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magazine

Informazione

tecnica e progettuale

Poste Italiane S.p.A.- Spedizione in Abbonamento Postale - D.L.353/2003 (conv. in L.27/02/2004 n.46) art.1, comma 1, CN/BO • ISSN 2307-8928

75 ORDINI ABBONATI!

www.ingenio-web.it

Ristrutturazione:

permesso di costruire o SCIA?

La recente sentenza 5984- 2018 del Consiglio di Stato fa chiarezza su quali interventi di ristrutturazione edilizia si ri- chiede il permesso di costru- ire e per i quali basta la SCIA in modo da evitare possibili abusi. >>> a pagina 6 a pagina 9

Anche tra i Tecnici, la Vita Nominale è talvolta oggetto di qualche inesattezza. A chiarire bene il suo significato un breve approfondimento che facendo riferimento al testo della Circolare, purtroppo ancora bloccata, e alle normative internazionali, ne specifica il corretto uso nella progetta- zione strutturale. >>>

Vita Nominale

di Progetto: alcuni chiarimenti

a pagina 5 Approvato dal CdM ad inizio novembre il testo del DDL Bilancio 2019 è ora all’esame delle Camere per il suo iter parlamentare. Molte le novità che ri- guardano il professionista e l’edilizia. Ma anche alcune importanti conferme.

Sono stati infatti confermati per tutto il 2019 i bonus edilizi per ristrutturazioni e risparmio energetico su singole unità immobiliari. Nuovo invece è il limite all’ac- cesso per il regime forfettario. A partire dall’anno 2019 potranno accedere al regime forfettario i professionisti che nel 2018 percepiranno compensi inferiori a 65.000 €. In ambito pubblico invece previste tre task force dedicate alle infra- strutture: Cabina di regia, Investitalia e Centrale di progettazione, col compito di progettare OO.PP. di amministrazioni centrali e territoriali. >>>

DDL Bilancio 2019 tra novità e conferme

Tra le novità innalzato il limite per accedere al regime forfettario

Cosa cambia con la nuova UNI 10200? Tutti i dettagli sulle novità

EFFICIENZA ENERGETICA

La verifica dei nodi con le NTC 2018 nelle strutture in c.a.

CALCESTRUZZO

a pagina 4 Preg.mo Ministro To- ninelli,

sulle pagine di questo portale mi sono più volte rivolto a Lei, e in precedenza a chi ha ricoperto l’importante ruolo di Ministro del- le Infrastrutture e dei Trasporti.

La drammaticità de- gli eventi degli ultimi anni, >>>

Andrea Dari Editore INGENIO

Territorio,

Scuole, Chiese, Innovazione e Norme:

lettera aperta per il Ministro Danilo Toninelli

#67

2018

novembre

(2)

#Efficienza_Energetica

Dai laboratori Ricerca & Sviluppo Mapei la malta cementizia Planitop Rasa&Ripara.

1 solo prodotto per riparare e rasare il calcestruzzo.

MALTA

CEMENTIZIA

A PRESA RAPIDA

#In_Questo_Numero

14 Valutazione della sicurezza e interventi di miglioramento sismico della scuola Pascoli di Torino

Efficienza Energetica

16 Cosa cambia con la nuova UNI 10200? Tutti i dettagli

18 Il tramonto delle caldaie e l’alba delle Pompe di Calore

Sicurezza

22 La prevenzione incendi negli impianti di trattamento rifiuti

25 Impianti antincendio di spegnimento a gas:

pro, contro e attenzioni

Costruire in Calcestruzzo

28 La verifica dei nodi con le NTC 2018 nelle strutture in c.a.

30 Garantire la durabilità di un’opera in calcestruzzo partendo

dalla conoscenza dei fenomeni di degrado

Costruire in Acciaio

33 La cogenza della norma EN 1090-2 nelle NTC 2018:

cosa cambia per le strutture in acciaio

36 Come proteggere le strutture in acciaio con trattamenti superficiali:

un vademecum per il progettista

Costruire in Laterizio

37 La ricostruzione del Teatro Galli di Rimini e l’analisi dei suoi laterizi

BIM

40 Computational design per il BIM strutturale

44 BIM e strategia antincendio nelle fasi di progettazione, costruzione e gestione di un edificio

Pavimenti

47 I giunti di costruzione sinusoidali nelle pavimentazioni industriali in calcestruzzo

La Sicurezza nelle Infrastrutture 50

Come è noto, il sistema dei trasporti gioca

un ruolo fondamentale per lo sviluppo socio-economico di un Paese, per questo garantire la sicurezza e la funzionalità di strade, ponti, gallerie costituisce un obiettivo prioritario, oggi possibile anche grazie a nuove tecnologie di monitoraggio strutturale sempre più smart e a costi contenuti. Nel focus oltre alla descrizione di alcune tecniche di monitoraggio, una serie di approfondimenti sui piani di manutenzione, sulle cause di degrado delle varie strutture, sulle soluzioni, nonché la descrizione di interventi di adeguamento o di nuovi progetti. >>>

Editoriale

4 Territorio, Scuole, Chiese, Innovazione e Norme:

lettera aperta per il Ministro Danilo Toninelli

Primo Piano 5 DDL Bilancio 2019:

dalla Centrale di progettazione, alla proroga dei bonus edilizi fino ai nuovi limiti del regime forfettario

6 Monitoraggio dei cantieri e subappalti:

tutte le novità per l’edilizia del Decreto Sicurezza convertito

6 Ristrutturazione edilizia:

permesso di costruire o SCIA?

Tutte le casistiche possibili e come evitare l’abuso

8 Sismabonus, attenti

all’asseverazione: se siete in ritardo niente agevolazione fiscale!

Ecco come funziona

Le Rubriche

Sismica

9 Vita Nominale “di Progetto”:

significato e utilizzo spiegato dalla Circolare applicativa delle NTC 2018

12 Come migliorare la conoscenza del patrimonio culturale attraverso la Carta del Rischio e l’interoperabilità

(3)

DDL Bilancio 2019:

dalla Centrale di progettazione, alla proroga dei bonus edilizi fino ai nuovi limiti del regime forfettario

Ecco le ultime novità per edilizia e professionisti

#Primo_Piano

#Editoriale_segue_da_pag.1

Andrea Dari – Editore INGENIO

Territorio, Scuole, Chiese, Innovazione e Norme:

lettera aperta per il Ministro Danilo Toninelli

link all’articolo completo >>>

i terremoti, le alluvioni, il ponte Morandi, evidenziano quanto il nostro Paese sia a rischio sicurezza. Le cause sono molteplici, le respon- sabilità diffuse, e non vorrei in questa mia lettera compiere l’errore nel concentrarmi in una loro elencazione che avrebbe peraltro il di- fetto della soggettività.

In un Paese così fragile la priorità assoluta è quella di impostare il domani, e sul come farlo sarà lei, per il ruolo che ricopre, ad avere ovviamente un ruolo importantissimo, delicato, complesso.

Come supporto a questo compito vorrei ricordale due testi:

Uno è tratto dall’ultima lezione del prof. Piero Pozzati “ll pericolo che incombe sulla tecnica di degenerare in un confuso, stermina- to, frammentario tecnicismo … con esso in qualche aspetto si può collegare la tendenza alla proliferazione delle norme, quindi anche degli Eurocodici. È chiaro che le regole hanno nobili motivazioni: l’in- tento di tutelare la sicurezza strutturale e porgere un aiuto; di portare coerenza e chiarezza in un quadro frammentario e alle volte confuso

… Ma un numero di regole eccessivo comporta vari inconvenienti dinanzi citati e in particolare: l’impoverimento dell’autonomia e della creatività, in quanto l’opera del progettista è irretita dalle norme; la difficoltà di discernere ciò che veramente conta; la sensazione di avere, al riparo delle norme, responsabilità assai alleviate; la diffi- coltà, non infrequente, di rendersi conto dei ragionamenti che giusti- ficano certe regole, rischiando di considerare queste alla stregua di algoritmi, ossia di schemi operativi che, una volta appresi, il pensie- ro non è più chiamato a giustificare.”

L’altro sono le parole che Giovannino Guareschi fa dire al Cristo di Don Camillo dopo l’alluvione, in cui il prete gli chiede “cosa pos- siamo fare noi?” e lui risponde “Ciò che fa il contadino quando il fiume travolge gli argini e invade i campi: bisogna salvare il seme.

Quando il fiume sarà rientrato nel suo alveo, la terra riemergerà e il sole l’asciugherà. Se il contadino avrà salvato il seme, potrà gettarlo sulla terra resa ancor più fertile dal limo del fiume, e il seme fruttifi- cherà, e le spighe turgide e dorate daranno agli uomini pane, vita e speranza.”

In questo momento quindi di alluvione simbolica e reale cosa occor- re fare, quali priorità devono essere affrontate?

Sicurezza, la priorità

Vorrei partire, ovviamente, dalla sicurezza. La deregulation dell’arti- colo quinto, il susseguirsi di cambiamenti in merito all’organizzazio- ne degli organi e della struttura dello stato, lo svuotamento progres- sivo degli organici tecnici, centrali e locali, lo spostamento di alcune valutazioni a organi politici ...

Matteo Peppucci – Collaboratore INGENIO

Ci siamo. Il testo del DDL Bilancio 2019 bollinato dalla Ragioneria generale dello Stato e inviato alle Camere, con tanto di relazione tecnica illustrativa, sono disponibili in fondo all’articolo e riepiloghia- mo tutte le misure di interesse della Manovra 2019, nella cui ultima versione si scopre che insieme alla conferma dei 17,8 miliardi di euro in tre anni per gli investimenti pubblici, nasce una nuova struttura di missione da istituire a Palazzo Chigi per monitorar- re e rilanciare gli investimenti:

Investitalia.

Investimenti pubblici: le tre task force e la nuova Centrale

di progettazione

Cabina di regia Strategia Italia:

istituita dall’art. 40 del Decreto Genova (109/2018, approvata la conversione in legge alla Came- ra), si avvale dell’esistente Dipe a Palazzo Chigi, senza nuovi oneri, con il compito di verificare lo stato di attuazione degli inve-

stimenti in corso in opere pubbliche e adottare misure per superare eventuali ostacoli; link all’articolo completo >>>

Nel DDL Bilancio inviato alle Camere previste tre task force per le infrastrutture: centrale progetti, Cabi- na di regia, Investitalia. Confermate le proroghe dei bonus edilizi, la flat tax per i professionisti tecnici e la cedolare secca al 21% per gli affitti commerciali. Tutti i testi e le relazioni

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#Primo_Piano n.67_nov.2018_pag.6

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Monitoraggio dei cantieri e subappalti:

tutte le novità per l’edilizia del Decreto Sicurezza convertito

Matteo Peppucci – Collaboratore INGENIO

Decreto Sicurezza, c’è l’ok del Senato al maxiemendamento: previsti nuovi adempimenti per il monito- raggio dei cantieri e sanzioni più aspre per subappalti illeciti

Stanno per arrivare nuovi adempimenti in materia di appalti e can- tieri edili: lo prevede la conversione in legge del cosiddetto Decreto Sicurezza (o Decreto Salvini, 113/2018), che ha incassato l’ok al Senato del maxiemendamento interamente sostitutivo del DDL e si preparara alla conferma definitiva alla Camera.

Di base, si prevedono nuovi adempimenti per cantieri e appalti:

ampliata la platea dei destinatari della segnalazione di inizio at- tività dei cantieri e previste sanzioni più severe per chi fa ricor- so a subappalti illeciti. Ma vediamo nel dettaglio.

Monitoraggio cantieri: bisogna avvisare anche il Prefetto

Tra i destinatari della notifica preliminare che il committente o il responsabile dei lavori è tenuto a trasmettere prima dell’inizio dei lavori in alcuni cantieri temporanei o mobili, modificando il Testo Unico sulla Sicurezza, c’è anche il Prefetto. Lo prevede

l’art.26 del Decreto Sicurezza convertito. link all’articolo completo >>>

Ristrutturazione edilizia: permesso di costruire o SCIA?

Tutte le casistiche possibili e come evitare l’abuso

Matteo Peppucci – Collaboratore INGENIO

Consiglio di Stato: le opere di ristrutturazione edilizia necessitano di permesso di costruire se consistenti in interventi che portino ad un organismo edilizio in tutto o in parte diverso dal precedente e che compor- tino, modifiche del volume, dei prospetti, o, limitatamente agli immobili compresi nelle zone omogenee A, comportino mutamenti della destinazione d’uso

L’eterno dilemma sul cosa serva a livello amministrativo per una ristrutturazione edilizia non si dipana mai: ecco perché consiglia- mo vivamente lo studio della recente sentenza 5984-2018 del Con- siglio di Stato, che fa chiarezza su quali interventi di ristruttura- zione edilizia richiedono il permesso di costruire e per quali opere basta la SCIA.

Ristrutturazione edilizia: cos’è

Costituiscono interventi di ristrutturazione edilizia “quegli interventi rivolti a trasformare gli organismi edilizi mediante un insieme sistematico di opere che possano portare ad un organismo edi- lizio in tutto o in parte diverso dal precedente”.

link all’articolo completo >>>

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#Primo_Piano #Sismica

Vita Nominale “di Progetto”: significato e utilizzo spiegato dalla Circolare applicativa delle NTC 2018

Luca Sanpaolesi – Professore Emerito di Tecnica delle Costruzioni - Università di Pisa

Paolo Formichi – Chairman TC250/SC10 Basis of Structural Design - Università di Pisa - EN1990

Circolare Applicativa delle NTC 2018 Capitolo 2, Sicurezza e prestazioni attese La Vita Nominale di Progetto delle costruzioni

Il concetto di Vita Nominale delle costruzioni, già introdotto dalle NTC 2008, è stato lievemente modificato nelle recenti NTC2018, che hanno aggiunto la specificazione “di Progetto”, ma il vero, e più significativo aggiornamento su questo dato fondamentale per la progettazione viene of- ferto dalla Circolare applicativa delle NTC 2018, recentemente approvata dall’Assemblea Generale del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici.

Che cos’è la Vita Nominale di Progetto:

alcuni chiarimenti dalla Circolare NTC 2018

Al capitolo 2, il testo della Circolare, riprende ed amplia l’illustrazione della Vita Nominale di Progetto, facendo definitiva chiarezza sul suo si- gnificato ed utilizzo.

Sugli organi di stampa non è raro imbattersi in inesattezze anche gravi, non ultimo il caso del tragico crollo del ponte “Morandi” a Genova, essedo stato scritto che quell’opera andava de- molita essendo terminata la sua vita nominale.

Ma anche tra i Tecnici, la Vita Nominale è talvol- ta oggetto di qualche inesattezza: talvolta essa è confusa con il parametro al quale legare la valu- tazione delle azioni variabili, e tra queste princi- palmente quelle di natura climatica, assimilando

il tempo di ritorno dell’azione alla Vita Nominale della struttura. È parso quindi opportuno dedicare questo breve approfondimento al concetto di Vita Nominale, alla luce dei recenti chiarimenti offerti dalla Circolare e della normativa internazionale.

Al punto 2.4.1 delle NTC2018, la Vita Nominale di Progetto di un’opera viene convenzionalmen- te definita “come il numero di anni nel quale è previsto che l’opera, purché soggetta alla ne- cessaria manutenzione, mantenga specifici li- velli prestazionali”.

Le differenti opere sono classificate in tre diver- se categorie, cui sono associati livelli di presta- zione crescenti:

• strutture temporanee,

• strutture cui sono richieste prestazioni ordi- narie

• e, infine, strutture con livelli di prestazione elevati.

A loro volta i tre livelli di prestazione sono associa- ti a valori minimi della Vita Nominale VN dell’o- pera, rispettivamente pari a 10, 50 e 100 anni.

La durata dell’opera è quindi un parametro con- venzionale, assunto in sede di progetto (da qui la specificazione delle vigenti NTC), cui debbono essere riferite le verifiche dei fenomeni dipen- denti dal tempo, quali la durabilità o la fatica, mediante il corretto dimensionamento dei par- ticolari costruttivi.

Sismabonus, attenti all’asseverazione: se siete in ritardo niente agevolazione fiscale! Ecco come funziona

Matteo Peppucci – Collaboratore INGENIO

Sismabonus, l’Agenzia delle Entrate chiarisce: l’asseverazione tardiva del professionista che spedisce oltre il tempo consentito il certificato anti-sisma non consente l’ottenimento del beneficio fiscale

Attenzione ai professionisti e a chi commissiona un lavoro a un professionista tecnico: per fruire del Sismabonus, la detrazione di una percen- tuale delle spese sostenute per lavori edilizi an- tisismici (art. 16 del decreto-legge 63/2013) è necessario che l’asseverazione del progettista dell’intervento strutturale sia allegata alla Scia (Segnalazione certificata di inizio attività) al mo- mento della sua presentazione e non in un mo- mento successivo.

In caso di ritardo nell’asseverazione, il beneficio fiscale decade: è quanto precisato dall’Agenzia delle Entrate nell’interpello n.31/2018, avente ad oggetto “Sisma bonus – Articolo 16 del DL n. 63 del 2013 – Asseverazione tardiva - Interpello arti- colo 11, comma 1, lettera a), legge 27 luglio 2000, n. 212”.

Quindi: il professionista deve attestare la clas- se di rischio dell’edificio prima dell’inizio dei lavori e quella che si ottiene dopo l’esecuzione dell’intervento progettato.

Sismabonus e detrazione fiscale: il riepilogo

Il Fisco ricorda che l’art. 16-bis, comma 1, lett. i), del TUIR, consente la detrazione del 36% delle spese sostenute per l’esecuzione di opere per la messa in sicurezza statica delle parti strut- turali dal patrimonio edilizio, per un ammon- tare delle spese non superiore a 48.000 euro.

La misura della detrazione per gli interventi di cui all’art. 16-bis, del TUIR, è stata successivamente aumentata, con valenza attualmente fino al 31 dicembre 2018, al 50 per cento, entro il limite massimo di spesa di 96.000 euro.

Inoltre, l’art. 1, comma 2, lett. c), n. 2), della Leg- ge di bilancio 2017, sostituendo il comma 1-bis dell’art. 16 del DL 63/2013, ha previsto che per il quinquennio dal 1° gennaio 2017 al 31 dicembre 2021, per le spese sostenute, documentate ed effettivamente rimaste a carico del contribuen- te, per effettuare interventi relativi all’adozione di misure antisismiche la cui procedura autorizza- toria sia iniziata dopo il 1° gennaio 2017, ubicati nelle zone sismiche 1, 2 e 3, la detrazione del

50%, spettante fino ad un ammontare complessivo delle spese sostenute non superiore a 96.000 euro per unità immobiliare, sia ripartita in cinque quo- te annuali, anziché in dieci.

Se da tali interventi deriva il passaggio a una classe di rischio inferiore, la detrazione spet- ta nella misura del 70% delle spese sostenute e se si arriva fino a due classi di rischio infe- riori, la detrazione è riconosciuta nella misura dell’80% (cfr. art. 16, comma 1-quater, del decre- to-legge 63/2013).

Quindi, in definitiva:

• la norma di riferimento generale è l’art. 16-bis, del TUIR;

• per le specifiche misure si fa riferimento al decreto-legge 63/2013 (cfr. circolare Entrate n.29/E del 18 settembre 2013).

Asseverazione tardiva? Niente Sismabonus

La richiesta di parere riguarda un contribuente, che depositata, presso lo sportello unico edilizia comunale, la documentazione relativa alla de- molizione di un edificio murario con gravi ca- renze statiche per la ricostruzione di un nuo- vo edificio abitativo, in legno, avente lo stesso perimetro e la stessa volumetria, chiede alle En- trate se può fruire del Sismabonus in caso di presentazione tardiva della prescritta certifica- zione, dal momento che l’attestazione andrebbe presentata contestualmente al titolo abilitativo urbanistico.

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#Primo_Piano

#Sismica

Questa definizione è pienamente coerente, fatta salva la classificazione nelle tre categorie, con l’u- so che dello stesso concetto viene fatto negli Eu- rocodici, e segnatamente nella EN1990 Basis of Structural Design, la cui più recente bozza di re- visione (aprile 2018), al punto 4.5(1), recita: “The design service life should be used to determine the time-dependent performance of the structure.

NOTE Examples of time-dependent performance include durability, fatigue, and deformation due to consolidation of the ground”.

Appare quindi chiaro che il parametro VN nul- la ha a che fare con la quota dipendente dal tempo delle azioni variabili di natura climati- ca, i cui effetti sono contemplati nella scelta dei valori caratteristici delle azioni stesse e nell’entità dei coefficienti parziali γF, adottati nelle combina- zioni SLU, sui quali il Progettista non è chiama- to ad intervenire, essendo questi valori legati alla definizione del livello di affidabilità obiettivo per le costruzioni, che, come è noto, è prerogativa esclu- siva delle Norme Tecniche.

Quando impiegare VN nella progettazione strutturale?

Ed è proprio su questo aspetto che il testo della Circolare si sofferma per fugare ogni dubbio in- terpretativo sull’impiego di VN nella progettazione strutturale. Viene, infatti, richiamata l’attenzione sulla convenzionalità della scelta del valore del tempo di ritorno delle azioni variabili, cui è as- sociato il valore caratteristico dell’azione stessa, da prendersi a riferimento per la determinazione del valore di progetto, attraverso la moltiplicazio- ne per i coefficienti parziali γF. Come noto, per le azioni climatiche il tempo di ritorno è general- mente pari a 50 anni, cui corrisponde una pro- babilità annua di superamento pari a circa il 2%, mentre per le azioni da traffico il tempo di ri- torno è assunto pari a 1’000 anni, non essendo richiesta la modulazione dei valori caratteristici per adeguare il tempo di ritorno delle azioni alla durata della vita nominale.

Alcune eccezioni previste dalle NTC 2018

Vi sono comunque delle ecce- zioni, che le NTC2018 introdu- cono, per la prima volta, nelle specifiche disposizioni riportate ai punti 3.3.2 per le azioni del vento, 3.4.2 per le azioni della neve e 3.5.2 per quelle della tem- peratura. Si tratta della progetta- zione delle fasi di realizzazione o

di ristrutturazione di opere, la cui durata sia limitata nel tempo, per le quali è possibile fare riferimento a valori caratteristici ridotti delle azioni climatiche stesse, attesa la ridotta probabilità di attingere il va- lore caratteristico nell’arco della breve fase transi- toria. Può essere questo il caso delle fasi di varo degli impalcati da ponte.

A titolo di esempio, secondo quanto indicato al punto 3.3.2 delle NTC2018, se la durata della fase transitoria in esame è non superiore a 3 mesi, si potrà assumere quale valore caratteristico del- la velocità di riferimento del vento vr il valore con TR=5 anni, cui corrisponde una riduzione del 14%

rispetto al corrispondente valore cinquantennale, pari ad una riduzione di circa il 30% in termini di pressione eolica.

Diverso è l’uso del concetto di Vita Nominale di Progetto che viene fatto nella progettazione si- smica nelle NTC, dove questa interviene nella definizione dell’entità dell’azione, unitamente alla classe d’uso della costruzione, al tipo di terreno ed alla pericolosità sismica del sito.

Come noto, infatti, data la probabilità di supera- mento dell’azione per ciascuno stato limite con- siderato e assegnata la pericolosità sismica del sito, l’azione sismica viene determinata in base al periodo di riferimento dell’opera VR. Quest’ul- timo è a sua volta funzione della Vita Nominale di Progetto, attraverso il coefficiente d’uso Cu, ri- ferito alla classe d’uso della costruzione. Dal pe- riodo di riferimento VR si ricava quindi il tempo di ritorno dell’azione sismica, e finalmente il valore caratteristico dell’azione stessa, cui corrispondo- no i prefissati livelli di probabilità di superamento.

Il valore così determinato viene combinato con le altre azioni, secondo i criteri della combinazione sismica (eccezionale), vale a dire senza ulteriori

“margini di sicurezza” dal lato delle azioni attra- verso coefficienti parziali γF>1, come invece ac- cade nel caso delle altre combinazioni SLU, non di carattere sismico o eccezionale. In altri termini, in questo caso la definizione del valore di progetto dell’azione non è convenzionalmente basata sulla definizione congiunta di valore caratteristico e co- efficiente parziale (γF), ma viene limitata alla de- finizione del valore caratteristico con determinata probabilità di superamento per i diversi sta- ti limite e per un dato periodo di riferimento, che diviene esso stesso la variabile attraverso cui modulare l’intensità dell’azione sismica stessa.

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#Sismica

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Come migliorare la conoscenza del patrimonio culturale attraverso la Carta del Rischio e l’interoperabilità

Chiara Donà – Funzionario architetto MiBAC

La banca dati di Carta del Rischio e l’interoperabilità tra sistemi informativi automatizzati per migliorare la conoscenza sulla vulnerabilità del patrimonio culturale

Le reazioni emotive che le emergenze degli ulti- mi tempi ed i recenti crolli di edifici storici hanno suscitato, esigono qualche breve nota di dettaglio per comprendere la complessità delle informa- zioni necessarie per una corretta valutazione della vulnerabilità del patrimonio culturale, da cui poi indicare efficacemente le priorità di in- tervento.

Allo scopo risulta opportuno esaminare le poten- zialità che le piattaforme informatiche del Mi- nistero per i beni e le attività culturali, rese in- teroperabili con le piattaforme informative di altre Amministrazioni, possono sviluppare per la prote- zione dei beni culturali, anche derivanti da calami- tà naturali.

In particolare, Vincoli in Rete è un sistema di faci- le e libera consultazione che raccoglie i dati dal- le piattaforme di informazione MiBAC di Carta del Rischio, SIGECweb, Beni Tutelati e SITAP, e che consente di interfacciarsi con applicativi di altre Amministrazioni; tale piattaforma, nelle infor- mazioni di base, è utilizzabile da parte di qualsiasi professionalità esterna al Ministero per progettare correttamente gli interventi sul patrimonio storico, pure dal punto di vista della tutela paesaggistica.

La programmazione degli interventi di protezione dei beni culturali: la nascita di Carta del Rischio

La necessità di conoscere l’entità e lo stato di con- servazione dei beni culturali, al fine di indicare le priorità operative per la pianificazione delle mi- sure di protezione, di conservazione e di uso del territorio, ha portato allo sviluppo di sistemi informativi automatizzati interoperabili tra loro per un utile e sistematico scambio di informazioni, al fine di intervenire rapidamente ed efficacemente.

Come già ricordato in altri scritti, si tratta di tema- tiche così importanti per il Ministero per i beni e le attività culturali, che negli anni ‘90 del Nove- cento si decise di creare un sistema di banche dati, denominato Carta del Rischio, in grado di elaborare informazioni sui potenziali fattori

di rischio che possono investire il patrimonio culturale. Il progetto, promosso dall’allora Istitu- to Centrale per il Restauro, trae ispirazione dalla cultura del restauro preventivo di Cesare Brandi e dalle elaborazioni di Giovanni Urbani in tema di conservazione programmata.

La conservazione programmata di “Giovanni Urbani”

In particolare, il concetto di conservazione pro- grammata risale al 1976, allorquando con il Piano Pilota per la conservazione programmata dei beni culturali in Umbria, l’allora direttore dell’ICR, Gio- vanni Urbani, mise in luce come «il patrimonio dei beni culturali non deve essere considerato separa- tamente dall’ambiente naturale [...] che li contiene, e dal quale provengono tutte le possibili cause del loro deterioramento», ragione per la quale «obiet- tivo [della conservazione programmata, n.d.r.] è pertanto il controllo di tali cause, per rallentare quanto più possibile la velocità dei processi di de- terioramento, intervenendo, ove necessario, an- che con trattamenti manutentivi appropriati ai vari tipi di materiali».

Il metodo non era volto soltanto a definire una programmazione delle priorità di intervento, ma si spingeva all’analisi del territorio e delle politiche Figura 1 – Allo scopo di determinare nuovi modelli di calcolo del rischio sismico, sono stati messi in relazione degli indicatori di pericolosità sismica, aggiornati alle normative vigenti al 2011, con i dati di vulnerabilità ed esposizione desunti da un nuovo tracciato di scheda sismica messo a punto per l’occasione. Visualizzazione dal sistema informativo di Vincoli in Rete, interoperabile con Carta del Rischio

territoriali anche relative alle attività produttive im- pattanti sull’ambiente e quindi, conseguentemente, sulla conservazione dei beni culturali.

Si riteneva fossero due le condizioni pregiudi- ziali per una corretta politica di interventi: «1) la possibilità di operare il rilevamento dello stato di conservazione dei beni in base a parametri ogget- tivamente indicativi dei processi di deterioramento in atto e della loro tendenza evolutiva, così da per- mettere il controllo periodico della situazione e la tempestiva esecuzione degli interventi conservati- vi; 2) la possibilità d’integrare alle tecniche ripara- tive tradizionali una tecnica di “conservazione pro- grammata”, intendendo per questa l’insieme delle misure periodiche preventive atte a mantenere quanto più possibile costante e bassa la velocità di deterioramento dei materiali antichi».

Una svolta importante avvenne nel 1983, quando, a seguito di eventi sismici che avevano provocato devastanti e diffusi danni al patrimonio culturale, Urbani decise di organizzare la mostra La prote- zione del patrimonio monumentale dal rischio si- smico sulla base dei risultati del Progetto finalizza- to “Geodinamica” del CNR (1977-1981): la finalità è «pervenire all’elaborazione di una vera e propria

“Carta nazionale di rischio sismico per il patri- monio monumentale”, strumento indispensabile per l’avvio di un’efficace politica di prevenzione».

Tuttavia, già allora per l’ampiezza del fenomeno da fronteggiare, si avverte come una politica di protezione dei monumenti dal rischio sismico non è realisticamente perseguibile in mancan- za di un preciso quadro di priorità, in quanto necessita di: «a) una più puntuale individuazione

delle aree maggiormente pericolose; b) una va- lutazione preventiva sia dell’entità del patrimonio presente in tali aree, sia dello stato di conservazio- ne dei singoli monumenti che lo compongono, così da accertarne l’effettivo livello di vulnerabilità».

Nasce quindi l’esigenza di misurare i fattori che concorrono alla definizione di rischio, ov- vero pericolosità, esposizione e vulnerabilità.

Sommando quindi i dati di pericolosità territoriale, vulnerabilità del costruito storico e distribuzione del patrimonio monumentale, si può valutare se il rischio è presente in misura moderata, intermedia o elevata. Assegnando ai beni dei precisi valori sulla base dei loro caratteri storici, artistici, turistici, ambientali ed integrando l’informazione con lo sta- to di degrado in un’analisi costi-benefici che tenga conto della pericolosità sismica delle diverse loca- lità, dei costi di intervento ed eventualmente del numero di vittime associato ad un possibile crollo, è possibile pervenire a delle strategie operative che, a parità di costo di intervento, massimizzino il valore dei beni salvati dal pericolo sismico .

La mostra segna una svolta fondamentale anche perché definisce strumenti per la protezione an- tisismica che troveranno terreno fertile di speri- mentazione ed ampia evoluzione negli anni suc- cessivi: dalle schede di rilevamento dello stato di conservazione del patrimonio monumentale, la cui evoluzione ha portato alla definizione delle attuali schede AeDES e alle schede di rilievo del danno ai beni culturali, alla correlazione fra determinate dinamiche dei fenomeni di collasso strutturale e le più ricorrenti tipologie geometriche delle strutture portanti.

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#Primo_Piano

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#Sismica

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Valutazione della sicurezza e interventi di miglioramento sismico della scuola Pascoli di Torino

Marco Cuccureddu – Ingegnere - Area progetti snc

Alessandra Bazzarin, Paola Marchiò – Ingegneri - CDM DOLMEN

Analisi strutturale dell’edificio scolastico

Nel presente articolo verrà illustrato lo studio strutturale condotto per la riqualificazione del- la Scuola di I grado Giovanni Pascoli di Torino, ubicata in piazza Bernini 5 a Torino.

La descrizione della scuola Giovanni Pascoli di Torino

L’edificio, realizzato in muratura portante, venne costruito tra il 1890 ed il 1893 su progetto dell’in- gegnere Giuseppe Davicini.

Il complesso edilizio, di proprietà della Compagnia di San Paolo, è, attualmente, utilizzato in parte dal- la Compagnia stessa ed in parte dalla scuola Se- condaria di I grado Giovanni Pascoli (trattandosi di edificio di pubblica utilità, ai sensi dell’art. 2 del DM 17.01.2018 il riferimento normativo di caratte- re tecnico utilizzato è ancora il D.M. 14.01.2008).

Il plesso scolastico, grazie all’impegno della Com- pagnia di San Paolo e della Fondazione Agnelli, è stato oggetto di un progetto di innovazione intitolato “Torino fa Scuola” che, attraverso un percorso di progettazione condivisa, è arrivato a definire le linee guida per interventi, riguardanti sia gli aspetti edili/strutturali che didattici, da porre a base di gara per un concorso di progettazione.

Valutazione della vulnearabilità sismica

Il raggruppamento vincitore, composto da Archisbang

associati e da Area Progetti Srl di Torino, ha proposto alcuni interventi per i quali si è resa necessaria la va- lutazione di sicurezza e di vulnerabilità sismica.

Il programma di calcolo utilizzato è stato DOLMEN, sviluppato e distribuito da CDM DOLMEN Srl di Torino, con il quale è stato realizzato un modello tridimensionale a telaio equivalente dell’edifi- cio oltre che i modelli dei singoli interventi sulla struttura. Per un corretto inserimento delle nuove strutture all’interno del complesso esistente, sotto- posto a vincolo ai sensi del D.Lgs 42/2004, e per la definizione delle opere di rinforzo è stato ef- fettuato un percorso “passo-passo” ...

Figura 1 – Foto angolo via Duchessa Jolanda

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#Efficienza_Energetica

#Efficienza_Energetica

Cosa cambia con la nuova UNI 10200? Tutti i dettagli

Elisa Carrozza – C2R ENERGY CONSULTING

Ripartizione delle spese per edifici dotati di impianto centralizzato.

Contabilizzazione del calore:

conferme e novità

La norma UNI 10200 definisce i criteri di ripartizione per le spese di riscaldamento, raffrescamen- to e produzione di acqua calda sanitaria per edifici serviti da im- pianti centralizzati.

Esistono due tipologie di conta- bilizzazione: la contabilizzazio- ne diretta e quella indiretta.

Lo scopo è quello di distinguere i

consumi involontari e volontari per le diverse unità immobiliari in modo da tenere conto dei consumi effettivi per il calcolo delle spese. Per i consumi volontari vengono utilizzate le letture fornite dai dispositivi di contabilizzazione, mentre l’energia per i consumi involontari viene ripartita in base ai millesimi di fabbisogno energetico calcolati se- condo UNI/TS 11300.

La nuova norma è volta ad ottimizzare la proce- dura di calcolo per la ripartizione e coinvolge non solo i sistemi di riscaldamento idronico, ma anche gli impianti di raffrescamento e produzione di ACS oltre alla climatizzazione invernale di tipo aeraulico.

La UNI 10200 nasce nel 1993 a seguito della

pubblicazione della L10/91, a seguito di molteplici revisioni si è giunti alla pubblicazione del 11 ottobre 2018.

Le principali novità riguardano:

• Allineamento di simboli e diciture alle specifiche tecniche UNI/TS 11300 e al pacchetto normativo EPBD;

• Miglioramento nella determi- nazione dei fattori di ripartizione dei parametri globali tra i diffe- renti servizi, facendo in modo di ricorrere per quanto possibile a parametri misurati anziché teorici;

• Affinamento della metodologia di formulazione del prospetto revisionale;

• Estensione della metodologia di ripartizione del- le spese alla climatizzazione estiva, la produ- zione di ACS, la ventilazione e il riscaldamen- to aeraulico;

• Introduzione di una metodologia per la ripartizio- ne delle spese per gli edifici ad utilizzazione discontinua o saltuaria;

• Descrizione approfondita delle condizioni di uti- lizzo dei ripartitori di calore nel rispetto della UNI EN 834;

• Introduzione di una gerarchia a quattro livelli

per la determinazione della potenza dei corpi scaldanti;

• l’introduzione di indicazioni specifiche per la pro- cedura di calcolo in alcuni casi particolari.

Fattore d’uso: utilizzazione discontinua o saltuaria

L’incidenza della quota involontaria tende ad es- sere tanto maggiore quanto minore è l’utilizzo dell’edificio, questo avviene in particolare nei casi di occupazione saltuaria. In questi edifici infatti le dispersioni dovute alla distribuzione del vettore termico incidono in percentuale maggiore.

Nei casi di contabilizzazione indiretta il consumo involontario viene calcolato come frazione dell’e- nergia erogata dalla centrale termica. L’incidenza dell’involontario dipende da fattore di utilizzo, cal- colato, in Tailored Rating, come rapporto tra con- sumo effettivo totale e fabbisogno energetico in ingresso alla distribuzione. Se tale valore risulta inferiore a 0.8 si rientra nel caso di edificio occu- pato saltuariamente.

Ripartitori di calore

La norma UNI 10200 recepisce quanto stabilito dalla UNI EN 834 in materia di ripartitori di calore.

In commercio possono essere presenti ripartitori programmati e non programmati, la norma UNI 10200 tuttavia raccomanda la programmazione dei dispositivi programmabili, inoltre non viene consentita la presenza, all’interno di uno stesso condominio, di ripartitori sia programmati che non.

In ogni caso, per garantire la giusta trasparenza, è necessario che ogni utente sia informato circa la tipologia di ripartitori installati e circa tutte le even- tuali modifiche successive all’installazione.

Gestione dei particolari

La consueta procedura deve essere corretta in caso di edifici o impianti particolari.

Le tubazioni, ad esempio, sono distinte tra tubazio- ni poste a monte e a valle del distacco dell’impian- to. Nel caso di contabilizzazione indiretta vengono calcolate le emissioni delle tubazioni di pertinenza delle singole unità immobiliari, nel caso di conta- bilizzazione diretta invece le emissioni delle tuba- zioni sono già calcolate nelle misure effettuate dal contatore. Per quanto riguarda i tubi posti a monte del distacco dall’impianto condominiale invece le emissioni devono essere comprese nel consumo involontario e ripartite quindi tra le unità immobilia- ri secondo i millesimi di fabbisogno.

Potenza termica dei corpi scaldanti

È necessario determinare la potenza dei corpi scaldanti presenti nelle singole unità immobi- liari, a questo scopo la nuova UNI 10200 fornisce una gerarchia da seguire per il calcolo:

- la potenza termica deve essere ricavata dalla UNI EN 442-2;

- se il corpo scaldante è antecedente a tale nor- ma il calcolo deve essere effettuato ai sensi di una norma nazionale in conformità alle condizioni defi- nite al punto 5.3.1 della EN 834;

- se il corpo scaldante non è coperto da tali norme la potenza può essere ricavata attraverso prove di laboratorio;

- se non si verifica nessuna delle condizioni ai punti precedenti può essere utilizzato, per il cal- colo, qualsiasi metodo validato sperimentalmente.

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#Efficienza_Energetica #Primo_Piano

EC704

REQUISITI ACUSTICI PASSIVI DEGLI EDIFICI

AGGIORNATO

ALLE NUOVE NORME UNI EN ISO 12354:2017

NOVITÀ VERSIONE 3: VERIFICA DEI CAM Include il calcolo degli indici STI e C50

edilclima.it

Le UNI EN ISO 12354:2017 hanno introdotto strumenti per costruire modelli di calcolo sempre più precisi e aderenti ai risultati delle misure in opera.

EC704, realizzato con il contributo scientifico dell’Università di Bologna, è lo strumento professionale che consente di gestire con efficacia tutto quanto richiesto dalle nuove norme 2017, come ad esempio la possibilità di specificare le superfici, i giunti (disponibili anche per le strutture leggere), la frequenza critica, il fattore di assorbimento interno non solo degli elementi divisori e di facciata, ma anche delle strutture ad essi adiacenti, che concorrono alla trasmissione laterale del rumore.

Il software è inoltre dotato di un potente input grafico, lo stesso di EC700, che consente di individuare automaticamente le coppie di ambienti da sottoporre a verifica e di importare automaticamente i dati di un progetto già elaborato con EC700.

SOFTWARE REALIZZATO CON IL CONTRIBUTO SCIENTIFICO DELL’UNIVERSITÀ DI BOLOGNA.

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www.edilclima.it IL SOFTWARE EC704 È SEMPLICE DA UTILIZZARE PERCHÈ:

• consente di individuare la frequenza critica ed il fattore di smorzamento interno, indispensabili per il calcolo in frequenza secondo le nuove norme 2017;

• i percorsi di trasmissione del rumore utilizzano la stessa termi- nologia della norma UNI EN 12354-1;

• la presenza di informazioni aggiuntive per il calcolo previsiona- le aiuta il progettista a verificare la correttezza della formula di calcolo prescelta;

• consente al progettista di verificare, in simultanea, i requisiti acustici di diversi tratti di una facciata e di diversi tratti di divi- sorio per gestire i casi più complessi.

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ASSISTENZA TECNICA

QUALIFICATA E GRATUITA

Il tramonto delle caldaie e l’alba delle Pompe di Calore

Samuele Trento – Ingegnere, Specialista Pompe di Calore

Staccare il contatore del gas grazie alle Pompe di Calore

Ma come vengono progettate e costruite?

Se sei un professionista che lavora nel settore delle costruzioni ed impianti non hai potuto fare a meno di imbatterti nel mondo delle Pompe di Calore.

In questo articolo ti parlerò delle normative che stanno alla base della COSTRUZIONE di una Pompa di Calore.

L’alba delle Pompe di Calore è avvenuta parecchi anni fa: in diversi Paesi sono state sviluppate già 40-50 anni fa, mentre in Italia abbiamo sviluppato le caldaie e i sistemi frigoriferi per la refrigerazione e climatizzazione estiva.

Il mondo delle Pompe di Calore è molto ampio, da quelle elettriche a quelle a gas, suddividendo queste ultime ulteriormente in pompe di calore con motore a gas e pompe di calore ad assorbimento.

Mi concentrerò sulle Pompe di Calore Elettriche spaziando da quelle che producono solo Acqua Calda Sanitaria (ACS) a quelle che permettono di riscaldare casa, a quelle che fanno entrambe le cose.

La denominazione della Pompa di Calore dipende da 2 fattori:

• LA FONTE DI ENERGIA

• IL FLUIDO TERMOVETTORE (risultato finale)

La FONTE DI ENERGIA per la Pompa di Calore

Per fissare le idee è bene aver chiaro che possia- mo sfruttare l’energia dell’aria, dell’acqua e della terra con lo stesso principio.

La Pompa di Calore consente di trasferire calore da un sistema ad una certa temperatura ad un sistema a temperatura superiore senza contra- stare i due Principi della Termodinamica, ma ag- giungendo semplicemente Lavoro.

Anche da una fonte a 0°C (come ad esempio l’aria esterna invernale) posso recuperare calore e quin- di energia se l’altro corpo si trova a temperatura inferiore (come ad esempio la batteria evaporativa

di un circuito frigorifero).

Perciò esistono Pompe di Calore aerauliche che sfruttano l’energia presente nell’aria (ARIA – YYY) e rappresentano la tipologia più diffusa per semplicità d’installazione e per la disponibilità del- la Fonte di energia.

Esistono anche quelle geotermiche che sfrutta- no l’energia del sottosuolo: calore della terra oppure dell’acqua di falda. Le prime sono TER- RA-YYY, le seconde ACQUA-YYY.

La principale differenza tra l’utilizzo della terra e dell’acqua sono la temperatura della sorgente.

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#Efficienza_Energetica #Primo_Piano

Mentre con la terra possiamo lavorare mediamen- te tra i 5°C e i 12°C (dipendente dalla profondità con sonda chiusa e glicolata), con l’acqua il cam- po di lavoro sale tra gli 8° e i 14°C mediamente.

Questo comporta che l’efficienza nei sistemi ad acqua risulta maggiore perchè la sorgente è

“più calda” e quindi è possibile recuperare più energia.

Bisogna però considerare il consumo elettrico del circolatore per prelevare l’acqua di falda:

tale consumo sarà dipendente dalla profondità del pozzo e al di sotto di una certa quota tale consumo annulla i vantaggi di resa della Pompa di Calore Acqua-YYY.

Nella versione TERRA-YYY il circolatore vie- ne dimensionato in base alle perdite di carico nello scambiatore, nelle tubazioni (lunghezza, raccordi, restrizioni, collettore, ..), mentre nella versione ACQUA-YYY bisogna aggiungere il fattore “altezza geodetica” trattandosi di un circuito aperto.

Le differenze tra le versioni geotermiche e aerauliche

La principale differenza tra le versioni geotermi- che (acqua o terra) e aerauliche sta nel range di temperatura della fonte di energia e nella ti- pologia di scambiatore: aria-gas per le versioni aerauliche, a piastre acqua-gas (o glicole-gas) per le versioni geotermiche. Nel caso di geotermia la temperatura della sorgente rimane pressochè co- stante durante tutto il periodo di funzionamento, nella versione aeraulica invece la temperatura va- ria da +20°C a -10°C.

L’argomento geotermia con tutti i suoi vantaggi e svantaggi lo vediamo in un articolo dedicato.

Il FLUIDO TERMOVETORE nelle Pompe di Calore

L’altro parametro che identifica la tipologia di Pom- pa di Calore è il risultato ottenuto. Occorre quindi rispondere alla domanda: la Pompa di Calore ri- scalda aria o acqua?

Il condizionatore in modalità Pompa di Calore è un sistema aria-aria che trasferisce calore da un cor- po più freddo ad uno più caldo grazie al lavoro che gli viene fornito. Il condensatore del condiziona- tore è uno scambiatore aria-gas: nei miei articoli non parlerò di questi sistemi.

Le Pompe di Calore idroniche hanno invece un

condensatore a piastre acqua-gas dove il calo- re viene reso all’acqua e non all’aria. L’impianto di distribuzione potrà quindi utilizzare dei termina- li che sfruttano la trasmissione per irraggiamen- to (pavimento radiante, piastre radianti, radiatori) oppure per convezione (ventilconvettori, batterie idroniche canalizzate,..).

Differenze tra sistemi ARIA-ARIA e ARIA-ACQUA

C’è un enorme differenza tra sistemi ARIA-ARIA e ARIA-ACQUA: nel secondo caso l’algoritmo fri- gorifero oltre a gestire il circuito frigorifero vero e proprio (condensazione, laminazione, evaporazio- ne e compressione) deve gestire anche il circuito idraulico ad esso abbinato.

Le prestazioni delle Pompe di Calore idroniche va- riano sia con le condizioni lato “frigorifero” che lato

“acqua”. È possibile modulare la portata dell’ac- qua per ottenere prestazioni più o meno migliori senza influire sul comfort dell’abitazione. Nei si- stemi aria-aria invece non è possibile a priori mo- dificare la portata dell’aria perchè verrebbe subito percepito dall’utilizzatore.

Da qui si può aprire l’argomento “Condizionatore trasformato in Pompa di Calore idronica” che svi- lupperò in un altro articolo.

L’esperienza di costruttori di Pompe di Calore aria-aria non è sufficiente per esprimere le massi- me prestazioni di una Pompa di Calore aria-acqua, dove la componente idronica ha un peso rilevante.

Che si tratti di una versione aria-acqua o geotermi- ca il costruttore deve osservare le Direttive e Nor- me di settore.

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La prevenzione incendi negli impianti di trattamento rifiuti

Guido Zaccarelli – Studio Tecnico Zaccarelli S.r.l.

Il Ministero dell’Ambiente ha emanato il 15 marzo 2018 una circolare (prot. 4064) sulla sicurezza degli impianti di gestione dei rifiuti. Il titolo ori- ginale è “Linee guida per la gestione operativa degli stoccaggi negli impianti di gestione dei rifiuti e per la prevenzione dei rischi”.

Ultimamente alcune linee guida sono state emes- se da vari organismi dello Stato, ma la loro cogen- za giuridica è incerta. Nel recente passato, diver- se linee guida hanno visto una applicazione molto scarsa, e perfino una conoscenza molto scarsa da parte degli operatori del settore. Inoltre non è chia- ro se l’organo di controllo possa o meno prescrive- re legittimamente la conformità a tali documenti. Il risultato di questa modalità di emissione di provve- dimenti è l’introduzione nel sistema di incertezza ed in definitiva del rischio di ridurre la sicurezza antincendio generale della società. Un conto sono infatti le linee guida emesse da organizzazioni non governative, come per esempio la CFPA-Europe , dove è ovvio che esse costituiscano una indica- zione di buona pratica, insomma un amichevole consiglio che è bene seguire perché normalmente sono state preparate da persone che sono esper- te del settore; tutt’altra cosa sono le linee guida emesse da uno stato sovrano, la cui applicazione non può essere considerata cogente.

In secondo luogo la linea guida in questione si ap- plica soltanto a quelle parti degli impianti di tratta- mento dei rifiuti dove i materiali sono stoccati, e non agli altri reparti di processo.

Non basta: non tratta specificatamente della sicu- rezza antincendio di tali siti, ma in generale della gestione e della prevenzione dei rischi, sebbene poi sia lo stesso documento del Ministero dell’Ambiente

a dichiarare che l’iniziativa della redazione è stata presa proprio a seguito dei numerosi incendi avve- nuti in questi siti, e che il documento è frutto di un confronto con il Dipartimento dei Vigili del Fuoco, con le amministrazioni regionali e con le agenzie ambientali.

Occorre precisare che dalle informazioni disponi- bili pare che il coinvolgimento dei Vigili del Fuoco sia stato piuttosto marginale, cosa che peraltro traspare qua e là anche dalla lettura del documen- to. E’ comunque vero che i recenti numerosi incen- di che negli ultimi mesi ed anni hanno interessato questi siti hanno suscitato un certo allarme nella popolazione, a seguito del dubbio che la combu- stione di tali materiali possa produrre almeno in parte sostanze tossiche, dubbio alimentato anche dalle spesse colonne di fumo nero e denso che in diversi casi hanno caratterizzato questi incendi.

Di conseguenza, comunque si sia prodotta la ge- stazione di questo documento, si tratta di un im- portante passo avanti verso la definizione di criteri condivisi di sicurezza antincendio per questo tipo di impianti, e dunque merita una attenta lettura.

Gli impianti di trattamento dei rifiuti sono soggetti al controllo dei VVF?

L’Allegato I al DPR 1 agosto 2011 non indica gli impianti di trattamento dei rifiuti quali attività sog- gette al controllo dei VVF: una voce specifica ap- posta per loro non è presente nel decreto.

Resta ovviamente possibile che tali siti rientrino nell’ambito di quelli soggetti al controllo dei VVF per altri motivi, come per esempio il deposito di materiali vari con superficie oltre i 1.000 mq. Ed infatti proprio in tal senso si è espresso il Ministe- ro dell’Interno, nell’ormai lontano 2002, con nota prot. P980/4101 sott. 406/50 del 28 agosto 2002, dove la Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica, rispondendo ad un quesito pervenuto per tramite dell’Ispettorato Regionale VVF della Lombardia e riferito a “impianto di pre- selezione e riduzione volumetrica di rifiuti solidi ur- bani” chiarisce che:

1) Se i depositi di rifiuti non sono all’aperto, ma sono al chiuso, e la loro superficie supera i 1.000 mq, allo- ra si configura l’att. 88 secondo il D.M. 16.2.1982.

Riferimenti

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