• Non ci sono risultati.

Pagine elettroniche

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "Pagine elettroniche"

Copied!
36
0
0

Testo completo

(1)

Pagine elettroniche

Valutazione del rischio di bambino abusato e negletto: miglioramento della qualità dell’assistenza primaria nei risultati di uno studio osservazionale

Le linee guida NICE sul fine vita nei bambini con patologie disabilitanti: cosa possiamo fare

Novità pediatriche sul Manganese: aggiornamento dalle pubblicazioni di interesse pediatrico 2018-2019

Ossigeno ad alti flussi: non solo nella bronchiolite?

I poster degli specializzandi (5° parte) - “Da Tabiano a Parma...”, 14-16 febbraio 2019

Novembre - Dicembre 2019 / Vol. 26 n.6

Poster pag. p.1 L’articolo del mese pag. am.1 Ambiente & Salute pag. a&s.1 Documenti pag. d.2 Newsletter pediatrica pag. n.2

In questo numero:

Édouard Manet, «Il bar delle Folies-Bergerès», 1881-82 (particolare)

(2)

Pagine elettroniche di Quaderni acp Novembre - Dicembre 2019 / Vol. 26 n.6

Newsletter pediatrica ACP

n.1 Linea guida pratica dell’Accademia Americana di n.1 Pediatria per la gestione degli emangiomi infantili n.2 Valutazione del rischio di bambino abusato e neglet- n.1 to: miglioramento della qualità dell’assistenza primaria n.1 nei risultati di uno studio osservazionale

n.3 Trasfusione di piastrine a scopo profilattico in neonati n.1 pretermine: meno si fa, meglio è

n.4 I figli di genitori ansiosi presentano un maggior n.1 rischio di sviluppare un disturbo d’ansia o depressivo:

n.1 i risultati di una revisione sistematica con metanalisi n.5 Cochrane Database of Systematic Review: revisioni n.1 nuove o aggiornate novembre-dicembre 2019

Documenti

d.1 La Retinopatia della Prematurità: diagnosi e terapia n.1 sempre più puntuali e appropriate nel documento n.1 dell’AAP

n.1 Commento a cura di Augusto Biasini

d.2 Le linee guida NICE sul fine vita nei bambini con pato- n.1 logie disabilitanti: cosa possiamo fare

n.1 Commento a cura di Ludovica De Panfilis e Sergio Amarri

Ambiente & Salute

a&s.1 Novità pediatriche sul Manganese: aggiornamento a&s.1 dalle pubblicazioni di interesse pediatrico 2018-2019 a&s.1

L’ Articolo del Mese

am.1 Ossigeno ad alti flussi: non solo nella bronchiolite?

am.1 Commento a cura di Enrico Valletta e Martina Fornaro

Poster congressi

p.1 Poster specializzandi (5° parte)

p.1 “Da Tabiano a Parma...”, 14-16 febbraio 2019

Narrare l’immagine

ni.1 Édouard Manet, «Il bar delle Folies-Bergerès», 1881-82 ni.1 Descrizione a cura di Cristina Casoli

ni.1 Impressioni di Laura Brusadin e Giancarlo Biasini

Direttore Michele Gangemi Coordinatore Costantino Panza Comitato editoriale Laura Brusadin Claudia Mandato Maddalena Marchesi Costantino Panza Patrizia Rogari Giacomo Toffol Collaboratori Gruppo PuMP ACP Gruppi di lettura della Newsletter Pediatrica Redazione di Quaderni acp

Presidente ACP Federica Zanetto

Progetto grafico ed editing Programmazione web Gianni Piras

Internet

La rivista aderisce agli obiettivi di diffusione gratuita della let- teratura medica ed è disponibi- le integralmente all’ indirizzo:

www.acp.it/pagine-elettroni che

Redazione

redazione@quaderniacp.it

Electronic pages Quaderni ACP index (number 6, 2019) ACP Paediatric Newsletter

n.1 Practical guideline of the American Academy of Pediatrics for the management of childhood hemangiomas

n.2 Assessment of the risk of abused and neglected children: impro vement of the quality of primary care in the results of an obser vational study

n.3 Prophylactic platelet transfusion in preterm infants: the less you do, the better

n.4 Children of anxious parents are at greater risk for developing anxiety or depressive disorders: the results of a systematic review with meta - analysis

n.5 Cochrane Database of Systematic Review: new and updated revisions november-dicember 2019

Documents

d.1 Retinopathy of Prematurity: diagnosis and therapy increasingly punctual and appropriate in the AAP document

Comment by Augusto Biasini

d.2 The NICE guidelines on end of life in children with disability:

what we can do

Comment by Ludovica De Panfilis and Sergio Amarri Environment & Health

a&s.1 Pediatric news on Manganese: update from publications of ni.1 pediatric interest

Article of the month

am.1 High-flow oxygen: not only in bronchiolitis?

Congress Posters

p.1 “Da Tabiano a Parma...” (five part) Telling the image

ni.1 Édouard Manet, «Il bar delle Folies-Bergerès», 1881-82ni.1 ni.1 Description by Cristina Casoli

ni.1 Impression of Laura Brusadin and Giancarlo Biasini

(3)

Newsletter Pediatrica

Linea guida pratica dell’Accademia Americana di Pediatria per la gestione degli emangiomi infantili

Gli emangiomi infantili (IH) sono il più frequente dei tumori beni- gni infantili, interessando il 5% dei bambini. La maggior parte sono piccoli, innocui con risoluzione spontanea. Alcuni per dimensioni o localizzazione possono essere problematici. L’AAP ha pubblicato delle linee guida per la loro gestione. In esse vengono indicati i cri- teri per individuare gli IH ad alto rischio e la loro gestione. Alcune delle raccomandazioni principali: in caso di alto rischio la consu- lenza specialistica deve essere la più precoce possibile; in genere non sono richiesti esami strumentali; il propanololo è il farmaco di prima scelta nei casi che richiedono un trattamento sistemico.

Practical guideline of the American Academy of Pediatrics for the management of childhood hemangiomas

Infantile hemangiomas (IH) are the most frequent of benign infan- tile tumors, affecting 5% of children. Most are small, harmless with spontaneous resolution. Some in size or location can be problema- tic. The AAP has published guidelines for their management. They indicate the criteria for identifying high-risk IH and their manage- ment. Some of the main recommendations: in case of high risk, spe- cialist advice must be as early as possible; in general, instrumental examinations are not required; propanolol is the first choice drug when systemic treatment is required.

Metodo

Obiettivo e ambiti di applicazione

Argomento: gestione degli Emangiomi Infantili (IH).

Obiettivo generale: migliorare il triage e la gestione degli eman- giomi infantili nel setting delle cure primarie, utilizzando un ap- proccio basato sull’evidenza.

Quesiti clinico-assistenziali cui la Linea Guida intende rispon- dere:

1. Quali i rischi e i benefici delle indagini strumentali per la dia- gnosi e la tipizzazione degli IH?

2. C’è differenza in base alla sede e al sottotipo?

3. Per quali pazienti è indicato il trattamento farmacologico e che differenza c’è, in termini di costi-benefici, tra beta bloccanti e corticosteroidi?

4. Per i pazienti per i quali il trattamento farmacologico è ineffi- cace, quali sono i costi e i benefici di una terapia di seconda scelta a base di immunoregolatori e ACE inibitori?

5. Per i pazienti inviati ad un trattamento chirurgico, quali sono i costi e i benefici dei diversi tipi di interventi (compresi escissione e laser terapia)?

6. Qual è la storia naturale degli IH? Quali gli effetti avversi dell’astensione dal trattamento? Su quali fattori basare l’identifi- cazione dei casi a rischio di complicazione da sottoporre pronta- mente a trattamento medico o chirurgico?

7. Quali sono le prove che 5 o più IH cutanei sono associati ad aumentato rischio di emangiomi occulti?

Popolazione target: neonati, lattanti e soggetti di età inferiore a 18 anni con IH certo o sospetto.

Coinvolgimento degli stakeholders

Del comitato multidisciplinare individuato dalla AAP hanno fatto parte: pediatri generalisti, ORL, dermatologi, cardiologi, emato-oncologi, chirurghi plastici, radiologi, epidemiologi, me- todologi e un rappresentante della Partnership for Policy Im- plementation (un pediatra esperto di informatica medica, che ha collaborato con gli autori per fornire indicazioni chiare per implementare le raccomandazioni nella pratica e renderle facil- mente incorporabili all’interno delle cartelle cliniche elettroni- che a supporto delle decisioni cliniche) e un rappresentante dei genitori.

Utilizzatori della LG: la LG è rivolta a pediatri o medici delle cure primarie, che collaborano nella gestione con lo specialista di HI, o a medici non specialisti, che trattano gli HI sulla base delle loro conoscenze e competenze.

Rigore metodologico

Si tratta della prima Linea Guida Pratica (CPG) dell’AAP sull’argomento, non segue la metodologia GRADE, ma quella AHRQ (Agenzia della Qualità Americana).

- I quesiti clinici sono ben definiti.

- La ricerca bibliografica è stata condotta da due ricercatori in modo indipendente.

- I database consultati: Medline, CINAHL, Embase per la ricerca della letteratura pubblicata tra il 1982 e giugno 2015. Ricercati solo lavori in lingua inglese.

Medline è stato consultato anche per un ulteriore aggiornamento con ricerca degli articoli pubblicati tra giugno 2015 e gennaio 2017 relativi al trattamento farmacologico. La strategia completa di ricerca è stata pubblicata ed è consultabile, ma il link di con- sultazione riportato nel testo della Linea Guida porta al database della ARQ, dove ci sono i documenti su IH fino al 2016. Manca quello del 2019. Il GRADING e la forza delle evidenze sono chia- ramente descritti e si basano su quanto indicato da AHRQ [1].

Krowchuk DP, Frieden IJ, Mancini AJ, et al.

Clinical Practice Guideline for the Management of Infantile Hemangiomas Pediatrics 2019;143(1). pii:e20183475

(4)

Chiarezza espositiva

Le raccomandazioni dedotte dall’evidenza dei risultati, sono chiaramente identificabili per ognuno dei quesiti. Le tabelle e le figure sono semplici e utili e efficaci.

Applicabilità

La linea guida può essere considerata in teoria trasferibile, tutta- via una trasferibilità nella pratica del setting delle cure primarie dovrebbe prevedere:

1. una formazione sia dei medici delle cure primarie che dei pe- diatri dei punti nascita;

2. la presenza di canali preferenziali per le consulenze specialisti- che o la possibilità di utilizzo e scambio di materiali fotografici per monitorare gli amangiomi.

La raccomandazione relativa alla precocità della valutazione da parte di uno specialista, in assenza di uno specialista di riferi- mento, potrebbe risultare difficilmente applicabile nel nostro at- tuale contesto organizzativo.

Vengono sottolineate le difficoltà legate alla attuale tempistica (troppo tardiva?) delle visite di controllo pediatriche nei primi mesi di vita nella realtà Americana e alla grande eterogeneità di sede e dimensione degli IH.

Nel nostro contesto, l’individuazione precoce degli IH a rischio, da parte dei pediatri di famiglia, vista la cadenza dei bilanci di salute, dovrebbe essere più fattibile.

I costi non sono valutati dalla linea guida, la sostenibilità dipen- de dalla disponibilità recettiva dei servizi specialistici nei tempi indicati.

Implementazione: gli autori ne affrontano le criticità, ma non of- frono soluzioni, forse per l’eterogeneità delle diverse realtà sani- tarie.

Monitoraggio: non vengono date indicazioni.

E’ previsto un aggiornamento che andrebbe fatto prima di 5 anni, come riconoscono gli stessi autori, in ragione dei rapidi cambia- menti nella gestione degli IH, in base ai risultati degli studi che vengono man mano pubblicati.

Indipendenza editoriale

Conflitti di interesse: è stato dichiarato da tutti i partecipanti alla realizzazione della LG.

Ente finanziatore: American Academy of Pediatrics.

Principali raccomandazioni della LG

1. Stratificazione del rischio: un IH è ad alto rischio se ci sono prove o probabilità di complicanze rischiose per la vita, meno- mazioni funzionali o ulcerazioni, anomalie strutturali (ad es. nel- le Sindromi PHACE o LOMBAR), o deturpazione permanente.

Grado X (*), raccomandazione forte.

In caso di alto rischio la consulenza specialistica deve essere la più precoce possibile.

Grado X (*), raccomandazione forte

2. Imaging: il medico non deve effettuare imaging a meno che la diagnosi di IH non sia incerta o non ci siano 5 o più IH cutanei o

Newsletter Pediatrica

anomalie anatomiche associate sospette.

Grado B, raccomandazione moderata.

a. Ecografia: imaging di 1° linea, in caso di diagnosi incerta.

Grado C, raccomandazione debole.

b. RM: imaging indicato in caso di anomalie strutturali associate (es. S. PHACE o LUMBAR).

Grado B, raccomandazione moderata.

3. Terapia: Farmaci

a. Propanololo: prima scelta nei casi che richiedono trattamento sistemico.

Va dato a stomaco pieno per ridurre il rischio di ipoglicemia e di convulsioni da ipoglicemia.

Dosaggio: 2-3 mg/kg/die, tranne nei casi di comorbidità (es.

PHACE sindrome) o in caso di effetti collaterali (es. disturbo del sonno) che richiedono una dose più bassa.

Grado A, raccomandazione moderata.

b. Timololo maleato topico: solo per terapia degli HI sottili e/o superficiali.

Grado B, raccomandazione moderata.

c. Cortisone orale: può essere usato in caso di controindicazioni o di inadeguata risposta al propanololo.

Grado B, raccomandazione moderata.

d. Cortisone intralesionale (triamcinolone/betametasone): ri- servato solo a IH focali, proliferanti, ingombranti o in sedi ana- tomiche critiche (es. labbra).

Grado B, raccomandazione moderata.

e. Altre terapie

f. Chirurgia o laser (preferibilmente PDL): solo in IH selezio- nati.

Grado C, raccomandazione moderata.

4. Educazione/formazione dei genitori

I genitori devono essere informati sulla storia naturale (sono ri- portati alcuni siti web divulgativi) e sui potenziali effetti avversi del propanololo (disturbi del sonno, irritazione bronchiale, bra- dicardia e ipotensione clinicamente sintomatici).

Grado X (*), raccomandazione forte.

Sono anche enumerate le future sfide della ricerca, i quesiti ca- renti di prove e le proposte per le future direzioni della ricerca.

(*): il grado X, nel sistema di grading dell’AAP, indica una situa- zione eccezionale nella quale non possono essere eseguiti studi di validazione ed è presente una chiara preponderanza di beneficio o danno.

Altre LG sull’argomento

In Italia sono presenti le linee guida Anomalie Vascolari a cura della Società Italiana per lo studio delle Malattie Vascolari (SI- SAV), disponibile nel sito web della società scientifica; queste linee guida sono attualmente applicate dagli specialisti del setto- re in Italia. In tabella 1 offriamo un confronto della valutazione metodologica tra le LLGG della SISAV e quelle oggetto di que- sta scheda. In letteratura sono presenti documenti di Consensus (alcune citate nel testo della Linea Guida), nessuna delle quali è però definibile dal punto di vista metodologico come una li- nea guida e, anche se sono più aggiornate e metodologicamente accurate, per tale motivo non sono confrontabili con le LLGG AAP:

Newsletter Pediatrica

(5)

Newsletter Pediatrica

Newsletter Pediatrica

- Hoeger PH, Harper JI, Baselga E, et al. Treatment of infantile haemangiomas: recommendations of a European expert group.

Eur J Pediatr. 2015;174(7):855–865.

Un consensus stilato da un gruppo di esperti europeo basato sulla più recente letteratura scientifica sull’argomento.

- Smithson SL, Rademaker M, Adams S, et al. Consensus state- ment for the treatment of infantile haemangiomas with propra- nolol. Australas J Dermatol. 2017;58(2):155–159.

Un consensus dell’Australasian Vascular Anomalies Network e dell’Australasian Paediatric Dermatology Network.

- Baselga Torres E, Bernabéu Wittel J, van Esso Arbolave DL, et al. Spanish consensus on infantile haemangioma]. An Pediatr (Barc). 2016 Nov;85(5):256-265

Un consensus di specialisti dermatologi, cardiologi e chirurghi in-

fantili spagnoli che include raccomandazioni e un algoritmo dia- gnostico-terapeutico in caso di emangioma infantile.

1. Owens DK, Lohr KN, Atkins D, et al. AHRQ series paper 5: grading the strength of a body of evidence when comparing medical interven- tions - Agency for Healthcare Research and Quality and the Effective Health-Care Program. J Clin Epidemiol. 2010;63(5):513-23

2. Buzzetti R. Linee guida a confronto. Quaderni acp 2007; 14(6): 26-29

Scheda redatta dal gruppo di lettura di Asolo-Bassano:

Giacomo Toffol, Paolo Schievano, Patrizia Bonin, Laura Todesco, Silvia Cavinato, Rossella Piovesan, Miriana Callegari, Giuseppe Matteoli, Maria Luisa Zuccolo.

Riassunto LG AAP LG SISAV

Gruppo multidisciplinare corretto insufficiente

Ricerca bibliografica e criteri di selezione delle evidenze corretto insufficiente

Medodi per la graduazione delle raccomandazioni corretto sufficiente

Chiarezza corretto corretto

Indipendenza del gruppo corretto insufficiente

Valutazione del gruppo di lettura: corretto, sufficiente, insufficiente - Da voce bibliografica 2 Tabella 1. Differenze cliniche e applicative tra linee guida: l’esempio della bronchiolite

(6)

Newsletter Pediatrica

Valutazione del rischio di maltrattamento nel bambino:

miglioramento della qualità dell’assistenza primaria nei risultati di uno studio osservazionale

L’incorporazione di uno strumento per la valutazione dei fattori di rischio ambientali di maltrattamento è un obiettivo cruciale delle cure primarie pediatriche non ancora raggiunto. Questo articolo presenta l’esperienza di alcuni ambulatori pediatrici negli Sta- ti Uniti nell’implementazione di uno strumento di rilevazione di alcune situazioni di rischio per maltrattamento. Gi autori hanno descritto il processo di implementazione e i primi risultati nell’ade- renza del personale sanitario a queste nuove procedure, tuttavia mancano i risultati indicanti l’efficacia di questo tipo di intervento nella popolazione afferenti agli ambulatori. Il tipo di studio os- servazionale senza gruppo di controllo presenta alcune debolezze metodologiche. In altri studi sull’argomento descriviamo gli altri interventi che ad oggi sono stati svolti in questo ambito nelle cure primarie.

Assessment of the risk of abused and neglected children: im- provement of the quality of primary care in the results of an observational study

The incorporation of a tool for assessing the environmental risk factors of abuse is a crucial goal of primary pediatric care not yet achieved. This article presents the experience of some pediatric cli- nics in the implementation of a tool for detecting risk situations for abuse. The authors described the implementation process and the first results in the adherence of health personnel to these new pro- cedures. However the results indicating the effectiveness of this type of intervention in the population are lacking. The type of obser- vational study without a control group has some methodological weaknesses reported in the comment. In ‘other studies on the topic’

we describe other interventions that have been carried out in this area of primary care to date

Metodo

Obiettivo (con tipo studio)

Studio osservazionale per valutare l’efficacia di schede di rileva- zione standardizzate nel migliorare, in un setting di cure prima- rie, la capacità di individuare le situazioni a rischio di abuso e la successiva fornitura di risorse personalizzate ai genitori.

Popolazione

Bambini dai 0 ai 3 anni di famiglie prevalentemente con basso reddito residenti a Philadelphia, Pennsylvania, seguiti presso un centro di cure primarie (Nemours DuPont Pediatrics).

Intervento

Incorporazione di uno strumento – Practicing Safety - per rile- vare il rischio di maltrattamento e per offrire guide anticipatorie selezionate alle famiglie durante i bilanci di salute fino ai 3 anni di età del bambino. Le fasi di intervento consistevano in:

a. adattamento del Practicing Safety alle risorse locali;

b. incorporazione del Practicing Safety, del Edinburgh Postnatal Depression Scale (EPDS) e di uno strumento per la valutazione dello sviluppo (Parents’ Evaluation of Developmental Status - PEDS) nella cartella informatizzata attraverso particolari softwa- re costruiti ad hoc;

c. utilizzo (non obbligatorio) della nuova cartella informatizzata da parte dei pediatri afferenti alla struttura;

d. incontri programmati per valutare la qualità dell’intervento con il personale sanitario e le famiglie;

e. coinvolgimento di tutto il personale dell’ambulatorio (infer- miera, pediatra, assistente sociale, personale amministrativo, rappresentante delle famiglie) nel team per il miglioramento del- la qualità;

f. continui miglioramenti nell’adattamento di Practicing Safety, PEDS e EPDS nella cartella informatizzata.

Controllo

Non previsto un gruppo di controllo; è stato fatto un confronto con le usuali pratiche di intervento clinico svolto in ambulatorio prima dell’intervento.

Outcome / Esiti

Valutazione dell’impegno a ricercare sei specifici fattori di rischio per il maltrattamento in occasione dei bilanci di salute: pianto del lattante, depressione materna, screening dello sviluppo, stile di disciplina, capricci, educazione al vasino; inoltre misurazio- ne delle risorse offerte ai genitori (guide anticipatorie e servizi disponibili) in occasione dei bilanci di salute per: il pianto del lattante, la depressione materna, la disciplina, i capricci.

Tempo

Da maggio 2013 a settembre 2015.

Risultati principali

Dall’inizio dello studio si sono ottenuti i seguenti incrementi rispetto alle valutazioni: screening per il pianto del lattante da 0% a 83% (p<0.001), per la depressione materna da 0% a 54%

Chung EK, Gubernick RS, LaNoue M, et al.

Child Abuse and Neglect Risk Assessment: Quality Improvement in a Primary Care Setting Acad Pediatr. 2019;19(2):227–235

(7)

(p<0.001), screening di sviluppo da 0% a 63% (p<0.001), scree- ning dello stile educativo 0% al 65%, dei capricci da 6% al 72%

dell’addestramento alla toilette dal 36% al 82%. Tale migliora- mento, a differenza di altre iniziative di promozione della salute, si è mantenuto per 1 anno e mezzo dopo le modifiche apportate alla cartella clinica elettronica.

Conclusioni

L’utilizzo di linee guida incorporate nella cartella clinica elettro- nica, ha portato a una maggior attenzione nella valutazione del rischio di maltrattamento nel corso delle visite pediatriche, con miglioramento della valutazione del rischio e dell’utilizzo delle risorse.

Altri studi sull’argomento

La U.S. Preventive Services Task Force (USPSTF) ha rilevato l’assenza di efficacia di interventi di rilevazione e prevenzione del maltrattamento in una revisione della letteratura che ha rac- colto 22 RCT; la review non rileva tuttavia evidenze di possibile danno degli interventi proposti [1]. Una modifica delle cartelle cliniche informatizzate in alcune aree statunitensi ha introdot- to uno screening sulla violenza domestica. In una valutazione a oltre 17 mesi dall’introduzione di questa nuova cartella informa- tizzata sono stati segnalati casi di rischio di violenza domestica in modo più appropriato rispetto al passato [2]. Uno strumento di screening per valutare fattori di rischio per il maltrattamento è stato introdotto in alcuni nidi ospedalieri. Lo screening consiste in domande che indagano cinque aree di rischio: stress sociale, visite mediche prenatali o pediatriche non eseguite, necessità di cura del bambino superiori alle capacità della famiglia, difficoltà nel prendersi cura del bambino da parte del caregiver primario, forte ansia del caregiver o sua percezione del rifiuto del bambino.

Lo studio ha dimostrato l’affidabilità e la validità dello screening e una buona gestione di questo da parte del personale sanitario;

tuttavia la disponibilità a rispodere al questionario è più elevata nelle famiglie con minori fattori di rischio [3]. The Safe Envi- ronment for Every Kid (SEEK) è un intervento per identificare e sostenere famiglie con problemi psico-sociali a rischio di mal- trattamento infantile. Il programma SEEK si svolge all’interno delle cure primarie pediatriche tramite un approccio pratico ed evidence based; i pediatri attraverso i colloqui con i genitori identificano le situazioni di rischio (come la depressione, l’abuso di sostanze, la violenza domestica) sostenendo le funzioni geni- toriali e prevenendo il maltrattamento fisico e la trascuratezza.

Il primo studio sul modello SEEK [4] ha coinvolto 95 pediatri e 558 famiglie. L’obiettivo principale dell’intervento era la pre- venzione del maltrattamento fisico e del neglect. I risultati han- no dimostrato che i bambini avevano significativamente meno probabilità di essere maltrattati rispetto a quelli che ricevevano le usuali cure pediatriche: meno segnalazioni ai centri di prote- zione all’infanzia (13.3% vs 17.1%), meno casi di trascuratezza nelle cure mediche offerte dai genitori, come ad esempio la non aderenza alla terapia (4.6% vs 8.4%), meno bambini con ritar- do alla vaccinazione (3.3% vs 9.6%), e meno casi di grave ag- gressione fisica come riportato dai genitori. I pediatri coinvolti in questo intervento hanno riferito un miglioramento nel loro modo di pensare e comportarsi anche dopo 18 mesi dall’inizio

Newsletter Pediatrica

del training ed erano più efficaci nel riconoscere e nel valutare i genitori nelle situazioni a rischio. Inoltre, i genitori coinvolti nel SEEK hanno riportato opinioni più favorevoli verso il pediatra.

Il secondo studio ha coinvolto 95 pediatri e infermieri pediatrici e 1.119 famiglie a rischio relativamente basso [5]. Dopo 12 mesi dall’inizio dell’intervento la madri hanno riportato una riduzio- ne del comportamento aggressivo verso il bambino e una ridu- zione delle punizioni corporali rispetto alle famiglie di controllo;

inoltre sono stati documentati un minor numero di casi di mal- trattamento segnalati dal pediatra e di casi segnalati ai servizi di protezione all’infanzia. Rispetto ai controlli, i pediatri che inter- venivano secondo il modello SEEK si sono sentiti più competenti e sicuri nel risolvere diversi problemi specifici ed hanno svolto con maggior frequenza un’opera di screening sui fattori di rischio familiari per maltrattamento al follow-up a 36 mesi dall’inizio dell’intervento.

Che cosa aggiunge questo studio

L’utilizzo di una cartella pediatrica informatizzata adattata alle necessità di una sorveglianza e per il sostegno delle famiglie a ri- schio può essere una utile risorsa nelle cure primarie pediatriche.

Commento

Validità interna

Disegno dello studio: è uno studio descrittivo che valuta il pre- e il post-intervento all’interno di un unico gruppo di professionisti dopo un intervento di training e di modifica della cartella infor- matica del paziente. La modalità descrittiva dello studio, l’assen- za di randomizzazione e di un gruppo di controllo non permette di valutare l’attendibilità e l’efficacia dello strumento adottato.

Esiti: la pratica utilizzata ha permesso di migliorare la valutazio- ne del rischio di abuso nei bambini e la formazione del personale coinvolto. Nel lavoro svolto vi sono delle limitazioni in quanto le valutazioni possono essere state sovrastimate o sottostimate non essendoci un’osservazione diretta, come affermano gli stessi au- tori; non sempre si conosce se i genitori sono stati adeguatamen- te istruiti sull’utilizzo delle risorse, chi le ha utilizzate traendone beneficio e in che modo sono state utilizzate; i risultati descritti riguardano piccoli campioni della popolazione. Un follow-up più prolungato potrebbe permettere di valutare la necessità di preve- dere ulteriori sessioni di rinforzo ai professionisti per mantenere le percentuali di pratica adottate dopo il training iniziale. Non sono stati considerati possibili effetti negativi dell’intervento (ad esempio lo stigma, la riduzione della fruizione del servizio pedia- trico) e il possibile sovradimensionamento della valutazione dei fattori di rischio.

Conflitto di interesse: l’articolo non informa sui conflitti di inte- resse.

Trasferibilità

Popolazione studiata: l’intervento è effettuato in un setting di cure primarie e la popolazione è simile a quella che afferisce ai nostri ambulatori. La comunità interessata nella valutazione è di tipo urbano ma per lo studio di altri contesti potrebbero essere necessarie altre modalità di intervento.

Tipo di intervento: l’intervento si svolge all’interno delle “clinics”

Newsletter Pediatrica

(8)

Newsletter Pediatrica

Newsletter Pediatrica

statunitensi che presentano un’organizzazione molto differente da quella italiana. Pertanto il tipo di intervento per il cambia- mento delle pratiche all’interno della struttura sanitaria dovreb- be essere adattato.

1. Viswanathan M, Fraser JG, Pan H, et al. Primary Care Interventions to Prevent Child Maltreatment: An Evidence Review for the U.S. Pre- ventive Services Task Force. Rockville (MD): Agency for Healthcare Re- search and Quality (US); 2018.

2. Hawkins JW, Pearce CW, Skeith J, et al. Using technology to expedite screening and intervention for domestic abuse and neglect. Public Heal- th Nursing. 2009;26(1):58-69.

3. Besier T, Pillhofer M, Botzenhart S, et al. Child abuse and neglect:

screening for risks during the perinatal period. Geburtshilfe und Frau- enheilkunde. 2012;72(05):397-402.

4. Dubowitz H, Feigelman S, Lane W, et al. Pediatric primary care to help prevent child maltreatment: the Safe Environment for Every Kid (SEEK) Model. Pediatrics. 2009;123(3):858-64.

5. Dubowitz H, Lane WG, Semiatin JN, et al. The SEEK model of pe- diatric primary care: can child maltreatment be prevented in a low-risk population? Acad Pediatr. 2012;12(4):259-68.

Scheda redatta dal gruppo di lettura di Verona:

Chiara Bertoldi, Paolo Brutti, Federica Carraro, Claudio Chiamenti, Paolo Fortunati, Donatella Merlin, Franco Raimo, Mara Tommasi, Silvia Zanini.

(9)

Newsletter Pediatrica

Trasfusione di piastrine a scopo profilattico in neonati pretermine: meno si fa, meglio è

La trombocitopenia colpisce circa un quarto dei neonati ricoverati in unità di terapia intensiva neonatale e le trasfusioni piastriniche profilattiche sono comunemente somministrate per ridurre il ri- schio di sanguinamento. Tuttavia, ci sono poche linee guida basate sull’evidenza e la decisione di quando intraprendere una trasfu- sione è ancora basata sull’opinione degli esperti. In questo RCT, che potrebbe presentare un bias legato al mancato completamento dello studio da parte di molti neonati in entrambi i bracci, a sor- presa, si evidenzia che la soglia di trasfusione a scopo profilattico più sicura è quella più bassa (25.000 vs 50.000 piastrine/mmc).

Prophylactic platelet transfusion in preterm infants: the less you do, the better

Thrombocytopenia affects about a quarter of infants hospitalized in the neonatal intensive care unit and prophylactic platelet tran- sfusions are commonly administered to reduce the risk of bleeding.

However, there are few evidence based guidelines and the decision to transfuse is still based on expert opinion. In this RCT, which could present a bias related to the failure of the study to be com- pleted by many infants in both arms, surprisingly, it is noted that the safest prophylactic transfusion threshold is the lowest (25,000 vs 50,000 platelets/mmc).

Metodo

Obiettivo (con tipo studio)

Trial multicentrico randomizzato controllato per valutare se la trasfusione di piastrine a scopo profilattico in neonati pretermi- ne abbia differenze in termini di rischio di morte o di sanguina- mento maggiore a 28 giorni dalla randomizzazione se la trasfu- sione viene eseguita a una soglia trasfusionale più alta (50.000 piastrine/mmc) rispetto a una soglia più bassa (25.000 piastrine/

mmc) (Box 1).

Popolazione

Criteri di inclusione: neonati di età gestazionale inferiore a 34 settimane ricoverati in Terapia Intensiva Neonatale (TIN) con conta piastrinica inferiore a 50.000/mmc e assenza di sanguina- mento intracranico maggiore ad una ecografia cerebrale esegui- ta nelle 6 ore precedenti la randomizzazione; neonati prematuri con assenza di sanguinamenti maggiori per 72 ore dopo un epi- sodio di sanguinamento maggiore.

Criteri di esclusione: malformazioni congenite maggiori o li-

fe-threatening; episodio di sanguinamento maggiore nelle pre- cedenti 72 ore; emorragia intracranica in epoca fetale; piastri- nopenia immune; mancata somministrazione di vitamina K parenterale profilattica alla nascita; bassa probabilità di soprav- vivenza a poche ore a giudizio del medico curante. Lo studio si è svolto nelle 43 TIN di Regno Unito (85% dei pazienti), Irlanda e Olanda appartenenti alla rete PlaNeT2 MATISSE.

Intervento

331 neonati sono stati randomizzati a ricevere una trasfusione di piastrine (15 ml/Kg di peso corporeo) quando la conta piastrini- ca era < 25.000/mmc (gruppo bassa soglia). I prodotti piastrinici erano conformi agli standard nazionali di Regno Unito, Irlanda e Olanda.

Controllo

329 neonati sono stati randomizzati a ricevere una trasfusione di piastrine (15 ml/Kg di peso corporeo) quando la conta piastrini- ca era < 50.000/mmc (gruppo alta soglia).

Outcome / Esiti

Outcome principale: morte o un sanguinamento maggiore (inte- so come emorragia intracranica necessitante intervento chirur- gico o imaging radiologica di spostamento della linea mediana cerebrale, emorragia intraventricolare coinvolgente almeno il 50% del ventricolo, emorragia polmonare, rettorragia evidente o emorragia grave condizionante shock e/o necessitante boli di fluidi o trasfusione di globuli rossi), nei primi 28 giorni dalla ran- domizzazione.

Outcome secondari: sopravvivenza a 28 giorni dopo un episodio di sanguinamento maggiore; morte nei primi 28 giorni; tasso e tempo dalla randomizzazione al sanguinamento maggiore a 28 giorni; almeno un episodio di sanguinamento minore o mode- rato a 14 giorni; un episodio di sanguinamento maggiore dopo trasfusione di emazie; patologia cronica polmonare entro la fine del trial; retinopatia del pretermine stadio 2 (mono o bilaterale) oppure trattata con laser o bevacizumab alla 38 settimana di età gestazionale corretta; dimissione alla 38 settimana di età gesta- zionale corretta; numero di episodi trattati con trasfusione pia- strinica per partecipante a 28 giorni; ricevimento di almeno una trasfusione piastrinica; punto più basso della conta piastrinica mediana prima di un sanguinamento maggiore; mediana della conta piastrinica più vicina a quella di un episodio di sangui- namento maggiore; nuovo evento di sepsi o enterocolite necro- Curley A, Stanworth SJ, Willoughby K et al, for the PlaNeT2 MATISSE Collaborators

Randomized Trial of Platelet-Transfusion Thresholds in Neonates N Engl J Med. 2019; 380:242–51

(10)

tizzante o serio evento avverso entro la fine del trial; trasfusione piastrinica correlata a eventi avversi entro la fine del trial; svilup- po neurocognitivo a 2 anni. Uno strumento di valutazione del sanguinamento è stato disegnato e validato per questo studio.

Tempo

Lo studio è stato svolto tra il mese di giugno 2011 e il mese di agosto 2017. Il follow-up per l’outcome primario è stato di 28 giorni. E’ previsto un follow-up, tuttora in corso, di 2 anni per l’outcome secondario di sviluppo cognitivo.

Risultati principali

Sono stati randomizzati 660 bambini con peso medio alla nascita di 740g ed età gestazionale media di 26.6 settimane. Nel grup- po alta soglia il 90% dei bambini (296/328) ha ricevuto almeno una trasfusione di piastrine rispetto al 53% (177/331) del gruppo bassa soglia. Il 26% dei neonati del gruppo alta soglia (85/324) e il 19% di quelli del gruppo bassa soglia (61/329) sono morti o hanno avuto un sanguinamento maggiore entro 28 giorni dalla randomizzazione; è possibile stimare una riduzione del rischio assoluto di sanguinamento/morte del 7% quando la soglia scelta per la trasfusione piastrinica è 25.000/mmc; con l’aggiustamen- to per età gestazionale e ritardo di crescita intrauterino come covariate e sito dello studio come effetto random, l’odds ratio è risultato 1.57 (IC 95% 1.06, 2.32; p=0.02). Per quanto riguarda gli outcome secondari non sono emerse differenze significati- ve rispetto al tasso di sanguinamento minore e maggiore né al tasso di sopravvivenza con retinopatia o altre complicanze della prematurità, mentre la percentuale di sopravvissuti con displasia broncopolmonare è risultata più elevata nel gruppo alta soglia (63% vs 54%). Non vi è differenza in termini di frequenza di eventi avversi severi tra i due gruppi (25% per il gruppo alta so- glia e 22% per il gruppo bassa soglia OR 1.14; IC 95% 0.78, 1.67).

Conclusioni

Tra i bambini pretermine con piastrinopenia severa, quelli ran- domizzati a ricevere trasfusioni di piastrine al valore soglia di 50.000/mmc hanno avuto un tasso significativamente più alto di morte o sanguinamento maggiore entro i 28 giorni dalla rando- mizzazione rispetto a quelli che hanno ricevuto trasfusioni pia- striniche al valore soglia di 25.000/mmc.

Altri studi sull’argomento

Non esiste ad oggi una revisione Cochrane sull’argomento “so- glia trasfusionale piastrinica in neonati prematuri”. Inoltre, la maggior parte delle revisioni disponibili non mostrano evidenze sufficienti per considerare una soglia piuttosto che un’altra. Una revisione sistematica del 2018 eseguita con l’obiettivo di verifica- re l’associazione nei neonati prematuri tra sanguinamento mag- giore e conta piastrinica, trasfusione di piastrine e indici piastri- nici - ha trovato solo 6 studi che indagavano chiaramente questa relazione, di cui solo 2 mostravano un’associazione tra trombo- citopenia e rischio di sanguinamento. Le trasfusioni profilattiche di piastrine potrebbero quindi non ridurre il rischio di sangui- namento nei neonati prematuri [1]. Uno studio pubblicato a di- cembre 2019 su Blood ha indagato con un modello di regressio-

Newsletter Pediatrica

ne logistica multivariata le caratteristiche dei 653 neonati dello studio PlaNeT-2 per verificare se vi erano dei fattori di base che permettevano di predire il rischio di sanguinamento e/o morta- lità. Rispetto al rischio di base questi neonati sono stati suddivisi in 4 quartili di rischio ed è stata valutata la differenza assoluta di rischio per aver ricevuto trasfusione alle due soglie di 50.000 plt/

mm3 o 25.000 plt/mm3. Chi aveva ricevuto la trasfusione alla soglia di 25.000 plt/mm3 presentava una riduzione assoluta del rischio in tutti i quartili con una riduzione del 4.9% nel gruppo a più basso rischio fino al 12.3% in quella ad alto rischio. Gli autori concludono affermando che la soglia delle 25.000 plt/mm3 per la trasfusione piastrinica, può essere adottata in tutti i neonati, indipendentemente dai fattori di rischio di base [2]. L’unico altro RCT che abbia paragonato diverse soglie piastriniche di trasfu- sione in neonati pretermine risale al 1993: in questo studio 152 neonati prematuri (età gestazionale non nota) di peso <1.500 gr con una conta piastrinica <150.000/mmc sono stati randomizzati per ricevere nella prima settimana di vita trasfusioni profilattiche di piastrine alla soglia di 150.000/mmc versus quella di 50.000/

mmc (o in caso di sanguinamento), senza riscontrare differenze significative nei due gruppi in termini di incidenza di emorragia cerebrale (di nuova insorgenza o in termini di peggioramento di una emorragia preesistente) [3]. Uno studio multicentrico re- trospettivo di coorte del 2016 condotto su 972 neonati di peso

<1.500 gr ha concluso che la severità della piastrinopenia non correla con il rischio di emorragia intraventricolare nei primi 7 giorni di vita e che la trasfusione profilattica di piastrine (esegui- ta nel 66% dei casi per valori <50.000/mmc e nel 46% dei casi per valori <100.000/mmc) non riduce tale rischio [4]. Le attuali li- nee guida della Società Italiana di Neonatologia suggeriscono di mantenere valori piastrinici non inferiori a 50.000/mmc nei pre- termine <28 settimane di gestazione con peso <1.000 gr nel corso della prima settimana di vita e di eseguire una trasfusione profi- lattica in tutti i casi in cui le piastrine scendano a valori <30.000/

mmc (indipendentemente dall’età gestazionale e dal peso) [5].

Che cosa aggiunge questo studio

Questo studio fornisce maggiori evidenze a supporto dell’uti- lizzo di soglie profilattiche trasfusionali di valori piastrinici più basse nel neonato prematuro che non abbia presentato episodi di sanguinamento maggiore.

Commento

Validità interna

Disegno dello studio: la lista di randomizzazione è stata generata con un servizio web ed è stata utilizzata una tecnica di minimiz- zazione per il ritardo di crescita intrauterino e l’età gestazionale.

La composizione dei due gruppi risulta bilanciata: da segnalare che il 39% dei neonati (121 nel gruppo bassa soglia e 126 nel gruppo alta soglia) aveva ricevuto almeno una trasfusione di piastrine prima della randomizzazione, elemento che potrebbe aver influenzato i risultati. La cecità ha riguardato solo chi ha valutato gli esiti. La percentuale di persi al follow-up era bassa (2 nel gruppo bassa soglia e 6 nel gruppo alta soglia), tuttavia solo 256/329 nel gruppo bassa soglia e 265/324 nel gruppo alta soglia hanno completato lo studio sino al giorno 28, nella mag- gior parte dei casi in seguito al trasferimento presso un ospedale

Newsletter Pediatrica

(11)

Newsletter Pediatrica

Newsletter Pediatrica

non partecipante allo studio. I dati dei bambini trasferiti a ospe- dali non partecipanti e che non avevano presentato eventi sono stati inclusi sino al momento del trasferimento. I dati mancanti per l’esito primario (7% dei casi) sono stati dedotti al momento dell’analisi, ad esempio assumendo l’assenza di sanguinamento maggiore in caso di dimissione prima del giorno 28 e non ri- ammissione nello stesso periodo. L’analisi è stata realizzata per intention to treat. I risultati non si sono modificati nell’analisi per protocollo e nell’analisi di sensitività per i dati mancanti. Per quanto riguarda l’aderenza al trattamento, il 97% delle trasfusio- ni è stato eseguito secondo protocollo; in 124 occasioni (30 nel gruppo bassa soglia e 94 nel gruppo alta soglia) non è stata som- ministrata una trasfusione nonostante il protocollo lo indicasse.

Esiti: la scelta di un esito composito (morte o sanguinamento maggiore) potrebbe non essere appropriata; valutati singolar- mente come esiti secondari la significatività del rischio per san- guinamento maggiore si riduce: HR 1.32 (IC 95% 1, 1.74).

Conflitto di interesse: due autori segnalano la presenza di con- flitti di interesse. Lo studio è stato sostenuto da finanziamenti pubblici.

Trasferibilità

Popolazione studiata: la popolazione arruolata nello studio è si- mile per età e caratteristiche a quella che in Italia è ricoverata nei centri neonatologici di secondo e terzo livello. Come segnalato nella linee guida della Società Italiana di Neonatologia del 2014 e nella discussione dell’articolo l’atteggiamento italiano e inter- nazionale riguardo alla trasfusione piastrinica è più protettivo nei confronti del rischio di sanguinamento. D’altro canto questi protocolli non considerano che il mantenimento di un’alta soglia piastrinica potrebbe fare sì che i pazienti incorrano in diverse problematiche immunologiche e infiammatorie che li espongono a un maggior numero di complicanze.

Tipo di intervento: è verosimile che il tipo di intervento possa es- sere trasferibile nel nostro contesto. L’attuazione di questi nuovi cut-off trasfusionali potrebbe portare oltre ad un beneficio cli- nico per i pazienti anche ad una riduzione dei costi di ricovero sempre molto considerevoli in un reparto intensivo.

1. Fustolo-Gunnink SF, Huisman EJ, van der Bom JG et al. Are throm- bocytopenia and platelet transfusions associated with major bleeding in preterm neonates? A systematic review. Blood Rev. 2019;36:1-9.

2. Fustolo-Gunnink SF, Fijnvandraat K, van Klaveren D, et al. Preterm neonates benefit from low prophylactic platelet transfusion threshold despite varying risk of bleeding or death. Blood. 2019;134(26):2354- 2360.

3. Andrew M, Vegh P, Caco C, et al. A randomized, controlled trial of platelet transfusions in thrombocytopenic premature infants. J Pediatr 1993;123:285-91.

4. Sparger KA, Assmann SF, Granger S, et al. Platelet Transfusion Practices Among Very-Low-Birth-Weight Infants. JAMA Pediatr.

2016;170(7):687-94.

5. Raccomandazioni per la terapia trasfusionale in Neonatologia. SIM- TI-SIN 2014 h.

6. Sola-Visner M, Bercovitz RS Neonatal Platelet Transfusions and Fu- ture Areas of Research. Transfusion Medicine Reviews. 2016;30(4):183- 188.

Scheda redatta dal gruppo di lettura di Milano:

Alessandra Brambilla, Sara Casagranda, Riccardo Cazzaniga, Valeria D’Apolito, Valentina Decimi, Gian Piero Del Bono, Lucia Di Maio, Cinzia Galimberti , Laura Martelli, Maria Luisa Melzi, Maddalena Migliavac- ca, Aurelio Nova, Francesco Peia, Maretta Pelagatti, Ambrogina Pirola, Giulia Prunotto, Ferdinando Ragazzon, Patrizia Rogari, Claudio Ronco- ni, Alessandra Sala, Elisabetta Sala, Chiara Vimercati, Federica Zanetto, Federica Zucchetti.

Box 1

Background: Trombocitopenia nel neonato pretermine e trasfu- sione profilattica di piastrine

La trombocitopenia colpisce circa un quarto dei neonati ricoverati in unità di terapia intensiva neonatale e le trasfusioni piastriniche profilattiche sono comunemente somministrate per ridurre il ri- schio di sanguinamento. Tuttavia, ci sono poche linee guida basa- te sull’evidenza per informare il processo decisionale dei medici.

Le differenze di sviluppo nell’emostasi e le differenze nei processi patologici sottostanti rendono difficile applicare le pratiche di tra- sfusione piastrinica da altre popolazioni di pazienti ai neonati. La trombocitopenia è un fattore di rischio per complicanze preter- mine comuni come l’emorragia intraventricolare; tuttavia, non è stato stabilito un legame causale e non è stato dimostrato che le trasfusioni piastriniche riducano il rischio di sviluppare emorragia intraventricolare. La conta piastrinica spesso guida la decisione se trasfondere le piastrine, anche se ci sono poche prove per dimostra- re quale è la soglia piastrinica sicura nel pretermine. Gli attuali test clinici della funzione piastrinica spesso richiedono grandi volumi di campioni e non sono validi nel contesto della trombocitopenia;

tuttavia, la valutazione della funzione piastrinica e / o dell’emo- stasi globale può aiutare a identificare i neonati a maggior rischio di sanguinamento. Sebbene il ruolo principale delle piastrine sia nella gestione dell’emostasi, le piastrine portano anche fattori pro- e anti-angiogenici nei loro granuli. L’angiogenesi aberrante è alla base delle comuni complicanze della prematurità, tra cui l’emor- ragia intraventricolare e la retinopatia della prematurità. Inoltre, le piastrine svolgono un ruolo importante nelle difese immunitarie dell’ospite; condizioni infettive e infiammatorie come la sepsi e l’enterocolite necrotizzante sono comunemente associate alla trom- bocitopenia a esordio tardivo nei neonati. La gravità della trom- bocitopenia è correlata al rischio di mortalità. La natura di questa associazione non è chiara, ma i dati preclinici suggeriscono che la trombocitopenia contribuisce alla mortalità piuttosto che essere semplicemente un effetto della gravità della malattia. Rimangono da identificare meglio i neonati a rischio di sanguinamento che trarrebbero beneficio da una trasfusione piastrinica e determinare se le trasfusioni piastriniche o abrogano o esacerbano complicanze neonatali comuni come sepsi, patologie polmonari croniche, ente- rocolite necrotizzante e retinopatia della prematurità [6].

(12)

Newsletter Pediatrica

I figli di genitori ansiosi presentano un maggior rischio di sviluppare un disturbo d’ansia o depressivo: i risultati di una revisione sistematica con metanalisi

L’ansietà nei genitori può essere associata all’ansietà nella prole sebbene si conosca poco intorno al meccanismo alla base di que- sta associazione intergenerazionale. Lo scopo di questa review è di definire il rischio di specifici disturbi di ansia e di depressione nei bambini di genitori ansiosi. I risultati sottolineano l’associazione tra ansia del genitore e ansia del figlio anche se manifestato in di- verse forme. L’eterogeneità degli studi, i differenti criteri diagnostici utilizzati e l’assenza di conoscenza su possibili fattori ambientali o genetici influenti sull’esito non permette di offrire indicazioni ope- rative per il riconoscimento e la prevenzione nelle cure primarie di queste situazioni.

Children of anxious parents are at greater risk for developing anxiety or depressive disorders: the results of a systematic re- view with meta - analysis

Anxiety in parents can be associated with anxiety in offspring al- though little is known about the mechanism behind this intergene- rational association. The purpose of this review is to define the risk of specific anxiety and depression disorders in children of anxious parents. The results highlight the association between parent’s anxiety and child’s anxiety even if manifested in different forms.

The heterogeneity of the studies, the different diagnostic criteria used and the absence of knowledge on possible environmental or genetic factors influencing the outcome does not allow us to offer practical indications for the recognition and prevention of these si- tuations in primary care.

Metodo

Obiettivo (con tipo studio)

Revisione sistematica e metanalisi per valutare il rischio di di- sturbi d’ansia e depressivi nella prole di genitori con disturbi d’ansia rispetto ai figli di genitori non ansiosi; inoltre valutare la presenza di rischi specifici a seconda del particolare disturbo d’ansia sofferto dal genitore e se il rischio è influenzato dall’età della prole, genere, temperamento e presenza di disturbi depres- sivi nei genitori.

Popolazione

Banche dati utilizzate: PsycINFO, PubMed e Web of Science.

Criteri di inclusione:

- studi controllati randomizzati, con modelli mixed-effect e studi di qualità focalizzati su outcome diagnostici per ansia;

- pubblicati in inglese su riviste peer-reviewed;

- contenenti almeno un gruppo di genitori con disturbi d’ansia e almeno un gruppo di comparazione di genitori senza tali di- sturbi;

- riportanti il tasso di disturbi d’ansia nella prole;

- studi basati su strumenti diagnostici convalidati.

Criteri di esclusione:

- pazienti con disturbi diversi da quelli generati da disturbi psi- chiatrici genitoriali;

- genitori non aventi disturbi d’ansia classificabili secondo DSM 5.

Esposizione

Figli di genitori con disturbo d’ansia.

Controllo

Figli di genitori che non hanno un disturbo d’ansia.

Outcome / Esiti

Outcome primario: valutare il rischio di disturbi d’ansia in gene- rale nella prole di genitori con disturbi d’ansia rispetto a quello dei figli di genitori senza tali disturbi.

Outcome secondari. Valutare nei figli dei genitori ansiosi:

1. il rischio di disturbi depressivi;

2. il rischio di specifici disturbi d’ansia;

3. se è maggiore il rischio di disturbi d’ansia o disturbi depressivi;

4. se particolari disturbi d’ansia dei genitori aumentano il rischio di disturbi d’ansia nella prole;

5. se nei figli di genitori con un particolare disturbo di ansia è aumentato il rischio per lo stesso disturbo di ansia o solo per disturbi d’ansia diversi.

Tempo

Studi su PsycINFO dal 1967 in avanti, su PubMed senza restri- zioni di data e su Web of Science dal 1970 in avanti. Le ricerche sulle banche dati sono state svolte in giugno 2016 e in luglio 2017.

Risultati principali

Sono stati selezionati 53 studi di cui 25 sono risultati eleggibili per la metanalisi (7.285 figli).

Outcome primario: la prole di genitori con disturbi d’ansia ri- sulta avere un rischio significativamente maggiore di incorrere Lawrence PJ, Murayama K, Creswell C.

Systematic review and meta-analysis: anxiety and depressive disorders in offspring of parents with anxiety disorders Journal of the American Academy of Child & Adolescent Psychiatry. 2019 Jan 1;58(1):46-60

Riferimenti

Documenti correlati

Ciò in quanto i genitori – nella realtà dei fatti – non versano in stato di bisogno, godendo (per merito dei figli che se ne prendono cura) delle necessarie cure ed assistenza..

donazione indiretta con consegna dei soldi al venditore: l’ultimo metodo per donare i soldi, anche in questo caso se l’intenzione del donante è quello di aiutare il

si mette sempre con loro il loro zio, la loro mamma, i loro nonni, le loro sorelle si mette con un nome il mio fratellino, la sua cuginetta alterato (anche se sing.).. si mette con

 E’ un disturbo caratterizzato da inaspettati e ricorrenti attacchi di panico, cioè episodi acuti di ansia, in cui il paziente avverte, in modo imprevisto ed imprevedibile,

Paura marcata e persistente di una o più situazioni sociali o prestazionali nelle quali la persona è esposta a persone non familiari o al possibile giudizio degli altri.

Si occupa da anni di psicologia scolastica operando in asili nidi, nella scuola dell’infanzia, nella scuola primaria e secondaria, sia nel ruolo di consulente psicologo sia per

SALA SALIERI - CENTRO CONGRESSI VERONA FIERE Sabato 2 dicembre 2017 ore

Dai test neuropsicologici eseguiti, dal colloquio e dalla valutazione in- formale emergono disturbi del lin- guaggio, disturbi a carico della me- moria anterograda, della