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A TUTTI I NOSTRI LETTORI, BUON NATALE!

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Periodico di Mediglia e Peschiera Borromeo

n° 12 - Anno II - dicembre 2014

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A TUTTI I NOSTRI LETTORI , BUON NATALE!

Da molto tempo non si sentiva più un coro, né si vedeva appeso un dipinto. Più nessuno cantava can- zoni. I flauti erano stati tutti spez- zati e quasi nessuno sapeva chi fosse Mozart o come si scrivesse il nome di “Bach”. L’ultima nota di un notturno di Chopin si era spen- ta in qualche sala da concerto molto tempo addietro.

I bambini avevano tutti una luce malinconica negli occhi perché non ricevevano più carezze dagli adulti, i gatti erano tornati a caccia per nutrirsi e la luna non ispirava più i poeti, ma era solo un pallido astro lontano.

Amarsi non si usava più da tempo e insieme all’amore erano sparite le stagioni. Era solo un perenne inverno per le strade e nel cuore della gente. Non c’era uomo che guardasse la sua ragazza negli

occhi e le dicesse “io ti amo”:

quella semplice frase, se pure fiori- va nella mente, si arenava sulla lin- gua come passi nella sabbia. Anche la neve era una fuliggine grigia e cadeva in continuazione ricopren- do il mondo di una patina di acqua e ghiaccio sporco.

I fiori, da qualche decennio, erano esposti solo nei musei, ma pochi li visitavano.

Ed era in questo mondo che una bambina di dodici anni, una matti- na, guardava fuori dalla finestra il nevischio turbinare nell’aria.

Aveva fatto un sogno la notte pre- cedente: il cuore del mondo si era rifugiato nel buio di una grotta e non batteva più. Per questo gli uomini avevano smesso di amarsi e ogni cosa che avesse a che fare con l’amore era scomparsa o era stata distrutta.

segue a pagina 2

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continua a pagina 9 Mackenzie Thorpe, Under the moon

IN QUESTO NUMERO:

Intervista al Cav.

Ernesto Pellegrini... pag. 1 Racconto di Natale…....pag. 1 Peschiera………... pag. 2 Mediglia ...……...pag. 5 Salute...….…...pag. 6 Progetto Malaria……....pag. 7 I nostri amici animali...pag. 8 Cultura/Libri………...pag. 9 Arte .……...pag.10 L’ora legale……….…...pag.11 La gita …………... pag.13 Associazioni/Attività….pag.14 L’Opinione………...pag.15 Pausa Caffè...…..pag.15 Questo numero è stato chiuso in redazione il 14 dicembre 2014

I NTERVISTA AL C AVALIER E RNESTO P ELLEGRINI

Dal Presidente della Central Food un segnale di speranza per il nostro Paese: “Mi auguro e sono convinto che già con l’EXPO ci saranno evidenti segnali di ripresa”.

Voler presentare il Cavalier Ernesto Pellegrini in poche righe non è difficile, è inutile.

Quasi cinquant’anni fa iniziò la sua carriera di imprenditore con una mensa che serviva 150 pasti ed oggi l’impresa è diventata un colosso che eroga, oltre alla ristorazione collettiva e commer- ciale, servizi di buoni pasto, puli- zia, distribuzione automatica e distribuisce derrate alimentari e

carni fresche (lavorate interna- mente) dando lavoro, dai 5 colla- boratori iniziali, a più di 7500 con le attività estere. Lo sportivo ha guidato l’Inter per undici anni vincendo un campionato, dei record con il mitico Giovanni Trapattoni, due Coppe Uefa e ha portato in Italia e alla ribalta personaggi del calibro di Rummenigge, Brehme, Klismann, Diaz, Matthaus, Zenga, Bergomi, Berti, Serena. E allora vorremmo ricordare ai nostri lettori che Ernesto Pellegrini è un uomo gentile, disponibile, mai sopra le righe, attento ai bisogni della Società (intesa come società civi- le). In proposito, come non ricor- dare la recentissima realizzazione del ristorante Ruben, pensato per le persone in difficoltà economi- che?

Racconto di Natale - di Angelo Amoroso

La pietà aveva lasciato il posto all’indifferenza e quelli che già facevano dell’odio la loro ragion d’essere avevano fatto carriera ed erano diventati i più ammirati al mondo.

Alle guerre che potevano avere anche delle giustificazioni se ne erano affiancate molte altre senza alcun motivo se non quello del pia- cere della guerra per se stessa.

Anche la chiesa del paese non era più frequentata dai fedeli. Il prete aveva abbandonato la sua tonaca ed era partito per un paese lonta- no. Qualcuno, per divertimento, aveva pensato di dar fuoco a quel luogo che un tempo era sacro e intoccabile. Il tetto era crollato e il bel portale in bronzo, una notte, era stato scardinato e portato via da alcuni ladri travestiti da diavoli.

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P ESCHIERA B ORROMEO

continua da pagina 1

I NTERVISTA AL C AVALIER E RNESTO P ELLEGRINI

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siano molto efficienti, in grado quindi di sopportare volumi di movimentazione ancora maggiori.

Con la trasformazione del nostro Paese da industriale a terziario e il conseguente calo delle aziende e degli addetti si potrebbe pensa- re che le mense tradizionali abbiano negli anni subito duri colpi, ma il Suo gruppo dimostra che anche nelle difficoltà c’è sempre uno spazio di cambia- mento e crescita: ha una ricetta da comunicarci?

L’offerta Pellegrini copre un ampio ventaglio che va ben oltre i servizi di ristorazione. Pertanto, ritengo vi siano per noi ancora tante opportunità soprattutto per- ché i nostri servizi sono impron- tati alla qualità e hanno molti ele- menti distintivi.

Per rispondere alla domanda specifica, certamente la classica mensa riferita al sistema indu- striale sta diminuendo dal punto di vista numerico, ma viene con- trobilanciata dai cosiddetti

“ristoranti interaziendali” rivolti al terziario, o da altri servizi come quello del buono pasto.

Lei è considerato esempio di per- sona rispettata da tutti (milanisti compresi): è in grado di dare, alla luce della sua esperienza e senza essere il Governo, un segnale di speranza per l’azien- da Italia? Ci può essere un futu- ro migliore per il nostro Paese?

Io sono e sarò sempre un ottimi- sta anche perché di mestiere fac- cio l’imprenditore e quindi non posso fare a meno di avere una visione positiva del futuro. Al di là di questo, il nostro Paese fortu- natamente ha tante risorse, rico- nosciute in tutto il mondo, come quelle alimentari-gastronomiche, la creatività e il buon gusto che spingono la moda e il design. Mi auguro e sono convinto che già con l’EXPO ci saranno evidenti segnali di ripresa.

Salutiamo il Cavalier Pellegrini e, dopo questa chiacchierata, ci permettiamo di accomiatarci chiamandolo come i suoi vecchi tifosi interisti: “un grazie all’Ernesto”.

Intervista a cura di Massimo Turci

Altro punto importante [nel Consiglio comunale del 20 novembre scorso, oltre quelli discussi in altri arti- coli; vedi intervista all’assessore Righini sul Piano diritto allo studio e articolo sui Comitati di fra- zione] è stato quello della modifica del Piano opere pubbliche.

In particolare sono state inserite nel piano la ciclope- donale Peschiera-San Donato e la Bettola-San Bovio, la sistemazione del campo di calcio di Linate e l’am- pliamento della scuola di San Bovio.

Il totale degli investimenti previsti per queste opere conta oltre 4 milioni di euro.

La “stranezza” della burocrazia italiana è che queste opere sono previste nel quarto trimestre 2014 e sono state approvate il 20 novembre.

Nonostante questa “pazzia” burocratica, questo punto ha visto la nostra astensione in quanto pensiamo che

I L P IANO DI D IRITTO ALLO S TUDIO

Nel Consiglio comunale del 20 novembre scorso è stato adottato il Piano di diritto allo studio 2014/2015, il primo sia per l’Amministrazione

Zambon sia per l’assessore alla Pubblica istruzione Marco Righini, con il quale ci confrontiamo in questa intervista: le questioni dell’inglese

e del trasporto scolastico

Esso è stato studiato perché il distribuire pasti a 1 euro non sia elemosina, ma una mano tesa verso un rilancio personale. Nella nostra intervista, abbiamo voluto partire proprio da questo.

Cavaliere buongiorno, è già in grado di fare un piccolo bilancio dell’esperienza Ruben e quali sono gli obiettivi in termini di recupero sociale della sua

“clientela speciale”?

Un vero e proprio bilancio sul- l’esperienza Ruben, in termini specifici, è ancora prematuro;

certo se dovessi giudicare questa iniziativa dall’interesse suscitato nei media, le aspettative sarebbe- ro effettivamente molto alte.

Il Suo gruppo ha un forte legame con la città di Peschiera Borromeo: la Central Food, dal 1982, si sviluppa su un’area di 25.000 mq, ha una capacità di 10.000 pallets e ha in assorti- mento 2500 derrate alimentari.

Eppure si parla ancora di ampliamento, il che – in questo periodo così difficile – potrebbe essere un grande segnale positi- vo, il cambio di direzione che il Paese sta aspettando.

Con la Città di Peschiera Borromeo indubbiamente vi è un legame molto forte perché la Central Food costituisce la nostra centrale operativa. Sicuramente anche per questo, nella zona limi- trofa a Peschiera Borromeo pos- siamo vantare numerosi e presti- giosi Clienti tra i quali mi fa pia- cere ricordare l’Azienda Ospedaliera di Melegnano, la Bayer, il Comune di Mediglia, la Mapei, Mediaset, la Mondadori, l’Ospedale di San Donato, SMS Inse, ed RCS.

Effettivamente, anche in questi anni di crisi e di stagnazione, siamo cresciuti e continueremo a farlo in modo significativo nel prossimo futuro. Comunque, al momento non prevediamo amplia- menti perché riteniamo che la struttura di Peschiera sia adegua- ta e i nostri sistemi gestionali

la città necessiti al più presto di queste opere per una mobilità diversa dalla tradizionale automobile e che per San Bovio sia oramai improcrastinabile procedere ad un ampliamento.

È stata poi discussa una delibera di assestamento di bilancio per accogliere le ulteriori spese previste (sempre per il 2014!) dal piano opere pubbliche.

L’Amministrazione conta molto sulla possibilità di ricevere finanziamenti europei (parte dei quali a fondo perduto), ma perché allora alzare tasse e impo- ste locali a settembre?

Una stranezza si vede chiaramente nelle previsioni di incasso di 1,5 milioni di euro per infrazioni del codi- ce della strada ridotte ora a 800.000 euro; ben 700.000 euro in meno.

Il tutto a distanza di 50 giorni dall’approvazione del bilancio. Il voto del M5S è stato giustamente negativo.

A NCORA SUL C ONSIGLIO C OMUNALE DELLO SCORSO 20 NOVEMBRE

riceviamo e volentieri pubblichiamo questa nota del Movimento 5 Stelle

L’approvazione di questo Piano di diritto allo studio è stato accompagnato da numerose polemiche, alcune delle quali non ancora spente, cosa si rim- provera al suo Piano?

Sarebbe bene capire chi rimpro- vera, che cosa. Se, per esempio, entriamo nel forum “Peschiera discute” molte persone (non necessariamente “amiche” di questa Amministrazione) che fanno parte del Consiglio d’Istituto della “Montalcini” non rimproverano proprio nulla.

L’esigenza comunque sentita, che anch’io fortemente sento come padre, è quella della lingua stra- niera dalle elementari, in modo che i nostri figli, dalla scuola pri- maria di primo grado, possano fruire di un insegnamento della lingua inglese più solido e strut- turato di quello attuale. Ciò che si rimprovera – non so quanto al Comune e quanto alla Scuola – è che ciò non avviene; ma il discor- so è generalizzabile e riguarda in parte la “qualità” del personale docente: buoni insegnati genera- no alta qualità d’insegnamento e viceversa. Nel caso dell’inglese la qualità dell’insegnamento è ancora più centrale. Purtoppo, la maggioranza di insegnati di lin- gua inglese non sono insegnanti di madre lingua e – fatto salvo un ottimo insegnamento della gram- matica – mostrano alcuni limiti nella converazione e nella com- prensione di un discorso da parte di un nativo inglese (o america- no). Purtoppo, questa esigenza confligge anche con la rigidità scolastica; il vero obiettivo non sarebbe tanto la compresenza fra insegnate italiano e insegnante madrelingua, quanto aggiugere le

ore di insegnamento madre lin- gua a quelle curriculari.

Devo essere chiaro: le uniche due voci “sottratte” al Piano di dirit- to allo studio sono l’informatica per adulti (che non aveva nulla a che vedere con i progetti destina- ti agli alunni, ma risiedeva nel Piano di diritto allo studio perché il docente era dipendente della scuola) e, appunto, l’inglese. I motivi per cui è stato tolto l’ingle- se non sono di natura meramente economica ma derivano da due precise considerazioni. In primo luogo perché nel 2014, con la Giunta Falletta, l’intervento rela- tivo all’inglese è stato finanziato solo per 5 mesi (da gennaio a

maggio); in secondo luogo per- ché era impossibile, al nostro ingresso nel mese di luglio, orga- nizzare un corso d’inglese serio e strutturato per i mesi a venire, anche perché dal Consiglio d’Istituto, dagli stessi docenti e dai dirigenti scolastici non prove- niva assolutamente una voce una- nime di apprezzamento di questa esperienza.

D’altro canto, per ottenere con- ferma a ciò che vado affermando è sufficiente consultare i pareri che compaiono sui forum

“Peschiera discute” e “Mamme di Peschiera”.

Passiamo ad un’altra “critica”

questa volta mossa dal Movimento 5 Stelle che, in suo comunicato stampa, letteralmen- te scrive: “Sul Piano per il dirit- to allo studio ci siamo astenuti perché, pur trovandolo soddisfa- cente per la qualità dei progetti presentati non ne condividiamo alcune parti. In particolare non ci ha molto convinto la trasfor- mazione contabile del piano che tradizionalmente vedeva conteg- giati i soli investimenti relativi alla didattica (corsi integrativi ecc.) ed ai servizi a domanda individuale (trasporti, mensa, pre-scuola, ecc.). Da un’analisi

comparativa pervenutaci dagli uffici competenti, risultano tolti circa un centinaio di migliaia di euro rispetto allo scorso anno”.

Cosa risponde l’Assessore a que- sta critica?

Ciò che c’è di diverso rispetto all’anno scorso, e questo mi è stato rimproverato anche durante il Consiglio comunale, è che nel Piano di diritto allo studio di que- st’anno io ho esposto anche gli interventi di edilizia scolastica: la recinzione che metteremo a Mezzate (€ 37.000) è stata compu- tata, pure il ripristino del refettorio nella scuola d’infanzia a Zelo. La motivazione di questa scelta non sta in un trucco contabile, vera- mente grossolano, finalizzato a gonfiare le voci di intervento, e tanto meno quello di rendere diff- coltoso il confronto fra Piani di diritto allo studio diversi.

L’inserimento di queste voci di spesa riteniamo sia doveroso per- ché il Comune dà alla scuola le strutture, e queste strutture – a Peschiera Borromeo – hanno gros- si problemi di manutenzione.

Bisogna finalmente comprendere che la qualità dello studio dipende anche dalla qualità delle strutture (gli alunni hanno connettività inter- net? hanno le LIM? hanno struttu- re adeguate?), e questa “legge” si ripete uguale in tutte le professioni:

cosa può valere l’opera del chirur- go migliore se questi non può disporre di una sala operatoria ste- rile? Sarebbe quindi opportuno che, d’ora in poi, tutti i Piani di diritto allo studio comprendessero l’ammontare degli interventi edili- zi.Sfatiamo ora il mito della “con- frontabilità”. La confrontabilità non c’era nemmeno prima e non ci sarebbe stata neppure se io avessi levato le spese dell’edilizia scola- stica. Faccio un esempio: l’anno scorso il trasporto scolastico cuba- va € 34.000 e quest’anno ne cuba

€ 131.000. Perché è aumentata questa voce? Forse perché sono aumentati gli alunni trasportati e si sono moltiplicati i percorsi (abbia- mo, per esempio, costretto – fra mille lamentele – gli alunni di Mezzate a prendere lo scuolabus alle 07:25 per raggiugere l’istituto che si trova ad 1 chilometro!).

Anche il semplice variare numerico della popolazione scolastica incide pesantemente sul costo complessi- vo e rende sempre più difficile la confrontabilità dei dati, a meno di non disporre di sofisticati prodotti che consentano di ricondurre tutte le spese sostenute, su base annua, alla popolazione scolastica nel suo complesso e, quindi, al singolo stu- dente.

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n° 12 - Anno II - dicembre 2014 P ESCHIERA B ORROMEO 3

L’A SSOCIAZIONE

P ESCHIERA B ENE C OMUNE

RILANCIA I SUOI PROGRAMMI PER IL TERRITORIO

L A ZTL DI B ELLARIA :

NASCE MALE E MUORE PEGGIO

Si è conclusa come nelle migliori aspettative la serata di presentazio- ne dell'Associazione Peschiera Bene Comune lo scorso 20 novem- bre.

La serata, guidata da Orazio D'Andrea, ha ospitato Giancarlo Monici, neo-Presidente dell'Associazione; Luigi Caprarella, Presidente di Milano Bene Comune; e Claudio Veneziano, Sindaco di Pantigliate.

Assente giustificato il Sindaco di Peschiera Borromeo, Luca Zambon, poiché impegnato in Consiglio Comunale.

All'amministrazione assente Giancarlo Monici ha rivolto il desi- derio di un confronto, sottolinean- do il brutto episodio del referen- dum sulla ZTL, che tutto può esse- re tranne un esempio di partecipa- zione, per i modi e i tempi in cui è stato organizzato.

Luigi Caprarella ha ribadito come il progetto del "bene comune"

debba includere tutti, seguendo

l'esempio della biodiversità di un ecosistema e quindi più resistente agli attacchi esterni.

Il sindaco di Pantigliate si è soffer- mato sulla difficoltà del periodo che stiamo vivendo e di come oggi più che mai sia necessario combat- tere per sostenere un nuovo model- lo politico, solidale, che porti al bene comune.

La presenza di Gabriele Ghezzi, neo-Presidente della Commissione Sicurezza del Comune di Milano, è stata una piacevole sorpresa, che ha arricchito il dibattito introducendo il concetto di cittadinanza che si prende cura del "bene comune" e della sicurezza come valore socia- le. La serata ha lanciato la prima ini- ziativa dell'associazione: una rac- colta di firme per sostenere la rina- scita dei comitati di frazione, passo indispensabile per realizzare un percorso di partecipazione (vedi articolo a parte).

Forse siamo malevoli o forse abbiamo una diversa opinione di cosa sia una “informazione capilla- re” ma senza ombra di dubbio la

“Questione ZTL” nasce a Peschiera Borromeo in modo approssimativo e si conclude in modo... evasivo.

Analizziamo i fatti dalla loro origine.

Con un dispendio di risorse abba- stanza ragguardevole, uno degli ultimi atti dell’Amministrazione Falletta fu quello di approntare due varchi di zona a traffico limitato (la ZTL, appunto): uno nella frazione di Linate, per scoraggiare il traffico da e per Milano, attraverso il centro abitato, percorrendo la Via Beccaria (quella che costeggia la

pista dell’aeroporto e sbuca in località Monluè/Via Fantoli), e l’altro il varco di Bellaria per sco- raggiare il traffico tra la Paullese e la provinciale Bettola-Sordio che ne attraversa la frazione.

Alcuni maligni affermano che il primo varco non sia mai decollato per opportunità elettorale e il secondo è, evidentemente, nato zoppo: il varco posto dopo l’ufficio postale puniva solo i provenienti da Peschiera e dalla Paullese e non coloro che provenivano dalla Bettola-Sordio, perché il Comune di Mediglia ha preferito non salva- guardare la sua frazione (Robbiano) e la frazione peschiere- se (Bellaria) dal traffico provenien-

te da Melegnano.

Una ZTL più somigliante ad un sacco bucato, che a uno strumento di limitazione e disciplina del traf- fico, è da azzerare indipendente- mente da ogni consultazione.

Per questo ci ha sorpreso il tono trionfalistico con cui l’Amministrazione di Peschiera Borromeo ha pubblicato i dati della pretesa consultazione popolare: se ad una consultazione invece che 1400 cittadini ne partecipano 128 c’è qualcosa che non funziona... Se poi il 72,6% di questi risponde

“si”, non ci sembra un dato statisti- camente rilevante.

La cosa che invece ci interessa, e sulla quale sollecitiamo un chiari-

mento dell’Assessore Wanda Buzzella, riguarda la natura degli interventi allo studio “che permet- tano la moderazione della velocità ed in generale una maggior sicu- rezza per gli utenti deboli (pedoni e ciclisti)”. Ci auguriamo si tratti di strumenti e iniziative che non pesi- no (in termini di sanzioni) sul por- tafoglio degli automobilisti peschieresi, perché allora sì sareb- be necessario un referendum... ma come si deve, questa volta.

Sono molte le iniziative in corso per riattivare i Comitati di frazione.

In proposito, abbiamo ricevuto queste due comuni-

cazioni che qui riportiamo

Da Peschiera Bene Comune

“La nostra richiesta della costi- tuzione dei Comitati di frazione nasce dalla sempre maggiore distanza tra Amministrazione e cittadino. La progressiva disaffe- zione dei cittadini alle politiche del territorio dove vivono porta al sempre maggiore astensioni- smo. Solo una inversione di ten- denza può garantire una nuova voglia di proposta e di controllo.

I comitati che vogliamo non sono ulteriori organismi burocratici, ma veri e propri centri di ascolto, luoghi di incontro tra le esigenze di ogni frazione e la realizzazione di soluzioni condivise. Solo se i cittadini comprenderanno che non stanno buttando via il loro tempo, torneranno a partecipare in numero crescente. Pensiamo alle piazze cittadine di una volta, anche alle discussioni accese che si tenevano. Ed abbiamo deciso per questo motivo di utilizzare due canali per la raccolta delle firme:

- la piazza reale, con gazebo e moduli cartacei nei mercati e nelle frazioni;

- la piazza virtuale, che oggi è rappresentata dai social network e da internet, con la possibilità di sottoscrivere la richiesta anche sul web.

Saremo presenti, tempo permet- tendo, tutti i sabato al mercato cittadino, e la domenica mattina a San Bovio davanti alla Chiesa.

Per i tavoli nelle varie frazioni stiamo stilando un calendario che comunicheremo a breve. Per chi volesse firmare via web basta col- legarsi al sito di Peschiera Bene Comune e inserire i propri dati.

Siamo sicuri che una nuova ven- tata di democrazia faccia solo bene a tutta la comunità peschie- rese.”

Dal Movimento 5 stelle

“Abbiamo presentato una mozio- ne per l’attivazione immediata dei Comitati di Frazione perché l’Amministrazione si sta ricor- dando di tutto ciò che fa cassa ma il fatto che entro 6 mesi dall’inse- diamento dovesse attivare i Comitati di Frazione sembra stranamente sfuggito alla Giunta e al Sindaco, ma non a noi in Consiglio Comunale; era nel nostro programma!”

Verrà abolita il prossimo 1 gennaio.

Perplessità su una consultazione indetta in fretta e furia e una conseguente bassissima partecipazione

P ERCHÉ

RITORNARE PRESTO AI

C OMITATI DI

FRAZIONE

U N INCENDIO VIA L ALTRO

Le fiamme che per un corto circuito hanno interessato gli uffici dell’Anagrafe sono l’episodio più recente di

una indubbia congiuntura negativa

Non si può certo affermare che la Giunta Zambon sia nata sotto una buona stella: se analizziamo, uno dopo l’altro, gli incidenti occorsi alla nuova compagine amministrativa (dall’incendio delle case comunali di Mezzate nel luglio scorso, alle due piene del Lambro nel mese di novem- bre), c’è da guardare con sospetto e interrogarsi preoccupati sulla con- giuntura astrale che ha tenuto a battesimo l’Amministrazione guidata dal nostro giovane Sindaco.

A complicare ulteriormente le cose è intervenuto un accidentale e malau- gurato corto circuito che la sera di giovedì 4 dicembre (forse in ossequio del Santo del giorno... Santa Barbara, protettrice dei Vigili del Fuoco) ha innescato un incendio presso gli uffici dell’Anagrafe. L’incendio è stato sedato rapidamente, grazie all’intervento dei Vigili del Fuoco, e non si è propagato agli altri uffici comunali interessando il piano rialzato con l’ingresso fra Via 25 aprile e Via Papa Giovanni XXIII.

Sebbene – e per fortuna – le fiamme non abbiano intaccato il ragguarde- vole volume di documenti cartacei depositati presso l’anagrafe, hanno lasciato una coltre diffusissima ed impalpabile di fuliggine nera che si è letteralmente infiltrata ovunque, persino negli armadi e nelle cassettiere chiuse; a distanza di una settimana ancora si percepiva l’odore acre del fumo. Sono intervenute quindi delle squadre esterne di pulizia per cer- care di ripristinare dei luoghi di lavoro “abitabili” ma già il giorno dopo l’incendio, con mascherine e guanti, tutto il personale dell’Anagrafe, dello Stato civile, dell’Urp e dello Sportello polivalente era in servizio per accelerare la ripresa delle attività. Si deve soprattutto a queste perso- ne, così lontane dal cliché del “dipendente comunale lazzarone e scansa- fatiche” se da subito si sono potuti riprendere i servizi al pubblico, seb- bene in spazi angusti e ancora provvisori.

Con ogni probabilità (ma non possiamo saperlo con certezza, nel momento in cui chiudiamo questo numero) grazie a interventi ulteriori di sanificazione, imbiancatura e quant’altro, dal 15 dicembre gli spazi saranno interamente ripristinati.

Da sinistra a destra: Orazio D'Andrea, Giancarlo Monici e Claudio Veneziano.

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P ESCHIERA B ORROMEO

D ECORO URBANO A

P ESCHIERA B ORROMEO

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Quando visitiamo la home page del sito del Comune di Peschiera Borromeo, vediamo – in bella mostra – un’icona titolata

“Decoro urbano”; di che cosa si tratta? Lo chiediamo in questa intervista a Marco Righini, assessore con delega ai Lavori pubblici, Manutenzioni, Innovazione tecnologica, Pubblica istruzione e Commercio.

Quando apriamo la pagina

“Decoro urbano” vediamo una mappa del nostro territorio e tre banner che riportano rispettiva- mente le scritte “Risolte”, “In carico”, “Totali”; di che cosa si tratta?

Si tratta dello strumento che con- sente ad ogni cittadino, che abbia creato un account (attraverso il quale è possibile scaricare gra- tuitamente l’idonea applicazio- ne), di fare una segnalazione relativa a guasti, rotture, malfun- zionamenti relativi all’ambiente cittadino, anche allegando la foto e una breve descrizione del danno o del problema che si segnala.

La segnalazione è immediata?

No, le segnalazioni una volta formulate, sono prese in carico dalla società (Majora Labs Srl) che detiene la piattaforma e la mette gratuitamente a disposi- zione dei Comuni interessati.

Questa società “modera” la richieste in modo tale da verifi- care la coerenza e la veridicità delle segnalazioni stesse (evitan- do il rischio delle “bufale”) ma,

soprattutto, evitando la creazio- ne di doppioni (come per esem- pio, lo stesso guasto segnalato da due utenti diversi). Una volta approvata la segnalazione, que- sta viene inviata (via mail) agli uffici che noi abbiamo indivi- duato quali competenti: Lavori pubblici / Ecologia / Polizia locale. Tutte le segnalazioni sono anche inviate all’Ufficio Relazioni con il Pubblico (URP) che svolge la funzione di “con- trollore” del corretto seguito della segnalazione.

Poi cosa succede?

Il reparto competente riceve la mail, entra nella piattaforma

“Decoro urbano”, prende in cari- co la segnalazione e compila una nota di risposta. Facciamo un esempio: arriva al servizio Lavori pubblici la segnalazione di un tombino rotto, l’ufficio verifica il guasto e compila la nota dove specifica (poniamo il caso) che il tombino verrà sosti- tuito a cura di Ami Acque entro la fine del mese. La segnalazio- ne non è risolta, però è presa in carico. All’utente che ha effet- tuato la segnalazione viene comunicata la presa in carico.

E in pratica?

Andiamo a vedere. [L’assessore Righini dal computer interroga la piattaforma per visionare l’iter procedurale di alcune segnala- zioni. Dopo aver verificato un paio di “segnalazioni in carico”

che non hanno la nota di rispo- sta, ne apre una terza che contie- ne una nota di risposta esaustiva

e indica anche il termine tempora- le entro il quale sarà effettuato il ripristino (si trat- tava di una buca).]

Ma se ci sono delle segnalazio- ni senza risposta, la cosa non va bene…

Infatti, si tratta di un aspetto che chiarirò subito con gli uffici interessati e con l’URP che ha proprio il ruolo di verificare la

“corretta risposta” ad ogni segnalazione.

La cosa che ci interessava di più era proprio esplorare la funzionalità di questo nuovo servizio, in poche parole se si trattasse di un’operazione di immagine o se avesse sostanza utile a migliorare la qualità, il decoro dell’ambiente cittadino.

Secondo me ci sono innegabili vantaggi in questo servizio: io riesco a “vedere” se gli uffici operano correttamente, rispon- dendo alle segnalazioni e risol- vendole secondo una scala di priorità (l’interrogazione di prima ha reso subito evidenti due “falle” che in tempi e con strumenti diversi non avrei pro- babilmente mai individuato), perché l’aspetto più importante di questo servizio è la “tracciabi- lità” del feed back fra il cittadi- no e l’ufficio di riferimento.

Da quando è attivo questo ser- vizio?

Per il momento il servizio è stato

avviato in fase sperimentale, anche perché dovremo verifica- re come questa piattaforma si interfaccerà con il S.I.C.

(Sistema Informativo Comunale) che prevede appositi moduli dedicati agli interventi di manutenzione. Un conto è gestire lo strumento così, altro è inserire questi dati, queste segnalazioni, in un sistema informativo più complesso per poter programmare le opere pubbliche, la manutenzione e il budget da mettere a disposizio- ne. Siamo quindi ora in una fase di test, non tanto sul versante degli utenti – dato che le segna- lazioni crescono il modo espo- nenziale – quanto sul versante dell’organizzazione degli uffici e su come questi sanno/sapran- no rispondere in modo efficace alle richieste che “Decoro urba- no” trasmette.

Un’ultima curiosità: mentre consultiamo la pagina “Decoro urbano” vediamo che ci sono 15 segnalazioni risolte, 85 in carico per un totale di 101 segnalazioni… Ma 15 + 85 non fa 100?

L’arcano è presto svelato: la

“segnalazione che balla” è quel- la che ho fatto io, per prova, quando il sistema non era anco- ra attivo e sulla quale non è pos- sibile intervenire.

Una nuova applicazione consente al cittadino di segnalare guasti, rotture, malfunzionamenti.

Intervista all’assessore Righini su come funziona il servizio

B ENVENUTO S EGRETARIO

Peschiera Borromeo

ha un nuovo Segretario comunale, la dottoressa Maria Luisa Abbate

“Il segretario comunale e provincia- le svolge compiti di collaborazione e funzioni di assistenza giuridico- amministrativa nei confronti degli organi dell’ente in ordine alla con- formità dell’azione amministrativa alle leggi, allo statuto ed ai regola- menti”.

Così esordisce l’articolo 97 del Decreto legislativo n. 267 del 2000 (più conosciuto come Testo Unico degli Enti Locali) e tratteggia in modo – a dire il vero in modo un po’

vago e burocratico – le caratteristi- che e le funzioni del Segretario comunale (o Segretario generale, a seconda della carriera condotta e delle dimensioni dell’ente in cui svolge servizio).

Il Segretario comunale e provinciale è figura storica del nostro ordina- mento e si può dire che è quella che in assoluto, più di ogni altra, nella storia della burocrazia italiana, riflette i processi di trasformazione delle forme di stato e di governo e spiega l’evoluzione del rapporto tra politica e amministrazione.

Senza scomodare antenati di grande rilievo – ricordiamo che Niccolò Machiavelli fu Segretario della Seconda Cancelleria della Repubblica di Firenze – la “moder- na” figura del Segretario comunale nasce con una legge del Regno d’Italia: la legge N. 2248 del 1865 che, tratteggiando il “modello tipo”

del Comune nei suoi organi di governo (Consiglio, Sindaco e Giunta), individua come necessaria e irrinunciabile la figura del Segretario comunale quale “impie- gato dell’ente locale”.

Sarà nel 1928 che questa figura subi- sce la prima trasformazione, da

“dipendente del Municipio a dipen- dente dello Stato”, in quella visione – tipica del ventennio fascista – che vede il prevalere della Amministrazione centrale e la compressione delle auto- nomie locali a garanzia dell’allora vigente sistema podestarile.

La vera svolta si registrerà però nel 1990 quando – con la legge quadro n. 142 che regola l’ordinamento di Province e Comuni – il Segretario vede confermata la sua veste di fun- zionario statale iscritto in apposito Albo (Albo Nazionale dei Segretari Comunali e Provinciali), ma soprat- tutto viene individuato come sogget- to di vertice preposto alla sovrinten- denza dell’intera attività gestionale e alla garanzia dell’imparzialità e del- l’efficienza dell’azione amministra- tiva.

Un compito, come si può bene vede- re, non di poco conto, che dal 3 novembre 2014 è ricoperto – nel Comune di Peschiera Borromeo – dalla dottoressa Maria Luisa Abbate (che ha sostituito il precedente titola- re, dottor Diego Carlino) e alla quale giungono i nostri auguri di buon lavoro.

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n° 12 - Anno II - dicembre 2014 M EDIGLIA

Non vogliamo certo fare il verso al romanzo di C.E. Gadda, ma in via Risorgimento (dove si trova la Sala consiliare del Comune di Mediglia) fra il 26 e il 29 novembre, è accadu- to veramente un brutto pasticcio.

I fatti sono ormai noti a tutti e “l’in- ghippo” ruota attorno a due temi: chi è il Presidente del Consiglio e i tempi stretti per approvare l’assesta- mento (o il riequilibrio) di Bilancio, che la legge vuole si adotti entro il termine ultimo del 30 novembre (pena il commissariamento dell’ente).

Nel Comune di Mediglia (che conta un numero di abitanti inferiore a 15.000), come accade in molti Comuni di analoghe dimensioni, la figura del Sindaco e del Presidente del Consiglio comunale potrebbero coincidere ma, sia lo Statuto comu- nale che il Regolamento dello stesso consiglio prevedono espressamente la figura distinta e autonoma (tenete a mente quest’ultima parola) del Presidente del Consiglio.

Fino a poco tempo fa questo ruolo era ricoperto dal consigliere Elisa Baeli ma, dopo le dimissioni dell’Assessore Cocucci e il super- rimpasto voluto dal Sindaco Bianchi, la nostra Elisa si è ritrovata, nel giro di un quarto d’ora, Presidente in carica e Assessore in pectore (con deleghe a Formazione, Lavoro, Sanità e Politiche sociali).

Ma torniamo all’infuocato Consiglio del 26 novembre che ha assistito, fra l’altro, all’abbandono dell’aula da parte di tutta la minoranza consilia- re, per i motivi che andiamo ad illu- strare.

Devono sapere i nostri affezionati lettori che l’art. 3 del Regolamento del Consiglio comunale tratteggia e definisce, senza rischio di dubbio, quale debba essere la funzione del Presidente del Consiglio: “Il Presidente, attraverso le competenze e le funzioni assegnategli dall’art. 27 dello Statuto, rappresenta l’intero Consiglio comunale, ne tutela la dignità del ruolo ed assicura l'eserci- zio delle funzioni allo stesso attribui- te dalla legge e dallo Statuto”.

Il Presidente è, o dovrebbe essere, quella figura super-partes che assi- cura pari dignità ad ogni consigliere comunale e, nello stesso tempo, garantisce la trasparenza, la legitti- mità e l’imparzialità per quanto attiene il dibattito e le decisioni del Consiglio che presiede. Una sorta di incorrutibile giudice che, pur prove- nendo da una precisa squadra, dismette la maglia e si erige ad arbi- tro “sopra le parti” (non a caso e in forza di questa prerogativa il ruolo di Presidente del Consiglio è assegna- to, in molti Comuni, ad un consiglie- re di minoranza).

Arriviamo così al 26 novembre ed Elisa Baeli, che nel frattempo è stata nominata Assessore, si trova ad occupare ancora, e in quel

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Cronaca, minuto per minuto, di quanto successo a Mediglia, nel Palazzo comunale: davvero un gran pasticcio…

Consiglio, il ruolo di Presidente; e se questa sera dovessimo trattare sotto la Presidenza Baeli una questione legata all’Assessorato Baeli – obiet- ta la minoranza – chi funge da garante?

Nessuno, è la risposta più ovvia dato che Elisa Baeli non ha dato le dimis- sioni dalla carica di Presidente, ha deciso cioè di

svolgere il dop- pio – e incom- patibile – ruolo di arbitro e centravanti della squadra che gioca in casa.

Fino a questo punto niente di nuovo, si tratta della solità visione della democrazia declinata dal S i n d a c o Bianchi: non rappresentanza piena, costrut-

tiva e paritaria delle diverse compo- nenti, ma la fastidiosa presenza di qualche voce (tiepidamente) disso- nante, in un coro di ordinati soldati- ni che – come vedremo più avanti – sono pronti ad assumere cariche, dimettersi, alzarsi, sedersi, parlare o tacere ad una semplice occhiata del Divo Cesare (leggi Sindaco Bianchi).

Ma veniamo al pasticcio e ripropo- niamo al nostro paziente lettore gli higtlights di quelle concitate giornate.

26 novembre 2014

Ore 21:05 – Non ci stiamo, grida la minoranza, spegateci cosa ci fa la Baeli seduta sulla sedia del Presidente;

Ore 21:06 – Elisa Baeli sbianca, guarda il Sindaco che guarda il segretario Comunale che guarda prima le scarpe e poi il soffitto;

Ore 21:20 – Elisa Baeli prende il coraggio con una mano e con l’altra impugna la penna, per scrivere e ras- segnare, seduta stante, le proprie dimissioni dalla carica di Presidente;

Ore 21:23 – Le dimissioni sono consegnate nelle mani del Segretario comunale che prima si ferma ad osservare il retro bianco della pagina e non capisce, poi gira il foglio, legge e ne prende atto;

Ore 21:35 – Adesso, oh brutti pastic- cioni, se non convocate un altro Consiglio per eleggere il nuovo Presidente noi abbandoniamo l’aula – minaccia la minoranza;

Ore 22:10 – Il Sindaco Bianchi dopo essersi consultato con il Segretario comunale fa inserire, nell’ordine del giorno del Consiglio in corso, l’ele- zione del nuovo Presidente;

Ore 22:15 – Qui ci state prendendo per il (bip), noi ce ne andiamo; e la

minoranza abbandona l’aula;

Ore 22:16 – I consiglieri di maggio- ranza, visto che intorno al tavolo c’è più spazio, risistemano le sedie per stare un po’ più comodi;

Ore 22:20 – Il Sindaco assume la presidenza del Consiglio fra le acclamazioni del pubblico che si alza e grida all’unisono “Ave Cesare morituri te salutant”;

Ore 22:25 – Si proce- de all’ele- zione del n u o v o Presidente

e dopo

approfon- dita discus- sione, che dura 6 s e c o n d i , viene eletta R o s i Simone;

Ore 22:30 – il neo Presidente Rosi Simone, visibilmente commos- sa, ringrazia e con un breve discorso d’insediamento s’impegna per la pace nel mondo e l’utilizzo delle energie alternative;

Ore 22:40 – Si procede all’elezione del Vice-Presidente: questa carica è assegnata al consigliere Maurizio Tarenzi (ma non era già Assessore anche lui?);

Ore 22:41 – Maurizio Tarenzi, visi- bilmente indifferente, non fa nean- che una piega;

Ore 22:42 – Ohh – dice il Sindaco Bianchi – adesso il Consiglio può continuare e in 17 minuti vengono approvati tutti i punti all’ordine del giorno compreso l’assestamento di Bilancio.

Si sa, la notte porta consiglio. La notte del Sindaco Bianchi deve esse- re stata insonne perché di prima mat- tina – raccontano alcuni – afferra il telefono e chiama il legale di fiducia per spiegargli cosa è successo.

“Ma siete matti? – immaginiamo qui cosa possa aver risposto il legale – avete fatto un casino che ne basta la metà! Se invece di fare le parole cro- ciate imparaste a leggere i “vostri”

regolamenti evitereste un sacco di guai. Ma lo sapete che prima di inse- rire nell’ordine del giorno del Consiglio un punto che preveda discussione e votazione, dovete con- vocare la Conferenza dei Capi grup- po? Sapete che tutti gli atti che avete adottato nel Consiglio comunale del 26 novembre sono viziati e annulla- bili?”

Oh cappero – pensa il Sindaco Bianchi – qui bisogna correre ai ripari!

28 Novembre 2014

P AZZO , P EZZO , P OZZO , P UZZO ...

P(?) ZZO ?

(non abbiamo certezza sugli orari, ma supponiamo sia andata così) Ore 10:30 – Sono convocati d’ur- genza in Comune sia il Presidente Rosi Simone che il Vice-Presidente Maurizio Tarenzi per rassegnare le proprie dimissioni (dopo Umberto II

“Re di maggio” i due passeranno alla storia come “cariche pubbliche” in assoluto più brevi);

Ore 11:00 – Il Sindaco convoca per il giorno dopo una seduta del Consiglio comunale con procedura d’urgenza; l’ordine del giorno preve- de: l’annullamento in auto-tutela (si dice così quando hai fatto una cap- pellata e vuoi rimediare) di tutto quanto deliberato nella seduta del 26/11 e l’assestamento di Bilancio.

29 Novembre 2014

Ore 19:00 – Prendiamo atto delle dimissioni di Simone e Tarenzi, ma contestiamo che la presidenza di questa seduta sia assunta dal Sindaco – dice la minoranza;

Ore 19:30 – Il Sindaco replica “Va bene, allora la presidenza può essere assunta dal Consigliere anziano (quello che ha preso più voti alle ele- zioni) cioè da Nunzio Coscia, che è anche componente della minoranza”;

Ore 19:40 – No, no, no – replica la minoranza – noi vogliamo che venga convocato un Consiglio comunale per il 30 novembre per eleggere le nuove cariche e approvare l’assesta- mento di Bilancio, quindi ora ce ne andiamo e ci rivolgeremo al Prefetto;

Ore 20:00 – Va beh – replica il Sindaco dopo aver consultato il Segretario comunale che intanto era cambiato – andatevene pure, io con- tinuo i lavori del Consiglio comuna- le.E quei lavori sono proseguiti con l’annullamento di tutti gli atti appro- vati nel Consiglio precedente e l’ap- provazione dell’assestamento di Bilancio. Il Sindaco ha quindi scritto una memoria al Prefetto di Milano, chiedendo di essere ricevuto ed ascoltato.

Seppure in tono ironico e scanzona- to abbiamo cercato di raccontare gli ultimi avvenimenti, dai quali emerge (lato maggioranza) tutta la tristezza di una profonda incapacità gestiona- le e (lato minoranza, o meglio quella minoranza più “recente” che fino a ieri era maggioranza) il sottile gioco che conduce al commissariamento dell’ente per arrivare, in tempi brevi, a nuove elezioni.

Non siamo cultori della materia e non sappiamo se il Consiglio comu- nale del 29/11 sia valido, non sappia- mo neppure quale sarà la posizione che assumerà il Prefetto di Milano, sappiamo solo che se queste sono le figure chiamate a governarci non resta che ripetere (come abbiamo già fatto in passato) “Poveri noi!”

Il Malatesta

Q UER P ASTICCIACCIO BRUTTO DE VIA R ISORGIMENTO

Qualche domanda sugli odori a Robbiano

e Bellaria

Ce n’eravamo occupati questa esta- te quando numerose segnalazioni erano giunte al nostro periodico e allorché, complici le finestre aperte, nulla poteva trattenere l’odore che si diffondeva per l’intera frazione di Robbiano e Bellaria (a seconda della direzione del vento).

Sembrava che la cosa si fosse esau- rita lì, ma alle 19.30 di domenica 16 novembre l’odore... è ricomparso!

Si tratta del solito fastidioso odore che evoca il lavoro delle nostre nonne allorché, sulla fiamma viva del camino, “strinavano” le galline.

Per chi non è lombardo di nascita e/o di origine, è opportuno specifi- care che il verbo meneghino “stri- nàa” indica l’operazione con cui, dopo averlo opportunamente spiu- mato, si passa il volatile di turno sulla fiamma viva per eliminare/bru- ciare le piumette e i peli residui.

Ecco, questo è l’odore che abbiamo ripreso a percepire nelle nostre fra- zioni: quello di pollo bruciato.

E allora sorgono spontanee due domande:

1. Dove sono i polli?

2. Ma, soprattutto, quanti polli al giorno “cucina” il nostro scono- sciuto “inquinatore” per produrre un puzzo così persistente e in larga scala?

Ecco due quesiti ai quali potrà rispondere qualche nostro fantasio- so lettore oppure – perché no? – la nostra Giunta comunale.

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A LIMENTAZIONE E S ALUTE

C HIRURGIA PLASTICA SOTTO L ' ALBERO

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Di cosa stiamo parlando? Stiamo parlando dell'aumento di richiesta di "aiutini" al chirurgo plastico nel periodo natalizio.

Ma chi sono le persone che decido- no proprio ora di richiedere questi

"ritocchini"?

Sono principalmente donne giova- ni, non ancora mamme, che deci- dono di concedersi un piccolo regalo per sé stesse, magari che contribuisca a fare iniziare meglio l'anno nuovo.

Ci sono anche madri di famiglia che chiedono al partner quel regalo che in altre situazioni non avrebbe- ro il coraggio di proporre, magari per alleviare i segni dello stress di un intero anno passato tra lavoro e figli.

E non da ultime, anche amiche che decidono di regalarsi a vicenda una

"visita" dal chirurgo, grazie a una confidenza che solo un'altra donna sa dare, potendole chiedere consi- gli, opinioni e – perché no – con cui decidere di sottoporsi insieme a quel ritocchino.

Non parliamo a caso di "ritocchi- no"... Nel periodo, natalizio, infatti sono molto in voga quei piccoli aiuti spesso più di pertinenza della medicina estetica che della chirur- gia plastica, anche per non rovinar- si le tante agognate vacanze con la convalescenza di un grosso inter- vento. La maggior parte dell'atten- zione delle pazienti si concentra sul viso, in genere con richieste tanto più "invasive" quanto più si va avanti con l'età.

Sebbene possa sembrare uno spre- co, un inutile vezzo, un controsen- so in una società in crisi come la nostra, cosa c'è di male nel pensare una volta a sé stessi in un mondo

così consumistico?

In Natali così materialisti come quelli del secolo in corso, caratte- rizzati da regali spesso sgraditi, che vengono in breve riciclati, dimenti- cati o eliminati, cosa c'è di male nel decidere di fare qualche cosa per sé, qualche cosa che ci garantisca un po' di freschezza in più e che davvero "lasci un segno"?

G. C.

Ci eravamo lasciati, in questa breve storia della Trattoria dei Cacciatori di San Bovio, par- lando di Mario e Albina Temporali. Ora è venuto il momento di parlare dei loro figli che, a partire dagli anni Ottanta, sono entrati a pieno titolo nella conduzione del ristorante.

Ha cominciato Anna, che ha lasciato la facoltà di Lingue all’Università Statale di Milano (dopo aver frequentato il mitico Collegio delle fanciulle di Via Passione a Milano) per dare una mano ai genitori. Poi, due anni dopo, è arrivata anche Patrizia (stesso percorso…), e poi Guido che ha riposto nel casset- to il suo brevetto di pilota eli- cotterista e per aerei Cessna (e anche la parentesi americana, a Dallas…). Quanto a Titti, la più piccola, ha pensato che tre bastassero…

E così sono arrivati loro… e molto è cambiato. Strategica è stata, per esempio, la riduzione dei coperti, una scelta sofferta, e contrastata, ma rivelatasi poi vincente, specie di questi tempi. D’altronde, la riduzione in quantità si è accompagnata a una crescita di qualità. Si è pun- tato sulla cura del servizio, sulla stagionalità dei cibi pro- posti, sulla ricchezza della can- tina e quindi della carta dei vini, così come sull’ambiente:

Anna, Patrizia e Guido

della Trattoria dei Cacciatori di San Bovio:

“I NOSTRI CLIENTI SONO I MIGLIORI DEL MONDO !”

lo spazio all’aperto dietro il ristorante, per esempio, è stato ridisegnato nella bella veranda vetrata che possiamo ammirare oggi.

Naturalmente, tutto questo è avvenuto nel segno della conti- nuità: i piatti tradizionali (pen- siamo al pollo alla diavola, agli arrosti, alla trippa, alla cassoeu- la…) sono stati mantenuti, ma valorizzati, e le mani di Anna hanno dato corso alla pasticce- ria fatta in casa, a quei deliziosi dessert con i quali i clienti si congedano dal ristorante.

Impossibile poi non citare il cugino Franco, lo chef: altro percorso straordinario… inizia a lavorare ai Cacciatori da bam- bino e finisce (dopo la scuola alberghiera Vespucci) per dive- nire appunto chef e guidare lo staff in cucina.

Ma tutti questi “ingredienti”

non sarebbero bastati se non ci fossero loro, o meglio noi, i clienti: “Abbiamo i migliori clienti del mondo” dicono all’unisono Anna, Patrizia e Guido. Clienti fedeli, affeziona- ti, che diventano amici, che non lesinano all’occorrenza un sug- gerimento, un consiglio. Che con le loro presenze creano quell’ambiente, quell’atmosfe- ra per cui ogni pranzo o cena dai Cacciatori è una festa. E noi peschieresi siam contenti così…

LONGHIGNANA Via Trieste, 2 - Tel. 02 75.31.154

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R OBERTO G RADELLA

Sembra assurdo, sembra un paradosso della società moderna ed è certamente qualcosa che fa discutere e che divide l'opinione pubblica,

ma è la realtà, e in quanto tale desideriamo raccontarvela,

magari tramite il suo lato più leggero e interessante.

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I L R OTARY C LUB A DDA B ORROMEO

E LA NASCITA DI UN PROGETTO

UMANITARIO PER COMBATTERE LA MALARIA

n° 12 - Anno II - dicembre 2014 S ALUTE 7

E

MERGENZE

POLIZIA LOCALE:

• Comando di Peschiera B.

Via Carducci 14 - Tel. 02.5475192

• Comando di Mediglia Via Martiri della Libertà 32 Tel. 02.9066241

N° UNICO EMERGENZA: 112 POLIZIA DI STATO: 113

POLIZIA STRADALE: 02 5270222 CORPO FORESTALE: 1515 GUARDIA DI FINANZA: 117

SOCCORSO SANITARIO: 118 GUARDIA MEDICA

ASL M12 di Melegnano Tel. 848 800 804 CARABINIERI:

• San Donato - Tel. 02 55611100

• Peschiera B.- Tel. 02 55302278

• San Giuliano Tel. 02 9848325 VIGILI DEL FUOCO: 115 fusione in Africa ed è partico-

larmente critica per i bambini.

Le statistiche dicono che, mediamente, la malaria uccide un bambino africano ogni 30 secondi. L’infezione malarica, in effetti, è una “infestazione”

in quanto, con la sua puntura, la zanzara anofele, e più precisa- mente la femmina infetta, biso- gnosa di sangue umano per deporre le uova riproduttive, inietta il parassita (il Plasmodium falciparum) nel sangue dell’ospite umano.

Attraverso i vari stadi evolutivi, il parassita arriva ad infettare il fegato e i globuli rossi, per poi evolversi nella forma finale che è quella che riapre il ciclo infet- tivo in quanto è in grado di

infettare a sua volta una zanza- ra quando quest'ultima pungerà il soggetto infestato.

I sintomi della malaria appaio- no 9-14 giorni dopo la puntura della zanzara infetta e sono simili, inizialmente, a quelli di Il Rotary Club Adda Borromeo

ha dato vita a un progetto uma- nitario di grande interesse e dagli sviluppi potenzialmente straordinari.

Un suo socio, Vincenzo Bruno, ha avviato un’intensa collabo- razione con un’azienda del Canton Ticino (la Periso), che opera nel settore dello sfrutta- mento del potenziale dei campi magnetici e che – mettendo a frutto tali competenze – ha bre- vettato un sistema per curare la malaria.

Si tratta di un sistema assoluta- mente unico e, soprattutto, alta- mente innovativo in quanto è il solo conosciuto che sia in grado di consentire una rapida e totale guarigione da questa terribile infestazione, senza effetti colla- terali e senza l’uso di farmaci.

Il sistema è stato denominato PK, le cui lettere stanno per

“plasmodium killer”, cioè un sistema che uccide il parassita responsabile della malattia (per l’appunto, il Plasmodium falci- parum).

L'iniziativa, se manterrà le pre- messe che il dispositivo della Periso ha già mostrato nelle prime applicazioni, potrà avere una valenza mondiale.

Che cos’è la malaria

Già il nome dice molto: malaria deriva infatti da “mala aria”, cioè aria cattiva; si riteneva, infatti, che la malattia fosse provocata dalle maleodoranti esalazioni delle paludi. La malaria, si è scoperto successi- vamente, è un’infezione, poten- zialmente mortale, trasmessa dalla zanzara anofele che vive in molte regioni calde e paludo- se del globo.

L’infezione ha la massima dif-

una forte influenza: febbre, emicrania, vomito.

Se mancano i farmaci per ini- ziare prontamente il trattamen- to, oppure il parassita si dimo- stra resistente ad essi, l'infesta- zione malarica può progredire rapidamente fino a minacciare la vita stessa del paziente, che può essere ucciso o dall’anemia (il Plasmodium distrugge i glo- buli rossi), oppure dall’intasa- mento dei capillari che portano sangue al cervello o ad altri orga- ni vitali.

La malaria ancora oggi è una malattia molto diffusa.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) valuta in 243 milioni i nuovi casi ogni anno, con quasi 1 milione di morti.

Il sistema Periso

Nel loro meticoloso lavoro di ricerca, gli specialisti della Periso – partendo dalla cono- scenza che all'interno dell'orga- nismo del Plasmodium sono presenti elementi ferromagneti-

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A fianco, l’avvocato Walter Felice, presidente del Rotary Club Adda Borromeo.

Sotto, Vincenzo Bruno con il medico senegalese incaricato della

sperimentazione sul posto.

Il Rotary Club ADDA Borromeo è un piccolo club composto da imprenditori e professionisti del nostro territorio.

Presidente è l’avvocato Walter Felice (nella foto sopra a destra). Lo scopo del Rotary è quello di aiutare il prossimo sia attraverso progetti internazionali, come quello sulla malaria presentato in questo articolo,  sia – e soprattutto – attraverso una serie di iniziative locali che mirano a colma- re esigenze immediate.

Poche settimane fa, per esempio, si è tenuta una serata per la raccolta fondi al fine di dotare una scuola media e un’as- sociazione sportiva della zona di un defibrillatore portatile.

ci – sono giunti alla conclusio- ne che questi possono essere influenzati da un campo magnetico di appropriata inten- sità.

A tale scopo, hanno creato un dispositivo in grado di generare un campo magnetico che agisce sul parassita fino a causarne la morte. Il paziente viene posto all'interno di una struttura (una sorta di gabbia) che produce il campo magnetico e il parassita muore.

Sono sufficienti tre sedute, anche con la malattia allo stadio più avanzato, per guarire, e senza uso di farmaci.

Dai primi test effettuati è emer- so che nessun paziente, sotto- posto a terapia, è risultato posi- tivo al nono giorno corrispon- dente alla terza seduta di un'ora ciascuna.

Per la sperimentazione del sistema è stato scelto il Senegal, un Paese in cui la malaria è presente in tutto il ter- ritorio ed è una delle maggiori cause di mortalità.

Inutile dire che il progetto del Rotary Club Adda Borromeo per curare la malaria è approda- to in Senegal dopo molti osta- coli burocratici che ne hanno rallentato la spedizione: un per- corso laborioso e accidentato.

Ma il socio Vincenzo Bruno, con pazienza, impegno, tenacia,

grande professionalità e buona propensione ai rapporti diplo- matici, ne ha avuto ragione e il progetto sta per iniziare questa avventura scientifico-umanitaria.

Per l'occasione, è stata organiz- zata una trasmissione radiotele- visiva per divulgare in tutto il Senegal che è disponibile il sistema per combattere la mala- ria, al quale, gratuitamente, tutti i malati senegalesi potranno sot- toporsi.

Vincenzo Bruno e Aldo Volo, direttore tecnico della Periso, hanno installato e collaudato il sistema, che ha dimostrato per- fetta funzionalità suscitando l'entusiasmo fra tutto lo staff medico.

La terapia, secondo protocollo, sarà gestita dal medico al quale è stato consegnato il sistema e sarà continuamente monitorata.

Ora si confida sul buon esito dei test che, condotti da personale medico altamente qualificato, saranno fondamentali per passa- re alla fase operativa su scala mondiale.

Al Rotary Club Adda Borromeo il nostro ringraziamento e l’au- gurio che il metodo possa presto superare tutti i test per la sua validazione e rivelarsi così uno straordinario strumento per la cura di questa malattia.

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I NOSTRI AMICI A NIMALI

Il nostro ultimo articolo, che parlava delle abilità dei cani nell’individuare attraverso il fiuto particolari patologie, ha scatenato una marea di com- menti positivi e la richiesta di approfondire l’argomento.

Così piacevolmente sollecitati, ci occupiamo in questo numero dei cani che fiutano il cancro.

Il responsabile del Centro di Patologia prostatica dell’Istituto Humanitas di Milano , dottor Gianluigi Taverna (nella foto in alto), ha recentemente dichiara- to a Panorama che uno studio condotto dal suo staff “ha dimostrato che i cani, opportu- namente scelti e addestrati, rie- scono a riconoscere uno speci- fico tumore della prostata con una sensibilità di oltre il 98%”.

Dallo studio si evince che que- sta capacità di individuare il tumore è completamente indi- pendente rispetto alle dimen- sioni e allo stadio dello stesso, dall’età del paziente e dai valo- ri del PSA (l’antigene prostati- co specifico che misurato nel sangue funziona da marker per la diagnosi precoce del tumore della prostata).

I risultati di questo studio sono stati resi pubblici al Congresso Nazionale dell’Associazione Urologi Italiani e il relatore ha pubblicamente reso merito ai soggetti che hanno svolto un lungo lavoro scientifico, e cioè il Centro di Patologia prostatica presso l’Humanitas e il Centro Militare Veterinario di Grosseto

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A MICI CANI : FIUTO BATTE TUMORE !

col patrocinio dello Stato Maggiore della Difesa.

Il progetto ha visto il coinvolgi- mento di 902 persone, tra sog- getti sani e soggetti affetti da tumore della prostata di diversa aggressività: tutti i partecipanti, o meglio le loro urine, sono state sottoposte all’esame approfondito del fiuto canino.

A questo punto credo che tutti noi siamo incuriositi e vorrem- mo sapere come intervengono i cani. Bene, intanto occorre pre- cisare che si tratta di pastori tedeschi in forza, come si è detto, al Centro Militare Veterinario di Grosseto; si chia- mano Liù e Zoe, e sono due femmine addestrate per indivi- duare esplosivi in zone di guer- re e ora riaddestrate per questo esperimento sulla diagnosi del tumore alla prostata. In una stanza sono stati posti sei conte- nitori, in ognuno dei quali è stato inserito un batuffolo di cotone idrofilo bagnato di urina, cinque appartenenti a soggetti sani e uno solo a un soggetto malato. Sia Liù che Zoe, dopo aver fatto un giro e annusato tutti i contenitori, si sono sedute di fronte a quello

“incriminato”.

Per i due cani una carezza e un biscotto, per tutti noi di nuovo le parole del dottor Taverna: “In linea di principio, in un centro diagnostico dotato di esperti cinofili, due cani potrebbero fare diagnosi per 80 pazienti al giorno”.

Pensate quindi a quali sviluppi potrebbe avere questa pratica, sia per la tempestività delle risposte sia per la sicurezza, perché sembra dimostrato che non esista uno strumento dia- gnostico con una sensibilità paragonabile all’olfatto dei cani; gli attuali strumenti per la diagnosi sono molto meno effi-

cienti dei recettori canini.

Ovviamente, anche in questo caso, l’addestramento per arri- vare a questi risultati è lungo e faticoso e deve avere sia cani che addestratori in perfetta sin- tonia e con grande disponibilità.

Il Tenente Colonnello Lorenzo Tidu (veterinario ed etologo) ha il merito di avere convertito Liù e Zoe, addestrate a riconoscere esplosivi e droga (e già per que- sto meritevoli) a diventare

ricercatori scientifici e per dirlo con le parole del Colonnello: “il nostro scopo era insegnare a Liù e Zoe a riconoscere il com- posto organico del tumore ignorando altre sostanze che potessero interferire, come per esempio l’uso di sostanze stu- pefacenti”. In conclusione, il migliore amico dell’uomo è stato di compagnia, a difesa del gregge e del “padrone” per due secoli, poi si è evoluto, si è

occupato di valanghe, terremo- ti, droga, esplosivi, infine si è iscritto alla facoltà di Medicina e, come esperto di pet therapy, si occupa di anziani e bambini;

per arrivare ora ad essere ricer- catore e aiutarci nella lotta ai tumori. Noi li abbandoniamo, li chiudiamo in gabbie, li picchia- mo; vuoi vedere che i bastardi siamo noi?

Massimo Turci

Riferimenti

Documenti correlati

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