiva tra tutti gli attori coinvolti in questo processo
Terapia farmacologica
• Tra i farmaci più usati per l’ADHD c’è il metilfenidato (Ritalin)
• E’ uno psicostimolante
• Modula la quantità di dopamina e di noradrenalina, presente nello spazio intersinaptico. Potenzia una
trasmissione dopaminergica deficitaria e attenua uno stato di iperattività dopaminergica. È in grado di migliorare
l'inibizione delle risposte, la memoria di lavoro e i processi di discriminazione degli stimoli, la depressione.
• Criticità: efficacia eterogenea, da prendere 2-3 volte al
giorno, rischi a lungo termine sul sistema cardio-circolatorio
Indicazioni e strategie rivolte agli insegnanti per una didattica personalizzata per gli
alunni con ADHD
La forza dell’insegnante sta nella sua capacità di giocare in anticipo, ossia nella sua capacità di prevedere il
comportamento problematico del bambino …
…qualsiasi intervento diventa inefficace se è attuato fuori tempo, quando è troppo tardi.
Saper osservare …
Analisi della sequenza comportamentale
ANTECEDENTE
Gli stimoli antecedenti che
dirigono il comportamento
COMPORTAMENTO
La risposta comportamentale
che il bambino mette in atto
CONSEGUENZE
Reazioni ambientali conseguenti
Quali antecedenti?
• la disposizione dei banchi
• quando si alza per andare alla lavagna
• in presenza di distrattori
• quando è vicino a dei compagni vivaci
• all’inizio o alla fine della lezione
• durante l’intervallo
Strategie e interventi a sostegno delle
“tre vie”
1) Strategie didattiche a sostegno della gestione del tempo (via dell’elaborazione del tempo)
• Organizzazione spazio-temporale delle attività didattiche e della classe
• Regole condivise
• Routine di classe
• Orologio a parete
• Consentire attività motorie
• Gli alunni con ADHD vivono una costante accelerazione del tempo.
• Trovano difficoltà nel fare stime realistiche di grandezze, tempi, quantità, difficoltà.
• Abituarli a lavorare con tempi stabiliti significa aiutarli a valutare meglio, rendendoli più efficaci nella pianificazione e organizzazione del lavoro e nel quantitativo di impongo necessario allo svolgimento del compito.
Strategie didattiche a sostegno della
gestione del tempo
LO SPAZIO
Un posto per ogni cosa e ogni cosa al suo posto
Organizzazione spazio-temporale delle attività didattiche e della classe
• Sostenere una disposizione funzionale dei banchi e degli oggetti costitutivi dell’aula
• Promuovere un’organizzazione ordinata del banco
• Supportare la gestione del diario per i compiti a casa
IL TEMPO
Un tempo per ogni cosa e ogni cosa a suo tempo
Sos: situazioni critiche
• Si tratta di tutti quei momenti in cui non sono del tutto chiari ruoli e regole e di quelli che si presentano intrinsecamente come caotici.
Durante l’intervallo
Inizio e Fine della
lezione
Passaggio da un luogo
all’altro
Proposte…
• Durante l’intervallo si possono fare semplici proposte ludiche (banca dei giochi).
• Finita l’attività ricreativa, è bene prevedere alcuni minuti di «decompressione» come ad esempio mettere in ordine i banchi e indumenti, chiacchierare con il compagno rimanendo seduti.
• Alla fine della lezione, è meglio dedicare gli ultimi cinque minuti alla routine di chiusura per evitare che i bambini facciano tutto in gran fretta: dettatura
Creazione di regole condivise
Creare assieme agli studenti un cartellone delle regole delle classe, costituito da frasi chiare e brevi e associate a stimoli visivi.
Consentire delle attività motorie
Per indirizzare positivamente il bisogno di movimento del bambino è possibile dargli degli incarichi durante le attività didattiche (portare un messaggio a qualcuno, pulire la lavagna, mettere a posto i libri della cattedra, sistemare le sedie…)
2) Strategie didattiche a sostegno delle funzioni esecutive
• Attenzione
• Impulsività e autocontrollo
• Memoria
Attenzione
• Suddivisione dei compiti in unità più brevi
• Fornire segnali
• Sostenere il coinvolgimento attivo degli alunni durante le attività didattiche
• Uso di materiali interessanti e stimolanti (uso di evidenziatori, etc.)
• Abilità metacognitive
La capacità di autoregolazione dipende della capacità del bambino di “parlarsi dentro” imponendosi degli ordini
regolatori
il dialogo interno
Autoregolazione
Autoregolazione
Istruzioni interne/
automatiche Istruzioni da parte degli
adulti
Autoistruzioni a bassa voce
Comandi
verbali Autoistruzioni Dialogo interno
L’insegnante può favorire un miglioramento
del dialogo interno del bambino attraverso lo
sviluppo dei processi di pianificazione e
soluzione dei problemi
La tecnica delle autoistruzioni
• prevede che il bambino venga allenato a parlarsi interiormente per autocomandarsi i passi da eseguire per risolvere i problemi.
• si rileva efficace solo con quei ragazzini che hanno già sviluppato adeguate abilità linguistiche ma che non sono ancora riusciti ad interiorizzare una serie di comandi verbali.
Le autoistruzioni verbali si possono definire uno schema di supporto per la soluzione di problemi a cinque fasi:
1.
Definizione del problema2.
Generazione di soluzioni alternative e valutazione delle conseguenze3.
Fissazione dell’attenzione4.
Scelta della soluzione5.
Verifica del piano adottatoIl dialogo interno in ambito scolastico
L’insegnante propone alla classe lo svolgimento di un esercizio di matematica…
“Devo concentrarmi per risolvere il compito”
Egle - Istituto di Psicologia e Psicoterapia
“… Recuperare gli appunti e provare a svolgere il compito”
“… Potrei provare a ragionare sulla risoluzione dell’esercizio”
“… Chiedere aiuto ad un compagno”
“Potrei provare a risolvere l’esercizio ma ieri non ho ripassato e non ricordo più qual è la procedura da applicare”
“Potrei consultare gli appunti ma dovrei chiederlo alla maestra”
“Potrei rispondere a caso ma prenderei di certo un brutto voto”
“Potrei chiedere aiuto al mio amico Luca ma è seduto troppo lontano per poter comunicare con lui”
“Potrei chiedere alla maestra se posso consultare gli appunti e provare così a risolvere l’esercizio”
“Bene, la maestra mi ha dato il suo consenso… non mi resta altro che mettermi a lavoro!”
FERMATI !
GUARDA !
ASCOLTA ! PENSA!
Impulsività e autocontrollo
• Automonitoraggio e feedback
Memoria
• Promemoria immediati di ciò che si deve fare
post-it sul banco
• Esercizi di potenziamento della memoria
canzoni, filastrocche o brevi poesie, chiedere di rievocare elementi del giorno precedente, favorire la rielaborazione del materiale didattico
• Mnemotecniche
associazioni visive, trucchi e acronimi, il clustering strategico (raggruppare gli elementi da ricordare in categorie significative), la tecnica dei loci (per ricordare dei concetti in una sequenza ordinata,
Giochi e schede operative
per il potenziamento delle funzioni esecutive
Sacco vuoto/sacco pieno, un due tre stella,
“nella valigia mi porto”, giochi di completamento di frasi, esercizi di ritmo, enigmistica per bambini (es. trova le differenze), “Indovina chi”, “Memory”.
3) Strategie didattiche a sostegno della motivazione
• Elenco dei punti di forza e di debolezza
• Rinforzi positivi
• Interventi basati sulle conseguenze negative
• Il time-out
• Colmare i momenti di attesa
Rinforzi positivi
• Elargire delle gratificazioni efficaci ogni qualvolta l’alunno esibisca dei comportamenti corretti.
• In presenza di sequenze comportamentali complesse, premiare il bambino anche se l’azione comportamentale è stata compiuta solo parzialmente
L’ignorare pianificato
• può essere applicato quando il comportamento del bambino è inappropriato, ma non pericoloso o altamente disturbante per la classe;
• consiste nel sistematico ritiro dell’attenzione dell’insegnante quando il bambino mette in atto il comportamento bersaglio.
Il rimprovero centrato sul comportamento
Si suddivide in quattro fasi:
• descrizione del comportamento indesiderabile;
• spiegazione del perché tale comportamento è indesiderabile;
• suggerimento di un comportamento alternativo;
• indicazione del vantaggio che deriva dall’uso del comportamento adeguato.
Le punizioni
• Possono essere utilizzate quando il comportamento è altamente negativo.
• L’insegnante può sottrarre al bambino delle attività piacevoli, come l’utilizzo del computer, o l’accesso a materiale a lui gradito; oppure può richiedergli impegno e sforzo, esortandolo ad esempio a rimediare al gesto compiuto (correzione semplice).
• In generale, è importante che la punizione sia un segnale utile per comprendere l’inadeguatezza della propria condotta e per avere informazioni di ritorno sul perché sia sconsigliabile attuare questi comportamenti.
• La punizione deve essere priva di aggressività, psicologicamente neutra e non offensiva per la persona, immediata, proporzionata alla gravità dell’azione, legata al comportamento inadeguato e con essa incompatibile
Time-out
• E’ un metodo altamente efficace nell’interrompere i comportamenti collerici, aggressivi o fortemente indisponenti del bambino.
• Consiste nel collocare l’alunno in un luogo neutro e insignificante (anche all’interno della classe), non appena si verifica il comportamento indesiderabile, e farvelo rimanere per un tempo stabilito.
• Seppur i bambini non gradiscono il time-out, l’insegnante può valorizzare questo intervento proponendolo come
Colmare i momenti di attesa
Non chiedere al bambino di aspettare, ma dargli un sostituto verbale o una risposta motoria da compiere durante l'attesa, per esempio scarabocchiare o giocare con la gomma, col segnalibro o con la matita, terminare un disegno
Dimensioni trasversali
Il contatto che distende e
la distanza che pacifica
• Gli studenti con ADHD vivono in uno stato di accelerazione emotiva.
• Alcuni di loro gradiscono il contatto: grazie alla vicinanza dell’adulto riescono a rilassarsi.
• Altri invece si infastidiscono, aumentando ancor più il livello di agitazione psicologica ed emotiva.
• Capire se lo studente che sia ha di fronte gradisce il contatto o meno, ci può consentire di istaurare una relazione più autentica, perché attenta ai suoi
Come si percepisce il ragazzino con ADHD?
IO PENSO DI ESSERE POCO INTELLIGENTE
Ne esce un’immagine inefficace di sé. La bassa autostima può degenerare in conseguenze secondarie quali atteggiamenti reattivi, da
“bullo”, o in comportamenti devianti.
A SCUOLA:
•mi distraggo
•parlo con gli altri
•guardo fuori dalla finestra
A CASA:
•mi perdo nei miei pensieri
•sono lento
•mi dimentico e perdo le cose
CON GLI AMICI:
•mi scateno
•divento antipatico
•non mi fanno giocare
Il dialogo interno
Autostima
“ …
Sono stupido”“ … Non piaccio a nessuno”
“ … Tutti mi odiano”
“ … Sono un fallimento”
Autostima
• Essere positivi, evitando di sottolineare gli errori e mettendo in risalto le caratteristiche positive e i progressi nel momento in cui si manifestano
• Valorizzare i punti di forza del bambino
• Proporre attività in cui il bambino si possa sperimentare in modo competente
• Premiare lo sforzo piuttosto che concentrarsi solo sul risultato
• Ridefinire le aspettative dinnanzi a compiti nuovi
• Concedere la possibilità di errori
• Promuovere il raggiungimento di obiettivi realistici
La comunicazione con l’alunno con ADHD
• Chiara e semplice
• Mirata all’osservazione dei comportamenti del bambino e alla restituzione di feedback
• Sostenuta da un tono di voce tranquillo (senza troppa emozione, soprattutto ansia...)
• Finalizzata a sostenere la pianificazione e la soluzione dei problemi, quindi la definizione degli obiettivi e la riflessione delle diverse soluzioni possibili
• Centrata sull’analisi delle cause che possono ostacolare il cambiamento positivo del bambino
Comunicazione
• Per motivare il bambino, utilizzare espressioni del tipo:
o “Dovresti svolgere l’esercizio…” (al posto di “Ti devi impegnare di più”);
o “Impegnati nel migliorare rispetto a te stesso. Vediamo dove sbagli e ripartiamo da lì” (al posto di “Facciamo una gara”);
o “Ho visto che hai svolto il compito nel modo corretto e utilizzando le strategie più adeguate”(al posto di “Bravo!”)
o “Fa le cose per sua soddisfazione personale”, “Sei stato tu che l’hai fatto” (al posto di “Con me fa”)
Alfabetizzazione emotiva
• Insegnare a dare un nome al suo stato d’animo e a parlarne
• Aiutare il bambino a riconoscere e comprendere gli stati emotivi altrui
• Ricorrere ad una comunicazione
empatica
Socializzazione
• Sostenere l’apprendimento cooperativo in piccoli gruppi
• Circondare il bambino di modelli e di ruoli positivi, preferibilmente compagni che il bambino considera positivamente
• Incoraggiare alcuni compagni a fungere da tutor
• Suggerire o rinforzare altri ruoli (es. fare il capofila, distribuire i fogli…)
Esempi di strumenti compensativi e dispensativi per ADHD
• Prevedere pause e tempi più lunghi per lo svolgimento delle attività didattiche
• Registratore (che consente all’alunno di non scrivere gli appunti della lezione e di poter riascoltare il file a casa se “si è perso qualcosa”)
• Audiolibri o libri digitali (se per i compiti di ascolto l’attenzione è significativamente migliore che nella lettura)
• Prove scritte suddivise in più parti
• Ridurre i compiti per casa
• Dispensare dalla copiatura dalla lavagna e/o dal prendere appunti
• Dispensare / ridurre il materiale da imparare a memoria
• Mappe concettuali
• Schede di sintesi del materiale didattico
• Schemi procedurali, diagrammi di flusso
Nelle valutazioni
• Prevedere pause e tempi più lunghi per lo
svolgimento delle verifiche e suddividerle in sotto- unità
• Concedere la possibilità di una seconda risposta (se la prima, errata, è stata data impulsivamente), chiedere una seconda rilettura dei compiti
• Concordare le interrogazioni/verifiche (una sola al
giorno)
I training di potenziamento proposti dall’Istituto Egle
Punti di forza: lavorare in gruppo e su abilità trasversali
1) Potenziamento delle abilità di time processing attraverso il software TP Training ed esercizi di psicomotricità
2) Il laboratorio sul modello ACT, per sviluppare le competenze emotivo-relazionali, motivazionali e di problem solving
Grazie per l’attenzione!
EGLE -Istituto di Psicologia e Psicoterapia
Tel. 331/4733574 - 095/311850 - 0932/944344 info@eglepsi.com
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