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View of INCIDENZA HCV E HBV TRA I DIALIZZATI DELL’A.S. N° 9 LOCRI

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volume 21, numero 3, 2006

Microbiologia Medica 235

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INCIDENZA HCV E HBV TRA I DIALIZZATI DELL’A.S. N° 9 LOCRI

Bonfà A.¹, Franco C.², Genovese A.¹, Romeo R.¹

¹Centro Trasfusionale A.S. n°9 Ospedale Civile, Locri ²Nefrologia e Dialisi A.S. n°9 Ospedale Civile, Locri

Introduzione. Presso il Centro Trasfusionale della

Nostra Azienda eseguiamo gli esami su siero per la diagnostica delle epatiti virali e dell’anti-HIV, su siero o plasma, nei pazienti sottoposti a trattamento dialiti-co. Scopo del lavoro è seguire i pazienti nel corso del trattamento, evidenziandone eventuali contagi da epa-tite C.

Metodi. I pazienti sono attualmente 61 e vengono da

noi esaminati all’ingresso del trattamento dialitico e successivamente ogni 4 mesi. Hanno un’età media di 61 anni, un’età media dialitica di 5 anni, sono per il 40% femmine e per il 60% maschi. Per la diagnostica delle epatiti virali e dell’anti-HIV utilizziamo i kit della ditta Roche, su apparecchiatura Cobas Core II, con metodica immunoenzimatica in fase solida. Per la ricerca dell’HCV-RNA quali-quantitativo su plasma utilizziamo il test Cobas Amplicor HCV Monitor (Roche). La genotipizzazione del virus C viene ese-guita con il test Versant Genotype Assay Lipa (Bayer).

Risultati. I nostri pazienti ad oggi risultano essere

tutti negativi al virus dell’epatite B e tra essi il 20% risulta essere immune naturalmente, il 30% ha rispo-sto alla vaccinazione anti epatite B, il restante 50% non ha risposto alla vaccinazione.

Dei 61 pazienti l’8,1% risulta positivo all’anti-HCV. Il 20% dei positivi non presenta viremia, mentre l’80% presenta viremia e di essi il 50% appartiene al genoti-po 2a/2c, l’altro 50% al genotigenoti-po 1b.

Conclusioni. Nonostante il problema delle infezioni

da virus C, nei pazienti sottoposti a trattamento diali-tico, rimanga di grande importanza clinica ed epide-miologica, il nostro Centro Dialisi ha portato ad una progressiva e significativa riduzione dell’incidenza della epatite C, adottando come misure di prevenzione l’uso di Monitors Dedicati.

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IL TRATTAMENTO PRECOCE NELLE INFEZIONI ACUTE DA HIV-1 INCIDE SULLA MATURAZIONE DELLA RISPOSTA UMORALE ANTI-HIV

Selleri M.1, Zaniratti M.S.1 , Orchi N.2, Corpolongo A.3,

Zaccaro P.1, Ippolito G.2, Capobianchi M.R.1, Girardi E.2.

1Laboratorio di Virologia, INMI L. Spallanzani;

Via Portuense 292, 00149 Roma

2Dipartimento di Ricerca Sperimentale, INMI L. Spallanzani;

Via Portuense 292, 00149 Roma

3IV divisione, INMI L. Spallanzani,

Via Portuense 292, 00149 Roma

Introduzione. Nella prima fase delle infezioni, l’avidità

degli anticorpi verso l’antigene aumenta progressivamen-te. Un Indice di Avidità (AI) <0.80 identifica le infezioni precoci da HIV (entro 6 mesi).

Abbiamo valutato se il trattamento precoce delle infezio-ni HIV-1 acute (AHI) con la terapia antiretrovirale alta-mente attiva (HAART) influenzi la maturazione anticor-pale, misurata attraverso l’AI.

Metodi. Abbiamo identificato retrospettivamente tredici

individui con AHI sintomatica, dei quali erano disponibi-li campioni di siero o plasma alla presentazione e a 3, 6 e 12 mesi. Otto soggetti hanno iniziato HAART al momen-to della diagnosi (intervallo 0-46 giorni dopo la presenta-zione); tra questi, quattro hanno sospeso la terapia alme-no dopo un analme-no, ualme-no di loro l’ha ripresa dopo 19 mesi. Cinque soggetti non sono stati mai trattati durante il periodo in esame. L’AI è stato calcolato con un saggio immunoenzimatico anti-HIV automatizzato.

Risultati. Alla presentazione, la viremia variava da 0.003

a 38 x 106 RNA copie/ml. Nei pazienti trattati, è stata

osservata una completa soppressione della viremia per tutto il periodo di osservazione, mentre nei non trattati la viremia raggiungeva il setpoint in 4-6 mesi. Alla presen-tazione, l’AI era molto simile nel gruppo dei pazienti che è poi stato trattato rispetto a quello rimasto senza tratta-mento (AI mediana 0.40 vs 0,42). A 3, 6 e 12 mesi, l’AI mediana era 0.42, 0.49, 0.54 nei soggetti trattati, e 0.75, 0.89, 0.97 nei non trattati. Dopo la sospensione della tera-pia, l’AI aumentava progressivamente, superando in tutti il cutoff di 0.80 in 6 mesi.

Conclusioni. L’HAART precoce, accompagnata da una

rapida soppressione del virus, ostacola l’aumento gradua-le dell’AI. Questo alterato pattern di maturazione della risposta anticorpale nei pazienti che raggiungono un rapi-do controllo della replicazione virale suggerisce un com-plesso meccanismo di risposta immunitaria da approfon-dire ulteriormente.

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