G U I D A T O
A L L A V I R T U
E D
A L L A C I V I L T À
s e c o n d o l o s p i r i t o
DI SAN VINCENZO D E ’ PA OL I
O p e r a
ch e p u ò serv ire a co n sacrare il m ese il di luglio in o nore del m edesim o Santo
TO R IN O MDCCCXLVIII
T I P O G R A F I A P A R A V I A E C O M P A G N I A
L ’ A u t o r e i n t e n d e di g o d e r e d e i p r i vilegi a c c o r d a l i d a lle R e g i e L e g g i, a v e n d o a d e m p i t o a q u a n t o e s s e p r e s c r i v o n o .
A L L E T T O R E
Lo scopo di quest'operetta è di proporre a tu tti i fedeli un modello di vita cristiana nelle a z io n i, nelle virtù e nelle parole di S. Vincenzo de' P aoli.
E ssa porta per titolo il C ris tia n o g u i d a l o alla v i r t ù e d a lla civ iltà secondo lo spirilo di S. Vincenzo de' P a o li, perchè questo Santo avendo quasi percorse tu tte le condizioni basse ed elevate non fu virtù che in questi diversi sta ti non abbia pra
ticato. S i aggiungono quelle parole alla c i v iltà perchè egli trattò colla p iù elevata e più ingentilita classe d ’u o m in i, e con tu tti seppe praticare quelle m assim e e quei tr a tti che a cittadino cristiano, secondo la civiltà e prudenza del Vangelo, si addicono.
S e c o n d o lo s p irito di S. V in c e n z o d e ’P a o l i, perchè quanto s i esporrà n e l decorso di queste considerazioni è letteralm ente rica
vato dalla vita di lui e dall’opera in tito la la :
L o sp irilo di S. V in c e n z o d e ’P a o li, inse
rendovi solo a lcuni detti della sacra scrittu ra sopra cui si fondano tali m assime.
S i com incia col dare u n cenno sulla vita del Santo, e questo form erà come l'in
dice di que' concetti che verranno con m ag
gior corredo di circostanze sviluppati.
In ta n to quel Dio che suscitò un Vincenzo qual fiaccola lum inosa a spargere il sale della virtù, e a portare la luce della ve
r ità alla fede cattolica; quel Dio che volle togliere dalla plebe un uomo abbietto per eleggerlo ad azioni m agnanim e onde fa r cangiare di aspetto la F ra n cia e l' E uropa insieme: quel Dio fa c c ia c h e la stessa carità, lo stesso zelo si riaccenda negli ecclesiastici affinchè indefessi adoperin si per la salute delle a n im e ; cosicché i popoli illu m in a ti dalle v irtù del Santo, eccitati e m ossi dal buon esem pio d e'sa cri m in istri corrano a gran passi per quella strada, che alla vera felicità l'uomo conduce: al Paradiso.
V i n c e n z o n a c q u e l'anno 1576 n e l villaggio a ppellalo Poy vicino a ’ P i r e n e i , Diocesi di Acqus, da genitori poveri, m a pii ed onora ti , i quali si guadag navan o il p a n e con t r a v a g lia re alla c am p ag n a . Egli m e d e s i m a m e n t e d a fanciullo, fu im piegato a g u a r d a r e gli a r m enti. Suo p a d r e rile vando la bu o n a ind ole di qu esto figliuolo e l ’incl inaz io ne allo studio, fece i suoi sforzi p e r m an te n e r lo alle sc u o le nella vicina città d ’ Acqus. Nello spazio di q u a ttr o ann i fece tanto profitto nelle scienze, che a dicia ssette an n i e n tr ò in cas a di un avvocato in q u ali tà di m a e s tr o di due suoi figliuoli.
Mentre coltivava lo spirito di questi felici suoi allievi, si s e n t ì dal S ignore Iddio ch ia mato ne l ministe ro Ecclesiastico. Onde ri-
cevuti gli ordini minori, previo conse nso e g ra d im en to de l suo p a d r e , si trasferì p r i m a i n Tolosa, poscia in Saragozza, ed in queste celebri U nivers ità v’im piegò sette an n i c o n tin ui a s tu d ia r e la teologia d o g m a tic o - m o rale. Q uindi pro m o sso al s u d d ia c o n a to , d i a conato, e consa crato S a c e r d o te v en n e p r o v veduto di un beneficio con cu ra d ’anim e. Ma esse ndoglie ne contrastato il possesso v o l e n tie ri c ed e tte subito ogni su a ragione al c o n co rre n te, non solo p e r c h è sa peva esse re cosa disdicevole ad un se rvo di Dio il litigare, ma m o l to più p e r c h è riputa ndosi egli p e r p r i n cipio di um il tà inabile a p o r ta r n e il grave peso , stimò sua g r a n fo rtu n a l ' e sse rn e s c a ricato.
P e r qu a lc h e i m p o r ta n te affare dovett e V in
cen zo re ca rsi a Marsiglia, d ’on d e s ’im b a rcò alla volta di N a rb o n a a nti ca città di Franc ia.
In quest o c am m in o fu p r e d a d e ’cors ari che lo condussero schiavo in B arb aria, dove servì diversi pad ro n i. F in a lm e n te la Provvidenza dispose , fosse ven d u to ad un rin eg ato della città di Nizza. Aveva costui u n a moglie turca, la quale c o o p erò a ’ m is eric o rd io s i d i
se gni di Dio p e r c o n v e r tir e e t r a r r e il m arito dall ’apostasia, e l ib e r a r e n e l m edesim o tem po Vincenzo d a ll ’in d e g n a schiavitù.
Questa d o n n a , c e r t a m e n te d a Dio insp irata, e ra curiosa di s a p e re quali fossero i m is te ri e la m o r a l e , ch e prof es sa vano i c ris ti an i, p r e n d e v a le sue ore, e di q u a n d o in q u a n d o veniva dove lavo rava il S a n t o , il cui o r d i n a rio impiego e r a di coltivare la t e r r a . R a - pita dalle dolci ist ruzioni, e dal r a c c o n to , ch e Vincen zo le p r e s e n tò d e lla gra n d ez za , della b o n tà e dell a giustizia d e l v e r o , e solo Dio; m os sa a lt res ì p e r alcuni in ni e laudi s p iritu a li, ch e egli cantava, si affezionò t a l
m e n t e alla Religione Cattolica , l ’ abb rac ciò ella stessa e risolse il m arito a d a b b a n d o n a r e la se tta M aom ettana e r i to r n a r e ne l seno della Chiesa.
V incenzo ra d d o p p ia v a le su e p r e g h ie r e , i digiuni e le a u s t e r i t à , e non lasciò d ’ insi
n u a r s i colle sue esortazioni nello spirito del suo p a d r o n e sin c h é venne il m o m e n to fa vo
revole , ch e tutti e tre se ne fuggirono in siem e s o p ra u n piccolo vascello. C on p ro s p e ro vento g iu n sero sulle coste delle Gallie il 28 giugno 1607. A n d a ro n o quindi in A vigno ne, ove c a rita tevolm ente e b b e r o ospitalità p re s s o Mon
si gnore V ic eleg a to , ch e poscia seco li c o n dusse a Ro ma. Pro v v ed u to al bisogno dei du e com pagni il Prelato conosciuta la p r u -
de nza e santità di Vincenzo lo tr a tte n n e presso di se, tr attan d o lo c o n affetto e d im o st razione di stim a e di ge nerosità.
Soddisfatto c h ’ebbe alla sua divozione nella capitale del m o n d o cristiano coll’essersi r a c c o m andato al P rin cip e degli Apostoli, e con a v e r fatta la visita a quei s a n tuari , ring raziò il suo b e n ef a tto r e e rito rn ò a Parigi. Colà si pose sotto la pr otezio ne e d irezio n e del celeb re C a rd in a le P ie tr o B e ru lli, fo n d a to re della Congregazio ne d e ll ’O ra torio, e da q u e sto consigliato, accettò la c arica di p re ce tto re d e ’figliuoli d e ll’Am m iraglio delle galere.
Se n e stava il servo di Dio in questa i l lust re famiglia raccolto e ritiralo, n o n i n g e rendosi m ai in alt re o ccupazioni, se n o n in qu ell e de l suo d o v e r e , n è mai c o m p a riv a a lla p r e s e n z a del p a d r o n e , se non c h ia m a to.
C iascuno l’a m a v a , e l’ on orava q u al an g elo di pace, e qua l uomo disceso dal Cielo.
R e n d u ta si notoria la sua virtù , il Mon arca lo nom inò cap p e lla n o delle g a le re , ed egli tanto più volentieri grad ì questo im p ie g o , att esoché so m m in is tr a v a al suo zelo u n largo cam po di g u a d ag n a re a n im e a Dio.
R itro v an d o q u e i galeotti più m is era b ili , ed op pressi p e r la gra vez za d e ’ loro p e cc ali,
ch e dal peso delle loro c aten e, si diede con sollecita ed industriosa b ontà a co n v ersare fam ig lia rm e n te seco l o r o , ed instruirli nel dogm a e n ell e mas sime del Vang elo , a s o c c o rre rli c o n sussidj tem p o rali, o n d e in b re v e t em p o si vide in essi m ag g io r pazienza, r a s s e g n a zio n e, ed u n no tab ile m ig lio ram en to del costume.
Era con essi tanto ben ig n o ed affabile, che quei p overi c arc era ti and avano a gara di c o n fessarsi da lui. Egli compativ ali tu tti, e li ascoltava con t e n e rez z a, e verso loro p r a t i cava tanti uffìcj di carità, ch e n o n se n tiv a n o le p e n e d e ’ loro travagli, ed i cuo ri più du ri r e s ta n d o ammolliti, tutti lo ven erav an o come loro affezionatissimo p a d r e , e pronti segui
vano i suoi consigli e voleri.
Da san Fra n c esc o di Sales ve nne Vincenzo e le tto per su p e rio re, e d ir etto r e delle figlie d e l l ' Instituto, sotto l’im m edia ta p ro tez io n e di Maria V erg ine SS. della V isitazio n e, ed in t r e n to tt’an n i di gov ern o m a n t e n n e florido il fervore d e lla p e r fe z io n e , e colla sua f e r mezza e soavità lo a c c r e b b e di m o d o , che pe rfe tta m en te corrispos e al giud izio, che di lui aveva form ato il dolcissimo santo Prelato, il qua le non p o tè a m e n o di e s te r n a r e la
sua allegre zza dicend o, ch e n o n poteva t r o vare nè uom o più savio nè S a cerdote più degno di Vincenzo. Egli è fuor di dub b io , ch e in tutto il tem po d e l suo pellegrina ggio, dimostrò un parzialissimo in te res s e p e r la felicità d e ’ c o n ta d in i, p e r la salute delle loro anime. Ad oggetto che n o n ve nis se ro a m a n c a r e gli o p e raj p e r istru irli, e p ortarli sul s e n tie r o della virtù e del b u o n cos tume, gli riuscì di e r ig e r e e sta bil ire una C on g re
gazione di Preti s e c o l a r i , con voto da lla S a n ta S e d e appr ov ato, di reca rsi di borgata i n b o r g a ta , di villaggio in villa ggio, p r e d i c an d o la divina p a ro la a m m a e s tr a n d o nella d ottrina cris ti ana la gente di cam p ag n a se nz a p r e t e n d e r e , n è r i ce v ere da quest a r e tr i b u zione o corrispettivo di so rta alc una. Il qual istituto fu s o l e n n e m e n t e ap p ro v ato dal S om m o Pontefice Urbano V III l'an n o 1632.
Co ope rò effic ac em ente Vincenzo a far fio
r i r e ed a c c r e s c e r e la disc ip lina n e l C lero:
si po se ro a su a diligenza, ra ccom andazione, e sollec itu dine in b u o n o rdine i S e m i n a r j , in vigore le con ferenze teol ogiche m o rali p e r i sa cerdo ti, g li esercizi sp iritu ali da p r e m etters i alle s a c re O rd in a zio n i, al qual ef
fetto voleva, ch e servissero e st essero s e m p r e a p e r t e le case della co ngregazi one.
Essendo il R e Ludovico XIII passato agli e t e rn i riposi assistito da Vin cenzo nell e u l
tim e agonie, la Regina A nna d ’Austria volle ch e egli fosse uno d e ’q uatt ro Consiglieri da lei n o m in ali p e r gli affari Ecclesiastici. La m aggior sua p re m u ra , ch e abb ia spiegato in quest o onorevolissimo ufficio, fu di p e r s u a d e r e , ed in s in u a r e l’impor ta nza , che a ’Vesco- vadi, alle Abazie, ed alle P a rro cc h ie si pro- m ovessero p e r s o n e d e g n e, e capaci di a d e m p i e r n e con frutto il fo rm id ab ile peso , ossia i doveri annes si a tale p a r te del sacro m i nistero.
P ro varono gli effetti del suo carita tevole cuo re i f e d e l i , che gemevano in ischiavitù presso le b a r b a r e nazioni: i b am b in i esposti a b b a n d o n a ti , le vergini e le m o n a c h e d i s p e r s e e p eric ola nti, le donzelle p e r m is eri a alle volte esposte a far m ale, e lo d o n n e di cattiva v ita , i c a r c e r a t i , ì p e lle g ri n i, gl’ i n f e r m i , i m e n t e c a tt i , gli artigiani invalidi:
in s o m m a Vincenzo p e r c o nsolare la t r a v a gliata u m an ità n o n la p e r d o n ò a f a t i c h e , a s t e n ti , a s a n te industrie. Dispensò copiosis
simi sussidj, fondò o spizi, e d altr e pie s o cietà che a n c o r in oggi su ssistono a fronte dell a ve rtigine d e ’malevoli.
Era poi questo v enerabil e S ac erd o te e s tr e m a m e n t e n em ico d ’ ogni l o d e , a p p l a u s o , e st ima, anzi se q u a lc h e d u n o ne dava indizio, sapeva su bito c o n trapporvi p a r o le , ed azioni d ’umiliazione e di disp rezzo di se medesim o.
Un perso naggio qualificato voleva un giorno accom pagnarlo n e l p r e n d e r e da lui cong edo sino alla porla: n o n s ’i n c o m m o d i, gli d is s e , p e r c h è io so no figliuolo di un povero c o n t a d i n o , ed in m ia gioventù ho con dotto al pascolo le p e co re e gli a rm e n ti .
U n’altra volta u n a buona femmina lo chiamò col titolo di Mons igno re, a cui il Santo, p o v e r a do n n a, ris p o s e , voi mi cono scete assai m a l e ,e v ’in g an n a te all’ingrosso: im perciocché io sono un vaca ro, figliuolo di un paesano.
Un suo n ipote v e n n e a v isita rlo ; il porti - najo ne di ede l ’avviso a V in c en z o , il q u a le scese su b ito le scale e abbrac ciatolo s t r e t t am e n te lo p r e s e p e r la m a n o , l’in tr o d u s se in cas a, poscia chiam ati i pre ti della C o n gregazione, loro disse: questo mio nipote c h e voi b e n v edete in abito cosi m es ch in o , e disp regevole, si è il più civile, e gen ti lu o m o dell a sua famiglia. Nè pago di q u e s to volle seco lui usc ire in pubb lic a piazza.
Si dimostrò il Santo in ogni occasi one
pieno di u m iltà, di se m p lic ità, e di r e t t i t u d i n e ; a b b o r r ì di continuo gli o n o r i , le d i g n i tà , le r i c c h e z z e , gli agi m o n d a n i ; r i p o n e v a tutte le sue delizie n e lla mortifica zione e nella p ra tica di q u ell e virtù , che lo p o t e vano r e n d e r e più gradito alla Divina M aestà.
Dalla p e n ite n za e dalle m alatt ie e sten u a to finì i suoi giorni in Parigi l’a nno 1660 o tta n tesimo q uinto de lla sua vita.
Tal e si è in c o m p e n d io la vita di S. V i n c en zo d e ’ Paoli, le cui virtù noi a n d r e m o c o n s id era n d o in q u e s t ’ o p eretta . Ogni fedel cristiano a v rà di ch e s p ecch iars i; l’e c c le s ia stico t ro v erà u n a n o r m a n e ll ’ o p e r a r e , u n a guida p e r segu ire. Il s ecola re tr o v erà u n p a d r e ch e lo a m a , ch e lo anim a al b e n e, lo a v v e r t e p e r c h e fugga il m ale, lo conf orta nell e p e n e , lo m o d e r a n e lle su e prospe rità. In so m m a t ro v erà q u el g r a n d ’ uomo c h e si fece tutto a tu tt i p e r g u a d ag n a re tutti a G. Cristo.
In tan to q u e l Dio il quale tanto g ra n d e a p p a r e n e lla gloria d e ’ suoi Santi faccia che q uesto libro r id o n d i ad o n o r su o , e di quel S anto che in te n d ia m o p ro p o rv i a m aestro ; tutto poi a vantaggio spirituale di quelle a n im e ch e v o r r a n n o v e n ir e a q u e sta scuola p e r a p p r e n d e r e quella st rada ch e sicura al Ciclo con duce.
GIO RN O PRIM O C arattere d i S. V incenzo de’P aoli
Il c ara tte r e d e ll’uomo si deve co n s id era re sotto tre aspetti; in quanto al c or po , al cuo re ed allo spirito. O n d e noi p e r farci u n ’id ea esatta di V in cen zo lo c o n s id e r e r e m o r e la ti
va m ente a l cor po , al c u o re , ed allo spirito.
Qu anto al corpo. La sua statu ra e r a m e d iocre ma b e n p ro p o rzio n a ta , aveva il capo grosso, la fr o n te ampia, gli oc chi v i v a c i , lo sgu ardo do lciss im o , il p o r ta m e n to grave e u n ’aria di affabilità so rtita da lla n a tu ra ma abbellita dalla virtù. Nelle sue m a n i e re e nel suo c o n te g n o manifestavasi e ssere quella in
g e n u a s e m p li cit à che a n n u n zia la p a ce e la r e ttitu d in e del cuore. Il suo t e m p e ra m e n to e r a bilioso e s a n g u i g n o , e la sua c o m p l e s sio n e molto robu sta. A ndando da Marsiglia in N a rb o n a fu fatto sc hiavo, e ferito con un colpo di freccia d a ’ c o r s a r i ch e s ’ i m p a d r o nirono d e ll ’equipagg io francese . Il so ggiorno fatto in T unisi aveva s e n sib ilm en te alterata la sua complessione p o ich é dopo il suo rito rn o in F ra n c ia p a ti v a assai l ’im p re ss io n e d e ll ’aria, e in cons eguenza m olto sog ge tto agl’incom odi dell a sanità.
Quanto al cuore. Avealo n o b i le , ge neroso , t e n e r o , l i b e r a l e , c o m p a ss io n e v o le, costante n e g l’ improvvisi acc id enti, in tre pido q u a n d o si trattav a dell’ob bligo suo: s e m p r e in g u a rd ia c o n tr a le seduzioni degli onori, s e m p r e aperto alla voce de ll’in dig enza, p e r cui non mai mostrò fredd ezza o m al a n i m o , anzi p a r e ch e egli s o la m e n te sia vissuto a sollievo d e ’b iso g n o s i, a so ccorso degl’infelici. Q ue sta b o n tà di cuo re lo strinse in amicizia c o n tutti quelli che professavano d i a m a r e so lid am e n te la virtù.
Nulladim e no Egli aveva un i m p e ro così asso
luto sulle p ro p rie passioni che a p p en a lasciava s c o rg ere c h ’Egli n ’avesse. P a d re t e n e r o , m a regola to nell a su a ten e rez z a, aveva u g u a lm e n te a cuore q u a lu n q u e d e ’figli de lla sua co n g re
gazione; e n e lla sua famiglia, b e n c h é n u m e rosa, n o n vi fu mai chi desse gelosia a ’suoi fratelli. Si può con sicurezza a c c e r t a r e , da molto t em po n o n e s s e re stato uomo i m p e g n a to al p a r di lui in ogni sorta d ’affari; obbligato a t r a tta r e un n u m e r o i n finito di p e r s o n e di ogni specie , d ’ ogni co n d iz io n e, esposto i n c es s an te m e n te ad occasioni le più delic ate e p e r ic o lo s e , la cui vita n o n so lam ente sia stata s e m p r e lo nta na da ogni sospetto , m a u n iv e r s a lm e n te applaudita.
Qu an to allo spirito. Avealo molto esteso , cir cosp ett o, alto a grand i cose, e difficile ad e ssere so rp reso . Allorché Egli si applicava s e r ia m e n te in un affare n e p e n etrav a tu tt e le relazioni, e ne discop riva t u tt e le circostanze piccole o g r a n d i: ne p rev ed ev a gl’ i n c o n v e n ienti e le c o n s e g u e n z e , evitava q u a n to il po tev a di m an ifes tare al m o m e n to il suo p a re re ; avan ti di e sp rim e rlo pesa va le ragioni favorevoli ed o p p o s te , consultava Dio colla p re g h ie ra e conferiva con coloro ch e p e r e s p e r i e n z a e r a n o in g rado di co municargli d e ’lumi. Q uesto c a r a tt e r e assolutam ente o p posto a tutto ciò che ha n o m e di p re cip ita zio ne lo t e n n e l o n ta n o da ogni passo falso;
la qual cosa gli aprì la s tra d a a far g r a n b e n e . Nè già si affannava o si spaventa va dall a molt itu dine o sulle difficoltà degli af
fari; anzi li seguita va con forza di spirito su
p e rio re ad ogni ostacolo, vi si applicava con u n a sagacità illu m in a ta , ne p o rtav a il p e s o , le c u r e , la lentezza con u n a tranquilli tà di c u i solo le g r a n d i a n im e sono capaci. Allor
ché gli c o n v en iv a tr a tta r e di qu a lc h e m ate ria i m p o r t a n te , Egli ascoltava con molta a t t e n z io n e quelli che parla vano se nza giam m ai in te r r o m p e r li , e se q u alc h ’uno gli tronca va
il d iscorso, Egli fisso in quell’ alto principio di umiltà e di civiltà, d i tacere qu a n d o a l
tr i p a r la si fe rm ava al m o m e n to , e finché n o n avesse cessato di p a rla re osservava il silenzio , e tosto che cessato e rasi di p a r lare p r e n d e v a il filo del p ro p rio discorso c on u n a pazienza di spirito amm irabile , i suoi raziocini e r a n o g i u s t i , pieni di nerbo e p r e c i s i , si e s p rim e v a con u n a certa e lo q u e n za n a tu ra le p ro p ria a c o m m u o v e re e a t r a r seco coloro che l’ a s c o lt a v a n o , sape va tutto qu an d o si trattav a di co n d u rli al be ne.
Esp on eva le qu istio ni più difficili con tanto o rd in e, con tale chiarezza, m a s s im a m en te circ a le m a te rie sp iritu ali ed e c c le s ia s tic h e, che faceva m aravig liare i più esperti. Consumato n ella g r a n d ’a r te di a ccom odarsi a tutti i c a r a tte r i e di eguagliarsi a tu tt e le capa cità V incenzo balb etta va co’ fa nciulli, e p a rla v a il linguaggio della più su blime ra gio ne coi perfetti. Nelle discussioni poco im portanti l’uomo m e d io c re si c red e v a a livello con lui n e l m an eg g io d e ’ più g randi affari; i più belli ingegn i de l suo secolo n o n lo t r o v aro n mai inferiore ad essi.
Il sant'Uomo e r a n e m ic o de l p a r la r e a m biguo e tortuoso, diceva le cose c o m e le p e n
s a v a , m a la sua sinc erità nulla aveva c h e ferisse la prudenza.
Egli sapeva tac ere q u a n d o credeva inutile il p a r l a r e , n è gli sfuggiva paro la che i n d i casse asprezza o poca st im a , o poca carità p e r qualsivoglia perso na. In g e n era le il suo caratt ere e r a ali eno dalle singolarità , dalle imitazioni e dalle novità. Egli aveva p e r p rin cipio che, q u a n d o le cose v a n n o b e n e , non bisogna c an g iarle facilm ente sotto pretesto di migliorarl e, seguitava le usanze e i s e n ti
m e n ti co muni, p r in c ip a lm e n te in m a te ria di Religione. «Lo spirito u m a n o , d ic e v a , è pro nto
« ed irreq uiet o; gli spiriti vivaci e più illu -
« m in a ti n o n sono se m p r e migliori se non
» sono de’più circospetti: si cam m in a si cura-
« m e n t e seg uita ndo le p e d a te im pre ss e dalla
“ m oltitudine d e'S a g g i. »
Non si fermava all’e stern o delle cose, m a n e esa m in av a la n a tu r a , il fine e le d i p e n d e n z e , e p e r u n a squisitezza di buo n senso, c h e d o m in av a i n lu i, distingueva p e rfe tta m e n t e il vero dal falso, il b uono da l cattivo e d il migliore da l m e d i o c r e , a n ch e qu an d o si pre sen ta v a a lui sotto le stesse fo rm e ed ap p aren ze. Da ciò nasceva in lui un talento singo lare p e r d is c e r n e r e gli spiriti, e u n a sì
g r a n d e p e n e tr a z io n e p e r coglie re le buone e le cattive qualità di coloro d e ’quali era obblig at o a r e n d e r e r a g io n e , ch e il signor Tellier c an c ellie re di F ra n c ia , n o n ne p a r lava che con ammiraz ione.
Vincenzo conducevasi in m o d o da far di re di lui c h ’e ra esatto oss ervatore d ’ogni m a n i e ra di giustizia. Ne mico de ll’ a c c e ttazion di p e r so ne nella dist rib uzione d e ’benetizj,fu veduto rim p r o v e r a r e in pieno consiglio la sc elta d ’un p r e l a t o , ed il successo fece c o n o s c ere che egli aveva b e n ragio ne di o p p o rvisi. Zel an te p e r la riputa zione del p r o s s i m o , se qualche volta e r a costretto d ’udir p a r la r e degli altrui difetti, aveva u n a san ta destrez za p e r can c el
la r n e l’i m p r e s s io n e , d icendo della p e rs o n a colpevole tutto il b e n e che e r a a sua c o g n i zione. Esatto fino allo scrupolo sopra i più piccoli d anni che aveva potuto c ag io n are, s ’im pu tava a n ch e i casi fortuiti. Il suo c o c c h ie r e avendo i m p e n s a t a m e n te ro v e scia to alcuni pani, Vincenzo, p e r tim o re che fossero m e n o v e n dibili, feceli p a g are al m om ento. Po trei citare altri fatti di questo g e n e r e , m a essi p o t r e b b e ro s e m b r a r e t ro p p o m in uti a ch iu n q u e n o n sa che il Figlio d ’iddio li autorizza, a ll orché h a lodato il do no di un b icchier d ’ acq ua fresca ed u n a e le m o sin a d i d u e oboli.
Quel servo d ’id dio n o n e r a simile a quei favoriti ch e fanno c o m m e rc io e m etto n o a profitto le grazie del P rin c ip e , ven d en d o ben caro ciò ch e n u lla loro costa. Il G o v ern ato re d ’una città rag g u ard e v o le lo pregò di fargli q u a lc h e b u o n ufficio alla corte, e gli promise, p e r i m p e g n a rv e lo che so s te rreb b e i Missio
nari del luogo, lo stabil imento d e ’ quali e ra co n tr a d d etto da p erso n e assai po tenti. « Vi
« servirò p o ten d o lo , rispose V in c e n z o , m a
« perciò ch e rig u ard a l ’affare d e ’Sign ori della
« Missione, vi prego di lasciarlo in m an o di
« Dio; preferisco c h ’essi n o n siano nell a vo-
« stra città, piuttosto, ch e vederveli col favore
» e coll’autorità degli uomini. »
Nemico della discordia e d e ’ litigj si sfo r
zava di c o ncilia re gli a nim i ; dal m o m e n to c h ’ei sapeva ch e due famiglie e r a n o al p u nto d ’inimicarsi correva di subito e a doperavas i a tutte guise p e r rappac ificarle. Diceva che u n litigio e r a u n boccone d i d u r a digestione, e che i l migliore non vale u n a cc o m o d a m en to .
« Noi litighiamo il m e n o ch e possiamo, scri-
« veva ad u n d e ’suoi che s p o n ta n e a m e n te si
« e r a inoltrato in un affare ch’e r a ito a m ale ;
« e q u a n d o n oi sia mo cost ret ti a lit i g a r e , ciò
« avviene d o p o av er preso consiglio e al di
« d e n tro e al di fuori; am iam o meglio p e r d ere d e l no st ro , c h e scandaliz zare i l pros- simo. » Dio ciò n o n o s t a n t e ha perm ess o c h ’egli avesse alc une liti , ne g u a d a g n a s s e , e ne p erd ess e , m a la P ro vvidenza voleva f o rm are di lui un modello p e r tutti gli stati; e q u e ll o d e ’litiganti ha bisogno di g randi esempj.
La sua c o n d o tt a e ra a m m irab ile nelle liti. A l legava tutto ciò c h ’e r a favorevole p e r la p a rte c ontraria , se n z a nulla o m ettere, e faceva risal
tare le lo r ra g io n i tanto b e n e , e forse assai m eglio di quel che a v r e b b e fatto lo stesso av
versario. R iguard ava le sollecitazioni quali mez zi poco conform i all’e q u it à ;( diceva che un giudice che t e m e Dio n o n ha a lc u n rig u ard o ; c h ’egli stesso q u a n d ’e ra ne l consiglio della R e g in a n o n faceva nessun conto delle r a c c o m andazioni , e si co nte ntav a d' e s a m in are s e la cosa r ic h ie s ta e r a giusta o no. Risparmiava l ’inte res se d ico lo r o che l ’attacc avano più assai del prop rio, e pagò p u r e u n a volta le sp ese di u n a lite ch e aveva guadagnato; di più n u d r ì i litiganti, li alloggiò, e loro d ied e il d e n a r o p e r to r n a r s e n e a casa.
P e r ul ti m are il suo ritratto basterà ag g iu n gere, c h ’egli si e r a proposto Ge sù Cristo a m odello; atting eva nel Vangelo tutta la sua
m ora le, tutta la sua civiltà, t u t t a l a sua politica, e coloro che l ’h a n n o frequentato di più r i g u a r d a r o n o com e p e r sua in seg n a p a rti colare quello p a ro le ch e un eccesso d ’a m o re gli fece u n a volta p ro n u n zia re: non trovo cosa ch e mi piaccia se n o n in G e s ù Cristo. Tal e e ra, a giu
dizio di coloro ch e al suo te m p o e r a n più t e nuti in p regio e più in g rado di b e n conoscerlo, l’Institutore de lla c o n g re gazione della Mis
sione; e b e n c h é g ran d e sia l ’id ea ch e n e abbia m dato, si v e d rà in seguito nel corso di q u e s t ’o
p e ra, non av er noi fatto altro c h e t e n u e m e n te a c c e n n a r e il complesso di su e virtù.
F rutto. Un divoto a tt eggia m ento della p e r sona, la riserb atez za ne l p a r la r e sono le due basi so pra cui noi po ssiam o fo rm arci un ca
r a tt e r e cristia no e religioso, p ro c u ra n d o pe rò c h e le p arole e le azioni siano s e m p r e r e g o late se con do le m as sim e de l Vangelo.
GIORNO SECONDO.
Sua im ita z io n e di Gesù C risto.
Il nostro divin Salvatore aveva detto a tutti i fedeli cristiani, che colui il qua le c a m mina dietro a ’ suoi passi non c am m in a nelle t e n e b r e , ed è sicuro di a v e r e u n giorno il lu m e di vita ete rn a. P erciò invitava lutti a s e g u irlo , proporse lo p e r m od ello d’umiltà e di m ansuetudine. P ers uaso Vincenzo ch e il discepolo non è perfetto se non q u a n d o rassomiglia al suo mae stro si prefisse di av erlo c o n tin u a m e n te di nan zi agli occhi. Lo e s p rim e v a nell e su e pa role , nelle sue a z i o n i , seg u ita n d o , p e r quanto ad un m o rta le è concesso, le vie penose che ci ha i n s e g n a to il Salvatore. Lo e s p rim e v a n e ’ consigli c h ’e ra obbligato di d a r e , p ro c u ra n d o di n o n d a r n e alcuno che il Figlio di Dio potesse d i s a p pr ov are ; l'e s p rim ev a colla sua fe rm ezza , c alpes ta ndo l’a m o r proprio ed il tim ore di v e d ere riprovata la sua condotta da coloro che a m a n o la gloria degli uomini più di quell a di Dio ; colla sua sottomissione , ri
c e v e n d o il b e n e od il male con pe rfetta ind if
fe re nza ; c o l s u o zelo per la salvezza delle
an im e , risoluto di c o r re r e , e di far c o r r e r e in trac ci a della pe co re lla s m a rrita p e r sino alle p o rte dell’ in f e r n o , se poteva s p e r a r e di r iac q u is tarla ; colle sue m orti fica
zioni s e m p r e co ll ’ a tte n zio n e rivolta a que l Dio p e n ite n te a cui n e ’ suoi giorni mortali m ancò una p ie tr a ove p osare il capo. F i
n a lm e n te l ’e s p rim e v a così b e n e in tutta la sua condo tta ch e un s acerd o te il quale ebbe la sorte di g o d ere della sua dimestichezza p e r lo spazio di cin q u a n t’ a n n i , confessò di non averlo mai udito a dire p aro la o fare cosa alc u n a ch e non fosse in o rdine a Dio.
Un c e leb re Dottore av en do di m andato a qu alc u n o c h e avev a conosciuto p a rtico la r
m e n t e il San to , q u a le e r a stata la sua p r o p ria e particola re virtù , rispo se , e h ’ e ra l ’ imitazione di Gesù Cristo , che il Divin Salvatore e r a stalo la sua regola e te r n a , ed il libro da lui consultato in tutte le sue azioni. Avrebbe potuto soggiungere ch ’ egli l’apriva a ’ dotti del p a ri ch e agl’ ignoranti, ai r e e g u alm en te che a ’ sudditi. Luigi XIII n e fece la prov a n e l l ’ ultim a sua malattia.
Q u el prin cip e fece v e n ir e a se Vincenzo. Il Sa nto p e r annunzi argli la m o r t e , ch e una m alin te sa polit ica nasc onde quanto può agli
o c c h i dei g ra n d i del secolo , gli disse avvi- cin and osegli : « Sire , colui che t em e Dio
» si trova b e n e negli ultimi m o m e n ti: T i-
« m en ti D o m in u m [bene e rit in e xtrem is. » Qu est’introd uzione non so rp rese u n r e as
suefatto a n u d r i r s i colle più bell e mas sime della Sacra S crittura , term in an d o la s e n tenza tran q u illa m e n te rispo se : E t in die de
fu n c tio n is suae benedicetur. S em b rav a che d u e cose occu passero quel p r i n c i p e ; la con versio n e d e ’ protes ta nti e l ’elezione alle d i gnità e c c l e s i a s t i c h e , di cui se n e fa un o n ore in vita, e che costa tal fiata b e n c a r o in punto di m orte.
Scorgendo dalla sua c a m e r a il luogo ove dovevano le su e c e n e r i do po la sua m o rte e s s e re riunite a quello d e ’ suoi predec es so ri, disse : Io non uscirò di qui che p e r a n d a r e colà. Vincenzo n o n lo p e r d e tte m ai di vista duranti gli ultimi giorni di sua vita : lo confortò ad elevare lo spirito ed il cuo re a Dio , dove gli stavano p r e p a r a ti troni e r i c chezze assai più du revoli c h e le te r r e n e non sono. Q uel prin cip e il quale vedeva con occhio i n tr e p id o a p p ro ssim ars i l ’ultimo suo m o m e n to , d im a n d ò al n o stro Santo qua le e r a il miglior modo di p re p ara rs i alla m o r te :
« Sire , ri s p os e Vincenzo , si è d ’ imitare
» que llo con cui Ge sù Cristo si p r e p a r ò
» alla p r o p r i a , e di sottomette rsi i n te r a -
» m e n te e pe rfe tta m en te , com e egli fece ,
» alla volontà d e l P adre celeste. » N o n m ea vo lu n ta s sed tu a fiat. O G e s ù , ripigliò qu el m o n arc a c r is ti a n is s i m o , e sp irò con questi buoni se n tim e n ti fra le b raccia del nostro Santo, il gior no n e l qual tr e n ta anni ad d ie tro e r a salito sul trono.
Così V incenzo e b b e ogn o r p r e s e n te il Fi
glio d ’id d io p e r serv irsen e di modello ; ed ap p u n to p e r ricopiare più e s a tta m e n te Gesù Cristo a n nic hila to fuggiva fino 1’ o m b r e di oste ntazione ! pu bblic ava o v u n q u e la b a s sezza d e ’suoi n a ta li, si qualificava p e r ig n o r a n te , e d e te stav a la p o m p a delle parole ed il fasto della m o n d a n a elo que nza .
« Nostro Sig n o r Gesù C risto , soleva d i r e ,
» poteva d a r e un gran d e sp le n d o re alle sue
» a z i o n i , ed u n a sublime virtù alle sue p a - role ; n o n volle farlo ; fece a n c h e di p iù ,
" poiché p e r con fo n d ere m ag g io rm en te il
« nostro orgoglio colle sue ammirabili umi-
» liazioni, ha voluto ch e i suoi discepoli fa-
» cesse ro assai più di quel che egli non
» fece ; e p e r c h è ciò ? p e r c h è volle esse re
» sup erato nelle azioni pubb lic he , p e r ispic-
» c ar e nelle più a b b ie tte e nelle più umili
» di cui gli uom ini non conosc on o il p regio ;
» vuole i frutti d e ll ’Evangelio, e non vuole
» le acclam azioni del m on do . Ed oh ! p e r-
» c h è non segu itiamo l’esem pio di q u el Di-
» vino Maestro ! p e r c h è c ed iam o se m p r e il
» vantaggio agli altri ! p e r c h è n o n scegliamo
» il pegg iore ed il più um il iante p e r noi!
» Essendo qu est o c e r t a m e n te il più gradito
» agli occhi de l nostro S igno re , unico
» scopo a cui do bbiam o te n d e r e . Da
» q u e s t’oggi risolviamo a d u n q u e di seguirlo
» e di offerirgli i piccoli sacrifizi. Diciamo-
» gli, e diciamolo a noi s t e s s i . . . . F r a due
» pensieri c h e p o tran n o v e n ir m i alla m en te ,
» io non p r o d u r r ò all’e stern o ch e il m in o re
» p e r um il iarm i , e r ite rrò nascosto il più
» bello p e r farne un sacrifizio a Dio nel
» se c re to del mio cuo re. S i , è u n a v erit à
» del Va ngel o , c h e nos tro S ignor e non si
» com pia ce m ag g io rm en te q u a n to n e ll ’ u -
» miltà d e l c uore e nella Semplicità de lle
» p a ro le e d ell e azioni. Ivi risi ed e il suo
» spirito e invano lo c e r c h e r e m m o altrove.
» Se volete d u n q u e trovarlo , fa di m e s tie r i
» r in u n c ia r e all’affettazione e d al desiderio
» di c o m p a rire , alla po m p a dello spirito non
» che a q u e ll a del corpo , e infine a tutte
» le va nità e a tutte le soddisfazioni della
» vita. » P e r tal m a n i e r a Vincenzo se g u i
tava il g ra n modello de lla v era virtù , il fonte di ogni santità , l’ Uomo Dio Cristo Gesù.
Siccome l’uomo è nato p e r am a r Dio e far del b e n e al suo s i m i l e , cosi noi v e d rem o tutti i pens ieri di Vincenzo intenti a questi d u e o g g e t t i , Dio p e r a m a r lo , prossimo p e r beneficarlo. T r a n sib a t benefacicndo.
F ru tto . Bisogna risolversi ad imitare G. C.
e seguirlo n e ’pa ti m enti; a lt rim e n ti non v e r r e m o giammai a p arte cipare dell a sua gloria.
Qui vu lt gaudere cum C hristo oportet p a li cu m Christo.
GIO RN O TERZO.
Sua c a rità verso de'm en d ici.
La virtù che c aratt eriz za esse n zia lm e n te il cristiano è la carità. L ’uo m o privo di q u e sta virtù, dice s. Gioanni, è c o m e un corpo m o rto incapace di agire. Motivo p e r cui S.
Paolo la c h ia m a la più bell a e la maggiore di tutte, la qu ale solleva l'uomo allo stato di angelo. Q uest a virtù fu indivisibile a tu tt e le azioni di Vincenzo. Cominciò si p e r te m po l ’ese rcizio della c a r i t à , ch e si può dire la com pass io ne e ssere n ata con lui.
Se gli avveniva d ’i n c o n t r a r e qualc he p e r s ona bisognosa , sentivasi tutto commos so, e d onava q u a n to aveva p e r so ccorrerla. T al
volta privavasi d e ’pro pri a li m enti p e r darlo a ’p o v e ri; ed a v en d o n e un tal dì trovato uno, ch e gli p a rv e e s t r e m a m e n te povero , gli died e t r e n t a soldi ; so m m a , a ve ro d ir e , m odic a in se s t e s s a , m a assai c o n s i d e r e vole p e r un fa n ciu llo , c h e aveva im p ie g ato lu ngo tem p o ad acc umularla a poco a poco.
Tali furono ne l piccolo Vincen zo ( non toccava a n co ra i dodici a n n i ) i primi saggi d ’u n a c a r i t à , che dove va in seguito o p e r a r e
sì grandi prodigi. A c ce n n e rem o qui di p as
saggio c o m e il servo di Dio slabilì ospe
dali , co n fratern ite di carità ed a s sem b le e di sign ore , e con questi diversi mezzi r i u scì a p r o c u ra r e ad u n n u m e r o infinito di p o v e r i , sani ed i n f e r m i , i soccorsi di cui a bbis ognavano: ma quell o c h e si può dire con tutta verità si è , ch e le sue g r a n d i o p e re , tanto utili a ’ miserabili , sussisto
no a n c o r a oggidì. Bastano p e r d im os trare q u a le sia stata la carità di Vincenzo d e ’Paoli parec chi pii stabil im enti ch e fanno tanto o n o re alla F r a n c ia , a ll’ Italia , anzi il suo spirito mara vig liosa mente ri n as ce e si p r o paga in ogni luogo. La città di T o rin o si g lor ia di un ricovero sotto gli auspizi di S. Vincenzo , do ve più centinaia di p o v e r i , di s t o r p i , m e n t e c a t t i , o r f a n e l l i , i n fermi , so rd o m u ti ecc. trovano sollievo alle loro indigenze (1).
Sta scritto del Sa nto Giobbe , « ch e
» giam m ai ricusò a ’ pove ri ciò che desid e-
» r a v a n o ; ch e n o n fece invano a sp e tt ar lungo
(1 ) Si a l l u d e a l l ’ o p e r a C o t t o l e n g o d e t t a P i c c o l a C a s a d e l l a D i v i n a P r o v v i d e n z a s o t t o g l i a u s p i z i d i S.
V i n c e n z o d e ’ P a o l i , i n c u i s o n o r i c o v e r a t i o l t r e m i l l e p o v e r i t r a i n f e r m i e d a b b a n d o n a t i .
» tem po la vedova , non m angiò m a i da
» solo il suo p a n e , il quale divise coll’ o r-
» fanello; nè tr a s c u r ò di s o c c o rr e r e colui ,
» il qu ale n o n av en d o abiti m o r iv a di
» fre d d o , nè il povero e r a privo di v e stimenti. » È questo il ritratto di Vincenzo.
S e n te che la m e t à degli abitanti di Palesò sono a m m a la ti , che muoiono dieci o dodici p e r giorno , che q u e l luogo a v reb b e b is o g n o di un s a c e r d o te e d ’ ogni sorta di vi
veri ; all’istante fa pa rtire a sue sp ese q u a t tro d e ’suoi pr eti con u n ch iru rg o , ed i n via quasi tu tt i i giorni u n a vettu ra c arica di f a rin a , di vino , di c a r n e e di altr e d e r ra te ; vi im p ie g a q u a n to d a n aro egli h a , e q u a n d o n o n può più d a r nulla , sollecita la cari tà di p e rs o n e po tenti. A p p e n a ebbe provve du to a ’ bisogni di Palesò , le i n n o n - dazioni dell a S e n n a p r e s e n t a n o alla sua c a rità un c am p o di non m in o re est ensio ne.
Gli abitanti di u n a città n o n poten d o uscire dalle loro c as e si trovano rido tti ad e strem i tanto più g r a n d i , q u an to che non possono sp e d ire alc uno a ch ie d ere soccorso, m a V in
cenzo, m e d ia n te la co n o scen za ch e aveva dell a situazione di q u el villaggio , p r e vide que l ch e e ra p u r t r o p p o accaduto , e ,
s enza a spett are avvisi più c e r t i , sp edì sul m o m e n to u n a c a r r e tt a carica di p a n e ; fece lo stesso il dì se g u e n te , e finché d u rò lo s tra rip a m e n to , conti nuò ad inviar loro dei soccorsi; in ta n to ch è d u e d e ’suoi m is s io n ari, esp onend osi sopra alcuni b a te l li , a n d av a n o in tutte le s tra d e di quel paes e dis trib u en d o i viveri agli abitanti , i quali da lle fines tre delle loro case ricev en d o i soccorsi r e n d e vano al S ig n o re grazie solenni. Non fu a t te nto so lam ente ai bisogni d e ’ pov eri della cam p ag n a ; quelli della città e de’ so bbor
ghi di Pa rigi n o n ebbero m in o r p arte alla sua com pa ss ione ed alle sue elemos ine.
Poiché senza p a rla re di molti orfanelli che in va ri tem pi ricevette ed alim en tò a S a n Lazzaro , d e ’ vianda nti a ’ quali faceva d i stri buire p a n e o d a n a r o ; d ell e p e r s o n e cui la vergogna im pediva di d o m a n d a r e , m a c h e la su a carità facevaie c erc a r e e s c o prire , ed alle quali inviava s e g r e t a m e n t e e le m o sin e in d an aro od in v i v e r i , se condo la differenza d e ’ loro bisogni ; d ’ u n g ra n n u m e r o di p overi cui faceva d a r e degli abiti quan d o se ne avved eva del bisogno ; d e ’ prigio nieri a ’ quali a n d a v a a fa r l’is tr u zione; della carita tev ole p ra tica che introdus se
(la quale sussiste t u t t o r a ) di r i ce v ere tutti i giorni a m an g ia re alla sua m en s a d u e po
veri vecchi; fece fare fin dal principio della sua C ongregazio ne una distribuzione di pane, d i m in estre , di c arn i a molte famiglie che m an d a v an o a c h i e d e r n e ; ed in seguito una simile distribuz ione a tutti i poveri ch e si pre sen ta v an o talvolta lino al n u m e r o di ot
tocento. Del resto p e r far conosc ere tutto il pregio dell a carità di V incenzo bisogna ri- fle t t e r e , che n e l tem po in cui la c as a di San Lazzaro soffrì i m aggiori d a n n i dalle tr u p p e , le quali nelle tu rb o le n ze di Parigi avevano co nsu m at o o rap it o tutto quanto poteva servire alla vita , nel tem po stesso che vari d e ’ suoi pod eri e ran o stati sac
cheggiati e rovinati, faceva distrib uire tutti i giorni le suo ele m osine pubb liche. P e r altro n o n aveva egli imitato la condott a d e ’ p r u den ti del secolo , che h a n n o cos tume di r i se r b ar qualc he somma p e r gli accidenti i m previsti ; a v rebbe c r e d u to diffidare della d i
vina Pr ovvidenza, e quando aveva tutto dato, il suo unico s p e d ien te e r a di p r e n d e r e ad imprest ito p e r prose gu ire la b u o n ’opera.
Dopo si g randi effetti della sua carità n iu no sarà più sorpreso n e ll ’ udire ciò che
I l C ri s t . G u i d . a l l a v ir t ù
ora racc onte rem o. Un soldato che non c o nosceva aff a tto avendolo pregato di rice
verlo presso di se p e r alcuni g io rn i, ed e s- se ndovisi a m m ala to , Vincenzo lo fece m e t tere in una c a m e r a con fuoco , e p e r due m es i gli fece p r e s ta r e da uno de’ fratelli de lla sua C ong regazione tu tt i i servigi di cui abbisognava fino al suo perfetto r istab i
limento. Un c a r r e ttie r e avendogli esposta la p erd it a fatta d e ’ suoi cavalli , gli fece d are all 'ist an te dieci doppie. Un'altr a volta aveva a p p en a ricev uti 40 scudi che li diede sul m o m ento ad u n povero uom o che trovavasi in g ra n bisogno. Allorché trovava d e ’ poveri sdraiali nelle s tra d e , li m et tev a nella c a r rozza , di cui e r a costretto a servirsi p e r le molte su e infermità , e li co nduce va a q ualche albergo. Quando moriva qualc he povero nelle vicinanze della casa di san Laz
zaro , proc urava delle vesti p e r s e p p e l lirlo. Qualora avveniva che si volessero fare delle spese a carico dei debito ri o d e ’ c o loni che non pagavano i loro d e b i l i , egli adoperavasi p e r c h è venisse loro im pr estalo d a n a r o on d e trarl i d ’impaccio. Quindi ben con ragion e era chiamato P a d re d e ’p o v e r i, poten do si dire di lui come si disse di
Giobbe: « c h ’egli ricolmava di consolazione
» il c uore della v e d o v a , e che colui il
» quale e r a sul punto d i p e r ir e , lo col-
» mava di benedizioni. » Questo titolo c o n veniva a Vincenzo non s o la m e n te p e r la prontez za , p e r l ’estens io ne e p e r la p e r s e v eran za della sua carità , m a a n ch e p e r i s e n tim e n ti di tenerezza e di umiltà con cui l’acc ompagnava. « Sono angust ia to p e r la nostra C o m u n it à , diceva u n g i o r n o , ma
» essa non mi com m ove tanto q u an to i po-
» veri. Co me fara n n o essi ? Vi c o n fesso che
» ciò mi è di peso e di dolore. » T ale e ra la sua com pass io ne verso d e ’ poveri , e si può benissimo non essere sor pr esi di t r o varla in un uomo , ch e faceva tanto p e r loro ; ma non si potrà sen tir e se nza s o r pr esa , che V incenzo d e ’ Paoli s o p ra cc a ri
cato di a f f a r i , e non c a m m in a n d o che con p e n a , sia disceso dalla su a c a m e r a p e r d i
st rib u ir e l’ele m osi na ad a lc u n e po v ere d o n ne, alle quali aveva pro m esso di m a n d a r l a , e ch e si sia inginocchiato dinanzi a lo ro , pregandole a p e rd onarg li p e r averle di
m en tica te p e r qualche tempo.
F rutto. Noi non possiamo a m en o di non a m m ir a r e tutti questi tratti luminosi di svisce
ra ta carità e sentirsi stimolati a fare a ltre ttanto.
P ro c u riam o ch e questi non siano solo m o vimenti del cuore m a risoluzioni p rati che ; e alla p r i m a occasione mostriamoci sensi
bili e nel tem p o stesso benefici al nostro simile , c h e ci d im a n d a aiuto.
GIORNO QUARTO.
A m orc del Santo p e r D io.
P e r b e n e a p p r e z z a r e qual sia stato l ’ a- m o r e di s. Vincenzo verso Dio , s a r e b b e m es ti e ri c o n o s c ere tutta l’in fluenza dello Spirito S anto sul c uore di lui , e la fedele su a coo pe razi one a ’ lumi ch e ne riceveva.
Questa manifestazione cui Dio ha dato p r i n cipio sulla te r r a , p r o p o n e n d o le sue virtù al culto d e ’ cattolici , n o n sarà pe rfetta fino al giorno finale in cui rivelerà il s egreto d e ’ cuori. Nulladim eno trovasi in questo m o n d o , giusta l ’espressione d e ll ’a p o stolo s. G io v a n n i, un indizio infallibile il quale ci fa d isc ern e re se si a m a Dio, e questo
indizio è la cost an te osservanza della s a n ta sua legge. V incenzo fu esa tto n e ll ’ a d e m p i e r e a tu tti i dove ri c h e essa i m p o n e . P e r f e tta m e n te unito al su o Dio, com e tu tt o il suo e sterio re i n d ic a v a l o , ei r egola va tu tt e le su e azioni a s e c o n d a d e ’ co m a n d i di qu ell a legge e t e r n a dalla q u a le e m a n a og ni giustizia. La vita di lui e r a u n c o n ti n u o s a - crifizio che faceva a Dio degli onori , dei p iaceri del m o n d o e delle sue affezioni. Il suo cuor e non provava m ai u n a gioia tanto se ns ibile c om e a ll o rq u an d o lo ri v o lg e v a verso la gloria ineffabile c h e Dio possiede in se stesso. Il più vivo d e ’ suoi desi deri e r a , ch e Dio fosse più c o nosciu to, se r v ito , ad o rato in ogni l u o g o , da ogni c re a tu r a . Quanto faceva, diceva, n o n a v e r e altro scopo, t r a n n e quello d ’in s p irare in tutti questo D i
vino am ore. Da ciò trae v an o origine quelle t e n e r e aspirazioni nelle quali p ro r o m p e v a trat to tratto: « Oh Salvatore! oh mio Signore!
“ oh b ontà Divina! oh mio Din! e q u a n d o è
» c h e ci farete la grazia di e ss e r e tutti vostri,
» di non a m a re c h e Voi solo? » Da ciò la cu ra ch e aveva di pu rific are la sua in te nzio ne, e di r a m m e n ta r s i a p p a r t e n e r e al C reatore le più piccole al pari de lle più grandi a
zioni. P er p iacere a Dio nello cose più g ra n d i facevasi uno studio di piacergli nelle m in im e eziandio. E ra egli a questo ri g u ard o di una vigilanza tale che a detto di coloro i quali l’oss ervaro no più da vicino, p e r m a n carvi m en o di lui bisognava n o n e s s e r u o min i. Da ciò n asc ev a l’ en erg ìa di sue p a role , ch e p e n e tr a v a n o sino al fondo del cuore di chi 1’ ascoltava. Talché una signora avendo lo inteso ragiona re , maravi • gliata disse alla re g in a di Polonia : “ Eh-
» bene , signora , non pos siam noi forse
» dire al pari d e ’ di scepoli di E m m a u s , che
» i nostri cuo ri prov avano le fiamme d e l l’a-
» m o r d ’ Iddio , m e n t r e il signor Vincenzo
» ci parlava ? ve l o confess o , ho il c uore
» im b alsam ato da q u an to il sa n t’ uom o ci
» ha testé detto. — Non vi è da st u p ire ,
» rispose la r e g i n a , p o ich é è l’ angelo del
» S ignore che a p p o r ta su lle sue lab b ra gli
» accesi carb o n i dell ’a m o r divin o, il qua le
» a r d e n e l su o cuor e. »
Nella g r a n d e m o ltitu dine di sacri m in i
stri, che se ttim an a lm e n te co n co rre v an o alla sua c o n f e r e n z a , diversi h a n n o atte stato che vi a n d av a n o p r i n c i p a l m e n t e p e r a v e r e la so rte d ’ascoltarlo , e ch e ne parti van o afflitti
q u a n d o p e r mod estia n o n aveva p arlato.
Eravi nelle parole di lui non so qu ale u n zione di Spirilo Santo , c h e com m ovev a il cuo re di tutti gli ascoltanti. Alcuni fra di essi dicev ano a ’ missionari : « Oh quanto
» siete voi felici di v e d ere e di s entire t utti
» i giorni un uomo sì ripieno d ’a m o r d ’iddio.»
E in fatti que l sant’ uo m o faceva tras cor
r e r e le fiam me della sua carità p e rsino nel
l’anim a di coloro i quali con v ersav an o con lui. « Non vi e r a , dice 1’ Arcivescovo di
» Vienna nell a sua lettera a C lem e n te IX
» ( 10 g e nnaio 167 6 ) , n è disc orso , n è let-
» tura di divozione , che producesse tanta
» im press ione , q u a n ta ei n e faceva su co-
» loro che avevano la s orte d ’ in tr a tte n ers i
» con lui. » I fanciulli stessi ch e facilm ente s ’an n o ia n o de' seri r a g i o n a m e n t i , avevano p iacere d ’asc oltarlo. « Io e ra assai giovane,
» diceva Monsignore di B rien n e ne lla sua
» lettera al So m m o Pontefice (13 n o v e m b re
» 1705), quan d o cominciai a cono sc ere que l
» vecchio v e n e r a n d o , il q u a le aveva molta
» b enevolenza p e r la m ia famiglia , e ciò
» n ulla dim eno aveva fin d ’allo ra al pari d e gli altri u n ’idea tanto g ra n d e di su a san-
» t i t à , che u n a lun ga serie d ’an n i n o n b a-
» stò a farmi dim e n tic are i suoi discorsi. » Un pecc atore ostinato ne l vizio fu d iretto ad un missionario, affinchè gl’inspirasse mi
gliori sentim enti . Non potè v e n ir n e a capo, giacché in q a e l l 'uo m o l' ab it u d in e d e l m ale erasi con vertit a in natura. Quel s acerd o te lo p re sen tò a V incenzo , in quella guisa a un dipresso che si p r e s e n t a v a al S alv ato re l’ossesso che i suoi discepoli n o n avevan p o tuto guarire. Il servo di Dio parla a quel- l’ inveterato inferm o di spirito , lo inca lza , lo scuote , lo confond e , ed h a la c o n s o la zione di v e d er c ad e re dagli occhi una p a rte di quella b e n d a o n d ’e r a accecato. T antosto comincian si a scop rire in lui le primizie di u n uomo nuovo. Il figlio d e ll ’ iniquità ge me sulle sue c aten e , d im a n d a un ritiro ove po ss a lib e rars en e , lo fa con ferv ore , e s o st iene co s tan tem e n te le sue p rim e p r o m es se Ringr az ia il suo lib era tore e p u b blica e ss e r e V incenzo colui che gli aveva cangiato il cuore.
Non co n te n tav asi il San to di av ere un sem pli ce a m o re di a ffetto verso Dio , e di co n ce p ir e alti sentim enti della sua b o n tà e gra n d e sid eri della s u a g l o r ia , m a r e n d e v a questo a m o r e di e ffe tto , e com e lo vuole S.
G r e g o r i o , ne dava colle ope razioni dell e prove : P ro batio d ilec tio n is e x h ib itio est operis. Ed è perciò c h e il sa nto sa c e r d o te eso rtava i suoi confratelli ad a m a r Dio col- l’ impiego delle loro b r a cc ia e col su dore d ell a loro fronte. « Po ic hé so vente , sog
g i u n g e v a , tanti atti d ’a m o re d ’iddio e
» tanti altri affetti di un c uore t e n e r o , co
m u n q u e buon issim i e desi derabil i , r e n - donsi tuttavia sospetti se non sono c o n -
» giunti alla p ra tica d e ll’a m o re di effetto. Si
» glorifica il mio P a d re c e l e s t e , dice il
» Sa lvat ore , a ll o rq u an d o si raccoglie molto
» f r u t t o , e su di ciò a p p u n to do bbiamo
» stare molto in g u a r d i a , posciaché vi sono
» molti i quali a v endo l ’ e ste r io r e b e n
« composto e d il cuo re rip ie n o di b u oni
■i s entim enti non vanno più o l t r e , e t r o vand osi n e ll ’occa sion e di a gire ri m an g o n si
» inerti. S ’ in g an n a n o colla riscaldata loro
» im m agin azione , si c o n te n tan o d e ’ dolci
» colloqui ch e h a n n o con Dio n e ll ’orazi one,
» ne p arla n o p e rsino c o m e se fossero an-
» geli ; m a trattasi forse di l a v o ra re p e r
» a m o r di D i o , di mortificarsi , d ’ i s tr u r r e
» i p o v e r i , di a n d a r in trac ci a «della peco-
» re ll a s m a r r i ta , di s o pportare p a zien te
m e n t e le mal att ie o q u a lc h ' altra d i s g r a zia? o im è , il coraggio m an c a e tutti si r itir a n o ! No, n o , non c ’ i n g a n n i a m o : To
tum. o p u s n o stru m in operationi; consistit.
A pp resi io questo d a un gra n servo di Dio : trovandosi q u e ll ’ uomo al letto di m o r te , mi disse s c o rg ere c h ia r a m e n te in q u e ll ’e s t r e m o , ch e sp ess e fiate ciò che da taluni riguardavasi c o m e c o n te m p la zioni , ra p im en ti di spirito , estasi , movi
m enti anagogici com e si a p p e lla n o , unioni d e ifiche , non e r a n o a ltr o che fumo , e che tutto ciò d eriv ava o da una curiosità in g an n atrice, o dagl’impulsi naturali d i uno spirito , il q u a le aveva qu a lc h e ten d e n za al bene; q u a n d o in vece u n a b u o n a a zio n e è il v e r a c e contrass egno d e ll ’ a m o r e di Dio. T o t u m opus n o stru m in o p era tio n e co n sistit. In se g n a l ’Apostolo esse re le sole b u o n e azioni c h e ci a cco m p ag n an o n e ll ’al
tr a vita. Riflettiamo p e r ta n to su di ciò , tan to più c h e a ’nostri giorni vi sono m o l ti i quali s e m b r a n o v i r t u o s i , e lo so no in f a t t i , nulla dim eno sono inclinati ad una vita dolce e molle , anziché ad una divo
zione solida e laboriosa. Paragon asi la Chiesa ad u n a gra n mes se la quale
» abbis ogna di operai che lavorino. Non c'è
» cosa tan to confo rm e col Vangelo quanto
» il r a d u n a r e d e ’ lumi e delle forze m e-
» diante l ’o r a z i o n e , la l ettu ra e la soli
t u dine , e quindi far p a r te agli uomini di questo pascolo spirituale. È un im itare ciò che si fece dal nos tro Signo re, e dopo
» lui dagli Apostoli ; è u n c o n g iu n g e r e l’uf- ficio di Marta a quello di Maria; è u n s e -
» gu ire l’esem p io della co lo m ba , la q u a le
» digerisce la m età de l cibo che ha ingh iot-
» tito , e indi col proprio becco fa p assare
« il r im a n e n te in quello d e ’suoi pulcini p e r
» nutrirli. Ecco in qual m od o colle o p e r e
» d o b biam testificare a Dio che lo a m iam o : T o tu m opus n o stru m in operatione con-
« s is tit. »
In con se guenza il s a n t ’ Uomo raffigurava s e m p r e n ostro Si gnor Ge sù Cristo negli al
tri , on d e e cc ita re con m aggiore efficacia il suo cuo re a p r e s t a r loro t u tti i doveri della carità . C ons iderava il divin S alv ato re qual Capo dell a Chiesa nel S u p re m o P o n tefice , qua l Pontefice n e ’ Vescovi , qual P rin cip e d e ’ pastori n e ’ Sa cerdoti , qual S o vrano nei R e , qual n obile n e ’ gentiluom ini, qual giudice n e ’ m agistrati ed altri ufficiali.
E ssendo nel Vangelo pa rag o n a to il re g n o d e cieli ad u n n e g o z i a n t e , egli considerava Dio com e tale n e ’ c o m m e r c i a n t i , ope raio n eg li a r t i g i a n i , po v e ro n e ’ m en d ich i , i n fe rm o n eg li a m m a l a t i , agonizza nte n e ' m o ribondi. V ed en d o p e r tal m o d o Gesù Cristo in ogni stato , e ravv isando in ogni stato u n a im m agin e de l R e d e n t o r e , ch e il suo p ro ss im o gli ra p p re s e n t a v a , a n im a v asi cosi ad a m a r e e se rvire le c r e a tu r e nel nostro S ig n o re , ed il nostro S igno re in tutti. E so r
tava tutti c o l o r o , cui p arla va , a seguire q u e s te m as sim e , o n d e r e n d e r e più p e r f e t t a la loro c a r ità verso Dio e verso gli uomini.
F i n a lm e n te aveva p e r principio di far tu tto p e r a m o r e d ’ Iddio e nulla p e r u m an i r i spetti. E ssend o tale a m o r e incom pati bile cogli umani r i s p e t t i , soffrir non poteva che si agisse a fine di piac ere agli uomini. Uno d e ’suoi mis si onari il quale n o n aveva stabile soggiorno in R o m a c r e d è a proposito , ad og ge tto d ’ in te res s a re vie più a suo pr ò i C ardinali , di com incia re n e ’ loro dominj le missioni , di cui il S a n to P a d re a v ev ag li la
sciala libera la scelta. V i n c e n z o , cui ne s c ris s e , gli ris p o s e , un tale divis am ento es
s e re u m an o e co n tra rio alla cristiana sem-
plicità. « O h Dio ! ci preservi il Sig no re
» d a ll'o p e ra re a lc u n a cosa p e r fini cotanto
» bassi. La sua divina Bo ntà rich ied e ch e
» non facciam o gi am m ai del b e n e in n es-
» sun luogo p e r farci s tim are , m a che a b -
» biamo Lui solo d irettam en te di m ira in
» tutte le n o stre a z i o n i , e c h e nulla da noi
» si ope ri p e r u m an o r i g u a r d o ...
» Assicuratevi , ch e le m as sim e del Figlio
» d ’iddio e gli esem pli dell a su a vita p ri
vata non so no s t e r i l i , essi p ro d u c o n o a
» suo tem p o il loro fru tto , e chi o p e r a in
» c o n t r a r i o , tutto ries ce in m ale. »
L’a b b o r rim e n to ch e il se rvo di Dio aveva p e r le m ire m o n d a n e lo fece p r o r o m p e r e un giorno in uno di q u e ’moti s u b ita n e i, (quali lasciano tras p arire le abituali disposizioni del cuore. Uno d e ’ suoi e rasi accusato in pre sen z a degli altri di a v e r fatto qualc he azione per riguardi umani. Vincenzo afflitto in s e n tir e un missionario av er alt re m ire fuori c h e Dio , s a r e b b e m e g l i o , d i s s e ,
» e ssere gettato sovra acceso rogo coi piedi e colle man i legate , che il fare u n ’azione col fine di piac ere agli uomini.»
C om pia ngeva la follia di coloro i quali, a v e n do sola mente intenzioni' t e r r e n e , p e r d o n o
«quel tem po e q u e l l e fatiche ch e riuscireb- be ro c o ta n to salutifere se elevati si fossero fino a Dio.
« L’i n t e n z i o n e , dicevasi da lu i, è l’anim a
» «delle nost re o p e r e ; essa n e a u m e n ta som - m a m e n te il pregio ed il v a lo r e ; poiché
» siccome gli abiti d' or dinario non si
» stimano tanto p e r la st offa di cui si
» f o r m a n o , «quanto p e r li rica mi d e ’ quali
» vann o a d o r n i , così non biso gna già con-
» ten ta rs i di fare de lle b u o n e operazioni ,
» m a è necessario illu stra rle col m e r i t o di
» una s an ta i n t e n z i o n e , face nd ole unica-
» m e n t e p e r piac ere a Dio. »
Da questi princip j purificati nasceva in lui un vivissimo desid erio di p r o c u ra r e la gloria d ’iddio e di c o n d u rre t utti a p a r te c i
pare di qu esti stessi se n tim e n ti. Voleva che un vero discepolo di Gesù Cristo re ndess e conto a se stesso d e ’motivi i quali lo s p in g e vano ad agire , e interrogando si prima di c om incia re ognuna delle sue a z i o n i , di
cesse a se m edesim o : Pe r qual motivo i n t rap re n d i tu questa anzi che la tale altra cosa? È forse p e r so dd isfarti, o per piac ere ad u n a d eb o le crea tu ra ? Non è forse n e l l’unica m ira di a d e m p ie r e la volontà di Dio
e di segu ire l’ impulso del suo spirito ?
« Quale vita co n d u r re m m o noi, diceva a ’suoi,
» se ci fosse dato di c o n tr a r r e la be at a fa-
» cilità di voler tutto in Dio e tutto p e r Dio!
« La nostra vita avrebb e una relazio ne m a g -
» gior e con quella degli a n g e l i , ch e con quella degli uom ini ; s a reb b e in certo
» qual m od o tu tt a Divina , poiché tulle le
» no stre azioni si farebb ero co’ movimenti
» dello Spirito S a n to e dell a sua grazia.
T u tt a la vita del San to è u n a prova c h ’e gli agì co stan tem e n te in questo se ns o , e questa prova ve rrà c o n ferm a ta dalle gra ndi cose che a n d r e m o espon end o.
F ru tto . Una limosina p e r a m ore d ’iddio.