Capitolo 5
Significato geodinamico del Magmatismo
alcalino Cretaceo della Toscana meridionale
5.1 Geodinamica nell’area mediterranea tra il
Giurese superiore e il Cretaceo superiore
La geologia della penisola italiana, così come quella delle regioni peri – mediterranee, è principalmente il risultato di una complessa evoluzione paleogeografica e geodinamica dovuta essenzialmente all’apertura e alla successiva chiusura dell’oceano della Tetide Alpina. L’area mediterranea è caratterizzata da un insieme di blocchi litosferici, la quale organizzazione odierna è dovuta all’attiva collisione che si sta verificando tra la placca africana e quella europea. Mentre l’Africa e l’Europa convergono, la microplacca Adria, “scheggia” dell’Africa, subduce attraverso rigide traslazioni e/o rotazioni, in corrispondenza dell’Italia. La complessità di questo quadro aumenta notevolmente quando vogliamo indagare e ricostruire l’evoluzione geodinamica dell’area mediterranea durante il ciclo orogenico Alpino. Il periodo d’interesse nell’ambito di questo studio si colloca a cavallo tra il Giurese superiore e la fine del Cretaceo inferiore. Nell’area in cui si collocavano i prodotti ignei alcalini della Toscana meridionale, erano in atto ancora le ultime fasi di oceanizzazione dopo le quali sarebbe seguito un periodo di stasi dovuto all’inversione tettonica. Nel Cretaceo superiore quest’intervallo s’interruppe con l’inizio della subduzione dell’oceano. Per avere un’idea più chiara a riguardo, è utile usufruire di alcuni schemi che mostrano le varie ricostruzioni paleogeografiche del periodo. A tal proposito Stampfli & Mosar (1998) e Rosenbaum et al. (2002) si sono avvalsi di dati cinematici elaborati attraverso il paleomagnetismo, per ricostruire i movimenti relativi della placca africana rispetto a quella europea (Fig. 5.1) ed offrire così varie
( F i g . 5 . 1 ; T r a i e t t o r i e d i t r e p u n t i i n A f r i c a r e l a t i v i a t r e p u n t i f i s s i i n E u r o p a , p l o t t a t i i n f u n z i o n e d e l t e m p o . R o s e n b a u m e t a l . , 2 0 0 2 . )
Molti altri autori hanno elaborato cartoons di questo tipo che possono schematizzare la geodinamica e la paleogeografia dell’area ma non sempre tali interpretazioni concordano del tutto. Quindi con le dovute cautele del caso nel giudicare l’oggettività di tali ricostruzioni, possiamo dire comunque con certezza che tra il Giurese superiore e il Cretaceo superiore la situazione a scala regionale può essere rappresentata, al di là della maggiore o minore esattezza del dettaglio utilizzato, dagli schemi di Fig. 5.2, Fig. 5.3 e Fig. 5.4.
area mediterranea, oltre alla Tetide Alpina in apertura, il bacino oceanico Meliata. Questo bacino, la cui oceanizzazione è iniziata nel Permiano superiore e ha contribuito alla chiusura della Paleotetide, subduceva già nell’Oxfordiano. ( F i g . 5 . 2 ; P a l e o g e o g r a f i a n e l l ’ O x f o r d i a n o n e l l ’ a r e a m e d i t e r r a n e a c o r r i s p o n d e n t e a l l ’ a n o m a l i a M 2 5 . I l c e r c h i o r o s s o i n d i c a l a p r e s u n t a a r e a i n c u i s i s o n o m e s s i i n p o s t o i p r o d o t t i i g n e i a l c a l i n i c r e t a c e i d e l l a T o s c a n a m e r i d i o n a l e . S a m p f l i & M o s a r , 1 9 9 8 . )
La sua subduzione portava alla formazione di un bacino oceanico di
back‐arc chiamato Vardar, la cui esistenza è oggi testimoniata dalle
sequenze ofiolitiche rinvenute nelle Ellenidi e nelle Dinaridi.
Nell’Hauteriviano (130 Ma) (Fig. 5.3) la porzione occidentale della Tetide Alpina, chiamata Oceano Ligure‐Piemontese, continuava ad aprirsi e a N‐NW di questo lembo oceanico viene ipotizzata la creazione di un piccolo oceano che trova in alcune sequenze ofiolitiche delle Alpi
( F i g . 5 . 3 ; P a l e o g e o g r a f i a n e l l ’ H a u t e r i v i a n o n e l l ’ o c e a n o L i g u r e ‐ P i e m o n t e s e . I l c e r c h i o r o s s o i n d i c a l a p r e s u n t a a r e a i n c u i s i s o n o m e s s i i n p o s t o i p r o d o t t i i g n e i a l c a l i n i c r e t a c e i d e l l a T o s c a n a m e r i d i o n a l e . R o s e n b a u m e t a l . , 2 0 0 2 . )
Tale oceano viene chiamato oceano di Valais e risulta legato all’importante tettonica transtensiva sinistra presente tra la microplacca Iberica e l’Europa in quel periodo. Infine la fotografia nell’Aptiano (112 Ma) (Fig. 5.4) mostra ancora la presenza della Tetide Alpina contraddistinta dalle ultime fasi d’estensione, così come dell’oceano di Valais. Ad ovest della microplacca Adria la subduzione dell’oceano di Meliata invece sta terminando per lasciare completamente il posto all’oceano di Vardar.
( F i g . 5 . 4 ; P a l e o g e o g r a f i a n e l l ’ A p t i a n o n e l l ’ a r e a m e d i t e r r a n e a c o r r i s p o n d e n t e a l l ’ a n o m a l i a M 0 . I l c e r c h i o r o s s o i n d i c a l a p r e s u n t a a r e a i n c u i s i s o n o m e s s i i n p o s t o i p r o d o t t i i g n e i a l c a l i n i c r e t a c e i d e l l a T o s c a n a m e r i d i o n a l e . S a m p f l i & M o s a r , 1 9 9 8 . )
5.2 Geodinamica dell’oceano Ligure‐Piemontese e
del margine della microplacca Adria tra il
Giurese superiore e il Cretaceo superiore
Il magmatismo cretaceo alcalino della Toscana meridionale s’inserisce sul margine continentale occidentale della microplacca Adria e i suoi prodotti si sono messi in posto con molta probabilità in una piana continentale ricoperta dal mare dove si depositavano torbiditi che oggi costituiscono l’Unità Santa Fiora.
Le rocce sedimentarie incassanti sono considerate facenti parti comunque di formazioni e unità appartenenti al dominio Ligure Esterno. Se facciamo dunque un zoom nell’area di interesse, possiamo schematizzare con un dettaglio maggiore l’area di transizione oceano‐
Nel Giurese superiore (Fig. 5.5) è presente un contesto tettonico estensivo dove notoriamente è attiva l’oceanizzazione. Nel Cretaceo superiore (Fig. 5.6) invece il contesto tettonico è compressivo perché è già in atto la subduzione , probabilmente intraoceanica (Marroni et al., 2002). ( F i g . 5 . 5 ; C o n t e s t o g e o d i n a m i c o n e l s e t t o r e o c c i d e n t a l e d e l l a T e t i d e A l p i n a n e l G i u r e s e s u p e r i o r e . M a r r o n i e t a l . , 2 0 0 2 ) ( F i g . 5 . 6 ; C o n t e s t o g e o d i n a m i c o n e l s e t t o r e o c c i d e n t a l e d e l l a T e t i d e A l p i n a n e l C r e t a c e o s u p e r i o r e . M a r r o n i e t a l . , 2 0 0 2 )
5.3 Significato geodinamico
Il magmatismo alcalino del Cretaceo inferiore della Toscana meridionale deve necessariamente inserirsi temporalmente prima del verificarsi dell’inversione tettonica, quando era ancora in atto
nell’oceano Ligure‐Piemontese una tettonica estensionale. Non
presentando alcuna traccia di imprinting geochimico di subduzione, questo magmatismo non può essere collegato a un tale contesto tettono‐ magmatico. Inoltre esistono vari esempi nell’area mediterranea di prodotti ignei alcalini di affinità geochimica simile e che sono coevi col magmatismo studiato. Rocce magmatiche del Cretaceo inferiore sono conosciute nella regione nord dei Pirenei (Azambré et al., 1992; Rossy et al., 1992), nelle Alpi (materiale mafico sporadico derivato dall’antico basamento della fossa di Valais, Blundell et al., 1992) e in Europa centro‐orientale dove rocce vulcaniche alcaline del Cretaceo inferiore sono state rinvenute nella regione Silesian‐Moravian Beskidy (Boemia nord‐orientale, Polonia; Mahmood, 1973; Hovorka e Spišiak, 1988), nei Carpazi occidentali in Moravia (Repubblica Ceca nord‐orientale; Hovorka e Spišiak, 1988; Dostal e Owen, 1998), sulle montagne Mecsek e nei suoi dintorni (Ungheria meridionale, Harangi, 1994), sul Monte Hermon (Israele settentrionale, Wilson et al., 2000), in Siria centrale e settentrionale, in Libano, in Giordania occidentale, nella penisola del Sinai e nel settore nord orientale del deserto d’Egitto (Wilson et al., 2000; cum biblio).
I possibili significati geodinamici di questa fase magmatica possono
essere spiegati essenzialmente attraverso due ipotesi che
1) La prima ipotesi implica l’esistenza di un’importante tettonica attiva a carattere regionale nelle aree vicine, di convergenza e/o di tipo estensionale, la quale può aver disturbato e influenzato l’area d’interesse a tal punto da creare di riflesso una localizzata tettonica transtensiva che avrebbe generato un magmatismo alcalino intraplacca. A tal proposito nel Cretaceo inferiore è da ricordare che esisteva una forte transtensione sinistra nella NPZ (North Pyrenean Zone) tra la microplacca Iberica e l’Europa, che appunto ha dato origine a prodotti ignei alcalini, anche lamprofirici con simili caratteristiche geochimiche. 2) La seconda ipotesi implica più semplicemente la presenza di una tettonica transtensiva legata alle ultime fasi d’oceanizzazione. Tale tettonica avrebbe creato dei bacini di pull‐apart anche nel margine continentale della microplacca Adria, dove si sarebbero generati magmi alcalini intraplacca. A tal proposito sono stati segnalati basalti ofiolitici che hanno un’età 83 ± 5 Ma, datati con K/Ar (Beccaluva et al., 1981) che testimonierebbero il perdurare del processo di oceanizzazione anche nel Cretaceo inferiore.
Queste due ipotesi possono essere considerate end‐members di una situazione tettono‐magmatica intermedia molto più complessa.
A sostegno dell’esistenza di una tettonica a carattere transtensivo che ha contraddistinto le fasi di apertura dell’oceano Ligure‐Piemontese, esistono dati che dimostrano come anche la sua chiusura sia stata caratterizzata da una tettonica convergente con una grande componente obliqua (Marroni & Treves, 1998).