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Academic year: 2022

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piccolo riassunto manuale di estetica

KANT

Il genio = è colui che dà la regola, affinché vi sia arte. Il genio da nuove regole purché queste regole siano condivisibili all’interno del gusto e quindi riconoscibili. Genio è talento che produce ciò che non sarebbe possibile produrre seguendo delle regole determinate. La natura è il genio che risiede nell’uomo, offre all’uomo la propria mano.

La natura oltrepassa la natura = la natura presta la sua mano al genio per creare “altro da se stessa”

Originalità esemplare = la sua condizione necessaria del genio che si propone così come modello.

Le opere di genio = non possono essere né create né spiegate attraverso le idee dell’intelligenza, ma questo non esclude il fatto che tali opere non siano ricche di pensiero. L’opera del genio ha un effetto sulle nostre emozioni e sul nostro sentimento mettendo in gioco le forze dell’animo -> è la facoltà di esibizione di idee estetiche.

Idea estetica = rappresentazione della forza di immaginazione che fa pensare molto senza che alcun concetto possa esserle adeguato (pensiero a-concettuale). Attraverso questo tipo di pensiero è possibile comunicare qualcosa di indicibile, senza però dover fare a meno dell’intelletto Immaginazione = facoltà creativa, non meramente produttiva.

Le forme di pensiero = Kant attribuisce all’arte, alla filosofia e alla scienza, la facoltà di pensare e creare. Queste sono forme di pensiero che danno vita a tre differenti tipologie di creazione: la filosofia crea concetti, la scienza crea funzioni e l’arte crea precetti e affetti. Quindi, come ogni disciplina, l’arte possiede un modo di ideazione che ci permette di esperire un contatto poetico con il reale.

La critica del giudizio di Kant = attribuisce all’estetica una funzione trascendentale. Il principio di determinazione del giudizio di gusto è soggettivo, irriducibile quindi al principio oggettivo

dell’intelletto. Esiste una differenza tra il giudizio estetico e i giudizi determinati dall’intelletto, fondati su concetti o giudizi morali puri che testimoniano un interesse del soggetto per l’esistenza dell’oggetto.

Analitica del bello = primo momento: disinteresse. Il giudizio di gusto giudicherà bello l’oggetto di un piacere disinteressato, sottolineando l’autonomia del giudizio rispetto alla sensazione compromessa quindi con l’interessamento all’esistenza dell’oggetto. Secondo momento:

universalità soggettiva. Il giudizio di gusto pretende possedere validità universale, quindi un’universalità soggettiva, che è al tempo stesso singolare e legato all’insieme delle facoltà conoscitive della soggettività. E’ un libero gioco delle facoltà conoscitive (immaginazione e

intelletto). Terzo momento: mancanza di finalità. Vi è assenza di rappresentazione di un fine nella bellezza. Quarto momento: pensiero a-concettuale. Il bello è oggetto di un compiacimento

necessario senza concetto.

Senso comune = principio soggettivo che determina l’universalità e la necessità del piacere, giudica secondo il sentimento e garantisce la base intersoggettiva di comunicabilità universale del nostro sentimento.

Rappresentazione del brutto = nella Critica Kant contempla la possibilità di una

rappresentazione bella di oggetti che in natura sono brutti o spiacevoli. Riconosce la superiorità dell’arte sulla natura.

SUBLIME secondo KANT

Idea del soprasensibile = è il vero fondamento del sublime naturale e artistico, oggetto della ragione e del sentimento.

Critica trascendentale = consiste nello stabilire i fondamenti che rendono possibile formulare giudizio sul bello e sul sublime dotati di validità universale. Esamina le analogie e le differenza tra bello e sublime.

Analogie:

-

presuppongono un giudizio di riflessione, il piacere dipende da giudizi determinati

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-

il piacere procede dall’immaginazione che incentiva l’attività dell’intelletto, cel naso del bello, e la spontaneità della ragione, nel caso del sublime.

Differenze:

-

bello = riguarda la forma dell’oggetto che è la sua determinazione / sublime = riguarda anche un oggetto privo di forma

-

bello = esibizione di un concetto dell’intelletto / sublime = esibizione di un concetto della ragione

-

bello = presuppone l’incremento e l’intensificazione del sentimento vitale / sublime = è un piacere indiretto, attrae e respinge, è un piacere negativo

-

rapporto con la finalità = nel bello la bellezza è finalità nella forma, fra l’oggetto e la nostra forza di giudizio sussiste un’armonia prestabilita che rende possibile il piacere. Nel sublime si

presenta secondo la forma contrario alla finalità nella relazione con la nostra forza di giudizio, non commisurato alla nostra facoltà d’esibizione e quasi violento per l’immaginazione (quanto meno un oggetto è commisurato alla finalità tanto più esso è sublime).

Origine della sublimità = si localizza nell’animo, è solo nelle idee della ragione, idee risvegliato nell’animo in seguito al fatto che non è possibile darne una alcuna esibizione sensibile

(inadeguatezza).

Immaginazione riproduttiva = l’immaginazione agisce secondo la legge dell’associazione e l’emozione prodotta dagli spettacoli naturali esercita un’azione sul corpo, collegata al nostro stato d’insicurezza.

Sublime matematico = la ragione prospetta all’immaginazione un'infinità che essa non può comprendere. Sentimento di essere “uno” tra “troppi”.

Sublime dinamico = Il sentimento del sublime è un movimento dell’animo connesso con la valutazione dell’oggetto, mentre il gusto per il bello presuppone e conserva l’animo in calma contemplazione. Il movimento è giudicato finalistico in senso soggettivo.

BURKE

L’universalità del gusto = nell’indagine sul bello e il sublime afferma la naturalità e l’universalità del gusto. Riconosce tre poteri naturali (sensi, immaginazione e giudizio) che pongono l’essere umano in rapporto con gli oggetti esterni. Il piacere del gusto è lo stesso in tutti al punto che è possibile disegnare una logica del gusto.

La varietà dei gusti = deriva quindi da quegli elementi culturali che possono ostacolare il libero esercizio naturale del gusto. Quindi il giudizio è correzione e raffinamento culturale del gusto, ma è anche ostacolo all’attività spontanea e universale del gusto naturale.

Gusto universale perché condivisibile, naturale perché è fisiologico.

Simpatia = secondo Burke la simpatia è una specie di sostituzione per cui ci mettiamo al posto di un altro uomo e siamo colpiti, sotto molti aspetti, da ciò che colpisce lui.

La bellezza e la bruttezza = Burke, in alcuni passi dell’inchiesta sul sublime, afferma che l’imitazione ci coinvolge tanto più quanto più si avvicina alla realtà. Produce un’analisi della bellezza nella quale essa viene definita in negativo, distinguendola dalla proporzione, dalla

convenienza e dalla perfezione. La proporzione non può essere bellezza. Burke va contro il trattato di Longino. La bellezza ci colpisce tanto più quanto più presenta il nuovo. E’ una qualità dei corpi che agisce meccanicamente sulla mente umana attraverso i sensi suscitando il sentimento d’amore che corrisponde alla soddisfazione dell’animo quando contempla qualcosa di bello. Il brutto invece suscita un piacere negativo, un diletto, un sentimento misto proporzionato al terrore suscitato dal soggetto rappresentato e dalla distanza tra oggetto e soggetto.

SUBLIME secondo BURKE

Il sublime è l’opposto del bello, il contrario dell’armonia. Può essere definito come piacere misto a terrore (delight).

Natura razionale dell’esperienza = un oggetto provoca dolore o piacere indipendentemente da e prima di ogni mediazione razionale. Il sublime produce una forte emozione a fusa della potenza dell’emozione provocata dal terrore.

Immunità = è la condizione senza la quale il sublime non può sopraggiungere (compiaciuta auto- conservazione)

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Diletto = è sollievo nello stornare il dolore. La contrazione dei sensi in profondo disaccordo causata dal terrore si trasforma in un sentimento sublime quando la si converte in

rappresentazione e la si pone a distanza. Il dolore deve avere come fine il produrre diletto.

Il sublime è innanzitutto passione, riguarda il rapporto del soggetto con se stesso, nel profondo di un dolore che gli infligge l’altro e che gli fa comprendere quanto poco egli sia. Sublime è una categoria dell’esperienza poiché designa un modo di percepire il mondo.

SUBLIME secondo LONGINO

Definisce sublime l’elevatezza e l’eccezionalità del discorso. E’ la vetta più alta dello stile e conduce il fruitore all’esaltazione poiché il sublime sovrasta qualsiasi ascoltatore.

Estasi = lo straordinario induce a uno stato di estasi conferenza al discorso una forza sovrana che domina l’ascoltatore. La nostra anima viene elevata per natura sotto la spinta del sublime.

L’ascoltatore o osservatore per un verso è umiliato, per l’altro esaltato. Al terrore subentra l’elevazione al divino.

ARISTOTELE

Immaginazione = Aristotele per sondare la nozione di creatività torna a confrontarsi con le sue radici umane trovando una fondamentale base nella nozione di “phantasia”, vale a dire

l’immaginazione in quanto facoltà rappresentativa dipendente da sensazioni.

Idea del genio melanconico = secondo la teoria degli umori corporei, sarebbero i melanconici a essere per natura soggetti all’ispirazione poetica. Immagine quindi di un poeta che subisce la forza creativa, quindi l’accento è posto sulla passività della creazione, perché egli è in un certo senso

“vittima” di forze biologiche e naturali. (genio = talento naturale)

Il problema dell’imitazione cambia il proprio statuto = essa non è più una pallida eco delle cose, ma una facoltà che si offre all’uomo come uno strumento di conoscenza che da piacere proprio nella misura in cui permette di imparare, un piacere che Aristotele connette dunque alla dimensione euristica, di scoperta. Non è la Musa a rappresentare il chi della creazione, ma l’uomo, che attraverso una mimesi interpretativa coglie nella natura potenzialità nuove, che altrimenti non apparirebbero.

Mimesi creativa = non mira a rispecchiare la realtà, quanto piuttosto a sondare le possibilità del verosimile, di ciò che potrebbe accadere, dell’universale.

Empatia secondo Aristotele = parla della pietà e della compassione come di quel dolore causato da un male distruttivo o doloroso che appare capitare a una persona che non se lo merita e che ci si può attender dei soffrire noi stessi o uno dei nostri cari.

IMITAZIONE secondo ARISTOTELE

Riconosce nelle arti mimetiche un valore positivo. Aristotele pone la mimesi a fondamento stesso della natura umana. L’uomo è in grado di apprendere e conoscere proprio grazie alla sua natura imitativa. L’attività mimetica è in grado di procurare piacere, anche di fronte a un oggetto brutto o a una situazione dolorosa: l’arte mimetica sa convertire una passione dolorosa in un piacere estetico. Il piacere estetico nasce da due possibili ragioni: il contenuto mimetico dell’opera e le qualità tecniche e sensibili dell’opera.

Principio di riconoscimento = atto intellettuale che mi permette di mettere in relazione la cosa rappresentata con la cosa reale e quindi di valutare la conformità o meno dell’imitazione che l’artista ha cercato di mettere in pratica.

TRAGEDIA secondo ARISTOTELE

La tragedia è imitazione di un’azione seria e compiuta di vicende che suscitano pietà e paura e che, nel contempo, mettono capo alla depurazione di siffatte emozioni.

Momento catartico = è all’interno del racconto in cui la vita e la felicità sono poste in pericolo.

Destino = assolutamente preminente.

PLATONE

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Origine del mondo = il modello di Platone presenta un discorso cosmologico nella quale vi sono due fattori che già esistono prima dell’atto di creazione:

-

Demiurgo = è il “chi crea”, da origine al cosmo a partire dalla contemplazione di idee eterne he dunque si trovano a monte rispetto all’atto creativo. Crea in nome delle idee.

-

Materia = chora, qualcosa che esiste già e che è pronta a ricevere e prendere la forma.

Creazione attiva = idea che colui che crea vuole creare e sa che cosa creare.

Ispirazione divina = La musa ispira. E' la musa che scrive attraverso noi. Momentaneo stato di uscita da sé, una sorta di oblio della propria personalità per accedere a una dimensione

privilegiata. IONE.

Talento innato = dote che si contraddistingue ancora come un dono o un insegnamento divino ma si offre all’aedo come possesso permanente.

La poesia non è attendibile proprio perché è ispirata = nello Ione, opera giovanile precedente alla condanna della mimesi, il poeta è interprete di interprete, ma questo passaggio non ha

connotati gnoseologicamente negativi. Nello ione avviene la caratterizzazione della poesia cantata dell’aedo come interpretazione dell’interpretazione animata da un entusiasmo che cattura l’intero processo della poesia, avvicinandolo alla divinità da cui deriva. Qui è espressa l’idea di una trasmissione di un potere.

Il buon poeta epico = è tale non per tecnica, ma perché è ispirato o posseduto dalla divinità, quindi per potere divino, Egli viene privato dell’intelletto. Qui si presenta il binomio tra passività e attività della creazione.

L’uscita da sé = il poeta deve essere fuori di senno, posseduto dalla mania. Il poeta può poetare solo in quanto diventa servitore. E’ la divinità stessa a esprimersi attraverso i poeti.

Quindi, il poeta è interprete passivo.

Catena = la “catena” si trasmette di bocca in bocca, attraverso il rapsodo che è lo Ione, cioè interprete di interprete. Recitando versi omerici egli sperimenta a sua volta una condizione che lo porta a uscire di senno, e questa uscita di traduce contemporaneamente in un accesso a un’altra dimensione, quella dei fatti che racconta. Questo effetto giunge, infine, all’ultimo anello della catena quale è lo spettatore.

IMITAZIONE secondo PLATONE

Platone traccia due principali prospettive d’indagine sulla mimesi artistica:

-

il rapporto tra arti mimetiche e realtà = la mimesi è a tre gradi di distanza dalla realtà, l’arte mimetica si crea sulla base dei modelli della realtà restando incapace di coglierne la verità.

Condanna della mimesi = da una parte la mimesi è copia di copia, dall’altra ne riconosce la potenza temibile.

-

le conseguenze della mimesi per il pubblico e le implicazioni psicologiche = le belle parole del poeta possono essere pericolose in quanto sfuggono al dominio della ragione. E’ una

potenza irrazionale infusa dalle Muse e che si propaga come un contagio. Le arti mimetiche, quindi, generano un’intensa risposta emotiva. L’arte è pericolosa per l’integrità della società e l’identità dell’individuo.

IMITAZIONE secondo PLOTINO

Evoluzione del concetto di mimesi. Plotino pone in cima a tutto, come causa e principio primo del mondo, l’Uno che crea tutti gli essere e la realtà per emanazione.

Arte come imitazione di un’idea = l’artista deve realizzare un ponte tra il mondo finito e quello intellegibile, deve imprimere nella materia un’idea di bellezza che già possiede dentro di sé.

I prodotti dell’arte aggiungono alla natura qualcosa che a essa manca.

L’artista diviene veicolo per la manifestazione sensibile dell’ideale attraverso l’espressione. La creazione artistica permette di superare i limiti della propria forma.

Espressione = desiderio di ritorno all’unità in un mondo segnato dal distacco.

Influenza di questi concetti = questi concetti hanno vasta influenza sull’umanesimo e sul rinascimento in quanto l’essere umano comincia ad acquistare dignità e possesso del mondo anziché farsi distrarre dall’idea di vivere in un mondo nella quale bisogna rivolgersi a un’entità superiore. L’uomo può prendere possesso del mondo, si rende … a Dio.

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HUME

Bellezza ed emozionalismo = nella regola del gusto rifiuta qualsiasi declinazione oggettiva della bellezza: la bellezza non è una qualità delle cose stesse, essa esiste soltanto nella mente che le contempla e ogni mente percepisce una diversa bellezza.

La varietà del gusto = nella regola del gusto indica come la varietà iniziale dei gusto debba essere superata attraverso la delimitazione di una serie di condizioni empiriche e interossgettive, socialmente condivise, per un corretto esercizio del gusto. Quindi per Hume, al contrario di Burke, il canone del gusto può esser trovato solo nel gusto colto e raffinato degli esperti.

Simpatia = le menti umane sono simili per quanto riguarda sentimenti e operazioni e nessuno può quindi provare un’emozione assolutamente preclusa a tutti gli altri.

BATTEUX

Imitazione della bella natura = le belle arti ricondotte a un unico principio, in questo scritto Batteux presenta la categoria delle belle arti. Afferma di aver trovato un unico principio a fondamento di tutte le arti e cioè l’imitazione nel senso di imitazione della “bella natura”.

Il genio = Il genio imita la natura, ma non deve affatto imitarla tale quale essa è. Dev’essere un’imitazione produttiva. Si fa così strada l’idea che il genio non segua un modello, ma che lo debba creare andando così a costituire il gusto dell’uomo di genio.

Il concetto di imitazione risulta strettamente connesso a quello di espressione: il modello delle belle arti non è la semplice osservazione di ciò che esiste, ma di quello che noi concepiamo agevolmente come possibile.

Genio ed espressione secondo Batteux = genio è l’abilità di produrre oggetti artistici che aggiungono valore espressivo alla realtà stessa. Esprimere non è dunque dare semplicemente forma sensibile a qualcosa, ma porta alla luce legami e sfumature che resterebbero altrimenti invisibili.

Energia vitale = il figlio dell’ingegno è al di fuori della regolarità, e quindi è un’eccezione. E’

l’energia vitale che alimenta un genio sensuale, non più la Musa.

Il brutto = sosteneva che nelle opere d’arte possono essere ostentate intenzionalmente alcune imperfezioni o irregolarità o deformità che non rivestono altra funzione se non quella di fare in modo che l’imitazione si mantenga il più possibile fedele al modello naturale.

Distingue tra:

-

piacere del pensiero = disinteressato, suscitate dalle opere che, in quanto perfette, assorbono e trasformano le imperfezioni

-

piacere del cuore = rivolto al proprio vantaggio e sottoposto a sentimenti forti quali l’amore e l’odio.

Compito dell’arte = proteggere il fruitore da un coinvolgimento che lo potrebbe far soffrire, avvertendo il cuore che ciò che è rappresentato è solo una finzione, per quanto verosimile.

Quindi, il piacere suscitato dall’imitazione di oggetti sgradevoli è proporzionale alla consapevolezza di essere di fronte a una finzione.

SOSTANZA in SPINOZA

Spinoza propone un mondo libero dalla sottomissione a una causa estrema e superiore. Un mondo definito dall’esistenza di una sola e unica sostanza infinita e non dipendente da altro da sé.

Dio è natura. Il mondo è Dio stesso, espressione necessaria della sua infinita potenza. Trionfo della naturalità. Il mondo è espressione e modulazione degli attributi dell’unica sostanza infinita.

LEIBNIZ

La metafisica di Leibniz distingue la conoscenza in:

-

conoscenza confusa

-

conoscenza chiara

-

conoscenza chiara e confusa = conoscenze sensibili (estetica)

-

conoscenza chiara e distinta = conoscenze razionali

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Gusto = percezione chiara e confusa di un ordine e di un’armonia della realtà, inserita all’interno di un percorso conoscitivo indirizzato verso l perfezione. Il gusto ha quindi funzione conoscitiva, la capacità di afferrare conoscitivamente l’orizzonte del qualitativo, di cogliere il senso espressivo dei fenomeni naturali e artistici. (il non so che)

MONADE in LEIBNIZ

Esprimere = raffigurarsi e raffigurare in un modo sempre nuovo lo stesso scenario.

Principio di continuità = assicurare l’assenza di fratture e far sì che ogni parte concorra al “pieno”

che è l’universo.

Il punto di vista della monade = la monade raccoglie il mondo dalla propria posizione, limite, esperienza e quindi individualità.

NIETZSCHE

Il brutto e il disarmonico sono un elemento imprescindibile e originario di una metafisica dell’arte.

Metafisica dell’arte = come la musica che deve esser interrotta da dolorose dissonanze, così il bello sorge dal superamento del brutto da cui scaturisce. La condizione necessaria all’elevazione e alla liberazione delle “scorie terrene” è il dolore stesso.

Per Nietzsche la metafisica dell’arte è unificazione di due concezioni diverse:

-

la metafisica come regno della verità assoluta

-

la relatività del sapere

Nietzsche rinuncia all’idea che esista una cosa in sé, un regno di verità assoluta. La metafisica diviene arte non ha niente a che vedere con il “vero “ o essere in sé.

TRAGEDIA secondo NIETZSCHE

La tragedia produce un “inganno apollineo” che ci separa dall’unificazione immediata con il dionisiaco grazie alla frapposizione di un mondo intermedio visibile, il mondo dell’arte.

La visibilità impedisce all’occhio di penetrare affondo. Il mito tragico ha un fine metafisico di trasfigurazione che lo allontana dall’imitazione.

Il dolore denuncia la nostra esistenza = quindi deve esser riconosciuto in modo chiaro come realtà.

Il brutto e il disarmonico sono un gioco artistico che la volontà gioca con se stessa.

FIAT LUX

Il sublime delle parole si oppone o si sovrappone al sublime del contenuto: il sublime

dell’espressione rientra nella giurisdizione dell’oratore e dipende da una precettistica, mentre il sublime delle cose dipende dalla grandezza e dalla dignità del soggetto.

Boileau e Huet tengono una disputa sul Fiat Lux = secondo Huet non è sublime perché troppo semplicistico, mentre secondo Boileau (che sostiene la cosalità del sublime)

DU BOS

Scrive nel 1719 “Riflessioni critiche sulla poesia e sulla pittura”, testo che segnerà la nozione del genio per tutto il 700.

Il genio = è talento naturale. Attitudine che un uomo ha ricevuto dalla natura e applicazione in quanto si giunge dopo aver studiato a lungo. E’ fisiologico.

Nel testo appaiono dominanti:

-

immediatezza dell’emozione

-

forte coinvolgimento passionale nella fruizione estetica

-

centralità del ruolo dello spettatore

Le opere d’arte devono… = devono colpire, emozionare e turbare attivamente lo spettatore che è disinteressato perché capace di abbandonarsi al coinvolgimento passionale. C’è anche il

sentimento, non solo l’emozione, che è l’organo giudicativo che rivela un rapporto conoscitivo ed espressivo tra il soggetto e l’oggetto (un giudizio di gusto).

Emozione = relazione passionale immediata che si produce nel diretto contatto del pubblico con l’opera d’arte, dimensione soggettiva e personale.

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Sentimento = capacità di porre a distanza l’oggetto a rappresentazione artistica e di liberare una capacità di giudizio dell’opera. Universale. (PARADOSSO SULL’ATTORE DI DIDEROT).

Le polarità del gusto:

-

il gusto è singolare ma anche condivisibile e universale

-

il gusto è un sentimento ma anche un giudizio

-

il gusto è soggettivo ed oggettivo

Differenza tra gusto naturale e gusto culturale = il gusto naturale è dato a tutti gli uomini, il gusto culturale è elaborato ed educato che diventa buon gusto.

Piacere puro = l’arte è in grado di rappresentare passioni artificiali in un contesto di

rappresentazione e dunque il piacere che vediamo rappresentato è puro, ovvero sgombro da qualsiasi conseguenza dolorosa.

Il dolore è reso innocuo perché ci troviamo di fronte a una rappresentazione (PIACERE TRAGICO).

Estetica del sentimento = porta alla luce una dimensione di socialità e comunità che si esplica nel piacere estetico. Andare a teatro è formativo perché permette di riconoscere una dimensione di socialità. Si trova un criterio di gusto e quindi sono tutti accomunati, questa è la cultura e

l’educazione.

Estetica emozionalista = basata sulla centralità delle emozioni e dei sentimenti.

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