ISTITUTO CENTRALE DI STATISTICA DEL REGNO D'ITALIA
INDICE NAZIONALE
DEI PREZZI ALL' INGROSSO
ROMA
ISTITUTO POLIGRAFICO
DEI~LOSTATO
LIBRERIA
INDICE SOMMARIO
l. Scopo del calcolo ... " ... , ... , ... .
Pago
o
2. Indici df'i prezzi all'ingrosso elaborati dal prnf.
R.
Bachi e dal Consiglio Provinciale dell'Economia di Milano.
63. Fonti delle rilevazioni e mercati ... .
9
4. Numero e specie delle merci considerate ... .
lO
5. Classificazione delle merci per grado di lavorazione. .. ... . ... " ... , ... , .. .
J2
6. Altre classificazioni ... .
12
7. Base dell'indice ... .
138. Sistema di pondera zio ne. . ...
t 139. Reiterazione di valore e sua eliminazione ... .
14
lO. Sintesi dei dati ... .
18
Il. Primi risultati della nuova elaborazione; i prezzi all'ingrosso in Italia nel ] H33-34 ... .
J9
TAVOLE DEI PREZZI E DEI NUMERI INDICI ELEMENTARI
TAVOLA
I. -
Numeri indici dei prezzi clelle mArci considerate peI' la formazione dell'indice nazionale ... .
Pago
21)
TAVOLA
II. -
Prezzi delle merci considerate nel calcolo del numero indice nazionale dci prezzi all'ingrosRIl .... .
32
ALLEGATI
NOTA. -
Sulla formazione deUe serie
«
corrette» degli indici dei prezzi di alcuni prodotti: ... .
Pago
58
A.
Circolare n. 41 del 2 giugno 1933-XI ... , .. " ... " .... " .... " ... ' .. ' ... .
(il
B.
Circolare n. 7 del 22 gennaio 1934-XII ... .
(il
C.
Circolare n. 70 dell'
I l
settembre 1934-XII ... ..
l
I
t
(t
~
-IL NUMERO INDICE NAZIONALE DEI PREZZI ALL'INGROSSO
CALCOLATO DALL'ISTITUTO CENTRALE DI STATISTICA
(*).
1. - Scopo del calcolo. -
I progressi compiuti in
questi ultimi anni nello studio quantitativo dei fenomeni
economici hanno messo in evidenza -
data la
comples-sità dei fattori da cui essi risultano determinati -
la
necessità di procedere alla loro analisi con strumenti
tecnicamente meglio rispondenti di quelli correntemente
adoperati in passato, alle esigenze di meno grossolane
misure.
Tale
è
il caso degli indici dei prezzi all'ingrosso
i
quali, in presso che tutti
i
Paesi, hanno formato oggetto
di accurate revisioni o di nuove e più rigorose elaborazioni.
A questa esigenza non si poteva sottrarre l'Istituto
Cen-trale di Statistica per molteplici ragioni che si
ricondu-cono, per un verso, all'importanza intrinseca della
que-stione e, per l'altro, ai compiti ad esso affidati dalla legge
fondamentale nel campo delle rilevazioni statistiche.
E'
noto come scopo precipuo degli indici dei prezzi
al-l'ingrosso sia quello di misurare le variazioni intervenute,
tra due periodi, nel particolare settore dei prezzi delle
merci oggetto di transazioni commerciali sul mercato
all'ingrosso
(l)
e che
il
loro reciproco possa essere assunto
quale misura del potere d'acquisto dell'unità monetaria
di un paese,
in termini di quelle merci. Se non ehe, in
man-canza di meglio, gli indici in questione sono stati di fatto
utilizzati spesso quale misura del potere generale
d'ac-quisto della moneta, senza tener praticamente conto
del loro piu circoscritto significato (2). L'opinione
larga-mente diffusa nel passato che tutti gli indici, comunque
elaborati, presso a poco si equivalgano, ormai si palesa
superata dai fatti oltre che dalle numerose indagini che
si sono succcdute in questi ultimi anni: da ciò il
desi-(1) Non è inutile rilevare subito il carattere essenzialmente relativo del concetto di
«mercato all'ingrosso» o, ciò che fa
lo stesso, del concetto di
«
prezzo all'ingrosso» di una merce. Da un punto di vista rigoroso, non esiste, invero,
il prezzo
all'ingrosso di una merce come entità nettamente ed univocamente definita.
È
nella esperienza comune che in un dato
mo-mento, in un determinato mercato, da una parte esistono e formano oggetto di transazioni commerciali varietà e qualità
più o meno differenziate di una data merce, e dall'altra esiste una gamma variamente estesa di soggetti interessati negli
scambi: dai produttori ai grossisti, ai rivenditori al minuto. Il numero e la funzione degli anelli intermedi di questa catena
-
i grossisti -
dipendono a un tempo dalla natura dei prodotti scambiati, dall'organizzazione tecnica delle imprese
produt-trici e dalla stessa attrezzatura generale dell'economia di un Paese. Da questa situazione di fatto, discende
il
carattere di
relatività o piuttosto di indeterminatezza insito nel concetto di prezzo all'ingrosso di una merce:
è
prezzo all'ingrosso quello
pagato dal grande grossista al produttore, come è prezzo all'ingrosso quello pagato dal medio grossista al precedente, come è
tale ancora
il
prezzo pagato da questo allo stesso produttore; e così per tutta la serie sino al prezzo pagato dal minuto
riven-ditore al suo fornitore, che può essere, a sua volta, tanto uno dei grossisti menzionati, come lo stesso fabbricante.
Natural-mente tutte queste modalità non sono senza influenza a parità di tutte le altre condizioni sul
li'lJello assoluto del prezzo della
merce scambiata; come non è da tacere la circostanza connessa con la natura dei
rapporti di affari stabiliti tra venditore e
com-pratore (entità e regolarità delle forniture, condizioni e sicurezza di pagamento, ecc.). Data questa situazione di fatto, quale
prezzo assumere come rappresentativo del concetto di
«prezzo aU'ingrosso»? Con circolare n. 47 del 12 settembre 1928,
dira-mata a tutti i Consigli Provinciali dell'Economia, per la formazione dei
«listini dei prezzi)l, l'Istituto precisò che tra le varie
categorie di prezzi sopra menzionate si dovessero
«
indicare i
prezzi all'ingrosso praticati dall'ultimo della gerarchia degli
inte~mediari grossisti e cioè dal fornitore immediato del dettagliante o venditore al minuto». Effettivamente tale specie di
prezzo in quanto sintetizza
il
portato dell'organizzazione
distributiva di un mercato
è
quella che meglio risponde agli scopi
pratici di tale sorta di rilevazioni, sopra tutto in vista dei confronti che consente di istituire tra prezzi dei prodotti
all'origine
e prezzi al minuto, di evidente interesse ed importanza economica. Se non che,
è
facile riconoscere che l'uso del termine in
questa specifica accezione non può estendersi a tutto il complesso delle merci che formano oggetto di scambio.
Nella maggior parte delle transazioni commerciali aventi per oggetto le
materie prime (greggie e semilavorate) occorrenti
alle industrie trasformatrici e taluni
prodotti finiti, i rapporti di scambio restano infatti contenuti nelle fasi che precedono
l'ultima considerata nella menzionata Circolare (ad es. il grano è scambiato tra produttori e grossisti e molini) ovvero si
at-~uanosenza l'opera di intermediari veri e propri (come ad es. è
il
caso delle automobili). In tutti questi casi è chiaro che si
Impone la soluzione di accogliere nel no vero dei prezzi all'ingrosso, quelli che per ciascun mercato e ciascuna merce, dànno
luogo a più frequenti contrattazioni. Naturalmente una volta precisate le modalità di ciascun prezzo, queste debbono restare
immutate nel corso delle successive rilevazioni: a tali concetti si adegua, come sarà veduto, la presente elaborazione.
(2) Tale estensione non certamente legittima della portata di questi indici, aggravata spesso da circostanze attinent.i
alla imperfezione od insufficienza dei procedimenti tecnici seguiti nel loro calcolo, non
è
stata senza ripercussioni dannose nel
campo della stessa politica economica e monetaria dei diversi Paesi; ciò che spiega il tentativo di vari studiosi di giungere ad
una più rigorosa formulazione del concetto di potere d'acquisto e della sua determinazione quantitativa. Della necessità di costruire
un
Indice generale dei lrezzi e dei servizi per il nostro Paese, si
è
fatto autorevole interprete in seno al Consiglio Superiore di
Statistica il prof. L.
moroso; e 1'Istituto Centrale di Statistica, per dare pratica attuazione alla analoga deliberazione in
proposito dello stesso Consiglio, ha già provveduto alla nomina di apposita Commissione di studio. L'indice nazionale dei
prezzi all'ingrosso, ora costruito, oltre a rispondere ai fini suoi propri enunciati nel testo, rappresenta dunque un primo
con-tributo alla preparazione del materiale statistico occorrente alla accennata elaborazione (Cfr.
Atti del Oonsiglio
SUp~~QflJ«i
Statistica, sessione ordinaria 14-15 dicembre I932-XI e sessione ordinaria 4-5 dicembre 1933-XII).
'
derio rcplicatamellte el:!presso, che (la parte d(:'gli Enti
r(:'sponsaùili si avvisasse con qudla larghezza di mezzi
ad essi consentita, a predisporre più solide basi di
elabo-razi.oni statistiche. p(lr quanto riguarda il nostro Paese,
dato l'ordinamento corporativo che presiede alla
armo-nica coordinazione delle iniziative individuali, e di
cate-goria nell'interesse della collettività, apparifice di tutta
evidenza la necessità di disporre di Uno strumento che
in ogni momento sintetizzi, nel modo più obbiettivo c
8icuro, uno degli aspetti fondam(:'ntali della sua struttura
economica: quello dei prezzi. Lc relazioni intercedenti
tra i vari elementi componenti del sistema dei prezzi,
tradotti in termini economici, significano invcro
rap-porti di capacità di acquisto fra i diversi partecipanti
all'attività produttiva: la conoscenza di tali mutui
rapporti costituisce la premessa necessaria di qualllnqlw
azione intesa ad imprimere all'attività economica
nazio-nale la configurazione, la direzione ed il ritmo riconosciuti
indispensabili in vista degli scopi da conseguire. Se tale
viene ad essere la funzione degli indici dei
pn~zziall'in-grosso, è agevole comprendere come non sia questione di
poco momento il problema della loro elaborazione
se-condo criteri ad('guati allo scopo. Tali criteri concernono,
per un verso, la scelta delle merci rapprpsentative dei
vari settori dell'attività economica e la. scelta
dd
mer-eati del pari rappr()sentativi delle rispettive quotazioni;
P,
p('r l'altro, i procedimenti da seguirsi nella sinteRl
dpi dati elementari, così da tener conto dell'importanz&,
relativa di ciascuna merce e di ciascun gruppo di merci,
rispetto al complesso dell'economia nazionale.
Data l'importanza del problema, l'Istituto Centrale di
Statistica non poteva, dunque, ulteriormente
disinteres-sarsi alla costruzione di un indice nazionale dei prezzi
all'ingrosso. Se la insufficienza dei mezzi di rilevazione e
di attrezzatura rendeva conto dell'inopportunità di
prov-vederp in passato a tale costrnzione, oggi simili
giustifica-zioni non potrebbero essere invocate. Tale decisione
del-l'Istituto, mentre per un verso si riconnette al voto
fOT-mulato in proposito dal Consiglio Superiore di Statistic:a
nplle citate sessioni del 1932 e del 1933, trova
d'al-tra parte il proprio fondamento in lln duplice ()l'dine
di considerazioni di carattere generale e speciale. L(
ragioni di ordine generale, che scaturiscono dalla natura
stessa dei compiti affidati all'Istituto per quanto ha
attinenza con le rilevazioni statistiche, si possono
ricon-durre sostanzialmente alle seguenti:
l°)
necessità di
assicurare
la solidità delle fonti di rilevazione dei dati
ed il controllo si8tematico di esse.
Le deficienze lamentate.
al riguardo sono ben n.ote a quanti abbiano avuto
occa-sione di accingersi ad u.n esame approfondito dello scarso
cd incerto materiale statistico raccolto in passato dalle
varie fonti: Solo l'Istituto può ovviare al ripetersi od al
prolungarsi di tale stato di cose provocando da una parte,
se
è il
caso~
una migliore attrezzatura degli organi
rileva-tori o sollecitandonc la creazione dove 'non esistono. e
dall'altra provvedendo ad emanare norme precise' di
rilevazione, ad operare controlli ed a promuovere indagini
speciali;
2°)
necessità di garantire la scrupolosa
conti-nuità dei criteri di rilevazione,
condizione essenziale p('r la
corretta comparabilità dei dati:
3°)
possibilità
dell'Isti-tuto
di
promuovere tutte quelle ulteriori rilevazioni che
si rendessero necessarie per accrescere la l'a ppresen
ta-tività dei dati stessi e ad un tempo tener conto dei
per-fezionamenti suggeriti dagli incessanti progressi della
tecnica statistica.
L'unità nelle direttive e la rigorosità
di metodo
che richiedono tali operazioni non potrebbero
meglio venir assicurate che dall'Istituto Centrale di
Stati-~
tica mediante i suoi organi specializzati.
Alle precedenti ragioni è infine da aggiungere,
last, not
least:
4°)
la maggiore disponibilità di mezzi tecnici e
finanziari posseduta dall'Istituto non meno
indi.sp(~nsa~bile delle precedenti condizioni in tale sorta di indagini
altrettanto delicate quanto laboriose e ponderose.
Malgrado la indubbia portata delle considerazioni
generali ora esposte, l'Istituto, prima di iniziare la nuova
elaborazione -
che viene ad aggiungersi ai due ben noti
indici già calcolati dal prof. R. Bachi e dal Consiglio
Provinciale dell'Economia Corporativa di Milano -
si
è
domandato se e fino a qual p'unto iln nuovo indice
presenti una sua specifica ed indiscussa ragione di essere;
o se, per avventura, esso non si sarebhe risolto, dal punto
di vista pratico, in una inutile replica degli indici già
esistenti, nel qual caso l'iniziativa sarebbe stata forse
più dannosa che proficua.
Allo scopo di risolvere tale importante questione
pre-giudiziale, l'Istituto ha proceduto in primo luogo ad una
analisi esauriente della struttura dei due indici sopra
menzionati per riconoscere sino a qual punto, nella
pra-tica, essi avrebbero potuto adempiere in avvenire al
loro compito: ed in secondo luogo all'esame delle concrete
possibilità ad esso offerte dalle nUove rilevazioni
dispo-nibili, qualora i risultati della analisi accennata avessero
consigliato di procedere ad una elaborazione che
eli-minasse i difetti e colmasse, almeno parzialmente, le
lacune degli indici esistenti. I principali ragguagli
concer-nenti la prima delle fondamentali questioni accennate
vengono forniti nei paragrafi che seguono. A conclusione
di quanto precede, qui basterà rilevare come, accertata
mediante le indagini ricordate la necessità di procedere
alla costruzione dell'indice nazionale dei prezzi
all'in-grosso, l'Istituto provvide alla nomina di apposita
Oom-missione
(1)
con l'incarico di studiare la
compl~ssa
que-stione. Discusso ed approvato da detta Commisidone il
piano di rilevazione elaborato dall'
Ufficio Studi
dell'Isti-tuto, questo ha provveduto fin dai primi mesi del corrente
anno a passare alla fase esecutiva, attenendosi alle
moda-lità riferite nel corso della presente relazione.
2. -
Indici dei prezzi all'ingrosso elaborati dal prof. R.
Bachi e dal Consiglio Provinciale dell'Economia
Corpo-rativa
di
Milano. -
Come si è accennato, sinora, a tutti
gli effetti pratici, sono state utilizzate ambedue tali
serie di indici, iniziate in epoche diverse nel periodo
post-bellico
(2);
frutto della iniziativa di un privato
(l) Composta come segue: Presidente: dotto A. Molinari, Direttore Generale dell'Istituto Centrale di Statistica; Membri
dotto F. Coppola d'Anna, prof. M. Saibante, dotto L. Cibrario, in rappresentanza del1a Confederazione Generale Fascista della
Industria Italiana; (lott. G. Tagliacarne, dotto G. Veronese, in rappresentanza del1a Confederazione Nazionale Fascista dei
Commercianti; prof. R. Bachi dell'Istituto Superiore di Scienze Economiche e Commerciali di Roma; prof. E. Cianci, in
rap-presentanza del Ministero del1e Corporazioni; prof. L. Galvani, prof. N. Mazzocchi Alemanni, Vrof. O. Scrittore, dotto L.
Spina, per l'Istituto Centrale di Statistica; Segretario della Oommissione e Relatore:
il
dotto B. Barberi dell'Istituto Centrale
di Statistica.
7
-studioso l'una, e di un importante Ente locale, l'altra.
Per entrambi i calcolatori non è piccolo titolo di onore
avere dotato
il
nostro Paese di due indici tenuti nella più
alta considerazione nel mondo scientifico e dallo stesso
Istituto Centrale di Statistica. Se non che, a pr('scindere
. dalle considerazioni generali sopra ('sposte, le
circo-stanze che hanno presieduto alla formazione dei due
in-dici, e tuttora sussistenti, contengono in se stesse -
per
così dire -
le ragioni determinanti l'intervento dello
Istituto per
il
calcolo di un nuovo indice. Prima di
pro-cedere alla esposizione dd criteri che hanno presieduto
alla costruzione di questo e delle sue caratteristiche
fondamentali, non è du.nque inutile accennare brevemente
alla struttura dei due indici in questione, formalmente
corretti, ma forse non rispondenti pienamente alle
accre-sciute esigenze della tecnica statistica e della pratica,
come sarà facile riconoscere nella rapirla analisi che
segue.
a)
In ambedue gli indici di cui si tratta le variazioni
dei prezzi delle merci sono riferite al periodo prebellico,
mentre per converso, il calcolo effettivo degli indici
è
stato iniziato -
come si
è
accennato -
in epoche assai
più recenti. Ora basta porre mente alle gravissime
defi-cienze esistenti in passato nel nostro Paese, nel campo
delle rilevazioni statistiche in generale e(l in quello dei
prezzi in particolare, per comprendere le difficoltà assai
ardue e non facilmente sll,perabili di fronte alle quali
sono venuti a trovarsi i calcolatori dei due indici, per
la determinazione dei prezzi delle merci, nel periodo
base; e, di conseguenza, le fondate ragioni di incertezza
gravanti sull'attendibilità dei dati che stanno a base
del calcolo degli indici stessi
b)
A prescindere poi da queste considerazioni le
quali per la loro importanza -riconosciuta da entrambi
i
calcolatori -
costituiscono di per se stesse argomento
in favore di una nuova elaborazione, le esigenze di qll,esta
trovano per altro verso il loro presll,pposto sostanziale
nel lll,ngo periodo intercorso dagli anni prebellici.
É
criterio universalmente riconosciuto che, nello studio dei
fenomeni economici e sociali, i confronti debbano
essere eseguiti tra periodi di tempo che presentino
suffi-ciente carattere di omogeneità riRpetto alle condi:doni
che hanno attinenza coi fatti che si vogliono porre a
raffronto. Ora gli enormi mll,tamenti portati dalla gl1.erra
e dalle sll,ceessive vicende economiche e sociali, e gli
stessi rapidi progressi nel campo della tecnica, con azione
incessante hanno contribuito ad accelerare il processo
di trasformazione della struttura dd Paese, con evidenti
riflessi sll,lla strll,ttura stessa degli scambi e quindi su]
sistema dei prezzi. Di fronte al portato di queste vicende
si comprende quale incertezza debba riflettersi sll,l
signi-ficato economico di indici tuttora vincolati a un passato
a buon rliritto ormai consirll'I'ato così remoto.
c)
Vero è che, tanto lll'll'indice Bachi quanto in
quello di Milano, qw'sto
peso del passato
si riverbera in
modo non f:1vorevole sulla stessa loro composizione
merceologica.
La necessità di stabilire
(~lt'lllenti
di rafironto col
pe-riodo assunto come base e l'accennata scarsezza di
infor-mazioni, anche largamente attendibili concernenti
i
prezzi prpbpllici, non sono state infatti senza influenza
su.lla possibilità di scplta delle merci comprese nei due
indici
(1).
Senza anticipare qu.anto sarà più sotto esposto
trattando della
stn~ttll,ra
llH'rccologica dell'indice
nazio-nale, non è qll,i inutile rilevar o infatti che, se da un punto
di vistal gmH'rah' l'inclusione di podw o molte merci non
costituisce di per se stessa argomento pro o contro
il
fondamento razionale di ll,n indice, non altrettanto può
affernmrsi in ordine alla discriminazione delle merci.
È
ovvio invero che, perehè un indice adempia alla funzione
di misura delle variazioni del sistema dei prezzi, nel
complesso di merci in esso considerate debbu,no trovare
adic'guata rappresentazione i diversi settori dell'attività
economica interessati negli scambi. Questa esigenza,
per quanto tenuta presente dai calcolatori dei due indici,
di fatto ha dovuto cedere dinanzi alle limitate
disponi-bilità del materiale; cosicchè l'opera dell'elaboratore si
è trovata
«
necessariamente limitata e orientata dal
carat-tere del materiale disponibile
»,
come si esprime lo stesso
Prof. Bachi.
Da un punto di vista generale può essere iuta nto utile
la considerazione del prospetto I che segue, nel qll,ale sono
sintetizzati taluni elementi di rafironto dell'indice
nazio-nale coi due di cui
(~
qll,esti01w
(~).;
dell'indice, cui si fa riferimento nel testo.
(Otr. R. BACHI: Nuova serie di numeri indici per il movi'mento dei prezzi delle merc
in Italia nel commercio all'ingrosso. L'Economista, 24 aprile 1921).
Il calcolo dell'indice del Consiglio Provinciale dell'Economia Corporativa di Milano fu iniziato nel 1925 dalla cessata
Camera di
COJ?1~ercioe Indust.ria di
~.ue~aCittà. Il ,numero
dell~serie. dei
~re~ziconsiderati è rimasto sempre fermo a 12'5.
ma la compOSIZIOne merceologICa dell mdICe ha subItO frequentI modificazlolll, rese necessarie dalla sostituzione di merci
più importanti e rappresentative dell'andamento dei prezzi ad altre meno significative incluse precedentemente. Sui criteri
seguiti in ambe.d,!-e
~liindici
p~r o'p~rare t~li sostitu~ion~e
~ggiunteè
det~o ~ella n?~a s~guente.(1) Come
S1.e VIstO,
neg~lmdICI BachI, ad es., Il rIferImento prebelhco e stablhto m base ai prezzi di 76 merci, mentre
Ver quelle ulterIOrmente aggIUnte, che sQno presso a poco altrettante, l'inserzione nell'indice è operata mediante la cosiddetta
base .mobile.
È
fuori.
~i
dubbio che
(Cla
m~bili~à d~lla ~ase con~ente .l~
variazioni
~ella
composizione del complesso di merci
studlat~,
nelle quahta osservate, nelle
fO~tI de~ ~at~,neI
me~catIpreSI m esame:
varlazio~itutte che rendono
il
sistema meglio
adattab.lle alla mutevolezza delle
g~nerah condlzIO:~ll eco~or~ll~he,m.a anche consentono dI superare le difficoltà risultanti dalle
non mal
abbast~nza lame~tate ~efiCIenze ~elmaterIale
pr~mltIvo.assoggettato. ad. ela;horazione. Cfr. R. Bachi, loco, cito p. 213
l),Se non che .tal!
v~ntaggi SUS.SI~tO~~per Il
confron~odel
~rezzi tr~due perIOdI dI tempo contigui; essi vengono a mancare,
annullando Il
sIgnlfica~o. d~g~I I~dICI!quando
qU~stisono rIcOndotti ad u?a base fissa attraverso le note operazioni
formali di
concatenamento. Negh mdICI dI MIlano, non SI opera con tale procedImento, provvedendosi a sostituire nell'anno base
il
prezzo delle nuove merci introdotte: ma tale operazione viene a sua volta ad annullare la comparabilità degli indici tra l'una
e l'altra sostituzione, cosicchè gli indici stessi nel complesso sono comparabili solo con la base.
(2) Nel
.pro.spet~o.e
~el!aesposizione che segue, ,:"iene fatta distinzione tra
(Cmerci» e «qualità o specie» di una stessa
merce.
Il
CrIterIO dI dlstmzIOne non può essere tassatIVO, ma non è inutile chiarire che, se
il
ccnumero
Ildelle merci considerate
neg-li i.ndi?i
us~a:lme~tecalcola.ti varia sensibilment.e da paese a paese, questa diversità numerica bene spesso dipende
dal crIterI segUItI
~a1calcolatOrI nella scelta delle
Ul;llt~ J.C cont~te J).Da un punto di vista tecnico merceologico, ciascuna
merce
natural!lle~te.
defimta: grano,
c~rb~:me,ferro,
~cC?,SI dIfferenzIa eventualmente in
varietà o specie; e queste a loro volta ven·
gono diSCrImmate nelle transaZIOnI commerCIalI dando luogo ad una gamma variamente estesa di
qualità.
È
chiaro che a
secOI~.~ache si assuma ?ome
c~unità.»
~eril
cO~P"!ltodel numero degli elementi costitutivi di un indice la merce, la specie o la
quahta quel numero rIsultera
a~~aI.dlverS?,
mdI~en~entemente ~~lla. ~ffettiv~cOI?posizione merceologica dei vari indici. Ne
segue che nel porre a
raffr~nto ~ I,ndlc~nazl?nale
.Ita:ha~o,con glI. m.dlcI BachI e MIlano e con quelli calcolati negli altri paesi,
o?corre tener presente la dlverslta deI menZIOnatI CrIterI, che costItUIscono spesso la ragione precipua per cui risulta
forma lmente
L'elenco delle
«
merci» considerate per la formazione
dell'indice nazionale è riportato più avanti nel prospetto
III. Come si desume dai dati che seguono, nel complesso
il
numero delle
«
merci» comprese nell'indice nazionale
è superiore a quello degli altri due indici. Ma, per le
ra-gioni avanti esposte, il divario si allarga ed
acquista
particolare significato ove si ponga mente alla natura delle
merci che gli altri due indici non hanno in comune con
l'indice nazionale (1). Come è facile riconoscere dallo
elenco riportato in nota, si tratta in gran parte di
com-posti chimici, già sufficientemente rappresentati
nell'in-dice nazionale dai rispettivi prodotti finali -
che in
realtà sono quelli che interessano gli scambi in q11,esto
settore di attività economica -
e di talune poche materie
prime di scarsa importanza, ovvero del pari
rappresen-tate nell'indice nazionale dai corrispondenti prodotti
nello stadio s11,ccessivo di trasformazione. Sotto questo
rispetto si p11,ò dire dunque, con tutta obiettività, che
PnOSPETTO
L
NUMEP.O DELLE SPEOIE NUMIUW NUMERO DELLE MERO! o QUALITÀ. DELLE QUOTAZIONI INDICE o G) G) ~
....
~ ~ o G) tU IZI ... (;.)....-4IB
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130
Milano, .. , .
98
79
lJ5
96
125
105
l'indice nazionale incorpora nella propria struttura mo
che rimane di essenziale in ambedue gli indici in questione.
Ma il vantaggio della nuova elaborazione non si limita
all'aspetto, per così dire negativo, ora accennato: la
maggiore libertà di scelta consentita- nella costruzione
dell'indice nazionale -
dal più esteso campo di
rileva-zione disponibile e dalle iniziative prese in occasione
del-l'indagine dall' Istituto Centrale di Statistica, si palesa
nei suoi effetti positivi attraverso la considerazione del
complesso di merci comprese nel nuovo indice e del quale
non si ha riscontro negli indici Bachi e Milano (2).
Q11,esti elementi sono di per sè abbastanza significativi
per dimostrare
il
sostanziale progresso che
il
n11,ovo indice
costit11,isce rispetto agli altri di c11,i si tratta. Tale
pro-gresso è stato consentito, come si è detto, per 11,n verso
dalla maggiore copia di materiale raccolto in q11,esti
ultimi anni dall'Istituto e per altro verso dall'opera
svolta nel corso dell'indagine odierna allo scopo di
solle-citare n11,ove rilevazioni nel settore dei prodotti lavorati,
particolarmente tra q11,elli rappresentativi dell'ind11,stria
meccanica, della lavorazione della gomma, dei cavi e
conduttori elettrici, etc.
Per q11,anto riguarda altri prodotti incl11,si nell'indice
nazionale, ma non compresi negli indici Bachi e Milano,
non è difficile riconoscere che si tratta di merci di
note-vole importanza nell'economia nazionale -
prodotti
ortofr11,tticoli -
o di merci che concorrono insieme ad
altre p11,r comprese in q11,egli indici ad 11,na migliore e
maggiore rappresentatività dei diversi settori economici.
d)
I risultati di q11,esta estensione n11,merica e
q11,ali-tativa delle merci comprese nell'indice nazionale si
renderanno palesi attraverso l'esame della str11,ttu.ra gene
rale dell 'indice stesso. Sempre dal pu.nto di vista della
s11,a composizione merceologica, q11,i basterà accennare
agli altri dati riportati nel menzionato prospetto
I:
n11,mero della specie o q11,alità considerate e numero delle
q11,otazioni. Sotto q11,esto rispetto, di c11,i nelle pagine che
seguono se ne mostrerà la portata,
il
divario tra l'indice
nazionale e gli altri di cui è questione si estende in misura
ancora più cospicua e sostanziale. Ove si prescinda dalle
merci che gli indici Bachi e Milano non hanno in comune
con l'indice nazionale, si vede che a fronte di 11,n complesso
di 293 serie elementari dell'indice nazionale, sintetizzanti
circa 1610 quotazioni, gli altri indici non presentano
rispettivamente che 117 e 96 serie formate attraverso
130 e 105 q11,ç>tazioni, circa.
e)
Resta infine da far cenno del fatto capitale della
sintesi dei dati elementari che in ambedue gli indici Bachi
8
Milano viene effettuata attraverso la formazione di medie
semplici. Non è qu.i
il
caso di insistere s11,i pres11,pposti
logici di simile procedimento: ma basta riflettere alle
con-tingenti ragioni che hanno presieduto alla scelta delle
serie elementari considerate, per riconoscere in quale
misura, nel caso in esame, essi siano venuti a mancare,
per cause non certo imputabili agli elaboratori. Nè si
può dire che il cosidetto sistema delle
quotazioni multiple
valga ad ovviare alla inapplicabilità del concetto di
me-dia semplice: solo che si ponga mente ad es. alla
nume-rosa serie di prodotti chinlici, considerati in ambedue gli
indiei, si comprende come
l'inclusione di più di una serie,
per taluni altri generi di assai più rilevante importanza,
debba finire in ultima analisi col restare soverchiata ed
annullata nell'indice sintetico dall'andamento dei prezzi
degli altri prodotti. Ma al riguardo, più che generiche
considerazioni -
del resto già ripet11,te da altri -
P11,ò
essere istru,ttivo
il
confronto che si volesse istit11,ire tra
l'andamento dei prezzi di gru,ppi omogenei di prodotti,
determinato con e senza la ponderazione. La deficienza
di materiale necessario per stabilire un sistema
larga-numero, non possono essere tassativi, in quanto per talune merci a volte può presentarsi la convenienza di considerare come
unità distinte i prezzi di alcune varietà o specie più importanti; mentre potrà talora ritenersi preferibile
raccoglier~.
i pre.zzi
di talune specie o qualità di prodotti in una sola serie, ai fini dei c.alcolo dell'indice.
È
da aggiungere che in generale
Ilterrrune
di più comune confronto è costituito dalle
specie o qualità delle m6rci considerate.
(l)
Le merci escluse dall'indice nazionale, ma considerate negli altri due indici, risultano le seguenti: a)
comprese tanto
nell'indice Ba(;hi quanto in quello di Milano: Acido solforico, acido nitrico, carbonato di calcio, olio di ricino industriale,
c~rbonato di soda, cellulosa greggia, antimonio, paglia.
b) Altre com'Orese nell'indice Bachi: Birra, scorie Thomas, litopone, bIanco
di zinco, ammoniaca, gesso, panelli di granone, seme di lino, olio di seme di linò, tabacco, gas, energia elettrica.
c) Altre
com-prese nell'indice di Milano: Juta gr6ggIa, kapok, acido cloridrico, acqua r:;tgia, sego, colofonia, cremore di vinaccia, colla d'ossa,
amido di riso, fecola di patate, panello di lino.
(2) Le merci incluse nell'indice nazionale, ma non considerate negli altri due indici, risultano le seguenti: a)
non comprese
tanto nell'indice Bachi qua'nto in quello di Milano: Crine vegetale, fave, frutta fresca, frutta secca, ovini, pesce fresco, sali
potassici, tegole, piastrelle di rivestimento, essenze di agrumi, articoli di vetro bianco, bottiglie e damigiane, specchi, terraglie,
pòrcellane, materiale igienico, macchine agricole, automobili, pneumatici e camere d'aria, cavi e conduttori elettrici, macchine
da scrivere, macchine da calcolare, tessuti di canapa, calzature, cioccolato, biscotti, caramelle, mortadella.
b)
Altre
noo
com-'Ylresc neWindice Milano: Marmo, lino, latte, alluminio, calciocianamide, lastre di vetro e cristalli, filati di cotone, filati di lino,
acido tartarico, Hcido citrico, filati di lana, tessuti di seta, tessuti di cotone, tessuti di lana, cappelli, pesce conservato.
c)
Altre
,
I
9
-mente approssimato ma attendibile di
1Jesi da attribuire
alle serie elementari, nel passato addotta per giustificare
la sintesi ottenuta attraverso la formazione di medie
semplici, allo stato attuale delle cose non potrebbe più
invocarsi.
Ormai~
come sarà veduto,
presso che tutte le
serie di indici costruite nei diversi paesi sono elaborate
in base ai criteri che costituiscono -
per cosi dire -
la
trama di questa esposizione. Non -poteva l'Istituto
Cen-trale di Statistica restare assente in tale upera di
perfe-zionamento senza del quale gli indici italiani dei -prezzi
sarebbero rimasti in uno stadio tecnicamente arretrato
e sistematicamente imperfetto, ed avrebbero finito -per
perdere ogni elemento di raffronto con quelli altrove
ela-borati, con evidenti svantaggi dal punto di vista
scien-tifico e sopratutto pratico.
Circa la questione se gli indICI .Bachi e di
Mi-lano possano ritenersi
rappresentativi dell'andamento
dei prezzi sul mercato nazionale, va considerato in
primo luogo, che nell'indice Bachi varie quotazioni
80no tratte dai listini di alcune piazze indubbiamente
importanti (normalmente Genova, 'Milano, Torino e
Roma) e per talune merci dai prezzi rilevati dall'Istituto
Centrale di
Statistica~
nell'indice di Milano si utilizzano
le quotazioni di quella sola piazza. Ora, per quanto
ri-guarda
l'andamento dei prezzi di talune merci, non v'è
dubbio che quello reso manifesto dalle quotazioni ad es.
della piazza di Milano, sia in genere rispecchiato del pari
nelle analoghe quotazioni di altri mercati della Penisola.
Ma è del pari facile riconoscere come tale comportamento
costituisca una caratteristica peculiare di
quelle sole merci
che intervengono in modo preponilerante negli scambi
internazionali, e di solito, nei nostri riguardi, materie
prime per le industrie. Da ciò segue che l'identità di
comportamento dei prezzi nella piazza in questione e nelle
altre del mercato nazionale, nonchè discendere dalla
presunta influenza delle quotazioni della prima piazza
sulle altre, deriva sostanzialmente dal carattere
extra-nazionale -
internazionale -
delle quotazioni stesse.
All'infuori di questo caso, che -peraltro ha interesse
nel solo rispetto
dell'andamento di taluni
pre~zi
e per
un numero limitato di merci, la configurazione del sistema
dei prezzi ed il
livello di questi non presentano nella
realtà economica vincoli così stretti di dipendenza da
uno o pochissimi mercati, cosi da legittimare in generale
l'attribuzione del carattere di
inilici nazionali a quelli
tratti dalle quotazioni di una sola o di pochissime piazze.
Ciò tanto più è da affermarsi per il nostro Paese la cui
struttura economica si presenta per converso
intima-mente connessa con l'estrema varietà della sua
configu-razione geografica e con tutto
il
complesso di fattori che
costituiscono
il
portato della tradizio:tJ.e e delle vicende
passate. Tale conclusione vale a maggior ragione ove si
ponga mente alla natura· delle merci che in Italia hanno
un peso 'Preponderante nel sistema degli scambi e cioè
i prodotti dell'agricoltura. Le nette discriminazioni
quali-tative, che in questo campo caratterizzano le merci delle
varie regioni, ben difficilmente si potrebbero infatti ridurre
ad un comune denominatore. E non è da tacere, anzi, che
contro tale presupposto vengono sempre più decisamente
ad insorgere gli stessi interessi dell'economia nazionale;
Come sono a provarlo le disposizioni legislative intese
alla salvaguardia della
«
tipicità» dei diversi prodotti.
Anche per questo nuovo verso si palesa dunque la
neces-sità della, costruzione di un indice
nazionale dei prezzi
all'ingrosso.
3. -
Fonti delle rilevazioni e mercati. - I risultati di
una qualsiasi elaborazione statistica, ed in particolare
di quella concernente i prezzi delle merci,
tanto valgono
quanto sono attendibili
i
ilati primitivi da cui essi sono
ottenuti. IJe elaborazioni più accurate, scrupolose e
raffi-nate, si riducono a vani virtuosismi di tecnica statistica
se i dati originari sono inficiati da sostanziali
manchevo-lezze nei criteri di rilevazione.
Allo scopo di ovviare a questo pericolo, l'Istituto ha
avuto cura di eseguire una apposita indagine preliminare
presso i Consigli Provinciali dell'Economia Corporativa
-
suoi organi periferici -
onde accertare la consistenza
della loro attrezzatura tecnica ed i criteri seguiti per la
rilevazione dei prezzi. L'esame delle risposte ottenute
all'apposita circolare inviata (1), ha condotto ad una
prima rigorosa selezione delle piazze presso le quali
assu-mere le informazioni sui prezzi delle merci. Come è noto,
per la rilevazione di questi, i Consigli si valgono, a
se-conda della loro efficienza e dell 'importanza di talune
merci nell'economia della provincia, di apposite
com-missioni formate da rappresentanti delle organizzazioni
interessate, di
informatori consiliari scelti fra le ditte di
più indiscussa serietà, ovvero di
propri funzionari
inca-ricati di raccogliere notizie presso un certo numero-di
commercianti, industriali, agricoltori o altri enti. In
linea di massima, sono state eliminate merci e piazze per
le quali o presso le quali la rilevazione dei prezzi ha luogo
unicamente attraverso quest'ultimo sistema. Quanto agli
altri due sistemi, essi generalmente coesistono in una
stessa piazza, in quanto non per tutte le merci
contrat-tate si presenta la necessità di procedere alla costituzione
di apposite commissioni; comunque l'esistenza o meno
di queste, in seno ai Consigli, in quanto significativa di
una più perfetta attrezzatura, ha costituito
il
prevalente
criterio-discriminatore per la scelta delle piazze. Da ciò
segue un indubbio motivo di notevole attendibilità dei
prezzi considerati nel calcolo dell'indice per quanto
concerne quelli forniti dagli org-ani menzionati.
Alla scelta delle piazze, effettuata in base ai criteri
esposti, è seguita una ulteriore selezione intesa ad
assi-curare la rappresentatività dei vari mercati per ciascuna
merce considerata. All'uopo sono state interpellate le
principali organizzazioni sindacali: federazioni ed
asso-ciazioni economiche, e, per talune merci, si è anche
solle-citato l'avviso di grandi ditte private. Attraverso tale
collaborazione, si è potuto procedere alla s celta
defini-tiva dei mercati da considerare rappresentativi per
cia-scuna merce (2).
Oome sarà più sotto accennato, i prezzi rilevati dai'
Oonsigli si riferiscono in gran parte a prodotti agricoli
ed alimentari, ovvero a prodotti industriali grezzi. Ma
Uno degli scopi perseguiti dall'Istituto nella costruzione
del nuovo indice è stato quello di colmare la lacuna
-
con ragione lamentata negli indici sinora calcolati
-costituita dalla scarsezza, se non dalla netta insufficienza
(come è il caso dell'indice del Consiglio provinciale della
Economia corporativa di Milano) con cui i prodotti
indu-striali lavorati risultano rappresentati. .All'uopo, oltre ad
utilizzare -
come si è accennato -
rilevazioni già
disponibili in questo campo;
è
stata sollecitata la
colla-(1) Cfr. Circolare n. 41 del 2 giugno 1933-XI, riportata in allegato.
borazione di altri enti in grado di soddh;fare quella
esi-genza: Ministero delle corporazioni, Federazioni ed
Asso-ciazioni economiche, Ditte private. I prezzi rilevati e
comunicati da queste fonti sono indicati nella già
men-zionata tavola allegata alla presente relazione.
'
È
quasi superfluo rilevare che tutti i prezzi ottenuti da
queste fonti particolari sono da ritenersi altamente
ra-p-presp,ntativi del mercato nazionale.
4. - Numero e specie delle merci considerate. -
La
qu.estione del numero deHe merci da comprendere in un
indice dei prezzi all'ingrosso è essenzialmente connessa
con lo scopo per cui l'indice stesso viene calcolato.
In
via subordinata, la soluzione pratica del problema non
Pu.ò prescindere, tuttavia, dalla concreta disponibilità
di materiale abbastanza esteso e vario da consentire un
largo margine di scelta. Poichè l'indice nazionale dei
prezzi all'ingrosso è costruito in vista di ottenere una
misura delle variazioni dell'intero sistema dei prezzi delle
merci che nel nostro Paese interessano il commercio
all'ingrosso, è evidente che la prima condizione cui esso
deve soddisfare concerne l'armonica rappresentazione
delle diverse categorie di prezzi che hanno caratteristiche
dinamiche differenti. Da ciò la necessità e la convenienza
di
subordinare l'estensione del gruppo delle merci
conside-rate alla sua composizione qualitativa;
s'intende, sempre
nei limiti consentiti dalle rilevazioni disponibili. In
base a questi concetti direttivi, l'Istituto ha provveduto
alla scelta delle merci da comprendere nell'indice
attra-verso una graduale e sistematica opera di selezione
condotta con criteri analoghi a quella compiuta per la
scelta dei mercati. Infatti, in base alle risposte fornite
dai Consigli Provinciali dell'Economia alla menzionata
circolare, sono stati compilati per ciascun Consiglio
elenchi provvisori di merci e rimessi ai Consigli stessi
con una seconda circolare (1) la quale stabiliva che
ciascun Ente interpellato, in base alla conoscenza diretta
del mercato, e valendosi, se del
ca~o,di persone
particolar-mente competenti, procedesse all'esame delle merci
com-prese nell'elenco rispettivo, per scegliere quelle rispondenti
al duplice requisito della importanza -
non solo in senso
assoluto, ma anche relativamente alle altre piazze -
e della
tipicità.
Parallelamente all'indagine svolta nel modo
esposto, presso i Consigli e ad integrazione di essa, sono
state attinte nuove informazioni presso Federazioni di
categoria e Ditte private, operanti nei diversi rami di
attività economica, con
.10
scopo di avere ulteriori
ele-menti di giudizio circa la rappresentatività delle merci
dei diversi settori della produzione. I risultati di tale
inda-gine preliminare hanno forniti i criteri per la scelta
defi-nitiva delle merci considerate nella costruzione dell'indice.
Dato l'interessamento dimostrato dai Consigli edagli
altri Enti interpellati, è da ritenere che effettivamente la
composizione merceologica del nuovo indice nazionale
risponda pienamente ai concetti avanti esposti. Un'idea
della struttll,ra da esso presentata. può aversi dall'esame
del prospetto II, riportato nella pagina seguente, nel
quale sono compendiate le sue principali caratteristiche.
Dei criteri seguiti nella formazione dei vari
aggruppa-menti merceologici sarà detto nei paragrafi su.ccessivi:
qui basterà accennare che essi si uniformano ai
sugge-rimenti formulati in proposito dal Comitato costituito
dalla Sezione economica della Società delle Nazioni sul
finire del 1929 allo scopo di studiare la situazione ed il
movimento dei prezzi nei vari Paesi (2). Per quanto
riguarda poi il significato e l'estensione da attribuire ai
concetti di
«
merce )l e di
«
specie e qualità)l, non v'è che
da richiamarsi alla nota esplicativa sopra riportata.
Come si è già fatto rilevare,
il numero delle
«
specie o
qualità» è quello che - grosso modo - costituÌllce il criterio
di confronto sull' ampiezza del complesso merceologico
compreso nei diversi indici;
esso fornisce in sostanza
il
numero delle serie elementari dalla cui composizione è
ottenuto l'indice sintetico (3). Ma più che sull'ordine di.
(1) Cfr. Circolare n. 7 del 22 gennaio 1934-XII, riportata in allegato.
(2) A tale Comitato parteciparono
il
dotto Loveday, in rappresentanza della Società delle Nazioni;
il
dotto Vore, in
rappre-sentanza dell'Istituto Internazionale di Agricoltura;
il
prof. Gini,
il
dotto Molinari e
il
dotto Coppola d'Anna per l'Italia;
il
dotto Flux per l'Inghilterra; l'ing. Huber per la Francia;
il
dotto Julin per
il
Belgio;
il
dotto Platzer e il dotto Jacob per la
Ger-mania; ed altri esperti.
(3) Raccogliendo negli indici Bachi e Milano i componenti dei rispettivi complessi merceologici,
in base agli stelJsi criteri
se-guenti nella nuova elaborazione, risulterebbe, pei due indici, la struttura qui riportata a fianco di quelle dell'indice nazionale:
INDICE NAZIONALE
I
GRUPPI MEROEOLOGICI Specie o
Merci
I
qualità1.
Ma terie grezze . . . ..
I
42
91
a) di origine minerale .... ' " ... " ...
5
9
b)
di origine vegetale ...
22
61
c) di origine animale. " ...
1521
II. Materie semilavorate ...
40
83
a) di origine minerale ...•. " .
26
142
b)
di
origine vegetale ., ...
11
35
c)
di origine animale ...
~I
6
III. Prodotti lavorati. .. " ... " ... " .
119
a) di origine prevalentemente minerale ..
14
36
b)
di origine prevalentemente animale e
2~
Ivegetale. . . ...
32
c) di uso alimentare ...
51
I
,.
(*) Con l mdICe naZiOnale.
INDICE BACHI
I
INDICE MILANOMerci
I
Specie e qualitàI
MerciI
Specie e qualitàIn com-I Comuni
1In com-I Comuni I In com-I Comuni I In com-I Comuni
plesso (*) plesso (*) plesso (*) plesso (*)
39
35
47
43
5
4
8
7
21
18
25
22
13
lil
14
14
48
36
56
44
32
23
36
27
13
lO
15
12
3
3
5
5
24
22
32
30
l
l
l
l
7
6
9
8
16
15
22
21
37
132
4
4
19
16
14
12
42
28
26
19
13
2
3
7
19
19
l
l
2
2
16
16
43
7
21
15
51
30
16
5
21
1
2
18
l
l
38
7
8
3
3
2
l
7
3
O
4
2
1
)l
2
8
L'elenco delle merci che i
du~
indici
non hanno in comune con l'indice nazionale già
è
stato riportato in una nota
prece-dent.e:
Il.p.r0spet~o
consente
<?r~ ~I
scorgere con più
~recisi
particolari la
natura
e
la
posizione dalle merci in questione iTJ. ciascuno
pro 1 1 pro
-grandezza di questo numero,
è
fuori di dubbio che
l'a!::!petto essenziale della questione va ricercato nella
misura con cui le varie categorie merceologiche vengono
ad essere rappresentate nell'indice. Materie greggie.
merci semilavorate e prodotti finiti, posseggono, come è
noto, caratteristicqe dinamiche nettamente definite,
dipendenti in parte dalla loro funzione economica e
dallo stadio occupato nel processo produttivo, ed in
parte dalla natura della loro origine. Ora perchè un
indice possa assolvere alla funzione di misura del sistema
dei prezzi e fornire una immagine delle variazioni
strut-turali di questo, sufficientemente aderente alla realtà,
necessariamente deve riprodUrre nei suoi elementi
costi-tutivi la stessa proporzione tenuta dalle varie categorie
di prodotti nel mercato nazionale (1). Sino a quale
punto l'indice nazionale soddisfi a questa condizione,
non è agevole riconoscere; tuttavia può affermarsi che
tanto il gruppo delle materie grezze, quanto quello
delle semilavorate, possono ritenersi soddisfacenti sotto
l'aspetto menzionato. Altrettanto avrebbe potuto dirsi
del gruppo dei prodotti lavorati, se in quelli raLcolti
nella c3,tegoria di origine prevalentemente minerale si
fosse potuto dare una più larga rappresentazione alla
molteplice varietà della produzione dell'industria
mec-canica. Non è qui
il
caso di accennare ai tentativi
com-piuti dall'Istituto per conseguire lo scopo; ciò che si è
fatto, per il momento, rappresenta il massimo che era
possibile ottenere. Comunque) da un punto di vista
rela-tivo, il vantaggio del nuovo indice, nel settore dei
pro-dotti lavorati, rispetto agli indici esistenti in Italia ed a
taluni calcolati all'estero, può ritenersi nettissimo.
Nello stesso prospetto II sono indicate le
quota-zioni (numero dei prezzi) in base alle quali sono
calcolati gli indici delle diverse serie elementari. Tra i
due criteri che si sono presentati al riguardo: qnello di
assumere una sola quotazione per ciascuna qualità (cioè
in sostanza il prezzo rilevato in una sola piazza) e l'altro
di valersi di 'Un certo numero di quotazioni, si è data
la,
preferenza, in linea di massima, a quest 'ultimo e
sopra~tutto nel caso dei prodotti agricoli ed alimentari. Le
ragioni di tale soluzione, e ad un tempo i suoi vantaggi,
risultano evidenti. In primo luogo, la scelta di una piazza
per la rilevazione del prezzo di una data specie o qualità
di merce non avrebbe potuto effettuarsi, a ragion veduta,
PIWSl'ETTO
II.
Caratteristiche strutturali dell'indice nazionale
dei prezzi all'ingrosso.
GRUPPI l\1ERCJWLOGICI
I. Materie grezze ... .
a)
di origine nlinerale ... .
b)
di origine vegetale ... .
bI
di uso in d'ustr'iale ... .
ba
di uso alimentare .. . . ..
bnmaterie prime per le industrie
alimentari .. ... .
bu materie di uso alimentare diretto
c)
di origine aninlalc ... .
Cldi uso industriale ... .
C2 di uso alimentare . ... .
II.
Ma terie semBa
v
ora te . . . ..
~)
di origine nlinerale ... .
b)
di origine vegetale ... .
c)
di origine animale. " ... .
III.
Prodotti lavorati ... .
a)
di origine pre\'. nlinerale ... .
al
venduti all'ingrosso . ... .
a2
ve:t~utidiversamente
o
per
un'da ... .
b)
di origine prev. aninl. e Yeg.
c)
di uso alimentare ... .
c}
di origine vegetale ., ... .
C2di origi'ne animale .. ... .
In
complesso ...
merci42
5
22
5
17
9 815
5
IO
40
26
11
3
43
l4
8
6
NUMEROI
qualità 1·1 piazze
sp~cie prOZZI (l)91
9
61
8
53
27 26 217
14
83
42
35
li119
36
24
12
642
63
392
45
347
174 173187
46
141
474
3ll
]35
28
494
5fi36
20
70
25
66
22
62
56 3537
15
31
40
2934
755
22
8
32
61
14
21
51
377
53
12
32
252
52
9
119
125
31
-wt293116lo
73
(1) Il nulUCt'O delle piazze si riferisèe esclusivamente ai prezzi l'ilev atJ
attraverso i Consigli Provinciali dell'F.conomia.