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Piccolo manuale di Educazione ed Autoeducazione

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Academic year: 2022

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Piccolo manuale di Educazione

ed Autoeducazione

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Questo piccolo manuale è stato scritto non solo per educare il nostro amico a quattro zampe, ma

anche per correggere il nostro atteggiamento.

In questo momento storico di frenesia consumistica le nostre abitudini sono notevolmente cambiate, specialmente negli ultimi decenni, mentre quelle dei nostri quadrupedi sono rimaste immutate da millenni.

Cercherò di essere molto sintetico per non confondervi le idee e per farvi capire come può essere facile

comunicare con loro, facendolo nel modo giusto.

Per prima cosa dobbiamo immedesimarci in loro e quindi

capire anche il loro punto di vista …

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PUNTO DI VISTA

Quello che scriverò di seguito potrà sembrarvi banale ma è molto importante per meglio comprendere la visione d’insieme.

Essendo bipedi e più alti dei nostri amici, già partiamo avvantaggiati e quindi tanto per cominciare potremmo provare a metterci a gattoni e sperimentare il cambiamento repentino degli atteggiamenti del nostro amico nei nostri confronti.

Ma non solo, osservando da quell’altezza un’altra persona in piedi, potremmo renderci conto del loro punto di vista e della nostra figura di Homo sapiens.

Premetto che la sperimentazione e soprattutto l’osservazione sono molto importanti per la comprensione ed un rapporto felice e ottimale con il nostro amato quadrupede.

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IL TEMPO

Come spiegavo nella premessa, viviamo in un momento storico molto frenetico ed il tempo per noi è molto importante.

Secondo il mio punto di vista, purtroppo viviamo un inganno e usufruiamo del nostro prezioso tempo nel modo sbagliato. Ed è proprio qua che possiamo imparare la prima lezione dal nostro amato pelosone.

I cani vivono il presente.

Ne avete mai visto uno con l’orologio?

A parte gli scherzi, loro non vivono l’ansia di quello che dovranno fare domani, ed è proprio per questo che un cane equilibrato è sempre felice.

Un cane equilibrato rende il proprietario felice, ma come si fa ad educare un cane per renderlo equilibrato?

Ora entriamo in gioco noi.

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COMUNICAZIONE

Prendiamo consapevolezza che possiamo sia imparare che insegnare.

Ma come farlo?

Innanzitutto dobbiamo capire che il nostro sistema primario di comunicazione è verbale, mentre quella del cane è basato sulla mimica del corpo e a differenza di quella verbale non mente, questo è un’importante dettaglio dei nostri sinceri e felici amici.

Capirete ora che fare un monologo al vostro cane non porterà assolutamente a nulla se non confondergli le idee, quindi dovremmo cercare di usare dall’inizio poche parole o suoni, usati sistematicamente per compiere delle azioni possibilmente accompagnate da gesti.

(sarebbe molto importante annotarli su un piccolo dizionario ed usare sempre gli stessi, onde confondersi le idee), ma questo lo vedremo più avanti nel capitolo dell’addestramento.

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I SEGNALI

Detto questo, dobbiamo capire i vari segnali che loro ci mandano ed interpretarli.

Le regole non sono proprio le stesse per ogni esemplare, infatti che vogliate crederci o meno loro sono proprio come noi, diversi l’uno dall’altro ed è proprio per questo che è importante l’osservazione.

Qui di seguito vi proporrò alcuni dei sistemi di comunicazione, chiamati anche “segnali calmanti”.

Partiamo quindi dallo sguardo: il primo contatto tra loro è visivo, quando fissano per loro è quasi una sfida e chi cede per primo in linea di massima è il gregario, mentre l’altro è il leader, quindi diciamo che solitamente un cane che non fissa o che devia lo sguardo (magari anche solo girando la testa e il corpo), potremmo classificarlo come cane pacifico. Ad ogni modo imparerete dall’osservazione che gli sguardi dei nostri amici sono molto più espressivi di quanto si possa scrivere in un libro intero.

La stessa regola dello sguardo vale anche per l’avvicinamento: quello diretto equivale ad una dichiarazione di dominanza o di sfida mentre un avvicinamento laterale, magari preceduto da un ampia curva, viene interpretato come dichiarazione di non belligeranza.

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Anche lo sbadiglio è un segnale calmante che i cani usano non solo per esprimere noia o stanchezza, ma anche in situazioni di stress e tensione per calmarsi o per pacificare un avversario.

Se è attento la bocca è chiusa, se è rilassato la bocca è aperta.

Sbattere le palpebre o ammiccare potrebbero essere gesti che accompagnano l’atto di distogliere lo sguardo o lo spostamento del capo, e sono tutti segnali di pacificazione.

Il rallentamento dei movimenti e l’immobilizzazione, chiamati anche «freezing», accompagnati spesso dal sedersi o sdraiarsi sono sintomo di stress e di paura di essere attaccati.

I denti come ben sapete se sono in vista non sono un buon segnale, soprattutto se sono accompagnati da un ringhio!

La lingua che si lecca le labbra è sintomo di nervosismo, ma è come viene fatto (proprio come gli altri segnali) che fa la differenza. I cani usano queste azioni anche per calmarsi, quindi dobbiamo capire quanti ne stanno facendo, in quale ordine e con quale frequenza per comprendere realmente cosa sta succedendo o cosa potrebbe succedere.

L’ interporsi tra due amici che stanno litigando chiamato anche «splitting» viene usato anche tra noi umani ed è un segnale di calma fortissimo purché venga fatto prima che scoppi la rissa, ed ha dei risultati spettacolari.

Veniamo ora alle orecchie, se sono alte potrebbero essere attenti, sempre che non siano accompagnate dal pelo dritto, sia nella parte alta che nella parte bassa della schiena, (differenzio alta e bassa appositamente perché potrebbe essere anche solo timore, paura).

Tornando alle orecchie, se sono basse o all’indietro sono sintomo di sottomissione e tranquillità sempre che non siano accompagnate dal digrignarsi dei denti. L’azione della coda può dirci molte cose: se è orizzontale o in posizione rilassata tendenzialmente il cane è calmo e tranquillo; in alto in attenzione ; lo scodinzolio invece può essere sintomo di felicità o di gioco, ma può anche significare che il cane è eccitato; se invece è in mezzo alle gambe il cane potrebbe essere spaventato o timoroso.

Quando un cane si butta a terra si sottomette e non cerca problemi e sistematicamente tra cani equilibrati viene lasciato in pace.

I segnali calmanti sono molti altri, ma diciamo che secondo il mio punto di vista queste sono le linee base di quello che bisognerebbe sapere.

Ora siamo pronti per incominciare questo viaggio di osservazione e di studio del nostro amico!

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L’OLFATTO

Mentre nell’uomo il senso più sviluppato è la vista, quello del cane è proprio l’olfatto.

All’interno del suo tartufo possiamo trovare circa 300 milioni di recettori olfattivi, invece all’interno del naso umano ce ne sono solamente 6.

La parte del loro cervello che elabora gli odori occupa il 12,5% della massa totale, contro il nostro 1%.

Inoltre, sopra il palato lungo il setto nasale, hanno l’organo vomeronasale: un incavo nella struttura ossea ricoperto di recettori che analizza ed amplifica gli odori.

NELLO STESSO MODO IN CUI TU VEDI IL MONDO, IL TUO CANE LO FIUTA

Recenti studi hanno inoltre dimostrato che il cane riesce a leggere i feromoni sprigionati dalle ghiandole di tutti gli animali, uomo compreso, e quindi ad analizzarli per percepirne il sesso, l’età e perfino lo stato d’animo.

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Le razze sono all’incirca 400, quindi abbiamo un notevole imbarazzo della scelta e comunque anche se dovessimo prendere un meticcio sicuramente avrà delle caratteristiche fisiche o comportamentali che spiccheranno. Per il riconoscimento della razza/e di origine a volte sarebbe meglio farsi aiutare da qualcuno che ha esperienza nel campo cinofilo.

Tornando alle categorie possiamo benissimo capire che a parte i cani da compagnia, tutte le altre razze sono state create dall’uomo per lavorare al suo fianco, e quindi ogni giorno hanno bisogno di sfogarsi sia fisicamente che mentalmente (non che i cani da compagnia non ne abbiano bisogno, ma qualche esemplare meno di altri) con corse e giochi di vario genere.

Per esempio un cane da pastore avrà bisogno di qualcuno da seguire magari a passo sostenuto per molti chilometri, un cane da caccia avrà bisogno di seguire piste odorose anche lui per molti chilometri, quindi diciamo pure che se avete scelto di prendere un cane da lavoro per tenerlo a casa chiuso tra quattro mura o ancor peggio relegato in giardino anche se grande, avete una grandissima possibilità di crescere un cane instabile e sicuramente con delle turbe psichiche.

LE RAZZE

Per prima cosa dovremmo capire che tipo di cane fa per noi o che cosa potremmo aspettarci da un cane che abbiamo già adottato.

Le razze sono delle selezioni che ha fatto l’uomo nei millenni in base alle caratteristiche fisiche ed attitudinali dei vari esemplari e sono suddivise in 10 categorie, ognuna delle quali è stata creata per svolgere un lavoro ben preciso e volto a facilitare la nostra vita e la nostra sopravvivenza.

1 CANI DA PASTORE E BOVARI (ESCLUSI BOVARI SVIZZERI)

2 CANI DI TIPO PINSCHER E SCHNAUZER- MOLOSSOIDI E CANI BOVARI SVIZZERI 3 TERRIER

4 BASSOTTI

5 CANI TIPO SPITZ E TIPO PRIMITIVO 6 SEGUGI E CANI PER PISTA DI SANGUE 7 CANI DA FERMA

8 CANI DA RIPORTO CANI DA CERCA CANI DA ACQUA 9 CANI DA COMPAGNIA

10 LEVRIERI

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ADDESTRAMENTO O EDUCAZIONE?

Partiamo dal presupposto che non tutti sono interessati ad avere un cane che ti porta il giornale oppure ti mette su il caffè prima di svegliarti con una leccata di faccia, ma ritengo che l’educazione sia basilare per un cane che vive a diretto contatto con le persone, sia del nucleo familiare che esterne, ed è per questo che cercherò di spiegarvi come comportarvi.

Esistono 2 strade da poter prendere: quella tradizionale, che usa un sistema coercitivo dove il cane ci teme e tende ad ubbidire per paura, oppure il sistema che useremo noi, ossia quello GENTILE, più moderno, quello del rinforzo, dove il cane viene appunto premiato, non solo con cibo, ma anche solamente con amore per essere più motivato a svolgere un esercizio. In questo caso chiaramente il rapporto tra cane e proprietario si farà molto più forte ed intenso che nell’ormai antiquato sistema tradizionale.

Chiaramente prendendo un cucciolo di pochi mesi, avremmo la possibilità di impartire delle regole che vanno rispettate già da subito, mentre con uno adottato, magari già adulto, sarebbe meglio farci seguire da un educatore professionista onde evitare il problema qualora esista, anche se tendenzialmente molti dei cani che troviamo al canile

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purtroppo hanno subito maltrattamenti, posso dire però che non è mai troppo tardi per effettuare delle correzioni comportamentali.

Che si tratti di un cucciolo o di un cane adulto, quando interagiremo con lui dovremmo essere calmi e asseritivi e quindi mantenere una posizione eretta e sicura perché sarà proprio questa la carta vincente del nostro rapporto; ricordiamoci che loro ci studiano continuamente ed inoltre riescono a percepire il nostro umore, quindi la calma è essenziale per l’educazione di un cane. Se siamo nervosi lui lo capirà e si innervosirà di conseguenza…

Impariamo a stare calmi. Farà bene a loro e ancor meglio a noi.

Questa è un’altra importante lezione.

Come avevo preannunciato nel paragrafo della comunicazione sarebbe meglio crearci un cartaceo con i vocaboli da usare abbinati ai segnali che intenderemo usare, tenendo conto comunque che gli esercizi vanno praticati per pochi minuti, ma possibilmente ogni giorno per tenere le loro menti allenate ma senza stressarli troppo.

Anche se riescono a memorizzare un centinaio di ordini, ricordiamoci che apprendono meglio le parole corte piuttosto che quelle lunghe.

La voce non va mai alzata, almeno che non sia dovuto alla distanza che ci separa. Il tono sarà sempre calmo e pacato e possibilmente interrogativo (usare un tono interrogativo suona più dolce); sono molto utili i fischi e per chi non sa fischiare i fischietti sono un ottima soluzione per il lavoro a distanza perché possiamo anche comporre delle sequenze sonore molto usate per esempio nella pastorizia.

Una volta, avendo cominciato a lavorare con i cani più di 20 anni fa, avrei detto che avremmo dovuto sforzarci a diventare i capo branco. Ora fortunatamente non la vedo più così e penso che dovremmo essere dei leader calmi e sicuri di noi stessi, ma al contempo genitori amorosi ed affidabili.

Così facendo loro ci seguiranno anche in capo al mondo.

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GUINZAGLIO E COLLARE CLASSICO, EDUCATIVO O PETTORINA?

Il guinzaglio sicuramente va scelto tra quelli da addestramento con una lunghezza massimale dai 3 ai 5 metri. Per il collare invece le opinioni sono molto discordanti tra i cinofili, ma secondo una mia teoria avendo provato un po’ tutti i tipi, va scelto sicuramente in base al carattere del cane oppure al risultato che si vuole ottenere, al tempo che abbiamo disposizione o al tipo di rapporto che vogliamo creare.

Un lavoro più lento ed amoroso porterà sempre più risultati di uno breve ma rigido.

Sicuramente, che si indossi una pettorina, un collare classico o un educativo, la cosa più importante è quella di non strattonare troppo.

Il sistema corretto da seguire quando il cane non ci guarda più e si perde nella traccia degli odori è di fermarsi e chiamare il cane in modo da attirare la sua attenzione, magari cambiando la traiettoria o usando dei giochi che a lui piacciono; se non funzionano i giochi proviamo con del cibo in modo che capisca che è lui che deve seguire noi e non il contrario. Questo sistema va fatto per esclusione, se il richiamo funziona è inutile usare giochi o cibo. Non finirò mai di ripeterlo: usiamo un tono calmo e pacato ma fermo e sicuro, e rinforziamolo ogni volta che il cane ci si avvicina con complimenti e carezze. Se lo faremo nel modo corretto il pelosone non ci metterà molto ad avere occhi solo per noi. Se ci innervosiamo, fermiamoci un attimo e resettiamo il nostro stato d’animo con un bel respiro profondo e ricominciamo con più calma, vi posso garantire che il risultato sarà stupefacente.

Per i cani che hanno problemi cerchiamo di lavorare gradualmente; il primo giorno 5-10 minuti, il secondo andremo a fare qualche minuto in più e via dicendo fino a quando le passeggiate diventeranno lunghe e piacevoli.

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CUCCIOLO o ADULTO?

Tornando al nostro cucciolo, dobbiamo tenere conto che è una tabula rasa, quindi tutto quello che imparerà nei primi mesi sarà molto importante per il resto della sua vita.

Partiamo dal presupposto che i cani abbaiano, mordono e si spaventano per tutto quello che non conoscono, quindi cerchiamo di farlo socializzare con qualsiasi animale o cosa che esiste, facendo massima attenzione alla sicurezza. Per esempio, se vogliamo farlo socializzare con i gatti, non dobbiamo chiuderlo in una stanza con un qualsiasi gatto e aspettarci tutto e subito! Gli animali come dicevo, hanno i loro tempi e devono osservare e capire, un'altra possibile lezione anche per noi.

Cambiamo spesso zone, portiamolo il più possibile con noi perché conosca il più possibile del mondo che lo circonda, così difficilmente avrà paura di una situazione nuova.

Se fa i bisogni in casa scordiamoci di mettergli il naso nella sua pipì o ancor peggio nelle sue feci, perché non serve a nulla, anzi andremmo a confonderlo e spaventarlo. Piuttosto portiamolo spesso fuori soprattutto dopo aver mangiato, bevuto o giocato, rinforzandolo con dei complimenti solo dopo che avrà fatto come conviene.

Un'altra cosa molto importante, in natura i cani di tipo alfa sovrastano ed occupano i posti più elevati per sottomettere i gregari, quindi che sia cucciolo o adulto insegnamo subito al peloso a non saltarci addosso, almeno che noi non lo chiediamo esplicitamente. Buona regola sarebbe anche non salire su divani, sedie e soprattutto il letto, oltre che essere antigenico è un abitudine sbagliata perché dovrebbe fare una differenza tra quello che è suo e quello che è nostro. Non me ne vogliano gli amanti di pelosoni più incalliti ma essendo degli animali sociali hanno bisogno di restrizioni gerarchiche proprio per vivere più tranquilli e sereni senza farsi carico di problemi che non gli appartengono. Qualcuno di noi pensa di dimostrare più amore concedendogli più libertà invece non fa altro che complicare la sua esistenza caricandolo di più preoccupazioni e dubbi.

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Si declina ogni responsabilità dall’uso scorretto o improprio delle tecniche proposte in questo manuale e si consiglia l’uso delle stesse sotto supervisione di un professionista.

BAMBINI E CUCCIOLI/ONI

Massima cautela soprattutto con i bambini, sensibilizziamoli e cerchiamo di spiegargli che un cucciolo non è un giocattolo, va lasciato in pace soprattutto quando dorme e non va assolutamente tormentato, fate attenzione a lasciare un cucciolo o anche un cane adulto solo con un bambino. La presenza di un adulto è basilare perché anche se l’attrazione tra i due è molto alta, basta un nonnulla per far scaturire situazioni degenerative e pericolose!

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