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La spesa agricola regionale nel contesto istituzionale e produttivo del Molise

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Academic year: 2021

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GRICOLA REGIONALE

O ISTITUZIONALE E PRODUTTIV

O DEL MOLISE

LA SPESA AGRICOLA REGIONALE

NEL CONTESTO ISTITUZIONALE

E PRODUTTIVO DEL MOLISE

INEA 2014

collana SISTEMA DELLA CONOSCENZA

a cura di

Corrado Ievoli e Mariagrazia Rubertucci

amministrazioni centrali e regionali su tre filoni principali: il sistema ricerca nelle sue componenti principali e in relazione ai livelli istituzionali che lo promuovono (europeo, nazionale, regionale); i servizi di sviluppo regionali con particolare riferimento agli interventi previsti dalle politiche europee; gli aspetti sociali e culturali dell’agricoltura quali fattori per lo sviluppo di nuovi percorsi produttivi e di attività di servizio alla collettività.

Le iniziative di ricerca e consulenza vengono realizzate secondo un approccio olistico e relazionale che prende in considerazione l’apporto di tutte le componenti classiche del sistema della conoscenza (ricerca, servizi di assistenza e consulenza, formazione, tessuto imprenditoriale e territoriale) e coniuga il tema dell’innovazione quale obiettivo trasversale da perseguire per il miglioramento del sistema agricolo e rurale.

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LA SPESA AGRICOLA REGIONALE

NEL CONTESTO ISTITUZIONALE E

PRODUTTIVO DEL MOLISE

a cura di

Corrado Ievoli e Mariagrazia Rubertucci

INEA

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Per l’impostazione e la progettazione del lavoro ha operato il seguente gruppo di lavoro: Lucia Briamonte (coordinamento, INEA), Mariagrazia Rubertucci (INEA), Corrado Ievoli (Università degli Studi del Molise)

Il Rapporto è a cura di Corrado Ievoli e Mariagrazia Rubertucci I contributi al testo sono di:

Introduzione – Alfonso Scardera

Capitolo 1 – Mariagrazia Rubertucci (1.1, 1.2 e 1.3), Alfonso Scardera (1.4) Capitolo 2 – Mariagrazia Rubertucci

Capitolo 3 – Corrado Ievoli Capitolo 4 – Corrado Ievoli

Considerazioni conclusive – Corrado Ievoli Elaborazione dati: Mariagrazia Rubertucci

Coordinamento editoriale: Benedetto Venuto Segreteria editoriale: Roberta Capretti

Impaginazione grafica e collegamenti ipertestuali: Ufficio grafico INEA (Sofia Mannozzi) Copertina: foto Ente Parco Regionale Storico Agricolo dell’Olivo di Venafro

Un ringraziamento ai funzionari della Regione Molise componenti della Rete di monito-raggio “Spesa pubblica in agricoltura”: dr.ssa Concetta Epifante, dr.Nicola Pavone e dr.ssa Marina Prezioso.

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Il presente volume rappresenta il frutto più recente del progetto “Spesa pubblica in agricoltura”, un filone di elaborazione attraverso il quale - da più di due decenni - l’INEA analizza la dimensione quantitativa e qualitativa delle politiche di settore attraverso lo stu-dio delle diverse tipologie di sostegno ad esso indirizzate.

Come è ampiamente noto agli addetti ai lavori, rispetto alla sua impostazione inizia-le, il progetto ha subìto nel corso degli ultimi anni una notevole evoluzione per tener conto dei cambiamenti che hanno interessato le stesse politiche agricole nonché l’assetto delle competenze e delle funzioni in materia.

Anche nel quadro di tali cambiamenti è comunque evidente che quello regionale rimane uno snodo fondamentale del sistema multilivello che caratterizza l’intervento pub-blico in agricoltura. Pertanto, attraverso l’analisi della spesa agricola di ciascuna Regione è possibile cogliere elementi significativi del peso e delle caratteristiche del suddetto so-stegno a livello territoriale e della sua “adeguatezza” al tessuto socio-produttivo in esso presente. Allo stesso tempo l’esame dell’evoluzione quali-quantitativa della spesa agricola regionale consente di avere una più chiara percezione proprio dei cambiamenti delle stra-tegie complessive di intervento e degli assetti istituzionali sopra richiamati.

Il caso di studio che si presenta nella pagine seguenti è quello della Regione Molise, una regione che, per quanto di dimensioni limitate, presenta al suo interno una varietà di contesti, di situazioni e di esigenze, varietà che costituisce una delle caratteristiche fondanti dell’agricoltura e, se si vuole, delle aree rurali del nostro Paese. Il caso esaminato ha rappresentato perciò un ulteriore banco di prova per sperimentare sia la qualità delle informazioni raccolte dall’INEA che i nuovi modelli di analisi e di interpretazione messi a punto attraverso il progetto.

I risultati ottenuti confermano l’utilità delle informazioni raccolte ed elaborate dall’I-stituto e la bontà dell’approccio adottato per le analisi svolte. L’interpretazione dei flussi di spesa agricola – che sono stati opportunamente collocati nello specifico contesto istituzio-nale e produttivo regioistituzio-nale – viene infatti realizzata in primo luogo attraverso il confronto tra l’offerta di intervento proposta dall’operatore pubblico regionale e la domanda espressa dagli interessi degli operatori presenti sul territorio. In secondo luogo la spesa agricola del-la regione viene letta anche in termini di livelli essenziali delle prestazioni, collocandodel-la cioè nel contesto istituzionale definito dal cosiddetto “federalismo fiscale”.

I risultati ottenuti testimoniano altresì la fattiva ed efficace collaborazione realizzata-si tra la sede regionale dell’Istituto e la struttura centrale dell’INEA impegnata nel progetto, nonché la capacità di entrambe di costruire sinergie con il mondo accademico, con i fun-zionari regionali e con gli esponenti del mondo agricolo locale.

Si tratta di un modello organizzativo che caratterizza il progetto “Spesa pubblica in agricoltura” e che ha già dato luogo a risultati significativi in altre realtà regionali. L’au-gurio è che questo modello di lavoro possa continuare e produrre ulteriori risultati sia sul piano della elaborazione scientifica, sia su quello del supporto operativo alle decisioni delle amministrazioni interessate.

Il Commissario straordinario INEA Prof. Giovanni Cannata

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(6)

IntroduzIone

VII

CapItolo 1

G

overnoeamministrazionedelsistemaaGroalimentareeruralereGionale

1.1 L’assetto istituzionale del settore primario 1

1.2 Gli attori istituzionali e il quadro delle competenze e delle funzioni 3

1.2.1 L’ente Regione 4

1.2.2 Gli enti territoriali: Province e Comuni 7

1.2.3 L’Agenzia regionale per lo sviluppo e l’innovazione dell’agricoltura nel Molise

“Giacomo Sedati” (ARSIAM) 8

1.2.4 I Consorzi di bonifica 10

1.2.5 L’Agenzia regionale per lo sviluppo dei territori montani 12

1.2.6 Gli altri enti funzionali 13

1.3 L’agricoltura nella programmazione regionale 15

1.3.1 Il Programma di sviluppo rurale 2007-2013 della Regione Molise 17

1.3.2 Gli sviluppi recenti 20

1.4 Offerta d’intervento e fabbisogni territoriali: alcune prime ipotesi 21

CapItolo 2

l’

evoluzionedellasPesaaGricolaeletiPoloGied

intervento

2.1 L’approccio adottato, le fonti e la metodologia 25

2.2 L’evoluzione della spesa agricola nell’ultimo decennio 26 2.3 Una valutazione della spesa agricola attraverso indicatori di settore 29

2.4 L’analisi della gestione della spesa 31

2.5 Le tipologie d’intervento attraverso la riclassificazione della spesa 33 2.6 L’analisi della spesa programmata per lo sviluppo rurale 42

CapItolo 3

o

ffertaedomandadiinterventi

:

Prioritàecriticità

3.1 Il quadro di analisi 45

3.2 La struttura dei capitoli e gli interventi chiave 46

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CapItolo 4

n

uoviaPProcciallaanalisidellasPesaaGricoladella

r

eGione

m

olise

:

loscenariodefinitodalfederalismofiscale

4.1 La spesa agricola regionale alla luce della legge 42/2009 65

4.2 La griglia di riferimento per la classificazione 67

4.3 La riclassificazione LEPA della spesa della Regione Molise 70 4.4 La struttura della spesa della Regione Molise in base alla riclassificazione effettuata 71 4.5 La dinamica delle categorie definite dalla legge 42/2009 73 4.6 Dalla spesa storica alla determinazione del fabbisogno: criticità e prospettive 75

c

onsiderazioniconclusive 79

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Il tema della spesa pubblica in agricoltura costituisce, come è noto, un filone di studio e riflessione ampiamente sviluppato dall’INEA. In questo quadro il tema in questione viene spesso considerato da due punti di vista diversi, anche se fortemente interconnessi. Il primo riguarda le relazioni che sussistono tra l’assetto organizzativo che caratterizza l’intervento in agricoltura ed il sostegno concretamente attribuito al settore. Il secondo i caratteri che detto sostegno assume a livello territoriale in considerazione della specificità delle situazio-ni locali.

Per quanto riguarda il primo punto di vista va ricordato che negli scorsi decenni si è realizzato un profondo riassetto delle competenze e delle funzioni, non ancora concluso, che ha sicuramente mutato il quadro di riferimento delle politiche settoriali, caratterizzan-dolo in maggiore misura proprio sotto il profilo territoriale. Per quello che concerne invece il secondo angolo di visuale va sinteticamente rammentato che è soprattutto a livello locale che va commisurata la congruenza tra l’offerta di intervento messa a punto dalle istituzio-ni preposte ed i fabbisogistituzio-ni territoriali, nonché l’effettiva ricaduta del sostegno sui soggetti interessati.

In questa prospettiva i numerosi approfondimenti fin qui realizzati dall’Istituto sulla spesa agricola regionale hanno dunque consentito di realizzare un quadro di riferimento or-ganico dell’intervento in agricoltura capace di tener conto delle specificità territoriali sopra richiamate. Tali approfondimenti hanno consentito la formazione di specifiche competenze all’interno dell’Istituto, anche a livello locale, ma soprattutto rappresentano importanti ri-sorse conoscitive per le amministrazioni interessate, in primo luogo le Regioni, riri-sorse che costituiscono un indispensabile supporto per la messa a punto e la gestione di politiche più coerenti ed efficaci.

Il lavoro proposto nelle pagine seguenti propone pertanto – con riferimento al caso molisano – una ricognizione sulle forme di governo e amministrazione del sistema agroali-mentare e rurale della regione e, successivamente, una analisi della spesa agricola regiona-le. Esso intende offrire alle Istituzioni preposte alla programmazione territoriale la possibi-lità di verificare l’impatto delle politiche attuate, di evidenziare eventuali colli di bottiglia (che comportano possibili perdite di risorse finanziarie), e/o procedure da migliorare ecc.; in definitiva, esso propone spunti utili per la definizione della politica agricola e di sviluppo rurale a livello regionale.

In quest’ottica, nel capitolo 1, è proposta una rappresentazione del modello organiz-zativo e delle procedure di programmazione presenti a livello regionale, modello e procedu-re conseguenti al graduale processo di procedu-regionalizzazione delle politiche agricole (connesso all’evoluzione delle politiche agricole comunitarie e nazionali) e alle innovazioni del sistema istituzionale e amministrativo introdotte dal processo di decentramento amministrativo; tale rappresentazione è quindi accompagnata dalla descrizione delle competenze e delle funzioni svolte dai singoli attori istituzionali e dagli enti funzionali coinvolti nel governo e nella realizzazione degli interventi pubblici. In questo quadro ovviamente una attenzione particolare viene dedicata al peso assunto dagli interventi regionali in campo agricolo, così come previsti nel quadro degli obiettivi e delle strategie di sviluppo programmate a livello generale (per lo sviluppo territoriale complessivo) e a livello settoriale. Per una valutazione

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sistema agroalimentare molisano.

I dati della spesa agricola regionale - riferiti all’entità delle risorse finanziarie, agli attori istituzionali e alle modalità di erogazione - permettono, nel secondo capitolo, di rap-presentare in maniera puntuale l’evoluzione della spesa agricola in Molise e di descriverne le caratteristiche e le specificità, attraverso una riclassificazione dei flussi finanziari elemen-tari che caratterizzano le procedure di spesa. In primo luogo viene esaminato l’andamen-to complessivo dell’intervenl’andamen-to in termini di stanziamenti di competenza, impegni, massa spendibile e pagamenti totali; la dinamica della spesa agricola (tendenzialmente decre-scente per tutte le variabili considerate) viene successivamente valutata utilizzando alcuni indicatori ottenuti rapportandola alle principali variabili strutturali ed economiche che ca-ratterizzano il settore: numero di aziende, superficie agricola utilizzata (SAU), numero delle unità di lavoro e valore aggiunto. L’analisi svolta in questa parte del lavoro, inoltre, prende in esame anche la gestione delle risorse finanziarie considerate, attraverso la misurazione della capacità d’impegno, della capacità di pagamento e della capacità di spesa. Infine, preso atto della consistenza e della dinamica della spesa pubblica regionale destinata al settore agricolo, il capitolo analizza i principali aggregati identificati attraverso la metodologia di riclassificazione INEA nonché la spesa programmata per lo sviluppo rurale.

Il terzo capitolo esamina l’offerta e la domanda di interventi pubblici per il settore agricolo, approfondendo l’analisi a livello delle unità elementari di bilancio, cioè dei capito-li, identificando le priorità e le criticità delle politiche settoriali. L’approfondimento svolto verifica in primo luogo la congruenza complessiva tra la gamma delle diverse “forme” di offerta e quella della domanda d’interventi, per poi considerare, attraverso un confronto intertemporale, le dinamiche di maggior rilievo, quelle cioè capaci di catturare eventuali mutamenti di priorità degli interventi in esame. Mettendo a confronto i pagamenti con gli impegni previsti emerge uno scostamento tra la volontà dichiarata e quella effettiva che in-duce a ipotizzare un certo riassetto delle priorità, che viene quindi considerato in maniera più articolata nella parte finale del capitolo.

Le analisi realizzate nei capitoli richiamati in precedenza ripropongono in vario modo la questione dell’individuazione di quegli interventi in qualche modo indispensabili sul piano della garanzia dei diritti delle popolazioni presenti sul territorio, interventi la cui definizione è strettamente correlata con l’attuazione del cosiddetto federalismo fiscale e alle necessità che esso pone sul piano della riclassificazione della spesa. Rifacendosi ad un approccio messo recentemente a punto nell’ambito del progetto “Spesa pubblica in agri-coltura” (Briamonte e Ievoli, 2010) nel quarto capitolo viene quindi proposto una analisi della spesa agricola nella Regione Molise nel quadro dello scenario definito dal federalismo fiscale, assunto che la competenza regionale in materia agricola, pur essendo piena, rimane soggetta a una serie di influenze derivanti dalle competenze statali in diverse materie, tra le quali l’individuazione dei Livelli essenziali delle prestazioni (LEP). A tal fine sono stati testati, anche nel caso molisano, i criteri operativi di riclassificazione della spesa pubblica messi a punto nell’ambito di suddetto approccio ed analizzati i risultati ottenuti.

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G

overno

e

amministrazione

del

sistema

aGroalimentare

e

rurale

reGionale

1.1 L’assetto istituzionale del settore primario

Il profilo dell’intervento regionale in agricoltura è interessato, da oltre un decen-nio, da un processo di cambiamento che interessa il livello organizzativo, le procedure di programmazione e l’esercizio delle funzioni; tale processo è connesso all’evoluzione delle politiche agricole comunitarie e nazionali e alle innovazioni del sistema istituzionale e amministrativo susseguitesi a livello nazionale, le cui direttrici fondamentali s’individua-no nel trasferimento di competenze e funzioni dallo Stato alle Regioni e agli Enti locali, nell’attribuzione diretta alle Regioni di una propria capacità contributiva, nella riforma dell’ordinamento finanziario e contabile delle Regioni e degli Enti locali.

In risposta al graduale processo di regionalizzazione delle politiche agricole e al processo di decentramento amministrativo, in Molise - al pari delle altre Regioni - si è assistito a una ristrutturazione dell’apparato istituzionale operante in ambito agricolo e rurale, compiutasi per mezzo di importanti interventi normativi regionali, volti a definire sia il quadro dell’esercizio delle funzioni amministrative in materia di foreste, agriturismo, pesca, caccia, sviluppo rurale e alimentazione, sia il riordino e la disciplina degli enti stru-mentali (Tab. 1.1).

Tabella 1.1 – Il quadro istituzionale. Le norme di riferimento

Legge Titolo

l.r. 4 agosto 1998, n. 15

ripartizione tra la regione Molise e gli enti locali delle funzioni in materia di agri-coltura, foreste, agriturismo, pesca, caccia, sviluppo rurale e alimentazione, conferite alla regione dal d.lgs. 4 giugno 1997, n. 143

l.r. 29 settembre 1999, n. 34

norme sulla ripartizione delle funzioni e dei compiti amministrativi tra la regione e gli enti locali, in attuazione dell’articolo 3 della l. 8 giugno 1990, n. 142, della l. 15 marzo 1997, n. 59 e del d.lgs. 31 marzo 1998, n. 112

l.r. 8 luglio 2002, n. 12 riordino e ridefinizione delle Comunità montane

l.r. 6 novembre 2002, n. 31 disciplina dell’attività tecnica del Consorzio regionale molisano di difesa

l.r. 16 aprile 2003, n. 15 Interventi per la tutela, lo sviluppo e la valorizzazione del territorio montano

l.r. 23 novembre 2004, n. 27 Istituzione dell’agenzia regionale per lo sviluppo e l’innovazione dell’agricoltura nel Molise ‘Giacomo Sedati’ (arSIaM)

l.r. 21 novembre 2005, n. 42 adeguamento e riordino dei Consorzi di bonifica

l.r. 2 ottobre 2006, n. 30

disciplina organica in materia di riordino del sistema associazioni allevatori del Mo-lise e potenziamento delle attività connesse al miglioramento genetico delle specie animali di interesse zootecnico

l.r. 24 marzo 2011, n. 6 norme sull’organizzazione dell’esercizio di funzioni e compiti amministrativi a livello locale. Soppressione delle Comunità montane

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Va comunque ricordato che a monte delle disposizioni legislative di natura ammini-strativa, programmatica e settoriale, si colloca lo Statuto regionale; nello Statuto1 del 1971 venivano infatti affermate le competenze spettanti all’ente Regione in materia di agricoltu-ra e foreste attagricoltu-raverso il riferimento all’art. 117 della Costituzione2.

Il processo di cambiamento prende avvio con le norme emanate a seguito della legge Bassanini3, le leggi regionali 15/1998 e 34/1999, con le quali la Regione Molise ha ridi-segnato il quadro della titolarità delle funzioni amministrative in materia di agricoltura, foreste, agriturismo, pesca, caccia, sviluppo rurale e alimentazione.

La legge regionale 15/1998 (recepimento della delega delle funzioni amministrative conferite alla Regione dal D.Lgs. 4 giugno 1997 n. 143), disciplina la ripartizione delle funzioni tra Regione ed Enti locali nel rispetto del principio di sussidiarietà (e degli altri principi fondamentali) ai sensi della L. 59/1997. Tale legge individua le materie (ambito del conferimento) e i criteri di riparto delle funzioni inerenti alla competenza regionale, attribuendo agli Enti locali tutte le funzioni non inerenti a quest’ultima e rinviando la puntuale individuazione delle funzioni amministrative da attribuire agli Enti locali ad una o più leggi regionali, finalizzate a disciplinare le modalità del trasferimento e i termini di decorrenza dell’esercizio delle singole funzioni4.

L’assetto istituzionale del settore primario si precisa compiutamente con la successi-va legge regionale 34/1999 che disciplina la ripartizione delle funzioni e dei compiti ammi-nistrativi tra la Regione e gli Enti locali (Comuni, Province, Comunità montane e Consorzi di bonifica) in attuazione dell’art. 3 della L. 142/1990, e degli artt. 1, 3 e 4 della L. 59/1997, del D.Lgs. 143/1997 e della L.R. 4 agosto 1998 n. 15.

Dopo aver individuato le funzioni in materia agricola riservate alla competenza re-gionale e indicato le funzioni e i compiti delle Province, delle Comunità montane e dei Comuni, la norma dispone l’istituzione della Consulta per la programmazione agricola diretta alla formazione e all’attuazione della politica agricola. La legge in esame prevede un riordino organico della disciplina legislativa delle materie e dei diversi settori5, nonché la ridefinizione dei compiti dell’Ente regionale di sviluppo agricolo per il Molise (ERSAM) e dei Consorzi di bonifica.

Il processo di riorganizzazione del “governo decentrato” del sistema agroalimentare e rurale regionale, si è caratterizzato per una serie di atti regionali volti soprattutto a ride-finire il ruolo degli enti sub-regionali operanti in campo agricolo.

1 Lo Statuto regionale venne deliberato dal Consiglio regionale nelle sedute del 26 gennaio, del 12 e 23 marzo 1971 e approvato ai sensi dell’art. 123, comma secondo, della Costituzione, con legge n. 347 del 22 maggio 1971. Lo Statuto in questione all’art. 63, in tema di delega di funzioni amministrative statuisce che “La Regione esercita normalmente le funzioni amministrative, per le materie attribuite alla sua competenza dall’art. 117 della Costitu-zione, delegandole, sentite le amministrazioni interessate, alle Province, ai Comuni e agli altri Enti locali oppure avvalendosi dei loro uffici”.

2 È stato recentemente promulgato il nuovo Statuto della Regione Molise (L.R. 10/2014), approvato dal Consiglio regionale con seconda deliberazione in data 22 febbraio 2011. Il nuovo Statuto nasce in un quadro istituzionale e giuridico molto diverso dal precedente, in particolare sul piano delle competenze. Anche in questo nuovo testo non vi sono richiami espliciti al settore agricolo, mentre viene esplicitamente richiamato il patrimonio rurale. 3 Legge 15 marzo 1997, n. 59 “Delega al Governo per il conferimento di funzioni e compiti alle regioni ed enti locali,

per la riforma della Pubblica amministrazione e per la semplificazione amministrativa”.

4 Tale decorrenza “non può comunque essere antecedente all’attuazione delle disposizioni dei decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri sul trasferimento alla Regione dei beni e delle risorse finanziarie, umane, strumentali ed organizzative di cui all’art. 4 del D.Lgs. 4 giugno 1997 n. 143”.

5 Legge regionale 29 settembre 1999, n. 34, art. 19 “Entro un anno dall’entrata in vigore della presente legge la Regio-ne provvede al riordino organico della disciplina legislativa delle materie, Regio-nell’ambito dei rispettivi settori, sulla base del conferimento delle funzioni e dei compiti amministrativi regionali e statali operato dal D.Lgs. 112/1998 e dalla presente legge, anche ai sensi dell’art. 3 della legge n. 142/1990”.

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In questo quadro la Regione ha realizzato dapprima il riordino e la ridefinizione delle Comunità montane attraverso la L.R. 12/20026. Nello stesso anno, allo scopo di re-golamentare e di disciplinare l’attività tecnico-scientifica in agricoltura, ha promulgato la L.R. 31/20027 con cui ha disciplinato l’attività tecnica del Consorzio regionale molisano di difesa (COREDIMO), finalizzato primariamente alla realizzazione di interventi e attività nel settore fitosanitario.

Nel 2003, richiamando specificamente il nuovo titolo V della parte II della Costi-tuzione, la Regione ha adottato la L.R. 15 che interviene in tema di tutela, sviluppo e va-lorizzazione del territorio montano, dettagliando le competenze regionali e il ruolo delle autonomie locali.

La legge regionale 27/20048 ha disposto invece la soppressione dell’Ente regionale di sviluppo agricolo per il Molise e l’istituzione dell’Agenzia regionale per lo sviluppo e l’innovazione dell’agricoltura nel Molise “Giacomo Sedati” (ARSIAM), quale organismo tec-nico strumentale della Regione atto a perseguire molteplici finalità istituzionali in campo agricolo.

L’adeguamento e il riordino dei Consorzi di bonifica sono stati disciplinati dalla L.R. 42/20059, mentre la L.R. 30/200610 ha attuato il riordino del sistema “Associazioni alleva-tori del Molise”.

Il legislatore è poi intervenuto con altri due importanti atti di riordino che impattano in materia agricola: la L.R. 10/2010, volta a disciplinare l’assetto organizzativo dell’ammi-nistrazione regionale e l’esercizio delle funzioni dirigenziali11, e la L.R. 6/2011 tra le cui finalità figura l’adozione di misure di riorganizzazione dell’esercizio di funzioni e compi-ti amministracompi-tivi a livello locale, la soppressione delle Comunità montane e l’iscompi-tituzione dell’Agenzia regionale per lo sviluppo dei territori montani.

1.2 Gli attori istituzionali e il quadro delle competenze e delle funzioni

L’analisi della normativa consente dunque di tracciare l’attuale quadro dei soggetti coinvolti nel “governo” del sistema agroalimentare e rurale regionale, in primo luogo l’ente Regione, poi gli enti delegati Province e Comuni, l’ente strumentale ARSIAM, i Consorzi di bonifica, l’Agenzia regionale per lo sviluppo dei territori montani (di recente istituzione), l’Agenzia regionale per la protezione ambientale del Molise (ARPAM), il Consorzio regiona-le di difesa (COREDIMO) e l’Istituto zooprofilattico sperimentaregiona-le dell’Abruzzo e del Molise. 6 Cfr. legge regionale 8 luglio 2002, n. 12 “Riordino e ridefinizione delle Comunità montane”.

7 Cfr. legge regionale 6 novembre 2002, n. 31 “Disciplina dell’attività tecnica del Consorzio regionale molisano di difesa”. 8 Cfr. legge regionale 23 novembre 2004, n. 27 “Istituzione dell’Agenzia regionale per lo sviluppo e l’innovazione dell’agricoltura

nel Molise “Giacomo Sedati” (ARSIAM).

9 Cfr. legge regionale 21 novembre 2005, n. 42 “Adeguamento e riordino dei Consorzi di bonifica”.

10 Cfr. legge regionale 2 ottobre 2006, n. 30 “Disciplina organica in materia di riordino del sistema Associazioni alle-vatori del Molise e potenziamento delle attività connesse al miglioramento genetico delle specie animali di interesse zootecnico”.

11 La norma dà evidenza alla separazione tra funzione d’indirizzo e funzione di gestione, come pure definisce sia le competenze degli organi di direzione politica, sia l’articolazione in strutture dell’apparato organizzativo della giunta regionale, denominate direzioni d’area e servizi. La direzione d’area rappresenta la struttura di coordina-mento e di raccordo gestionale delle attività dei servizi afferenti ad un complesso di materie, attività o progetti tra loro omogenei, connessi o interdipendenti; il servizio è sede delle attività di gestione di una specifica materia istituzionale, di una funzione strumentale o di progetto ed è affidato alla responsabilità di un dirigente che opera con compiutezza e rilevanza esterna. Il servizio è lo strumento operativo degli organi istituzionali per l’esercizio delle funzioni di governo regionale.

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A fianco di questi enti hanno operato per lungo tempo le Comunità montane costituite sul territorio regionale, soppresse – come già anticipato – nell’ambito del recente processo di semplificazione istituzionale12.

Va inoltre ricordato che un ruolo attivo nella governance del settore è svolto dalle Camere di commercio, dalle Organizzazioni professionali13 e dall’Associazione allevatori.

1.2.1 L’ente Regione

L’ambito delle funzioni e i compiti della Regione in materia di agricoltura, foreste, agriturismo, pesca, caccia, sviluppo rurale e alimentazione, sono delineati dalla citata L.R. 15/1998 (Tab. 1.2) e definiti ulteriormente dalla L.R. 34/1999.

Tabella 1.2 – Ambito del conferimento e compiti della Regione in materia di agricoltura, fo-reste, agriturismo, pesca, caccia, sviluppo rurale e alimentazione. Legge regionale 4 ago-sto 1998, n. 15

Ambito delle funzioni amministrative conferite alla Regione ai sensi dell’art. 1 del D.Lgs. 4 giugno 1997, n. 143

elaborazione ed attuazione nell’ambito regionale delle politiche comunitarie in materia di agricoltura, foreste, agro - industria e sviluppo rurale

Misure di accompagnamento della politica agricola comunitaria

Interventi sulle strutture di trasformazione ed interventi relativi alle iniziative di cooperazione adempimenti riguardanti il credito agrario

ricerca e sperimentazione agraria, forestale ed agroindustriale di interesse regionale associazionismo agricolo ed attuazione degli accordi interprofessionali

orientamento dei consumi

ecologia agraria, difesa delle piante coltivate dalle avversità atmosferiche e difesa dall’inquinamento derivante dall’at-tività agricola

deroghe relative al prelievo venatorio

pesca marittima, acquacoltura, maricoltura e produzione ittica agriturismo e turismo rurale

Commercializzazione, conservazione e trasformazione dei prodotti ittici protezione della fauna ittica e della flora acquatica di interesse regionale rilascio delle autorizzazioni previste dalla normativa nazionale e comunitaria

riconoscimento delle indicazioni geografiche protette e delle denominazioni di origine protetta, sulla base degli stan-dard definiti dal servizio nazionale di cui all’art. 6, comma 2, lett. a) della l. 4 dicembre 1993, n. 491

riconoscimento di “assimilato al produttore vitivinicolo”, “elaboratore di vino alcolizzato”, “distillatore” e “assimilato al distillatore”

riconoscimento delle associazioni dei produttori ortofrutticoli

applicazione della tabella comunitaria della classificazione delle carcasse bovine, ovine e suine

utilizzo dello stanziamento residuo per agevolazioni creditizie al consolidamento agevolato delle passività onerose di cooperative e consorzi operanti in zone colpite da avversità atmosferiche

12 La soppressione e l’estinzione delle Comunità montane sono previste dalla legge regionale 24 marzo 2011, n. 6 “Norme sull’organizzazione dell’esercizio di funzioni e compiti amministrativi a livello locale. Soppressione delle Comunità montane” e disposta - con decorrenza 1 maggio 2011 – dal Presidente della giunta regionale, con decreto del 29 aprile 2011, n.116. La successiva L.R. 22/2012 detta invece disposizioni urgenti per accelerare la liquidazio-ne e l’estinzioliquidazio-ne delle Comunità montaliquidazio-ne. Modifiche alla L.R. 6/2011 sono apportate dalla L.R. 11/2013.

13 Tra le finalità della L.R. 34/1999 figura il “riconoscimento del ruolo delle Camere di CIAA, delle Università e degli altri enti locali ad autonomia funzionale, sia ai fini della delega delle funzioni sia per il loro avvalimento”.

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Funzioni relative al servizio antincendio

ogni opera idraulica agraria di bonifica, di irrigazione, di difesa del suolo, infrastrutturale Compiti della Regione

Concorso, elaborazione e attuazione delle politiche nazionali e comunitarie programmazione regionale

Coordinamento delle attività degli enti locali tutela degli interessi unitari di carattere regionale Vigilanza, monitoraggio e controllo

esecuzione dei programmi di intervento regionale definiti ai sensi del programma regionale di sviluppo riconoscimento delle indicazioni geografiche protette e delle denominazioni di origine geografiche protette

riconoscimento delle associazioni agricole, delle associazioni produttrici ed attuazione degli accordi interprofessionali Fonte: Regione Molise, legge regionale 4 agosto 1998, n. 15

L’ultima norma richiamata specifica il ruolo della Regione quale ente di governo del territorio, disponendo all’art. 25 che alla Regione spetta: l’esercizio di funzioni e compiti di programmazione, vigilanza, controllo e coordinamento relativamente ad interventi di carattere unitario a livello regionale; l’esercizio di funzioni di indirizzo e verifica della pia-nificazione delle Province e delle Comunità montane; la responsabilità dell’attuazione dei programmi cofinanziati dall’Unione europea.

A queste funzioni si aggiungono altre espressamente riservate alla competenza della Regione, elencate in tabella 1.3.

Tabella 1.3 – Funzioni e compiti amministrativi riservati alla Regione in materia di agricol-tura. Legge regionale 29 settembre 1999, n. 34, art. 25, comma 2

Funzioni e compiti amministrativi riservati alla Regione in materia di agricoltura

delimitazione dei territori danneggiati da calamità naturali e avversità atmosferiche e adozione dei relativi provvedi-menti

Criteri e parametri oggettivi di ripartizione delle risorse finanziarie ricerca applicata, sperimentazione e dimostrazione a livello regionale

regolamentazione dei mercati, offerta dei prodotti agricoli, forme organizzative Servizio fitosanitario nazionale

Servizi per la riproduzione animale di cui alla l. 30/1991

Vigilanza sulla gestione dei libri genealogici e sull’attività dei controlli funzionali organismi regionali

Valorizzazione delle produzioni agro-alimentari e orientamento a livello regionale dei consumi e loro coordinamento con le politiche nazionali

reti infrastrutturali di irrigazione di interesse regionale

elaborazione, coordinamento e attuazione a livello regionale delle politiche comunitarie in materia di agricoltura, fore-ste, agroindustria, sviluppo rurale e pesca

Gestione delle risorse ittiche marine di interesse regionale regolazione a livello regionale delle attività venatorie Calendario faunistico-venatorio annuale

politiche nutrizionali e orientamento a livello regionale dei consumi alimentari parere per il riconoscimento di origine protetta per i prodotti agricoli

accertamento, sentiti i comuni interessati, della demanialità delle terre collettive di uso civico Servizio statistico agricolo regionale

(15)

La successiva legge regionale 15/200314 dispone inoltre, quale competenza della Re-gione, la predisposizione dell’atto d’indirizzo programmatico denominato “Programma di sviluppo delle aree montane”, volto a definire i criteri direttivi di attuazione della legisla-zione per la montagna, determinandone gli obiettivi specifici, i termini, le procedure e le modalità degli interventi.

L’apparato organizzativo regionale preposto alle politiche d’intervento in materia di agricoltura è stato ridefinito con deliberazione della giunta regionale 328/201115, nell’am-bito del processo di riordino della struttura della giunta e del consiglio regionale avviato in osservanza delle disposizioni di cui alla L.R. 10/2010.

Il riassetto organizzativo delle strutture dirigenziali competenti in materia di agricol-tura era tuttavia già avvenuto nel corso del biennio 2008-200916, periodo in cui l’esecutivo regionale aveva assunto iniziative finalizzate alla revisione dell’assetto organizzativo delle strutture dirigenziali della giunta al fine dell’accrescimento dell’efficienza del sistema or-ganizzativo regionale.

L’attuale organizzazione delle strutture regionali identifica la “Direzione area secon-da politiche agricole, forestali e ittiche” quale struttura dirigenziale preposta al coordina-mento e al raccordo gestionale delle attività dei servizi con funzioni di gestione in materia agricola, forestale e ittica (Fig. 1.1).

Figura 1.1 – Organizzazione della Direzione area seconda – Politiche agricole, forestali e ittiche

DIREZIONEAREASECONDA

POLITICHEAGRICOLE,FORESTALIEITTICHE

DIREZIONEAREASECONDA

SERVIZIOIMPRESEEMERCATI

SERVIZIOFITOSANITARIOREGIONALE,CONTROLLOEBONIFICA

SERVIZIOPROGRAMMAZIONEERICERCA

SERVIZIOECONOMIAEINFRASTRUTTURERURALI

SERVIZIOCONDIZIONALITÀETERRITORIO

SERVIZIOVALORIZZAZIONEETUTELADELLAMONTAGNAEDELLE

FORESTE

Sinteticamente, al Servizio direzione, area seconda, compete la gestione complessiva degli affari dell’area e la realizzazione di attività in materie specifiche, tra cui l’Autorità di gestione del Programma di sviluppo rurale 2007/2013, il coordinamento e la gestione degli Uffici operativi territoriali, la gestione UMA, la gestione del demanio civico; agli altri Servi-zi dell’area seconda compete invece lo svolgimento delle specifiche attività di competenza pertinenti ai principali indirizzi in cui si riassume la politica agraria regionale.

14 Cfr. legge regionale 16 aprile 2003, n. 15” Interventi per la tutela, lo sviluppo e la valorizzazione del territorio montano”.

15 Cfr. D.g.r., seduta del 21 aprile 2011. n. 328 “Atto di organizzazione dell’apparato amministrativo regionale ai sensi della legge regionale 23 marzo 2010, n.10 e s.m.i. – Declaratoria delle competenze dei servizi regionali”, successi-vamente modificato con D.g.r., seduta del 11 agosto 2011, n. 667. Modifiche all’atto di organizzazione dell’apparato amministrativo regionale adottato con D.g.r. n. 328 del 21 aprile 2011”.

(16)

L’impianto organizzativo della struttura regionale preposta alla materia agricola è completato da Uffici operativi territoriali.17

1.2.2 Gli enti territoriali: Province e Comuni

L’attribuzione alle Province e Comuni18 delle funzioni amministrative in materia di agricoltura, foreste, pesca, agriturismo, caccia, sviluppo rurale e alimentazione è stata di-sposta, con modalità diverse, dalla L.R. 34/1999.

All’articolo 26 la legge indicata prevede esplicitamente l’attribuzione alle Comu-nità montane e alle Province, limitatamente al territorio non compreso in alcuna Co-munità montana, di tutte le funzioni e i compiti amministrativi trasferiti o delegati alla Regione in conformità a norme statali e comunitarie, escluse quelle riservate alla Regione e alle sole Province, ai sensi rispettivamente dell’articolo 25 e dell’articolo 27 della stessa legge.

Alle sole Province il legislatore ha riservato funzioni e compiti amministrativi con-cernenti:

• attività di programmazione ai sensi dell’art. 15 della L. 142/1990;

• assistenza tecnico-amministrativa alle Comunità montane e raccolta ed elaborazione dei dati, nonché coordinamento su scala provinciale del sistema informativo, secondo le previsioni del programma statistico nazionale e dei programmi statistici regionali; • gestione attività utenze motori agricoli;

• vigilanza e tutela di enti, aziende, consorzi ed organizzazioni locali; • interventi per l’orientamento dei consumi alimentari;

• utilizzazione dei fanghi di depurazione in agricoltura; • gestione del demanio armentizio.

È stato inoltre disposto che, per lo svolgimento di tali funzioni, le Province potesse-ro avvalersi della collaborazione delle Organizzazioni ppotesse-rofessionali agricole maggiormente rappresentative a livello regionale.

Ai Comuni sono state invece conferite funzioni concernenti: il riconoscimento della qualifica di imprenditore agricolo; gli interventi per strade vicinali, interpoderali e rurali; il regime dominicale dei beni di uso civico.

Un ruolo specifico è stato attribuito ai Comuni montani dalla L.R. 15/2003 finalizza-ta all’attuazione della politica strutturale della monfinalizza-tagna. Secondo quanto disposto dalla norma i Comuni montani, insieme alle Comunità montane, partecipano alle scelte della politica e della programmazione regionale per la montagna e ne sono i principali soggetti attuatori.

17 Con determina direttoriale n. 711 del 23 luglio 2012 la Regione Molise ha individuato funzioni, compiti e dotazione organica degli Uffici operativi territoriali, localizzati nei comuni di Agnone, Boiano, Casacalenda, Campobasso, Isernia, Larino, Montenero di Bisaccia, Riccia, Termoli, Trivento e Venafro.

(17)

1.2.3 L’Agenzia regionale per lo sviluppo e l’innovazione dell’agricoltura nel

Molise “Giacomo Sedati” (ARSIAM)

L’ARSIAM è stata istituita con legge regionale 27/2004 quale organismo tecnico strumentale della Regione atto a svolgere, nel quadro della politica agricola comunitaria e nazionale, funzioni e attribuzioni, secondo gli indirizzi regionali, anche in collaborazio-ne con le Province, i Comuni, le Comunità montacollaborazio-ne, le organizzazioni e le associazioni di settore.

L’Agenzia persegue molteplici finalità istituzionali volte allo sviluppo dell’agricoltu-ra regionale (Tab. 1.4), e a tal fine realizza progetti specifici, studi, ricerche, pubblicazio-ni, seminari e convegni. Oltre a ciò l’ente coordina le attività svolte dal Consorzio regio-nale molisano di difesa (COREDIMO) e dalle Associazioni provinciali allevatori (APA), attua i compiti residui della riforma fondiaria, quelli in materia fondiaria già attribuiti all’Ente regionale di sviluppo agricolo per il Molise (gestione e completamento della di-smissione dei beni di riforma fondiaria, progetti specifici di manutenzione delle opere di riforma fondiaria), come pure può svolgere - previo riconoscimento - funzioni di organi-smo pagatore.

L’assetto organizzativo dell’Agenzia - con riferimento ai compiti e alle funzioni - è definito come da figura 1.219, mentre per lo svolgimento delle attività l’ente si compone di una struttura centrale e di otto unità operative decentrate sul territorio regionale20.

L’attività dell’Agenzia deve conformarsi a un programma triennale generale e a pro-grammi annuali in cui sono individuate le linee d’intervento, gli obiettivi da perseguire, gli strumenti per la verifica dei risultati e quelli necessari allo svolgimento dell’attività stessa21. Il programma annuale, nello specifico, individua le attività da svolgere nell’anno di riferimento e indica i settori di intervento, le iniziative progettuali, i beneficiari, le pre-visioni di spesa e di mezzi per attuarle, nonché gli strumenti per la verifica dei risultati. Nell’ambito del programma triennale di attività elaborato dall’ARSIAM per gli anni 2010-2012 le iniziative previste si incentrano nella tradizionale offerta di assistenza, formazione e consulenza tecnica agli operatori agricoli, nello sviluppo di filiere agro-energetiche, nel trasferimento alle imprese agricole delle innovazione tecnologiche, di processo e di prodotto, nella promozione delle produzioni ecocompatibili a basso impatto ambientale, nello sviluppo di iniziative volte a favorire la commercializzazione dei pro-dotti.

19 L’assetto strutturale e la dotazione organica dell’Agenzia sono stati approvati con delibera della giunta regionale n. 481 dell’11 maggio 2009. Il nuovo assetto strutturale dell’Agenzia prevede la Direzione generale e l’istituzione di quattro Servizi, di cui uno amministrativo-gestionale e tre servizi tecnici.

20 Cfr. legge regionale 23 novembre 2004, n. 27. Le otto Unità territoriali dell’ARSIAM sono localizzate nei comuni di Termoli, Larino. Trivento, Riccia, Boiano, Isernia, Agnone, Venafro, mentre a Campobasso è attiva la sede centrale. 21 Sui tali programmi è chiamato a esprimere parere consultivo il Comitato tecnico scientifico istituito presso lo

(18)

Tabella 1.4 – Finalità istituzionali e funzioni dell’ARSIAM. Legge regionale 23 novembre 2004, n. 27

Finalità istituzionali

ammodernamento, potenziamento, specializzazione e sviluppo razionale delle imprese agricole

predisposizione ed esecuzione di piani e programmi operativi di interesse agricolo riguardanti il miglioramento delle strutture fondiarie ed agrarie approvati dalla regione

prestazione, su richiesta, di consulenza ed assistenza in materia agricola alle Comunità montane, agli enti territoriali locali e ad altri enti pubblici del settore

orientamento produttivo alle imprese agricole singole od associate per la migliore conduzione e gestione delle azien-de o azien-dei fondi

elaborazione e collaborazione esecutiva di progetti di miglioramento fondiario ed agrario, su richiesta dei produttori agricoli singoli od associati

promozione e diffusione della moderna cultura d’impresa, funzionale alla costituzione di competitive aziende agrico-le e zootecniche nelagrico-le forme singoagrico-le od associate

promozione e sostegno alla diffusione e al trasferimento dell’innovazione tecnologica nel settore agricolo, zootecni-co, agro-alimentare, agro-industriale, agro-forestale e pesca produttiva

Consulenza ed assistenza tecnica in materia di produzione, trasformazione, conservazione, commercializzazione di prodotti agricoli e introduzione di innovazioni tecnico-produttive finalizzate alla tutela della salute degli opera-tori agricoli, alla salvaguardia dell’ambiente naturale, al risparmio energetico ed alla razionalizzazione dei mezzi di produzione

attività di supporto allo sviluppo dell’associazionismo riordino, ricomposizione e ampliamento fondiario

Funzioni svolte per il conseguimento delle finalità istituzionali

elaborazione e attuazione delle iniziative per favorire la diffusione ed il trasferimento delle innovazioni tecnologiche alle imprese agricole e della pesca produttiva

assistenza e consulenza tecnica alle imprese agricole e della pesca produttiva singole ed associate promozione di iniziative volte a favorire lo sviluppo rurale

Gestione della rete agrometeorologica regionale

Consulenza e assistenza in materia agricola alle Comunità montane ed agli altri enti territoriali locali

promozione e gestione dei servizi e sistemi di informazione in ordine alle normative ed alle iniziative in ambito comu-nitario, statale e regionale

elaborazione di studi, indagini e progetti elaborazione e diffusione indagini di mercato

promozione della qualità d’origine attraverso la creazione di marchi di qualità

promozione di corsi di qualificazione e di aggiornamento dei produttori agricoli e dei quadri tecnici degli organismi agricoli

Coordinamento e gestione di piani, programmi e del personale nel campo della forestazione di cui alla l.r. 6/2000 Altre funzioni

Intermediario qualificato tra il sistema produttivo e i soggetti detentori o creatori di tecnologie specifiche realizzazione dell’osservatorio dei mercati dei prodotti agroalimentari

esecuzione di ogni altro compito e funzione ad essa delegato dalla regione

acquisizione di brevetti e know-how di cui promuove l’adozione nei processi produttivi delle aziende agricole, fore-stali ed agro-alimentari

redazione di studi, progetti di fattibilità ed esecutivi Fonte: Regione Molise, legge regionale 23 novembre 2004, n. 27

(19)

La spesa agricola regionale nel contesto istituzionale e produttivo del Molise

Figura 1.2 - Assetto organizzativo dell’ARSIAM. Legge regionale 23 novembre 2004, n. 27

DIRETTOREGENERALE DIPARTIMENTOPER L’EROGAZIONEDEI SERVIZIREALIAI SETTORIAGRICOLOE FORESTALE DIPARTIMENTOPERLE EROGAZIONIIN AGRICOLTURA D.Lgs. 27 maggio 1999 n. 165 PRESIDENTE CONSIGLIODIAMMINISTRAZIONE COLLEGIODEIREVISORIDEICONTI

COMITATOTECNICO SCENTIFICO

Le azioni progettuali proposte per il raggiungimento di tali obiettivi risultano molte-plici, come diversificate sono le attività di sviluppo e di supporto alle filiere produttive già oggetto di erogazione da parte dell’ente (agrometeorologia, pedologia, marketing agro-ali-mentare, promozione dell’immagine dell’agricoltura regionale, agricoltura biologica, con-sulenze alle aziende agricole singole ed associate per l’applicazione delle norme regionali, consulenza e progettazione misure POR, predisposizione di progetti di programma e di filiera in agricoltura, formazione, divulgazione, informazione, documentazione, coopera-zione e consulenza tecnica aziendale).

Si segnala inoltre che l’ente ARSIAM si è fatto promotore della costituzione di un Consorzio denominato “Consorzio di tutela e valorizzazione dei prodotti tipici delle azien-de molisane”, finalizzato sia alla creazione o utilizzazione di un marchio collettivo per la tutela della qualità dei prodotti, sia alla promozione e vendita dei prodotti attraverso l’indi-viduazione di nuovi sbocchi sui mercati.

La concreta attuazione delle linee programmatiche previste è tuttavia subordinata all’entità delle risorse stanziate dalla Regione a favore dell’ente, essendo minime le entrate proprie dello stesso. Ciò ha comportato in passato una rimodulazione delle linee program-matiche con l’individuazione degli interventi prioritari.

1.2.4 I Consorzi di bonifica

Nel riordino della materia agricola disposto dalla L.R. 34/1999 il legislatore aveva esplici-tamente previsto la ridefinizione dei compiti dei Consorzi di bonifica (di cui alla L.R. 10/1991), avvenuta nel 2005 mediante la L.R. 42 “Adeguamento e riordino dei Consorzi di bonifica”.

Quest’ultima non si limita alla suddetta ridefinizione (e riorganizzazione) dei Con-sorzi, ma attua un riassetto complessivo della disciplina regionale in tema di bonifica in-tegrale, riconsiderandone le finalità e l’ambito di applicazione e le azioni di governo di competenza della Regione. In particolare, la L.R. 42/2005 sottolinea il carattere pubblico dell’intervento di bonifica integrale, rilevandone l’intersettorialità e la polivalenza funzio-nale. Tale attività viene ricollegata a molteplici finalità tra cui la stessa sicurezza territoria-le, attraverso la difesa e conservazione del suolo, la tutela delle risorse idriche, la salvaguar-dia e valorizzazione dell’ambiente, lo sviluppo rurale e delle produzioni agricole.

(20)

Capitolo 1 Governo e Amministrazione del sistema agroalimentare e rurale regionale Figura 1.2 - Assetto organizzativo dell’ARSIAM. Legge regionale 23 novembre 2004, n. 27

DIRETTOREGENERALE DIPARTIMENTOPER L’EROGAZIONEDEI SERVIZIREALIAI SETTORIAGRICOLOE FORESTALE DIPARTIMENTOPERLE EROGAZIONIIN AGRICOLTURA D.Lgs. 27 maggio 1999 n. 165 PRESIDENTE CONSIGLIODIAMMINISTRAZIONE COLLEGIODEIREVISORIDEICONTI

COMITATOTECNICO SCENTIFICO

Le azioni progettuali proposte per il raggiungimento di tali obiettivi risultano molte-plici, come diversificate sono le attività di sviluppo e di supporto alle filiere produttive già oggetto di erogazione da parte dell’ente (agrometeorologia, pedologia, marketing agro-ali-mentare, promozione dell’immagine dell’agricoltura regionale, agricoltura biologica, con-sulenze alle aziende agricole singole ed associate per l’applicazione delle norme regionali, consulenza e progettazione misure POR, predisposizione di progetti di programma e di filiera in agricoltura, formazione, divulgazione, informazione, documentazione, coopera-zione e consulenza tecnica aziendale).

Si segnala inoltre che l’ente ARSIAM si è fatto promotore della costituzione di un Consorzio denominato “Consorzio di tutela e valorizzazione dei prodotti tipici delle azien-de molisane”, finalizzato sia alla creazione o utilizzazione di un marchio collettivo per la tutela della qualità dei prodotti, sia alla promozione e vendita dei prodotti attraverso l’indi-viduazione di nuovi sbocchi sui mercati.

La concreta attuazione delle linee programmatiche previste è tuttavia subordinata all’entità delle risorse stanziate dalla Regione a favore dell’ente, essendo minime le entrate proprie dello stesso. Ciò ha comportato in passato una rimodulazione delle linee program-matiche con l’individuazione degli interventi prioritari.

1.2.4 I Consorzi di bonifica

Nel riordino della materia agricola disposto dalla L.R. 34/1999 il legislatore aveva esplici-tamente previsto la ridefinizione dei compiti dei Consorzi di bonifica (di cui alla L.R. 10/1991), avvenuta nel 2005 mediante la L.R. 42 “Adeguamento e riordino dei Consorzi di bonifica”.

Quest’ultima non si limita alla suddetta ridefinizione (e riorganizzazione) dei Con-sorzi, ma attua un riassetto complessivo della disciplina regionale in tema di bonifica in-tegrale, riconsiderandone le finalità e l’ambito di applicazione e le azioni di governo di competenza della Regione. In particolare, la L.R. 42/2005 sottolinea il carattere pubblico dell’intervento di bonifica integrale, rilevandone l’intersettorialità e la polivalenza funzio-nale. Tale attività viene ricollegata a molteplici finalità tra cui la stessa sicurezza territoria-le, attraverso la difesa e conservazione del suolo, la tutela delle risorse idriche, la salvaguar-dia e valorizzazione dell’ambiente, lo sviluppo rurale e delle produzioni agricole.

Per la realizzazione di tali finalità la norma dispone che la Regione debba emanare direttive programmatiche per la bonifica integrale (predisposte dall’assessorato regionale all’agricoltura, di concerto con gli assessorati regionali che hanno competenze nella ma-teria della bonifica o in materie connesse) da attuare mediante programmi triennali. La legge prevede inoltre la costituzione della Consulta regionale per la bonifica e l’irrigazione (presso l’assessorato regionale all’agricoltura), volta a esprimere pareri e formulare propo-ste riguardo alla programmazione regionale degli interventi per la bonifica integrale e agli altri aspetti concernenti l’intervento in materia.

Ai Consorzi di bonifica sono attribuite le funzioni riguardanti l’attuazione e la gestio-ne delle opere e degli impianti pubblici di bonifica e delle risorse naturali dagli stessi inte-ressate, da realizzare nell’ambito dei comprensori consortili22 in base a quanto disposto dal Piano di bonifica, di tutela e valorizzazione del territorio interessato, redatto dagli stessi Consorzi in modo coordinato con gli indirizzi e le direttive dei piani delle Autorità di baci-no e con gli strumenti di programmazione e pianificazione della Regione e degli Enti locali. Oltre a svolgere le funzioni propositive e operative dettagliate nella tabella 1.5, i Consorzi di bonifica promuovono e realizzano iniziative di informazione e di formazione degli utenti, di valorizzazione e di diffusione della bonifica e dell’irrigazione, nonché delle risorse acqua e suolo nel loro complesso.

Tabella 1.5 – Funzioni dei Consorzi di bonifica. Legge regionale 21 novembre 2005, n. 42 Funzioni esclusive

redazione del piano di bonifica, tutela e valorizzazione del territorio rurale di cui all’articolo 3 della l.r. 42/2005 progettazione, realizzazione, manutenzione ed esercizio delle opere pubbliche di bonifica di cui all’articolo 5 della l.r. 42/2005

progettazione, esecuzione e gestione delle opere di bonifica di competenza privata previo affidamento da parte dei proprietari interessati ovvero, in caso di inadempienza, in sostituzione dei medesimi

elaborazione e attuazione dei piani di riordino fondiario e irriguo

realizzazione e gestione degli impianti di raccolta, adduzione e distribuzione delle acque a prevalente uso irriguo, degli impianti per l’utilizzazione in agricoltura delle acque reflue, degli acquedotti rurali e degli altri impianti funzionali ai sistemi irriguo e di bonifica, in applicazione delle disposizioni di cui all’articolo 27 della l. 36/1994

progettazione, realizzazione e gestione di impianti dedicati all’uso plurimo delle acque irriguo e di bonifica, per usi che comportino la restituzione delle acque e siano compatibili con le successive utilizzazioni, ivi compresi la produzione di energia elettrica e l’approvvigionamento idrico di imprese produttive, ai sensi dell’articolo 27 della l. 36/1994

effettuare la vigilanza, finalizzata sia alla tutela delle acque a prevalente uso irriguo, che alla tutela delle opere pub-bliche di bonifica

ripristinare opere di bonifica e di irrigazione danneggiate da calamità naturali, ai sensi del d.lgs. 29 marzo 2004, n. 102 effettuare studi, ricerche e sperimentazioni di interesse per la bonifica, l’irrigazione e la tutela del territorio rurale e per il perseguimento delle finalità di cui all’articolo 1 della l.r. 42/2005

Altre funzioni

realizzazione di interventi in materia di difesa del suolo, di fruizione e di gestione del patrimonio idrico per gli usi di razionale sviluppo economico e sociale e di tutela degli aspetti ambientali ad essi connessi, di cui all’art. 3 della l. 18 maggio 1989, n. 183, e successive modificazioni

realizzazione di azioni di salvaguardia ambientale e di risanamento delle acque, anche al fine della loro utilizzazione irrigua, della rinaturalizzazione dei corsi d’acqua e della fitodepurazione, ai sensi del d.lgs. 11 maggio 1999, n. 152, e successive modificazioni

Fonte: Regione Molise, legge regionale 21 novembre 2005, n. 42

22 Ridefiniti dalla stessa legge tenendo conto degli ambiti di riferimento delle Autorità di bacino istituite ai sensi della legge n. 183/ 1989.

(21)

I Consorzi di bonifica presenti in Molise al momento sono tre: il Consorzio di bonifica Trigno e Biferno (con sede in Termoli), il Consorzio di bonifica integrale larinese (con sede in Larino) e il Consorzio di bonifica della piana di Venafro (con sede nello stesso comune).

Negli anni recenti l’attività di bonifica attuata dai Consorzi ha avuto prevalentemente a oggetto la realizzazione di opere infrastrutturali, che si differenziano in funzione delle caratteristiche orografiche e idrografiche dei comprensori consortili (opere d’irrigazione, canali e fossi di scolo artificiale, sistemazione idraulica dei corsi d’acqua, opere viarie, impianti di produzione di energia). Allo stato l’operato dei Consorzi riguarda soprattutto la conservazione del territorio, la gestione delle opere, degli impianti e delle reti realizzate per la sicurezza idraulica, la gestione delle risorse idriche a uso prevalentemente irriguo e la gestione delle opere viarie.

1.2.5 L’Agenzia regionale per lo sviluppo dei territori montani

Nel quadro del processo di riorganizzazione dell’esercizio di funzioni e compiti am-ministrativi a livello locale, la Regione Molise, con L.R. 6/2011, autorizzava la giunta re-gionale a costituire l’Agenzia rere-gionale per lo sviluppo dei territori montani, quale “sede vocata a coordinare e rendere più incisive le politiche di sviluppo, in particolare nei settori strategici dell’agricoltura di montagna e delle risorse ambientali”.

Come ente strumentale dotato di personalità giuridica e autonomia amministrativa l’Agenzia subentra alle soppresse Comunità montane, con lo scopo di svolgere funzioni di supporto tecnico-giuridico e di monitoraggio del processo di riforma.

Nel dettaglio, con riferimento ai territori montani e nel rispetto dei ruoli e delle fun-zioni già assegnati ad altri soggetti nel quadro delle competenze di settore, il legislatore regionale attribuisce all’Agenzia il compito di:

• promuovere la creazione di nuove imprese;

• attrarre risorse verso aree geograficamente marginali; • aiutare la crescita delle imprese che operano nei territori; • promuovere la costituzione dei distretti rurali;

• promuovere gli interventi di politica ambientale;

• promuovere le politiche di valorizzazione turistica dei territori;

• individuare gli strumenti necessari ed idonei a compensare le condizioni di disagio derivanti dalle aree geograficamente marginali;

• predisporre linee guida per l’esercizio delle funzioni e dei servizi svolti in forma asso-ciata, favorire l’adozione di nuovi modelli di governance e le convenzioni tra le Unioni, con l’obiettivo di dare attuazione ai principi di economicità, efficienza e riduzione delle spese.

Per l’attuazione di tali compiti l’Agenzia dovrà reperire gli strumenti finanziari e pro-grammare l’operatività degli interventi. Spetterà inoltre all’Agenzia l’analisi sia dell’impatto economico conseguente alla realizzazione degli obiettivi programmati, sia del rapporto costi-efficacia e costi-benefici.

La legge istitutiva prevede inoltre, quali organi dell’Agenzia, il Presidente, il Comitato scientifico, il Direttore e il Collegio sindacale.

(22)

1.2.6 Gli altri enti funzionali

Nell’ambito degli interventi di politica agraria regionale un ruolo importante è svolto dall’Agenzia regionale per la protezione ambientale del Molise (ARPAM), dal Consorzio regionale di difesa (COREDIMO) e dall’Istituto zooprofilattico sperimentale dell’Abruzzo e del Molise “G. Caporale”.

Con la legge regionale 38/1999 la Regione ha istituito l’ARPAM e ne ha disciplinato l’organizzazione e il funzionamento. L’Agenzia è ente strumentale della Regione, dotato di personalità giuridica pubblica e di autonomia amministrativa, contabile, tecnica, patrimo-niale e gestionale: esso è preposto a perseguire gli obiettivi previsti dalla programmazione nazionale e regionale nel settore della prevenzione collettiva e dei controlli ambientali. A tal fine l’ente esercita le funzioni tecniche connesse, ed eroga prestazioni analitiche di rilievo ambientale e sanitario, caratterizzandosi per la multireferenzialità e la multidisci-pinarità.

In particolare, l’ARPAM fornisce supporto tecnico alla Regione e agli enti locali per la predisposizione di piani e progetti ambientali, svolge funzioni di vigilanza e di controllo sul rispetto delle norme vigenti in campo ambientale e delle disposizioni e prescrizioni con-tenute nei provvedimenti emanati dalle autorità competenti, attua campagne di controllo ambientale, elabora proposte di bonifica, svolge attività di consulenza tecnico-scientifica e ricerca applicata nell’ambito degli indirizzi regionali e delle intese Stato-Regioni in ma-teria.

La legge istitutiva disciplina, inoltre, le modalità di coordinamento dell’ARPAM con il sistema delle autonomie locali e con il Servizio sanitario del Molise, al fine della massima integrazione sul piano sia programmatico che tecnico-operativo.

Per l’esercizio delle funzioni e delle attività di propria competenza, l’ARPAM si arti-cola territorialmente in una struttura centrale e in dipartimenti provinciali. Sono organi dell’ARPAM: il Comitato di indirizzo (quale organo di programmazione e di verifica dei ri-sultati dell’attività dell’ARPAM), il Direttore generale, il Collegio dei revisori (con funzioni di controllo e di verifica contabile).

Con la legge regionale 6 novembre 2002, n. 31 “Disciplina dell’attività tecnica del Consorzio regionale molisano di difesa”, la Regione, allo scopo di regolamentare e discipli-nare l’attività tecnico-scientifica in agricoltura, riconosce l’attività del Consorzio regionale di difesa (COREDIMO)23.

La Regione, attraverso affidamenti e apposite convenzioni può demandare al CO-REDIMO la realizzazione degli interventi e delle attività previste dall’articolo 2 della legge sopra indicata, riportate in tabella 1.6. Le attività concernenti il settore fitosanitario sono svolte in collaborazione con il Servizio fitosanitario regionale e sono esercitate sotto le direttive e la vigilanza della struttura regionale competente in materia fitosanitaria (Dire-zione d’area seconda - Servizio fitosanitario regionale, controllo e bonifica).

23 Il Consorzio regionale molisano di difesa è stato istituito ai sensi dell’articolo 10 della legge 15 ottobre 1981, n. 590 e successive modificazioni ed integrazioni, e della legge regionale 24 gennaio 1984 n.1.

(23)

Tabella 1.6 – Attività svolte dal COREDIMO. Legge regionale 6 novembre 2002, n. 31 (art. 2) Attività svolte dal COREDIMO

assistenza tecnica specialistica nel settore fitosanitario alle aziende agricole impegnate in programmi di coltivazione a basso impatto ambientale, nonché in programmi di agricoltura biologica e delle produzioni vegetali per la zootecnia biologica

Collaborazione con la struttura regionale competente in materia di agricoltura alla formulazione e all’aggiornamento annuale dei disciplinari di produzione integrata da sottoporre alla Commissione regionale per l’agricoltura biologica e la produzione integrata

redazione e diffusione di comunicati e/o bollettini fitosanitari, in collaborazione con il Servizio fitosanitario regionale e con l’agenzia regionale per la protezione dell’ambiente (arpaM)

Controllo sulle produzioni provenienti da aziende agricole impegnate in programmi di coltivazione a basso impatto ambientale nonché in programmi di agricoltura biologica e delle produzioni vegetali per la zootecnia biologica, in col-laborazione con l’arpaM e nell’ambito delle rispettive competenze

Collaborazione con il Servizio fitosanitario regionale per le attività di monitoraggio dei patogeni soggetti a “lotta ob-bligatoria”, per lo svolgimento d’indagini sistematiche e periodiche per verificare la presenza di organismi nocivi nelle zone protette di cui all’art. 8, lettera c) del d.lgs. 536/1992, e comunicazione al Servizio fitosanitario regionale dell’e-ventuale scoperta di tali patogeni

analisi di laboratorio previste da programmi regionali di miglioramento delle produzioni agricole e/o di studio del terri-torio, in collaborazione con altri soggetti pubblici e/o privati

Controllo e taratura delle macchine irroratrici

aggiornamento e formazione rivolti agli operatori agricoli per il corretto impiego dei fitofarmaci

attività di georeferenziazione delle aziende agricole impegnate in programmi di coltivazione a basso impatto ambien-tale e biologico, anche attraverso l’istituzione di una “anagrafe aziendale regionale”, in collaborazione con altri soggetti pubblici e/o privati

assistenza tecnica per il corretto utilizzo dei prodotti fitosanitari, finalizzata a produzioni agricole suscettibili di mar-chio regionale

attività di valutazione di impatto riferite al settore agricolo e forestale, in collaborazione con gli organismi regionali competenti

Monitoraggio dei parametri di qualità dei prodotti vegetali

Monitoraggio ambientale del suolo agrario e climatico-meteorologico Fonte: Regione Molise, legge regionale 6 novembre 2002, n. 31 (art. 2)

Il Consorzio, previa autorizzazione della Regione, può inoltre assumere compiti spe-cifici nell’ambito del settore fitosanitario, commissionati da enti e organismi pubblici e/o privati e può svolgere altri compiti per conto della Regione Molise sempre previo formale affidamento del relativo incarico da parte della giunta regionale.

L’Istituto zooprofilattico sperimentale dell’Abruzzo e del Molise “G. Caporale’” è un ente sanitario di diritto pubblico che opera come strumento tecnico-scientifico del Mini-stero della salute e delle Regioni Abruzzo e Molise24. L’Istituto, nell’assolvimento dei com-piti di pertinenza stabiliti dal legislatore25, garantisce ai servizi veterinari delle regioni suddette le prestazioni e la collaborazione tecnico-scientifica necessarie all’espletamento delle funzioni d’igiene e sanità pubblica veterinaria.

Tra i molteplici servizi che impattano sul settore agricolo regionale si segnala:

24 La struttura dell’Istituto si articola in una sede centrale a Teramo e in cinque sedi distaccate/sezioni diagnostiche territoriali dislocate nelle seguenti località dell’Abruzzo e del Molise: Avezzano, Pescara, Lanciano, Campobasso, Isernia. A Termoli ha sede il Centro regionale per la pesca e acquacoltura di Termoli, mentre le strutture del Centro internazionale per la formazione e l’informazione veterinaria (CIFIV) sono ospitate a Teramo e a Colleatterrato. 25 Cfr. D.Lgs. 30 giugno 1993, n. 270 “Riordinamento degli istituti zooprofilattici sperimentali, a norma dell’art. 1, comma 1, lettera

h), della legge 23 ottobre 1992, n. 421”; D.m. 16 febbraio 1994, n. 190 “Regolamento recante norme per il riordino degli Istituti zooprofilattici sperimentali, in attuazione dell’art. 1, comma 5, del D.Lgs. 30 giugno 1993, n. 270”.

(24)

• il servizio di consulenza e di assistenza agli allevatori e alle loro associazioni per la bonifica sanitaria e il miglioramento igienico delle produzioni animali;

• la sorveglianza epidemiologica nell’ambito della sanità animale, dell’igiene delle produ-zioni zootecniche e degli alimenti di origine animale;

• la gestione della Banca dati nazionale dell’anagrafe zootecnica.

Di recente, con legge regionale 9 settembre 2011, n. 27, è stato attuato il riordino dell’Istituto zooprofilattico sperimentale dell’Abruzzo e del Molise. La norma, composta di pochi articoli, si limita a definire i compiti, le funzioni e gli organi di governo dell’Istituto, indicati questi ultimi nel Consiglio di amministrazione, nel Direttore generale e nel Colle-gio dei revisori.

1.3 L’agricoltura nella programmazione regionale

Nel quadro degli orientamenti emersi alla fine degli anni novanta e posti a fonda-mento dell’amministrazione dell’agricoltura per gli anni seguenti26, la Regione Molise, in qualità di soggetto coordinatore di tutte le azioni di politica agraria a carattere strutturale, si è adoperata sul piano programmatico e su quello legislativo cercando soprattutto di in-dividuare linee politiche funzionali a stimolare il processo di sviluppo endogeno delle aree rurali e del settore agricolo.

Gli interventi regionali messi in atto in campo agricolo fanno riferimento a obiettivi e strategie di sviluppo programmate a livello generale – per lo sviluppo territoriale com-plessivo – e a livello settoriale. In ambedue i casi, dall’esame dei contenuti e della struttura formale della programmazione emerge che gli indirizzi regionali in materia di agricoltura e sviluppo rurale subiscono l’influenza delle relazioni intercorrenti tra Regione, Stato e Unio-ne europea, veUnio-nendo pertanto definiti con altri soggetti istituzionali individuabili in sede nazionale e comunitaria, entro il quadro dei vincoli strategici esterni alla programmazione regionale.

Il ruolo dell’agricoltura nella programmazione regionale può essere individuato ana-lizzando i principali documenti d’indirizzo programmatico “generale” – a partire dagli strumenti di programmazione finanziaria adottati dalla Regione in applicazione della L.R. 7 maggio 2002, n. 4 “Nuovo ordinamento contabile della Regione Molise” – quali il Do-cumento annuale di programmazione27 (volto a stabilire i contenuti della politica

socio-26 Le trasformazioni conseguono alla riforma delle istituzioni centrali e delle autonomie locali, all’innovazione dei meccanismi di trasferimento delle risorse nazionali alle Regioni, alla reimpostazione dell’intervento comunitario e nazionale per lo sviluppo del settore agricolo.

27 L.R. 4/2002, art. 7 Documento annuale di programmazione: “Il documento annuale di programmazione costituisce lo strumento fondamentale di raccordo fra la programmazione generale e la programmazione finanziaria e di bi-lancio della Regione. Ai fini di tale accordo, avvalendosi delle risultanze del controllo di gestione di cui all’articolo 43 della presente legge, il documento annuale di programmazione: a) verifica ed aggiorna annualmente le deter-minazioni programmatiche del Piano regionale di sviluppo e degli strumenti attuativi settoriali e intersettoriali; b) delinea il quadro delle risorse finanziarie regionali necessarie al collegamento fra le determinazioni programma-tiche e le scelte e gli effetti di bilancio”.

Figura

Tabella 1.1 – Il quadro istituzionale. Le norme di riferimento
Tabella 1.2 – Ambito del conferimento e compiti della Regione in materia di agricoltura, fo- fo-reste, agriturismo, pesca, caccia, sviluppo rurale e alimentazione
Tabella 1.3 – Funzioni e compiti amministrativi riservati alla Regione in materia di agricol- agricol-tura
Figura 1.1 – Organizzazione della Direzione area seconda – Politiche agricole, forestali e ittiche
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