L’età giolittiana
1903-1914
Il liberalismo progressista
• Integrare la classe operaia nelle istituzioni dello Stato liberale
“persuadere queste classi che dalle istituzioni attuali esse possono sperare assai più che dai sogni dell’avvenire”
a) Dall’atteggiamento repressivo alla neutralità dello Stato
Il movimento sindacale si rafforza
– Le Camere del lavoro (= organizzazioni che
riuniscono sindacati di diversi settori) passano da 17 nel 1900 a 76 nel 1902
– Crescono gli scioperi (1904: primo sciopero generale, aumentarono i salari, aumetarono i consumi
b) Riformismo: successo e limiti
• Riforme sociali ed economiche
- tutela del lavoro di donne e fanciulli (avere almeno 12 anni per poter lavorare)
- miglioramento assistenza infortunistica e pensionistica - obbligatorietà del riposo settimanale
- statalizzazione delle ferrovie
- legge che avoca allo Stato l’istruzione elementare - nazionalizzazione assicurazioni sulla vita (INA)
- riforma elettorale nel 1912: “suffragio universale”
Limiti
• Limiti dell’azione nel Mezzogiorno (azioni
sporadiche con “leggi speciali”) e Giolitti come
“ministro della malavita”
• Rinuncia alla riforma progressiva delle imposte
Il rapporto con le forze politiche di massa
• Fallisce il tentativo di accordo con i socialisti perché prevale la linea massimalista e non quella riformista di Turati
• Giolitti cercò appoggio e lo trovò nei cattolici
patto Gentiloni