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Miglior approssimazione in spazi euclidei

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(1)

Alvise Sommariva

Universit`a degli Studi di Padova Dipartimento di Matematica

(2)

Definizione (Spazio euclideo)

Uno spazio vettoriale E dotato di un prodotto interno (·, ·), cio`e una funzione reale definita sulle coppie x , y ∈ E con le seguenti propriet`a

1 (x , x ) ≥ 0 per ogni x ∈ E ; inoltre (x , x ) = 0 se e solo se

x = 0;

2 (x , y ) = (y , x ) per ogni x , y ∈ E ;

3 (λx , y ) = λ(x , y ) per ogni x , y ∈ E e λ ∈ R; 4 (x , y + z) = (x , y ) + (x , z) per ogni x , y , z ∈ E .

si dicespazio euclideo.

(3)

Vediamo alcuni esempi di spazi euclidei:

Rn dotato dell’usuale prodotto scalare, `e uno spazio euclideo;

se e1, . . . , en `e una base ortonormale, cio`e per cui

(φj, φk) = δj ,k (dove al solito δj ,k `e il delta di Kronecker),

allora ogni vettore x ∈ Rn si pu`o scrivere come x =

n

X

k=1

cnen, ck = (x , ek).

Infatti, moltiplicando ambo i membri di x per ek si ha per la

bilinearit`a del prodotto scalare

(4)

lo spazio C ([a, b])delle funzioni continue nel compatto [a, b], dotato del prodotto scalare

(f , g ) = Z b

a

f (x )g (x ) dx

`

e uno spazio euclideo, cf. [8, p.145]. lo spazio L2

R([a, b]) lo spazio dellefunzioni misurabili

f : [a, b] → R con [a, b] compatto e tali che |f |2 sia integrabile (cf.[4, p.5]), dotato del prodotto scalare

(f , g ) = Z b

a

f (x )g (x ) dx

`

(5)

lo spazio L2

C([a, b]) lo spazio delle funzioni misurabili

f : [a, b] → C con [a, b] compatto e tali che |f |2 sia integrabile (cf.[4, p.5]) , dotato del prodotto scalare

(f , g ) = Z b

a

f (x )g (x ) dx

`

e uno spazio euclideo completo, cf. (cf.[4, p.5]).

(6)

Teorema (Pitagora)

Sia E uno spazio euclideo, e siano f , g ∈ E tali che (f , g ) = 0 (cio`e f e g sono ortogonali). Allora kf + g k2 = kf k2+ kg k2.

Dimostrazione.

Essendo (f , g ) = 0, dalla bilinearit`a del prodotto interno,

kf + g k2 = (f + g , f + g ) = (f , f ) + (g , f ) + (f , g ) + (g , g ) = (f , f ) + 0 + 0 + (g , g )

= kf k2+ kg k2

4

Notazione.

(7)

Teorema (Proiezione ortogonale)

Sia f ∈ E , E spazio euclideo e {φj}1,...,N un sistema finito di

elementi di E lin. indipendenti. Alloraf∗ =P

1,...,Ncj∗φj `e la

soluzione del problema

kf − f∗k2 = min

g ∈<φk>k=1,...,N

kf − g k2

dove i coefficienti cj∗ verificano le cosidette equazioni normali N

X

k=1

(φj, φk)ck∗ = (φj, f ), j = 1, . . . , N.

La soluzione `e caratterizzata dalla propriet`a di ortogonalit`a cio`e

chef∗− f `e ortogonale a tutti gli φk, con k = 1, . . . , N o

equivalentemente

(8)

Dimostrazione.

Supponiamo che per un certo f∗ =P

1,...,Ncj∗φj si abbia che

f∗− f sia ortogonale a tutti i φk (e quindi a ogni loro

combinazione lineare).

Supponiamo f◦6= f∗ sia l’elemento di migliore approssimazione.

Allora, visto che f − f∗ `e ortogonale a f∗− f◦∈< φk >,

utilizzando il teorema di Pitagora

kf − f◦k2 = k(f − f∗) + (f∗− f◦)k2

= kf − f∗k2+ kf− fk2> kf − fk2 (2)

(9)

Di conseguenza se f∗ ∈< φk >k=1,...,N e f∗− f `e ortogonale a tutti

i φk allora f∗ `e la miglior approssimazione di f in < φk >k=1,...,N.

Rimane allora da mostrare che le condizioni di ortogonalit`a

  N X j =1 cj∗φj− f , φk  = 0, k = 1, . . . , N

sono soddisfatte per un qualche (unico!) c∗ = (cj)j =1,...,N.

Questo problema `e equivalente alla esistenza della soluzione del sistema di equazioni normali

N

X

k=1

(φj, φk)ck∗= (φj, f ), j = 1, . . . , N (3)

(10)

Si vede facilmente che la matrice (di Gram) G `e definita positiva e quindi non singolare.

Infatti, se v = (vi) ∈ RN\{0}, Gi ,j = (φi, φj), u =Piviφi 6= 0 vT · G · v = vT ·X j vj(φi, φj) = vT · (φi, X j vjφj) = X i vi(φi, X j vjφj) = ( X i viφi, X j vjφj) = (u, u) > 0.

(11)

Nota.

Osserviamo ora chese non si possiede una base ortogonale

k}k=1,...,N allora per ottenere l’elemento di miglior approssimazione, bisogna

Disporre dei prodotti scalari (φj, φk) per j , k = 1, . . . , N e di

(φj, f ) per j = 1, . . . , N.

Con i valori (φj, φk) si forma la matrice simmetrica (e definita

positiva!) di Gramle cui componenti sono Gj ,k = (φj, φk),

con bj = (φj, f ) si definisce il termine noto b del sistema

Gc = b,

si risolve quindi tale sistema lineare, la cui soluzione fornisce le componenti (cj∗) dell’elemento di miglior approssimazione P

(12)

Se invecedisponiamo di una base ortogonale{φk}k=1,...,N allora il

calcolo della miglior approssimazionenon richiede la soluzione del sistema delle equazioni normali, bensi’ da

ck∗= (φk, f ) (φk, φk)

il solo calcolo di alcuni prodotti interni e N divisioni.

Inoltre si noti che se {φk}k=1,...,N `e un sistema ortogonale, allora

(13)

Esempio

Un caso importante `e quello in cui {φj}j =1,...,N `e unsistema ortogonale, cio`e

(φj, φk) = cjδj ,k, cj 6= 0,

dove al solito δj ,k denota il delta di Kronecker; allora i coefficienti

cj∗ (detti in questo casodi Fourier) sono calcolabili pi`u semplicemente con la formula

cj∗= (f , φj) (φj, φj)

(14)

Problema.

A questo punto supponiamo che sia S0 ⊂ . . . ⊂ Sn⊂ . . . ⊆ E . Ci

si domanda se per una qualsiasi f ∈ E si abbia che limnEn(f ) = 0.

Abbiamo visto che questo equivale a stabilire che ∪nSn `e denso in

E .

Al momento non abbiamo detto nulla riguardo una possibile base dello spazio euclideo E .

Cosa serve richiedere ad E perch`e esista una base, magari con cardinalit`a numerabile?

(15)

Definizione (Separabile)

Uno spazio euclideo E si diceseparabile se e solo se contiene un sottinsieme S ⊆ X denso e numerabile, cf. [8, p.48].

Teorema

Uno spazio euclideo separabile ha una base ortonormale {φk}k

finita o numerabile, cio`e tale che (φj, φk) = δj ,k e se x ∈ E allora

si pu`o scrivere formalmente

x =X

k∈N

ckφk

(16)

Inoltre vale il seguente teorema, basato sull’algoritmo di

Gram-Schmidt(cf. [4, p.165]),

Teorema (Ortogonalizzazione)

Siano f1, . . . , fn, . . . un insieme numerabile di elementi linearmente

indipendenti di uno spazio euclideo E . Allora E contiene un insieme di elementi {φk}k=1,...,n,... tale che

1 il sistema {φn} `e ortonormale (cio`e (φm, φn)=δm,n, dove δm,n

`

e il delta di Kronecker);

(17)

Nota.

Si osservi che

l’insieme di partenza f1, . . . , fn, . . .non deve essere

necessariamente finito, come di solito viene spesso richiesto

nell’algoritmo di ortogonalizzazione di matrici;

l’insieme φ1, . . . , φn, . . . non deve essere necessariamente finito;

se lo spazio euclideo ha unabase numerabile formata da elementi linearmente indipendenti f1, . . . , fn, . . ., allora ha pure

(18)

Definizione (Serie di Fourier)

Se f ∈ E ,

ck = (f , φk), k = 1, 2, . . .

e {φk}k=1,...,∞ `e una successione di elementi ortonormali di E , la

serie (formale)

+∞

X

k=1

ckφk

(19)

Definizione (Chiuso)

Sia

φ1, . . . , φn, . . .

una successione di elementi ortonormali di uno spazio vettoriale normato X . Se ogni elemento f ∈ X pu`o essere scritto

formalmente come serie di Fourier allora l’insieme {φk}k=1,..., si

dicechiusoin X .

Problema.

(20)

Sia φ1, . . . , φn, . . . una successione di elementi ortonormali di uno

(21)

Vale ladisuguaglianza di Bessel

X

k=1

ck2 ≤ kf k2.

Vale l’uguaglianza di Parseval ∞

X

k=1

ck2= kf k2

(22)

Nota.

Osserviamo che

la soluzione al problema di miglior appross. in norma k · k

esiste ed `e unica: per ottenerla basta calcolare i coefficienti di

Fourier.

se {ck}k=1,...,n determina l’elemento di miglior

approssimazione di f rispetto alla norma indotta dal prodotto scalare in Sn=< φ1, . . . , φn>, allora lim n kf − n X k=1 ckφkk = lim n v u u tkf k2 n X k=1 ck2= 0

(23)

Definizione (Polinomi trigonometrici)

Lo spazio vettoriale TR

n deipolinomi trigonometrici di grado n`e

costituito dalle combinazioni lineari delle funzioni

φ0(x ) ≡ 1

φ2k−1(x ) ≡ cos (kx), k = 1, . . . , n

(24)

Osserviamo che per n = 1, 2, . . ., essendo per leformule di Werner

cos (nx ) · cos (mx ) = cos ((n + m)x ) + cos ((n − m)x ) 2 e Z π −π cos (kx )dx =  0, k 6= 0 2π, k = 0 necessariamente Rπ −πcos2(nx ) dx = Rπ −π cos (2nx )+1 2 dx = π; Rπ −πsin2(nx ) dx = Rπ −π(1 − cos2(nx )) dx = 2π − π = π; Rπ

−πcos (nx ) · sin (mx ) dx = 0, (integranda dispari);

(25)

Inoltre per n = 1, 2, . . .,

(26)

R

in [−π, π] compatto e tali che |f |2 sia integrabile (cf.[4, p.5]) . Sia tale spazio dotato del prodotto scalare(f , g ) =R−ππ f (x )g (x ) dx.

Per quanto visto

1/ √

2π, . . . , cos (nt)/√π, sin (nt)/√π, . . .

`

e una succ. ortonorm. di funzioni in L2R([a, b]). Si dimostra che le 2n + 1 funzioni

1/√2π, . . . , cos (nt)/√π, sin (nt)/√π

formano una base ortonorm. di TR

n dotato del prod. scal. di

L2

(27)

Dalle precedenti osservazioni e del teorema di Bessel-Parseval:

Teorema

Consideriamo la successione di elementi ortonormali

1/ √

2π, . . . , cos (nt)/√π, sin (nt)/√π, . . .

di L2

R([a, b]). Allora i coefficienti di Fourier che determinano

l’elemento di miglior approssimazione corrispondono a

(28)
(29)

Definizione (Polinomi trigonometrici complessi)

Lo spazio vettoriale TC

n deipolinomi trigonometrici complessi di

grado n`e costituito dalle combinazioni lineari delle funzioni

φ0(x ) ≡ 1

φ2k−1(x ) ≡ exp (−ikx), k = 1, . . . , n

φ2k(x ) ≡ exp (ikx), k = 1, . . . , n

(30)

La successione {φk}k `e una composta di elementi ortogonali di L2C. Dimostrazione.

Per j , k ∈ Z, ricordando l’identit`a di Eulero

exp (ikx ) = cos (kx ) + i sin (kx ) = cos (kx ) − i sin (kx ) = exp (−ikx ) e dal fatto che exp (imx ) · exp (inx ) = exp (i (m + n)x ) ricaviamo

Z 2π

0

exp (ijx ) · exp (ikx ) dx = Z2π

0

exp (i (j − k)x ) dx .

Sej = k tale integrale vale evidentemente 2π altrimenti, sej 6= k vale 0 in quanto

Z 2π

0

exp (i (j − k)x ) dx = (exp (i (j − k)2π) − exp (i (j − k)0)) i (j − k)

= 1

(31)

Poich`e ∪n∈NTC

n `e chiuso in L2C([0, 2π])(cf.[2, p.24-27])

Teorema

Consideriamo la successione di elementi ortonormali di L2C([0, 2π]) 1/√2π, . . . , exp (−inx )/√2π, exp (inx )/√2π, . . . Allora i coeff. di Fourier dell’elemento di miglior appross. sono

c0=√1 R2π 0 f (x ) dx ; c2k−1=√1 R2π 0 f (x ) exp (ikx ) dx , k = 1, 2, . . .; c2k = √1 R2π 0 f (x ) exp (−ikx ) dx , k = 1, 2, . . .; ed `e limkEk(f ) = 0.

Inoltre vale l’uguaglianza di Parseval

(32)

Nota.

Di solito non si usa per tali serie di Fourier la notazione introdotta, ma si preferisce descriverla come la serie bilatera

f (x ) = ∞ X k=−∞ γkexp (ikx ) con γk = 1 2π Z 2π 0 f (x ) exp (−ikx ) dx (4)

(33)

Si supponga che la funzione f ∈ L2

C([0, 2π]) sia in realt`a continua

in [0, 2π] e periodica cio`e f (0) = f (2π). Dalla teoria `e noto che possiamo scrivere formalmente

f (x ) = ∞ X k=−∞ 1 2π Z 2π 0 f (x ) exp (−ikx ) dx  exp (ikx ). (5)

Usualmente non si calcola tutta la sommatoria ma si considera una sua approssimazione N−1 X k=−(N−1) 1 2π Z 2π 0 f (x ) exp (−ikx ) dx  exp (ikx )

(34)

Osserviamo che differentemente dalla classica interpolazione polinomiale in nodi generici, l’approssimante trigonometrica `e disponibile se siamo in grado di calcolare numericamente la quantit`a Ik := 1 2π Z 2π 0 f (x ) exp (−ikx ) dx per k = −(N − 1), . . . , (N − 1).

Per funzioni continue e periodiche, si prova che `e una buona scelta utilizzare la formula deitrapezi composta([1, p.285-288]).

(35)

Supponiamo f : [0, 2π] → R sia continua,

periodica, cio`e f (0) = f (2π).

Utilizzando la formula composta dei trapezi basata su N intervalli equispaziati (con N che determina pure il numero di coefficienti di Fourier da calcolare!), se h `e continua e periodica in [0, 2π]

Z 2π 0 h(x )dx ≈ 1 N N X j =1 h(xj), xj = j 2π N.

Cos`ı, il coefficiente di Fourier ξk(f ), `e tale che

(36)

Da ξk(f ) := 1 2π Z 2π 0 f (x ) exp (−ikx ) dx ≈ 1 N N X j =1 f  j ·2π N  · exp  −ik · j2π N  . definiti Xj = N1f 2πNj (con j = 1, . . . , N); σk :=PNj =1Xj · exp −i (k−1)2πj N  ,

abbiamo ξk−1(f ) ≈ σk (ove k = 1, . . . , N), in quanto

(37)

Si pu`o dimostrare (non banale!) che

Teorema

Se f : [0, 2π] → R `e continua e periodica allora l polinomio trigonometrico complesso pN−1(x ) = N−1 X j =−(N−1) ak · exp (−ikx) dove ak = 1 N N X j =1 f  j ·2π N 

(cio`e ak `e l’approssimazione del coefficiente di Fourier ξk(f )

(38)

Ci poniamo varie domande:

Quanto buona `e l’approssimazione fornita dal metodo dei trapezi, nel calcolo degli integrali?

Come decadono i coefficienti di Fourier (vedasi anche il Lemma di Lebesgue-Riemann)?

(39)

Teorema ([10])

Se f `e

η ≥ 1 volte differenziabile,

f(η)`e a variazione limitata V in [0, 2π],

allora, detta IN(f ) l’approssimazione fornita dalla formula

composta dei trapezi nel calcolare I =R2π

0 f (x )dx ,

|IN(f ) − I | ≤ 4V Nη+1.

Se f `e analitica con |f (t)| ≤ M nella striscia aperta di

semiampiezza α attorno all’asse reale del piano complesso, allora

(40)

Teorema ([10]) Se f `e η ≥ 0 volte differenziabile, f(η)`e a variazione limitata V in [0, 2π], allora |ξk(f )| ≤ V 2πηkη+1.

Se f `e analitica con |f (t)| ≤ M nella striscia aperta di

semiampiezza α attorno all’asse reale del piano complesso, allora

(41)

Teorema ([10]) Se f `e η ≥ 1 volte differenziabile, f(η)`e a variazione limitata V in [0, 2π], allora la miglior approssimantefN−1 = PN−1 j =−(N−1)ξk(f ) · exp (−ikx ) in norma 2, il polinomio interpolantepN−1(x )= PN−1 j =−(N−1)ak · exp (−ikx)

sono tali che

kf − fN−1k∞≤

V

πη(N − 1)η, kf − pN−1k∞≤

(42)

u = (u1, . . . , uN) in un vettore U = (U1, . . . , UN) tale che Uk = N X n=1 un· exp  −i (k − 1)2π(n − 1) N  Da ξk−1(f ) = 1 2π Z 2π 0 f (x ) exp (−i (k − 1)x ) dx ≈ N X n=1 Xn· exp −i (k − 1)2π(n − 1) N  = σk

(43)

Quindi, noto N e definita f , se scriviamo

>>n =1: N ;

>>X_n =(1/ N )∗f (2∗p i∗n/N ) ; >>s i g m a _ n=f f t( X_n ) ;

abbiamo che il k-simo integrale di indice (non negativo!) corrisponde al (k + 1)-simo elemento del vettore σ n (per k = 0, . . . , N − 1).

Nota.

(44)

Purtroppo si pu`o mostrare che il (k + 1)-simo elemento calcolato da FFT in realt`a per problemi legati alla periodicit`a

dell’esponenziale in C `e tale che

σk+1≈ . . . + ξk−N+ ξk+ ξk+N+ . . . .

Questo suggerisce che se sono rilevanti solo i termini di Fourier ξ−(M−1), . . . , ξM−1 mentre gli altri sono di grandezza trascurabile,

allora per N = 2M − 1

applichiamo l’algoritmo FFT per calcolare ξ0, . . . , ξN,

osservare che essendo rilevanti solo ξ−(M−1), . . . , ξM−1

per k = 0, . . . , M − 1,

σk+1≈ . . . + ξk−N+ ξk+ ξk+N+ . . . ≈ ξk, per k = M, . . . , 2M − 2,

(45)

Importante.

Si osservi che se N = 2r, allora i coefficienti di Fourier possono

essere calcolati

numericamente con l’algoritmo noto come Fast Fourier Transform (FFT) in O(Nlog2N)operazioni aritmetiche, se non si usasse FFT, un algoritmo di base necessiterebbe di

O(N2) operazioni aritmetiche, (cf. [1, p.181]).

(46)

Calcoliamo l’approssimazione f (x ) = ∞ X k=−∞ 1 2π Z 2π 0 f (x ) exp (−ikx ) dx  exp (ikx ). (7)

(47)
(48)

Se N `e sufficientemente grande e σ = (σ1, . . . , σN) allora

supponendo che circa met`a di questi siano relativi a coefficienti di Fourier con indici positivi e met`a a indici negativi

(49)
(50)

Approssimiamo la funzione

f (x ) = 3 · exp (−ix ) + 8 · exp (+7ix ) + sin (x )

che `e ovviamente periodica. Ricordiamo che

sin (x ) = (exp (ix )) − exp (−ix ))

2i .

Evidentemente sono tutti nulli i coefficienti di Fourier il cui indice `e strettamente inferiore a −1 e strettamente maggiore di 7, quindi una buona scelta `e N = 16, in quanto potenza di 2 e tutti i coefficienti interessanti hanno indice nell’intervallo

(51)

Cos`ı salviamo in fft example.m N =16; f=i n l i n e (’ e x p(− i∗x )+exp (7∗ i ∗x )+s i n ( x ) ’) ; Y=f f t _ c o e f f s ( f , N ) ; x = ( 0 : 0 . 0 1 : 2∗p i) ’ ; fx=f ( x ) ; tx=f f t _ e v a l ( Y , x ) ; err=norm( fx−tx , inf ) ;

f p r i n t f(’ \n \ t [ e r r , i n f norm ] : %2.2 e ’, err )

(52)

e abbiamo come risultato

>> f f t _ e x a m p l e err =

(53)

Esercizio

Cosa succede se in fft example.m si usa N = 13 invece di N = 16? Darne una spiegazione, controllando i valori assunti dal vettore Y.

Esercizio

(54)

K. Atkinson, An Introduction to Numerical Analysis, Wiley, 1989.

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http://www.encyclopediaofmath.org/index.php/Orthogonal series. G. Gilardi Analisi Due, seconda edizione, McGraw-Hill, 1996. D.H. Griffel, Applied functional analysis, Dover publications, 2002.

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