Dott. Antonio Magi – Segretario Generale SUMAI
In apertura ha illustrato come gli specialisti ambulatoriali abbiano già prima dell’emergenza COVID assunto e sviluppato un’expertise in materia, e per questo hanno proposto in alcune Regioni la creazione di team multidisciplinari sul territorio in grado di prendere in carico il paziente rafforzando così la struttura della medicina territoriale.
Ha inoltre ricordato come durante la pandemia, in piena autonomia, i professionisti della medicina ambulatoriale abbiano provato a sviluppare delle soluzioni di supporto alla medicina territoriale, basandosi sulle seguenti linee di azione:
• sviluppo di microteam, con medico-infermiere e specialista qualora necessario; • promozione dell’istituzione dell’infermiere di famiglia;
• potenziamento di health centers e delle c.d. case della salute;
• presidi socio-sanitari integrati, sia mono-professionali che multiprofessionali.
Il progetto proposto da SUMAI ruota attorno alla necessità e riconoscimento dell’assistenza specialistica in tutti i contesti territoriali, a prescindere dal setting ambulatoriale, arrivando fino all’assistenza domiciliare, nelle RSA ed in tutti i luoghi di cura extraospedalieri. Tuttavia, per far ciò, ha spiegato il Dott. Magi, serve anche un rafforzamento nella raccolta dei dati e nella revisione dei nomenclatori sanitari. Sarà quindi importante l’adozione di uniche linee guida gestionali sull’intero territorio nazionale nel campo della medicina territoriale.
Ha in seguito ricordato come l’emergenza COVID abbia mostrato la necessità di utilizzare i progressi della tecnologia nel campo della sanità, come la telemedicina nel campo dei teleconsulti. Il Dott. ha poi sottolineato come il SSN abbia oltre 20 mila specialisti operanti nel territorio che, tuttavia, non hanno ancora avuto modo di essere valorizzati in tutte le loro articolazioni, cosa che sarebbe possibile ora attraverso un’attivazione concreta della medicina territoriale e cure intermedie.
Infine, ha sottolineato come la complessità dei pazienti anziani e cronici presupponga un lavoro di equipe sul territorio che l’esperienza di specialisti e medici ambulatoriale - anche alla luce degli accordi contrattuali in essere - è in grado di soddisfare grazie alla loro multidisciplinarietà. Attività che potrebbero supportare diverse necessità di cura, in particolare nel campo delle:
• cure palliative;
• patologie neurodegenerative; • malattie diabetiche.
Alla luce di quanto illustrato il Dott. ha ricordato come ci sia la necessità di disegnare una medicina territoriale nuova, ispirata a una vision che possa rispondere alla domanda di salute del paese oltre che essere integrata al suo interno con le strutture ospedaliere, valorizzando anche le diverse specializzazioni presenti.
Q&A
Durante i Q&A sono emersi i seguenti spunti di interesse e di contesto:
• Sen. Paola Binetti (FI): ha ricordato come il nodo centrale dovrebbe essere però costituito dal rafforzamento delle figura di MMG, ed allo stesso tempo bisognerebbe sottolineare anche i gap del sistema che non sono stati illustrati dall’audito e che sono necessari per superare le attuali difficoltà; • Sen. Maria Rizzotti (FI): ha ricordato come negli ultimi due decenni si sia svilita la figura del medico di famiglia perché visto spesso solo con prescrittore di farmaci, e su questo ha chiesto come poter superare questo gap;