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dBdt costante.In presenza di B

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Academic year: 2021

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(1)

E-M Appendice - 10

A-10 Particella in moto in un campo B variabile.

Sia data una particella di massa m, carica (-q) vincolata a muoversi (senza attrito) con velocità V, su una guida circolare di raggio R (nella figura in senso antiorario).

E’ noto che per mantenere la particella sulla traiettoria circolare la guida deve esercitare su di essa la forza (centripeta) mV

R

2

.

La particella che così ruota costituisce (mediamente) una spira percorsa da corrente di intensità I qT

se T R

 2V

è il periodo con cui viene percorsa la guida.

La corrente perciò circola in senso orario (la carica è negativa) . Il momento magnetico  di detta spira pertanto ha modulo

 

 

ISI R2 qV R22 R

qVR

2 e risulta perpendicolare al piano della figura, di verso entrante.

Si pensi ora di instaurare un campo di induzione magnetica B uniforme (! a simmetria cilindrica !), perpendicolare al piano della figura e verso uscente dal foglio. Supponiamo che il modulo di detto campo cresca nel tempo con derivata dB

dt costante.

In presenza di B (variabile) si notano ora due effetti:

1)- si instaura un campo elettrico E , legato alla presenza di un B variabile (legge di Faraday);

2)- sulla particella agisce ora anche la forza (di Lorentz) qV B (in verso centripeto).

Punto 1)- Ad ogni giro (percorso nel tempo T ) il campo elettrico E compie un lavoro che (in valore assoluto) vale :

Lavoro= qE2R qdB2 dt R

e nell’intervallo di tempo dt il lavoro dL risulta :

dL qdB dt R dt

T qdB

dt R Vdt R

qVRdB

    

2 2

2 2 [1]

1

(2)

E-M Appendice - 10

Per il teorema delle forze vive detto lavoro risulta uguale alla variazione dell’energia cinetica della particella : dL = d 1mV mVdV

2

2

 

  ; [2]

quindi in definitiva uguagliando [1] e [2] (e semplificando per V ) : qRdB mdV

2 

cioè una variazione del campo dB provoca una variazione della velocità dV:

dV qR mdB

 2 [3]

Se tra l’istante iniziale e quello finale il campo è variato di

B

, la velocità è variata di

V

.

Nell’esempio che stiamo trattando, con la scelta che abbiamo fatto sul segno della carica e i versi della velocità e di B ,

V

risulta positivo: la velocità della carica è aumentata, la corrente I risulta perciò pure aumentata come pure il momento magnetico della spira (rivolto in verso entrante nella figura).

Intuitivamente basta pensare alla legge di Lenz: la variazione che interviene sulla corrente che percorre la spira deve modificare il campo magnetico in modo che contrasti quanto sta avvenendo: il campo B

“esterno” sta crescendo, quindi il campo magnetico prodotto dalla spira (di segno opposto a quello

“esterno” ) deve a sua volta crescere (in senso opposto).

(La conclusione precedente è vera anche se il campo non varia con derivata costante purché il lavoro per ogni giro possa essere ancora ragionevolmente espresso dalla [1]).

Punto 2)- Il campo B produce sulla particella carica la forza di Lorentz qV B .

(Con la geometria del nostro caso, F si riduce a qVB ; quindi quando il campo varia di dB la forza subisce un incremento di dF=qVdB - trascurando la variazione dV della velocità - )

Come si è già rilevato detta forza agisce in direzione centripeta (si sovrappone quindi all’azione centripeta esercitata dalla guida).

Quando la velocità aumenta di dV, la forza centripeta deve pure aumentare di dF d mV

R

mV R dV

 

2 2

e con il valore di dV già calcolato (vedi [3]) abbiamo:

dF  2 

2 mV

R qR

mdB qVdB (proprio la forza causata da dB sulla carica q).

Abbiamo cioè questo effetto: il campo B “esterno” cresce, compie lavoro e aumenta la velocità della particella; per mantenere la particella sulla traiettoria circolare occorre ora una forza (centripeta) maggiore di prima ma è lo stesso campo magnetico a provvedere all’aumento di questa forza (con la forza di Lorentz): la sollecitazione sulla guida non aumenta. Di conseguenza, se anche al posto della guida ci fosse un legame non rigido (una molla, l’attrazione gravitazionale o elettrica di un altro corpo) la traiettoria della particella non sarebbe cambiata: la traiettoria conserva il raggio primitivo ma la particella la percorre (nel nostro esempio) con velocità maggiore: il momento magnetico della spira equivalente è aumentato! (Se il campo B fosse di segno contrario, contrarie sarebbero anche le variazioni della velocità e del momento magnetico).

Possibili applicazioni:

A) Funziona secondo questo principio una classe di acceleratori. Il campo B0 è inizialmente non nullo.

Il modulo è tale da mantenere le particelle che si vogliono accelerare sull’orbita di partenza (di raggio R )

2

(3)

E-M Appendice - 10

qVB mV R

mV

0 qR

2

B0

A partire da questo valore, si cresce B in modo da accelerare le particelle e contemporaneamente trattenerle sulla stessa orbita pur con velocità più elevate.

B) Varia in questo modo il momento magnetico orbitale  di un elettrone dell’atomo di un materiale quando quest’ultimo venga immerso in un campo magnetico (con B parallelo a ).

Se B e  non fossero paralleli interviene poi anche un moto di precessione (come in una trottola).

3

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