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Una nave nella nevedi

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Academic year: 2021

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Testo completo

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l capitano di vascello Von Tanenbaum respirava la neve chiuso nel suo rosso cappotto di lana,

con le grandi narici sbuffanti del suo naso così grosso che sembrava guidare

la nave verso il porto.

Al capitano piaceva stare fuori sul ponte a guardare il mare durante le nevicate massicce e in quel tratto di mare,

durante l’inverno, ce n’erano di frequente. D’un tratto si udì un rumoraccio – Sbrang! Patapum! Bum! – e la sua nave si fermò non distante dall’ingresso del porto, proprio come se un gigante l’avesse fermata con la sua manona.

Quando il capitano scese nella stiva a controllare,

i meccanici stavano guardando sconsolati il fumo grigio che proveniva dalla sala motori. La nave aveva tirato a più non posso per cento e mille viaggi e portato giocattoli ai bimbi in tutto il mondo ma in quel viaggio ad un certo punto aveva sbuffato come un mulo testardo (i marinai avevano sentito proprio questo “verso da mulo testardo”!) e si era fermata scalciando nell'acqua.

Una nave nella neve

di Francesco Amigoni

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Il capitano però continuava a sorridere sotto la grande barba bianca mentre i suoi occhi azzurri brillavano. I

marinai che lo incrociavano, lo guardavano come fosse un marziano e non capivano proprio cosa ci fosse da sorridere in quella situazione: la nave era vicino all’imbocco del porto con il suo carico di giocattoli e non c’era verso di farla

muovere. Nessuno poteva venire a rimorchiarla con quel tempaccio. Mancava poco al Natale e tanti bimbi

rischiavano di rimanere senza giocattoli… ma quell’omone in barba bianca e cappotto rosso stava lì a sorridere. Come sempre i fatti gli avrebbero dato ragione.

Von Tanenbaum vide una cima arrotolata come un lungo serpente sonnacchioso. Quella cima di solito rimaneva arrotolata per tutto il viaggio (serviva a recuperare

qualcuno caduto in mare ed era raro che qualcuno cadesse in mare) ma stavolta sarebbe servita a salvare il Natale a moltissimi bambini. Il capitano entrò nella cabina di

comando; indossò una cerata, un cappello da marinaio e degli stivali rossi; diede ordine di aprire gli scatoloni da cui vennero presi molti giocattoli tra loro diversi. Si calò

nell’acqua su una scialuppa, portandosi dietro la cima e

alcuni degli scatoloni aperti, e iniziò a dirigere il salvataggio.

(3)

Anche con la neve fitta, la notizia di una nave bloccata vicino al porto fece il giro della piccola città di mare e una folla di cittadini curiosi si radunò sul molo. Quando la nave fu abbastanza vicina ciò che essi videro aveva

dell’incredibile ma era anche molto buffo: in mezzo alla tempesta di neve, circa diecimila paperelle di plastica di

ogni colore nuotavano davanti alla nave e la trainavano con una cima di salvataggio mentre sul ponte superiore una cinquantina di marinai imbacuccati pilotavano aeroplanini telecomandati di una certa potenza fissati sul parapetto della nave.

Su una rotaia lunghissima fissata al ponte della nave, alcuni trenini elettrici portavano ora delle batterie nuove per gli aeroplanini, ora delle bevande calde per i marinai e persino grandi pizzicottate ai marinai che ancora non credevano che una nave potesse essere rimorchiata da giocattoli.

Certe volte proprio non ci si può credere, ai propri occhi!

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Il capitano di vascello Von Tanenbaum se ne stava divertito in disparte: non si era mai visto che un suo carico non

giungesse nelle braccia dei bimbi che gli avevano scritto letterine da tutto il mondo. Agli abitanti della cittadina parve poi di aver avuto le traveggole, perché quando la

nave fu a portata di cima dalle bitte, i giocattoli sparirono e tornarono nella stiva, ciascuno nel proprio scatolone. Ai più testoni, il capitano era pronto a spiegare che loro – complici la neve e l’atmosfera del Natale - avevano creduto di vedere delle paperelle trainare una nave, cosa per altro

impossibile. E voi, osservate bene: se quando aprite i regali vedete delle goccioline d’acqua o vi sembrano già usati, allora vuol dire che erano sul carico di quella nave!

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