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Corso di Economia e gestione delle imprese

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Academic year: 2021

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Testo completo

(1)

Ambiente e forze competitive

Prof.ssa Patrizia Silvestrelli

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MACERATA

Corso di Economia e gestione delle imprese

(Modulo B)

(2)

SETTORE, MERCATI, AMBIENTE

DELL’IMPRESA

(3)

L’IMPRESA NELL’AMBIENTE

P D

O

Settore e mercati del settore (task environment) General

environment

General environment

ORGANIZZAZIONI OVUNQUE E SISTEMI OVUNQUE

(4)

SETTORE, MERCATI E IMPRESA

“L’ambiente viene visto come qualcosa di residuale rispetto all’impresa”

(“The environment refers to everything else”, Thompson, 1967) Forze di mercato (task environment)

Forze non di mercato (general environment)

AMBIENTE SPECIFICO = SETTORE DI ATTIVITA’ ECONOMICA nel quale l’impresa entra, compete, coopera.

Il settore ha propri “mercati” (es. fornitori e distributori) dove si muovono forze competitive che tra loro si relazionano, creano tensioni, attivano dinamiche competitive, che animano lo scambio.

Settore in senso stretto (concorrenti)

Settore in senso ampio (tutte le forze competitive che vi operano)

Problema dei confini dell’impresa: ciò che sta dentro i confini

organizzativi e tutto ciò che sta fuori

(5)

AMBIENTE E FORZE COMPETITIVE

(uno schema “porteriano”, 1982)

Altre organizzazioni sociali

(es. enti locali)

Sistema d’impresa

Altre organizzazioni sociali (es. sindacati, associaz.

consumatori) Ambiente specifico

(forze di mercato)

Fornitori

Clienti Produttori

di prodotti sostitutivi

Produttori potenziali

entranti

Ambiente generale (forze non di mercato) (es. istituzioni statali, autorità

regolazione, organizzazioni internazionali, associazioni ) Concorrenti

esistenti nel settore

(Distributori)

(6)

CONCORRENTI DIRETTI

Le relazioni tra l’impresa e i produttori già esistenti nel mercato sono analizzate sulla base dei seguenti aspetti:

grado di concentrazione del mercato

(quanto maggiore è la concentrazione del settore, tanto minore è la rilevanza del fattore prezzo e maggiore l’importanza dei fattori non price)

dimensione delle imprese concorrenti

(quanto più diversa è la dimensione delle imprese tanto maggiore è il dinamismo concorrenziale)

differenziazione dei prodotti offerti

(quanto maggiore è il grado di standardizzazione dei

prodotti, tanto più rilevante sarà il fattore competitivo price)

(7)

CONCORRENTI POTENZIALI

Il settore è tanto più attraente per i potenziali entranti, quanto più elevato è il saggio di profitto atteso comparativamente a diversi potenziali investimenti;

ovvero le imprese sono incentivate ad entrare in un settore laddove esiste la prospettiva di una redditività elevata e comunque maggiore di quella media dei settori e mercati comparabili in termini di beni e servizi.

Ruolo del prezzo limite, cioè quel livello di prezzo definito dalle imprese già operanti nel settore oltre il quale è probabile l’entrata di nuovi competitors.

Quindi, non è sempre conveniente praticare un prezzo

elevato al fine di avere una maggiore redditività,

perché tale azione incrementa l’attrattività del

settore.

(8)

LE BARRIERE ALL’ENTRATA NEL SETTORE

Fabbisogno di capitali (creazione impresa o acquisizione, cooperazione)

Economie di scala (riduzione del costo medio unitario di lungo periodo mediante la dimensione ottima minima dell’impianto)

Livelli assoluto di costo (esperienza maturata nel tempo, anche nelle relazioni)

Differenziazione del prodotto (elementi qualitativi difficili da imitare)

Accesso ai canali distributivi e relazioni con gli intermediari commerciali

Barriere legali (autorizzazioni, concessioni, brevetti, diritti d’autore) Ritorsioni delle imprese già esistenti nel mercato

Se non esistono barriere all’entrata (e all’uscita) il settore viene definito contendibile o contestabile; tali barriere sono riferite ad alcuni costi (detti sommersi, es. impianti) che non è possibile recuperare qualora l’impresa decida di uscire dal mercato.

L’assenza di sunk costs rende il settore vulnerabile alle “entrate a

sorpresa”

(9)

CONCORRENTI INDIRETTI

I concorrenti diretti sono i produttori di beni o servizi sostituibili (es.

automobile-treno-aereo), che pur essendo diversi, possono soddisfare lo stesso bisogno.

I consumatori sono disposti a cambiare le proprie abitudini e scelte?

Se la propensione all’acquisto di prodotti sostituti è bassa (fedeltà alla qualità, alla marca), la forza dei concorrenti indiretti è debole.

Come verificare se due imprese sono in concorrenza tra loro?

Δ Qa/ Δ Qa Elasticità incrociata: ε =

Δ Pb/ Δ Pb

Grado di omogeneità tra un bene e un altro (tipo di bisogno che

soddisfa, tecnologia utilizzata, materiali e semilavorati utilizzati,

modalità di distribuzione)

(10)

FORNITORI

Perché le imprese fornitrici di input rappresentano una forza competitiva?

– Necessità di contrattare la quantità, il prezzo e i tempi della fornitura

– Dimensioni delle imprese coinvolte nella negoziazione Quanto più il fornitore è certo della ripetibilità dei contratti,

tanto più egli è disponibile a ridurre il prezzo del bene/servizio offerto: la quantità degli ordini e il loro rinnovo rappresentano per il fornitore un “mercato” prevedibile, che da luogo ad un flusso di ricavi potenzialmente insostituibile.

Sviluppo delle relazioni cooperative tra impresa

industriale e fornitore (co-progettazione)

(11)

CONSUMATORI

Il consumatore esercita una pressione competitiva in due modi:

in senso tradizionale (domanda di quantità e prezzi per soddisfare i suoi bisogni)

in senso non tradizionale (richiesta di personalizzazione per la soddisfazione di specifici bisogni)

Importanza del marketing relazionale – non più soltanto mera transazione commerciale, ma interazione tra impresa produttrice e consumatore

(approfondita “analisi dell’esperienza di consumo”)

(12)

DISTRIBUTORI

Gli intermediari rappresentano un “potere di contro- bilanciamento” rispetto al potere dei produttori industriali (Galbraith, 1967).

Problema del comportamento dell’intermediario:

co-makership con il produttore

selezione dei fornitori più conformi all’assortimento offerto sviluppo di politiche di marketing proprie (marca commerciale, promozioni, strumenti di fidelizzazione della clientela)

Specialmente nel caso dei beni di consumo, si assiste ad

un passaggio da brand loyalty alla store loyalty.

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