L’obiettivo del presente lavoro è consistito nella verifica di un nuovo processo produttivo verso cui indirizzare i sottoprodotti della filiera olivoleica per la produzione di energia.
Viene presentata una nuova linea di pretrattamento della sansa di olive che permette, senza l’utilizzo di solventi chimici, di generare diverse tipologie di materiali (nocciolino, polpa di sansa, fibra di sansa, olio) da valorizzare dal punto di vista energetico in funzione delle loro caratteristiche chimico-fisiche.
Mirco Garuti (m.garuti@crpa.it), Paolo Mantovi, Claudio Fabbri, Centro Ricerche Produzioni Animali – CRPA , Reggio Emilia (Italy)
I sottoprodotti del processo di estrazione dell’olio di oliva sono le sanse e le acque di vegetazione.
Il trasporto e la distribuzione agronomica delle acque di vegetazione rappresenta un costo per il frantoio che in parte lo distribuisce a carico dei produttori agricoli nel servizio di molitura.
Le sanse vergini possono essere destinate ai sansifici dove, mediante l’uso di solventi chimici viene estratto l’olio residuo.
In Italia la produzione annua di sanse raggiunge 2,5-3 milioni di tonnellate [1].
INTRODUZIONE
RISULTATI E DISCUSSIONE
Nella nuova linea di pretrattamento sansa (ALFO Lazio), un denocciolatore a umido estrae il nocciolino che può essere valorizzato energeticamente tramite combustione; la sansa denocciolata ottenuta viene avviata in una gramola di miscelazione e successivamente all’estrattore centrifugo ad asse orizzontale (decanter) nel quale vengono separati la fibra di sansa, il paté di sansa e l’olio residuo.
CONCLUSIONI
Il lavoro illustra una nuova linea di pretrattamento della sansa di oliva e gli utilizzi finali delle frazioni ottenibili, tra cui la digestione anaerobica in un impianto da 999 kWe.
In Italia si può stimare che il massimo potenziale metanigeno dell’utilizzo delle sanse in digestione anaerobica sia pari a circa 160-170 milioni di Nm3 di metano all’anno.
La digestione anerobica si pone, per i diversi soggetti coinvolti (dai produttori di olive, ai frantoiani, ai gestori degli impianti di biogas), come una soluzione sostenibile dal punto di vista ambientale, economico e sociale per la gestione dei sottoprodotti di filiera.
Energia prodotta nell’impianto di digestione anaerobica e relativo contributo dai sottoprodotti delle olive.
L’energia termica rappresenta la quota ceduta alle serre.
Bibliografia: [1] UNAPOL – Unione Nazionale Associazione Produttori olivicoli (2010). [2] Garuti M., Mantovi P. Serre e Biogas: sinergie da valorizzare (2015). Colture Protette 7, 62-68.
Denocciolatore Gramola + decanter
Ingresso Uscita Ingresso Uscita
Sansa
vergine Nocciolino Sansa
denocciolata
Polpa di sansa
Fibra di sansa
Olio
ST (% tq) 30,5 77,9 21,4 11,5 39,5 99,5
SV (% ST) 96,8 98,9 95,0 90,7 97,8 99,6
Fibre (% ST) 71,4 97,1 56,8 39,2 74,3 -
Grassi e oli greggi (% ST) 16,9 - - 19,1 9,0 -
Proteine (% ST) 9,0 - - 11,9 8,7 -
Polifenoli (g/kg)* 2,97 - - 3,45 1,67 -
* come catechina
Caratteristiche chimico-fisiche dei materiali in ingresso e in uscita del sistema di pretrattamento della sansa.
Attività svolta nell’ambito del progetto “Innovazione nella filiera olivoleica con recupero dei sottoprodotti a fini energetici: biogas come soluzione eco-sostenibile”, finanziato sulla Misura 124 del PSR 2007-2013
della Regione Lazio (provvedimento di concessione n. 27/124/10 del 26/03/2014).
L’impianto di digestione anaerobica (Agri Power Plus, Borgo Bainsizza - LT), produce biogas per alimentare un gruppo cogenerativo da 999 kWe valorizzando effluenti zootecnici, biomasse agricole e sottoprodotti agroindustriali tra cui sansa di oliva e acque di vegetazione per la produzione di energia elettrica e termica [2].
Nelle prove di laboratorio le rese in metano della sansa a due fasi denocciolata, del paté di sansa e della fibra di sansa sono state rispettivamente pari a 313, 432 e 181 Nm3 CH4/t SV.
La digestione anaerobica dei sottoprodotti della lavorazione delle olive nelle due settimane di loro massimo utilizzo (giorni 22-35) ha determinato circa il 20% della produzione totale di energia elettrica.
Considerando l’intero periodo di monitoraggio essi hanno contribuito per circa il 4,3% alla produzione totale di energia elettrica. Nel periodo di maggiore utilizzo (giorni 1-85), sanse e acque di vegetazione hanno permesso di risparmiare l’equivalente di circa 5,5 ton/giorno di silomais standard.