Pozzo esplorativo
“Cascina Daga 1 dir”
Studio di impatto Ambientale Sintesi non Tecnica
San Donato Milanese, gennaio 2014
Sommario
1. Premessa. ... 2
2. QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO... 4
2.1. Pianificazione territoriale... 4
3. QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE... 4
3.1. Attività in progetto e tempi di realizzazione... 5
3.1.1. Preparazione dell’area della postazione... 5
3.1.2. Perforazione... 10
3.1.3. Completamento del pozzo e prove di produzione... 13
3.1.4. Ripristino territoriale... 14
4. QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE... 17
4.1. Inquadramento geologico e geomorfologico... 17
4.2. Sismicità... 18
5. INTERVENTI DI PREVENZIONE E MITIGAZIONE... 19
5.1. Allestimento del cantiere... 19
5.2. Fase di perforazione... 20
5.3. Ripristini totali o parziali... 21
6. STIMA DEGLI IMPATTI... 22
6.1. Azioni di progetto... 22
1. Premessa.
Il presente documento costituisce la Sintesi non Tecnica dello Studio di Impatto Ambientale redatto per la procedura di VIA relativa alla variazione del programma lavori del permesso di ricerca “Carità”. (Figura 1.1) che prevede la perforazione di un secondo pozzo esplorativo. Tale variazione ha lo scopo di poter completare la fase esplorativa nel permesso, come dal mandato discendente dall’attribuzione dello stesso da parte del Ministero dello Sviluppo Economico, iniziata con la perforazione del pozzo Sant’Andrea 1 dir ST1. Infatti la variazione del programma lavori presentata prevede la perforazione di un secondo pozzo, denominato Cascina Daga 1 dir, che viene definito come pozzo “appraisal” .
I pozzi appraisal sono quei pozzi che vengono eseguiti subito dopo che il primo pozzo (detto esplorativo, o wildcat), ha individuato un giacimento e servono a determinarne le potenzialità produttive. Infatti nell’area in cui sarà perforato il pozzo Cascina Daga 1 dir, sono stati eseguiti dall’ENI due pozzi, Nervesa 1 e Nervesa 1 dir ST, risultati mineralizzati a gas.
L’area in cui sarà allestito il cantiere di perforazione è localizzata nel Comune di Nervesa della Battaglia, in provincia di Treviso (Figura 1.2).
Il sito di intervento può essere individuato mediante i seguenti parametri geografici:
• Regione: Veneto;
• Provincia: Treviso;
• Comune: Nervesa della Battaglia – Via dei Santi;
• Riferimento I.G.M.: Tavoletta scala 1:25.000 “Spresiano” II NO del Foglio n. 38 “ Conegliano” della Carta d’Italia, scala 1:100.000;
• Riferimento C.T.R.: n. 084150 (Nervesa della Battaglia), n. 084160 (Santa Lucia di Piave);
• Riferimento catastale: Foglio n. 33 SE della Carta catastale del Comune di Nervesa della Battaglia – Particella n.170.
L’ubicazione del pozzo è invece individuabile dalle seguenti coordinate:
Coordinate geografiche di superficie
Lat. 45°47’ 58,98” N Long 00°12’ 04,72” W MM
Coordinate geografiche di fondo pozzo
Lat. 45°48’ 06,31” N Long. 00°12’ 17,31” W MM
come si può notare le coordinate di superficie non coincidono con quello di fondo pozzo poiché il pozzo è direzionato, è cioè perforato con una inclinazione e direzione precise per raggiungere l’obiettivo.
Figura 1.1.Permesso di ricerca Carità. Carta indice
CARITÀ
Figura 1.2. Ubicazione geografica del sondaggio
2. QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO.
In questo capitolo sono riportati i principali strumenti di pianificazione territoriale che, oltre a fornire gli indirizzi per lo sviluppo e la gestione del territorio definiscono le tutele e identificano le aree protette.
2.1. Pianificazione territoriale.
Sono stati considerati i vari Piani e programmi insistenti sul territorio e dalla loro analisi si rileva che la zona in esame non rientra in aree soggette a vincoli Paesaggistici- Ambientali secondo il D.Lgs. 42/2004 e successive modificazioni, non è all’interno di Parchi o di Siti di interesse Comunitario o Zone di Protezione Speciale ai sensi della L.
394/91 e della Direttiva Rete Natura 2000. L’area del cantiere di perforazione non rientra in nessuna classificazione PAI.
L’area in esame si trova al limite dell’ambito della attività estrattive e l’ubicazione del pozzo rispetta le distanze di sicurezza da metanodotti, linee elettriche, oleodotti e viabilità esistente, come stabilito dal DPR 128/59.
L’area interessata dal progetto si trova al margine del Piano di Area e non produce interferenze sull’Ambito Collinare de Montello.
Nell’allegato 3.1. del SIA si evidenzia che nell’area in cui si svilupperà il cantiere di perforazione del pozzo Cascina Daga 1dir non insiste nessun tipo di vincoli che possano interferire con il progetto proposto.
3. QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE.
Per poter confermare le potenzialità minerarie all’interno del permesso di ricerca, l’Apennine ha presentato al Ministero una variazione non significativa del vecchio programma lavori che prevede la perforazione di un secondo pozzo denominato Cascina Daga 1 dir, localizzato all’interno del Comune di Nervesa della Battaglia (TV).
Il pozzo Cascina Daga 1 dir ha lo scopo di confermare la potenzialità produttiva del giacimento di Nervesa scoperto da Eni negli anni ’80 con la perforazione dei pozzi Nervesa 1 e Nervesa 1 dirA.
In particolare il sondaggio attraverserà una serie di livelli di arenarie della Formazione delle Marne di San Donà arrestandosi ad una profondità totale di 1999,86 m TVD (Total Vertical Depth = profondità verticale totale)
3.1. Attività in progetto e tempi di realizzazione
Le attività in progetto si svolgeranno secondo i seguenti punti:
1. Predisposizione dell’area della postazione (circa 45 giorni lavorativi);
2. Montaggio impianto di perforazione (circa 5 giorni lavorativi);
3. Perforazione del pozzo (circa 40 giorni di cui realmente operativi circa 30);
4. Accertamento minerario (circa 4 giorni);
5. Smontaggio impianto (circa 5 giorni );
6. Ripristino parziale per messa in produzione (circa 20 giorni);
7. Eventuale chiusura mineraria (circa 15 giorni )
8. Ripristino finale al termine delle attività produttive (circa 45 giorni).
Dunque il tempo totale di intervento dipende dall’esito del sondaggio, cioè dal fatto che si trovi o meno il gas.
3.1.1. Preparazione dell’area della postazione.
L’area che ospiterà il cantiere di perforazione avrà forma irregolare e occuperà una superficie di circa 12.200 m2; attualmente tale superficie è adibita ad uso agricolo.
I lavori si svolgeranno secondo le seguenti fasi operative:
Sbancamenti, impermeabilizzazione del sottofondo e costruzione della massicciata;
Opere in cemento armato (solettone e vasche);
Area fiaccola;
Recinzione piazzale;
Strutture logistiche mobili - Impianto idrico ed elettrico;
Impianto di messa a terra;
Strada di accesso ed area parcheggio.
Tutta l’area compresa anche la strada di accesso sarà rivestita con geotessili e geomembrane in polietilene ad alta densità (HDPE) per garantire
l’impermeabilizzazione, dopodiché sarà ricoperta da un riporto di 50 cm di terreno misto stabilizzato; intorno al perimetro del cantiere sarà realizzato un fosso di guardia che convoglierà le acque meteoriche ad una vasca di raccolta (figure 3.1 e 3.2).
All’interno dell’area di cantiere sarà costruito il solettone a supporto dell’impianto, costituito da una piattaforma di cemento armato con dimensioni massime 60x15 m per una superficie massima di 450 m2 ed uno spessore di 40 cm.
Il solettone contiene la “cantina”, cioè una vasca di dimensioni 4,5 x 4,5 x 3 m il cui centro è attraversato dal tubo guida dove viene intestata la perforazione e fornisce protezione alla testa pozzo (fig.3.3.)
All’interno del cantiere sono presenti altre solette in calcestruzzo per un totale di circa 560 m2, che ospitano i depositi di materiali utilizzati per confezionare e condizionare i fluidi di perforazione (fig. 3.4.). Intorno all’impianto sono disposti i prefabbricati degli uffici e del personale, i container adibiti ad officine e magazzini, più i materiali di perforazioni ingombranti: aste, casing, per le varie fasi di perforazione.
Figura 3.2. Esecuzione strada di accesso al cantiere (Area pozzo Sant’Andrea 1 dirST1 – Apennine Energy S.p.A.)
Figura 3.3. Realizzazione cantina. (Area pozzo Sant’Andrea 1 dirST1 – Apennine Energy S.p.A.)
Figura 3.4. Solette in cemento armato e canalette di drenaggio. (Area pozzo Sant’Andrea 1 dir ST – Apennine Energy S.p.A.)
Fosso di guardia
Canalette
Figura 3.5. Vasca acque di processo (Area pozzo Sant’Andrea 1 dirST – Apennine Energy S.p.A.). Per il Cascina Daga le vasche saranno in cemento.
Vasca acqua di processo
3.1.2. Perforazione.
Per le attività di perforazione sono previsti circa 40 giorni (di cui realmente operativi circa 30). Solitamente nella perforazione di un pozzo di idrocarburi la tecnica usata è quella a rotazione (rotary) in cui l’azione di perforazione avviene attraverso il movimento rotatorio, generato da una tavola rotante o da una asta motrice, di uno scalpello fissato all’estremità di una batteria di aste. Lo scalpello man mano che avanza frantuma la roccia formando dei detriti (cuttings).
La perforazione avviene con circolazione diretta di fluidi cioè il fluido di perforazione viene pompato attraverso la batteria di perforazione con la fuoriuscita a forte velocità attraverso gli ugelli dello scalpello. La risalita del fluido insieme ai detriti avviene lungo l’intercapedine fra aste e pareti del foro.
Le apparecchiature che hanno il compito di separare i cuttings dal fango sono chiamati vibrovagli. I cutting sono stoccati in un vascone impermeabilizzato e periodicamente
Figura 3.6. Area fiaccola (Area pozzo Sant’Andrea 1 dir ST – Apennine Energy S.p.A.)
vengono trasportati in discarica autorizzata mentre il fango passa in una vasca per essere aspirato da una pompa e reimmesso di nuovo in circolazione attraverso la batteria di perforazione. (fig. 3.7).
La perforazione ed il raggiungimento dell’obiettivo minerario avviene per fasi successive, perforando tratti di foro di diametro via via decrescenti. (fig. 3.8).
La prima fase della perforazione interessa terreni e formazioni rocciose caratterizzati da elevata porosità e spesso associati ad una rilevante circolazione idrica sotterranea.
Pertanto è necessario prevenire ogni possibile interferenza con le acque dolci sotterranee per mezzo di misure di salvaguardia attuate fin dai primi metri di perforazione: attraverso l’infissione a percussione di un conductor pipe (tubo guida) (fig.3.9) nei primi 35 metri, con fluidi di perforazioni a base bentonitica come per i pozzi potabili fino alla base delle falde ed infine con la discesa di tubazione in acciaio (casing) e la loro successiva cementazione per l’isolamento definitivo prima di scendere a profondità maggiori.
Figura 3.7. Circuito di circolazione del fluido di perforazione (Fonte Enciclopedia degli idrocarburi, Treccani).
La battitura del primo tubo è una operazione rumorosa ma dura mediamente sei ore distribuite nell’arco di un giorno e mezzo.
Figura.3.8 Rivestimento del pozzo o casings (Fonte Enciclopedia degli idrocarburi, Treccani).
Per la perforazione del pozzo Cascina Daga 1 dir, sarà usato un impianto idraulico automatico come quello in figura 3.10. Questo tipo di impianto occupa una superficie minore rispetto ad altri impianti, il rumore è ridotto in quanto i motori sono posizionati in container insonorizzati ed è più veloce nelle operazioni, essendo automatizzato (rispetto ad un impianto tradizionale i tempi di perforazioni si riducono del 20-25%).
3.1.3. Completamento del pozzo e prove di produzione.
Se la perforazione avrà esito positivo, cioè avrà intercettato una o più zone in cui la quantità di gas è tale da poterlo estrarre, si passerà al completamento del pozzo ed all’esecuzione delle prove di produzione.
Il completamento consiste nel discendere in pozzo le attrezzature che consentiranno l’estrazione di idrocarburi in modo funzionale e sicuro: si tratta di un tubo di piccolo diametro con valvole di sicurezza e isolatori (“packer”) per separare diversi settori del rivestimento più interno.
Figura 3.10. Impianto HH 220 DRILLMEC.
Le prove di produzione, eseguite bruciando il metano in una apposita fiaccola per alcune ore registrando le variazioni di pressione in fondo al pozzo, hanno lo scopo di valutare la capacità produttiva del giacimento; tutti i pozzi nell’area hanno dato metano puro con tracce di umidità per cui non si prevedono altre tipologie di idrocarburo. Il cosiddetto “programma di completamento” unitamente a quello delle prove di produzione, viene normalmente elaborato e sottoposto all’Ufficio Minerario competente, che ne approva l’esecuzione, al termine della perforazione e della registrazione dei cosiddetti log di pozzo, cioè misure fisiche delle caratteristiche delle rocce attraversate e dei fluidi in esse contenuti (resistività elettrica, velocità delle onde acustiche ecc.).
3.1.4. Ripristino territoriale.
Il ripristino territoriale, cioè il riportare il luogo in cui è sorto il cantiere di perforazione alle condizioni originali, può essere parziale o totale.
Il ripristino parziale della postazione si effettua nel caso in cui il pozzo è risultato positivo. La postazione viene mantenuta, sia pure eventualmente con ridotte dimensioni, in quanto è necessaria per l’alloggiamento delle attrezzature utilizzate per la messa in produzione. Si procederà alla pulizia ed alla messa in sicurezza della postazione, rimuovendo le opere non necessarie alla fase produttiva, come ad esempio, vasche fanghi, containers, canalette ed installando a protezione della testa pozzo contro urti accidentali una apposita gabbia metallica (fig.3.11)
Nel caso in cui il pozzo risultasse non mineralizzato o la cui produttività non fosse ritenuta economicamente valida si procederà alla sua chiusura mineraria, mediante cementazione di tappi successivi, asportazione del tubo guida e ripristino morfologico, al suo stato originario, ovvero agricolo. Tutti i manufatti in cemento armato saranno demoliti, la strada di accesso sarà dismessa e si procederà al rimodellamento della morfologia e la messa in posto di terreno agricolo precedentemente rimosso in fase di preparazione della postazione.
Per le attività di ripristino saranno necessari 45 giorni.
Produzione e gestione dei rifiuti
Durante le operazioni in progetto saranno prodotti rifiuti di tipo diverso. In ogni caso i criteri generali di gestione dei rifiuti al fine di ridurre l’impatto ambientale sono così schematizzabili:
Contenimento dei quantitativi prodotti (riduzione alla fonte/riutilizzo);
Separazione e deposito temporaneo per tipologia;
smaltimento ad impianto autorizzato.
Tutti i rifiuti prodotti in cantiere saranno, seppur temporaneamente, depositati in strutture con modalità adeguate per ciascuna specifica tipologia, evitando in tal modo possibilità di mescolamento, favorendo il trattamento selettivo e predisponendone il successivo smaltimento.
Non sono previsti scarichi su corpi idrici superficiali o in fognature pubbliche.
3.7 Emissioni di inquinanti nell’atmosfera
Le emissioni di inquinanti possono essere divise secondo le fasi necessarie alla realizzazione del pozzo:
a. attività civili per la predisposizione della postazione e ripristino dell’area;
b. perforazione e prove di produzione.
Nella fasi di allestimento della postazione e ripristino, le emissioni sono dovute alla combustione dei motori e dei generatori utilizzati, in funzione dei tipi di macchinari, delle potenze, dei regimi, dei sistemi di abbattimento, ecc. Un ulteriore fonte di inquinamento atmosferico risulta essere la produzione di polveri, associata alle operazioni di movimento terra. In ogni caso le attività previste, per tipologia delle opere
e dei mezzi utilizzati, sono riconducibili a quelle tipiche di un ordinario cantiere di durata limitata e dunque non richiedenti di specifica autorizzazione alle emissioni.
Durante le operazioni di perforazione, la principale fonte di emissione è legata all’impiego dei gruppi elettrogeni alimentati a gasolio (normale gasolio da autotrazione con basso tenore di zolfo), necessari per il funzionamento dell’impianto. Il carattere temporaneo delle attività e la portata delle emissioni, comunque inferiori ai limiti statuiti dalla normativa vigente (D. Lgs. 152/2006 e ss.mm.ii.), consentono di escludere ipotesi di criticità attinenti alla propagazione di inquinanti in atmosfera rilasciati dalle attività di perforazione.
4. QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE.
L’area oggetto dell’intervento è localizzata nel Comune di Nervesa della Battaglia, in un terreno agricolo, affittato da Apennine Energy e su cui sarà realizzata la postazione di perforazione del pozzo Cascina Daga 1 dir. Il sito, che sarà impermeabilizzato, è situato in corrispondenza di Via dei Santi. Si raggiunge agevolmente dalla S.S. n.13 Pontebbana, su cui ci si immette dall’Autostrada A27 al casello di Treviso Nord tramite la S.P. 92. La viabilità di accesso è agevole poiché dedicata alla zona industriale ed ai mezzi di trasporto di inerti provenienti dal vicino ambito estrattivo e quindi di conseguenza strutturata per il transito di mezzi pesanti.
4.1. Inquadramento geologico e geomorfologico
Il territorio del Comune di Nervesa della Battaglia posto nella parte settentrionale della pianura veneta, si è formato in tempi geologicamente recenti per l’accumulo di materiale depositato dai fiumi e che ha dato origine a grandi conoidi (megafan). I materiali deposti sono generalmente costituiti da ghiaie a matrice sabbiosa e ghiaie a matrice limosa e argillosa ed orizzonti prevalentemente siltosi. Questi materiali sono presenti fino a 300 metri di profondità dove poggiamo sul “Conglomerato del Montello”, che può essere presente con facies arenaceo - siltose.
Dal punto di vista morfologico la zona in esame si colloca nella porzione della pianura alluvionale del Fiume Piave e più precisamente nel cosiddetta “Conoide di Nervesa”
che si sviluppa con modesta pendenza verso S-SSE. Nell’area in esame non si
rilevano particolari forme legate a fenomeni naturali, bensì forme più specificatamente legate all’attività antropica (cave).
4.2. Sismicità.
Dal punto di vista sismico la Regione Veneto presenta prevalentemente comuni classificati nella zona 3 e 4, tranne che per le province di Belluno e Treviso che hanno molti comuni ricadenti in zona 2. In particolare il Comune di Nervesa della Battaglia è classificato in zona 2, area in cui possono verificarsi terremoti abbastanza forti (fig.
4.1).
L’attività sismica non ha riflessi sulla perforazione data l’elasticità del sistema e l’assenza di terreni sabbiosi puri passibili di liquefazione. Viceversa la normale attività
Figura 4.1. Particolare della Mappa di zonazione sismica (modificato dal sito internet:
www.protezionecivile.it).
di perforazione non può avere nessun effetto sulle strutture sismogenetiche, profonde o superficiali che siano.
5. INTERVENTI DI PREVENZIONE E MITIGAZIONE
Per salvaguardare l’ambiente circostante da tutti quegli eventi accidentali che potrebbero modificare il suo stato, saranno adottate delle misure preventive che saranno messe in atto sia in fase di allestimento del cantiere che durante la perforazione.
5.1. Allestimento del cantiere.
In fase di allestimento del cantiere per ridurre i potenziali rischi ambientali si procederà alla realizzazione di:
una superficie impermeabile con geotessili e geomembrana in HDPE al fine di proteggere il terreno, la falda superficiale e agevolare le future operazioni di ripristino conclusive;
solettone in cemento armato al centro del piazzale che avrà la funzione di distribuire le sollecitazioni dell’impianto di perforazione sul terreno. Inoltre isola il terreno sottostante dall’eventuale infiltrazione di fluidi;
solette in calcestruzzo armato per l’appoggio dei motori, delle pompe fango, con funzione di sostegno delle strutture e di protezione del terreno sottostante;
canalette per la raccolta delle acque di lavaggio impianto lungo il perimetro delle solette e loro convogliamento nelle vasche di stoccaggio evitandone il contatto con le superfici del piazzale;
canalette perimetrali al piazzale di perforazione per la raccolta delle acque meteoriche e loro convogliamento ad apposita vasca impermeabile, ad ulteriore tutela dell’ambiente circostante e della falda;
impermeabilizzazione con geomembrane in HDPE del bacino della fiaccola;
conferimento di tutte le acque raccolte a smaltimento presso impianto di depurazione autorizzato.
5.2. Fase di perforazione.
Il cantiere di perforazione sarà aperto per breve tempo, per cui l’impatto visivo sarà estremamente limitato data l’altezza ridotta della torre e la distanza dalle vie di transito, nonché la presenza di filari alberati. Complessivamente, le dimensioni dell’impatto non sono superiori a quelli di un qualunque cantiere di medie dimensioni e quindi gli impatti ambientali ad esso legati sono a breve termine, reversibili e mitigabili.
La produzione di rumore e vibrazioni è legata ai mezzi ed agli strumenti utilizzati nel cantiere. Si tratta quindi del rumore prodotto dal passaggio dei mezzi d trasporto, delle attrezzature azionate dai motori e dalle attrezzature di perforazione.
Per minimizzare i possibili impatti indotti, particolare cura deve essere posta nella applicazione di una serie di tecniche che abbiano come obiettivo la prevenzione di eventi accidentali con effetti sull’ambiente e la sicurezza sul lavoro.
In linea generale, le tecniche di salvaguardia ambientale avranno pertanto i seguenti obiettivi finali:
prevenire il rischio di emissioni di fluidi (il cosiddetto blow out) attraverso l’utilizzo di due barriere permanenti, il tubaggio del foro ed il fluido di perforazione, e da una barriera di emergenza costituita dai Blow Out Preventers. Per quanto riguarda le emissioni di gas nel progetto di perforazione del pozzo Cascina Daga 1 dir, non è realistico che si possano verificare manifestazioni relativi alla presenza di H2S e di CO2 in quanto già dai pozzi Nervesa 1, Nervesa 1 dirA e Sant’Andrea 1 dir ST1, il gas monitorato in perforazione o prodotto è sempre stato metano puro al 99,7% con umidità, e privo di questi gas accessori. In ogni caso sono obbligatoriamente presenti per legge reti di sensori in grado di individuare tali gas nei punti strategici dell’impianto, al separatore del gas, all’uscita del fango dai vibrovagli, al piano sonda e alla testa pozzo.
salvaguardare eventuali falde idriche attraverso l’infissione nei primi metri della perforazione di un conductor pipe, l’utilizzo di fluidi di perforazione idonei (per il pozzo Cascina Daga 1dir saranno usati dei fanghi a base di bentonite, usati anche nella perforazioni dei pozzi ad uso idropotabile) ed infine con la discesa
di tubazioni in acciaio (casing) e la loro successiva cementazione alle pareti del pozzo.
evitare lo sversamento dei fluidi e dei rifiuti manipolati in superficie. Le acque meteoriche, le acque di lavaggio impianto, i cuttings saranno temporaneamente stoccati in strutture impermeabilizzate evitando che si mescolino tra loro. Il prelievo sarà effettuato da ditte specializzate e abilitate che trasporteranno i rifiuti in discariche autorizzate o presso centri di recupero autorizzati all’accumulo, al riciclaggio e al reimpiego.
5.3. Ripristini totali o parziali.
Le operazioni di ripristino consistono nel riportare il suolo alle condizioni originarie e nel caso di un terreno agricolo occorre ristabilire la medesima capacità d’uso e fertilità agronomica riscontrata prima degli interventi.
Il ripristino parziale si esegue nel caso in cui il pozzo è produttivo. La postazione viene mantenuta, sia pure di ridotte dimensioni, per ospitare le attrezzature utili per la messa in produzione ed il terreno accantonato nella fase di allestimento del cantiere viene utilizzato per il riempimento delle vasche in terra ed in cemento armato.
Nel caso in cui il pozzo sia risultato sterile o il giacimento non sia considerato economico per la produzione si procederà al ripristino totale dell’area che sarà preceduto dalla chiusura mineraria del pozzo, il cui programma sarà sottoposto all’Ufficio Minerario competente per approvazione. L’intera area sarà riportata alle condizioni originarie. Ciò è eseguito con la demolizione dei manufatti in cemento armato (compresa la pavimentazione stradale), il rimodellamento della morfologia e la messa in posto del terreno agricolo rimosso in fase di preparazione della postazione.
6. STIMA DEGLI IMPATTI.
Il progetto di perforazione del pozzo Cascina Daga 1 Dir si può considerare come un piccolo progetto a bassissimo rischio e a bassissimo impatto ambientale.
Il bassissimo rischio deriva principalmente dal fatto che le caratteristiche dei terreni attraversati e la composizione del gas sono noti (infatti nell’area sono stati perforati tre pozzi: Nervesa 1, Nervesa 1 dirA e Sant’Andrea 1 dir ST), non sono presenti sovrappressioni di strato e non sono presenti idrocarburi liquidi.
Il bassissimo impatto ambientale deriva dal bassissimo rischio su citato, dalla ridotta profondità e durata di perforazione, dall’utilizzo di impianti ormai all’avanguardia dal punto di vista tecnologico, dalla limitata occupazione di suolo.
6.1. Azioni di progetto.
Nella seguente tabella si riportano le azioni che derivano dall’esecuzione del progetto.
FASI AZIONI
Uso mezzi di trasporto pesanti
Uso macchine movimento terra
Realizzazione del rilevato
Realizzazione opere in cemento 1. Allestimento del Cantiere
Infissione conductor pipe
Trasporto impianto
Montaggio impianto 2. Montaggio Impianto
Mezzi meccanici pesanti (Autogru)
Perforazione
Manovra
Separazione fanghi e detriti
Acque: trattamento, stoccaggio e smaltimento
Rifiuti e liquami: produzione e smaltimento 3. Funzionamento impianto di
perforazione
Uso mezzi meccanici
Stoccaggio detriti di perforazione
Smaltimento detriti di perforazione (trasp.)
Stoccaggio fanghi di perforazione
Smaltimento fanghi di perforazione (trasp.)
Stoccaggio oli e liquidi esausti 3.a. Stoccaggio e smaltimento fluidi di
perforazione
Smaltimento oli e liquidi esausti (trasp.)
Separazione detriti e fanghi di perforazione 3b Trattamento durante la perforazione
Stoccaggio carburanti e prodotti di perforazione
Stoccaggio acque di cantiere
Smaltimento acque di cantiere (trasp.)
Stoccaggio liquami civili
Smaltimento liquami civili (trasp.)
Stoccaggio RSU 3c . Smaltimento acque e rifiuti
Smaltimento RSU (trasp.)
Uso mezzi meccanici pesanti 3 d. Attività ausiliaria durante la
perforazione Uso mezzi meccanici leggeri
4. Prove di produzione Fiaccola
Smontaggio impianto
Trasporto impianto
Mezzi meccanici pesanti (Autogru)
Riduzione area cantiere 5. Smontaggio impianto/ripristino
territoriale a fine perforazione
Protezione testa pozzo
6. Chiusura mineraria in caso di pozzo Chiusura mineraria
Demolizione opere in cemento armato
Smaltimento residui liquidi prodotti (trasp.) sterile
Smaltimento residui solidi prodotti (trasp.)
In tutte queste azioni gli unici impatti riguardano principalmente:
Aumento del traffico;
Consumo di materie prime;
Emissioni in atmosfera;
Emissioni acustiche;
Produzione rifiuti.
Le componenti ambientali potenzialmente coinvolti sono:
il suolo;
l’atmosfera;
l’ambiente antropico in quanto non sono presenti elementi naturalistici di particolare rilievo nelle immediate vicinanze. Le aree di interesse naturalistiche più prossime sono quelle localizzate nell’alveo del Fiume Piave.
La tabella seguente mostra le interferenze potenziali sulle componenti ambientali.
Ambiente idrico superficiale Suolo e sottosuolo Acque sotterranee Amb. biotico EcosIistemi Paesaggio Popolazione Atmosfera
Fattori di pertubazione per componente ambientale
Azioni di progetto
Variazioni di portata Immissione di solidi sospesi Immissione di contaminanti Sottrazione di suolo da usi in atto Immissione di contaminanti Variazione caratteristiche geotecniche Impianti di trattamento e stoccaggio rifiuti vibrazioni Alterazione fluidi di strato Immissione di contaminanti Effettu sullaflora Effetti sulla fauna Effetti sugli ecosistemi Cambiamento delpaesaggio Aumento del traffico Aumento estrazioni inerti Effetti sulla salute pubblica Effetti sulle attività economiche Immissione di gas di scarico Emissioni acustiche Illuminazione artificiale Immissione polveri
FASE 1 – ALLESTIMENTO DELLAPIAZZOLA
Uso mezzi di trasporto pesanti 1 1 1 1
Uso macchine movimento terra 1 1 1 1 1
Allestimento rilevato 1 1 1 1
Realizzazione opere in cemento 1 1 1 1
FASE 2 ‐ MONTAGGIO IMPIANTO DI PERFORAZIONE
Trasporto impianto 2 2 2
Montaggio impianto 3 3 3
Mezzi meccanici pesanti (autogru) 3 3 3 3
FASE 3 ‐ FUNZIONAMENTO IMPIANTO DI PERFORAZIONE
Infissione conductor pipe 4 5 4 5
Perforazione 5 5
Manovra 5 5
FASE 3a ‐ STOCCAGGIO E SMALTIMENTO FLUIDI DI PERFORAZIONE
Stoccaggio detriti di perforazione
Smaltimento detriti di perforazione
(trasp.) 6 6
Stoccaggio fanghi di perforazione 6
Smaltimento fanghi di perforazione
(trasp.) 6 6
Stoccaggio oli e liquidi esausti
Smaltimento oli e liquidi esausti
(trasp.) 6 6 6
FASE 3b ‐ TRATTAMENTO DURANTE LA PERFORAZIONE
Separazione detriti e fanghi di
perforazione. 7 7
Stoccaggio carburanti e prodotti di
perforaz.
FASE 3c ‐ SMALTIMENTO ACQUE E RIFIUTI
Stoccaggio acque di cantiere
Smaltimento acque di cantiere 6 6 6
(trasp.)
Stoccaggio liquami civili
Smaltimento liquami civili (trasp.)
Stoccaggio RSU
Smaltimento RSU (trasp.) 6 6 6
FASE 3d ‐ ATTIVITA’ AUSILIARIA DURANTE LA PERFORAZIONE
Uso mezzi meccanici pesanti 9 9 9 9
Uso mezzi meccanici leggeri 9 9 9 9
FASE 4 ‐ PROVA DI PRODUZIONE
Esecuzione della prova di
produzione 10 10
FASE 5 ‐ SMONTAGGIO IMPIANTO/ RIPRISTINO TERRITORIALE A FINE PERFORAZIONE
Smontaggio impianto 3 11 2
Trasporto impianto 2 3 3
Mezzi meccanici pesanti (autogru) 3 3 3
Riduzione area cantiere 11 11 3 3
Protezione testa pozzo 12 11 11 3
IN CASO DI POZZO STERILE
Chiusura mineraria
Demolizione opere in cemento 13 13 13 13
Smaltimento residui liquidi. prodotti
(trasp.) 7 13 13 13
Smaltimento residui solidi prodotti
(trasp.) 7 13 13 13