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Infermieristica Area Materno Infantile: lo stato di salute dei bambini, la family centered care, la a-traumatic care, il consenso

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(1)

Infermieristica Area Materno Infantile:

lo stato di salute dei bambini, la family centered care, la a-traumatic care, il consenso

Paola Quarella

a.a. 2012/2013

(2)

Infermieristica pediatrica

L’assistenza infermieristica in ambito pediatrico è

centrata sul bambino e la famiglia e si definisce

come sostegno educativo tecnico e relazionale al

bambino e alla famiglia attraverso un processo di

coinvolgimento, partecipazione e partnership

basato sull’empowerment e la negoziazione

(3)

Infermieristica pediatrica: lo stato di salute dei bambini

 In Italia la popolazione pediatrica rappresenta il 17%

della popolazione

 Mortalità infantile nel primo anno di vita secondo fonte UE è per causa: tumori (di cui la sopravvivenza a 5 aa è del 75%), traumatismi e avvelenamenti

 Mortalità neonatale quali sono le cause: perinatali, malformazioni congenite, traumatismi, avvelenamenti, sindrome della morte in culla SIDS

(4)

Infermieristica pediatrica: lo stato di salute dei bambini

 Patologie croniche in aumento:

 Allergie ed asma

 Sovrappeso ed obesità (33% tra i 6 e gli 8 anni) in aumento

 Celiachia (1% tra i 6 e gli 8 anni) in aumento

 Malattie rare in aumento

(5)

Infermieristica pediatrica: lo stato di salute dei bambini e l’aspetto sociale

 Fenomeni in aumento tra i giovani che hanno la funzione di essere “determinanti di salute”:

 Fumo tra gli adolescenti 14/17 aa

 Abuso di sostanze ed alcool (cannabis riguarda il 20% degli adolescenti)

 Patologie riemergenti epatite A-B e parassitosi

(6)

Infermieristica pediatrica: lo stato di salute dei bambini e l’aspetto sociale

 Aumento del disagio nei servizi di salute mentale

 Conoscenze a rischio sul comportamento sessuale tra adolescenti

 Fenomeni di Violenza/Bullismo

 Fenomeno Immigrazione e integrazione

(7)

Infermieristica pediatrica: lo stato di salute dei bambini e la prevenzione attraverso gli screening

neonatali

 Gli screening neonatali alla nascita sono per la prevenzione di:

 Fibrosi cistica

 Fenilchetonuria

 Ipotiroidismo

 Malattie metaboliche

Problemi aperti intorno alla prevenzione

riguardano la diagnosi precoce, la dimissione e la

continuità assistenziale

(8)

Infermieristica pediatrica: la famiglia ed il rapporto con le strutture sanitarie

Come si è evoluto il rapporto tra la famiglia e le strutture sanitarie italiane?

 Il ricorso all’ospedalizzazione come si presenta? Il 14%

della popolazione pediatrica tra 0/14 aa ha fatto ricorso a visite pediatriche ospedaliere e ricoveri impropri

In quali condizioni avviene il ricovero?

A volte ancora tra gli adulti

Criticità nei ricoveri brevi intensivi

 Carenza di continuità assistenziale

 Criticità della presa in carico del pediatra di famiglia, dei servizi sociali, dell’ostetrica, dell’assistente sanitaria e del servizio infermieristico del territorio

(9)

Infermieristica pediatrica: chi prende in carico la salute dei bambini?

Dipartimento materno infantile

*Pediatria *Terapia intensiva neonatale *Chirurgia pediatrica

*Fisiopatologia della riproduzione *Ostetricia e ginecologia

*Genetica medica * Ginecologia chirurgica Pediatria

Ambulatorio urgenze pediatriche

L'accesso è diretto per tutte le urgenze che non siano traumi e ferite per le quali l'accesso è al Pronto Soccorso Generale.

•Pediatria generale e specialistica

•Day Hospital pediatrico

•Ambulatorio di Nefro-urologia pediatrica

•Ambulatorio Allergologia Broncopneumologia pediatrica

•Ambulatorio di Endocrinologia pediatrica ed Adolescentologia

•Ambulatorio Gastroenterologia pediatrica

•Ambulatorio di Oncoematologia pediatrica

•Ambulatorio Reumatologia pediatrica

(10)

Infermieristica pediatrica: chi prende in carico la salute dei bambini?

Assistenza sanitaria

Il pediatra di fiducia (o di libera scelta) è il medico scelto da ogni famiglia quale riferimento per qualsiasi problema di salute dei bambini fino all'età di 14 anni e in alcuni casi, su richiesta motivata, fino ai 16;

ha il compito primario di orientare i genitori nella scelta della cura e delle eventuali visite specialistiche;

collabora con la Pediatria di comunità del Distretto sanitario, per il rilascio di certificati e pareri relativi al periodo di frequenza scolastica dei bambini su diete speciali, esoneri totali o parziali dall'attività fisica e riammissione per alcune malattie infettive.

(11)

Infermieristica pediatrica: chi prende in carico la salute dei bambini?

Pediatria di comunità

composta da pediatri, assistenti sanitari e infermieri e si occupa della tutela della salute dei bambini e dei ragazzi fino a 17 anni (sia dei singoli sia delle comunità, come ad esempio le scuole).

In collaborazione con i Dipartimenti di sanità pubblica delle Aziende Usl, rilascia il certificato sulle avvenute vaccinazioni, da utilizzare per iscrizioni scolastiche, soggiorni vacanze, soggiorni all'estero, viaggi internazionali ed esercita una funzione di sorveglianza igienico-sanitaria nelle scuole rivolta sia al controllo delle mense e delle diete, sia alla profilassi delle malattie infettive;

si occupa di facilitare e supportare l'inserimento a scuola di bambini con malattia cronica , handicap, disabilità, con la collaborazione di diversi Servizi (Dip. Cure Primarie, Pediatria di libera scelta, Ped. di Comunità, Ospedale, Neuropsichiatria Infantile, ecc.) ed Enti (Scuola, Comune, ecc.).

(12)

Infermieristica pediatrica: chi prende in carico la salute dei bambini?

Assistenza domiciliare e socio sanitaria

La Pediatria di comunità offre assistenza domiciliare ai bambini con malattie croniche attraverso medici, infermieri, riabilitatori e figure di supporto, che riducono il ricorso all'ospedale garantendo interventi continuativi e integrati che migliorino la qualità di vita.

In caso di disabile con meno di 18 anni, il Pediatra di Comunità e/o il Neuropsichiatra Infantile (servizi del Distretto) sono i primi referenti per accogliere la famiglia e concordare i diversi interventi specifici, secondo le necessità del minore: ad esempio fisioterapia, logopedia, inserimento scolastico, aiuto socioeconomico, etc.

I servizi per i bambini stranieri e i bambini delle comunità nomadi I bambini stranieri - con o senza permesso di soggiorno - trovano assistenza presso la Pediatria di comunità per le visite mediche di controllo e presso lo "Spazio per le donne immigrate e i loro bambini", che svolge anche funzioni di Pediatria di comunità (ad esempio, per le vaccinazioni) e dove sono presenti mediatori e mediatrici culturali per facilitare la relazione.

(13)

Infermieristica pediatrica: un po’ di storia

 Charles West (Londra 1816-1898), padre della infermieristica pediatrica ha fondato uno dei primi ospedali pediatrici nel 1852 lottando contro il credo della medicina del tempo che il bimbo fosse un adulto in miniatura

 Fu medico, insegnante al primo corso di

infermiere per bambini e amico di Charles

Dickens

(14)

Un po’ di storia: Charles West

 Importanza dell’igiene nel ricovero

 Importanza del microclima

 Importanza di interpretare le variazioni cliniche dl bambino e tenerle documentate

 Importanza dell’acquisizione del linguaggio del bambino, pianto e comportamento

 Importanza del gioco

(15)

Infermieristica pediatrica: metodi e strumenti in formazione

Per la pianificazione dell’assistenza infermieristica faremo riferimento ai modelli funzionali di Gordon e alle diagnosi Nanda-Carpenito

In Italia esiste un doppio canale formativo:

 Introdotto dal DM 739/94 Profilo dell’infermiere di cure generali e specialistiche con il Master di primo livello in assistenza pediatrica e di sanità pubblica: Infermiere specialista in area pediatrica (L.43/2006) questo decreto ha recepito la figura della Vigilatrice d’Infanzia

 Introdotto dal DM 70/97 profilo dell’Infermiere pediatrico

(16)

Infermieri pediatrici nel mondo

 La professione di infermiere pediatrico ricade secondo l’UE sotto le disposizioni della Direttiva 89/48/EEC “riconoscimento delle professioni con educazione universitaria di primo livello”

 In GB la professione di infermiere pediatrico è

distinta

(17)

Infermieristica pediatrica: evoluzione del rapporto infermiere-paziente

 I modelli di assistenza infermieristica tradizionalmente in passato sono stati “gerarchici”

 I modelli di assistenza attuali diventano

lentamente “collaborativi” si è passati dalla

condizione di un rapporto di dipendenza alla

condizione di un rapporto di pariteticità

(18)

Infermieristica pediatrica: la competenza e il ruolo dell’infermiere

• Caregiver

• Supporto e patrocinio alla famiglia

• Educatore e addestratore per la famiglia

• Raccoglie dati, ricerca e valuta i progressi

• Coordina e organizza l’assistenza

• Comunica e collabora

• E’ consulente

• E’ guida per gli altri

(19)

Infermieristica pediatrica: la peculiarità del processo assistenziale

 Riflessioni sulle differenze tra l’assistenza all’adulto e al bambino:

 Il bambino NON è un adulto in miniatura, le età e il grado di sviluppo cognitivo ed emotivo differenti influenzano la comunicazione e l’approccio al bambino, le età pediatriche sono così definite: pretermine – neonato - lattante/divezzo – bambino - adolescente;

 L’approccio è a più soggetti/oggetto delle cure “la triade;

 Vi sono esigenze di gioco, scuola, educazione, occupazione;

 La complessità della prestazione è elevata e richiede consulenza infermieristica;

 Vi sono condizioni di rischio clinico (risk management) prevalenti in trattamenti, terapie, dosaggi;

 Incidenza delle malattie croniche (15%) con prevalenza di asma, celiachia, sovrappeso, diabete, malattie rare;

 Dinamiche familiari nelle famiglie italiane e straniere;

 Questione etica

(20)

Infermieristica pediatrica: quale

relazione/comunicazione con il bambino malato?

I fattori che influenzano la relazione/comunicazione col bambino:

 Gli aspetti psicologici, il vissuto di malattia e la discontinuità che implica la malattia;

 La consapevolezza della malattia in rapporto alle età;

 La reazione al dolore e alla malattia: il pianto, la percezione del sé corporeo;

 I meccanismi psicologici e di difesa e le reazioni comportamentali nelle diverse età: la prima infanzia (3-4 anni), la seconda infanzia (4-10 anni), la preadolescenza e l’adolescenza;

 Le reazioni della famiglia e i meccanismi di difesa;

 Il vissuto di morte e la malattia cronica;

 La complessità della prestazione tecnica e del rischio;

 L’atteggiamento dell’equipe sanitaria di fronte al bambino terminale

La comunicazione si realizza considerando: i modi di comunicare del neonato-bambino, i contenuti della comunicazione quali l’informare ed il rassicurare, la specificità dell’intervento in età pediatrica e l’adattamento

(21)

Infermieristica pediatrica: il riferimento normativo per la competenza

Convenzione sui diritti dell’infanzia ONU-1989 L. 176/’91

Diritto ad esprimere un opinione

Diritto allo sviluppo

Diritto a stare con i genitori

Diritto all’istruzione

Diritto al miglior stato di salute possibile

• Dichiarazione Universale dei diritti del fanciullo delle Nazioni Unite ….il fanciullo a causa della mancanza di maturità fisica e

intellettuale necessita di protezione e cure

(22)

Infermieristica pediatrica: il consenso

• I codici deontologici e il consenso:

• Codice di deontologia medica: il medico ha l’obbligo di dare informazione al minore compatibilmente con l’età e la capacità di comprensione (art. 34 1998)

• Codice di deontologia infermieristica 2009:

• Rapporto fra l’infermiere e comunicazione/informazione al minore compatibilmente con l’età e la capacità di comprensione

• Adeguamento al livello di comunicazione (artt. 24 e 31 2009)

• Presa in considerazione dell’opinione del minore sulle scelte assistenziali

Questioni aperte: il ruolo dei genitori ed il consenso informato es. contraccezione e interruzione di gravidanza

(23)

Infermieristica pediatrica: il consenso

IL CONSENSO INFORMATO E’ UNO DEGLI STRUMENTI ALL’INTERNO DELLA RELAZIONE TERAPEUTICA E NON UN FINE PER LA NECESSITA’ DI GARANTIRSI DA UN PUNTO DI VISTA GIURIDICO

• La potestà genitoriale non va intesa come capacità impositiva, ma come “responsabilità” genitoriale.responsabilità

• E’ necessario ascoltare il minore, entrare in relazione con ascoltare il minore lui, cercando di ritagliarli una “fetta” di autonomia decisionale.

• Per entrare realmente “in relazione” con il minore bisogna “in relazione”

considerare la sua età.

(24)

SVILUPPO DELLA CAPACITA’

DI COMPRENSIONE NEL BAMBINO

La competenza a decidere si basa sullo sviluppo cognitivo studiato dalla scuola di epistemologia genetica di Ginevra, guidata da PIAGET che ha approfondito lo sviluppo delle capacità intellettive del bambino.

I processi di pensiero, secondo Piaget, si dividono in quattro fasi che si caratterizzano in modo differente tra loro

(25)

SVILUPPO DELLA CAPACITA’

DI COMPRENSIONE NEL BAMBINO

• Prima fase: dell’intelligenza percettivo - motoria da 0 a 15 - 18 mesi di vita

• Seconda fase: del pensiero pre operatorio irreversibile dai 2 ai 5 - 6 anni di vita

• Prima e Seconda fase: da 0 a 6 anni di vita Il bambino è guidato da un pensiero limitato alle personali esperienze operative, fantasioso e magico.

IN QUESTE FASI E’ INSUFFICNTE LA CAPACITA’ DI COMPRENDERE E DECIDERE

(26)

SVILUPPO DELLA CAPACITA’

DI COMPRENSIONE NEL BAMBINO

• Terza fase del pensiero operatorio - reversibile dai 6- 7 ai 9-10 anni di vita il bambino è in grado di organizzare mentalmente più rappresentazioni e riesce ad operare sulla realtà in termini logici. Sono ancora presenti tratti di realismo (prevalenza del percettivo sul rappresentativo) e di egocentrismo (visione ancorata alla propria personale prospettiva)

• Quarta fase del pensiero logico - deduttivo dai 9-10 ai 13-14 anni di vita modalità di pensiero progressivamente diversa e più matura che permette al bambino di costruire scenari ipotetici e da questi, attraverso un processo deduttivo, giungere ad ulteriori rappresentazioni di realtà possibili, sottoporle a critica, immaginare ipotesi alternative

(27)

SVILUPPO DELLA CAPACITA’

DI COMPRENSIONE NEL BAMBINO

• Ai 6 - 7 anni di vita Il bambino riesce a farsi un’idea dei punti di vista degli altri, ad integrali nei propri ragionamenti e farne uso per le proprie decisioni.

• Ai 10 - 12 anni di vita Il bambino è capace di un pensiero ipotetico, critico, astratto sugli eventi futuri e le loro conseguenze sul rapporto causa effetto.

IN QUESTE FASI VI E’ CAPACITA’

DECISIONALE CONDIVISA CON I GENITORI

(28)

A CHI COMUNICARE?

Età paziente:

da 10-12 a 14

da 14 a 18 anni ragazzo e genitori da 6-7 anni

a 10-12 anni genitori e bambino

dai 18 anni giovane adulto

<6 anni genitori

da 6-7 anni

a 10-12 anni genitori e bambino

(29)

CONSENSO INFORMATO

• Consapevole

Caratteristiche del consenso informato

• Reale e specifico

• Preventivo

• Personale

• Immune da vizio

(30)

Infermieristica pediatrica: il consenso

 Consenso consapevole deriva da una chiara e completa informazione in merito all’approccio diagnostico-terapeutico, alla prognosi, agli effetti presuntivi del trattamento, ai rischi e alle possibili complicanze della terapia.

 Consenso reale e specifico rappresenta l’espressione inequivoca della volontà di accettare ogni singola prestazione medica

 Consenso preventivo viene espresso prima dell’intervento o del trattamento da effettuare

 Consenso personale espresso dal paziente stesso o dai genitori o persona rappresentante legale del paziente

 Consenso immune da vizi è privo di ogni elemento che possa turbare il processo intellettivo volitivo che determina la scelta

(31)

Momenti critici nella storia naturale

DISSENSO

Procedura ad alto rischio per tossicità e mortalità Questioni ideologiche

Conflittualità nell’ambito del nucleo familiare Malattia refrattaria

Ricaduta di malattia

(32)

ESEMPI DI DISSENSO

Se l’intervento è procrastinabile verrà rimandato fino al compimento di 18 anni del giovane, quando per legge potrà decidere da sé.

Se l’intervento è improcrastinabile (trasfusione, trattamento in caso di tumore, ecc.) il medico informa la Procura della Repubblica presso il Tribunale dei Minori e il Giudice potrebbe togliere momentaneamente la patria potestà genitoriale e nominare un tutore.

Padre e madre rifiutano Padre e madre rifiutano

un trattamento, un trattamento,

ma il figlio vuole esservi sottoposto ma il figlio vuole esservi sottoposto

(33)

ESEMPI DI DISSENSO

I genitori vogliono sottoporre I genitori vogliono sottoporre

il figlio ad un intervento, il figlio ad un intervento,

il minore lo rifiuta il minore lo rifiuta

Il rifiuto delle terapie in un ragazzo di 14-16 anni rappresenta una

“fonte di disagio” per il curante

Il rifiuto di trattamento di un ragazzo di 16-18 anni diviene un

“impedimento”

(34)

ESEMPI DI DISSENSO

Genitori e figlio rifiutano Genitori e figlio rifiutano un trattamento di elezione un trattamento di elezione

Se il medico ritiene che l’intervento sia indispensabile, deve informare la

Procura della Repubblica presso il Tribunale dei Minori e il Giudice

potrebbe togliere momentaneamente la patria potestà genitoriale e

nominare un tutore.

(35)

ESEMPI DI DISSENSO

Contrasto tra genitori:

Contrasto tra genitori:

uno vuole far eseguire un intervento, l’altro lo rifiuta;

uno vuole far eseguire un intervento, l’altro lo rifiuta;

se i genitori sono separati se i genitori sono separati

Il consenso deve essere rilasciato da entrambi i genitori, anche da quello non affidatario

Se si tratta di intervento “salvavita” ovvero di un intervento necessario per evitare un “danno grave”, il medico può decidere il da farsi senza chiedere alcun consenso, esattamente come farebbe per un adulto.

Al di fuori di questi casi, sarà il Tribunale dei Minori, investito della questione, a decidere.

(36)

Infermieristica pediatrica:

i principali approcci assistenziali

• La Family-Centered Care è l’assistenza centrata alla famiglia in cui il sostegno “professionale” al bambino e alla famiglia avviene attraverso un processo di coinvolgimento, partecipazione e partnership basato sull’empowerment e la negoziazione …. (anni ’50)

• Atraumatic Care è l’assistenza centrata sulla prevenzione dei fattori di stress che agiscono durante l’ospedalizzazione e la malattia per favorirne l’adattamento

(37)

La Family-Centered Care

L’assistenza centrata sulla famiglia è una pratica assistenziale che riconosce la centralità ed il

coinvolgimento della famiglia Principi:

 La famiglia è la costante del bambino

 Le strutture sanitarie promuovono la collaborazione

 Deve esserci costante scambio di informazioni

 Devono essere favorite strategie di coping

 Devono essere riconosciuti i punti di forza della famiglia (aspetti culturali e etnici)

(38)

La Family-Centered Care

LA FAMIGLIA:

il benessere del bambino è inestricabilmente legato

al benessere della sua famiglia e della comunità in cui vive FAMILY-CENTERED CARE:

filosofia assistenziale (1987, ACCH) che riconosce la centralità della famiglia nella vita del bambino e l’inclusione del contributo e del coinvolgimento

della famiglia nel piano assistenziale Nasce dalla necessità

di mantenere la relazione tra il bambino ospedalizzato e la sua famiglia

(39)

La Family-Centered Care

il concetto di fondo è che occorre prestare attenzione e cercare di soddisfare i bisogni non solo del bambino ma quelli di tutta la famiglia impegnata accanto a lui (più veloce la ripresa e la guarigione, minori i livelli di stress Heller 1996)

modello tradizionale

 valutazione

 controllo

 dipendenza

family

empowerment

 promuovere l’autonomia nella scelta

 promuovere la capacità di

scegliere

 promuovere il controllo

 promuovere l’autocura

(40)

La Family-Centered Care

MODALITA’ DI EROGAZIONE DELL’ASSISTENZA CENTRATA SULLA FAMIGLIA:

 Assistenza gestita dall’infermiere senza il coinvolgimento della famiglia

 Assistenza gestita dall’infermiere con il coinvolgimento della Famiglia

 Assistenza gestita dall’infermiere con la partecipazione della famiglia

 Stato di parità, condivisione dell’assistenza da parte della famiglia

 Assistenza guidata dai genitori, infermiere come consulente

(41)

La Family-Centered Care

NB: Valutare con attenzione le

competenze del genitore a svolgere le

attività delegate e negoziare insieme a

lui se e cosa delegare, nonché verificare

l’opinione del bambino sulla delega della

cura e dell’assistenza ai genitori

(42)

La Family-Centered Care

1 - LINEE GUIDA PER ELABORARE IL PIANO DI ASSISTENZA INCENTRATO SULLA FAMIGLIA

(Association for Care of Children’s Health-Washington DC)

 Riconoscere che la famiglia è l’elemento costante della vita del bambino, mentre il Sistema Sanitario e il personale al suo interno sono presenze temporanee

 Facilitare la collaborazione tra i genitori e le figure professionali a ogni livello

 Condividere con i genitori l’informazione sulle cure che vengono fornite al bambino nel modo più completo e veritiero possibile, ma anche emotivamente caldo e supportivo

 Implementare i provvedimenti e le iniziative che forniscano sostegno emozionale ed economico e rispondano ai bisogni della famiglia

(43)

La Family-Centered Care

2 - LINEE GUIDA PER ELABORARE IL PIANO DI ASSISTENZA INCENTRATO SULLA FAMIGLIA

(Association for Care of Children’s Health-Washington DC)

 Individuare le risorse familiari e individuali e favorire le diverse strategie di coping

 Comprendere i bisogni emozionali ed evolutivi del bambino e dell’adolescente e includerli nel progetto assistenziale

 Incoraggiare e facilitare il sostegno all’interno della coppia genitoriale e tra i genitori

 Verificare che il progetto assistenziale abbia caratteristiche di flessibilità, apertura e risponda ai bisogni della famiglia

(44)

La Family-Centered Care

INFERMIERISTICA INCENTRATA SULLA FAMIIGLIA Deve fondarsi:

Sulla convinzione che ciò aiuterà i genitori a sentirsi adeguati al ruolo e alla situazione

Sulla maggiore possibilità di educazione sanitaria e terapeutica da parte dell’infermiere

Sulla possibilità di utilizzare le informazioni e le abilità che solo i genitori hanno per il loro figlio

Sulla facilitazione dell’espressione del consenso informato

Sulla garanzia di continuità nel tempo dei trattamenti a domicilio

Sulla possibilità di deospedalizzazione precoce sicura e non ansiogena Sulla concezione positiva del genitore sviluppata dal bambino vedendolo fare cose importanti per la sua salute

Sulla maggiore adesione del bambino ai trattamenti

NB L’infermiere,accanto alla competenza tecnica deve sviluppare abilità comunicative, relazionali ed educative

(45)

La Family-Centered Care

Resistenze da parte degli infermieri:

 Paura di perdere il controllo sul processo di cura, di sentirsi sminuiti nel proprio ruolo di dispensatori di cura

 Diffidenza e sfiducia verso i genitori!

 Impossibilità organizzativa

 Integrare le informazioni provenienti dalla famiglia nel piano di cura

 Fornire informazione e conoscenza, educare

(46)

La Family-Centered Care

Il cambio del rapporto famiglia – operatori:

da dipendenza a pariteticità

La diffusione delle informazioni sanitarie:

Internet

Negoziazione, sfida

(47)

La Atraumatic Care

 Questo approccio si basa sul favorire l’adattamento all’ospedalizzazione e alla patologia attraverso:

 La prevenzione del dolore

 La gestione dello stress

 L’utilizzo di strategie di consolazione-cura posturale

 La prevenzione del rischio

(48)

Teorie infermieristiche in ambito pediatrico

 R.T. Mercer 2004 e il “diventare madre nella pratica infermieristica” considera alcune fasi:

 Ambiente, famiglia, amici, fase dell’identità di ruolo materno, ambiente della comunità, ambiente della società

 C.Roy 1964 modello dell’adattamento

 B. Neuman 1970 modello dei sistemi

 Peplau e la relazione

(49)

Vaccinazioni: il ruolo dell’infermiere

 In Italia sono obbligatorie alcune vaccinazioni per tutti nuovi nati: poliomielite, tetano, difterite ed epatite B

 Vengono raccomandate altre vaccinazioni (per

malattie esantematiche quali: morbillo, rosolia,

varicella) e …. pertosse, anti- haemophilus

influenza B, meningococco C, pneumococchi )

(50)

Vaccinazioni: il ruolo dell’infermiere

 Raccogliere i dati del neonato- bambino e le informazioni anamnestiche

 Consenso informato

 Gestione degli aspetti informativi ed educativi

 Assistenza nelle manovre: sedi e controindicazioni

 Best practice

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