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La gestione della Disfagia

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Academic year: 2021

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(1)

Screening, interventi assistenziali,

consigli dietetici e preparazione

pasti con consistenza modificata

Relatori: S. Bonin, M. Cibin, L.Scarato Vicenza, 1 dicembre 2006

(2)

OBIETTIVI DELLE LINEE

D’INDIRIZZO

Sicurezza nutrizionale (prevenire e

gestire la malnutrizione)

(3)

L’alimentazione è una forma di

interazione

individuo-ambiente

ed è

una funzione carica di risvolti

emotivo-relazionali

e oggetto di riti

socializzanti

.

(Unnia, 1992)

(4)

PREMESSE

Istituzionalizzazione aumenta i rischi di malnutrizione

Sicurezza nutrizionale come responsabilità di molteplici persone (importanza della

CONSAPEVOLEZZA ED EDUCAZIONE>>>>

andare oltre la “sensibilità” ed il “buon senso”)

Perché ci occupiamo di disfagia?

 POSSIBILE CAUSA DI MALNUTRIZIONE PER DIFETTO (e di disidratazione)

(5)

DISFAGIA in C.d.R.

Medico di MG INFERMIERE OPERATORE

LOGOPEDISTA FISIOTERAPISTA

FAMILIARI

SPECIALISTI

ALTRE FIG. PROF.

(6)

MULTIDISCIPLINARIETA’

S. Bonin: Logopedista > Disfagia (ed

esperienza IPAB Proti-Salvi-Trento)

L. Scarato: Infermiere Professionale >

Interventi assistenziali

M. Cibin: Dietista > Consigli dietetici

(7)

PER OCCUPARSI DI

DISFAGIA

CONOSCERE I FATTORI DI RISCHIO, SEGNI E SINTOMI

CONOSCERE LE TECNICHE DI VALUTAZIONE DELLA DISFAGIA

CONOSCERE LE TECNICHE DI

SOMMINISTRAZIONE DEL CIBO E LE POSIZIONI ADEGUATE

CONOSCERE LE PROCEDURE DI EMERGENZA CONOSCERE L’EFFETTO DEI FARMACI

RIFERIRSI A LINEE GUIDA

(8)

LA DISFAGIA

LA DISFAGIA

LA DISFAGIA

LA DISFAGIA

DEFINIZIONE

DIFFICOLTA’ O IMPOSSIBILITA’ AD

ATTUARE UNA ALIMENTAZIONE

ORALE AUTONOMA E SICURA

DIFFICOLTA’ DI DEGLUTIZIONE, NEL

PASSAGGIO DI CIBI E BEVANDE DALLA

BOCCA ALLO STOMACO

(9)

LA DISFAGIA

LA DISFAGIA

LA DISFAGIA

LA DISFAGIA

DALLA LETTERATURA:

È presente nel normale processo di invecchiamento (circa il 20% della popolazione dopo i 50 anni)

Aumenta sensibilmente fra le persone

istituzionalizzate (60%) o assistite a domicilio Aumenta sensibilmente nei pazienti con esiti di

patologie neurologiche e portatori di esiti chirurgici alla bocca

Frequenza del 20-40% in pazienti con ictus cerebrale e Morbo di Parkinson

(10)

… diamo per scontata …

FISIOLOGIA DELLA

DEGLUTIZIONE

(11)

DEGLUTIZIONE

DEGLUTIZIONE

DEGLUTIZIONE

DEGLUTIZIONE

E’ un atto assai complesso, in parte volontario ed in parte riflesso

Richiede proprietà motorie di cui la principale è la forza oltre alla precisione, alla velocità

e alla coordinazione. (Unnia, 1995)

Il normale processo di deglutizione nell’adulto avviene in diverse fasi:

 Fase di preparazione orale;  Fase orale;

 Fase faringea;  Fase esofagea.

(12)

LA DISFAGIA

LA DISFAGIA

LA DISFAGIA

LA DISFAGIA

COME SI MANIFESTA ?

COME UNA INCAPACITA’ A PREPARARE IL

BOLO ALIMENTARE E/O A FARLO PROCEDERE DAL CAVO ORALE

ALL’ESOFAGO E DA LI’ ALLO STOMACO

UNA COMPROMISSIONE DI UNA O PIU’ FASI DELLA DEGLUTIZIONE

TALE DIFFICOLTA’ SI PUO’ PRESENTARE

PER CIBI SOLIDI, PER LIQUIDI (ANCHE PER

(13)

FATTORI DI RISCHIO:

FATTORI DI RISCHIO:

 ALTERATO LIVELLO DI COSCIENZA

 DIMINUZIONE DELLE FACOLTA’ COGNITIVE

 IPERESTENSIONE DEL COLLO O CONTRATTURE  INTUBAZIONI PER LUNGHI PERIODI

 ETA’ AVANZATA (persone anziane con modificazioni dell’orofaringe

associata al normale fisiologico processo dell’invecchiamento)

 USO DI FARMACI PARTICOLARI (neurolettici, sedativi..)  AUMENTO DELL’AGITAZIONE E DELL’IMPULSIVITA’

CAUSE:

CAUSE:

 PATOLOGIE NEUROLOGICHE: ICTUS, DANNO CEREBRALE

(TRAUMATICO), PARKINSON, DEMENZE, SCLEROSI MULTIPLA...

(14)

CONSEGUENZE DELLA DISFAGIA:

CONSEGUENZE DELLA DISFAGIA:

CONSEGUENZE DELLA DISFAGIA:

CONSEGUENZE DELLA DISFAGIA:

CONSEGUENZE DELLA DISFAGIA:

CONSEGUENZE DELLA DISFAGIA:

CONSEGUENZE DELLA DISFAGIA:

CONSEGUENZE DELLA DISFAGIA:

RIDOTTO INTROITO ALIMENTARE

RIDOTTO INTROITO ALIMENTARE

-- MALNUTRIZIONE (e disidratazione)MALNUTRIZIONE (e disidratazione)

ASPIRAZIONE di cibi e/o liquidi nelle vie aeree

ASPIRAZIONE di cibi e/o liquidi nelle vie aeree

-- MAGGIOR RISCHIO DI INFEZIONI POLMONARI MAGGIOR RISCHIO DI INFEZIONI POLMONARI

(polmoniti ab ingestis)

-- AUMENTO DELLA MORTALITAAUMENTO DELLA MORTALITA’ (anche per soffocamento)’

ALTERAZIONE DELLA QUALITA

ALTERAZIONE DELLA QUALITA’’ DI VITADI VITA

(aumento richieste di interventi assistenziali)

(15)

PUO’ ESSERE SILENTE - La tosse è un basso predittore di aspirazione (nel 60% di pz. che aspirano alla VFS, non tossisce)

TOSSE POST-DEGLUTITORIA

ATTENZIONE AL RESPIRO “LIQUIDO” ATTENZIONE ALLA “QUALITA’” DELLA TOSSE

ALTRI SEGNALI (es. LACRIME)

(16)

DISFAGIA E

DISFAGIA E

DISFAGIA E

DISFAGIA E

POLMONITE

POLMONITE

POLMONITE

POLMONITE

Disfagia e polmonite, causa di morte nel

40% delle persone con ictus

Polmonite, le vittime piu’ frequenti sono:

 Gli anziani  Gli ammalati

 Pazienti disfagici  Pazienti vegetativi

(17)

SEGNI E SINTOMI PRINCIPALI DELLA SEGNI E SINTOMI PRINCIPALI DELLA SEGNI E SINTOMI PRINCIPALI DELLA SEGNI E SINTOMI PRINCIPALI DELLA

SEGNI E SINTOMI PRINCIPALI DELLA SEGNI E SINTOMI PRINCIPALI DELLA SEGNI E SINTOMI PRINCIPALI DELLA SEGNI E SINTOMI PRINCIPALI DELLA

DISFAGIA : DISFAGIA : DISFAGIA : DISFAGIA : DISFAGIA : DISFAGIA : DISFAGIA : DISFAGIA : 

 TOSSE DURANTE O DOPO LA DEGLUTIZIONETOSSE DURANTE O DOPO LA DEGLUTIZIONE



 ASSENZA DELLA TOSSE VOLONTARIAASSENZA DELLA TOSSE VOLONTARIA



 DEBOLEZZA DELLA TOSSE DEBOLEZZA DELLA TOSSE



 ASSENZA DI DEGLUTIZIONE VOLONTARIAASSENZA DI DEGLUTIZIONE VOLONTARIA



 ECCESSIVA LENTEZZA NELLECCESSIVA LENTEZZA NELL’’ASSUNZIONE DEI CIBIASSUNZIONE DEI CIBI



 INAPPETENZAINAPPETENZA



 PRESENZA DI RESIDUO DI BOLO NELLA BOCCA PRESENZA DI RESIDUO DI BOLO NELLA BOCCA

DOPO LA DEGLUTIZIONE

DOPO LA DEGLUTIZIONE



 PERDITA DI PESO O DISIDRATAZIONEPERDITA DI PESO O DISIDRATAZIONE



 RIALZO DELLA TEMPERATURARIALZO DELLA TEMPERATURA



 CAMBIAMENTO DEL TONO DELLA VOCE (disfonia e/o CAMBIAMENTO DEL TONO DELLA VOCE (disfonia e/o

voce

voce ““gorgogliantegorgogliante””))



 FREQUENTI INFEZIONI POLMONARIFREQUENTI INFEZIONI POLMONARI



 SCHIARIMENTI DI GOLA FREQUENTISCHIARIMENTI DI GOLA FREQUENTI



 SCARSA IGIENE ORALESCARSA IGIENE ORALE



 LINGUA PROTRUSALINGUA PROTRUSA



(18)

DA OSSERVARE DURANTE IL

DA OSSERVARE DURANTE IL

PASTO

PASTO

…………

…………

.

.



 LENTEZZA AD INIZIARE LA DEGLUTIZIONE E / O RITARDO NEL LENTEZZA AD INIZIARE LA DEGLUTIZIONE E / O RITARDO NEL DEGLUTIRE (oltre 5 secondi)

DEGLUTIRE (oltre 5 secondi)



 MANCATO COORDINAMENTO TRA MASTICAZIONE E MANCATO COORDINAMENTO TRA MASTICAZIONE E DEGLUTIZIONE

DEGLUTIZIONE



 RIPETUTE DEGLUTIZIONI PER UN PICCOLO BOCCONERIPETUTE DEGLUTIZIONI PER UN PICCOLO BOCCONE



 STASI DEL CIBO NELLE GUANCESTASI DEL CIBO NELLE GUANCE



 RIGURGITI ORALI O NASALIRIGURGITI ORALI O NASALI



(19)

………

………

DOPO LA CONSUMAZIONE DI

DOPO LA CONSUMAZIONE DI

CIBO O BEVANDE:

CIBO O BEVANDE:



Voce rauca o umida



Affaticamento

(20)

DALLE LINEE

D’INDIRIZZO

PROTOCOLLO GESTIONE DISFAGIA – fase 1 ATTENZIONE

Il personale di assistenza deve essere in grado (quindi formato) di riconoscere e prestare attenzione a segni e sintomi per identificare i casi di disfagia o persone a rischio di aspirazione/penetrazione e di

malnutrizione, per eventualmente indirizzare verso indagini più approfondite.

(21)

Fastidio o dolore associato alla deglutizione

si ☺ no☻

Allungamento del tempo impiegato a mangiare (eccessiva lentezza)

si ☺ no☻

Tosse non episodica durante e dopo il pasto

si ☺ no☻

Senso di corpo estraneo in gola

si ☺ no☻

Progressivo cambiamento delle abitudini alimentari, con

tentativi inconsci di autocompensazione (esempio inappetenza) si ☺ no☻ Febbre si ☺ no☻ Affaticabilità e/o malnutrizione (perdita di peso, disidratazione) si ☺ no☻

(22)

NON SOLO DISFAGIA

NON SOLO DISFAGIA

NON SOLO DISFAGIA

NON SOLO DISFAGIA……

……

……

……

LA PRESBIFAGIA

LA PRESBIFAGIA

LA PRESBIFAGIA

LA PRESBIFAGIA

DEFINIZIONE DI PRESBIFAGIA:

FORMA FISIOLOGICA DI DIFFICOLTA’ DI DEGLUTIZIONE DOVUTA

ALL’INVECCHIAMENTO, ANCHE IN ASSENZA DI EZIOLOGIA

(23)

LA PRESBIFAGIA

LA PRESBIFAGIA

LA PRESBIFAGIA

LA PRESBIFAGIA

CAUSE: CONSEGUENZE DELL’INVECCHIAMENTO

DIMINUITA EFFICIENZA DELLA MUSCOLATURA LINGUALE, LABIALE, FARINGEA

MAGGIORE RIGIDITA’ DELLE STRUTTURE ORO-FARINGEE COINVOLTE

ATROFIA MUCOSA ORALE E LINGUALE SCARSA SALIVAZIONE

EDENTULIA

PROTESI DENTARIA INCONGRUENTE

PERDITA DELLA SENSIBILITA’ ORALE E PERCEZIONE DEI GUSTI (10 volte < giovane adulto)

(24)

LA PRESBIFAGIA

LA PRESBIFAGIA

LA PRESBIFAGIA

LA PRESBIFAGIA

COME SI MANIFESTA?

COME UN RALLENTAMENTO E UNA SCARSA EFFICIENZA DELLA DEGLUTIZIONE CON :

DIFFICOLTA’ A FORMARE IL BOLO

INCAPACITA’ A TRATTENERLO NEL CAVO ORALE

SCIALORREA

Quindi la difficoltà è soprattutto nella fase orale, ma tutto ciò comporta: MAGGIORE DURATA DEL TEMPO DI DEGLUTIZIONE

(25)

LA PRESBIFAGIA

LA PRESBIFAGIA

LA PRESBIFAGIA

LA PRESBIFAGIA

CONSEGUENZE:

RALLENTAMENTO DELLA DEGLUTIZIONE SENZA AUMENTO DEL RISCHIO DI

ASPIRAZIONE DEL CIBO (se adeguato!!) DIFFICOLTA’ DI ELABORAZIONE E DI GESTIONE DEGLI ALIMENTI SOLIDI

AFFATICAMENTO O ALLUNGAMENTO DEI TEMPI DURANTE IL PASTO

(26)

INTERVENTI PER

DISFAGIA/PRESBIFAGIA

In relazione al grado di difficoltà di

deglutizione l’intervento deve porsi alcuni principali obiettivi:

Prevenire l’aspirazione e favorire una

deglutizione sicura (deglutizione funzionale) Mantenere o recuperare un adeguato stato nutrizionale

(27)

INTERVENTI PER

DISFAGIA/PRESBIFAGIA

DIRETTI ALLA PERSONA

approccio adeguato durante l’alimentazione strategie di compenso

posture facilitanti (sostituiscono la posizione fisiologica del capo e del collo durante l’alimentazione e agiscono deviando la traiettoria del bolo dalle strutture compromesse)

riabilitazione logopedica (deve riguardare anche mobilità, forza, sensibilità oro-faringo-laringee, oltre a individuare la

consistenza adeguata dei cibi)

INDIRETTI

interventi dietetici ausili

(28)

INTERVENTI PER

DISFAGIA/PRESBIFAGIA

Tutto è possibile solo dopo

un’ATTENTA VALUTAZIONE del

caso

Necessità della presa in carico di

tipo MULTIDISCIPLINARE

(29)

DALLE LINEE

D’INDIRIZZO

PROTOCOLLO GESTIONE DISFAGIA –

fase 2 - SCREENING

Indicato almeno per ogni ospite/utente

nuovo o con improvvise modificazioni

funzionali generali (prima

dell’assunzione del pasto)

Se possibile farlo effettuare da

(30)

SCREENING

Water Swallow test (Test dell’acqua): sono usate diverse quantità d’acqua (a partire da 10ml) in tempi diversi con bicchiere

Bedside Swallowing Assesment (BSA):

osservare livello di coscienza, presenza di secrezioni, disfonia, disartria, tosse

volontaria, voce gorgogliante,…. per evidenziare il grado di rischio

(31)

DALLE LINEE

D’INDIRIZZO

PROTOCOLLO GESTIONE DISFAGIA – fase 3 VALUTAZIONE SPECIALISTICA

Le persone individuate con caratteristiche di disfagia o a rischio dovrebbero effettuare ulteriore

valutazione clinica, entro breve tempo, che può prevedere: prove con cibi di diversa consistenza,

tecniche posturali, manovre di deglutizione,

stimolazione sensoriale, esame delle funzioni orali.

VALUTAZIONE LOGOPEDICA

(32)

DALLE LINEE

D’INDIRIZZO

PROTOCOLLO GESTIONE DISFAGIA – fase 3 VALUTAZIONE SPECIALISTICA

Esami strumentali: da considerare almeno quando, alla valutazione, la ratio di

rischi/beneficio nel procedere con prove di

cibi è scarsa, se ci sono dubbi sulle opzioni di gestione futura, per chiarire la diagnosi

VIDEOLARINGOSCOPIA (con prove di deglutizione) VIDEOFLUOROSCOPIA

(33)

L’approccio adeguato

RACCOMANDAZIONE GENERALE

Si valuta lo stato di coscienza

Nulla per bocca fino alla possibilità dell’utente di:

1. Rispondere con qualsiasi canale comunicativo 2. Stare seduto con appoggio

(34)

PREMESSE

INDIPENDENTEMENTE DA DISFAGIA/PRESBIFAGIA

POSTURE: GARANTIRE POSIZIONE CORRETTA

RELAZIONE: PORSI ALLA STESSA ALTEZZA DELL’OSPITE

RISPETTARE I TEMPI DELLA DEGLUTIZIONE

SOMMINISTRARE CIBO ADEGUATO ALLE CAPACITA’

(35)

PER QUANTO RIGUARDA IL CIBO PER QUANTO RIGUARDA IL CIBO PER QUANTO RIGUARDA IL CIBO

PER QUANTO RIGUARDA IL CIBO………....…

premesse premesse

 ASSICURARSI CHE OMOGENEITA’, CONSISTENZA E TIPO DI CIBO E LIQUIDI SIANO FORNITI COME

PRESCRITTO

 ASSICURARSI CHE L’ALIMENTAZIONE VENGA INIZIATA IN ACCORDO CON LE TECNICHE

SPECIFICHE RACCOMANDATE DALLO SPECIALISTA DI RIFERIMENTO

 MONITORARE L’ASSUNZIONE ORALE

 ASSICURASI CHE I FARMACI VENGANO

(36)



 UNA BUONA IGIENE ORALEUNA BUONA IGIENE ORALE PUOPUO’’ STIMOLARE LA STIMOLARE LA

PRODUZIONE DI SALIVA E IL GUSTO

PRODUZIONE DI SALIVA E IL GUSTO



 ASSICURARE UN ASSICURARE UN AMBIENTE TRANQUILLO (no tv e/o AMBIENTE TRANQUILLO (no tv e/o

radio)

radio) 

 ASSICURARSI CHE LASSICURARSI CHE L’’UTENTE SIA UTENTE SIA SVEGLIO, SVEGLIO,

RIPOSATO E SENZA DOLORE

RIPOSATO E SENZA DOLORE 

 VERIFICARE LE ABILITAVERIFICARE LE ABILITA’’ DELLDELL’’UTENTEUTENTE A A

COMUNICARE DIFFICOLTA

(37)



 CONTROLLARE LA BOCCA DELLCONTROLLARE LA BOCCA DELL’’UTENTEUTENTE PER PER

RIMUOVERE LA RIMANENZA DI CIBO

RIMUOVERE LA RIMANENZA DI CIBO…………..E E PROVVEDERE ALL

PROVVEDERE ALL’’IGIENE ORALEIGIENE ORALE



 MANTENERE LMANTENERE L’’UTENTE ALZATO PER 30 UTENTE ALZATO PER 30 -- 60 60

MINUTI

MINUTI 

 MONITORAGGIO: MONITORAGGIO: -- controllarecontrollare la quantitla quantitàà di cibo e di cibo e liquidi ingerit

liquidi ingeriti dalli dall’’utenteutente

-- monitoraremonitorare il rumore polmonare e la il rumore polmonare e la temperatur

temperatura corporeaa corporea

-- rivalutarerivalutare regolarmente le abilitregolarmente le abilitàà di di

deglutizione

(38)

UTENTE SEDUTO:

UTENTE SEDUTO:



 POSIZIONE ERETTA CON LA POSIZIONE ERETTA CON LA FLESSIONE DI ANCA E FLESSIONE DI ANCA E GINOCCHIO AD ANGOLO DI GINOCCHIO AD ANGOLO DI 90 90°° 

 PIEDI APPOGGIATI PIEDI APPOGGIATI ORIZZONTALMENTE

ORIZZONTALMENTE



 TRONCO E TESTA IN LINEA TRONCO E TESTA IN LINEA MEDIANA, TESTA

MEDIANA, TESTA

LEGGERMENTE FLESSA CON

LEGGERMENTE FLESSA CON

IL MENTO BASSO

IL MENTO BASSO



 SE LSE L’’UTENTE HA IL CAPO UTENTE HA IL CAPO INSTABILE, E

INSTABILE, E’’ POSSIBILE POSSIBILE SUPPORTARLO CON UNA

SUPPORTARLO CON UNA

MANO SULLA FRONTE

MANO SULLA FRONTE



 EE’’ SCONSIGLIATO LSCONSIGLIATO L’’USO DEL USO DEL COLLARINO CERVICALE

COLLARINO CERVICALE Immagine tratta da “Disfagia.eat” Travalca

(39)

UTENTE COSTRETTO A LETTO :

UTENTE COSTRETTO A LETTO :

Immagine tratta da “Disfagia.eat” Travalca Cupillo, Sukkar, Spadola Bisetti

(40)



 LA PERSONA CHE SOMMINISTRA IL PASTO, DOVREBBE LA PERSONA CHE SOMMINISTRA IL PASTO, DOVREBBE SEDERSI TENENDO GLI OCCHI ALLA STESSA ALTEZZA O

SEDERSI TENENDO GLI OCCHI ALLA STESSA ALTEZZA O

PIU

PIU’’ IN BASSO DI CHI DEVE MANGIAREIN BASSO DI CHI DEVE MANGIARE



 EVITARE DI CHIEDERE ALLEVITARE DI CHIEDERE ALL’’UTENTE DI PARLARE MENTRE UTENTE DI PARLARE MENTRE MANGIA

MANGIA 

 SOMMINISTRARE PICCOLE QUANTITASOMMINISTRARE PICCOLE QUANTITA’’ DI CIBO ALLA VOLTADI CIBO ALLA VOLTA



 LL’’ALTERNANZA DI LIQUIDI E SOLIDI (se concessa dallo ALTERNANZA DI LIQUIDI E SOLIDI (se concessa dallo specialista)

specialista) PUOPUO’’ AIUTARE A PULIRE LA GOLAAIUTARE A PULIRE LA GOLA



 INCORAGGIARE LA TOSSE DOPO LA DEGLUTIZIONE (o lo INCORAGGIARE LA TOSSE DOPO LA DEGLUTIZIONE (o lo schiarimento di gola)

schiarimento di gola) 

(41)



 NON LASCIARE MAI LNON LASCIARE MAI L’’UTENTE DA SOLO MENTRE MANGIA O BEVEUTENTE DA SOLO MENTRE MANGIA O BEVE



 EVITARE LEVITARE L’’ESTENSIONE DEL COLLOESTENSIONE DEL COLLO



 UTILIZZARE AUSILI ADEGUATI, PER ES. TAZZE CON COPERCHIO E UTILIZZARE AUSILI ADEGUATI, PER ES. TAZZE CON COPERCHIO E UNA PICCOLA APERTURA LATERALE (può aiutare a rallentare

UNA PICCOLA APERTURA LATERALE (può aiutare a rallentare

l

l’’assunzione di liquidi).assunzione di liquidi).



 EVITARE EVITARE LL’’UTILIZZO DI CANNUCCE O SIRINGHE PER LA DIFFICOLTAUTILIZZO DI CANNUCCE O SIRINGHE PER LA DIFFICOLTA’’ DI CONTROLLARE IL FLUSSO DEI LIQUIDI E SEMI

DI CONTROLLARE IL FLUSSO DEI LIQUIDI E SEMI--LIQUIDILIQUIDI



 ESSERE PREPARATI ALLE MANOVRE DI EMERGENZA RELATIVE AL ESSERE PREPARATI ALLE MANOVRE DI EMERGENZA RELATIVE AL SOFFOCAMENTO

(42)

IGIENE DEL CAVO ORALE

Una buona igiene del cavo orale dovrebbe essere mantenuta negli utenti disfagici in particolare in quelli con PEG O SNG. L’IGIENE DEL CAVO ORALE:

 FAVORISCE L’UMIDIFICAZIONE DELLA MUCOSA ORALE

 STIMOLA LA SALIVAZIONE

 EVITA CHE I RESIDUI SI STACCHINO DALLA MUCOSA ORALE

(43)

Langmore

Langmore

Langmore

Langmore (1988)

(1988)

(1988)

(1988)…

…....

Ha dimostrato che i pazienti con scarsa

igiene del cavo orale associata a

problemi di deglutizione corrono

maggiori rischi di sviluppare una

(44)

FARMACI

LA SOMMINISTRAZIONE SICURA DI FARMACI E’ ESSENZIALE

CONSULTARE UN

FARMACISTA SUL METODO

PIU’ APPROPRIATO DI SOMMINISTRAZIONE DEL FARMACO (non tutte le

compresse possono essere schiacciate)

PER PAZIENTI CHE HANNO

UNA MALATTIA COME IL M. di PARKINSON O LA MIASTENIA GRAVE è importante che i

farmaci siano somministrati ad orari precisi

(45)

Importante

1. Il monitoraggio del pasto e della qualità dei cibi

assunti

2. Il continuo monitoraggio del consumo di liquidi

3. Intervento nutrizionale del team multidisciplinare e

educazione del paziente e dei familiari

4 . Quando le strategie dietoterapiche per via orale divengono parzialmente o totalmente insufficienti conducendo il paz. a non nutrirsi autonomamente si giunge alla N.E.

(46)

RICAPITOLANDO….. IN

CASO DI DISFAGIA

LA POSIZIONE CORRETTA E L’EVENTUALE POSTURA DI COMPENSO DEVE ESSERE

VALUTATA IN ACCORDO CON GLI SPECIALISTI TRA LE CARATTERISTICHE DEL CIBO LE PIU’ IMPORTANTI: CONSISTENZA E OMOGENEITA’

L’ASSUNZIONE DI ACQUA, QUANDO

CONSENTITA DALLO SPECIALISTA, DEVE

AVVENIRE SOLO DOPO AVER ELIMINATO OGNI RESIDUO DI CIBO DALLA BOCCA (ES. A FINE PASTO)

LE SCELTE SPECIFICHE DIPENDONO DA TIPO E GRADO DI SCOMPENSO

(47)

SE IL PAZIENTE PRESENTA TOSSE:

SE L’EPISODIO E’ IMPORTANTE E SEMBRA NON RISOLVERSI SPONTANEAMENTE ATTIVARE

PROTOCOLLO DI EMERGENZA IN USO

SE L’EPISODIO NON APPARE GRAVE FERMARE L’OPERAZIONE “D’IMBOCCO” E ASPETTARE CHE LA TOSSE SI RISOLVA PRIMA DI RIPRENDERE

IMPORTANTE SEGNALARE SEMPRE GLI

EPISODI, SOPRATTUTTO PER MONITORARNE LA FREQUENZA

(48)

IN CASO DI DISFAGIA

ESEMPI DI CIBI DA EVITARE:

PASTINA IN BRODO

MINESTRONE CON VERDURE IN PEZZI LEGUMI

RISO

FETTE BISCOTTATE/PANETTONE

POLPETTONE/FRITTATE CON PEZZI DI VERDURE

CARAMELLE

CIBI IRRITANTI E /O PICCANTI ALCOLICI

(49)

IN CASO DI

PRESBIFAGIA

oltre a postura, relazione, tempi

RISPETTARE L’AFFATICAMENTO E/O

L’ALLUNGAMENTO DEI TEMPI DURANTE IL PASTO

PREFERIRE ALIMENTI SEMISOLIDI O SOLIDI MORBIDI (O SCHIACCIABILI) AD ALTA COMPONENTE DI COESIONE E SCIVOLOSITA’

(50)

DALLE LINEE

D’INDIRIZZO

PROTOCOLLO GESTIONE DISFAGIA – PIANO DI GESTIONE (riabilitativo e/o di

modificazione alimentare)

Dovrebbe essere concordato e comunicato ai pz. (familiari, assistenti privati) e a tutti i

membri del team di assistenza e cura.

La documentazione sullo stato nutrizionale e di assunzione di liquidi dovrebbe essere

riportato di routine nella cartella clinica e infermieristica, regolarmente aggiornate.

(51)

DALLE LINEE

D’INDIRIZZO

PROTOCOLLO GESTIONE DISFAGIA – fase 4 INTERVENTI ASSISTENZIALI

Tutti gli addetti all’assistenza devono avere conoscenze e abilità per alimentare in

SICUREZZA la persona con disfagia

La persona individuata come disfagica o a rischio >> deve effettuare valutazione

supplementare (logopedista o medico esperto)

(52)

DALLE LINEE

D’INDIRIZZO

PROTOCOLLO GESTIONE DISFAGIA – fase 4 INTERVENTI ASSISTENZIALI

Il personale di assistenza:

 deve assicurarsi che

 la struttura, il tipo di cibo e la consistenza

corrispondano alle prescrizioni date (qualità e quantità)

 le tecniche di alimentazione siano intraprese in

accordo con i metodi specifici raccomandati dagli specialisti

 deve monitorare la quantità di cibo assunta per assicurare un’adeguata nutrizione ed idratazione

E’ QUINDI CORRESPONSABILE

(53)

CARATTERISTICHE FISICHE

CARATTERISTICHE FISICHE

CARATTERISTICHE FISICHE

CARATTERISTICHE FISICHE

DEGLI ALIMENTI

DEGLI ALIMENTI

DEGLI ALIMENTI

DEGLI ALIMENTI

LA SCELTA DEL CIBO DEVE

RISPONDERE ALLE SEGUENTI

NECESSITA’ NUTRIZIONALI:

APPORTO CALORICO E IDRICO

CAPACITA’ DI DEGLUTIZIONE

(54)

Caratteristiche fisiche degli

alimenti

1. CONSISTENZA; 2. GRADO DI COESIONE 3. OMOGENEITA’ 4. VISCOSITA’ 5. DIMENSIONI 6. TEMPERATURA 7. COLORE 8. SAPORE 9. APPETIBILITA’

(55)

La consistenza

La caratteristica è diversa a seconda del tipo di deficit rilevato.

LIQUIDI

Sono utili quando la sola difficoltà del

paziente è presentata dalla masticazione;

Sono invece i più difficili da deglutire in caso di disfagia.L’agente più a rischio è l’acqua, perché inodore, insapore, incolore.

(56)

La consistenza

RICORDIAMO CHE:

L’ACQUA insieme a THE’e TISANE prive

di zucchero presentano meno rischi di

Infezioni polmonari.

(57)

La consistenza

LIQUIDI DENSI:

Sono rappresentati da bevande che danno luogo a infiammazioni a carico dell’apparato Broncopolmonare, come: Latte, Yogurt da

(58)

La Consistenza

SEMISOLIDI:

Necessitano di una modesta

preparazione orale. Sono i gelati,

granite,passati di verdure,yogurt,

creme, semolini, frullati e omogeneizzati

di frutta (preparati dove prevale la %

(59)

La Consistenza

SEMISOLIDI:

Polenta, semolino,crema di riso,passati di verdura densi,omo carne o pesce, formaggi cremosi uova alla coque, budini e mousses.

E’ necessario una preparazione orale più impegnativa della dieta semiliquida ma non è necessaria masticazione.

(60)

La Consistenza

SOLIDI:

E’ una dieta riservata ai pazienti con compromissione di bassa entità e con masticazione conservata in parte.

Prevedono: Pasta e gnocchi, ben cotte e ben condite,lasagne, uova sode,pesce

diliscato,verdure cotte non filose formaggi tipo crescenza,soufflè, pane da

(61)

Grado di coesione

Gli alimenti che sono serviti devono

garantire compattezza durante tutto il

passaggio del canale alimentare senza

sbriciolarsi o frammentarsi.

Sono da evitare quindi :

Creakers,grissini,biscotti,pastina in

brodo,riso, frutta secca.

(62)

Omogeneità

Il cibo deve presentarsi della stessa

consistenza e dimensione

Sono controindicati piatti quali il

minestrone di verdure in pezzi e la

pastina in brodo.

(63)

Viscosità

Il cibo servito deve presentare un grado

di scivolosità per una deglutizione più

facile.

Sono da evitare tutti i cibi secchi.

Consigliato l’uso di lubrificanti quali

vegetali, burro, panna ect.

(64)

Dimensioni

Importante sono:

Porzionamento;

Dimensioni del boccone

Varieranno a seconda del tipo di

alterazione della deglutizione

(65)

Temperatura

La temperatura simile a quella corporea

non stimola la percezione del boccone

durante le fasi della deglutizione;

Le temperature devono essere più

(66)

Colore

Il colore del cibo è importante per i

pazienti portatori di cannula tracheale.

Il colore deve essere differente dalle

secrezioni tracheo-bronchiali

(67)

Sapore

Importante rispettare i gusti e le

preferenze dell’anziano.

RICORDARE

Sapore “acido”, “amaro”,”piccante”,

possono aumentare il rischio di

aspirazione per scarso controllo

linguale, ipomobilità faringea

(68)

Sapore

Viceversa gli stessi sapori possono

aiutare in caso di ridotta sensibilità;

Il sapore “acido”, ha l’effetto di

aumentare la secrezione salivare

(69)

Appetibilità

L’aspetto deve essere curato e le

portate distinte.

La Preparazione deve tener conto di

suggerimenti quale: la frullatura del

(70)

Appetibilità

(frullatura)

 La carne deve essere ben cotta e tagliata in

piccoli pezzi o macinata prima di essere frullata od omogeneizzata:

successivamente filtrare gli alimenti frullati per rimuovere i frustoli

 I liquidi devono essere aggiunti

gradualmente: l’eccesso può modificare il sapore e la consistenza del cibo

 I cibi dopo la frullatura e prima del consumo

devono essere refrigerati o mantenuti >di 65°.

(71)

Modificatori di

consistenza

La consistenza può essere modulata e

adeguata alle esigenze del paziente.

Si possono usare :

1.

Addensanti naturali o artificiali;

2.

diluenti;

(72)

Modificatori di consistenza

(Addensanti)

Gelatine, polveri,dadi, fogli di colla di pesce

Possono essere aggiunti alle bevande senza alterarne il sapore es. fecola di patate e farine cereali o farine istantanee: Variano la

consistenza al momento della

(73)

Modificatori di consistenza

Addensanti

Addensanti istantanei artificiali

possono essere aggiunti ad alimenti

liquidi o semisolidi, caldi o freddi

mantenendo la consistenza ottenuta nel

tempo senza modificare il gusto ed il

(74)

USO DELL

USO DELL

USO DELL

USO DELL’’’’ADDENSANTE

ADDENSANTE

ADDENSANTE

ADDENSANTE

LA CONSISTENZA DA RAGGIUNGERE CON

L’ADDENSANTE

VIENE DECISA DAL LOGOPEDISTA IN BASE ALLE CARATTERISTICHE DI SCOMPENSO PRESENTI Succo di frutta Frutta cotta Yogurt/budino Esempi di classificazione

(75)

Modificatori di consistenza

Diluenti

Utili per diminuire la consistenza delle

diverse preparazioni come: brodo vegetale

o di carne,l’acqua, il latte, la panna, i succhi di frutta e di verdura.

(76)

Modificatori di consistenza

Lubrificanti

Olio vegetale, burro, maionese

besciamella.

(77)

Modificatori di consistenza

Integratori modulari

Sono da utilizzarti per le supplementazioni di un singolo nutriente (glucidi,proteine,

lipidi,proteine, fibre, vitamine, sali miner), o per completare l’intake calorico.

Possono essere miscelate ai piatti senza alterarne il sapore.

(78)

Integratori liquidi- densi

Sono da considerarsi supplementazioni

nutrizionali con indicazioni ben specifiche.

Sono bevande dense aromatizzate con diverse composizioni ipercaloriche iperproteiche

(79)

Alimenti a consistenza

modificata

Preparazioni in polvere di alimenti

arrichiti in vitamine e Sali minerali e/o

proteine già pronti da diluire con

composizione nutrizionale nota per

porzione.

(80)

Alimenti a consistenza

modificata

IMPORTANTE ricordare che nel paz.

con disfagia la produzione di piatti

deve avere un’adeguata consistenza,

anche per evitare sazietà precoce

causata dal volume delle

preparazione a scapito della

composizione calorico proteica

(81)

Logopedista Bonin Silvia

PROPOSTA DELLA

GESTIONE DELLA

DISFAGIA IN ISTITUTO:

ESPERIENZA I.P.A.B.

(82)

Logopedista Bonin Silvia

ESPERIENZA IPAB

Dati disfagia in alcuni reparti: 26-46%

Protocollo disfagia: recentemente

implementato dal Servizio di Logopedia

per descrivere le fasi dell’intervento

logopedico con il soggetto disfagico in

Casa di Riposo (anche su stimolo delle

linee d’indirizzo)

(83)

Logopedista Bonin Silvia

ESPERIENZA IPAB

Formazione al personale: sono state

effettuate varie esperienze formative

Formazione ai familiari

Gruppi “Alimentazione”: formula

vincente!

(84)

Logopedista Bonin Silvia

ESPERIENZA IPAB

Uno dei VANTAGGI: la collaborazione

con il Servizio di Cucina (es. menù

tritato e menù frullato)

Uno degli SVANTAGGI: la mancanza

del Dietista (anche se ….)

(85)

Logopedista Bonin Silvia

IL GRUPPO

ALIMENTAZIONE

MULTIDISCIPLINARIETA’ LOGOPEDISTA INFERMIERE COORDINATORE DI REPARTO OPERATORI D’ASSISTENZA GRUPPO ALIMENTAZIONE

(86)

Logopedista Bonin Silvia

IL GRUPPO

ALIMENTAZIONE

OBIETTIVI GENERALI

Curare l’aspetto dell’alimentazione per garantire una qualità di vita dignitosa alla persona e un servizio

offerto in sicurezza

Conoscenza delle competenze specifiche dei singoli professionisti

Condivisione degli obiettivi e delle modalità di lavoro garantendo un fertile passaggio di informazioni

(87)

Logopedista Bonin Silvia

IL GRUPPO

ALIMENTAZIONE

OBIETTIVI SPECIFICI

Condivisione delle conoscenze relative ai singoli ospiti (monitoraggio, verifica, valutazione)

Elaborazione di un progetto personalizzato/PIANO NUTRIZIONALE

Condivisione delle decisioni sulla gestione organizzativa del momento del pasto

Controllare le complicanze da disfagia

Prevenire l’ospedalizzazione e la malnutrizione Ritardare l’alimentazione artificiale

(88)

Logopedista Bonin Silvia

IL GRUPPO

ALIMENTAZIONE

COME OPERA IL GRUPPO

Frequenza: 1 volta al mese per 1 ora in

orario di servizio.

Modalità:

 ogni professionista porta la propria valutazione

specifica;

 discussione del caso;

 stesura del progetto individualizzato di

(89)

Logopedista Bonin Silvia

IL GRUPPO

ALIMENTAZIONE

COME OPERA IL GRUPPO

Modalità:

 compilazione di una scheda personale dell’ospite,

contenente le strategie di intervento, che viene messa a disposizione del personale di reparto, il quale si

dovrà attenere a tali disposizioni;

(90)

Logopedista Bonin Silvia

IL GRUPPO

ALIMENTAZIONE

COME OPERA IL GRUPPO

Strumenti:

 quaderno con le schede personali di ogni

ospite a disposizione del reparto per consultazione;

 tabella riassuntiva dei cibi e delle modalità

d’assunzione;

 quaderno per i verbali di gruppo con possibilità

da parte del personale non direttamente coinvolto nel gruppo di aggiungere le proprie impressioni.

(91)

Logopedista Bonin Silvia

CONCLUSIONI

PRIMA

EQUIPE

Ognuno fa per conto proprio finalità diverse no passaggio di informazioni poche segnalazioni DOPO EQUIPE

condivisione degli obiettivi stesse modalità di

intervento

migliore comunicazione a più livelli

più segnalazioni e scambi di impressioni

più responsabilità più collaborazione

(92)

Logopedista Bonin Silvia

CONCLUSIONI

PRIMA EQUIPE disgregazione disorganizzazione dispendio di energie scarso riconoscimento a livello istituzionale DOPO EQUIPE buona integrazione organizzazione

buon impiego delle risorse più considerazione e

(93)

Logopedista Bonin Silvia

CONCLUSIONI

PRIMA

OSPITE

pochi risultati

poca sicurezza per l’ospite

poca continuità di intervento

poca possibilità di

verifica delle proposte (poche)

DOPO

OSPITE

risultati migliori

più sicurezza per l’ospite più continuità di intervento più proposte di intervento più possibilità di verificare l’efficacia di una proposta più possibilità di

sperimentare modalità diverse

(94)

Logopedista Bonin Silvia

CONCLUSIONI

PRIMA OSPITE impossibilità di attuare un piano personalizzato DOPO OSPITE possibilità di attuare un piano personalizzato

(95)

Logopedista Bonin Silvia

CONCLUSIONI

PRIMA LAVORO frammentato fragile tanto inutile DOPO LAVORO costruttivo prezioso di qualità

solido, che ha tenuta incisivo

(96)

Logopedista Bonin Silvia

CONCLUSIONI

PRIMA PER NOI senso di frustrazione di inutilità, di impotenza fatica passività immobilità demotivazione e abbandono DOPO PER NOI più autostima gratificazione soddisfazione più consapevolezza corresponsabilità motivazione e determinazione

(97)

Grazie

dell’attenzione!!!!!

….

E vi auguriamo di

lavorare

prossimamente

insieme!

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