• Non ci sono risultati.

CAMPAGNA DI OZONO O3 NEL PARCO NATURALE DI CAPANNE DI MARCAROLO

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2022

Condividi "CAMPAGNA DI OZONO O3 NEL PARCO NATURALE DI CAPANNE DI MARCAROLO"

Copied!
40
0
0

Testo completo

(1)

CAMPAGNA DI OZONO O 3

NEL PARCO NATURALE DI

CAPANNE DI MARCAROLO

(2)

Campagna di monitoraggio di Ozono a Capanne di Marcarolo

Pagina 2 di 40

(3)

Campagna di monitoraggio di Ozono a Capanne di Marcarolo

Indice

1. Premessa 5

2. Postazioni di rilevamento. 7

2.1 Capanne di Marcarolo 7

2.2 Prato Rondanino 9

3. Materiali e metodi 11

3.1 Ozono - O3 11

3.1.1 Premessa: l’inquinamento fotochimico 11

3.1.2 La formazione dell’ozono 11

3.1.3 Gli effetti dell’ozono 13

3.2 Parametri meteorologici 16

3.2.1 L’Atmosfera 16

3.2.2 Pressione atmosferica 16

3.2.3 Umidità 16

3.2.4 Direzione e velocità venti 17

I) Rosa dei venti ... 18

3.2.5 Precipitazioni 18

3.2.6 Radiazione solare 18

3.2.7 Postazione meteorologica 18

4. Normativa di riferimento 21

4.1 Ozono - O3 21

4.1.1 Limiti di legge previsti dal D. Lgs. 21 maggio 2004, n. 183 21

5. Esame dei rilevamenti condotti 23

5.1 Capanne di Marcarolo 23

5.1.1 Ozono - O3 23

5.2 Prato Rondanino 24

5.2.1 Parametri Meteorologici. 24

6. Discussione dei risultati 25

6.1 Rappresentazione grafica “Trend” 25

6.2 Frequenze di campionamento 26

6.3 Confronto dei giorni tipo nel periodo 10 aprile 2008 ÷ 30 settembre 2008. 29

6.4 Retta di correlazione tra Marcarolo e le due postazioni urbane. 32

6.5 Valutazione delle concentrazioni con i parametri meteorologici. 34

6.6 Valutazione dell’indice di esposizione AOT40. 37

7. Conclusioni 39

Pagina 3 di 40

(4)
(5)

1. Premessa

A seguito di una richiesta di collaborazione dell’Ente Parco Naturale - Capanne di Marcarolo, finalizzata al monitoraggio degli inquinanti atmosferici, l’Ufficio Elaborazione Dati Ambientali della Provincia di Genova ha installato presso il Rifugio Nido del Biancone a Capanne di Marcarolo (Alessandria), un analizzatore automa- tico di ozono per l’inquinamento di tipo fotochimico, lo strumento oltre a misurare in loco, può essere utilizza- to altresì come misuratore dell’ozono transfrontaliero proveniente dalla pianura piemontese.

Il Parco Naturale delle Capanne di Marcarolo, si trova interamente in Provincia di Alessandria ma è vincolato da legami storici e culturali all’entroterra ligure e genovese in particolare, la postazione nella quale viene al- loggiata la strumentazione si trova a circa 2 Km. dal confine con la Provincia di Genova.

La campagna di rilevamento è stata avviata in data 10 aprile 2008 e tuttora attiva.

Inoltre per dare un significato maggiore a questa campagna, sono stati utilizzati a scopo statistico, i dati me- teorologici della postazione ubicata presso l’Orto Botanico di Prato Rondanino, in comune di Campoligure, che dista circa 2 Km. in linea d’aria dal Rifugio “Nido del Biancone”.

Figura 1: Disposizione delle due postazioni.

(6)
(7)

2. Postazioni di rilevamento.

2.1 Capanne di Marcarolo

La postazione Capanne di Marcarolo è posizionata in comune di Bosio (Alessandria) e in zona rurale. La strumentazione è stata installata all’interno del Rifugio “Nido del Biancone”. Nella mappa e nelle figure suc- cessive sono riportate l’ubicazione sul territorio della postazione di misura (figure 2 ÷ 4), la cui anagrafica identificativa è riportata in tabella I

ID_STAZIONE COMUNE INDIRIZZO ALTEZZA

(m.l.s.) CORDINATE GAUSS - BOAGA

1199 BOSIO Capanne di Marcarolo 769 1481985.04 4932844.28

Tabella I: Anagrafica del punto di misura.

Figura 2: Planimetria

(8)

Figura 3: Veduta aerea di Capanne di Marcarolo

Figura 4: Foto del luogo ospitante la strumentazione.

(9)

2.2 Prato Rondanino

La postazione Prato Rondanino è posizionata in comune di Campoligure (Genova) e in zona rurale. La cen- tralina meteorologica è ubicata all’interno dell’Orto Botanico. Nella mappa e nelle figure successive sono ri- portate l’ubicazione sul territorio della postazione di misura (figure 5 ÷ 7), la cui anagrafica identificativa è ri- portata in tabella II.

ID_STAZIONE COMUNE INDIRIZZO ALTEZZA

(m.l.s.) CORDINATE GAUSS - BOAGA

Meteo CAMPOLIGURE Prato Rondanino 752 1480249.82 4930618.27

Tabella II: Anagrafica del punto di misura.

Figura 5: Planimetria Prato Rondanino

(10)

Figura 6: Veduta aerea dell’Orto Botanico a Prato Rondanino.

Figura 7: Foto della zona ospitante la centralina meteorologica.

(11)

3. Materiali e metodi 3.1 Ozono - O3

3.1.1 Premessa: l’inquinamento fotochimico

L’inquinamento di tipo fotochimico è un processo particolarmente complesso, determinato da un insieme di fattori quali condizioni meteoclimatiche (giornate caratterizzate da stabilità atmosferica e forte insolazione), topografia del terreno ed emissione di inquinanti primari che interagiscono fra loro.

E’ originato da reazioni fotochimiche attivate dalle radiazioni ultraviolette presenti nei raggi del sole, che tra- sformano alcuni degli inquinanti primari, i cosiddetti precursori (principalmente composti organici volatili e os- sidi di azoto), in inquinanti secondari, quali Ozono (O3), Diossido di azoto (NO2), perossiacilnitrati (PAN), pe- rossibenzoilnitrati (PBN), aldeidi e centinaia di altre sostanze. L’insieme di questi inquinanti secondari viene indicato con il nome collettivo di smog fotochimico per l’origine comune dovuta a reazioni chimiche catalizza- te dalla luce e costituisce la componente principale dello smog che affligge molte città ed aree industrializza- te nelle giornate estive e, facilmente individuabile per il caratteristico colore variabile dal giallo-arancio al marroncino, determinato dalla presenza di grandi quantità di biossido di azoto. I composti che costituiscono lo smog fotochimico sono sostanze tossiche per tutti gli esseri viventi e sono anche in grado di degradare molti materiali diversi per il forte potere ossidante.

Il termine smog, che deriva dall’unione di due parole inglesi: smoke (fumo) e fog (nebbia) faceva inizialmente esclusivo riferimento ad un tipo di inquinamento particolarmente diffuso nel passato, lo smog industriale.

Questo smog, di colore grigio-nerastro, frequente nelle ore prossime all'alba, in condizioni di bassa insolazio- ne, bassa velocità del vento e temperatura prossima a 0°C era più comune nella stagione autunnale ed in- vernale. Si produceva quando il fumo ed il diossido di zolfo liberati nel corso della combustione del carbone si combinavano con la nebbia ed era talmente tossico da provocare decine di migliaia di morti ogni anno. A partire dagli anni ’50, l’utilizzo di altri combustibili fossili e di altre fonti energetiche ha ridotto di molto la fre- quenza e la gravità dei fenomeni di smog industriale.

L’impiego dei vari combustibili fossili costituisce, tuttavia, ancora un pericolo per la salute dell’uomo e per l’integrità dell’ambiente a causa della possibilità che si instauri il fenomeno dello smog fotochimico, la forma d’inquinamento più diffusa nelle grandi aree metropolitane del pianeta.

3.1.2 La formazione dell’ozono

La formazione di ozono ha luogo per la maggior parte negli alti strati dell’atmosfera, a più di 30 Km di altez- za, dove le radiazioni UV con lunghezza d’onda inferiore a 242 nm dissociano l’ossigeno molecolare in ossi- geno atomico. Questo, per l’elevata reattività, si combina rapidamente con una molecola di ossigeno attra- verso processi del tipo:

← Ο +

Ο 2 h ν   → 2

M

M Ο +

+ ← Ο +

Ο 2   → 3

(M = altra moleco- la)

(12)

A loro volta le molecole di ozono assorbono le radiazioni solari con lunghezza d’onda compresa fra 240 e 340 nm, e questo ne provoca la fotolisi che libera un atomo ed una molecola di ossigeno

• Ο +

← Ο +

Ο 3 h ν   → 2

Questi processi instaurano un equilibrio dinamico che mantiene la concentrazione di ozono pressoché co- stante e che permette di schermare più del 90% delle pericolose radiazioni UV provenienti dal sole.

L’Ozono svolge la funzione prioritaria di assorbire la radiazione solare ultravioletta e costituisce, in tal modo, una barriera naturale di protezione da un bombardamento eccessivo di radiazione.

Negli ultimi anni la concentrazione dell’ozono stratosferico è andata progressivamente diminuendo, con con- seguente aumento dell’esposizione degli esseri viventi agli effetti nocivi delle radiazioni ultraviolette: la di- struzione dell’O3 stratosferico (“buco dell’Ozono) è determinata da sostanze provenienti dalla decomposizio- ne dei clorofluorocarburi (CFC), prodotti impiegati come propellenti nei preparati spray, come additivi nella preparazione delle materie plastiche, come solventi industriali e come agenti refrigeranti.

Per quanto riguarda, invece la regione più bassa dell’atmosfera, la troposfera, dove è un costituente minori- tario ed è presente in concentrazioni dell’ordine di qualche decina di ppb, l’ozono ha, invece effetti negativi sugli esseri viventi: è un gas molto irritante su tutte le mucose ed una lunga esposizione può comportare se- rie conseguenze a livello respiratorio, soprattutto in soggetti particolarmente deboli (bambini, anziani, perso- ne con problemi cardiocircolatori).

Alle nostre latitudini è stato, peraltro, osservato, dall’inizio del secolo scorso, un elevato incremento dell’Ozo- no “che respiriamo”, in particolar modo negli ultimi dieci anni.

Tale fenomeno è da imputarsi ad un incremento dei precursori emessi in atmosfera.

L’incremento delle concentrazioni di questo parametro può essere considerato un fattore “stagionale”: accu- muli di Ozono si possono, infatti, registrare in una tipica giornata di sole, in una città a traffico intenso ed in assenza di vento, con maggiore probabilità in estate. Questo fenomeno ha, inoltre, un andamento regolare in funzione dell’ora del giorno, cioè della radiazione solare e dell’intensità del traffico.

L’insieme dei processi che porta a tale incremento di concentrazione può essere schematicamente descritto da un insieme di processi:

♣ durante le prime ore della giornata, quando l’attività umana è al minimo, la concentrazione degli inquinanti primari è stazionaria e quella dei secondari è al minimo;

♣ con l’aumento delle attività, si accumulano ossidi di azoto (soprattutto NO) ed idrocarburi, senza, tuttavia, grosse conseguenze sulle concentrazioni degli inquinanti secondari, sino a che il sole non sia sufficientemente alto;

♣ quando l’intensità della radiazione solare diventa consistente, l’Ossido di azoto è convertito in Diossido, attraverso la reazione:

2 2

3 + ΝΟ ← ΝΟ + Ο

Ο   →

In tali condizioni, la concentrazione dell’Ozono può essere descritta dal rapporto:

(13)

[ ] [ ] Ο 3 = k [ ] ΝΟ ΝΟ 2

 la presenza nell’atmosfera di radicali ossidrilici e di sostanze organiche, fa sì che queste specie inter- vengano nell’equilibrio attraverso reazioni secondarie, determinandone uno spostamento verso destra, con conseguente incremento della concentrazione di O3;

 il massimo di concentrazione di Ozono sembra essere, comunque, associato non solo alle concentra- zioni delle sostanze organiche ed agli ossidi di azoto, ma anche al loro rapporto. In particolare, dalla let-

teratura emerge come per rapporti NOx COV

compresi fra 4:1 e 10:1 sussistano condizioni favorevoli per

la formazione di significative concentrazioni di O3;

 verso sera, i fotoni solari non sono più a disposizione per la conversione di NO in NO2 secondario via idrocarburi e radicali liberi: NO immesso dal traffico consumerà O3 ed altre reazioni faranno diminuire le concentrazioni delle altre specie presenti.

3.1.3 Gli effetti dell’ozono

L’ozono è un gas tossico di colore bluastro, costituito da molecole instabili formate da tre atomi di ossigeno (O3), che si scindono facilmente liberando ossigeno molecolare (O2) ed un atomo di ossigeno estremamente reattivo.

Per queste sue caratteristiche l’ozono è quindi un energico os- sidante in grado di demolire sia materiali organici che inorgani- ci.

Come già anticipato, l’ozono è presente per oltre il 90% nella stratosfera, dove è prodotto dall’ossigeno molecolare per azio- ne dei raggi ultravioletti solari; nella stratosfera costituisce una fascia protettiva nei confronti delle radiazioni UV generate dal sole; per effetto della circolazione atmosferica, in piccola par- te, è anche trasportato nella troposfera, dove in genere è pre- sente a basse concentrazioni e dove si può formare anche per effetto di scariche elettriche durante i temporali.

Nella troposfera può, tuttavia, rappresentare un inquinante secondario particolarmente insidioso, prodotto nel corso di varie reazioni chimiche in presenza della luce del sole a partire da altri inquinanti, in modo particola- re dal diossido di azoto.

L’abbattimento delle radiazioni UV ad elevata energia fa sì che nella troposfera inferiore il meccanismo di formazione dell’ozono non sia attivo, per cui l’ozono troposferico è presente esclusivamente per il ridotto scambio atmosferico fra troposfera e stratosfera e per la formazione di ozono a partire da inquinanti atmosfe- rici primari.

Nella troposfera la sorgente principale di ozono è data dal diossido di azoto che, in presenza della luce sola- re, dà origine per fotolisi all’ossigeno atomico il quale, reagendo con l’ossigeno molecolare, produce l’ozono.

(14)

Una notevole quantità di ozono viene anche prodotta nel corso delle ossidazioni degli idrocarburi presenti nell’aria, fra i quali anche i terpeni liberati dai vegetali.

La produzione di ozono da parte dell’uomo è, quindi, indiretta dato che questo gas si origina a partire da mol- ti inquinanti primari. Per estensione si può quindi affermare che le principali sorgenti antropiche risultano es- sere quelle che liberano gli inquinanti precursori e cioè il traffico automobilistico, i processi di combustione, l’evaporazione dei carburanti, i solventi, ecc.

La molecola dell’ozono è estremamente reattiva, in grado di ossidare numerosi componenti cellulari, fra i quali amminoacidi, proteine e lipidi.

Gli effetti sull’uomo di una eccessiva esposizione all’ozono riguardano essenzialmente l’apparato respiratorio e gli occhi. Da segnalare anche l’azione nociva nei confronti della vegetazione e quella distruttiva nei con- fronti dei materiali.

Alla concentrazione di 0,008 ÷ 0,02 ppm (15 ÷ 40 µg/m3) è possibile già rilevarne l’odore; a 0,1 ppm provoca una irritazione agli occhi ed alla gola per la sua azione nei confronti delle mucose. Concentrazioni più eleva- te possono causare irritazioni all’apparato respiratorio, tosse ed un senso di oppressione al torace che rende difficoltosa la respirazione. I soggetti più sensibili, come gli asmatici e gli anziani possono essere soggetti ad attacchi di asma anche a basse concentrazioni. Alla concentrazione di 1 ppm provoca mal di testa e a 1,7 ppm può produrre edema polmonare.

In presenza di altri ossidanti fotochimici, di diossido di zolfo e di diossido di azoto, l’azione dell’ozono viene sempre potenziata per effetto sinergico. Concentrazioni elevate possono provocare la morte.

Numerosi casi di gravi intossicazioni da ozono sono state riferite per i lavoratori addetti alle saldature, in quanto vi è un maggior irraggiamento di radiazioni UV negli ambienti di lavoro e, di conseguenza, una forma- zione locale di ozono in concentrazioni elevate.

Studi sugli animali dimostrano che l’ozono può ridurre la capacità del sistema immunitario di combattere le infezioni batteriche nel sistema respiratorio.

Tutte queste patologie si riferiscono ad esposizioni relativamente brevi, le conseguenze derivate da un’espo- sizione per vari anni a concentrazioni non elevate sono ancora poco chiare (si sospetta comunque una note- vole influenza nell’aumento delle allergie).

Gli eventuali disturbi correlati alla presenza dell’ozono in genere terminano se i soggetti colpiti soggiornano in ambienti salubri.

I ricercatori sono concordi nel ritenere che ripetuti danni a breve termine dovuti all’esposizione ad ozono, possono danneggiare in modo permanente l’apparato respiratorio. L’azione ripetuta dell’ozono sui polmoni in via di sviluppo dei bambini può, ad esempio, portare ad una ridotta funzionalità polmonare da adulti. L’espo- sizione all’ozono può, inoltre, accelerare il declino della funzionalità polmonare che avviene come risultato del naturale processo di invecchiamento.

In ogni caso è da sottolineare come vi siano grandi differenze individuali nelle risposte a questo inquinante: i soggetti più sensibili sono gli asmatici e quelli che presentano patologie polmonari e cardiovascolari; gli an- ziani; le donne incinte; i bambini e chi fa attività fisica sostenuta all’aperto (lavoro, sport, svago) perché l’au- mentata attività fisica causa un aumento della respirazione (che si fa anche più profonda).

I danni dovuti all’ozono possono anche verificarsi senza alcun segno evidente, talvolta in maniera asintoma- tica; in altri casi con manifestazioni troppo leggere per poter essere percepite.

(15)

Le persone che vivono in aree dove i livelli di ozono sono spesso elevati possono verificare che i sintomi ini- ziali dovuti alla presenza dell’ozono si affievoliscono col passar del tempo (in modo particolare quando l’e- sposizione ad alti livelli di ozono persiste per parecchi giorni consecutivi). Questo non significa, tuttavia, aver sviluppato una resistenza all’ozono, che continua a danneggiare l’apparato respiratorio anche quando i sin- tomi sono apparentemente scomparsi: in presenza di livelli elevati di ozono occorre diminuire il tempo passa- to all’aperto e ridurre le attività svolte all’aria aperta fino al rientro nella normalità delle concentrazioni regi- strate.

(16)

3.2 Parametri meteorologici 3.2.1 L’Atmosfera1

L'atmosfera terrestre è composta prevalentemente da azoto (78%) e da ossigeno (21%), con piccole percen- tuali di argo (0,9%), di elio di xeno ,il cripto, l’anidride carbonica e altri gas. Questo particolare miscuglio di gas costituisce l'aria.

L'atmosfera costituisce un sistema dinamico molto complesso: movimenti e spostamenti sono responsabili dei diversi climi e del tempo metereologico, delle perturbazioni e dei venti.

L'aria, inoltre, è protagonista del complesso sistema di distribuzio- ne del calore sul nostro pianeta: si sposta in funzione delle tempe- rature, dell'umidità e della pressione atmosferica. In particolare, i venti non sono altro che movimenti di aria. I

La stazione per monitoraggio meteoclimatico, installata su di un tetto in via Vittorio Veneto, è fornita con sensori di temperatura, umidità, precipitazione, velocità, direzione del vento, alimentata da un pannello solare 20W e dotata di modem GSM Dual Band per trasmissione dati, datalogger e software di gestione.

3.2.2 Pressione atmosferica

La pressione atmosferica è il carico esercitato dall'atmosfera sulla superficie terrestre. Sulla Terra esistono zone sottoposte a pressioni diverse ma l'aria tende a spostarsi dalle zone a maggiore carico, quindi ad alta pressione, alle zone a bassa pressione, sottoposte a un carico minore. Il vento è quindi uno spostamento d'aria tra due punti in condizioni di pressione differenti.

La Terra è immersa in una massa d'aria che esercita sulla sua superficie un carico pari a 1.033 grammi per centimetro quadrato, se il carico è misurato sul livello del mare ad una temperatura di 0° C e a 45° di latitudi- ne. Questo carico è dovuto alla gravità e al peso degli strati soprastanti. Quindi la pressione dell'aria è mas- sima alla superficie della Terra e diminuisce progressivamente salendo in altitudine. Lo strumento utilizzato per quantificare la pressione atmosferica è il barometro. In meteorologia si usa un'unità di misura differente, il millibar, che corrisponde a circa 1/1.000 di un'atmosfera. La pressione scende quando sale la temperatura.

Infatti, se la temperatura aumenta l'aria si dilata, andando ad occupare un volume maggiore benché la sua massa rimanga costante. Così si verifica una diminuzione del peso e quindi della pressione esercitata. Vice- versa, quando la temperatura scende si avranno degli aumenti di pressione.

Anche l'umidità gioca un ruolo importante nelle variazioni di pressione. Infatti, se nell'aria è presente vapore acqueo, significa che esso ha sostituito altri elementi più pesanti come azoto o ossigeno. Da ciò deriva che più l'aria è umida, più è leggera e di conseguenza esercita una minore pressione. Il sensore utilizzato ha le seguenti caratteristiche:

3.2.3 Umidità

Nell'atmosfera l'acqua si manifesta allo stato liquido - sotto forma di pioggia -, allo stato solido - sotto forma di aghetti di ghiaccio (ad esempio nelle nubi) - e allo stato aeriforme come vapore acqueo. L'umidità è la fase gassosa. Quando in meteorologia si parla di umidità, si fa riferimento alla quantità di vapore acqueo presente nell'aria. L'acqua viene immessa nell'aria per evaporazione dal suolo e dagli specchi d'acqua o per traspira- zione dalla vegetazione.

1 Fonte: Tratto dal sito internet http://linguaggioglobale.it

(17)

L'umidità gioca un ruolo importante nelle variazioni di pressione e, di conseguenza, nel sistema dei venti. Se nell'aria è presente il vapore acqueo, infatti, significa che esso ha sostituito altri elementi più pesanti, come l'azoto o l'ossigeno. Perciò tanto più l'aria è umida tanto più è leggera e minore è la pressione che esercita.

Le nebbie si formano quando una massa d'aria carica di umidità viene a contatto con una superficie più fred- da. Le nubi, invece, si formano a causa di un raffreddamento in quota. Per misurare l'umidità si utilizza l'igro- metro.

3.2.4 Direzione e velocità venti

Le varie zone della Terra sono sottoposte ad una differente pressione atmosferica: più l'aria è pesante, mag- giore è la pressione atmosferica. La pressione, a sua volta, dipende dalla temperatura e dall'umidità. Se la temperatura sale, la pressione diminuisce; se scende, la pressione aumenta. Se l'umidità aumenta l'aria si fa leggera, se invece cala, l'aria si appesantisce.

Le masse d'aria tendono a spostarsi dalle zone di alta pressione a quelle di bassa pressione. Questi sposta- menti d'aria sono appunto i venti, dovuti al mutare dell'umidità e della temperatura.

Lo schema generale della circolazione atmosferica segue un meccanismo di circolazione termica a circuito chiuso chiamato cellula di Hadley, dal nome del suo scopritore, George Hadley, studioso del XVIII secolo.

L'aria dell'equatore, fortemente riscaldata dal Sole, tende a salire formando una corrente ascensionale e la- sciando sotto di sé una zona di bassa pressione. Una volta salita, l'aria si raffredda e si sviluppano le piogge caratteristiche del clima umido delle zone equatoriali. Perso il vapore acqueo e divenuta fredda, l'aria ridi- scende a nord e a sud dell'equatore, in due fasce simmetriche di altra pressione (alte pressioni subtropicali).

Quindi, generalizzando, si possono distinguere zone di alta pressione in corrispondenza delle regioni polari e di quelle subtroplicali, e zone di basse pressioni nelle regioni equatoriali e temperate. La differenza tra le alte pressioni subtropicali e le depressioni equatoriali dà origine a uno spostamento d'aria verso l'equatore. Il ri- sultato dell'equilibrio di queste forze sono gli alisei.

Gli alisei hanno direzione e velocità più o meno costanti e soffiano da nord-est nell'emisfero boreale e da sud-est nell'emisfero australe. Se la Terra non girasse su se stessa i venti si muoverebbero da nord e da sud in direzione dell'equatore, ma a causa del moto di rotazione terrestre da ovest verso est, vengono deviati (forza di Coriolis).

Dalle zone delle alte pressioni subtropicali partono venti verso le zone temperate, i cosiddetti venti occiden- tali. Dalle regioni polari, che sono zone di alta pressione, soffiano dei venti molto freddi (venti polari), diretti verso le zone temperate. I venti occidentali caldi e i venti polari freddi convergono in una zona chiamata fron- te polare, caratterizzata da abbondanti precipitazioni.

Ci sono venti che cambiano direzione nel corso dell'anno: i monsoni. Per sei mesi soffiano dal mare verso il continente e per il resto dell'anno spirano da terra verso l'oceano. Altri venti sono solo locali e variabili, cioè non soffiano costantemente come gli alisei: quelli che più interessano l'Italia sono lo scirocco (vento caldo che arriva dall'Africa), il libeccio (da sud-ovest), il maestrale (dalla Francia), la tramontana (da nord).

scirocco: vento caldo proveniente da sud; in particolare, vento caldo, secco e soffocante che spira dal- l'Africa verso le coste dell'Italia e della Francia;

 libeccio: vento caldo e umido proveniente da SW nell'ambito dei mari Mediterraneo occidentale, Tirreno e Ligure: legato alla formazione di depressioni cicloniche sul Mediterraneo durante l'inverno, è apporta- tore di intense precipitazioni;

(18)

 maestrale o maestro: vento di NW tipico del mar Mediterraneo centro-occidentale, dove si manifesta nel corso dell’anno con frequenza superiori a quella degli altri venti e con velocità notevole, con punte su- periori ai 120 Km/h. Si origina in seguito all’irrompere di un anticiclone dall’Atlantico verso SE;

 tramontana: vento secco, freddo e impetuoso che spira da settentrione. Nella regione mediterranea è provocato da depressioni cicloniche e porta sempre a un abbassamento di temperatura.

I) Rosa dei venti

Rappresentazione grafica della direzione di provenienza dei venti corrispondenti ai punti cardinali e intercar- dinali. La rosa dei venti con l'equipaggio magnetico o giroscopico costituisce l'elemento sensibile delle bus- sole nautiche. Nella forma classica, è costituita da un cerchio, suddiviso in gradi, che circoscrive un disegno stellare; al centro del cerchio s'immagina posto l'osservatore mentre le punte della stella indicano la direzio- ne di provenienza dei venti principali e la loro distanza angolare rispetto al nord geografico: tramontana (N, 0º), greco (NE, 45º), levante (E, 90º), scirocco (SE, 135º), austro o mezzogiorno (S, 180º), libeccio (SW, 225º), ponente (W, 270º), maestro (NW, 315º). A livello internazionale per rosa dei venti si intende più pro- priamente un diagramma in coordinate polari che descrive la distribuzione statistica del vento, inteso come grandezza vettoriale, sulla base di serie storiche di dati anemologici raccolti in una data località.

3.2.5 Precipitazioni

Le nubi sono composte da gocce d'acqua e da aghetti di ghiaccio di piccolissime dimensioni. Se la tempera- tura del cielo raggiunge i - 40 ° C, gli aghetti di ghiaccio tendono ad ingrossarsi a spese delle goccioline d'ac- qua. Quando diventano sufficientemente pesanti, i cristalli precipitano verso terra. Tutto questo accade solo quando la nube si trova in una regione dove la temperatura è sufficientemente bassa, cosa che nella tropo- sfera avviene spesso in autunno, inverno e primavera. In estate, invece, ciò accade soltanto se le nubi si tro- vano ad altitudini superiori ai 3.000 metri.

Quando il suolo e l'aria più vicina alla superficie hanno temperature molto basse, l'acqua può arrivare a terra in forma di neve. Viceversa, se la temperatura è troppo alta, come accade nelle regioni desertiche, l'acqua fi- nisce per evaporare prima di giungere sul terreno. In alcuni casi la pioggia si produce anche a temperature più alte dei - 40° C. Infatti, in condizioni particolari - ad esempio, in presenza di elettricità nella nube - le goc- cioline tendono ad urtarsi e ad aggregarsi in gocce più grandi, che a loro volta inglobano altre goccioline e si sviluppano fino a staccarsi dalla nuvola. Questo tipo di pioggia è caratteristico delle zone tropicali.

3.2.6 Radiazione solare

La radiazione solare globale è la quantità di energia che arriva dal sole, sulla superficie terrestre ed include due componenti, la radiazione "diretta", cioè che arriva direttamente dal sole e quella "diffusa" che attraversa l'atmosfera terrestre. L'irradiazione solare è un parametro meteorologico importante visto che influenza diret- tamente la temperatura dell’ aria e di conseguenza molti parametri meteorologici, essa dipende da parametri di tipo astronomico - geografico, la latitudine la quota, la stagione ecc. e da parametri di tipo meteorologico come la nuvolosità e la limpidezza dell’atmosfera. La Radiazione Solare Globale viene misurata con uno strumento chiamato piranometro, l’ energia che colpisce il sensore, una volta integrata e riferita a un dato pe- riodo di tempo, esprime la potenza della radiazione misurata in Wh/m2. L’ energia ricevuta viene misurata in una banda spettrale tra i 400 e i 1100 nm ( nanometri ) che comprende tutto il visibile ( 400-700 nm) e parte del vicino infrarosso.

3.2.7 Postazione meteorologica

La postazione meteorologica che si intende attivare è raffigurata nell’immagine successiva.

(19)

Figura 8

I sensori meteorologici che la costituiscono (contenuti in un Box stagno alle intemperie) sono conformi alla Direttiva 1999/31/CE ed al D.L. n. 36 del 13.01.2003.

Le caratteristiche tecniche sono riportate di seguito.

Pressione atmosferica

Lettura impostabile in mm/Hg , mb , hPa Range: fimo a 3650 Mt. S.l.m.

Risoluzione: 0.1 hPa

Precisione all’avvio: 1.7 hPa

Temperatura esterna:

Lettura impostabile in °C o ° F Range: da -45 a +60°C Risoluzione: 0.1°C Precisione: 0.5°C Umidità esterna:

Range: da 0 a 100%

Risoluzione: 0.1%

Precisione: 5%

Pluviometro:

Risoluzione: 0.2mm o 0.25mm Range giornaliero: da 0 a 999.8 mm Range annuale: da 0 a 9999 mm Range orario: da 0 a 999 mm/ora Risoluzione: ± 4% di 0.2mm Precisione: ± 5%

(20)

Direzione del vento:

Range da 0 a 360°

Risoluzione: 1°

Precisione: 2°

Impostabile in gradi o in 8 quadranti

Velocità del vento:

Impostabile in mph , nodi, m/s , Km/h Range: da 0 a 280 Km/h

Risoluzione: 1 Km/h Precisione: ± 5%

Radiazione solare:

Risoluzione: 1Watt/m2 Range : da 0 a 1500W/m2 Range giornaliero: 2000 J/cm2 Precisione: ± 5%

Energia solare:

Risoluzione: 0.1 J/cm2 Range: 0 / 19999 J/cm2 Precisione: ± 5%

Radiazione UV:

Risoluzione: 0.1 Index Range : da 0 a 16 Index

Risoluzione: 0.1 MEDs – 19.9 MEDs Range : da 0 a 199 MEDs

Precisione: ± 8%

UV dose:

Risoluzione: 0.1 MEDs Range: 0 / 999,9 MEDs Precisione: ± 8%

La stazione è completa di:

- Modem GSM Dual Band per trasmissione dati - Datalogger e software di gestione

- Alimentazione mediante pannello solare da 25W

La chiamata e l'acquisizione dati viene fatta via modem con un comune modem analogico esterno o interno, su linea telefonica analogica.

(21)

4. Normativa di riferimento 4.1 Ozono - O3

4.1.1 Limiti di legge previsti dal D. Lgs. 21 maggio 2004, n. 183 VALORI BERSAGLIO

Parametro Valore bersaglio al 2010

Valore bersaglio per la prote- zione della salute umana

Media massima giornaliera su 8 ore

120 µg/m3 da non superare per più di 25 giorni per anno civile

come media su 3 anni

Valore bersaglio per la prote- zione della vegetazione

AOT 40 calcolato sulla base dei valori di 1 ora da maggio a

luglio

18000 µg/m3 *h come media su 5 anni

(a) Data a partire dalla quale si verifica la rispondenza ai valori bersaglio. Ciò significa che i valori del 2010 saranno utiliz- zati per verificare la concordanza con gli obiettivi nei successivi 3 o 5 anni.

(b) La massima concentrazione media giornaliera su 8 ore sarà determinata analizzando le medie consecutive su 8 ore, calcolate in base a dati orari e aggiornate ogni ora. Ogni media su 8 ore così calcolata sarà assegnata al giorno nel quale finisce; in pratica la prima fascia di calcolo per ogni singolo giorno sarà quella compresa fra le ore 17:00 del gior- no precedente e le ore 01:00 del giorno stesso; l’ultima fascia di calcolo per ogni giorno sarà quella compresa tra le ore 16:00 e le ore 24:00 del giorno stesso.

(c) Se non è possibile calcolare la media di 3 o 5 anni poiché non si ha un insieme completo di dati relativi a più anni con- secutivi, i dati annuali minimi per la verifica della rispondenza con i valori bersaglio sono i seguenti: per il valore bersa- glio per la protezione della salute umana: dati validi relativi ad un anno per il valore bersaglio per la protezione della vegetazione: dati relativi a tre anni Per AOT40 (espresso in µg/m3*h) s’intende la somma della differenza fra le con- centrazioni orarie superiori a 80 µg/m3 (=40 ppb) e 80 µg/m3 in un dato periodo di tempo, utilizzando solo i valori orari medi rilevati ogni giorno tra le 08:00 e 20:00, ora dell’Europa 5.

OBIETTIVI A LUNGO TERMINE

Parametro Valore bersaglio al 2010 Obiettivo a lungo termine per

la protezione della salute Media massima giornaliera su 8 ore nell’arco di un anno civi-

le

120 µg/m3

Obiettivo a lungo termine per la protezione della vegetazio-

ne

AOT 40 calcolato sulla base dei valori di 1 ora da maggio a

luglio

6000 µg/m3 *h come media su 5 anni

(a) I progressi realizzati dalla Comunità nel conseguimento dell’obiettivo a lungo termine, prendendo come riferimento l’an- no 2020, sono riesaminati nell’ambito del processo di cui all’art. 11 della presente direttiva. Per AOT40 (espresso in µg/m3*h) s’intende la somma della differenza fra le concentrazioni orarie superiori a 80 µg/m3 (= 40 ppb) e 80 µg/m3 in un dato periodo di tempo, utilizzando solo i valori orari medi rilevati ogni giorno tra le 08:00 e 20:00, ora dell’Europa centrale.

SOGLIE DI INFORMAZIONE E DI ALLARME

Soglia di informazione Media di 1 ora 180 µg/m3

Soglia di allarme Media di 1 ora 240 µg/m3

(a) Per l’attuazione dei piani di azione a breve termine, previsti all’art. 7 della presente direttiva, il superamento della soglia va superato per tre ore consecutive.

Tabella III

(22)
(23)

5. Esame dei rilevamenti condotti 5.1 Capanne di Marcarolo

5.1.1 Ozono - O3

Periodo di osservazione 10 aprile 2008 ÷ 09 ottobre 2008

Numero di dati orari 4380

Valore orario massimo rilevato 184 μg/m3

Venerdì 27 giugno 2008 dalle ore 19 alle ore 20 Numero di superamenti alla soglia di informazione di

180 μg/m3 fissato dal D.Lgs. 183/2004. 2 Concentrazione media del periodo 90 μg/m3

Numero di dati sulle 8 ore 4378

Valore massimo della concentrazione media di 8 ore 151 μg/m3

Venerdì 27 giugno 2008 dalle ore 17 alle ore 23 Numero di superamenti al valore limite sulle 8 ore di

120 μg/m3 fissato dal D.Lgs. 183/2004. 182 Tabella IV: Valori espressi in µg/m3

Relativamente ai valori limite stabiliti dal Decreto Legislativo 21 maggio 2004, n. 183, nel periodo di osserva- zione considerato:

risulta superata la soglia oraria di informazione alla popolazione, fissata in 180 μg/m3;

risulta superato il valore della media mobile sulle 8 ore, fissato in 120 μg/m3.

(24)

5.2 Prato Rondanino

5.2.1 Parametri Meteorologici.

Periodo di osservazione 10 aprile 2008 ÷ 09 ottobre 2008

Statistiche Temperatura

°C Umidità

% Pressione Atm.

hP Precipitazione

mm.

Media oraria 15.3 81.1 955.2 0.1

Massima oraria 27.4 98.0 999.7 20.4

Minima oraria 1.8 30.0 910.4 0.0

Totale mm. di Pioggia 505.4 Tabella V: Statistiche di alcuni parametri meteorologici.

(25)

6. Discussione dei risultati

I dati della postazione Marcarolo, sono stati confrontati statisticamente con i dati registrati nelle due postazio- ni urbane di fondo insediate nel comune di Genova: Acquasola e Quarto.

6.1 Rappresentazione grafica “Trend”

Nel grafico successivo sono riportate le concentrazioni medie orarie rilevate per il parametro ozono nel perio- do 10 aprile 2008 ÷ 30 settembre 2008 nelle tre postazioni esaminate.

Parametro O3 - Trend orario

Periodo di osservazione 10 aprile 2008 ÷ 30 settembre 2008

0 40 80 120 160 200

10-apr-08 13-apr-08 17-apr-08 21-apr-08 25-apr-08 29-apr-08 03-mag-08 07-mag-08 11-mag-08 15-mag-08 19-mag-08 23-mag-08 27-mag-08 31-mag-08 04-giu-08 08-giu-08 12-giu-08 16-giu-08 20-giu-08 24-giu-08 28-giu-08 02-lug-08 06-lug-08 10-lug-08 14-lug-08 17-lug-08 21-lug-08 25-lug-08 29-lug-08 02-ago-08 06-ago-08 10-ago-08 14-ago-08 18-ago-08 22-ago-08 26-ago-08 30-ago-08 03-set-08 07-set-08 11-set-08 15-set-08 19-set-08 23-set-08 27-set-08 Concentrazione su 24 ore (µg/m3)

Marcarolo Acquasola Quarto

Soglia di informazione al pubblico fissata dal D. Lgs. 183/2004 per la concentrazione media oraria di O3 (180 µg/m3)

Figura 9

(26)

6.2 Frequenze di campionamento

Nelle tabella e nei grafici successivi sono riportate le frequenze di campionamento delle concentrazioni me- die orarie rilevate per il parametro ozono nel periodo 10 aprile 2008 ÷ 30 settembre 2008.

Classi di concentrazioni Conteggi Cumulati Percentuali

x ≤ 45 27 27 0.65%

45 < x ≤ 90 2081 2108 49.98%

90 < x ≤ 108 1361 3469 32.68%

108 < x ≤ 126 556 4025 13.35%

126 < x ≤ 180 137 4162 3.29%

180 < x ≤ 240 2 4164 0.05%

x > 240 0 4164 0.00%

Totali 4164 100%

Tabella VI: Frequenze di campionamento - Marcarolo.

Stazione di rilevamento : Marcarolo - Parametro O3 - Concentrazioni medie orarie Periodo di osservazione 10 aprile 2008 ÷ 30 settembre 2008

27

2081

1361

556

137

2 0

0 1000 2000 3000

x < 45 45 ≥ x < 90 90 ≥ x < 108 108 ≥ x < 126 126 ≥ x < 180 180 ≥ x < 240 > 240 Classe di concentrazione (μg/m3)

N° Osservazioni

x < 45 45 ≥ x < 90 90 ≥ x < 108 108 ≥ x < 126 126 ≥ x < 180 180 ≥ x < 240 > 240

Figura 10

(27)

Classi di concentrazioni Conteggi Cumulati Percentuali

x ≤ 45 376 376 9.51%

45 < x ≤ 90 2119 2495 53.58%

90 < x ≤ 108 777 3272 19.65%

108 < x ≤ 126 483 3755 12.21%

126 < x ≤ 180 200 3955 5.06%

180 < x ≤ 240 0 3955 0.00%

x > 240 0 3955 0.00%

Totali 3955 100%

Tabella VII: Frequenze di campionamento - Acquasola

Stazione di rilevamento : Acquasola - Parametro O3 - Concentrazioni medie orarie Periodo di osservazione 10 aprile 2008 ÷ 30 settembre 2008

376

2119

777

483

200

0 0

0 1000 2000 3000

x < 45 45 ≥ x < 90 90 ≥ x < 108 108 ≥ x < 126 126 ≥ x < 180 180 ≥ x < 240 > 240 Classe di concentrazione (μg/m3)

N° Osservazioni

x < 45 45 ≥ x < 90 90 ≥ x < 108 108 ≥ x < 126 126 ≥ x < 180 180 ≥ x < 240 > 240

Figura 11

(28)

Classi di concentrazioni Conteggi Cumulati Percentuali

x ≤ 45 472 472 11.67%

45 < x ≤ 90 1841 2313 45.50%

90 < x ≤ 108 1059 3372 26.17%

108 < x ≤ 126 426 3798 10.53%

126 < x ≤ 180 248 4046 6.13%

180 < x ≤ 240 0 4046 0.00%

x > 240 0 4046 0.00%

Totali 4046 100%

Tabella VIII: Frequenze di campionamento - Quarto SE.DI.

Stazione di rilevamento : Quarto SE.DI. - Parametro O3 - Concentrazioni medie orarie Periodo di osservazione 10 aprile 2008 ÷ 30 settembre 2008

472

1841

1059

426

248

0 0

0 1000 2000 3000

x < 45 45 ≥ x < 90 90 ≥ x < 108 108 ≥ x < 126 126 ≥ x < 180 180 ≥ x < 240 > 240 Classe di concentrazione (μg/m3)

N° Osservazioni

x < 45 45 ≥ x < 90 90 ≥ x < 108 108 ≥ x < 126 126 ≥ x < 180 180 ≥ x < 240 > 240

Figura 12

(29)

6.3 Confronto dei giorni tipo nel periodo 10 aprile 2008 ÷ 30 settembre 2008.

Nella successiva tabella è riportata l’elaborazione condotta sui dati rilevati nelle tre postazioni nel periodo 19 aprile 2008 ÷ 30 settembre 2008 mediante la determinazione per ciascuna del “giorno tipo”.

Ore Marcarolo Acquasola Quarto

1 89 75 68

2 88 76 70

3 87 79 72

4 87 81 72

5 87 80 72

6 85 77 68

7 83 68 59

8 82 59 48

9 81 56 57

10 82 63 72

11 84 72 82

12 87 79 88

13 91 90 95

14 94 95 101

15 96 94 104

16 98 94 106

17 99 95 107

18 98 93 105

19 97 87 101

20 95 81 92

21 92 77 84

22 91 74 74

23 90 72 70

24 89 72 68

Tabella IX: Giorno tipo calcolato nelle postazioni Marcarolo, Acquasola e Quarto nel periodo 10 aprile 2008 ÷ 30 settembre 2008.

(30)

Confronto Giorni Tipo - Stazioni di Marcarolo, Acquasola e Quarto Parametro O3 - Periodo di osservazione: 10 aprile 2008 ÷ 30 settembre 2008

30 60 90 120

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24

µg/m3

Marcarolo Acquasola Quarto

Figura 13

Nelle figure successive, sono riportati i superamenti mensili orari e sulle 8 ore nelle tre postazioni esaminate.

Numero di superamenti mensili media oraria (180 μg/m3) Postazioni di Marcarolo, Acquasola e Quarto

1 1

0 1 2 3 4 5

Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre

Numero superamenti

Marcarolo Acquasola Quarto

Figura 14

(31)

Dal grafico di figura 14, emergono i due superamenti alla soglia oraria di informazione (180 μg/m3 ) registrati nella postazione Marcarolo.

Numero di superamenti mensili della media mobile su 8 ore (120 μg/m3) Postazioni di Marcarolo, Acquasola e Quarto

17

34 37 39

52

9

38 36

20

31

65

7 30

35 36

84

52

8 0

20 40 60 80 100

Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre

Numero superamenti

Marcarolo Acquasola Quarto

Figura 15

Dal grafico precedente emerge il superamento in tutte le postazioni del “Valore bersaglio per la protezione della salute umana” per la media mobile di 8 ore fissato in 120 μg/m3.

(32)

6.4 Retta di correlazione tra Marcarolo e le due postazioni urbane.

Al fine di meglio valutare le concentrazioni registrate nella postazione Marcarolo, è stata eseguita la correla- zione tra questi dati e quelli registrati nelle postazioni urbane genovesi.

Retta di correlazione - Stazioni Marcarolo e Acquasola Parametro O3 - Dati omogenei Periodo 10 aprile ÷ 30 settembre 2008

Marcarolo [O3] = 0.3309 * Acquasola [O3] + 63.314 p < 0,001

0 20 40 60 80 100 120 140 160 180 200

0 20 40 60 80 100 120 140 160 180 200

Acquasola (μg/m3) Marcarolo (μg/m3)

Figura 16

(33)

Retta di correlazione - Stazioni Marcarolo e Quarto Parametro O3 - Dati omogenei Periodo 10 aprile ÷ 30 settembre 2008

0 20 40 60 80 100 120 140 160 180 200

0 20 40 60 80 100 120 140 160 180 200

Quarto (μg/m3) Marcarolo (μg/m3)

Marcarolo [O3] = 0,30 * Quarto [O3] + 65,527 p < 0,001

Figura 17

Dall’esame delle due correlazioni, si evince che la postazione di Marcarolo è correlata con entrambe e che le concentrazioni sono di circa il 5% inferiori a quelle urbane.

(34)

6.5 Valutazione delle concentrazioni con i parametri meteorologici.

Come noto, la formazione e la diffusione dello smog fotochimico sono influenzate da diverse variabili, una variabile importante oltre alla topografia della zona, risulta essere quella meteorologica:

Venti: possono trasportare lo smog in zone lontane e ripulire l’aria o viceversa portare lo smog;

Temperatura: le inversioni di temperatura possono aumentare la criticità dei fenomeni di inquina- mento da smog fotochimico;

Radiazione solare: il livello dell’ozono presenta tipicamente una periodicità giornaliera che segue l’andamento della radiazione solare;

Precipitazione: Le precipitazioni atmosferiche possono diminuire l’inquinamento per il dilavamento degli inquinanti.

Nel grafico successivo, viene riportata la “rosa dei venti” del periodo 10 aprile 2008 ÷ 30 settembre 2008 del- la centralina meteorologica di “Prato Rondanino”.

Figura 18

Nei grafici successivi, viene confrontata la giornata tipo di ozono registrata a Marcarolo con le giornate tipo della temperatura e della Radiazione solare registrate nella centralina meteo di Prato Rondanino. Inoltre vie- ne riportato in figura 21 il confronto tra il valore massimo orario di ozono e la precipitazione totale giornaliera.

(35)

Confronto giorni tipo di Ozono e Temperatura Periodo di osservazione 10 aprile 2008 ÷ 30 settembre 2008

60 70 80 90 100 110

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24

Ozono (μg/m3)

4 6 8 10 12 14 16 18 20

Temperatura C)

Ozono Temperatura

Figura 19: Confronto Ozono e Temperatura

Confronto giorni tipo di Ozono e Radiazione Solare Periodo di osservazione 10 aprile 2008 ÷ 30 settembre 2008

60 70 80 90 100 110

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24

Ozono (μg/m3)

4.000 104.000 204.000 304.000 404.000 504.000 604.000

Radiazione Solare (KW/h)

Ozono Rad. Globale

Figura 20: Confronto Ozono e Radiazione Solare.

(36)

Confronto giornaliero tra O3 - massimo e Precipitazione - Totale Periodo di osservazione 10 aprile 2008 ÷ 30 settembre 2008

60 70 80 90 100 110 120 130 140 150 160 170 180 190 200

10-apr-08 14-apr-08 18-apr-08 22-apr-08 26-apr-08 30-apr-08 04-mag-08 08-mag-08 12-mag-08 16-mag-08 20-mag-08 24-mag-08 28-mag-08 01-giu-08 05-giu-08 09-giu-08 13-giu-08 17-giu-08 21-giu-08 25-giu-08 29-giu-08 03-lug-08 07-lug-08 11-lug-08 15-lug-08 19-lug-08 23-lug-08 27-lug-08 31-lug-08 04-ago-08 08-ago-08 12-ago-08 16-ago-08 20-ago-08 24-ago-08 28-ago-08 01-set-08 05-set-08 09-set-08 13-set-08 17-set-08 21-set-08 25-set-08 29-set-08 Ozono (µg/m3)

4.00 14.00 24.00 34.00 44.00 54.00 64.00

Precipitazione (mm.)

O3 Massima Prec. Totale

Figura 21: Confronto Valore max. di Ozono e Precipitazione totale giornaliera.

La formazione dell’Ozono nella troposfera è dovuta, come si sa dalla letteratura, alla presenza di determina- te condizioni meteorologiche, per questo confronto sono stati utilizzati i parametri Temperatura, Radiazione Solare e Precipitazione della centralina Prato Rondanino e i dati di Ozono della centralina di Marcarolo.

Dall’esame dei grafici precedenti, emerge che:

sussiste un andamento similare nel confronto tra i valori di ozono e la temperatura registrata;

sussiste un legame tra i giorni tipo di ozono e quelli di radiazione solare, dallo stesso emerge che la concentrazione massima di Radiazione solare, precede di qualche ora la massima concentrazione di ozono;

dal confronto fra i valori massimi di ozono e la precipitazione totale giornaliera, emerge un andamen- to inverso, ovvero massima precipitazione corrisponde ad un valore massimo di ozono poco elevato.

Da un esame dei dati di ozono registrati a Marcarolo, si evince che le concentrazioni massime registrate sono in corrispondenza di venti di origine meridionale (vedia tabella).

Giorno Ora Velocità Vento

m/sec. Direzione Vento

gradi/Nord Ozono Marcarolo µg/m3

27-giu-08 19 ÷ 20 1.30 SE 184.37

30-lug-08 13 ÷ 14 0.90 SE 180.81

Tabella X

(37)

6.6 Valutazione dell’indice di esposizione AOT40.

Le concentrazioni elevate di ozono , sono oggetto di interesse in molti paesi ed in particolare nella regione alpina e mediterranea, per gli effetti negativi che possono avere sui sistemi agroforestali. La normativa vi- gente ha individuato un indice “AOT40” di esposizione all’ozono rispettivamente di foreste e colture.

Per AOT40 si intende la somma della differenza tra le concentrazioni orarie superiori a 80 µg/m3 e 80 µg/m3 in un dato periodo di tempo, utilizzando solo i valori di 1 ora rilevati tra le ore 8:00 e le ore 20:00. L’AOT per la protezione della vegetazione viene misurato nel periodo maggio ÷ luglio, mentre l’AOT per la protezione delle foreste e dei boschi viene misurato nel periodo aprile ÷ settembre.

Confrontiamo nella tabella successiva i valori di AOT40 registrati nelle tre postazioni esaminate in preceden- za:

Livelli di Riferimento

(D. Lgs. 183/2004) Quarto

µg/m3 Acquasola

µg/m3 Marcarolo

µg/m3 Limiti µg/m3/h

AOT40 per la Protezione della

Vegetazione (maggio - luglio) 23348 15494 18953 6000

AOT40 per la Protezione dei boschi e delle foreste

(aprile - settembre) 42487 31306 33828 20000

Tabella XI

Come riportato in tabella XI, in tutte le stazioni esaminate i livelli di AOT40 eccedono ampiamente le soglie di riferimento, questo risulta essere un problema nazione, in particolare nella fascia alpina e prealpina si rag- giungono eccedenze fino a 6 volte il livello critico. Dall’esame dei dati emergerebbe che l’ozono prodottosi nella zona urbana, venga sospinto dalle brezze estive verso le aree montuose dove la sua distruzione meno efficiente causa fenomeni di innalzamento dei livelli di fondo.

(38)

Riferimenti

Documenti correlati

- Un itinerario botanico lungo i Laghi della Lavagnina nel Parco Naturale delle Capanne di.

nominale che è stata rinvenuta in prati umidi in Val Gorzente (Lago Bruno, Pian di Remo, Laghi Lavagnina) e Valle Stura (C. Garrone).. Centaurea aplolepa Moretti

L’ozono per la sanificazione ad uso civile e/o industriale è completamente sicuro in quanto la quantità di ozono prodotto e i tempi di utilizzo non possono essere in alcun

Kleinmann (1921) ipotizzò come meccanismo l'azione dell'Ossigeno nascente, che si forma particolarmente bene nella interazione dell'Ozono con acqua, anche il grado di purezza

Essendo noto che l’attività disinfettante dell’ozono si manifesta a concentrazioni pericolose, per l’uomo e gli animali è assolutamente necessario che le operazioni di

L’unico rischio identificato per l’ambiente riguarda situazioni ove massive concentrazioni di ozono sono veicolate in modo continuativo.. In caso di necessità può essere utilizzato

• Nelle stazioni in quota si supera sistematicamente l’OLT in primavera ed estate per oltre 28 giorni. • E’ da prevedere nella normativa UE e nazionale in casi

Nonostante le alte temperature e la forte insolazione, i valori di picco dell’ozono raramente hanno raggiunto i valori ritenuti critici per le categorie sensibili (soglia di