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Proprietà dei nuclei

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(1)

Istituzioni di Fisica Nucleare e Subnucleare – Prof. A. Andreazza

Proprietà dei nuclei

Lezione 2

(2)

Classificazione dei nuclei

•  I nuclei sono costituiti da protoni e neutroni.

•  La carica del nucleo è data dal numero di protoni:

–  numero atomico Z

–  determina le proprietà chimiche dell’atomo risultante –  di solito indicato attraverso il simbolo dell’elemento

chimico

•  La massa del nucleo dipende principalmente dal numero di nucleoni:

–  numero di massa A

–  somma di Z e del numero di neutroni N

9 Be

Berillio: Z=4

Numero di

massa A=9 Neutroni N=A-Z=5

N.B.: se fosse necessario indicare esplicitamente Z, useremo la notazione:

AZX

(3)

Classificazione dei nuclei

•  Nuclei con lo stesso Z ma diverso N sono detti isotopi dello stesso elemento.

•  Nuclei con lo stesso A, ma diverso Z, sono detti isobari.

•  Nuclei con lo stesso N, ma diverso Z, sono detti isotoni.

•  Un nucleo con determinati valori di A e Z può trovarsi in stati eccitati, isomeri o

risonanze, da cui solitamente decade nello stato

fondamentale emettendo radiazione elettromagnetica (raggi γ)

Istituzioni di Fisica Nucleare e Subnucleare – Lezione 2 A. Andreazza - a.a. 2015/16

3

N

Z

BNL Nuclide Map

http://www.nndc.bnl.gov/nudat2/

(4)

Carta dei Nuclidi

BNL Nuclide Map

http://www.nndc.bnl.gov/nudat2/

20983

Bi

(5)

Masse dei nuclei

•  La massa di un nucleo è inferiore alla somma delle masse dei costituenti:

•  La differenza di massa è dovuta all’energia di legame (binding energy) dovuta alle forze nucleari:

–  Il fatto che la massa del sistema sia minore delle sue componenti ne garantisce la stabilità.

•  Una quantità fisicamente importante è l’energia media di legame per nucleone:

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5

M (A, Z ) < Zmp + (A − Z )mn

B.E. / c2 = M (A, Z ) − Zmp − (A − Z )mn

mp = 938.27 MeV / c2 mn = 939.57 MeV / c2

B

A = − B.E.

A = "#Zmp + (A − Z )mn − M (A, Z )$%c2 A

(6)

Spettrometro di massa

•  Per la misura di masse atomiche si usano spettrometri di massa

•  Il principio di funzionamento è il seguente –  una sorgente di ioni

•  gli atomi sono ionizzati e accelerati

–  un selettore di velocità

•  solo le particelle che viaggiano in linea retta attraversano i collimatori

•  La forza elettrica e la forza magnetica si bilanciano

–  uno spettrometro magnetico

•  masse diverse hanno raggi diversi

sorgente di ioni selettore v

v! F!E = q !

Ev F!B = q!

v × ! Bv

F!E = −! FB

spettrometro magnetico qvB = m v2 R

mv = qBR

m = q Bv Ev BR

collimatori

v = Ev Bv

B!v E!v

R

(7)

Spettrometro di massa

Istituzioni di Fisica Nucleare e Subnucleare – Lezione 2 A. Andreazza - a.a. 2015/16

7

•  Interessano precisioni sulle masse ~0.1 MeV.

–  ~10-6 per atomi con A~100

•  Per poter determinare la massa con precisione occorre

–  misurare con precisione R

–  misurare con precisione Ev, Bv, B

•  stabilità ed uniformità

•  Si ottengono precisioni migliori per rapporti di masse

–  si utilizzano due molecole che hanno circa la stessa massa; ad esempio:

–  si possono utilizzare le stesse regolazioni di E e B per le due molecole

–  Le molecole passano attraverso le stesse regioni dell’apparato

•  Il rapporto delle masse dipende solo dai raggi:

•  Il carbonio consente numerose possibilità di realizzare le masse volute.

m = q Bv Ev BR

160Gd ≈ C12H16 AC12H16 = 12 ×12 + 16 ×1

m1 = q Bv Ev BR1 m2 = qBv

Ev BR2 C12H16

160Gd

m1 m2 = R1 R2

(8)

Masse atomiche

•  Normalmente viene tabulato il peso atomico:

–  include le masse degli elettroni e la loro piccola energia di legame Be: –  espresso in unified atomic mass unit (u):

1/12 della massa di un atomo di 12C –  1 u = 931.49 MeV/c2 = 1.6605 × 10-27 kg

–  NA = 6.022142×1023 mol-1 è il numero di atomi contenuti in 12 g di 12C

•  Si definisce eccesso di massa la differenza rispetto ad A u:

Mass excess = m(A, Z) − A u

m(A, Z ) = M (A, Z) + Zme − Be(Z ) / c2

Mass excess [keV/c2] Atomic mass [µu]

(9)

Isotopi e pesi atomici

•  Uno spettrometro di massa può venire usato come separatore di isotopi.

–  sia come analisi di composizione

–  che come produzione di specifici nuclidi

•  I pesi atomici degli elementi tengono conto dell’abbondanza isotopica.

–  Tipicamente differiscono da A di frazioni in 10-3, –  eccetto quanto sono presenti diversi isotopi con

abbondanza comparabile.

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(10)

Energia di legame per nucleone

Binding energy curve - common isotopes.

Licensed under Public Domain via Commons.

(11)

Energia di legame per nucleone

Istituzioni di Fisica Nucleare e Subnucleare – Lezione 2 A. Andreazza - a.a. 2015/16

11

Binding energy curve - common isotopes.

Licensed under Public Domain via Commons.

•  Osservazione:

–  l’energia media di legame è approssimativamente costante:

B/A ~ 8 MeV

–  l’interazione nucleare deve essere a corto range.

(12)

Interazioni a lungo e corto range

•  Interazioni a lungo range (es. interazione Coulombiana):

–  una particella interagisce con tutte le altre particelle presenti

–  energia della particella: A+1∝A

–  energia totale proporzionale al numero di coppie: E∝A(A-1)/2

•  Interazioni a breve range (es. legami molecolari)

–  una particella interagisce solo con le particelle più vicine

–  energia della particella: A+1~costante –  energia totale proporzionale al numero di

particelle: E∝A

(13)

Energia di legame per nucleone

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13

Binding energy curve - common isotopes.

Licensed under Public Domain via Commons.

•  Osservazione:

–  esiste un massimo in corrispondenza del 56Fe.

–  Sotto tale A, è energeticamente conveniente combinare nuclei leggeri in un nucleo pesante:

•  fusione nucleare

•  processo di nucleosintesi primordiale e stellare.

–  Al di sopra i nuclei devono venire prodotti da altri meccanismi:

•  esplosioni di supernovae.

(14)

Energia di legame per nucleone

Binding energy curve - common isotopes.

Licensed under Public Domain via Commons.

•  Osservazione:

–  L’energia media di legame presenta irregolarità nella regione di basse masse:

•  modelli nucleari dovranno spiegare queste proprietà

–  In particolare 4He (Z=2, N=2) è più strettamente legato degli stati vicini:

•  assenza di nuclei stabili con A=5 e 8

•  possibilità di decadimenti α di elementi pesanti

(15)

Le barriere di massa A=5, A=8

•  Energia di separazione

–  Energia minima necessaria da fornire ad un nucleone per estrarlo dal nucleo.

–  Per protoni:

–  Per neutroni

•  Sp(5Li) e Sn(5He) sono negative:

–  gli stati legati sono instabili.

•  Infine abbiamo che:

m(8Be)>2m(4He)

–  tale nucleo decade

immediatamente in due α

Istituzioni di Fisica Nucleare e Subnucleare – Lezione 2 A. Andreazza - a.a. 2015/16

15

N

Z

A=5 A=8

Sp

( )

ZAX = m"#

(

Z−1A−1X

)

+ m

( )

1H − m

( )

ZAX $

%c2

Sn

( )

ZAX = m"#

(

A−1ZX

)

+ mn − m

( )

ZAX $

%c2

(16)

Stabilità dei nuclei

Stabile

N Z Nuclei stabili

Pari Pari 156

Pari Dispari 48

Dispari Pari 50

Dispari Dispari 5

(17)

Stabilità dei nuclei

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17

Stabile β+

β-

β

-

AZ

X→

AZ+1

X

β

+

AZ

X→

AZ-1

X

(18)

Decadimenti β

Decadimenti tra nuclei isobari:

•  β-: AZ-1XAZX+e-e

–  permesso se: m(A,Z-1)>m(A,Z)

•  β+: AZXAZ-1X+e+e

–  permesso se: m(A,Z)>m(A,Z-1)+2me

•  Cattura Elettronica (EC): AZX+e-AZ-1X+νe –  permesso se: m(A,Z)>m(A,Z-1)

Tra due isobari contigui (|ΔZ|=1) è sempre permesso o un decadimento β- o un EC

–  β+ sempre accompagnato da EC –  sequenze di decadimenti fino a

raggiungere l’isotono più stabile:

valle di stabilità

–  se A pari, nuclei dispari-dispari decadranno in pari-pari

–  possono esserci più nuclei pari-pari stabili

N.B.: masse atomiche

(19)

Stabilità dei nuclei

Istituzioni di Fisica Nucleare e Subnucleare – Lezione 2 A. Andreazza - a.a. 2015/16

19

Stabile β+

β-

emissione di n

α

AZ

X→

A-4Z-2

X

α

Fissione spontanea

emissione

di p

(20)

Momento magnetico

•  Una particella può essere dotata di momento angolare: spin S

•  In una visione classica, in cui una distribuzione di massa ruota con velocità angolare ω attorno al proprio asse:

–  I = momento d’inerzia

•  Se abbiamo una corrispondente distribuzione di carica:

•  la particella presenta anche un momento magnetico:

S = dV

ρ(r) r sin

(

θω

) (

r sinθ

)

S = dV

ρ(r)v × r

dVρ(r)r2sin2θ = Iω

ρe(r) = Q

M ρ(r)

µ = dV ρe(r) v

2πr

(

πr2sin2θ

)

µ = Q 2M S

= Q

2M ω dV ρ(r)r

2sin2θ

rsinθ

rsinθ

I=Qv/2πrsinθ

I S

(21)

Momento magnetico

•  In meccanica quantistica solo alcuni valori di S sono permessi:

•  Il momento magnetico si può esprimere come

–  g fattore giromagnetico

•  p, n, e (e ν) hanno tutti s=1/2

–  possono trovarsi in due stati di Sz=±ℏ/2 –  g=2 per particelle elementari di spin ½ –  κ=g-2: anomalia magnetica

•  Per l’elettrone:

•  Per il protone:

•  Per il neutrone:

Istituzioni di Fisica Nucleare e Subnucleare – Lezione 2 A. Andreazza - a.a. 2015/16

21

S = s(s +1)! s = 0, 12,1, 23Sz = m! m = −s,−s +1,…+ s µ! = g Q!

2M

"

S

!

!

"

# $

%&

µe =µB = e! 2me

Spesso gergalmente si dice S=s

= 5.788381×10−11MeV / T ge ≈ 2

µp = 2.79µN = 2.79 e!

2mp κp = 3.58 µn = −1.91µN κn = −3.82

µN = 3.152451×10−14MeV / T

Magnetone di Bohr

Magnetone nucleare

(22)

Momento magnetico

•  Nuclei stabili con A pari (tipicamente Z-N pari-pari) presentano S=0 –  µ=0

•  Nuclei con A dispari (Z-N pari-dispari/dispari pari) hanno valori osservati -3µN<µ<7µN.

–  molto minore del numero di nucleoni disponibili

•  I momenti magnetici dei singoli nucleoni tendono a compensarsi l’uno con l’altro.

(23)

Dimensione dei nuclei

•  Primi studi sulla struttura interna del nucleone effettuati con esperimenti di scattering elastico e-nucleo

•  Acceleratore lineare a Stanford

•  Serie di esperimenti con elettroni di energia 150-550 MeV e diversi tipi di bersaglio.

•  McAllister e Hofstadter, Phys. Rev. 102 851 (1956)

Premio Nobel nel 1961

Istituzioni di Fisica Nucleare e Subnucleare – Lezione 2 A. Andreazza - a.a. 2015/16

23

(24)

Cinematica

•  Consideriamo un elettrone

incidente su un nucleo a riposo.

–  Per fissare le idee definiamo l’asse z come la direzione del moto.

–  Possiamo trascurare la massa dell’elettrone.

–  mN massa del nucleo.

•  L’elettrone scambia un fotone con il nucleo, trasferendogli un

tetramomento q.

–  W massa dello stato adronico finale:

k =

(

E 0 0 E

)

k =!

(

E! E sinθ 0! E cosθ!

)

p =

(

mN 0 0 0

)

q =

(

E − "E − "E sinθ 0 E − "E cosθ

)

W2 = p + q

( )

2 = mN2 + 2 pq

( )

+ q2

e-

e-

N adroni

(25)

Cinematica: Invarianti relativistiche

•  Ci sono tre tetravettori indipendenti: p, k, k′

–  Possono venire combinati a dare tre quantità scalari

•  Energia nel centro di massa

•  Due a scelta tra:

–  Momento trasferito

–  Per comodità si definisce Q2 come quantità positiva:

–  Frazione di energia trasferita

–  xB

•  Caso elastico:

–  un vincolo aggiuntivo

Istituzioni di Fisica Nucleare e Subnucleare – Lezione 2 A. Andreazza - a.a. 2015/16

25

s = p + k

( )

2 = mN2 + 2mNE

q2 = k − "

(

k

)

2 = −2 k "

( )

k = −2E "E (1− cosθ ) = −4E "E sin2 12θ Q2 = −q2

y = 2 pq

( )

2 pk

( )

=

E − "E

E 0 < y < 1 x = Q2

2 pq

( )

0 < x < 1 W2 = mN2

W2 = p + q

( )

2 = mN2 + 2 pq

( )

+ q2 ⇒ mN2 = mN2 + 2 pq

( )

+ q2 ⇒ x = −q

2

2 pq

( )

= 1

2E !E (1− cosθ )

2mN

(

E − !E

)

= 1 ⇒

"

E

E = 1

1+ E / m

(

N

)

(1− cosθ ) =

1

1+ 2E / m

(

N

)

sin2 12θ

(26)

Sezione d’urto di Mott

•  Quando si considera lo spin dell’elettrone, la sezione d’urto di Rutherford viene modificata.

•  Si ottiene la sezione d’urto di Mott:

•  Se si considera un nucleone con spin ½:

dσ

"

#$ %

&

'

Mott

= α2 cos2 12θ 4E2sin4 12θ

E( E dσ

= α2

4E2sin4 12θ

"

E

E

Correzione per tenere in conto che siamo nel sistema del laboratorio

dσ

= α2 cos2 12θ 4E2 sin4 12θ

"

E

E 1+ Q2

2mN2 tan2 12θ

#

$% &

'( = dσ

"

#$ %

&

'

Mott

1+ Q2

2mN2 tan2 12θ (

)* +

,-

(27)

Formula di Rosenbluth

•  Nel caso generale:

•  Solitamente le funzioni W sono espresse in termine dei fattori di forma adimensionali F1 ed F2.

•  Che si possono interpretare come i termini che definiscono il contributo della carica e del momento magnetico anomalo:

κ=g-2 nell’interazione e-p.

Istituzioni di Fisica Nucleare e Subnucleare – Lezione 2 A. Andreazza - a.a. 2015/16

27

dσ

= α2 cos2 12θ 4E2sin4 12θ

"

E E

W2

( )

Q2

4mN2 +W1

( )

Q2

2mN2 tan2 12θ

#

$

%%

&

' ((

W1

( )

Q2 = Q2

(

F1(q2) +κ F2(q2)

)

2 W2

( )

Q2 = 4mN2 F12(q2) + κ4m2Q2

N

2 F22(q2)

!

"

## $

%&&

(28)

Interpretazione dei fattori di forma

•  La sezione d’urto è proporzionale al quadrato dell’elemento di matrice

•  Nel caso di scattering di Rutherford

•  Per una generica distribuzione di carica normalizzata ρ(r):

drρ(r) = 1 f V i =

drψ*f ( )r V r( )ψi( )r

V r( ) = Ze

2

4πε0r f V i = dre

i

!pf⋅r Ze2 4πε0re

i

!pi⋅r

= Ze

2

4πε0

4π!2

q2 q = pi − pf

V r( ) = d !r Ze

2ρ( !r ) 4πε0 | r − !r |

f V i = dre

i

!pf⋅r

d "r Ze2ρ( "r ) 4πε0 | r − "r |

%

&

' (

)*e

i

!pi⋅r

= dr d !r Ze

2ρ( !r ) 4πε0 | r − !r |

e

i

!q⋅r

= d !rρ( !r )e

i

!q⋅ !r

dr Ze2

4πε0 | r − !r |

e

i

!q⋅(r− !r )

= 4Zeπε2

0

4π!2 q2

!

"

# $

%& d 'r ρ( 'r )e

i

!q⋅ 'r

(29)

Interpretazione dei fattori di forma

•  Se il processo di scattering avviene non in un punto, ma su una distribuzione di densità compare un contributo dovuto alla propagazione delle onde piane

corrispondenti alle funzioni d’onda della particelle incidente e di quella diffusa:

•  Per particelle puntiformi

•  A basso momento trasferito, q≪1/r, e, sviluppando l’integrale, si ottiene una serie di potenze in q:

–  Assumendo ρ a simmetria sferica:

•  Se q≫1/r, l’integranda oscilla fortemente e

Istituzioni di Fisica Nucleare e Subnucleare – Lezione 2 A. Andreazza - a.a. 2015/16

29

F(q2) = dre

−i "k ⋅rρ(r)eik⋅r =

dreiq⋅rρ(r)

F(q2) = 1

F(q2) = dre

iq⋅rρ(r) = drρ(r) 1+ iq ⋅ r − 1

2

(

q ⋅ r

)

2 +...

$

%&

' ()=

drρ(r) = 1

drρ(r)iq ⋅ r =

0

1

2

drρ(r) q ⋅ r

( )

2 = 16q2 r2 Primo termine dello sviluppo:

0ggetto della misura di Hofstadter

F(q2) → 0 per q2 → ∞

(30)

•  La figura mostra uno schema semplificato della camera di scattering

•  Gli elettroni normalmente attraversano la camera di scattering senza interagire con il bersaglio e vengono misurati dal rivelatore monitor che permette così di misurare il numero di elettroni di ogni impulso

La camera di scattering

•  Occasionalmente gli elettroni interagiscono nel bersaglio

•  Gli elettroni deflessi dell'angolo a cui è posto il rivelatore entrano nelo

spettrometro.

•  Lo spettrometro misura il momento per verificare lo scattering elastico:

E!

E = 1

1+ E

mN (1− cosθ)

(31)

Risultati per idrogeno

a)  Sezione d’urto di Mott

b)  Particella di Dirac

c)  Sezione d’urto di Rosenbluth per protone puntiforme

La curva sperimentale indica una correzione:

con

Istituzioni di Fisica Nucleare e Subnucleare – Lezione 2 A. Andreazza - a.a. 2015/16

31

F1

( )

Q2 = F2

( )

Q2 = 1−Q62 rp2

rp2 = 0.74 ± 0.24 fm

F1( )Q2 = F2( )Q2 = 1

= α2 4E2sin4 12θ

"

E

E cos2 12θ F1

2+κ2Q2 4mp2 F22

#

$%% &

'((+ Q2

2M(F1 +κ F2)2tan2 12θ

)

* ++

, - ..

= α2 4E2sin4 12θ

"

E

E cos2 12θ

= α2 4E2sin4 12θ

"

E

E cos2 12θ 1+ Q2

2M tan2 12θ

#

$% &

'(

(32)

Risultati per particelle α

•  Siccome il nucleo di He ha spin 0, il confronto viene fatto con la formula di Mott

–  Scalata per Z2

•  Anche in questo caso accordo con un fattore di forma:

F1

( )

Q2 = 1−Q62 rHe2 rHe2 = 1.60 ± 0.10 fm dσ

= Z2α2

4E2sin4 12θ* cos

2 12θ*F12

( )

Q2

(33)

Un’analogia con l’ottica

•  Il fenomeno è simile a quello della diffrazione:

–  Interferenza tra i fronti d’onda diffusi dai vari centri di scattering

Istituzioni di Fisica Nucleare e Subnucleare – Lezione 2 A. Andreazza - a.a. 2015/16

33

Frosch et al, “Structure of the He4 Nucleus from Elastic Electron Scattering”, Phys. Rev. 160 874 (1967)

A( θ ) = dye

i

2π

λ ysinθ

−d/2

d/2

x y

θ

eik⋅x k =

λ

( )

1, 0

ρ x

( )

=δ x

( )

ϑ d / 2− | y |

( )

ei !k ⋅x k =!

λ

(

cosθ,sinθ

)

=

dxρ x

( )

ei( !k −k)⋅x

(34)

•  Gli studi sistematici sui nuclei furono completati da Hofstadter negli anni 50 presso l’Università di Stanford

–  Ricostruzione di ρ(r)

–  Altri esempi di studi più recenti

•  †R. Hofstadter, Electron Scattering and Nuclear Structure Rev. Mod. Phys 28 p.214 (1956)

•  http://nobelprize.org/nobel_prizes/physics/laureates/1961/hofstadter-bio.html

Altri nuclei

197Au

16O 109Ag 208Pb

208Pb

(35)

Le dimensioni dei nuclei

Istituzioni di Fisica Nucleare e Subnucleare – Lezione 2 A. Andreazza - a.a. 2015/16

35

•  I risultati di molte misure delle dimensioni nucleari sono stati trovati in accordo con la legge empirica

•  La conseguenza di questa legge empirica è che la densità della materia nucleare è costante

•  La densità della materia nucleare è molto elevata R = roA1/3

r

o

= 1.2 ×10

−15

m = 1.2 fm

V = 4

3π R3 = 4

3πro3A MA ≈ AmN

ρ = MA

V = AmN 4

3πro3A

= mN 4 3πro3

ρ ∼ 10

14

g / cm

3

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