La “varietà” dei contesti
nazionali e settoriali
Indice
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I fattori che creano la varietà delle imprese
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Il contesto di riferimento dell’impresa
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La diversità dei capitalismi nazionali
1. L’impostazione microeconomica neoclassica si fonda
sulla formulazione teorica che esista un unico modello efficiente ed efficace di impresa all’interno di uno specifico contesto competitivo
2. La diversità dimensionale – nonché organizzativa, di
governance e strategica – non è ammessa e, anzi,
qualora vi sia, essa costituisce un’eccezione destinata ad essere “espulsa” per l’operare dei meccanismi concorrenziali presenti nel mercato
1. Al contrario, la diversità delle imprese, all’interno di un contesto competitivo, è un fatto ineliminabile e strutturale
2. In un certo qual modo, proprio questa diversità delle imprese contribuisce a generare una dinamica del contesto competitivo, fatta di innovazioni e di conseguenti “distruzioni creatrici” (Schumpeter), capaci
1. Quali fattori influenzano la diversità delle imprese, riconoscibile e visibile sul piano empirico in base delle loro strategie?
2. La diversità evidenziata nelle strategie riflette, in realtà, una varietà strutturale riconducibile all’operare di almeno tre fattori:
– context specific
– industry specific
– firm specific
Le fonti della varietà strutturale
delle imprese
I fattori context-specific fanno riferimento al fatto che i sentieri di sviluppo e le performance delle imprese
sono fortemente condizionati dalla fitta rete di rapporti con variabili specifiche del più ampio contesto in cui operano, dal semplice contesto territoriale di riferimento (per esempio, il distretto
industriale) sino a quello più generale definito in termini di sistema-paese
1. I fattori industry-specific si riferiscono ad altre dimensioni concettuali – relative al settore di appartenenza – tali da influenzare una varietà delle imprese
2. Es: l’appartenenza a un determinato settore, per ipotesi high tech piuttosto che un settore low tech, comporta un maggiore o un minore investimento in attività knowledge intensive, un diverso peso e una differente organizzazione delle attività di R&S, diseguali modalità di differenziazione dei propri prodotti e servizi sul mercato, differenti decisioni in termini di canali distributivi e di relazione con il cliente e diverse tipologie di reti di appartenenza (reti scientifiche nel primo caso, reti soprattutto di mercato nel secondo)
1. I fattori firm-specific fanno riferimento a diverse dimensioni endogene alle imprese
2. La struttura proprietaria dell’impresa, il livello di managerialità
e imprenditorialità nello stile di gestione, la struttura
organizzativa, la storia, i valori condivisi, le professionalità, sono tra i principali elementi che contraddistinguono
un’impresa rispetto a un’altra, influenzandone anche le modalità di azione e i percorsi di sviluppo
1. L’impresa non è un soggetto che vive in isolamento ma è
strutturalmente collocata in un “ecosistema” composto da numerosi attori, con i quali si attivano differenti relazioni e che interagiscono tra di loro
2. Una parte di questi attori costituiscono quell’insieme di
soggetti portatori di intessi, definiti stakeholder, che, proprio per questo, influenzano le decisioni dell’impresa
I fattori context-specific:
Le connessioni tra questi soggetti possono avere diverse caratteristiche, dal punto di vista dell’impresa, quali:
1. relazioni formali oppure informali;
2. relazioni unilaterali oppure bilaterali;
3. relazioni con conseguenze intense oppure deboli;
4. relazioni cooperative oppure competitive;
5. relazioni da cui derivano vincoli oppure opportunità.
Le diversità relazionali
con gli attori esterni
1. Quest’insieme di relazioni contribuisce, in misura significativa, a configurare e modellare la competitività dell’impresa
2. Il paradigma teorico che tende a spiegare la competitività di un’impresa in funzione del suo “ecosistema” in cui è collocata viene detto strutturalismo
3. L’impresa è immersa in un particolare sistema istituzionale, composto da proprie regole di comportamento, da una propria storia, da peculiari forme di regolazione delle attività delle imprese e così via. Le caratteristiche differenziali del comportamento delle imprese dipendono perciò dal fatto che esse si trovano storicamente modellate dal sistema sociale e istituzionale in cui sono localizzate e radicate
4. Con il paradigma strutturalista, l’impresa ha una propria progettualità strategica – e conseguentemente propri comportamenti e proprie performance – fortemente influenzata e condizionata dal contesto esterno
1. L’ecosistema nazionale fa riferimento ai sistemi capitalistici nazionali in cui l’impresa è collocata
2. I percorsi storici di industrializzazione appaiono così specifici e irripetibili per i diversi paesi al punto di arrivare a modellare una varietà nei meccanismi e nelle logiche di funzionamento dei sistemi capitalistici avanzati
3. In questi diversi modelli, le interazioni istituzionali tra soggetti finanziari, sindacali, imprenditoriali e della policy pubblica,
La diversità dei
capitalismi nazionali
Il capitalismo anglosassone possiede essenzialmente le seguenti caratteristiche:
– il ruolo della borsa valori
– la flessibilità del mercato del lavoro
– il ruolo della concorrenza tra le imprese
– il ruolo della R&S
Il capitalismo tedesco presenta le seguenti caratteristiche:
– l’importanza di alcuni settori manifatturieri, cosiddetti scale intensive
– la centralità della ricerca scientifica applicata a favore di queste industrie manifatturiere
– la rilevanza, negli organi decisionali delle grandi imprese, delle rappresentanze dei lavoratori
– la presenza di banche cosiddette “miste”
Il
capitalismo francese
ha alcune proprie specificità:
– il ruolo dello Stato nel perseguimento di progetti nazionali di sviluppo industriale
– il ruolo dello Stato nell’economia tramite la proprietà,
parziale o totale, di molte imprese in alcuni settori considerati strategici
Il capitalismo italiano presenta talune peculiarità che lo rendono piuttosto diverso dai capitalismi nazionali precedentemente
analizzati
Principali caratteristiche:
– una specializzazione manifatturiera nei settori “tradizionali”
– una dimensione medio-piccola delle imprese
– un soggetto proprietario delle imprese molto concentrato e, in genere, riconducibile ad un nucleo familiare
– un’agglomerazione di piccole e medie imprese industriali nei
Il peso di alcuni settori sul valore aggiunto
manifatturiero
Tabella 1 Il peso di alcuni settori economici sul valore aggiunto manifatturiero
La concentrazione proprietaria in Italia nelle
imprese quotate nella borsa valori
1. L’ecosistema settoriale costituisce un secondo importante profilo della varietà strutturale delle imprese
2. A seconda del settore, cambiano molte caratteristiche del contesto competitivo tali da influenzare la condotta strategica dell’impresa (regolamentazione, tecnologie, fabbisogni finanziari,
internazionalizzazione, ecc.)
1. I settori economici sono una suddivisione formale del sistema economico complessivo sulla base delle caratteristiche delle attività svolte
2. Il termine settore economico viene normalmente utilizzato con diverse accezioni:
– per indicare un particolare mercato o prodotto (p.e. settore energia, settore trasporti, settore auto ecc.)
– una particolare proprietà della produzione (p.e. settore pubblico e settore privato)
– delle grandi macrocategorie produttive (settore primario, secondario e terziario)
Secondo una tradizionale classificazione i settori produttivi sono quattro:
– il settore primario
– il settore secondario
– il settore terziario
– il settore quaternario o terziario avanzato
Pavitt ha proposto una tassonomia dei settori industriali sulla base delle loro caratteristiche innovative, identificando quattro diverse categorie:
– settori supplier-dominated
– settori scale-intensive
– settori specialised suppliers
– settori science-based
Essa si basa sulla diversa intensità della R&S (in rapporto al fatturato totale) presente nei diversi settori
manifatturieri
– settori ad alta tecnologia
– settori a medio-alta tecnologia
– settori a medio-bassa tecnologia
– settori a bassa tecnologia
La specializzazione settoriale di alcuni
paesi
Figura 2 Il peso economico dei diversi settori manifatturieri in alcuni
1. La green economy non costituisce un nuovo settore economico ma esprime un diverso orientamento nella produzione di moltissimi prodotti e servizi 2. La sua finalità, infatti, è data dall’obiettivo di ridurre l’impatto ambientale
(ossia i potenziali danni generati dall’intero ciclo di trasformazione delle materie prime a partire dalla loro estrazione, passando per il loro trasporto e trasformazione in prodotti finiti sino alla loro definitiva eliminazione)
3. In questo approccio di filiera complessiva, è evidente che tutti i prodotti
possono essere re-interpretati, riuscendo a contenere il loro impatto negativo sull’ambiente complessivo