• Non ci sono risultati.

ALLA CIVILTÀ A L L A V I R T U

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2022

Condividi "ALLA CIVILTÀ A L L A V I R T U"

Copied!
288
0
0

Testo completo

(1)

G U I D A T O

A L L A V I R T U

E D

A L L A C I V I L T À

s e c o n d o l o s p i r i t o

DI SAN VINCENZO D E ’ PA OL I

O p e r a

ch e p u ò serv ire a co n sacrare il m ese il di luglio in o nore del m edesim o Santo

TO R IN O MDCCCXLVIII

T I P O G R A F I A P A R A V I A E C O M P A G N I A

(2)

L ’ A u t o r e i n t e n d e di g o d e r e d e i p r i ­ vilegi a c c o r d a l i d a lle R e g i e L e g g i, a v e n d o a d e m p i t o a q u a n t o e s s e p r e s c r i v o n o .

(3)

A L L E T T O R E

Lo scopo di quest'operetta è di proporre a tu tti i fedeli un modello di vita cristiana nelle a z io n i, nelle virtù e nelle parole di S. Vincenzo de' P aoli.

E ssa porta per titolo il C ris tia n o g u i ­ d a l o alla v i r t ù e d a lla civ iltà secondo lo spirilo di S. Vincenzo de' P a o li, perchè questo Santo avendo quasi percorse tu tte le condizioni basse ed elevate non fu virtù che in questi diversi sta ti non abbia pra­

ticato. S i aggiungono quelle parole alla c i v iltà perchè egli trattò colla p iù elevata e più ingentilita classe d ’u o m in i, e con tu tti seppe praticare quelle m assim e e quei tr a tti che a cittadino cristiano, secondo la civiltà e prudenza del Vangelo, si addicono.

S e c o n d o lo s p irito di S. V in c e n z o d e ’P a o l i, perchè quanto s i esporrà n e l decorso di queste considerazioni è letteralm ente rica­

vato dalla vita di lui e dall’opera in tito la la :

(4)

L o sp irilo di S. V in c e n z o d e ’P a o li, inse­

rendovi solo a lcuni detti della sacra scrittu ra sopra cui si fondano tali m assime.

S i com incia col dare u n cenno sulla vita del Santo, e questo form erà come l'in­

dice di que' concetti che verranno con m ag­

gior corredo di circostanze sviluppati.

In ta n to quel Dio che suscitò un Vincenzo qual fiaccola lum inosa a spargere il sale della virtù, e a portare la luce della ve­

r ità alla fede cattolica; quel Dio che volle togliere dalla plebe un uomo abbietto per eleggerlo ad azioni m agnanim e onde fa r cangiare di aspetto la F ra n cia e l' E uropa insieme: quel Dio fa c c ia c h e la stessa carità, lo stesso zelo si riaccenda negli ecclesiastici affinchè indefessi adoperin si per la salute delle a n im e ; cosicché i popoli illu m in a ti dalle v irtù del Santo, eccitati e m ossi dal buon esem pio d e'sa cri m in istri corrano a gran passi per quella strada, che alla vera felicità l'uomo conduce: al Paradiso.

(5)

V i n c e n z o n a c q u e l'anno 1576 n e l villaggio a ppellalo Poy vicino a ’ P i r e n e i , Diocesi di Acqus, da genitori poveri, m a pii ed onora ti , i quali si guadag navan o il p a n e con t r a v a ­ g lia re alla c am p ag n a . Egli m e d e s i m a m e n t e d a fanciullo, fu im piegato a g u a r d a r e gli a r ­ m enti. Suo p a d r e rile vando la bu o n a ind ole di qu esto figliuolo e l ’incl inaz io ne allo studio, fece i suoi sforzi p e r m an te n e r lo alle sc u o le nella vicina città d ’ Acqus. Nello spazio di q u a ttr o ann i fece tanto profitto nelle scienze, che a dicia ssette an n i e n tr ò in cas a di un avvocato in q u ali tà di m a e s tr o di due suoi figliuoli.

Mentre coltivava lo spirito di questi felici suoi allievi, si s e n t ì dal S ignore Iddio ch ia ­ mato ne l ministe ro Ecclesiastico. Onde ri-

(6)

cevuti gli ordini minori, previo conse nso e g ra d im en to de l suo p a d r e , si trasferì p r i m a i n Tolosa, poscia in Saragozza, ed in queste celebri U nivers ità v’im piegò sette an n i c o n ­ tin ui a s tu d ia r e la teologia d o g m a tic o - m o ­ rale. Q uindi pro m o sso al s u d d ia c o n a to , d i a ­ conato, e consa crato S a c e r d o te v en n e p r o v ­ veduto di un beneficio con cu ra d ’anim e. Ma esse ndoglie ne contrastato il possesso v o l e n ­ tie ri c ed e tte subito ogni su a ragione al c o n ­ co rre n te, non solo p e r c h è sa peva esse re cosa disdicevole ad un se rvo di Dio il litigare, ma m o l to più p e r c h è riputa ndosi egli p e r p r i n ­ cipio di um il tà inabile a p o r ta r n e il grave peso , stimò sua g r a n fo rtu n a l ' e sse rn e s c a ­ ricato.

P e r qu a lc h e i m p o r ta n te affare dovett e V in­

cen zo re ca rsi a Marsiglia, d ’on d e s ’im b a rcò alla volta di N a rb o n a a nti ca città di Franc ia.

In quest o c am m in o fu p r e d a d e ’cors ari che lo condussero schiavo in B arb aria, dove servì diversi pad ro n i. F in a lm e n te la Provvidenza dispose , fosse ven d u to ad un rin eg ato della città di Nizza. Aveva costui u n a moglie turca, la quale c o o p erò a ’ m is eric o rd io s i d i­

se gni di Dio p e r c o n v e r tir e e t r a r r e il m arito dall ’apostasia, e l ib e r a r e n e l m edesim o tem po Vincenzo d a ll ’in d e g n a schiavitù.

(7)

Questa d o n n a , c e r t a m e n te d a Dio insp irata, e ra curiosa di s a p e re quali fossero i m is te ri e la m o r a l e , ch e prof es sa vano i c ris ti an i, p r e n d e v a le sue ore, e di q u a n d o in q u a n d o veniva dove lavo rava il S a n t o , il cui o r d i ­ n a rio impiego e r a di coltivare la t e r r a . R a - pita dalle dolci ist ruzioni, e dal r a c c o n to , ch e Vincen zo le p r e s e n tò d e lla gra n d ez za , della b o n tà e dell a giustizia d e l v e r o , e solo Dio; m os sa a lt res ì p e r alcuni in ni e laudi s p iritu a li, ch e egli cantava, si affezionò t a l­

m e n t e alla Religione Cattolica , l ’ abb rac ciò ella stessa e risolse il m arito a d a b b a n d o n a r e la se tta M aom ettana e r i to r n a r e ne l seno della Chiesa.

V incenzo ra d d o p p ia v a le su e p r e g h ie r e , i digiuni e le a u s t e r i t à , e non lasciò d ’ insi­

n u a r s i colle sue esortazioni nello spirito del suo p a d r o n e sin c h é venne il m o m e n to fa vo­

revole , ch e tutti e tre se ne fuggirono in siem e s o p ra u n piccolo vascello. C on p ro s p e ro vento g iu n sero sulle coste delle Gallie il 28 giugno 1607. A n d a ro n o quindi in A vigno ne, ove c a ­ rita tevolm ente e b b e r o ospitalità p re s s o Mon­

si gnore V ic eleg a to , ch e poscia seco li c o n ­ dusse a Ro ma. Pro v v ed u to al bisogno dei du e com pagni il Prelato conosciuta la p r u -

(8)

de nza e santità di Vincenzo lo tr a tte n n e presso di se, tr attan d o lo c o n affetto e d im o ­ st razione di stim a e di ge nerosità.

Soddisfatto c h ’ebbe alla sua divozione nella capitale del m o n d o cristiano coll’essersi r a c ­ c o m andato al P rin cip e degli Apostoli, e con a v e r fatta la visita a quei s a n tuari , ring raziò il suo b e n ef a tto r e e rito rn ò a Parigi. Colà si pose sotto la pr otezio ne e d irezio n e del celeb re C a rd in a le P ie tr o B e ru lli, fo n d a to re della Congregazio ne d e ll ’O ra torio, e da q u e ­ sto consigliato, accettò la c arica di p re ce tto re d e ’figliuoli d e ll’Am m iraglio delle galere.

Se n e stava il servo di Dio in questa i l ­ lust re famiglia raccolto e ritiralo, n o n i n g e ­ rendosi m ai in alt re o ccupazioni, se n o n in qu ell e de l suo d o v e r e , n è mai c o m p a riv a a lla p r e s e n z a del p a d r o n e , se non c h ia m a to.

C iascuno l’a m a v a , e l’ on orava q u al an g elo di pace, e qua l uomo disceso dal Cielo.

R e n d u ta si notoria la sua virtù , il Mon arca lo nom inò cap p e lla n o delle g a le re , ed egli tanto più volentieri grad ì questo im p ie g o , att esoché so m m in is tr a v a al suo zelo u n largo cam po di g u a d ag n a re a n im e a Dio.

R itro v an d o q u e i galeotti più m is era b ili , ed op pressi p e r la gra vez za d e ’ loro p e cc ali,

(9)

ch e dal peso delle loro c aten e, si diede con sollecita ed industriosa b ontà a co n v ersare fam ig lia rm e n te seco l o r o , ed instruirli nel dogm a e n ell e mas sime del Vang elo , a s o c ­ c o rre rli c o n sussidj tem p o rali, o n d e in b re v e t em p o si vide in essi m ag g io r pazienza, r a s ­ s e g n a zio n e, ed u n no tab ile m ig lio ram en to del costume.

Era con essi tanto ben ig n o ed affabile, che quei p overi c arc era ti and avano a gara di c o n ­ fessarsi da lui. Egli compativ ali tu tti, e li ascoltava con t e n e rez z a, e verso loro p r a t i ­ cava tanti uffìcj di carità, ch e n o n se n tiv a n o le p e n e d e ’ loro travagli, ed i cuo ri più du ri r e s ta n d o ammolliti, tutti lo ven erav an o come loro affezionatissimo p a d r e , e pronti segui­

vano i suoi consigli e voleri.

Da san Fra n c esc o di Sales ve nne Vincenzo e le tto per su p e rio re, e d ir etto r e delle figlie d e l l ' Instituto, sotto l’im m edia ta p ro tez io n e di Maria V erg ine SS. della V isitazio n e, ed in t r e n to tt’an n i di gov ern o m a n t e n n e florido il fervore d e lla p e r fe z io n e , e colla sua f e r ­ mezza e soavità lo a c c r e b b e di m o d o , che pe rfe tta m en te corrispos e al giud izio, che di lui aveva form ato il dolcissimo santo Prelato, il qua le non p o tè a m e n o di e s te r n a r e la

(10)

sua allegre zza dicend o, ch e n o n poteva t r o ­ vare nè uom o più savio nè S a cerdote più degno di Vincenzo. Egli è fuor di dub b io , ch e in tutto il tem po d e l suo pellegrina ggio, dimostrò un parzialissimo in te res s e p e r la felicità d e ’ c o n ta d in i, p e r la salute delle loro anime. Ad oggetto che n o n ve nis se ro a m a n c a r e gli o p e raj p e r istru irli, e p ortarli sul s e n tie r o della virtù e del b u o n cos tume, gli riuscì di e r ig e r e e sta bil ire una C on g re­

gazione di Preti s e c o l a r i , con voto da lla S a n ta S e d e appr ov ato, di reca rsi di borgata i n b o r g a ta , di villaggio in villa ggio, p r e d i ­ c an d o la divina p a ro la a m m a e s tr a n d o nella d ottrina cris ti ana la gente di cam p ag n a se nz a p r e t e n d e r e , n è r i ce v ere da quest a r e tr i b u ­ zione o corrispettivo di so rta alc una. Il qual istituto fu s o l e n n e m e n t e ap p ro v ato dal S om ­ m o Pontefice Urbano V III l'an n o 1632.

Co ope rò effic ac em ente Vincenzo a far fio­

r i r e ed a c c r e s c e r e la disc ip lina n e l C lero:

si po se ro a su a diligenza, ra ccom andazione, e sollec itu dine in b u o n o rdine i S e m i n a r j , in vigore le con ferenze teol ogiche m o rali p e r i sa cerdo ti, g li esercizi sp iritu ali da p r e ­ m etters i alle s a c re O rd in a zio n i, al qual ef­

fetto voleva, ch e servissero e st essero s e m p r e a p e r t e le case della co ngregazi one.

(11)

Essendo il R e Ludovico XIII passato agli e t e rn i riposi assistito da Vin cenzo nell e u l­

tim e agonie, la Regina A nna d ’Austria volle ch e egli fosse uno d e ’q uatt ro Consiglieri da lei n o m in ali p e r gli affari Ecclesiastici. La m aggior sua p re m u ra , ch e abb ia spiegato in quest o onorevolissimo ufficio, fu di p e r s u a ­ d e r e , ed in s in u a r e l’impor ta nza , che a ’Vesco- vadi, alle Abazie, ed alle P a rro cc h ie si pro- m ovessero p e r s o n e d e g n e, e capaci di a d e m ­ p i e r n e con frutto il fo rm id ab ile peso , ossia i doveri annes si a tale p a r te del sacro m i ­ nistero.

P ro varono gli effetti del suo carita tevole cuo re i f e d e l i , che gemevano in ischiavitù presso le b a r b a r e nazioni: i b am b in i esposti a b b a n d o n a ti , le vergini e le m o n a c h e d i ­ s p e r s e e p eric ola nti, le donzelle p e r m is eri a alle volte esposte a far m ale, e lo d o n n e di cattiva v ita , i c a r c e r a t i , ì p e lle g ri n i, gl’ i n ­ f e r m i , i m e n t e c a tt i , gli artigiani invalidi:

in s o m m a Vincenzo p e r c o nsolare la t r a v a ­ gliata u m an ità n o n la p e r d o n ò a f a t i c h e , a s t e n ti , a s a n te industrie. Dispensò copiosis­

simi sussidj, fondò o spizi, e d altr e pie s o ­ cietà che a n c o r in oggi su ssistono a fronte dell a ve rtigine d e ’malevoli.

(12)

Era poi questo v enerabil e S ac erd o te e s tr e ­ m a m e n t e n em ico d ’ ogni l o d e , a p p l a u s o , e st ima, anzi se q u a lc h e d u n o ne dava indizio, sapeva su bito c o n trapporvi p a r o le , ed azioni d ’umiliazione e di disp rezzo di se medesim o.

Un perso naggio qualificato voleva un giorno accom pagnarlo n e l p r e n d e r e da lui cong edo sino alla porla: n o n s ’i n c o m m o d i, gli d is s e , p e r c h è io so no figliuolo di un povero c o n t a ­ d i n o , ed in m ia gioventù ho con dotto al pascolo le p e co re e gli a rm e n ti .

U n’altra volta u n a buona femmina lo chiamò col titolo di Mons igno re, a cui il Santo, p o ­ v e r a do n n a, ris p o s e , voi mi cono scete assai m a l e ,e v ’in g an n a te all’ingrosso: im perciocché io sono un vaca ro, figliuolo di un paesano.

Un suo n ipote v e n n e a v isita rlo ; il porti - najo ne di ede l ’avviso a V in c en z o , il q u a le scese su b ito le scale e abbrac ciatolo s t r e t ­ t am e n te lo p r e s e p e r la m a n o , l’in tr o d u s se in cas a, poscia chiam ati i pre ti della C o n ­ gregazione, loro disse: questo mio nipote c h e voi b e n v edete in abito cosi m es ch in o , e disp regevole, si è il più civile, e gen ti lu o m o dell a sua famiglia. Nè pago di q u e s to volle seco lui usc ire in pubb lic a piazza.

Si dimostrò il Santo in ogni occasi one

(13)

pieno di u m iltà, di se m p lic ità, e di r e t t i t u ­ d i n e ; a b b o r r ì di continuo gli o n o r i , le d i ­ g n i tà , le r i c c h e z z e , gli agi m o n d a n i ; r i p o ­ n e v a tutte le sue delizie n e lla mortifica zione e nella p ra tica di q u ell e virtù , che lo p o t e ­ vano r e n d e r e più gradito alla Divina M aestà.

Dalla p e n ite n za e dalle m alatt ie e sten u a to finì i suoi giorni in Parigi l’a nno 1660 o tta n ­ tesimo q uinto de lla sua vita.

Tal e si è in c o m p e n d io la vita di S. V i n ­ c en zo d e ’ Paoli, le cui virtù noi a n d r e m o c o n s id era n d o in q u e s t ’ o p eretta . Ogni fedel cristiano a v rà di ch e s p ecch iars i; l’e c c le s ia ­ stico t ro v erà u n a n o r m a n e ll ’ o p e r a r e , u n a guida p e r segu ire. Il s ecola re tr o v erà u n p a d r e ch e lo a m a , ch e lo anim a al b e n e, lo a v v e r t e p e r c h e fugga il m ale, lo conf orta nell e p e n e , lo m o d e r a n e lle su e prospe rità. In so m m a t ro v erà q u el g r a n d ’ uomo c h e si fece tutto a tu tt i p e r g u a d ag n a re tutti a G. Cristo.

In tan to q u e l Dio il quale tanto g ra n d e a p p a r e n e lla gloria d e ’ suoi Santi faccia che q uesto libro r id o n d i ad o n o r su o , e di quel S anto che in te n d ia m o p ro p o rv i a m aestro ; tutto poi a vantaggio spirituale di quelle a n im e ch e v o r r a n n o v e n ir e a q u e sta scuola p e r a p ­ p r e n d e r e quella st rada ch e sicura al Ciclo con duce.

(14)

GIO RN O PRIM O C arattere d i S. V incenzo de’P aoli

Il c ara tte r e d e ll’uomo si deve co n s id era re sotto tre aspetti; in quanto al c or po , al cuo re ed allo spirito. O n d e noi p e r farci u n ’id ea esatta di V in cen zo lo c o n s id e r e r e m o r e la ti­

va m ente a l cor po , al c u o re , ed allo spirito.

Qu anto al corpo. La sua statu ra e r a m e ­ d iocre ma b e n p ro p o rzio n a ta , aveva il capo grosso, la fr o n te ampia, gli oc chi v i v a c i , lo sgu ardo do lciss im o , il p o r ta m e n to grave e u n ’aria di affabilità so rtita da lla n a tu ra ma abbellita dalla virtù. Nelle sue m a n i e re e nel suo c o n te g n o manifestavasi e ssere quella in­

g e n u a s e m p li cit à che a n n u n zia la p a ce e la r e ttitu d in e del cuore. Il suo t e m p e ra m e n to e r a bilioso e s a n g u i g n o , e la sua c o m p l e s ­ sio n e molto robu sta. A ndando da Marsiglia in N a rb o n a fu fatto sc hiavo, e ferito con un colpo di freccia d a ’ c o r s a r i ch e s ’ i m p a d r o ­ nirono d e ll ’equipagg io francese . Il so ggiorno fatto in T unisi aveva s e n sib ilm en te alterata la sua complessione p o ich é dopo il suo rito rn o in F ra n c ia p a ti v a assai l ’im p re ss io n e d e ll ’aria, e in cons eguenza m olto sog ge tto agl’incom odi dell a sanità.

(15)

Quanto al cuore. Avealo n o b i le , ge neroso , t e n e r o , l i b e r a l e , c o m p a ss io n e v o le, costante n e g l’ improvvisi acc id enti, in tre pido q u a n d o si trattav a dell’ob bligo suo: s e m p r e in g u a rd ia c o n tr a le seduzioni degli onori, s e m p r e aperto alla voce de ll’in dig enza, p e r cui non mai mostrò fredd ezza o m al a n i m o , anzi p a r e ch e egli s o la m e n te sia vissuto a sollievo d e ’b iso g n o s i, a so ccorso degl’infelici. Q ue sta b o n tà di cuo re lo strinse in amicizia c o n tutti quelli che professavano d i a m a r e so lid am e n te la virtù.

Nulladim e no Egli aveva un i m p e ro così asso­

luto sulle p ro p rie passioni che a p p en a lasciava s c o rg ere c h ’Egli n ’avesse. P a d re t e n e r o , m a regola to nell a su a ten e rez z a, aveva u g u a lm e n te a cuore q u a lu n q u e d e ’figli de lla sua co n g re­

gazione; e n e lla sua famiglia, b e n c h é n u m e ­ rosa, n o n vi fu mai chi desse gelosia a ’suoi fratelli. Si può con sicurezza a c c e r t a r e , da molto t em po n o n e s s e re stato uomo i m p e g n a to al p a r di lui in ogni sorta d ’affari; obbligato a t r a tta r e un n u m e r o i n finito di p e r s o n e di ogni specie , d ’ ogni co n d iz io n e, esposto i n ­ c es s an te m e n te ad occasioni le più delic ate e p e r ic o lo s e , la cui vita n o n so lam ente sia stata s e m p r e lo nta na da ogni sospetto , m a u n iv e r s a lm e n te applaudita.

(16)

Qu an to allo spirito. Avealo molto esteso , cir cosp ett o, alto a grand i cose, e difficile ad e ssere so rp reso . Allorché Egli si applicava s e ­ r ia m e n te in un affare n e p e n etrav a tu tt e le relazioni, e ne discop riva t u tt e le circostanze piccole o g r a n d i: ne p rev ed ev a gl’ i n c o n v e ­ n ienti e le c o n s e g u e n z e , evitava q u a n to il po tev a di m an ifes tare al m o m e n to il suo p a ­ re re ; avan ti di e sp rim e rlo pesa va le ragioni favorevoli ed o p p o s te , consultava Dio colla p re g h ie ra e conferiva con coloro ch e p e r e s p e r i e n z a e r a n o in g rado di co municargli d e ’lumi. Q uesto c a r a tt e r e assolutam ente o p ­ posto a tutto ciò che ha n o m e di p re cip ita ­ zio ne lo t e n n e l o n ta n o da ogni passo falso;

la qual cosa gli aprì la s tra d a a far g r a n b e n e . Nè già si affannava o si spaventa va dall a molt itu dine o sulle difficoltà degli af­

fari; anzi li seguita va con forza di spirito su­

p e rio re ad ogni ostacolo, vi si applicava con u n a sagacità illu m in a ta , ne p o rtav a il p e s o , le c u r e , la lentezza con u n a tranquilli tà di c u i solo le g r a n d i a n im e sono capaci. Allor­

ché gli c o n v en iv a tr a tta r e di qu a lc h e m ate ria i m p o r t a n te , Egli ascoltava con molta a t t e n ­ z io n e quelli che parla vano se nza giam m ai in te r r o m p e r li , e se q u alc h ’uno gli tronca va

(17)

il d iscorso, Egli fisso in quell’ alto principio di umiltà e di civiltà, d i tacere qu a n d o a l­

tr i p a r la si fe rm ava al m o m e n to , e finché n o n avesse cessato di p a rla re osservava il silenzio , e tosto che cessato e rasi di p a r ­ lare p r e n d e v a il filo del p ro p rio discorso c on u n a pazienza di spirito amm irabile , i suoi raziocini e r a n o g i u s t i , pieni di nerbo e p r e c i s i , si e s p rim e v a con u n a certa e lo ­ q u e n za n a tu ra le p ro p ria a c o m m u o v e re e a t r a r seco coloro che l’ a s c o lt a v a n o , sape va tutto qu an d o si trattav a di co n d u rli al be ne.

Esp on eva le qu istio ni più difficili con tanto o rd in e, con tale chiarezza, m a s s im a m en te circ a le m a te rie sp iritu ali ed e c c le s ia s tic h e, che faceva m aravig liare i più esperti. Consumato n ella g r a n d ’a r te di a ccom odarsi a tutti i c a ­ r a tte r i e di eguagliarsi a tu tt e le capa cità V incenzo balb etta va co’ fa nciulli, e p a rla v a il linguaggio della più su blime ra gio ne coi perfetti. Nelle discussioni poco im portanti l’uomo m e d io c re si c red e v a a livello con lui n e l m an eg g io d e ’ più g randi affari; i più belli ingegn i de l suo secolo n o n lo t r o v aro n mai inferiore ad essi.

Il sant'Uomo e r a n e m ic o de l p a r la r e a m ­ biguo e tortuoso, diceva le cose c o m e le p e n ­

(18)

s a v a , m a la sua sinc erità nulla aveva c h e ferisse la prudenza.

Egli sapeva tac ere q u a n d o credeva inutile il p a r l a r e , n è gli sfuggiva paro la che i n d i ­ casse asprezza o poca st im a , o poca carità p e r qualsivoglia perso na. In g e n era le il suo caratt ere e r a ali eno dalle singolarità , dalle imitazioni e dalle novità. Egli aveva p e r p rin ­ cipio che, q u a n d o le cose v a n n o b e n e , non bisogna c an g iarle facilm ente sotto pretesto di migliorarl e, seguitava le usanze e i s e n ti­

m e n ti co muni, p r in c ip a lm e n te in m a te ria di Religione. «Lo spirito u m a n o , d ic e v a , è pro nto

« ed irreq uiet o; gli spiriti vivaci e più illu -

« m in a ti n o n sono se m p r e migliori se non

» sono de’più circospetti: si cam m in a si cura-

« m e n t e seg uita ndo le p e d a te im pre ss e dalla

“ m oltitudine d e'S a g g i. »

Non si fermava all’e stern o delle cose, m a n e esa m in av a la n a tu r a , il fine e le d i p e n ­ d e n z e , e p e r u n a squisitezza di buo n senso, c h e d o m in av a i n lu i, distingueva p e rfe tta ­ m e n t e il vero dal falso, il b uono da l cattivo e d il migliore da l m e d i o c r e , a n ch e qu an d o si pre sen ta v a a lui sotto le stesse fo rm e ed ap p aren ze. Da ciò nasceva in lui un talento singo lare p e r d is c e r n e r e gli spiriti, e u n a sì

(19)

g r a n d e p e n e tr a z io n e p e r coglie re le buone e le cattive qualità di coloro d e ’quali era obblig at o a r e n d e r e r a g io n e , ch e il signor Tellier c an c ellie re di F ra n c ia , n o n ne p a r ­ lava che con ammiraz ione.

Vincenzo conducevasi in m o d o da far di re di lui c h ’e ra esatto oss ervatore d ’ogni m a n i e ra di giustizia. Ne mico de ll’ a c c e ttazion di p e r ­ so ne nella dist rib uzione d e ’benetizj,fu veduto rim p r o v e r a r e in pieno consiglio la sc elta d ’un p r e l a t o , ed il successo fece c o n o s c ere che egli aveva b e n ragio ne di o p p o rvisi. Zel an te p e r la riputa zione del p r o s s i m o , se qualche volta e r a costretto d ’udir p a r la r e degli altrui difetti, aveva u n a san ta destrez za p e r can c el­

la r n e l’i m p r e s s io n e , d icendo della p e rs o n a colpevole tutto il b e n e che e r a a sua c o g n i ­ zione. Esatto fino allo scrupolo sopra i più piccoli d anni che aveva potuto c ag io n are, s ’im ­ pu tava a n ch e i casi fortuiti. Il suo c o c c h ie r e avendo i m p e n s a t a m e n te ro v e scia to alcuni pani, Vincenzo, p e r tim o re che fossero m e n o v e n ­ dibili, feceli p a g are al m om ento. Po trei citare altri fatti di questo g e n e r e , m a essi p o t r e b ­ b e ro s e m b r a r e t ro p p o m in uti a ch iu n q u e n o n sa che il Figlio d ’iddio li autorizza, a ll orché h a lodato il do no di un b icchier d ’ acq ua fresca ed u n a e le m o sin a d i d u e oboli.

(20)

Quel servo d ’id dio n o n e r a simile a quei favoriti ch e fanno c o m m e rc io e m etto n o a profitto le grazie del P rin c ip e , ven d en d o ben caro ciò ch e n u lla loro costa. Il G o v ern ato re d ’una città rag g u ard e v o le lo pregò di fargli q u a lc h e b u o n ufficio alla corte, e gli promise, p e r i m p e g n a rv e lo che so s te rreb b e i Missio­

nari del luogo, lo stabil imento d e ’ quali e ra co n tr a d d etto da p erso n e assai po tenti. « Vi

« servirò p o ten d o lo , rispose V in c e n z o , m a

« perciò ch e rig u ard a l ’affare d e ’Sign ori della

« Missione, vi prego di lasciarlo in m an o di

« Dio; preferisco c h ’essi n o n siano nell a vo-

« stra città, piuttosto, ch e vederveli col favore

» e coll’autorità degli uomini. »

Nemico della discordia e d e ’ litigj si sfo r­

zava di c o ncilia re gli a nim i ; dal m o m e n to c h ’ei sapeva ch e due famiglie e r a n o al p u nto d ’inimicarsi correva di subito e a doperavas i a tutte guise p e r rappac ificarle. Diceva che u n litigio e r a u n boccone d i d u r a digestione, e che i l migliore non vale u n a cc o m o d a m en to .

« Noi litighiamo il m e n o ch e possiamo, scri-

« veva ad u n d e ’suoi che s p o n ta n e a m e n te si

« e r a inoltrato in un affare ch’e r a ito a m ale ;

« e q u a n d o n oi sia mo cost ret ti a lit i g a r e , ciò

« avviene d o p o av er preso consiglio e al di

(21)

« d e n tro e al di fuori; am iam o meglio p e r ­ d ere d e l no st ro , c h e scandaliz zare i l pros- simo. » Dio ciò n o n o s t a n t e ha perm ess o c h ’egli avesse alc une liti , ne g u a d a g n a s s e , e ne p erd ess e , m a la P ro vvidenza voleva f o rm are di lui un modello p e r tutti gli stati; e q u e ll o d e ’litiganti ha bisogno di g randi esempj.

La sua c o n d o tt a e ra a m m irab ile nelle liti. A l ­ legava tutto ciò c h ’e r a favorevole p e r la p a rte c ontraria , se n z a nulla o m ettere, e faceva risal­

tare le lo r ra g io n i tanto b e n e , e forse assai m eglio di quel che a v r e b b e fatto lo stesso av­

versario. R iguard ava le sollecitazioni quali mez zi poco conform i all’e q u it à ;( diceva che un giudice che t e m e Dio n o n ha a lc u n rig u ard o ; c h ’egli stesso q u a n d ’e ra ne l consiglio della R e g in a n o n faceva nessun conto delle r a c c o ­ m andazioni , e si co nte ntav a d' e s a m in are s e la cosa r ic h ie s ta e r a giusta o no. Risparmiava l ’inte res se d ico lo r o che l ’attacc avano più assai del prop rio, e pagò p u r e u n a volta le sp ese di u n a lite ch e aveva guadagnato; di più n u d r ì i litiganti, li alloggiò, e loro d ied e il d e n a r o p e r to r n a r s e n e a casa.

P e r ul ti m are il suo ritratto basterà ag g iu n ­ gere, c h ’egli si e r a proposto Ge sù Cristo a m odello; atting eva nel Vangelo tutta la sua

(22)

m ora le, tutta la sua civiltà, t u t t a l a sua politica, e coloro che l ’h a n n o frequentato di più r i ­ g u a r d a r o n o com e p e r sua in seg n a p a rti colare quello p a ro le ch e un eccesso d ’a m o re gli fece u n a volta p ro n u n zia re: non trovo cosa ch e mi piaccia se n o n in G e s ù Cristo. Tal e e ra, a giu­

dizio di coloro ch e al suo te m p o e r a n più t e ­ nuti in p regio e più in g rado di b e n conoscerlo, l’Institutore de lla c o n g re gazione della Mis­

sione; e b e n c h é g ran d e sia l ’id ea ch e n e abbia m dato, si v e d rà in seguito nel corso di q u e s t ’o­

p e ra, non av er noi fatto altro c h e t e n u e m e n te a c c e n n a r e il complesso di su e virtù.

F rutto. Un divoto a tt eggia m ento della p e r ­ sona, la riserb atez za ne l p a r la r e sono le due basi so pra cui noi po ssiam o fo rm arci un ca­

r a tt e r e cristia no e religioso, p ro c u ra n d o pe rò c h e le p arole e le azioni siano s e m p r e r e g o ­ late se con do le m as sim e de l Vangelo.

(23)

GIORNO SECONDO.

Sua im ita z io n e di Gesù C risto.

Il nostro divin Salvatore aveva detto a tutti i fedeli cristiani, che colui il qua le c a m ­ mina dietro a ’ suoi passi non c am m in a nelle t e n e b r e , ed è sicuro di a v e r e u n giorno il lu m e di vita ete rn a. P erciò invitava lutti a s e g u irlo , proporse lo p e r m od ello d’umiltà e di m ansuetudine. P ers uaso Vincenzo ch e il discepolo non è perfetto se non q u a n d o rassomiglia al suo mae stro si prefisse di av erlo c o n tin u a m e n te di nan zi agli occhi. Lo e s p rim e v a nell e su e pa role , nelle sue a z i o n i , seg u ita n d o , p e r quanto ad un m o rta le è concesso, le vie penose che ci ha i n s e g n a to il Salvatore. Lo e s p rim e v a n e ’ consigli c h ’e ra obbligato di d a r e , p ro c u ra n d o di n o n d a r n e alcuno che il Figlio di Dio potesse d i s a p ­ pr ov are ; l'e s p rim ev a colla sua fe rm ezza , c alpes ta ndo l’a m o r proprio ed il tim ore di v e d ere riprovata la sua condotta da coloro che a m a n o la gloria degli uomini più di quell a di Dio ; colla sua sottomissione , ri­

c e v e n d o il b e n e od il male con pe rfetta ind if­

fe re nza ; c o l s u o zelo per la salvezza delle

(24)

an im e , risoluto di c o r re r e , e di far c o r ­ r e r e in trac ci a della pe co re lla s m a rrita p e r sino alle p o rte dell’ in f e r n o , se poteva s p e ­ r a r e di r iac q u is tarla ; colle sue m orti fica­

zioni s e m p r e co ll ’ a tte n zio n e rivolta a que l Dio p e n ite n te a cui n e ’ suoi giorni mortali m ancò una p ie tr a ove p osare il capo. F i­

n a lm e n te l ’e s p rim e v a così b e n e in tutta la sua condo tta ch e un s acerd o te il quale ebbe la sorte di g o d ere della sua dimestichezza p e r lo spazio di cin q u a n t’ a n n i , confessò di non averlo mai udito a dire p aro la o fare cosa alc u n a ch e non fosse in o rdine a Dio.

Un c e leb re Dottore av en do di m andato a qu alc u n o c h e avev a conosciuto p a rtico la r­

m e n t e il San to , q u a le e r a stata la sua p r o ­ p ria e particola re virtù , rispo se , e h ’ e ra l ’ imitazione di Gesù Cristo , che il Divin Salvatore e r a stalo la sua regola e te r n a , ed il libro da lui consultato in tutte le sue azioni. Avrebbe potuto soggiungere ch ’ egli l’apriva a ’ dotti del p a ri ch e agl’ ignoranti, ai r e e g u alm en te che a ’ sudditi. Luigi XIII n e fece la prov a n e l l ’ ultim a sua malattia.

Q u el prin cip e fece v e n ir e a se Vincenzo. Il Sa nto p e r annunzi argli la m o r t e , ch e una m alin te sa polit ica nasc onde quanto può agli

(25)

o c c h i dei g ra n d i del secolo , gli disse avvi- cin and osegli : « Sire , colui che t em e Dio

» si trova b e n e negli ultimi m o m e n ti: T i-

« m en ti D o m in u m [bene e rit in e xtrem is. » Qu est’introd uzione non so rp rese u n r e as­

suefatto a n u d r i r s i colle più bell e mas sime della Sacra S crittura , term in an d o la s e n ­ tenza tran q u illa m e n te rispo se : E t in die de­

fu n c tio n is suae benedicetur. S em b rav a che d u e cose occu passero quel p r i n c i p e ; la con ­ versio n e d e ’ protes ta nti e l ’elezione alle d i ­ gnità e c c l e s i a s t i c h e , di cui se n e fa un o n ore in vita, e che costa tal fiata b e n c a r o in punto di m orte.

Scorgendo dalla sua c a m e r a il luogo ove dovevano le su e c e n e r i do po la sua m o rte e s s e re riunite a quello d e ’ suoi predec es so ri, disse : Io non uscirò di qui che p e r a n d a r e colà. Vincenzo n o n lo p e r d e tte m ai di vista duranti gli ultimi giorni di sua vita : lo confortò ad elevare lo spirito ed il cuo re a Dio , dove gli stavano p r e p a r a ti troni e r i c ­ chezze assai più du revoli c h e le te r r e n e non sono. Q uel prin cip e il quale vedeva con occhio i n tr e p id o a p p ro ssim ars i l ’ultimo suo m o m e n to , d im a n d ò al n o stro Santo qua le e r a il miglior modo di p re p ara rs i alla m o r te :

(26)

« Sire , ri s p os e Vincenzo , si è d ’ imitare

» que llo con cui Ge sù Cristo si p r e p a r ò

» alla p r o p r i a , e di sottomette rsi i n te r a -

» m e n te e pe rfe tta m en te , com e egli fece ,

» alla volontà d e l P adre celeste. » N o n m ea vo lu n ta s sed tu a fiat. O G e s ù , ripigliò qu el m o n arc a c r is ti a n is s i m o , e sp irò con questi buoni se n tim e n ti fra le b raccia del nostro Santo, il gior no n e l qual tr e n ta anni ad d ie tro e r a salito sul trono.

Così V incenzo e b b e ogn o r p r e s e n te il Fi­

glio d ’id d io p e r serv irsen e di modello ; ed ap p u n to p e r ricopiare più e s a tta m e n te Gesù Cristo a n nic hila to fuggiva fino 1’ o m b r e di oste ntazione ! pu bblic ava o v u n q u e la b a s ­ sezza d e ’suoi n a ta li, si qualificava p e r ig n o ­ r a n te , e d e te stav a la p o m p a delle parole ed il fasto della m o n d a n a elo que nza .

« Nostro Sig n o r Gesù C risto , soleva d i r e ,

» poteva d a r e un gran d e sp le n d o re alle sue

» a z i o n i , ed u n a sublime virtù alle sue p a - role ; n o n volle farlo ; fece a n c h e di p iù ,

" poiché p e r con fo n d ere m ag g io rm en te il

« nostro orgoglio colle sue ammirabili umi-

» liazioni, ha voluto ch e i suoi discepoli fa-

» cesse ro assai più di quel che egli non

» fece ; e p e r c h è ciò ? p e r c h è volle esse re

(27)

» sup erato nelle azioni pubb lic he , p e r ispic-

» c ar e nelle più a b b ie tte e nelle più umili

» di cui gli uom ini non conosc on o il p regio ;

» vuole i frutti d e ll ’Evangelio, e non vuole

» le acclam azioni del m on do . Ed oh ! p e r-

» c h è non segu itiamo l’esem pio di q u el Di-

» vino Maestro ! p e r c h è c ed iam o se m p r e il

» vantaggio agli altri ! p e r c h è n o n scegliamo

» il pegg iore ed il più um il iante p e r noi!

» Essendo qu est o c e r t a m e n te il più gradito

» agli occhi de l nostro S igno re , unico

» scopo a cui do bbiam o te n d e r e . Da

» q u e s t’oggi risolviamo a d u n q u e di seguirlo

» e di offerirgli i piccoli sacrifizi. Diciamo-

» gli, e diciamolo a noi s t e s s i . . . . F r a due

» pensieri c h e p o tran n o v e n ir m i alla m en te ,

» io non p r o d u r r ò all’e stern o ch e il m in o re

» p e r um il iarm i , e r ite rrò nascosto il più

» bello p e r farne un sacrifizio a Dio nel

» se c re to del mio cuo re. S i , è u n a v erit à

» del Va ngel o , c h e nos tro S ignor e non si

» com pia ce m ag g io rm en te q u a n to n e ll ’ u -

» miltà d e l c uore e nella Semplicità de lle

» p a ro le e d ell e azioni. Ivi risi ed e il suo

» spirito e invano lo c e r c h e r e m m o altrove.

» Se volete d u n q u e trovarlo , fa di m e s tie r i

» r in u n c ia r e all’affettazione e d al desiderio

(28)

» di c o m p a rire , alla po m p a dello spirito non

» che a q u e ll a del corpo , e infine a tutte

» le va nità e a tutte le soddisfazioni della

» vita. » P e r tal m a n i e r a Vincenzo se g u i­

tava il g ra n modello de lla v era virtù , il fonte di ogni santità , l’ Uomo Dio Cristo Gesù.

Siccome l’uomo è nato p e r am a r Dio e far del b e n e al suo s i m i l e , cosi noi v e d rem o tutti i pens ieri di Vincenzo intenti a questi d u e o g g e t t i , Dio p e r a m a r lo , prossimo p e r beneficarlo. T r a n sib a t benefacicndo.

F ru tto . Bisogna risolversi ad imitare G. C.

e seguirlo n e ’pa ti m enti; a lt rim e n ti non v e r ­ r e m o giammai a p arte cipare dell a sua gloria.

Qui vu lt gaudere cum C hristo oportet p a li cu m Christo.

(29)

GIO RN O TERZO.

Sua c a rità verso de'm en d ici.

La virtù che c aratt eriz za esse n zia lm e n te il cristiano è la carità. L ’uo m o privo di q u e ­ sta virtù, dice s. Gioanni, è c o m e un corpo m o rto incapace di agire. Motivo p e r cui S.

Paolo la c h ia m a la più bell a e la maggiore di tutte, la qu ale solleva l'uomo allo stato di angelo. Q uest a virtù fu indivisibile a tu tt e le azioni di Vincenzo. Cominciò si p e r te m po l ’ese rcizio della c a r i t à , ch e si può dire la com pass io ne e ssere n ata con lui.

Se gli avveniva d ’i n c o n t r a r e qualc he p e r ­ s ona bisognosa , sentivasi tutto commos so, e d onava q u a n to aveva p e r so ccorrerla. T al­

volta privavasi d e ’pro pri a li m enti p e r darlo a ’p o v e ri; ed a v en d o n e un tal dì trovato uno, ch e gli p a rv e e s t r e m a m e n te povero , gli died e t r e n t a soldi ; so m m a , a ve ro d ir e , m odic a in se s t e s s a , m a assai c o n s i d e r e ­ vole p e r un fa n ciu llo , c h e aveva im p ie g ato lu ngo tem p o ad acc umularla a poco a poco.

Tali furono ne l piccolo Vincen zo ( non toccava a n co ra i dodici a n n i ) i primi saggi d ’u n a c a r i t à , che dove va in seguito o p e r a r e

(30)

sì grandi prodigi. A c ce n n e rem o qui di p as­

saggio c o m e il servo di Dio slabilì ospe­

dali , co n fratern ite di carità ed a s sem b le e di sign ore , e con questi diversi mezzi r i u ­ scì a p r o c u ra r e ad u n n u m e r o infinito di p o v e r i , sani ed i n f e r m i , i soccorsi di cui a bbis ognavano: ma quell o c h e si può dire con tutta verità si è , ch e le sue g r a n d i o p e re , tanto utili a ’ miserabili , sussisto­

no a n c o r a oggidì. Bastano p e r d im os trare q u a le sia stata la carità di Vincenzo d e ’Paoli parec chi pii stabil im enti ch e fanno tanto o n o re alla F r a n c ia , a ll’ Italia , anzi il suo spirito mara vig liosa mente ri n as ce e si p r o ­ paga in ogni luogo. La città di T o rin o si g lor ia di un ricovero sotto gli auspizi di S. Vincenzo , do ve più centinaia di p o ­ v e r i , di s t o r p i , m e n t e c a t t i , o r f a n e l l i , i n ­ fermi , so rd o m u ti ecc. trovano sollievo alle loro indigenze (1).

Sta scritto del Sa nto Giobbe , « ch e

» giam m ai ricusò a ’ pove ri ciò che desid e-

» r a v a n o ; ch e n o n fece invano a sp e tt ar lungo

(1 ) Si a l l u d e a l l ’ o p e r a C o t t o l e n g o d e t t a P i c c o l a C a s a d e l l a D i v i n a P r o v v i d e n z a s o t t o g l i a u s p i z i d i S.

V i n c e n z o d e ’ P a o l i , i n c u i s o n o r i c o v e r a t i o l t r e m i l l e p o v e r i t r a i n f e r m i e d a b b a n d o n a t i .

(31)

» tem po la vedova , non m angiò m a i da

» solo il suo p a n e , il quale divise coll’ o r-

» fanello; nè tr a s c u r ò di s o c c o rr e r e colui ,

» il qu ale n o n av en d o abiti m o r iv a di

» fre d d o , nè il povero e r a privo di v e ­ stimenti. » È questo il ritratto di Vincenzo.

S e n te che la m e t à degli abitanti di Palesò sono a m m a la ti , che muoiono dieci o dodici p e r giorno , che q u e l luogo a v reb b e b is o ­ g n o di un s a c e r d o te e d ’ ogni sorta di vi­

veri ; all’istante fa pa rtire a sue sp ese q u a t ­ tro d e ’suoi pr eti con u n ch iru rg o , ed i n ­ via quasi tu tt i i giorni u n a vettu ra c arica di f a rin a , di vino , di c a r n e e di altr e d e r ­ ra te ; vi im p ie g a q u a n to d a n aro egli h a , e q u a n d o n o n può più d a r nulla , sollecita la cari tà di p e rs o n e po tenti. A p p e n a ebbe provve du to a ’ bisogni di Palesò , le i n n o n - dazioni dell a S e n n a p r e s e n t a n o alla sua c a ­ rità un c am p o di non m in o re est ensio ne.

Gli abitanti di u n a città n o n poten d o uscire dalle loro c as e si trovano rido tti ad e strem i tanto più g r a n d i , q u an to che non possono sp e d ire alc uno a ch ie d ere soccorso, m a V in­

cenzo, m e d ia n te la co n o scen za ch e aveva dell a situazione di q u el villaggio , p r e ­ vide que l ch e e ra p u r t r o p p o accaduto , e ,

(32)

s enza a spett are avvisi più c e r t i , sp edì sul m o m e n to u n a c a r r e tt a carica di p a n e ; fece lo stesso il dì se g u e n te , e finché d u rò lo s tra rip a m e n to , conti nuò ad inviar loro dei soccorsi; in ta n to ch è d u e d e ’suoi m is s io n ari, esp onend osi sopra alcuni b a te l li , a n d av a n o in tutte le s tra d e di quel paes e dis trib u en d o i viveri agli abitanti , i quali da lle fines tre delle loro case ricev en d o i soccorsi r e n d e ­ vano al S ig n o re grazie solenni. Non fu a t ­ te nto so lam ente ai bisogni d e ’ pov eri della cam p ag n a ; quelli della città e de’ so bbor­

ghi di Pa rigi n o n ebbero m in o r p arte alla sua com pa ss ione ed alle sue elemos ine.

Poiché senza p a rla re di molti orfanelli che in va ri tem pi ricevette ed alim en tò a S a n Lazzaro , d e ’ vianda nti a ’ quali faceva d i ­ stri buire p a n e o d a n a r o ; d ell e p e r s o n e cui la vergogna im pediva di d o m a n d a r e , m a c h e la su a carità facevaie c erc a r e e s c o ­ prire , ed alle quali inviava s e g r e t a m e n t e e le m o sin e in d an aro od in v i v e r i , se condo la differenza d e ’ loro bisogni ; d ’ u n g ra n n u m e r o di p overi cui faceva d a r e degli abiti quan d o se ne avved eva del bisogno ; d e ’ prigio nieri a ’ quali a n d a v a a fa r l’is tr u ­ zione; della carita tev ole p ra tica che introdus se

(33)

(la quale sussiste t u t t o r a ) di r i ce v ere tutti i giorni a m an g ia re alla sua m en s a d u e po­

veri vecchi; fece fare fin dal principio della sua C ongregazio ne una distribuzione di pane, d i m in estre , di c arn i a molte famiglie che m an d a v an o a c h i e d e r n e ; ed in seguito una simile distribuz ione a tutti i poveri ch e si pre sen ta v an o talvolta lino al n u m e r o di ot­

tocento. Del resto p e r far conosc ere tutto il pregio dell a carità di V incenzo bisogna ri- fle t t e r e , che n e l tem po in cui la c as a di San Lazzaro soffrì i m aggiori d a n n i dalle tr u p p e , le quali nelle tu rb o le n ze di Parigi avevano co nsu m at o o rap it o tutto quanto poteva servire alla vita , nel tem po stesso che vari d e ’ suoi pod eri e ran o stati sac­

cheggiati e rovinati, faceva distrib uire tutti i giorni le suo ele m osine pubb liche. P e r altro n o n aveva egli imitato la condott a d e ’ p r u ­ den ti del secolo , che h a n n o cos tume di r i ­ se r b ar qualc he somma p e r gli accidenti i m ­ previsti ; a v rebbe c r e d u to diffidare della d i­

vina Pr ovvidenza, e quando aveva tutto dato, il suo unico s p e d ien te e r a di p r e n d e r e ad imprest ito p e r prose gu ire la b u o n ’opera.

Dopo si g randi effetti della sua carità n iu no sarà più sorpreso n e ll ’ udire ciò che

I l C ri s t . G u i d . a l l a v ir t ù

(34)

ora racc onte rem o. Un soldato che non c o ­ nosceva aff a tto avendolo pregato di rice­

verlo presso di se p e r alcuni g io rn i, ed e s- se ndovisi a m m ala to , Vincenzo lo fece m e t ­ tere in una c a m e r a con fuoco , e p e r due m es i gli fece p r e s ta r e da uno de’ fratelli de lla sua C ong regazione tu tt i i servigi di cui abbisognava fino al suo perfetto r istab i­

limento. Un c a r r e ttie r e avendogli esposta la p erd it a fatta d e ’ suoi cavalli , gli fece d are all 'ist an te dieci doppie. Un'altr a volta aveva a p p en a ricev uti 40 scudi che li diede sul m o m ento ad u n povero uom o che trovavasi in g ra n bisogno. Allorché trovava d e ’ poveri sdraiali nelle s tra d e , li m et tev a nella c a r ­ rozza , di cui e r a costretto a servirsi p e r le molte su e infermità , e li co nduce va a q ualche albergo. Quando moriva qualc he povero nelle vicinanze della casa di san Laz­

zaro , proc urava delle vesti p e r s e p p e l ­ lirlo. Qualora avveniva che si volessero fare delle spese a carico dei debito ri o d e ’ c o ­ loni che non pagavano i loro d e b i l i , egli adoperavasi p e r c h è venisse loro im pr estalo d a n a r o on d e trarl i d ’impaccio. Quindi ben con ragion e era chiamato P a d re d e ’p o v e r i, poten do si dire di lui come si disse di

(35)

Giobbe: « c h ’egli ricolmava di consolazione

» il c uore della v e d o v a , e che colui il

» quale e r a sul punto d i p e r ir e , lo col-

» mava di benedizioni. » Questo titolo c o n ­ veniva a Vincenzo non s o la m e n te p e r la prontez za , p e r l ’estens io ne e p e r la p e r s e ­ v eran za della sua carità , m a a n ch e p e r i s e n tim e n ti di tenerezza e di umiltà con cui l’acc ompagnava. « Sono angust ia to p e r la nostra C o m u n it à , diceva u n g i o r n o , ma

» essa non mi com m ove tanto q u an to i po-

» veri. Co me fara n n o essi ? Vi c o n fesso che

» ciò mi è di peso e di dolore. » T ale e ra la sua com pass io ne verso d e ’ poveri , e si può benissimo non essere sor pr esi di t r o ­ varla in un uomo , ch e faceva tanto p e r loro ; ma non si potrà sen tir e se nza s o r ­ pr esa , che V incenzo d e ’ Paoli s o p ra cc a ri­

cato di a f f a r i , e non c a m m in a n d o che con p e n a , sia disceso dalla su a c a m e r a p e r d i­

st rib u ir e l’ele m osi na ad a lc u n e po v ere d o n ­ ne, alle quali aveva pro m esso di m a n d a r l a , e ch e si sia inginocchiato dinanzi a lo ro , pregandole a p e rd onarg li p e r averle di­

m en tica te p e r qualche tempo.

F rutto. Noi non possiamo a m en o di non a m m ir a r e tutti questi tratti luminosi di svisce­

(36)

ra ta carità e sentirsi stimolati a fare a ltre ttanto.

P ro c u riam o ch e questi non siano solo m o ­ vimenti del cuore m a risoluzioni p rati che ; e alla p r i m a occasione mostriamoci sensi­

bili e nel tem p o stesso benefici al nostro simile , c h e ci d im a n d a aiuto.

GIORNO QUARTO.

A m orc del Santo p e r D io.

P e r b e n e a p p r e z z a r e qual sia stato l ’ a- m o r e di s. Vincenzo verso Dio , s a r e b b e m es ti e ri c o n o s c ere tutta l’in fluenza dello Spirito S anto sul c uore di lui , e la fedele su a coo pe razi one a ’ lumi ch e ne riceveva.

Questa manifestazione cui Dio ha dato p r i n ­ cipio sulla te r r a , p r o p o n e n d o le sue virtù al culto d e ’ cattolici , n o n sarà pe rfetta fino al giorno finale in cui rivelerà il s egreto d e ’ cuori. Nulladim eno trovasi in questo m o n d o , giusta l ’espressione d e ll ’a p o ­ stolo s. G io v a n n i, un indizio infallibile il quale ci fa d isc ern e re se si a m a Dio, e questo

(37)

indizio è la cost an te osservanza della s a n ta sua legge. V incenzo fu esa tto n e ll ’ a d e m ­ p i e r e a tu tti i dove ri c h e essa i m p o n e . P e r f e tta m e n te unito al su o Dio, com e tu tt o il suo e sterio re i n d ic a v a l o , ei r egola va tu tt e le su e azioni a s e c o n d a d e ’ co m a n d i di qu ell a legge e t e r n a dalla q u a le e m a n a og ni giustizia. La vita di lui e r a u n c o n ti n u o s a - crifizio che faceva a Dio degli onori , dei p iaceri del m o n d o e delle sue affezioni. Il suo cuor e non provava m ai u n a gioia tanto se ns ibile c om e a ll o rq u an d o lo ri v o lg e v a verso la gloria ineffabile c h e Dio possiede in se stesso. Il più vivo d e ’ suoi desi deri e r a , ch e Dio fosse più c o nosciu to, se r v ito , ad o rato in ogni l u o g o , da ogni c re a tu r a . Quanto faceva, diceva, n o n a v e r e altro scopo, t r a n n e quello d ’in s p irare in tutti questo D i­

vino am ore. Da ciò trae v an o origine quelle t e n e r e aspirazioni nelle quali p ro r o m p e v a trat to tratto: « Oh Salvatore! oh mio Signore!

“ oh b ontà Divina! oh mio Din! e q u a n d o è

» c h e ci farete la grazia di e ss e r e tutti vostri,

» di non a m a re c h e Voi solo? » Da ciò la cu ra ch e aveva di pu rific are la sua in te nzio ne, e di r a m m e n ta r s i a p p a r t e n e r e al C reatore le più piccole al pari de lle più grandi a ­

(38)

zioni. P er p iacere a Dio nello cose più g ra n d i facevasi uno studio di piacergli nelle m in im e eziandio. E ra egli a questo ri g u ard o di una vigilanza tale che a detto di coloro i quali l’oss ervaro no più da vicino, p e r m a n ­ carvi m en o di lui bisognava n o n e s s e r u o ­ min i. Da ciò n asc ev a l’ en erg ìa di sue p a ­ role , ch e p e n e tr a v a n o sino al fondo del cuore di chi 1’ ascoltava. Talché una signora avendo lo inteso ragiona re , maravi • gliata disse alla re g in a di Polonia : “ Eh-

» bene , signora , non pos siam noi forse

» dire al pari d e ’ di scepoli di E m m a u s , che

» i nostri cuo ri prov avano le fiamme d e l l’a-

» m o r d ’ Iddio , m e n t r e il signor Vincenzo

» ci parlava ? ve l o confess o , ho il c uore

» im b alsam ato da q u an to il sa n t’ uom o ci

» ha testé detto. — Non vi è da st u p ire ,

» rispose la r e g i n a , p o ich é è l’ angelo del

» S ignore che a p p o r ta su lle sue lab b ra gli

» accesi carb o n i dell ’a m o r divin o, il qua le

» a r d e n e l su o cuor e. »

Nella g r a n d e m o ltitu dine di sacri m in i­

stri, che se ttim an a lm e n te co n co rre v an o alla sua c o n f e r e n z a , diversi h a n n o atte stato che vi a n d av a n o p r i n c i p a l m e n t e p e r a v e r e la so rte d ’ascoltarlo , e ch e ne parti van o afflitti

(39)

q u a n d o p e r mod estia n o n aveva p arlato.

Eravi nelle parole di lui non so qu ale u n ­ zione di Spirilo Santo , c h e com m ovev a il cuo re di tutti gli ascoltanti. Alcuni fra di essi dicev ano a ’ missionari : « Oh quanto

» siete voi felici di v e d ere e di s entire t utti

» i giorni un uomo sì ripieno d ’a m o r d ’iddio.»

E in fatti que l sant’ uo m o faceva tras cor­

r e r e le fiam me della sua carità p e rsino nel­

l’anim a di coloro i quali con v ersav an o con lui. « Non vi e r a , dice 1’ Arcivescovo di

» Vienna nell a sua lettera a C lem e n te IX

» ( 10 g e nnaio 167 6 ) , n è disc orso , n è let-

» tura di divozione , che producesse tanta

» im press ione , q u a n ta ei n e faceva su co-

» loro che avevano la s orte d ’ in tr a tte n ers i

» con lui. » I fanciulli stessi ch e facilm ente s ’an n o ia n o de' seri r a g i o n a m e n t i , avevano p iacere d ’asc oltarlo. « Io e ra assai giovane,

» diceva Monsignore di B rien n e ne lla sua

» lettera al So m m o Pontefice (13 n o v e m b re

» 1705), quan d o cominciai a cono sc ere que l

» vecchio v e n e r a n d o , il q u a le aveva molta

» b enevolenza p e r la m ia famiglia , e ciò

» n ulla dim eno aveva fin d ’allo ra al pari d e ­ gli altri u n ’idea tanto g ra n d e di su a san-

» t i t à , che u n a lun ga serie d ’an n i n o n b a-

(40)

» stò a farmi dim e n tic are i suoi discorsi. » Un pecc atore ostinato ne l vizio fu d iretto ad un missionario, affinchè gl’inspirasse mi­

gliori sentim enti . Non potè v e n ir n e a capo, giacché in q a e l l 'uo m o l' ab it u d in e d e l m ale erasi con vertit a in natura. Quel s acerd o te lo p re sen tò a V incenzo , in quella guisa a un dipresso che si p r e s e n t a v a al S alv ato re l’ossesso che i suoi discepoli n o n avevan p o ­ tuto guarire. Il servo di Dio parla a quel- l’ inveterato inferm o di spirito , lo inca lza , lo scuote , lo confond e , ed h a la c o n s o la ­ zione di v e d er c ad e re dagli occhi una p a rte di quella b e n d a o n d ’e r a accecato. T antosto comincian si a scop rire in lui le primizie di u n uomo nuovo. Il figlio d e ll ’ iniquità ge me sulle sue c aten e , d im a n d a un ritiro ove po ss a lib e rars en e , lo fa con ferv ore , e s o ­ st iene co s tan tem e n te le sue p rim e p r o ­ m es se Ringr az ia il suo lib era tore e p u b ­ blica e ss e r e V incenzo colui che gli aveva cangiato il cuore.

Non co n te n tav asi il San to di av ere un sem pli ce a m o re di a ffetto verso Dio , e di co n ce p ir e alti sentim enti della sua b o n tà e gra n d e sid eri della s u a g l o r ia , m a r e n d e v a questo a m o r e di e ffe tto , e com e lo vuole S.

(41)

G r e g o r i o , ne dava colle ope razioni dell e prove : P ro batio d ilec tio n is e x h ib itio est operis. Ed è perciò c h e il sa nto sa c e r d o te eso rtava i suoi confratelli ad a m a r Dio col- l’ impiego delle loro b r a cc ia e col su dore d ell a loro fronte. « Po ic hé so vente , sog­

g i u n g e v a , tanti atti d ’a m o re d ’iddio e

» tanti altri affetti di un c uore t e n e r o , co­

m u n q u e buon issim i e desi derabil i , r e n - donsi tuttavia sospetti se non sono c o n -

» giunti alla p ra tica d e ll’a m o re di effetto. Si

» glorifica il mio P a d re c e l e s t e , dice il

» Sa lvat ore , a ll o rq u an d o si raccoglie molto

» f r u t t o , e su di ciò a p p u n to do bbiamo

» stare molto in g u a r d i a , posciaché vi sono

» molti i quali a v endo l ’ e ste r io r e b e n

« composto e d il cuo re rip ie n o di b u oni

■i s entim enti non vanno più o l t r e , e t r o ­ vand osi n e ll ’occa sion e di a gire ri m an g o n si

» inerti. S ’ in g an n a n o colla riscaldata loro

» im m agin azione , si c o n te n tan o d e ’ dolci

» colloqui ch e h a n n o con Dio n e ll ’orazi one,

» ne p arla n o p e rsino c o m e se fossero an-

» geli ; m a trattasi forse di l a v o ra re p e r

» a m o r di D i o , di mortificarsi , d ’ i s tr u r r e

» i p o v e r i , di a n d a r in trac ci a «della peco-

» re ll a s m a r r i ta , di s o pportare p a zien te ­

(42)

m e n t e le mal att ie o q u a lc h ' altra d i s g r a ­ zia? o im è , il coraggio m an c a e tutti si r itir a n o ! No, n o , non c ’ i n g a n n i a m o : To­

tum. o p u s n o stru m in operationi; consistit.

A pp resi io questo d a un gra n servo di Dio : trovandosi q u e ll ’ uomo al letto di m o r te , mi disse s c o rg ere c h ia r a m e n te in q u e ll ’e s t r e m o , ch e sp ess e fiate ciò che da taluni riguardavasi c o m e c o n te m p la ­ zioni , ra p im en ti di spirito , estasi , movi­

m enti anagogici com e si a p p e lla n o , unioni d e ifiche , non e r a n o a ltr o che fumo , e che tutto ciò d eriv ava o da una curiosità in g an n atrice, o dagl’impulsi naturali d i uno spirito , il q u a le aveva qu a lc h e ten d e n za al bene; q u a n d o in vece u n a b u o n a a zio n e è il v e r a c e contrass egno d e ll ’ a m o r e di Dio. T o t u m opus n o stru m in o p era tio n e co n sistit. In se g n a l ’Apostolo esse re le sole b u o n e azioni c h e ci a cco m p ag n an o n e ll ’al­

tr a vita. Riflettiamo p e r ta n to su di ciò , tan to più c h e a ’nostri giorni vi sono m o l ti i quali s e m b r a n o v i r t u o s i , e lo so no in f a t t i , nulla dim eno sono inclinati ad una vita dolce e molle , anziché ad una divo­

zione solida e laboriosa. Paragon asi la Chiesa ad u n a gra n mes se la quale

(43)

» abbis ogna di operai che lavorino. Non c'è

» cosa tan to confo rm e col Vangelo quanto

» il r a d u n a r e d e ’ lumi e delle forze m e-

» diante l ’o r a z i o n e , la l ettu ra e la soli­

t u dine , e quindi far p a r te agli uomini di questo pascolo spirituale. È un im itare ciò che si fece dal nos tro Signo re, e dopo

» lui dagli Apostoli ; è u n c o n g iu n g e r e l’uf- ficio di Marta a quello di Maria; è u n s e -

» gu ire l’esem p io della co lo m ba , la q u a le

» digerisce la m età de l cibo che ha ingh iot-

» tito , e indi col proprio becco fa p assare

« il r im a n e n te in quello d e ’suoi pulcini p e r

» nutrirli. Ecco in qual m od o colle o p e r e

» d o b biam testificare a Dio che lo a m iam o : T o tu m opus n o stru m in operatione con-

« s is tit. »

In con se guenza il s a n t ’ Uomo raffigurava s e m p r e n ostro Si gnor Ge sù Cristo negli al­

tri , on d e e cc ita re con m aggiore efficacia il suo cuo re a p r e s t a r loro t u tti i doveri della carità . C ons iderava il divin S alv ato re qual Capo dell a Chiesa nel S u p re m o P o n ­ tefice , qua l Pontefice n e ’ Vescovi , qual P rin cip e d e ’ pastori n e ’ Sa cerdoti , qual S o ­ vrano nei R e , qual n obile n e ’ gentiluom ini, qual giudice n e ’ m agistrati ed altri ufficiali.

(44)

E ssendo nel Vangelo pa rag o n a to il re g n o d e cieli ad u n n e g o z i a n t e , egli considerava Dio com e tale n e ’ c o m m e r c i a n t i , ope raio n eg li a r t i g i a n i , po v e ro n e ’ m en d ich i , i n ­ fe rm o n eg li a m m a l a t i , agonizza nte n e ' m o ­ ribondi. V ed en d o p e r tal m o d o Gesù Cristo in ogni stato , e ravv isando in ogni stato u n a im m agin e de l R e d e n t o r e , ch e il suo p ro ss im o gli ra p p re s e n t a v a , a n im a v asi cosi ad a m a r e e se rvire le c r e a tu r e nel nostro S ig n o re , ed il nostro S igno re in tutti. E so r­

tava tutti c o l o r o , cui p arla va , a seguire q u e s te m as sim e , o n d e r e n d e r e più p e r f e t t a la loro c a r ità verso Dio e verso gli uomini.

F i n a lm e n te aveva p e r principio di far tu tto p e r a m o r e d ’ Iddio e nulla p e r u m an i r i ­ spetti. E ssend o tale a m o r e incom pati bile cogli umani r i s p e t t i , soffrir non poteva che si agisse a fine di piac ere agli uomini. Uno d e ’suoi mis si onari il quale n o n aveva stabile soggiorno in R o m a c r e d è a proposito , ad og ge tto d ’ in te res s a re vie più a suo pr ò i C ardinali , di com incia re n e ’ loro dominj le missioni , di cui il S a n to P a d re a v ev ag li la­

sciala libera la scelta. V i n c e n z o , cui ne s c ris s e , gli ris p o s e , un tale divis am ento es­

s e re u m an o e co n tra rio alla cristiana sem-

(45)

plicità. « O h Dio ! ci preservi il Sig no re

» d a ll'o p e ra re a lc u n a cosa p e r fini cotanto

» bassi. La sua divina Bo ntà rich ied e ch e

» non facciam o gi am m ai del b e n e in n es-

» sun luogo p e r farci s tim are , m a che a b -

» biamo Lui solo d irettam en te di m ira in

» tutte le n o stre a z i o n i , e c h e nulla da noi

» si ope ri p e r u m an o r i g u a r d o ...

» Assicuratevi , ch e le m as sim e del Figlio

» d ’iddio e gli esem pli dell a su a vita p ri­

vata non so no s t e r i l i , essi p ro d u c o n o a

» suo tem p o il loro fru tto , e chi o p e r a in

» c o n t r a r i o , tutto ries ce in m ale. »

L’a b b o r rim e n to ch e il se rvo di Dio aveva p e r le m ire m o n d a n e lo fece p r o r o m p e r e un giorno in uno di q u e ’moti s u b ita n e i, (quali lasciano tras p arire le abituali disposizioni del cuore. Uno d e ’ suoi e rasi accusato in pre sen z a degli altri di a v e r fatto qualc he azione per riguardi umani. Vincenzo afflitto in s e n tir e un missionario av er alt re m ire fuori c h e Dio , s a r e b b e m e g l i o , d i s s e ,

» e ssere gettato sovra acceso rogo coi piedi e colle man i legate , che il fare u n ’azione col fine di piac ere agli uomini.»

C om pia ngeva la follia di coloro i quali, a v e n ­ do sola mente intenzioni' t e r r e n e , p e r d o n o

(46)

«quel tem po e q u e l l e fatiche ch e riuscireb- be ro c o ta n to salutifere se elevati si fossero fino a Dio.

« L’i n t e n z i o n e , dicevasi da lu i, è l’anim a

» «delle nost re o p e r e ; essa n e a u m e n ta som - m a m e n te il pregio ed il v a lo r e ; poiché

» siccome gli abiti d' or dinario non si

» stimano tanto p e r la st offa di cui si

» f o r m a n o , «quanto p e r li rica mi d e ’ quali

» vann o a d o r n i , così non biso gna già con-

» ten ta rs i di fare de lle b u o n e operazioni ,

» m a è necessario illu stra rle col m e r i t o di

» una s an ta i n t e n z i o n e , face nd ole unica-

» m e n t e p e r piac ere a Dio. »

Da questi princip j purificati nasceva in lui un vivissimo desid erio di p r o c u ra r e la gloria d ’iddio e di c o n d u rre t utti a p a r te c i­

pare di qu esti stessi se n tim e n ti. Voleva che un vero discepolo di Gesù Cristo re ndess e conto a se stesso d e ’motivi i quali lo s p in g e ­ vano ad agire , e interrogando si prima di c om incia re ognuna delle sue a z i o n i , di­

cesse a se m edesim o : Pe r qual motivo i n ­ t rap re n d i tu questa anzi che la tale altra cosa? È forse p e r so dd isfarti, o per piac ere ad u n a d eb o le crea tu ra ? Non è forse n e l ­ l’unica m ira di a d e m p ie r e la volontà di Dio

(47)

e di segu ire l’ impulso del suo spirito ?

« Quale vita co n d u r re m m o noi, diceva a ’suoi,

» se ci fosse dato di c o n tr a r r e la be at a fa-

» cilità di voler tutto in Dio e tutto p e r Dio!

« La nostra vita avrebb e una relazio ne m a g -

» gior e con quella degli a n g e l i , ch e con quella degli uom ini ; s a reb b e in certo

» qual m od o tu tt a Divina , poiché tulle le

» no stre azioni si farebb ero co’ movimenti

» dello Spirito S a n to e dell a sua grazia.

T u tt a la vita del San to è u n a prova c h ’e ­ gli agì co stan tem e n te in questo se ns o , e questa prova ve rrà c o n ferm a ta dalle gra ndi cose che a n d r e m o espon end o.

F ru tto . Una limosina p e r a m ore d ’iddio.

Riferimenti

Documenti correlati

• Dal 2004 al 2007, è stato membro del Consiglio Scientifico del Centre for Technology Assessment in Public Health (CTAPH), Osservatorio sulle valutazioni economiche nel

- Società di Trasformazione Urbana, di seguito per brevità STU, ed il Consorzio Attività Produttive Aree e Servizi, di seguito per brevità CONSORZIO, hanno

MODALITA' DI SELEZIONE TIPO DI RAPPORTO. 1

Nel Comune di San Francesco al Campo, al n.ro civico 4A della Piazza Umberto I, porzione di fabbricato, posta al piano terreno dei quattro livelli su cui si eleva

In questa Struttura Complessa si eseguono 1500 ( MILLECINQUECENTO ) interventi annui di piccola , media e maggiore chirurgia; la SC raggiunge un BUDGET ECONOMICO di circa

ssa Danila Nobile ODCEC Agrigento Curriculum vitae reso in forma di dichiarazione sostitutiva d’atto notorio ai sensi e per gli effetti degli artt... Curriculum vitae della

L’organismo che in linea di principio, agli occhi di molti, avrebbe dovuto affrontare e risolvere la crisi era l’ ONU , ma davanti alla sua palese incapacità di agire

Partecipazione in qualità di responsabile della documentazione grafica alla sesta campagna di scavo nel sito di Bakchias, oasi del Fayyum – Egitto (direz.: prof. Pernigotti,