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NUOVO APPROCCIO ALLA RELAZIONE EDUCATIVA

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Academic year: 2022

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(1)
(2)

1992

• Si distrae, non sta attento

• Legge stentatamente

• Non sta mai fermo

• Non mi ascolta

Dal 2007

Ha un disturbo dell’attenzione

È dislessico È iperattivo

NUOVO APPROCCIO ALLA RELAZIONE EDUCATIVA

• Non mi ascolta

• Mi sfida

• Ha la testa tra le nuvole

• Non è portato alla matematica

• Dimentica subito ciò che studia

• È timido, chiuso

È iperattivo È demotivato È bullismo

•Ha un disturbo dell’attenzione

È discalculico

Ha un deficit di memoria

È autistico

(3)

integrazione s. f. [dal lat.

integratio -onis, con influenza, nel sign. 3, dell’ingl. integration]. – 1.

In senso generico, il fatto di integrare, di rendere intero, pieno, perfetto ciò che è incompleto o insufficiente a un determinato scopo, aggiungendo quanto è

inclusione s. f. [dal lat.

inclusio -onis]. – 1. a. L’atto, il fatto di includere, cioè di inserire, di comprendere in una serie, in un tutto (spesso contrapp. a esclusione): i. di un nome nella graduatoria dei vincitori; i. di alcune clausole

INTEGRAZIONE=INCLUSIONE?

scopo, aggiungendo quanto è necessario o supplendo al difetto con mezzi opportuni: istituire corsi d’i. con insegnamento di materie specifiche; concedere un assegno straordinario a i. dello stipendio; i.

degli alimenti, di un alimento, con aggiunta di fattori...

vincitori; i. di alcune clausole cautelative in un contratto; in frasi negative: hanno protestato per la non i. del loro nominativo nella lista; la non i.

di certe clausole nel contratto

ha suscitato molto malumore.

(4)

L’ICF

La pedagogia speciale è passata ad interessarsi soprattutto di funzionamento della salute e del benessere e di costruzione di profili di soggetti

bisognosi di interventi speciali: DSA, sensoriali, ma anche persone svantaggiate sul piano economico e sociale (quindi anche linguistico, culturale, religioso, etc.).

etc.).

Una nuova

classificazione: l’ ICF

(5)

L’IDEA DI FONDO DELL’ICF

Il modello che pervade e sorregge oggi il

concetto di salute pone al centro di ogni

intervento educativo e formativo l’idea del

funzionamento umano.

(6)

SCHEMA DI RIFERIMENTO ICF

Condizioni fisiche

Funzioni corporee - Strutture corporee

Attività personali (Esecuzione di un

Partecipazione sociale (Coinvolgimento in una

situazione di vita) (Esecuzione di un

compito-azione)

(Coinvolgimento in una situazione di vita)

Fattori contestuali ambientali

( servizi, sistemi, politiche)

Fattori contestuali personali ( aspetti psicologici, affettivi e

comportamentali)

(7)

PEI= PIANO EDUCATIVO INDIVIDUALIZZATO

Documento redatto dal CdC in collaborazione con la famiglia e il servizio sanitario che ha in carico il bambino.

Nel PEI dopo un’attenta osservazione, vengono individuati: obiettivi, contenuti, metodologie, tempi e criteri di valutazione secondo i reali bisogni del soggetto diversabile.

(8)

PROGETTO DI VITA

Documento complesso alla cui costruzione concorrono più soggetti e soprattutto il

diversabile per la messa a punto di strategie e

di servizi per il miglioramento della qualità di

vita personale, sociale, lavorativa.

(9)

LA RETE NEL PROGETTO DI VITA

Scuola

Soggetto disabile/Famiglia Neuropsichiatria

Ente Locale Associazioni

……….

(10)

COMPONENTI FONDAMENTALI DI UN PEI-PDV

PEI- Pdv

DIAGNOSI FUNZIONALE

Momento conoscitivo dei

punti di forza/debolezza

PROFILO DINAMICO FUNZIONALE

Momento di definizione di

obiettivi e di

PEI- Pdv FUNZIONALE

obiettivi e di scelte progettuali

Attività,

materiali, metodi di lavoro

Momento di definizione di tecniche e risorse

di lavoro

Verifica

dell’acquisizione e dell’appropriatezza degli obiettivi

Momento di revisione e

correzione

(11)

LE ATTIVITÀ, I MATERIALI, I METODI DI LAVORO

Si elaborano soluzioni operative per

favorire gli obiettivi definiti nel Profilo

dinamico funzionale.

(12)

LE ATTIVITÀ, I MATERIALI, I METODI DI LAVORO

Si identificano : - gli spazi - I tempi - Le persone

- Le risorse materiali, organizzative, strutturali e metodologiche

ATTIVITA’ DIDATTICHE, EDUCATIVE E DI

STIMOLAZIONE

(13)

LE ATTIVITÀ, I MATERIALI, I METODI DI LAVORO

Gli insegnanti hanno bisogno di:

- un repertorio ampio di attività - situazioni

- modelli di lavoro

- sequenze di obiettivi articolate per difficoltà crescenti

(14)

UN ESEMPIO : LE DIVERSE INTELLIGENZE DEI VARI ALUNNI

Prendere in considerazione le intelligenze dei vari alunni per proporre attività varie e differenti allo scopo di stimolarne la consapevolezza, lo sviluppo, l’uso critico in rapporto ai vari compiti.

(15)

STRATEGIE DIDATTICHE E/O MATERIALI UTILI ALLO SVILUPPO DELLE VARIE INTELLIGENZE SECONDO LA TIPOLOGIA DI GARDNER

Intelligenza logico-matematica (

sequenze razionali, schemi, ordine, quantità,…)

- Esercizi o problemi logici

- Classificazioni/categorizzazioni - Creare codici/simboli

- Calcoli e quantificazioni - Calcoli e quantificazioni

- Pensiero scientifico sperimentale - Presentazioni logiche e sequenziali

(16)

INTELLIGENZA LINGUISTICA( SIGNIFICATI NEL LINGUAGGIO, COMUNICAZIONE ORALE E/O SCRITTA)

- Letture

- Discussioni in piccolo/grande gruppo - Conferenze/lezioni

- Giochi di parole

- Inventare e raccontare storie - Dibattiti e controversie

- Diari di bordo/ poesie - Diari di bordo/ poesie

(17)

INTELLIGENZA SPAZIALE ( PERCEZIONE, RAPPRESENTAZIONE E MODIFICAZIONE DELLA REALTÀ)

Cartine, grafici, diagrammi, schemi Visualizzazione

Diapositive, video, film, fotografie Puzzle visivi, labirinti, costruzioni Pittura, collage, ceramica

Aiuti visivi Aiuti visivi

Immaginazione visiva

(18)

INTELLIGENZA CORPOREA/CINESTESICA ( USO DEL CORPO E DI OGGETTI)

-

manipolazione, costruzioni, trasformazioni Cucina, giardinaggio, bricolage

Attività sportive

Attività di consapevolezza motoria Mimo e linguaggio del corpo

Lingua dei segni Lingua dei segni

(19)

INTELLIGENZA INTERPERSONALE (

COMPRENDERE LE PERSONE E LE RELAZIONI)

- insegnamento reciproco, tutoring, apprendimento cooperativo Giochi da tavolo

Mediazione di conflitti

Ruoli sociali nella gestione della classe

(20)

INTELLIGENZA INTRAPERSONALE ( COMPRENDERE LA PROPRIA ESISTENZA PER SÉ E PER GLI ALTRI )

Studio autonomo e autoprogettato Riflessione

Diari personali

Attività su autostima/identità Attività emozionali

(21)

INTELLIGENZA MUSICALE ( SENSIBILITÀ E

CAPACITÀ DI CREARE SUONI, MELODIE, RITMI, ECC.)

Cantare, suonare

Musiche legate alle emozioni Rap, ritmi, stornelli

Colonne sonore

(22)

INTELLIGENZA NATURALISTICA ( SENSIBILITÀ ALLA FLORA/FAUNA E ALLA BIOLOGIA )

Osservazione

Ricostruzione di habitat

Collegare e stabilire relazioni Prendersi cura di animali/piante

(23)

PLURALITÀ DELLE POSSIBILITÀ OPERATIVE

Presentazioni interattive con diapositive/video e dibattito Attività di simulazione/role playing

Attività cooperative di piccolo gruppo

Coppie di studenti che risolvono un problema pensando ad alta voce.

(24)

LE VERIFICHE DELL’ACQUISIZIONE E

DELL’APPROPRIATEZZA DEGLI OBIETTIVI

La verifica dovrebbe essere rivolta a qualcosa di più della pura e semplice acquisizione degli obiettivi.

Occorre valutare:

- Il grado di mantenimento nel tempo delle competenze acquisite.

- Il livello raggiunto delle capacità di autoregolazione autonoma nell’esecuzione di una data abilità.

(25)

DAL PEI AL PDV

Il Progetto di vita è un pensare in prospettiva futura

Preparare le azioni necessarie, prevedere le varie fasi, gestire i tempi, valutare i pro e i contro, comprendere la fattibilità.

Come si può progettare la vita

di qualcuno?

(26)

« IL LUNGO VIAGGIO PER DIVENTARE ADULTI»

Per iniziare questo viaggio è necessario che qualcuno ci creda, che qualcuno immagini questa possibilità.

Da questa possibilità inizia il percorso di crescita e di cambiamento.

(27)

QUALITÀ E ORIENTAMENTO

Una buona qualità della vita adulta deve essere l’elemento di riferimento per orientare l’insegnamento a un’inclusione sociale più ampia.

(28)

IN COSA CONSISTE UNA BUONA QUALITÀ DELLA VITA?

Dare valore a ciò che per l’essere umano è della massima importanza: avere cura ed essere oggetto di azioni di cura.

(29)

LA CURA EDUCATIVA VALORIZZA:

la portata conoscitiva delle emozioni;

l’educazione a « sentire» l’altro;

una postura riflessivamente presente sull’accadere delle cose, sia fuori nel mondo sia dentro di noi.

(30)

IL PROCESSO DI ORIENTAMENTO È…

Centrato sul soggetto-persona, sui suoi bisogni-interessi

Attento alle questioni economiche, sociali, culturali in un dato tempo storico e in un determinato contesto territoriale

Preso in carica direttamente dalla comunità se costruisce progetti integrati

FORMAZIONE ALL’ORIENTAMENTO E ALL’ AUTORIENTAMENTO

FORMATIVI, NON SOLO INFORMATIVI

(31)

METACOGNIZIONE

Il campo della metacognizione rappresenta un luogo di incontro dell’apprendere e dell’insegnare inerenti all’uso di strategie di acquisizione e impiego di contenuti e di relative procedure d’azione attraverso l’utilizzo di molteplici codici di

comunicazione.

(32)

TRE PUNTI DI VISTA

La questione dell’allargare il PEI al Pdv va affrontata da tre punti di vista:

- tecnico-didattico - psicologico

- relazionale

(33)

IL PDV DAL PUNTO DI VISTA TECNICO-DIDATTICO

Un orientamento di prospettiva, interno alle varie attività, continuo e costantemente attivo nella definizione degli obiettivi a lungo termine, nella scelta dei criteri per gli obiettivi a medio termine, nelle attività di valutazione autentica.

Il Pdv inizia dalla scuola dell’infanzia.

(34)

IL PDV DAL PUNTO DI VISTA TECNICO-DIDATTICO

Aree prese in considerazione secondo il modello ICF:

- Attività personali

- Partecipazione sociale

- Fattori contestuali ambientali e personali

ARTICOLAZIONE VALIDA ANCHE PER LA

VITA ADULTA

(35)

IL PDV DAL PUNTO DI VISTA TECNICO-DIDATTICO

Giusta attenzione : - alle autonomie

- alla comunicazione in contesti reali

- alla capacità di interagire con gli estranei

- al modo di esplorare il proprio corpo in modo psicologicamente adatto - alla costruzione di buone rappresentazioni dell’ambiente.

(36)

IL PDV DAL PUNTO DI VISTA PSICOLOGICO

La condizione adulta richiede una complessa maturazione psicologica e affettiva.

Fondamentale risulta lo sviluppo positivo della propria identità

(37)

IL PDV DAL PUNTO DI VISTA PSICOLOGICO

L’identità si sviluppa e si modifica attraverso il lavoro interconnesso di quattro dimensioni mentali

VALORI

AZIONI VALORI

OBIETTVI MOTIVAZIONI

AUTOEFFICACIA

ATTRIBUZIONI AUTOSTIMA

(38)

IL PDV DAL PUNTO DI VISTA PSICOLOGICO

Nello sviluppo dell’identità è importante anche la capacità metacognitiva di osservarsi, di guardarsi « quasi dall’esterno».

(39)

LA NARRAZIONE

Nello sviluppo dell’identità è cruciale la variabile « tempo» : noi siamo quello che siamo stati, quello che abbiamo fatto, scelto, ecc.

E’ importante aiutare i diversabili o soggetti bes a «fare memoria», a ricostruire le scelte, i desideri, i dubbi, i risultati, le emozioni coinvolte, attraverso forme concrete: diari, racconti, fotografie, viaggi sui luoghi…

(40)

IL PDV DAL PUNTO DI VISTA RELAZIONALE

Rendere più ricca la rete di rapporti e opportunità di relazione e di aiuto in cui è

inserito il soggetto: famiglia, scuola, associazioni, amici, vicini di casa, colleghi di lavoro.

NON UN’OTTICA INDIVIDUALISTICA, MA IMPRESA COLLETTIVA ,

CON A CAPO IL SOGGETTO DIVERSABILE.

(41)

MODELLO PEI

MODELLO%20PEI%20_con%20programmazione%20%20assist%20%20educ%20_%

20(1).pdf

Riferimenti

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