DISTURBI D’ANSIA
Prof.ssa Donatella Gargano
NEUROBIOLOGIA DELL’ANSIA
Una chiave per comprendere l’ansia è quella di capire come la risposta da stress è regolata dal cervello. La risposta da stress è la reazione coordinata a stimoli minacciosi. Si contraddistingue per:
1.Comportamento di evitamento;
2.Aumento della vigilanza e dell’attivazione mentale;
3.Attivazione della divisione simpatica del sistema nervoso autonomo;
4.Rilascio di cortisolo da parte delle ghiandole surrenali.
L’amigdala (l’area del cervello responsabile dell’acquisizione ed espressione della paura condizionata) e l’ippocampo (è fondamentale nella regolazione a feedback dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene per prevenire il rilascio eccessivo di cortisolo) regolano il sistema ipotalamo-ipofisi-surrenale e la risposta da stress: i disturbi d’ansia sono stati correlati sia ad una iperattività dell’amigdala che ad una diminuita attività dell’ippocampo, dunque ad un’attivazione eccessiva del sistema ipotalamo-ipofisi-surrene.
COS’È L’ANSIA?
L’ansia è uno stato d’animo complesso, avvertito dal soggetto come una sensazione di penosa aspettativa di pericolo imminente, vissuta in una condizione di impotenza, senza che necessariamente vi sia un oggetto reale a provocarla.
Si può differenziare l’ansia dalla paura? Paura ed ansia sono segnali di allarme in quanto avvertono di un pericolo e consentono così alla persona di adottare misure idonee ad affrontarlo. Anche se la distinzione può essere difficile, generalmente si dice che la paura si manifesta in risposta ad una minaccia che è conosciuta, esterna, definita o comunque non conflittuale in origine, mentre l’ansia nasce di fronte ad una minaccia che è sconosciuta, interna, vaga o conflittuale in origine.
Stato emotivo caratterizzato da sintomi psichici e somatici.
COS’È L’ANSIA?
SINTOMI SOMATICI
I più frequenti sono i disturbi cardiaci come tachicardia, extrasistoli e dolore acuto in sede precordiale, in corrispondenza cioè della parete toracica posta anteriormente al cuore.
I disturbi respiratori sono caratterizzati invece dall’aumento della frequenza respiratoria e dalla sensazione di non immettere sufficiente aria nei polmoni, cioè da un respiro frequente che si arresta e che non si completa.
I sintomi gastro-intestinali sono: sensazione di nodo alla gola con impressione di soffocamento, spasmi gastro- intestinali dolorosi, nausea, vomito, diarrea, secchezza della bocca.
Altri sintomi sono a carico delle vie urinarie, come poliuria quelli che interessano l’apparato neuromuscolare, come tremore, spasmi, cefalea ed infine i sintomi a carico degli organi sensitivo sensoriali, come ronzii auricolari, mosche volanti, sensazione di puntura di spilli, visione offuscata.
Si possono riscontrare anche alterazioni del ritmo del sonno, soprattutto difficoltà ad addormentarsi con presenza di sogni angosciosi.
COS’È L’ANSIA?
SINTOMI PSICHICI
Difficoltà a concentrarsi, sensazione di affaticamento, paura di impazzire, di morire, di perdere il controllo, insicurezza, dubbi, difficoltà a prendere decisioni.
Tra i disturbi d’ansia i quadri clinici che si osservano più frequentemente sono:
Disturbo d’ansia generalizzato;
Disturbo di panico;
Disturbi fobici;
Disturbo ossessivo-compulsivo;
Disturbo post-traumatico da stress.
CLASSIFICAZIONE
Originariamente indicati come NEVROSI
Attualmente:
•
ICD
(International Classification of Diseases)10
•
DSM 5
(Manuale Diagnostico Statistico dei Disturbi Mentali)ICD 10: sindromi nevrotiche, legate a stress e somatoformi:
Sindromi fobiche (agorafobia, fobia sociale, fobia specifica, altre sindromi fobiche e non specificate);
Altre sindromi ansiose (attacchi di panico, sindrome ansiosa generalizzata, sindrome mista ansioso- depressiva, altre sindromi ansiose miste, altre sindromi ansiose specificate e non);
Sindrome ossessivo-compulsiva (prevalenti ossessioni, prevalenti compulsioni, associazione di ossessioni e compulsioni, altre sindrome ossessivo-compulsive).
L’ICD
•
La classificazione internazionale delle malattie e dei problemi relativi alla salute (ICD) è attualmente il sistema adottato a fini epidemiologici e statistici dalla maggior parte degli Stati membri dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).• Lo scopo principale dell’ICD è quello di consentire la registrazione, l’analisi ed il confronto sistematico dei dati sulla morbilità e sulla mortalità raccolti in differenti paesi.
• Nell’ICD-6 (1946) per la prima volta una sezione specifica dedicata ai disturbi psichici.
• Le due successive revisioni della classificazione, l’ICD-7 (1955) e l’ICD-8 (1965), non presentavano significative differenze nella struttura di base
.
• Nella versione del capitolo V dell’ICD-10 per ciascuna sindrome o disturbo psichico è fornita una descrizione delle principali caratteristiche cliniche e degli eventuali aspetti associati. Vengono inoltre fornite delle direttive diagnostiche, che indicano il tipo di sintomi che caratterizzano ciascuna sindrome, ma non criteri di inclusione ed esclusione.
I CRITERI NOSOGRAFICI IN PSICHIATRIA
L’ICD 10 classifica i disturbi mentali e del comportamento nelle seguenti categorie:
• Disturbi mentali organici, compresi i disturbi del simpatico (esempio: demenza della malattia di Alzheimer);
• Disturbi mentali e del comportamento legati all’uso di sostanze psicoattive;
• Schizofrenia, disturbi deliranti;
• Disturbi dell’umore;
• Disturbi nevrotici, disturbi legati a fattori di stress;
• Ritardo mentale;
• Disturbi dello sviluppo psicologico (disturbi della lettura, autismo infantile);
• Disturbi del comportamento e disturbi emozionali;
• Disturbi mentali senza precisione.
I CRITERI NOSOGRAFICI IN PSICHIATRIA
IL DISTURBO D’ANSIA GENERALIZZATO
E’ un disturbo caratterizzato da una forma eccessiva e non realistica di ansia e di preoccupazione (attesa apprensiva), relativa a circostanze della vita quotidiana come, ad esempio, responsabilità lavorative, problemi economici, salute dei famigliari, senza che vi sia, di fatto, un vero motivo di preoccupazione.
L’intensità, la durata e la frequenza dell’ansia sono eccessive rispetto alla reale
probabilità o all’impatto dell’evento temuto, ma nonostante ciò il soggetto è afflitto
da queste preoccupazioni che non riesce a controllare e che gli causano un profondo
disagio e un’alterazione del suo funzionamento sociale e lavorativo.
IL DISTURBO D’ANSIA GENERALIZZATO
Epidemiologia:
3-5 % della popolazione
Rapporto uomini: donne = 1: 2
età di insorgenza: 20-40 anni
Eziologia:
Fattori Individuali predisponenti:
Genetici:
Più frequenti tra i familiari di pazienti con DAG che nella popolazione generale.
Nei gemelli monozigoti la concordanza per disturbi d’ansia e del 41%, mentre nei dizigoti è soltanto del 4%.
Psicologici
Eventi di vita stressanti precipitanti.
IL DISTURBO D’ANSIA GENERALIZZATO
Decorso e Prognosi:
Tende facilmente alla cronicizzazione e/o all’evoluzione verso un “disturbo da attacchi di panico” (circa 4 su 10 pz sono sintomatici dopo 5 anni).
Se curato adeguatamente, migliora nell’arco di pochi mesi.
Trattamento:
Psicoterapia cognitivo-comportamentale: correggere le distorsioni cognitive e i comportamenti aberranti.
Psicoterapia analitica.
Psicofarmacoterapia.
IL DISTURBO D’ANSIA GENERALIZZATO
TERAPIA FARMACOLOGICA A BREVE TERMINE
• Provata efficacia delle benzodiazepine.
• Il 35% dei pazienti mostra un miglioramento marcato, il 40% un miglioramento moderato, il 25% non risponde.
• Usare i dosaggi più bassi possibili, titolazione
lenta, continuazione del trattamento per 4-8
settimane; rivalutazione clinica; sospensione
graduale (20-30% della dose per settimana).
IL DISTURBO D’ANSIA GENERALIZZATO
TERAPIA FARMACOLOGICA A LUNGO TERMINE
BENZODIAZEPINE
– L’uso cronico di benzodiazepine è necessario solo in un numero limitati di casi.
– Molti pazienti smettono la benzodiazepina per dipendenza e non per necessità terapeutica.
– Si raccomanda di non eccedere le 4-6 settimane di trattamento.
ANTIDEPRESSIVI
– Triciclici e SSRI (in dosi antidepressive) , venlafaxina (in dosi più basse): efficacia pari e anche superiore alle benzodiazepine.
– Azione soprattutto sui sintomi psichici.
– Periodo di latenza di circa una settimana.
BETA BLOCCANTI
– Sintomi somatici periferici.
I DISTURBI FOBICI
La fobia è un timore morboso di situazioni, oggetti o atti di per sé non pericolosi o solo potenzialmente o ipoteticamente tali. L’ansia è pertanto ingiustificata o del tutto sproporzionata al fattore reale che la causa.
Il paziente, pur cosciente dell’assurdità della sua paura, non riesce a dominarla né a liberarsene e si sente costretto ad evitare quelle situazioni o quegli oggetti che evocano in lui un’ansia insopportabile.
E’ possibile, ad esempio, distinguere:
- Fobie riferite alle qualità fisiche del mondo esterno (alto, basso, largo, stretto, luminoso). L’angoscia connessa con tali situazioni, paura degli spazi aperti (agorafobia) e paura degli spazi chiusi (claustrofobia), si esprime come angoscia di morte, di vertigine, di soffocamento.
- Fobie legate al contatto interumano: ereutofobia (paura di arrossire), rupofobia (paura dello sporco), patofobia (paura delle malattie). Tali fobie si esprimo essenzialmente con angosce di contaminazione e di repulsione.
- Fobie che rimandano ai timori della prima infanzia (fobie dei grossi animali) e della seconda infanzia (fobie dei piccoli animali).
IL DISTURBO OSSESSIVO-COMPULSIVO
E’ un disturbo caratterizzato dalla intrusione nella coscienza di pensieri o rappresentazioni mentali (ossessioni) o di spinte impellenti all’azione (compulsioni) che si impongono e permangono nonostante gli sforzi del paziente a liberarsene.
Le ossessioni più frequenti sono pensieri ripetitivi di contaminazione (di essere, ad esempio, contaminati quando si stringe la mano a qualcuno) o di aggressione (nei confronti, ad esempio, di un figlio) e dubbi ripetitivi (quali, ad esempio, chiedersi se si è lasciata la porta di casa aperta o se ci si è comportati, guidando l’auto, in modo tale da causare lesioni a qualcuno).
Le compulsioni sono invece comportamenti ripetitivi, quali lavarsi le mani, controllare, contare, riordinare, pulire, ripetere azioni, chiedere continuamente rassicurazioni, il cui obiettivo è quello di prevenire o ridurre l’ansia.
Il disturbo ossessivo-compulsivo non si colloca più tra i disturbi d’ansia, ma viene individuato come entità nosologica autonoma insieme ad altri disturbi ad esso correlati.
IL DISTURBO POST -TRAUMATICO DA STRESS
E’ un disturbo che si manifesta in soggetti che hanno vissuto un terribile stress emozionale, al di fuori della consueta esperienza umana (aggressioni, gravissimi incidenti, stupri, combattimenti, catastrofi naturali) e consiste sia nel rivivere il trauma attraverso sogni o fantasie ad occhi aperti, sia nell’evitare accuratamente ciò che lo ricorda, manifestando un persistente aumento della vigilanza, in una condizione di base caratterizzata da depressione, ansia e difficoltà a concentrarsi.
ATTACCO DI PANICO
E’ un disturbo caratterizzato da inaspettati e ricorrenti attacchi di panico, cioè episodi acuti di ansia, in cui il paziente avverte, in modo imprevisto ed imprevedibile, un’ansia intollerabile, un nodo alla gola, un’angosciante “fame d’aria”, il battito del cuore affrettato, sudorazione, vertigine ed infine (forse l’aspetto più angosciante) la paura di impazzire perdendo il controllo della propria mente, e di morire.