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IN LOCALITÀ S.EGIDIO - COMUNE DI PERUGIA.

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PIANO ATTUATIVO "RESIDENZIALE" DI INIZIATIVA MISTA DEL COMPARTO EDIFICATORIO

C2m

IN LOCALITÀ S.EGIDIO - COMUNE DI PERUGIA.

RAPPORTO PRELIMINARE AMBIENTALE

Perugia,Giugno2018

Aggiornamento Settembre 2018

IlProgettista Arch.AdelioRosi

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INDICE

1. PREMESSA 2

2.PIANO ATTUATIVO RESIDENZIALE DI INIZIATIVA MISTA DEL COMPARTO

EDIFICATORIO C2M IN LOCALITÀ SANT’EGIDIO 3

2.1 NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE 8

3. INQUADRAMENTO PROGRAMMATICO PIANIFICATORIO 14

3.1 Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) 14

3.2 Piano Urbanistico Territoriale 14

3.4 Piano Regolatore Generale 15

3.5 Altri Piano sovraordinati 15

4. QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE 16

4.1 Atmosfera 16

4.2 Rumore 16

4.3 Ambiente idrico 17

4.4 Geologia e geomorfologia 21

4.4.1 Descrizione geologica e litostratigrafica 21

4.4.2 Caratterizzazione geotecnica 21

4.5 Paesaggio 23

4.6 Vegetazione e Flora 25

4.7 Fauna 27

5. VALUTAZIONE DEI POTENZIALI IMPATTI SULL'AMBIENTE 35

5.1 Atmosfera 36

5.2 Suolo e sottosuolo 37

5.3 Ambiente idrico 38

5.4 Biodiversità 39

5.5 Salute pubblica, rumore e vibrazioni 42

5.6 Paesaggio 43

6. SINTESI DELLE CARATTERISTICHE DEL PIANO E DEI POTENZIALI IMPATTI 44

7. CONCLUSIONI 45

8. BIBLIOGRAFIA 46

ELENCO ALLEGATI N. 11

(3)

1. PREMESSA

Il presente elaborato di Rapporto Preliminare Ambientale riguarda il Piano Attuativo residenziale di iniziativa mista del comparto edificatorio C2m in Località Sant’Egidio nel Comune di Perugia.

Con la Direttiva Comunitaria 2001/42/CE è stata introdotta la procedura di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) che costituisce un importante strumento per l'integrazione delle considerazioni di carattere ambientale nell'elaborazione e nell'adozione di piani e programmi. Obiettivo di detta Direttiva è quello di garantire un elevato livello di protezione dell'ambiente e di contribuire all'integrazione di considerazioni ambientali all'atto dell'elaborazione e dell'adozione di piani e programmi al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile, assicurando che, ai sensi della presente Direttiva, venga effettuata la valutazione ambientale di determinati piani e programmi che possono avere effetti significativi sull'ambiente (Art. 1, Direttiva 2001/42/CE).

I vigenti riferimenti normativi per la procedura di VAS sono costituiti pertanto dai seguenti atti:

- Livello europeo: Direttiva 2001/42/CE.

- Livello nazionale: D.Lgs. 152 del 3 aprile 2006 - Norme in materia ambientale e successive modifiche e integrazioni

- Livello regionale: legge n. 12 del 16 febbraio 2010; D.G.R. n.861 del 26/07/2011 integrata dalla l.r.

8/2011, dalla l.r. 7/2012 e dalla l.r. 1/2015.

La norma principale che regola lo svolgimento del processo di VAS in ambito regionale è la DGR 233/2018 che sostituisce integralmente le disposizioni previgenti (DGR 423 del 13 maggio 2013, D.G.R. 423/2013 e la D.G.R. 1099/2014) e fornisce le modulistiche aggiornate.

La Direttiva 2001/42/CE stabilisce una procedura di valutazione degli effetti sull’ambiente generati dall’attuazione di piani e programmi attraverso un processo sistematico inteso a valutare le conseguenze sulla qualità dell’ambiente delle azioni proposte – piani o iniziative nell’ambito di programmi – ai fini di garantire che tali conseguenze siano incluse a tutti gli effetti e affrontate in modo adeguato fin dalle prime fasi del processo decisionale, sullo stesso piano delle considerazioni di ordine economico e sociale .

Il presente rapporto preliminare è stato redatto sulla base degli elementi indicati nell'Allegato I alla Parte seconda del D.Lgs. 152/2006 e successive modifiche e integrazioni, in applicazione dell’art. 2, comma 1, della l.r. 12/2010 (Norme di riordino e semplificazione in materia di Valutazione Ambientale Strategica) e ha il compito di descrivere gli impatti che l'attuazione del progetto potrebbe avere sull'ambiente, sul paesaggio e sul patrimonio culturale per la valutare la necessità di sottoporre o no a valutazione ambientale il Piano attuativo.

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2.PIANO ATTUATIVO RESIDENZIALE DI INIZIATIVA MISTA DEL COMPARTO EDIFICATORIO C2M IN LOCALITÀ SANT’EGIDIO

Il Piano Attuativo di iniziativa privata riguarda il comparto edificatorio classificato dal vigente P.R.G. Parte operativa del Comune di Perugia come zone (per nuovi insediamenti di margine art. 90 del T.U.N.A.), posto in località S.Egidio ed individuato al foglio catastale n. 276 particelle n. 523. – 686 – 274 – 270 – 318 –257 – 243 – 676 – 242 – 250 – 80 e di cui alle visure catastali allegate.

Figura 1 – IGM 1.25000 e area oggetti di Piano Attuativo

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Figura 2 – Ortofoto e sito oggetto di Piano

L’area di lottizzazione si sviluppa sul versante Sud rispetto al centro storico della frazione, in corrispondenza di un crinale collinare degradante fino alla adiacente strada provinciale dell’aeroporto di S. Egidio, con un dislivello tra monte e valle compreso tra 12 e 13 metri circa, con una pendenza media del 6/7% ed antistante aree già edificate e/o in fase di completamento classificate dal P.R.G. con C4 e Cn.

Poiché la densità fondiaria del comparto è pari a mc/mq. 0.50 e con altezza limitata fuori terra a m. 6.50 il basso grado di edificazione consente ampie zone a verde, con il conseguente impatto visivo integrato e rispondente alle caratteristiche ambientali della zona. A questo scopo, seguendo quanto dettato dalla norma del PRG per le zone C, le alberature esistenti saranno opportunamente integrate con altre piantumazioni in modo tale da realizzare una barriera verde tale da ridurre la percezione visiva del nuovo edificato verso il territorio circostante non urbanizzato. Verranno quindi espiantati i 58 ulivi ricadenti all’interno delle aree di interesse pubblico ed ripiantumati insieme ad altri 12 tutto intorno al perimetro del comparto, secondo quanto dettato dall’art.54 della L.R. 13/2009. In totali gli ulivi integrati saranno 70.

L’area di cui al presente Piano è interessata solo dal vincolo aeroportuale art. 138 del T.U.N.A., ma non da vincoli idrogeologici, come anche indicato dalla relazione geologica allegata, le caratteristiche dei suoli, prive di ogni effetto di rischio frana, si addice per la costruzione di abitazioni mono e plurifamiliari a basso indice di edificazione, né ci sono vincoli relativi ad aree protette e valorizzazione naturalistica e paesaggistica.

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Sull’intero comparto edificatorio insistono n. 17 proprietari e/o comproprietari (V. visure catastali allegate) per un valore catastale di € 544,54% (V. tav. 01) aventi porzioni di terreno di diverse ampiezze, per una superficie totale di mq. 25'708,00.

Poiché alcuni dei proprietari hanno manifestato la volontà di voler edificare subito a causa di esigenze personali, è sorta la necessità di organizzare il seguente Piano Attuativo in due stralci dei quali il primo interessa il 63,46 % delle proprietà e il 75,09% dell’intero valore catastale e coinvolge n. 9 proprietari.

Come detto sopra la superficie territoriale dell’intero comparto (ST) comprensiva degli spazi per le opere di urbanizzazione è pari a mq. 25'708,00, la superficie fondiaria (SF) è pari a mq. 16.525,00 ed volume urbanistico è pari a mc. 12'854,50.

Per quanto attiene l’intervento di iniziativa privata la superficie territoriale (ST) comprensiva delle opere di urbanizzazione è pari a mq. 16'315,00, la superficie fondiaria (SF) è di mq. 10.924,00 per un volume urbanistico di mc. 7'971,50, mentre la superficie complessiva da cedere da parte dei singoli proprietari per la realizzazione delle zone a servizio pubblico, area verde, parcheggi, viabilità è pari a mq. 4.586,18.

Tutti i dati generali e dimensionali sia dell’intero comparto di iniziativa privata, possono essere desunti dalle tabelle inserita nella TAV. 03.

I criteri della progettazione urbanistica dell’intero comparto tengono conto del contesto nel quale si insedia.

Il comparto è accessibile tramite una strada in macadam larga 3 metri che si immette direttamente lungo la strada provinciale dell’aeroporto. Tale accesso rimarrà confermato nel progetto adeguandolo sia per dimensioni che per caratteristiche al nuovo assetto viario, in modo da sovrapporre la nuova viabilità con la strada esistente e garantire così l’accesso ad ogni singolo residente e cittadino.

La nuova strada di previsione, con larghezza m. 7.00, avrà i marciapiedi laterali con larghezza di m. 1.50 e sarà collocata in posizione baricentrica rispetto al comparto. Il primo tratto di circa m. 48,00 sarà perpendicolare la strada provinciale, il tratto centrale di circa m. 56,00 sarà parallelo alle curve di livello, mentre il tratto finale di circa m. 68,00 sarà disposto sempre perpendicolarmente alla strada principale di valle. Questo garantirà l’entrata anche ai proprietari dei terreni posti a monte e limitrofi al comparto.

Poiché esiste un dislivello di quota tra il nuovo innesto e la strada principale, nonché in corrispondenza del primo tratto di strada, è prevista la realizzazione di muri di sottoscarpa e paralleli al marciapiede con altezza variabile compresa tra 50 e 120 cm. massimo (V. Tav. n. 12). Tali muri saranno realizzati in c.a. e rivestiti nella parte esterna con una sbruffatura di intonaco grezzo.

Il raggio di curvatura della nuova strada con la strada provinciale sarà di 10 m., in corrispondenza delle altre curve, tale raggio sarà di 6-5 metri.

Lungo la medesima strada saranno ricavati n. 20 parcheggi pubblici disposti perpendicolarmente all’asse stradale. Ulteriori 9 posti auto saranno realizzati parallelamente alla stessa, per un numero complessivo di 29 posti auto, di cui due per disabili.

La strada di previsione a doppio senso di circolazione ed i marciapiedi saranno realizzati secondo la

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delle zone per il deposito e la raccolta differenziata dei rifiuti domestici e dei manufatti per l’alloggiamento dei contatori delle utenze a rete (V. Tav. n. 14).

L’ingresso ai lotti n. 1-2-3°-3b verrà garantito da una strada privata gestita e realizzata esclusivamente da parte dei singoli proprietari.

Sarà inoltre attrezzata con un impianto di pubblica illuminazione le cui caratteristiche si possono desumere dagli allegati (V. Tav. n. 11 e Tav. n. 18), costituito essenzialmente da 12 pali con altezza fuori terra di m. 9 (V. Tav. n. 18).

Lungo la medesima strada è prevista la segnaletica orizzontale e verticale, secondo quanto previsto dal codice della strada.

Saranno poi realizzate 5 aree a verde, delle quali una baricentrica rispetto all’edificato e pienamente fruibile dall’intero comparto.

Tutte le aree a verde sono state studiate con percorsi ed aree di sosta.

Per quanto attiene la realizzazione delle opere di urbanizzazione e loro proposte progettuali per le fognature acque bianche e nere, l’impianto di pubblica illuminazione, la rete idrica, gas, telefonica, ecc…. si rimanda alle specifiche relazioni e disegni (V. Tav. n. 09, n. 11 e n. 12).

Le attuali piccole costruzioni realizzate all’interno del comparto e regolarmente accatastate (V. Tav. n. 01) per una superficie complessiva di circa mq. 210,00, essenzialmente adibite a rimesse attrezzi, saranno rimosse ad eccezione della costruzione che insiste in corrispondenza del lotto n. 2, che verrà mantenuto.

I terreni di risulta provenienti dagli scavi per la realizzazione delle opere di urbanizzazione, saranno in parte riutilizzati nello stesso sito per la formazione dei riporti occorrenti la realizzazione della strada di progetto, la parte eccedente, sarà utilizzata e depositata in altro sito, secondo la vigente normativa. Si rimanda alla fase di inizio lavori il dettaglio e le specifiche sui siti di destinazione per le terre e rocce da scavo.

Le caratteristiche costruttive, estetiche ed architettoniche dei materiali da impiegare, per quanto riguarda la costruzione delle future abitazioni, vengono fissate con le Norme Tecniche di Attuazione (V. Tav. n. 15 art.

10).

Per quanto concerne la posizione dei fabbricati da realizzare, si è studiato un orientamento in linea con l’asse viario principale. Tale orientamento permette inoltre di avere l’asse eliotermico nella migliore posizione possibile, tanto da permette un’esposizione e un soleggiamento ottimale per tutti gli edifici.

Ad integrazione delle informazioni già fornite si precisano ulteriori dati del presente P.A. con specifico riferimento agli elaborati progettuali e, più precisamente:

• al rilievo quotato dello stato attuale (tav. 01) dell’area di interesse, da cui si rileva che la stessa degrada in direzione NE – SO, con dislivello di circa 9 mt ed una pendenza media del 6-7%; si rileva, inoltre, la strada bianca di accesso di circa 3 mt. (che attraversa l’area trasversalmente, in direzione prevalente NO-SE) con imbocco della strada provinciale di S. Egidio e con lunghezza totale di 170 metri; nella carta è riportata la tabella A con i dati relativi ai 17 proprietari interessati all’iniziativa con una superficie territoriale complessiva (ST) del comparto di 25'708,00. mq., una capacità edificatoria (secondo l’art. 135 bis del

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T.U.N.A. comunale) di 12'854,50 mc; è ancora evidenziata l’attuale rada copertura vegetale ad oliveto del comparto;

• alla planimetria di progetto (Tav. 03) ove sono evidenziate: la divisione del comparto in 18 lotti con resi evidenti, in linea di larga massima, i limiti territoriali di ciascun lotto, l’area su cui saranno realizzati i fabbricati, la superficie fondiaria (SF), il volume fabbricabile in mc., le aree destinate a parcheggio pubblico (per un totale di 44 posti e, per il presente stralcio di 29 posti); le aree a verde pubblico e marginale 2, per complessivi mq. 2'188.54, di cui relative al presente stralcio 1'229 mq., la strada di acceso al comparto (che ricalca la vecchia interpoderale allargandola a 7 metri + 3 mt. di marciapiede) e quella di servizio ai lotti non adiacenti alla precedente, compresi i lotti non facenti parte dell’attuale stralcio funzionale; sono inoltre evidenziati i rapporti della nuova viabilità con quella esistente (e cioè la strada provinciale di S. Egidio e quella comunale Via dell’Astronauta, vedi nulla osta della Provincia art. 15 Norme attuazione di seguito riportate); nonché la relazione esistente fra le previste nuove edificazioni e quelle di più recente realizzazione; sono ancora indicate le tracce delle sezioni che evidenzialo i probabili ingombri dei fabbricati della successiva tavola n. 04 (per migliori dettagli vedi tav. 06 tabella B e C);

• alle sezioni di progetto (tav. 04), vi sono evidenziati i probabili profili dei fabbricati, con il massimo ingombro edificabile in altezza, ed i limiti segnalati in rosso della parte di comparto non compresa nel presente stralcio;

• al piano particellare aree da cedere (tav. 06), per complessivi mq. 4586,18 suddiviso, a colori, con le quote di terreno da cedere da parte di ciascun proprietario;

• ai profili altimetrici del terreno in rapporto alle probabili sagome dei fabbricati previsti – stato attuale e modificato (tav. 07): la carta mette in evidenza come l’andamento del terreno determina (in grado più o meno accentrato) il movimento dei materiali di scavo, anche in funzione dell’importanza dimensionale che vorrà darsi ai futuri locali interrati; nella carta i fabbricati sono posizionati nella maniera più favorevole (rispetto alle quote stradali) per ottenere il migliore equilibrio fra scavi e riporti, limitando al minimo il trasporto a rifiuto dello scavo eccedente; sotto questo profilo, la migliore situazione si presenta per i fabbricati posizionati lungo le sezioni AB e CD, mentre una situazione meno favorevole è presente per i fabbricati da realizzare lungo la sezione I-L, nei quali gran parte dello scavo occorrente per dare luogo agli eventuali locali seminterrati, dovrà essere portata a rifiuto se non utilizzabile per regolarizzare con riporti la restante superficie del lotto;

• alla planimetria e profili opere di urbanizzazione primaria (tav. 09-10) ove si evidenzia il tracciato della viabilità pubblica e privata ed entro di essa, quello delle reti idropotabile e fognali (acque bianche e nere), di illuminazione pubblica e privata, la formazione di vari pozzetti, le griglie di scarico acqua piovana, ecc….; si aggiunge che il piano di posa delle tubazioni e cavi sarà previsto entro il limite di 1,25 mt. dal piano stradale, e solo in qualche caso, eccederà tale valore (particolarmente per lo scarico fognale acque nere lungo il tratto a valle dei lotti n. 4b e 4 a, ove la fognatura ha un andamento in contropendenza rispetto al profilo naturale

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• alla planimetria aeree reti tecnologiche acquedotti, energia elettrica, pubblica illuminazione, gas – metano, telefonia (tav. n. 11 e 11 bis), ove sono evidenziati i tracciati delle varie reti il cui sviluppo planimetrico complessivo determina uno scavo o sezione obbligata di circa 800 mc., in buona parte riutilizzabili per il relativo rinterro.

• ai particolari architettonici e costruttivi (tav. 12) si riferiscono alla sezione tipo (scelta in una zona ove è presente un allargamento di 2,5 ml. per dare posto ad un parcheggio) con marciapiedi di mt. 1,50 ciascuno; la sezione contiene indicazione sulla pavimentazione stradale (prevista con una sottofondazione di 40 cm., un misto granulometrico di 10 cm., un conglomerato bituminoso di 8 cm. ed un tappetino di usura di 4 cm.; la sezione A-B è disegnata in corrispondenza di un palo di sostegno per l’illuminazione pubblica (di cui è precisato il pozzetto di una fornitura dell’energia elettrica) e, immediatamente al disotto del marciapiede, il pozzetto di raccolta dell’acqua piovana; alle piante, sezioni e prospetti schematici di opere tipo: muretti di sottoscarpa, pozzetti per scarico acque bianche e nere, parcheggi, alloggi per le utenze tecnologiche, ecc….;

• alle norme tecniche di attuazione (tav. 15), contiene i vincoli cui è subordinata l’attuazione del P.A. e fa riferimento alla destinazione d’uso delle singole aree, per l’edificazione a scopo residenziale, per il verde pubblico e parcheggi, per la viabilità carrabile e pedonale, per servitù fra i proprietari, per la manutenzione delle reti di interesse comune; contiene, inoltre, il riferimento ai dati dimensionali in materia di cubatura consentita, superficie costruibile, di verde ripariale, facendo riferimento alle tavole e tabelle di progetto; le norme sono costituite da 15 articoli ognuno dei quali stabilisce vincoli costruttivi e sulle scelte dei materiali.

A conclusione delle illustrazioni di cui sopra si aggiunge che gli elaborati progettuali sono completate da n. 4 relazioni specifiche in materia geoidromorfologica e compatibilità sismica del comparto, di clima acustico, di irraggiamento luminoso, di valutazione dei fabbisogni idropotabili e scarichi fognali acque bianche e nere.

2.1 NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE

Art. 1 (Definizione ambito)

Le presenti norme disciplinano l’attuazione del Piano Attuativo di iniziativa privata delle aree classificate (zone per nuovi insediamenti di margine) individuate dal vigente P.R.G. art. 90 del T.U.N.A. in località S.

Egidio – Comune di Perugia, identificate catastalmente al foglio n. 276 particelle n. 523 – 686 – 274 – 270 – 318 – 257 – 243 – 676 – 242 – 250 (V. Tav. n. 01) di proprietà dei Sigg.ri Testi Paolo, Bianchi Fiammetta, Gaggi Silvano, Bianchi Daniele, Palazzetti Alviero, Testi Daniela, Piorigo Gino e Trubbianelli Silvana, eredi Mantovani.

Art. 2 (Elaborati)

Oltre alle presenti Norme di Attuazione, costituiscono parte integrante e sostanziale del Piano Attuativo di iniziativa privata i seguenti elaborati:

Tav. 00 Estratto di P.R.G. – fotografia aerea – planimetria catastale – carta tecnica regionale

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Tav. 01 Rilievo quotato stato attuale – Pianta

Tav. 01 bis Doc. fotogr.relativa alla tav. di rilievo quotato stato attuale con censimento delle alberature Tav. 02 Sezioni stato attuale

Tav. 03 Planimetria di progetto Tav. 04 Sezioni di progetto

Tav. 05 Viabilità interna e sistemazioni varie

Tav. 5 bis Autorizzazione Provincia per adeguamento accesso carrabile C2m R/PR Autorizzazione provincia Relazione Tecnica Illustrativa

F/PR Autorizzazione provincia Documentazione Fotografica Tav. 06 Piano particellare aree da cedere

Tav. 07 Profili altimetrici terreno stato attuale e stato modificato – Sezioni tipo fabbricati previsti Tav. 08 Relazione tecnica illustrativa rete smaltimento acque bianche e nere – Calcoli

Idraulici

Tav. 09 Planimetria - opere di urbanizzazione primaria Tav. 10 Profili rete acque bianche e nere

Tav. 11 Planimetria reti tecnologiche: acquedotto, elettrica, gas metano Tav. 11 bis Planimetria di progetto impianti tecnologici

Tav. 12 Particolari architettonici e costruttivi Tav. 13 Documentazione fotografica

Tav. 14 Relazione tecnica illustrativa generale e visure catastali Tav. 15 Norme tecniche di attuazione

Tav. 16 Relazione geologica, idrogeologica sugli aspetti idraulici e sul modello sismico Tav. 16 bis Relazione geologica integrativa

Tav. 17 Relazione previsionale del clima acustico

Tav. 18 Relazione previsionale sull’inquinamento luminoso Tav. 18 bis Integrazione relazione illuminazione pubblica Tav. 19 Computo metrico estimativo

Art. 3 (Norme generali)

Il Piano è disciplinato dalle seguenti Norme, dalle indicazioni prescrittive degli elaborati grafici di cui al precedente art. 2, dal T.U.N.A. del P.R.G. e del Regolamento Edilizio Comunale vigente, nonché dalla legislazione nazionale e regionale.

Art. 4

(Destinazione delle aree)

Il Piano suddivide le aree comprese nel suo perimetro (primo stralcio funzionale) le destinazioni d’uso

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pubblico, aree per i parcheggi pubblici ed aree per la viabilità carrabile e pedonale, oltre che aree di servitù tra i proprietari dei singoli lotti per la manutenzione delle reti fognarie come indicato con la Tav.n. 06.

Art. 5 (Dati dimensionali)

La cubatura, la superficie costruibile ed i relativi standard urbanistici sono riportati nella Tav. n. 06 Tab. C, la superficie coperta di ogni singolo edificio dovrà ricadere entro la sagoma di massimo ingombro individuata con la medesima Tav. n. 06 Tab. C.

Il comparto ad iniziativa privata prevede la realizzazione di n. 11 nuovi edifici a destinazione residenziale per una volumetria complessiva di mc. 8'165. (V. Tav. n. 06)

È prevista una viabilità di penetrazione interna a doppio senso di circolazione della larghezza di m. 7.00, con marciapiedi laterali della larghezza di m. 1.50 posti ad una quota sopraelevata di cm. 15 rispetto al piano stradale, e raccordati ad esso con rampe della pendenza massima del 8% al fine di rispettare le direttive inerenti le normative vigenti in materia di barriere architettoniche.

In fase di progettazione esecutiva saranno approfondite le indagini geologiche come definito dal D.M.

11.03.88.

Art. 6

(Sistemazioni esterne, recinzioni e alberature)

Le recinzioni sul fronte strada e gli spazi pubblici dovranno essere uniformi ed avere le seguenti caratteristiche: i muretti di contenimento potranno essere realizzati in c.a. o muratura mista, con blocchetti di cemento tipo cassero con intonaco grezzo sulle parti a vista e sovrastante copertina con finitura a ghiaietto o pietra facciavista, con altezza massima riferita alla quota marciapiede di m. 0.45 con sovrastante cancellata o rete metallica plastificata per un’altezza complessiva massima di m. 1.80.

I muri di contenimento e di sottoscarpa dei terreni dovranno avere un’altezza massima fuoriterra, di m. 1.20, da realizzare in c.a. con intonaco grezzo sulle parti a vista oppure con muratura mista, in alternativa potranno essere realizzati con elementi prefabbricati di calcestruzzo del tipo a celle grigliate e rinverdibili.

I marciapiedi posti lungo la strada di lottizzazione aventi larghezza di m. 1.50, dovranno essere pavimentati con conglomerato bituminoso (tappetino) e con cordolo di bordo in cemento prefabbricato.

Le zone adibite a parcheggio pubblico dovranno essere permeabili e pertanto realizzate con masselli di cls autobloccanti di colore simile al cotto naturale.

In considerazione che, il comparto edificatorio si inserisce in un contesto ambientale già caratterizzato da notevoli alberature di varia specie e limitrofo ad altre aree già urbanizzate, si consiglia sugli spazi pubblici e privati l’uso di alberi di media dimensione privilegiando all’interno degli spazi privati alberi da frutto (in particolare ulivi, sorbi, nespoli, ciliegio, cespugli, ecc..) e negli spazi pubblici alberi del tipo a foglia perenne (in particolare lecci, pini domestici, cipressi, tassi, olmi, ecc…).

Nel Piano, è prevista per alcuni lotti, lungo il confine esterno del comparto corrispondente alla zona agricola, l’obbligatoria piantumazione di alberature di media dimensione e della specie come indicato al precedente punto.

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Gli accessi carrabili sono indicati in cartografia, mentre gli accessi pedonali verranno posizionati in funzione del progetto esecutivo di ogni edificio.

Art. 7 (Piano di spiccato)

Le quote d’imposta degli edifici potranno variare di +/- metri 0.60 in base alle esigenze orografiche e di smaltimento fognario dei singoli lotti da perfezionare e definire in sede di progettazione esecutiva dei singoli edifici.

Art. 8 (Variazioni)

Tra lotti contigui sono ammesse, in fase di attuazione, modeste variazioni (a somma zero) di volume (<=

20%) sempre nel rispetto dell’indice fondiario di 1:1; in tale caso, per il rilascio del Permesso di Costruire i progetti degli edifici dovranno essere presentati contemporaneamente e firmati da tutte le parti interessate.

Gli accessi carrabili così come individuati nella Tav. n. 03 sono indicativi e non tassativi: le modifiche stabilite prima della realizzazione delle opere di urbanizzazione non comportano oneri aggiuntivi mentre in caso contrario saranno a carico del richiedente tutti gli oneri connessi, e comunque se modificati necessiteranno del parere preventivo della D.L. e del competente ufficio tecnico comunale.

Art. 9 (Coperture)

Le coperture dei singoli edifici saranno realizzate a capanna e/o padiglione e con eventuali elementi in piano, con sovrastante manto in tegol-coppo di laterizio o similare, potranno essere inserite nelle falde aperture di finestre tipo velux e balconi.

Art. 10

(Orientamento degli edifici)

Gli edifici saranno orientati seguendo l’asse stradale al quale si rivolgono vedi Tav. 03.

Art. 11

(Aspetto esterno degli edifici - materiali)

Le facciate saranno in prevalenza intonacate e tinteggiate con colori chiari nella scala delle terre, in caso di edifici a blocchi nei quali il colore assuma una valenza architettonica predominante potranno essere utilizzati colori con diversa tonalità della medesima scala.

Eventuali superfici in muratura faccia vista saranno in laterizio o pietra naturale, con esclusione di aggetti per terrazzi, marcapiani o esigue parti strutturali di calcestruzzo.

Le balaustre dei terrazzi dovranno avere un’altezza minima di m. 1.00 e potranno essere realizzate sia in metallo che con muretti di laterizio e/o misti metallo + laterizio, oppure potranno essere realizzate con fioriere continue o modulari.

I canali di gronda ed i discendenti pluviali delle coperture, dovranno essere realizzati con lamierino di rame a

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Le gronde del tetto potranno essere realizzate con zampini di legno a vista a profilo semplice con soprastante pianellato di laterizio; in alternativa se venissero utilizzati zampini in c.a., questi dovranno essere tinteggiati di colore marrone. Le medesime gronde potranno essere realizzate anche con laterizio e/o calcestruzzo purché siano tinteggiate nei colori previsti di cui al precedente punto a.

I serramenti esterni di persiana potranno essere realizzati con profili di legno, alluminio elettrocolorato o PVC di colore abbinato alle facciate.

Gli infissi interni di finestra potranno essere realizzati con profili di legno a vista, alluminio elettrocolorato PVC o con materiali misti, purché di colore bianco avorio per la parte esterna.

È facoltà di ogni singolo proprietario stabilire il proprio sistema costruttivo, muratura, calcestruzzo, acciaio, moduli prefabbricati, legno per le parti strutturali, ecc….

I comignoli e le canne fumarie, se esterne, dovranno essere rivestite con materiale omogeneo all’edificio (mattoni faccia vista, pietra, intonaco e tinteggio)

Le recinzioni saranno progettate con muretti di almeno 50 cm e sovrastante rete metallica di h 1.50 m montata su paletti metallici

I cancelli carrabili e pedonali saranno realizzati in metallo ed articolati da un disegno semplice.

Art. 12

(Risparmio energetico)

Ogni costruzione dovrà tenere conto di soluzioni e tecniche costruttive e misure riguardanti il contenimento dei consumi energetici e del rumore proveniente dal flusso veicolare derivante dalla strada provinciale e dei vettori dello scalo aeroportuale (V. Tav. n. 17).

E’ consentito l’uso delle attuali tecnologie per l’uso e lo sviluppo di energia alternativa, sistemi fotovoltaici, solare, geotermico, eolico, ecc…. le quali, se previste dovranno essere inserite in fase progettuale con la richiesta del Permesso a Costruire.

È fatto obbligo di rispettare quanto disposto dall’art. 96 del Regolamento Edilizio per il recupero delle acque piovane.

Al fine di migliorare le prestazioni energetiche i singoli edifici si dovrà progettare l’orientamento degli stessi come indicato all’art. 10 in modo tale da avere l’asse eliotermico nel giusto orientamento (vedi tav. 03 e 14 indicazioni inserite nelle indicazioni L.R. 17/2008)

Art. 13

(Modalità di attuazione del Piano)

La realizzazione del Piano potrà avvenire tramite interventi edilizi diretti, eseguiti dai richiedenti, purché venga garantita l’esecuzione delle opere di urbanizzazione, venga prevista la cessione gratuita delle aree relative a tali opere e quelle destinate agli altri spazi pubblici, parcheggi, verde, ecc… e precisamente appena stipulata opportuna Convenzione con il Comune che ne disciplini l’attuazione.

(14)

Art. 14 (Videosorveglianza)

Ai sensi dell’art. 21 del vigente Regolamento del sistema di videosorveglianza della sicurezza dovrà essere predisposto un impianto di videosorveglianza compatibile con la piattaforma comunale.

Art. 15

(Nulla Osta della Provincia di Perugia)

In data 18 gennaio 2018 la provincia di Perugia, Area viabilità e trasporti rilascia nulla osta favorevole da parte del Servizio Gestione Viabilità, con le seguenti prescrizioni:

Preso atto delle verifiche di distanza di visuale libera condotte in corrispondenza del passo di accesso lungo la S.P. n 0 247, si prescrive per tutta la fascia di scarpata compresa all'interno dei triangoli di visibilità l'assenza di vegetazione arbustiva di qualsiasi specie o di qualsiasi manufatto, che possa ostacolare la libera visuale per coloro che dal passo di accesso si immettono nella strada provinciale e per coloro che viceversa viaggiando lungo la strada provinciale si approssimano al passo di accesso, Prima della fine dei lavori dovrà essere presentata all'Ufficio Gestione Demanio e Concessioni della Provincia di Perugia una proposta di frazionamento nella quale vengano evidenziate le superfici di effettiva proprietà privata, distinte da quelle demaniali da intestare alla Provincia di Perugia come strade e/o pertinenze , che risulteranno oggetto di modifica a seguito delle nuove occupazioni con le finalità di uso pubblico indicate in progetto. A tale scopo occorre che il Comune ottenga specifica autorizzazione per la concessione d'uso di tali eventuali superfici demaniali da parte dell'Ufficio medesimo,

ln merito agli obblighi manutentivi delle opere realizzate è necessario inoltre che il Comune provveda a farsi carico della manutenzione delle opere ed impianti realizzati, compresa la pulizia delle scarpate interessate, sottoscrivendo con i lottizzanti specifico atto d'obbligo da presentare all'Ufficio Gestione Demanio e Concessioni, lasciando indenne la Provincia di Perugia da qualsiasi onere manutentivo, con l'impegno a ripristinare lo stato dei luoghi, senza alcuna pretesa, laddove tali superfici siano necessarie per eventuali modifiche o altri interventi necessari alle esigenze della viabilità provinciale,

Prima dell'inizio dei lavori dovrà essere prodotto il P.O.S. da parte dell'impresa esecutrice, adeguato al P.S.C., che dovrà essere condiviso con gli uffici del Servizio Gestione Viabilità della Provincia di Perugia (Ufficio Gestione Manutenzione Stradale Zona 2, al quale dovrà essere comunicata preventivamente la data di inizio delle lavorazioni, con specifica richiesta di ordinanza di apertura di cantiere nella fascia di rispetto stradale.

(15)

3. INQUADRAMENTO PROGRAMMATICO PIANIFICATORIO

3.1 Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP)

Il P.T.C.P. è definito come un piano strutturale e coordina i vari livelli di pianificazione ed i diversi soggetti preposti alla sua attuazione, con particolare riguardo per gli Enti locali. È costituito da una serie di elaborati che comprendono normative, direttive, prescrizioni ambientali e paesaggistiche, sistema infrastrutturale e insediativo, mobilità e trasporto pubblico.

Dall’analisi dell’Atlante infrastrutturale insediativo non sono state rilevate particolari influenze del P.A. con quanto riportato nella carta 1.1.2 della viabilità generale imperniata nel nodo di Perugia e 1.1.3 carta di proposta della viabilità provinciale. Infatti l’area oggetto di intervento si sviluppa in adiacenza alla strada provinciale per l’aeroporto ed è attualmente servita da una stradina bianca interponderale (di circa 3 mt. di larghezza che sarà ampliata fino a 7 mt. più 1.5 mt. di marciapiedi laterali) e adeguatamente pavimentata.

L’atlante del sistema ambientale e paesaggistico Per quanto riguarda il 2° punto, si sono esaminate le influenze sull’ambiente e paesaggio derivanti dai nuovi insediamenti edilizi (da realizzare con le limitazioni volumetriche di altezza e densità (edilizia) previste dal P.R.G. comunale.

- la carta A.1.2.2, dei complessi idrologici con indicazione delle vulnerabilità: il comparto è sufficientemente lontano da acquiferi ed esenti da vulnerabilità intrinseca al rischio di inquinamenti;

- la carta A.1.3, della sensibilità al rischio geomorfologico e di inquinamento acquifero: il comparto ricade in aree classificate prevalentemente stabili,

- la carta A.3.3, della viabilità storico minore: intorno al comparto, ed a sufficiente distanza da esso, non esistono tracce di una viabilità storica minore;

- la carta A.6.2, della struttura del collettamento fognario e della depurazione dei reflui: il comparto ricade in un’area più vasta, servita dal collettamento dei reflui comunali e dal loro collegamento all’impianto di depurazione di Ponte Valleceppi-Lidarno.

- la carte A.7.1 degli ambiti della tutela Paesaggistica: non risultano presenti aree a tutela paesaggistica, nell’abitato di Sant’Egidio (porzione nord) sono segnalati insediamenti storici puntuali.

Dall’analisi del PTCP non emergono vincoli o ambiti di pregio tali da interferire con l’attuazione del Piano.

3.2 Piano Urbanistico Territoriale

In merito al P.U.T., sono state esaminate le carte tematiche riguardanti:

le aree di interesse faunistico e venatorio (7);

- le zone di elevata diversità floristico-vegetazionale e siti di interesse naturalistico comunitario S.I.C. (8);

- dei parchi delle aree protette ed emergenze ambientali (12);

- dello spazio rurale (14);

- di particolare interesse agricolo (17);

- dei siti archeologici ed elementi di paesaggio antico (25);

(16)

- della viabilità storica, abbazie e principali siti benedettini (26).

Da tale analisi non sono state rilevate particolari connessioni dell’area di intervento con le tematiche delle carte citate.

3.3 Piano Stralcio di Assetto idrogeologico

L’area di P.A. non ricade nelle aree alluvionabili perimetrate nelle cartografie comunali, né nelle fasce fluviali e nelle zone di rischio individuate dal Piano di Assetto Idrogeologico del F. Tevere (PAI).

La distanza dai collettori principali e la quota rialzata rispetto a quella di scorrimento, non espone generalmente l’area al rischio di alluvionamento.

3.4 Piano Regolatore Generale

Il comparto edificatorio classificato dal vigente P.R.G. Parte operativa del Comune di Perugia come zone per nuovi insediamenti di margine art. 90 del T.U.N.A.

3.5 Altri Piano sovraordinati

Gli altri piani sovraordinati, di contenuto settoriale, si richiamano per memoria in quanto la loro incidenza sul presente piano attuativo è pressoché inesistente, come si può rilevare dalla stessa enunciazione dei piani.

Essi sono:

- l’H.P.Q. (Accordo di Programma Quadro per la tutela dell’acqua e la gestione integrata delle risorse idriche),

- il P.T.H. (Piano di Tutela delle Acque),

- il P.G.R. (Piano di Gestione dei Rifiuti solidi Urbani), - il P.B.T. (Piano di Bacino del Tevere),

- il P.R.G.A. (Piano Regolatore Generale Acquedotti).

A conclusione di quanto fin qui esposto, si può affermare che la realizzazione del P.A. è compatibile con le finalità e contenuti dei precedenti piani e programmi in quanto esaurisce, in ambito strettamente locale le sue influenze su tutti i fattori ambientali e risorse prima considerate, non turbandone gli attuali assetti ed in armonia con le linee d’azione degli strumenti di programmazione generale, miranti ad una politica unitaria di gestione delle risorse e finalizzata allo sviluppo sostenibile.

(17)

4. QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE 4.1 Atmosfera

L’area geografica oggetto di piano rappresenta una zona climatica di tipo sub-mediterraneo con tendenza alla continentalità. L'estate è molto calda e il periodo più torrido cade in agosto. La sensazione di caldo è molto spesso accentuata dalla presenza di umidità, frequente in zona per la conformazione morfologica dell’area occidentale del territorio comunale. L'autunno è tiepido ed è la stagione più piovosa dell'anno. L'inverno è spesso nebbioso e, mediamente, nevica poche volte l’anno e di rado il manto supera i 20 cm di spessore.

In particolare l’area rientra nella Regione Temperata semi-oceanica, con piano bioclimatico basso collinare, questi riguarda prevalentemente i versanti dell’Umbria centro-meridionale e centro-settentrionale, coincide con il limite di penetrazione degli influssi climatici mediterranei con medie delle temperature minime invernali leggermente superiori agli 0°C.

Figura 3 - Estratto Carta Fitoclimatica – PUT Regione Umbria

4.2 Rumore

La Regione Umbria ha emesso la legge 8 del 2002 disposizioni per il contenimento e riduzione dell'inquinamento acustico, che prevede principalmente: la classificazione acustica del territorio dei comuni.

Per valutare lo stato acustico presente nell’area, è stato redatta una valutazione preliminare di clima acustico (Cft relazione di Dott. Ing. Andrea Pucci e Dott. Ing. Monica Saraca Volpini allegata).

Di seguito vengono sintetizzati i risultati di tale studio.

La lottizzazione in esame si inserisce in una porzione di territorio classificata acusticamente, in base ai limiti stabiliti dal D.P.C.M. 14/11/1997 di Classe II (aree di tipo misto: aree urbanizzate interessate da traffico veicolare locale o di attraversamento, con media densità di popolazione, con presenza di attività commerciali es assenza di attività industriali; aree rurali interessate da attività che impiegano macchine operatrici) dove sono definiti i valori limite di immissione pari a 60 dB(A) per il periodo e di 50 dB(A)per quello notturno.

Di seguito i risultati delle misure effettuate in due punti all’interno dell’area oggetto di piano.

(18)

Il confronto tra i valori limite individuati ed i risultati delle misure effettuate nei vari punti, evidenzia che i limiti vigenti non sono mai superati per cui è possibile affermare la compatibilità del nuovo insediamento con il clima acustico esistente in relazione ai limiti di rumore imposti dalle classi di destinazioni d’uso del territorio.

Si rileva comunque che la zona è condizionata dalla presenza a circa 1,5 km in linea d’aria dell’aeroporto S.

Francesco d’Assisi comportando nel lasso di tempo relativo ad ogni decollo o atterraggio dei vettori un innalzamento, accettabile, dei valori di livello equivalente ambientale compreso tra 55-60 dB(A).

4.3 Ambiente idrico Acque superficiali

La regione Umbria è interessata dal bacino idrografico del Fiume Tevere suddiviso a sua volta in sottobacini.

L’abitato di Sant’Egidio ricade sul limite meridionale del sottobacino dell’Alto Tevere a confine con il sottobacino del Chiascio.

(19)

Figura 4 - Sottobacini

Il sottobacio dell’Alto Tevere all’interno del quale è ubicata l’area è caratterizzato da tutta la porzione montana del bacino del fiume Tevere, dalle origini (monte Fumaiolo, in Emilia Romagna) fino a monte della confluenza con il fiume Chiascio. La superficie è di circa 2.168 km2, di cui 1.434 in territorio umbro. La massima quota è di 1.454 m s.l.m., ma più del 95% del territorio presenta quote inferiori a 900 m s.l.m.; la quota media è di 541 m s.l.m. Questa porzione di bacino è caratterizzata da una morfologia prevalentemente collinare, con una forte prevalenza di litologie scarsamente permeabili. La densità di drenaggio media è di 1,48 km/ km2. In territorio toscano il fiume disegna una valle alluvionale di discreta ampiezza, l’Alta Valle del Tevere, che prosegue in territorio umbro oltre Città di Castello (soglia di Santa Lucia); più a sud si apre

(20)

la Media Valle del Tevere. Queste aree vallive sono sede di acquiferi alluvionali di una certa importanza. I principali affluenti di questo tratto del Tevere, in territorio umbro, sono i torrenti Cerfone, Nèstore e Niccone in destra idrografica, Carpina e Assino in sinistra idrografica. In territorio toscano è stato realizzato, mediante sbarramento sul fiume Tevere, l’invaso artificiale di Montedoglio.

I principali agglomerati urbani presenti nel sottobacino sono localizzati lungo la pianura del Fiume Tevere e sono rappresentati dagli abitati di Città di Castello ed Umbertide e in parte Perugia.

Le attività agricola in prevalenza sono caratterizzate dalla coltivazione del tabacco in Alta Valle del Tevere.

Il sistema viario principale è rappresentato dalla Strada Statale n.3 bis e dalla Ferrovia Centrale Umbra che attraversano il territorio da nord a sud lungo il bordo orientale delle aree vallive.

Il sistema industriale si sviluppa con geometria lineare lungo le stesse vie di comunicazione con due aree a elevato grado di saturazione: la prima, a nord, nei comuni di Città di Castello, Umbertide e San Giustino, la seconda, a sud, nel comune di Perugia.

Le acque superficiali confluiscono tutti sul Fiume Tevere, direttamente o nei suoi affluenti quali fossi e torrenti di modesta portata.

Considerando più strettamente l’area oggetto di Piano questa risulta posta in sinistra idrografica del F.

Tevere. In particolare l’area di lottizzazione si sviluppa a partire dall’area di crinale della collina che risulta parte integrante dello spartiacque tra il fiume Tevere ed il Fiume Chi ascio. Questa risulta lambita da due collettori stagionali, il fosso Richiavo, tributario di II ordine del F. Tevere ed il fosso Maccara, tributario di II ordine del F. Chiascio, affluente del F. Tevere. Il comparto di lottizzazione si individua sul versante naturalmente degradante verso l’alveo del fosso Maccara.

Le acque che dilavano il versante di interesse, sono raccolte dal citato fosso Maccara e da una serie di sistemi di regimazione realizzati lungo le strade ed in corrispondenza dei terreni agricoli dell’area valliva, localmente confluenti in laghetti di accumulo.

Per quanto riguarda lo stato ecologico dei corsi d’acqua umbri il monitoraggio ARPA nel triennio 2015-2017 applicando gli indici e i valori di riferimento previsti nel DM 260/2010, come modificato dalla Decisione n.

229/2018/CE ha evidenziato uno stato ecologico Sufficiente nel tratto di Fiume Tevere più prossimo all’abitato di Sant’Egidio (Fig. 5).

(21)

Figura 5 - Stato ecologico dei corpi idrici fluviali monitorati nella Regione Umbria – triennio 2015-2017

Acque sotterranee

In Umbria, le fonti di approvvigionamento di acqua potabile, sono rappresentate da corpi idrici sotterranei:

- acquiferi alluvionali: Alta Valle del Tevere, Conca Eugubina, Media Valle del Tevere, Valle del Tevere, Valle Umbra, Conca Terzana;

- acquiferi cartonatici: Monti di Gubbio, Monte Cucco, Monti delle Valli del Topino e del Menotre, Monti della Valnerina, monti Martani e di Amelia;

- acquiferi vulcanici: complesso Vulcanico Orvietano.

L’area interessata dal piano ricade nell’ area corrispondente all’Acquifero Media valle del Tevere.

(22)

Scendendo nel dettaglio dell’area di progetto si evidenzia la presenza di una falda freatica principale che si stabilizza intorno ai 190-200 m slm, impostata al tetto dei sedimenti prevalentemente argillosi. I pozzi profondi censiti evidenziano un livello posto tra 20 e 30m di profondità. Si ritiene che risorse idriche di non stimata potenzialità siano intercettabili anche a minori profondità (tra i 5 ed i 10m dal pc).

Nell’area non sono stati individuati pozzi ad uso idropotabile e non sono state individuate emergenze sorgentizie.

4.4 Geologia e geomorfologia

Nell’ambito della redazione del Piano è stata prodotta una relazione geologica (tav. 16) allegata al presente studio redatta dalla Dott.sa Michela Timi, a cui si fa riferimento per la caratterizzazione geologica e geomorfologica dell’area di seguito sintetizzate.

4.4.1 Descrizione geologica e litostratigrafica

Nell’area affiorano sedimenti terrigeni continentali di origine fluvio lacustre, noti in letteratura come complesso plio-pleistocenico villafranchiano. Tali sedimenti sono generalmente costituiti da limi, sabbie, ghiaie ed argille disposte in lenti e livelli variamente interdigitati, riferibili alle formazioni meso-cenozoiche della serie Umbro-Marchigiana.

Tutto il complesso terrigeno continentale si imposta con contatto trasgressivo sul basamento litoide della formazione Marnoso Arenacea Umbra che costituisce le dorsali collinari di Collestrada e Pretola. Verso valle i sedimenti villafranchiani sono coperti da sedimenti di origine alluvionale riferibili ai cicli erosivo- deposizionali del F. Tevere e dei collettori secondari posti in sinistra idrografica.

Dal punto di vista litostratigrafico nell’area affiorano sedimenti consistenti a granulometria media, rappresentati prevalentemente da limi sabbiosi e sabbie limose localmente cementate tra loro interstratificati e variamente interdigitati. In particolare come mostrato nelle sezioni allegate si evidenza che la fascia alta del comparto di lottizzazione è costituita da sedimenti limo sabbiosi e sabbioso limosi consistenti posti al di sotto di esigui spessori di terreno vegetale; la consistenza dei sedimenti sabbiosi, localmente cementati, ha determinato l’interruzione di alcune prove per rifiuto del macchinario. In corrispondenza della fascia basale del comparto i sedimenti descritti risultano coperti da spessori di qualche metro di sedimenti prevalentemente limo sabbiosi scarsamente consistenti interpretabili come depositi eluvio-colluviali.

Le osservazioni condotte in sito e l’analisi della cartografia ufficiale (PRG, progetto IFFI e PAI Tevere) evidenziano la stabilità dell’area. L’area risulta caratterizzata da condizioni di rischio frana basse o nulle.

4.4.2 Caratterizzazione geotecnica

La caratterizzazione geotecnica di dettaglio è stata effettuata attraverso l’esecuzione di 7 prove penetrometriche dinamiche (per una trattazione più approfondita di rimanda alla relazione geologica Tav.

(23)

4.4.3 Pericolosità sismica

Lo studio condotto dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Appendice 2) ai sensi dell’OPCM n.3274/2003 e finalizzato alla redazione della mappa di pericolosità sismica di tutto il territorio italiano, evidenzia che il comune di Perugia ricade nella zona sismogenetica ZS9 n.919 della fascia appenninica centro settentrionale. Tale zona è caratterizzata da un elevato numero di terremoti molti dei quali di magnitudo maggiore di 5, imputabili per lo più a sistemi di fagliazione diretta legati all’estensione appenninica ed immergenti, nell’area dell’Umbria centrale e meridionale, verso sud-ovest.

Per una trattazione approfondita sulla tematica si rimanda alla relazione geologica (tav. 16) di seguito sono esclusivamente sintetizzate le conclusioni degli studi effettuati che evidenziano che la suscettibilità sismica del sito sia determinata esclusivamente dall’assetto litostratigrafico locale. Non si evidenziano ulteriori condizioni rilevanti ai fini dell’amplificazione del moto sismico. La zona di studio è classificata come:

 Zona dei depositi delle unità sintemiche (UBSU)

 Zona stabile suscettibile di amplificazioni locali.

(24)

4.5 Paesaggio

Il Piano Attuativo si colloca in un’area basso-collinare posta in sinistra idrografica del F. Tevere a quote che oscillano tra 220 e 230 m slm riconducibile al paesaggio regionale codificato come Valle Umbra, il quale comprende molteplici territori accomunati dall’appartenenza alla piana valliva della Valle umbra. Questo paesaggio è di notevole importanza, in quanto racchiude alcune tra le più importanti rappresentazioni dell’identità dell’Umbria.

La Valle Umbra è caratterizzata dalla presenza di tre grandi caposaldi identitari, Assisi, Foligno Bevagna e Spoleto, centri storici con diversi profili ma tutti di eccezionale valenza culturale e simbolica (Tav. 7 Quadro conoscitivo Valle Umbra Piano Paesaggistico Regionale http://www.umbriageo.regione.umbria.it).

Concorre all'identificazione di questo paesaggio regionale la sua morfologia ben percepibile, una piana dai confini misurati dal netto disegno delle quinte collinari, ricche di insediamenti storici di mezza costa e di coltivazioni olivicole pregiate. Al tempo stesso il paesaggio è riconoscibile per il potente fascio di infrastrutture di comunicazione che la attraversano fin dai tempi più remoti, delle prime fasi d'impianto dell’organizzazione territoriale, e che hanno catalizzato lo sviluppo insediativo soprattutto in epoca moderna.

In modo meno evidente ma altrettanto incisivo, il senso della valle Umbra rappresenta l'esito di un processo di stratificazione insediativa di lunga durata, segnato dalla centuriazione romana, dalla presenza diffusa delle acque e dalle connesse importanti opere di regimazione, nonché da altre opere di presidio di una campagna da sempre al centro degli interessi per la sue elevate capacità produttive. Segni visibili di questo composito processo di organizzazione dello spazio che intreccia le attività della piana con quelle delle colline antistanti, e che è andato evolvendo nel tempo senza perdere i caratteri originari, sono i mirabili centri storici di versante, oggi generalmente circondati da estese coltivazioni ad oliveto, insieme ai castelli di pianura che a partire dalla fine del XV secolo hanno alimentato l'immagine di una campagna armata.

Resistono, seppur ormai marginali e spesso deteriorati, i reticoli parzialmente caduti in disuso dei canali della bonifica, che per lungo tempo, dall'epoca romana fino all'Ottocento, hanno costituito la trama di base per l'ordinamento colturale e produttivo della valle.

La Valle Umbra si configura in definitiva come un paesaggio-chiave della regione, con una spiccata identità dovuta principalmente alla sua lunga storia e alla singolare morfologia, caratterizzato dalla reciprocità tra lo spazio della piana - in rapido mutamento per i rilevanti processi di urbanizzazione a cui è esposto fidagli anni del dopoguerra - e l'ambiente collinare, caratterizzato invece da una maggiore inerzia delle forme e degli usi.

L'area dell’intorno del sito presenta un paesaggio agricolo caratterizzato da seminativi semplici e oliveti che in buona parte ha ormai perso gli elementi di delimitazione storici e tradizionali quali siepi, filari, rete primaria di scolo superficiale delle acque meteoriche, i campi sono in genere di grandi dimensioni, e i confini

(25)

Di seguito si riporta la cartografia estratta dal PTCP riguardante il paesaggio di riferimento e gli ambiti di tutela paesaggistica.

(26)

4.6 Vegetazione e Flora

Per la caratterizzazione della flora e vegetazione è stata effettuata la disamina della letteratura disponibile, unitamente alla consultazione di banche dati regionali.

- Il Sistema Carta della Natura della Regione Umbria-cartografia e valutazione degli habitat. (ISPRA, Serie Rapporti, 205/2014);

- Dati del Sistema Informativo della Carta dell’uso del suolo con Corine Land cover 2012 (scaricato da http://www.sinanet.isprambiente.it)

- Dati del Sistema Informativo di Carta della Natura della Regione Umbria (ISPRA, 2013);

Dall’analisi della Corine Land Cover 2012 (Fig. 6) si evidenzia che la piana alluvionale del Tevere è caratterizzata da usi del suolo prevalentemente di origine antropicae nello specifico:

2.1.1. Seminativi in aree non irrigue;

1.1.2. Zone residenziali a tessuto discontinuo e rado.

Figura 6 - Corine Land Cover 2012

Anche la Carta della Natura evidenzia nell’area due tipologie di habitat corrispondenti a specifici codici CORINE Biotopes (Fig. 7):

(27)

Figura 7 – Carta della Natura - codici CORINE Biotopes

Di seguito si riporta la descrizione dei due habitat individuati:

86.1 Città, Centri abitati

EUNIS: J1 Aree urbane densamente edificate

È la categoria attribuita alle aree urbane che oltre a Terni e Perugia risultano presenti nella Piana di Foligno e Santa Maria degli Angeli, la Piana del Fiume Tevere, le colline di Todi e la conca di Gubbio.

82.3 Colture di tipo estensivo e sistemi agricoli complessi

EUNIS: I1.3 Monocolture estensive, coltivate lavorate tecniche tradizionali e a bassa produttività Stellarietea mediae Tüxen, Lohm et Preising ex von Rochow 1951.

Aree agricole tradizionali con sistemi di seminativo occupati specialmente da cereali autunno-vernini e gestite a rotazione con periodi di riposo e sistemi misti frazionati a basso impatto e quindi con una flora compagna spesso a rischio. Vengono qui riferiti i sistemi molto frammentati con lembi di siepi, boschetti, prati stabili etc.

I mosaici colturali umbri possono includere vegetazione delle siepi (soprattutto 31.8A in ambito temperato, 32.4 in ambito mediterraneo), flora dei coltivi (vedi 82.1), postcolturale (38.1 e 34.81) e delle praterie secondarie (34.5, 34.6, 34.323, 34.326, 34.332) o post-colturali (34.81, 38.1).

(28)

Oltre alle specie tipiche delle colture estensive possono conseguentemente essere presenti in questi mosaici anche specie riferite a consorzi di maggior valore ambientale (Prunetalia spinosae, Festuco- Brometea, Querco-Fagetea, Trhacynion dystachiae etc.).

In Umbria sono diffusi in tutto il territorio con l’eccezione delle aree più accidentate e sono la categoria più rappresentata occupando 332.302,5 ettari pari al 38,3 % della superficie regionale e all’88 % di tutte le aree coltivate.

Inoltre in parte del comparto Cm2 e nel resto della futura lottizzazione è presente un oliveto abbastanza rado non organizzato in produzione aziendale agricola ma gestito a part time dai singoli proprietari.

4.7 Fauna

Per la caratterizzazione del popolamento animale (Invertebrati, Pesci, Anfibi, Rettili, Uccelli e Mammiferi compresi i Chirotteri) è stata effettuata la disamina della letteratura disponibile, unitamente alla consultazione di banche dati regionali e sono stati considerarti per la compilazione della checklist faunistica, tutte le segnalazioni ricadenti in un buffer di 5 km dall’area oggetto di piano attuativo.

Di seguito viene riportata la lista completa delle fonti alle quali si è attinto:

- Formulario standard Natura 2000 (Regione Umbria) del Sito Natura 2000 – IT5210025 Ansa degli Ornari (Perugia);

- Formulario standard Natura 2000 (Regione Umbria) del Sito Natura 2000 – IT5210077 Boschi a Farnetto di Collestrada (Perugia);

- Siti Natura 2000 in Umbria - manuale per la conoscenza e l’uso (Orsomando et alii, 2004);

- Piano di Gestione approvato della IT5210025 Ansa degli Ornari (Perugia) e IT5210077 Boschi a Farnetto di Collestrada (Perugia) (DGR n. 93 del 06/02/2012 e DGR n. 1667 del 29/12/2012);

(http://www.regione.umbria.it);

- La fauna ittica e i corsi d’acqua dell’Umbria (Lorenzoni et alii, 2010);

- Anfibi e Rettili dell’Umbria Distribuzione geografica ed ecologica (Ragni et alii, 2006);

- Atlante Ornitologico dell’Umbria (Magrini e Gambaro, 1997);

- Monitoraggio dell’Avifauna Umbra (2000-2005) (Velatta et alii, 2010);

- Atlante dei Mammiferi dell’Umbria (Ragni, 2002);

- Chirotteri dell’Umbria. Distribuzione geografica ed ecologica (Spilinga et alii, 2013);

- Database Osservatorio Faunistico Regionale;

- Database Osservatorio Regionale per la Biodiversità, il Paesaggio Rurale e la Progettazione Sostenibile;

- dati inediti in possesso degli scriventi.

(29)

 Libro Rosso degli Animali d'Italia – Invertebrati (Cerfolli et alii, 2002);

 Lista Rossa IUCN dei Vertebrati Italiani. Pesci Cartilaginei • Pesci d’Acqua Dolce • Anfibi • Rettili • Uccelli • Mammiferi (Rondinini et alii, 2013);

 Lista Rossa 2011 degli Uccelli Nidificanti in Italia (Peronace et alii, 2012);

 Birds in Europe - Population Estimates, Trends and Conservation Status (BirdLife International, 2004).

Relativamente alle Liste Rosse IUCN, è stata inserita per ciascuna specie la categoria di rischio di estinzione a livello globale e quella riferita alla popolazione italiana.

È stato inoltre ritenuto utile indicare lo stato di conservazione complessivo in Italia delle specie di interesse comunitario ed il relativo trend di popolazione secondo quanto desunto dal 3° Rapporto nazionale della Direttiva Habitat edito da ISPRA e Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare Specie e habitat di interesse comunitario in Italia: distribuzione, stato di conservazione e trend.

Per i Pesci è stata inoltre indicata la provenienza delle specie: autoctona (specie presente sul territorio nazionale o su parte di esso, nel quale si sia originata o vi sia giunta senza l’intervento, intenzionale o accidentale diretto dell’uomo), trapiantata (specie alloctona il cui areale non include l’Italia) o traslocata (specie introdotta in Umbria proveniente dai bacini imbriferi di altri fiumi italiani).

(30)

Legenda delle principali simbologie utilizzate per le specie animali protette:

Direttiva Habitat 92/43/CEE

Allegato II Specie animali e vegetali d’interesse comunitario la cui conservazione richiede la designazione di zone speciali di conservazione

Allegato IV Specie animali e vegetali d’interesse comunitario che richiedono una protezione rigorosa

Allegato V Specie animali e vegetali d’interesse comunitario il cui prelievo nella natura e il cui sfruttamento potrebbero formare oggetto di misure di gestione

* Specie prioritaria

Direttiva Uccelli 79/409 CEE e 2009/143/CEE

Allegato I Specie di uccelli per le quali sono previste misure speciali di conservazione per quanto riguarda l’habitat, al fine di garantire la sopravvivenza e la riproduzione nella loro area di distribuzione

IUCN EX Extinct (Estinta)

EW Extinct in the Wild (Estinta in natura) CR Critically Endangered (In pericolo critico) EN Endangered (In pericolo)

VU Vulnerable (Vulnerabile)

NT Near Threatened (Quasi minacciata) LC Least Concern (Minor preoccupazione) DD Data Deficit (Carenza di dati)

NE Not Evaluated (Non valutata)

NA Non applicabile, specie per le quali non si valuta il rischio di estinzione in Italia Ex Art. 17 Direttiva Habitat

Status di conservazione Sconosciuto

Favorevole Inadeguato Cattivo

Trend

In peggioramento

In miglioramento

Stabile

? Sconosciuto

SPEC

Specie di Uccelli con sfavorevole stato di conservazione in Europa secondo Birds in Europe 12 (BirdLife International 2004)

1 Presente esclusivamente in Europa 2 Concentrata in Europa

3 Non concentrata in Europa

Lista Rossa 2011 degli Uccelli Nidificanti in Italia (Peronace et alii, 2012)

CR PERICOLO CRITICO

EN IN PERICOLO

VU VULNERABILE

NT QUASI MINACCIATA

LC MINOR PREOCCUPAZIONE

DD CARENZA DI DATI

(31)

Di seguito vengono riportate le liste delle specie potenzialmente presenti nell’area di studio così come precedentemente definita.

INVERTEBRATI

Per le specie segnalate si riporta il loro inserimento nella Direttiva Habitat 92/43/CEE Allegato II = All. II (specie la cui conservazione richiede la designazione di zone speciali di conservazione), Allegato IV = All.

IV (specie di interesse comunitario che richiedono una protezione rigorosa) e Allegato V = All. V (specie animali e d’interesse comunitario il cui prelievo nella natura e il cui sfruttamento potrebbero formare oggetto di misure di gestione). Si riporta inoltre lo status di conservazione e il trend delle popolazioni secondo l’aggiornamento dell’ex art. 17 Direttiva Habitat e il loro inserimento nella Lista Rossa IUCN delle Specie Minacciate sia in riferimento alle popolazioni globali che per quelle italiane.

INVERTEBRATI

Nome Comune Nome Scientifico

Direttiva Habitat

Ex art.17 Reg. CON

IUCN CAT.

Globale

IUNC CAT.

Pop. Ita.

All.

II All.

IV All.

V

Cervo volante Lucanus cervus X NT LC

Cerambicide delle querce Cerambyx cerdo X X NT

VERTEBRATI PESCI

Per le specie segnalate nel tratto oggetto di intervento si riporta il loro inserimento nella Direttiva Habitat 92/43/CEE Allegato II = All. II (specie la cui conservazione richiede la designazione di zone speciali di conservazione), Allegato IV = All. IV (specie di interesse comunitario che richiedono una protezione rigorosa) e Allegato V = All. V (specie animali e d’interesse comunitario il cui prelievo nella natura e il cui sfruttamento potrebbero formare oggetto di misure di gestione). Si riporta inoltre lo status di conservazione e il trend delle popolazioni secondo l’aggiornamento dell’ex art. 17 Direttiva Habitat e il loro inserimento nella Lista Rossa IUCN delle Specie Minacciate sia in riferimento alle popolazioni globali che per quelle italiane.

PESCI

Nome Comune Nome Scientifico Provenienza

Direttiva Habitat

Ex art.17

Reg.

CON

IUCN CAT.

Globale

IUNC CAT.

Pop.

Ita.

All.

II All.

IV All.

V

Anguilla Anguilla anguilla Autoctona CR CR

Barbo del Tevere Barbus tyberinus Autoctona X X ↓ EN EN

Rovella Rutilus rubilio Autoctona X → NT NT

Cavedano Squalius cephalus Autoctona LC LC

Cavedano etrusco Squalius lucumonis Autoctona X ↓ EN CR

Vairone Telestes multicellus Autoctona X ↓ LC LC

Scardola Scardinius erythrophthalmun Autoctona - CR

Gobione Gobio gobio Traslocata LC NA

Cobite Cobitis taenia bilineata Traslocata LC LC

Persico reale Perca fluviatilis Traslocata LC NA

Ghiozzo di ruscello Padogobius nigricans Autoctona X ↓ VU VU

(32)

ANFIBI - RETTILI

Per le specie segnalate si riporta il loro inserimento nella Direttiva Habitat 92/43/CEE Allegato II = All. II (specie la cui conservazione richiede la designazione di zone speciali di conservazione), Allegato IV = All.

IV (specie di interesse comunitario che richiedono una protezione rigorosa) e Allegato V = All. V (specie animali e d’interesse comunitario il cui prelievo nella natura e il cui sfruttamento potrebbero formare oggetto di misure di gestione). Si riporta inoltre lo status di conservazione e il trend delle popolazioni secondo l’aggiornamento dell’ex art. 17 Direttiva Habitat e il loro inserimento nella Lista Rossa IUCN delle Specie Minacciate sia in riferimento alle popolazioni globali che per quelle italiane.

ANFIBI

Nome Comune Nome Scientifico

Direttiva

Habitat Ex art.17 Reg.

CON

IUCN CAT.

Globale

IUNC CAT.

Pop. Ita.

All.

II All.

IV All.

V

Tritone crestato italiano Triturus carnifex X X ↓ LC NT

Tritone punteggiato italiano Lissotriton vulgaris meridionalis LC NT

Raganella italiana Hyla intermedia X ↓ LC LC

Rospo comune Bufo bufo LC VU

Rana esculenta Pelophylax kl. esculentus X LC LC

Rana di Lessona Pelophylax lessonae X LC LC

Rana dalmatina Rana dalmatina X ↓ LC LC

RETTILI

Nome Comune Nome Scientifico

Direttiva

Habitat Ex art.17

Reg.

CON

IUCN CAT.

Globale

IUNC CAT.

Pop. Ita.

All.

II All.

IV All.

V Testuggine palustre

americana Trachemys scripta LC NA

Testuggine di Hermann Testudo hermanni X X ↓ NT EN

Orbettino italiano Anguis veronensis NE LC

Ramarro occidentale Lacerta bilineata X ↓ LC LC

Lucertola muraiola Podarcis muralis X LC LC

Lucertola campestre Podarcis siculus X LC LC

Colubro liscio Coronella austriaca X NE LC

Biacco Hierophis viridiflavus X LC LC

Natrice dal collare Natrix natrix LC LC

Saettone comune Zamenis longissimus X LC LC

Vipera comune Vipera aspis LC LC

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