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Ri-generazione dello scalo ferroviario di Porta Genova Passeggiando con i cittadini

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Ri-generazione dello scalo ferroviario di Porta Genova Passeggiando con i cittadini

Milano, 19 febbraio 2017

 PROPOSTE PER UN PROCESSO CONDIVISO/PARTECIPATO

 PASSEGGIATE COME DIALOGO CIVICO CON I CITTADINI

 TAPPE DELLA PASSEGGIATA

1° tappa: nuova passerella ciclopedonale

2° tappa: casello ferroviario dismesso all’angolo tra via Savona e via Orseolo 3° tappa: stazione di Porta Genova

4° tappa: magazzini Ferroviari 5° tappa: alzaia del Naviglio Grande

6° tappa: uno sguardo verso lo scalo ferroviario di San Cristoforo

 SINTESI DELLE ATTESE E DELLE ESIGENZE PROPOSTE DAI CITTADINI

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ROPOSTE PER UN PROCESSO CONDIVISO

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PARTECIPATO

La qualità delle proposte e degli interventi sugli scali ferroviari o la loro capacità di influire e migliorare il contesto dipende dal processo partecipativo e dalla possibilità di influire sulle scelte finali. MUMI Ecomuseo Milano Sud si pone come soggetto che ha specifici interessi civici (partecipazione, aumento della conoscenza e della consapevolezza dei cittadini) e che promuove il confronto/dialogo tra la Municipalità 6 e gli stakeholders/cittadini che riusciremo a coinvolgere, con l’obbiettivo di: mettere in comune esperienze e competenze diverse; valutare e definire indirizzi condivisi; sostenere insieme ai vari tavoli istituzionali e comunali i temi ritenuti strategici.

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ASSEGGIATE COME DIALOGO CIVICO CON I CITTADINI

ECOMUSEOMILANOSUD con ITALIANOSTRA MILANO, PERIFERIEALCENTRO, BASE MILANO e con il patrocinio del MUNICIPIO 6 hanno promosso l’iniziativa ”passeggiata ri-generazione scali” con cittadini, associazioni ed esperti, allo scopo di iniziare un dialogo civico, dare informazioni, porsi delle domande e confrontare le singole valutazioni. Una riflessione itinerante per fare emergere esigenze, suggestioni e attese per la rigenerazione dello Scalo di Porta Genova, in continuità con un’iniziativa analoga realizzata nel Novembre 2016 nello scalo di San Cristoforo.

Tenendo conto del lavoro di ascolto del Politecnico per la trasformazione degli scali ( 2014) e approfondendo alcune azioni, già suggerite in quella fase di raccolta delle esigenze e delle idee in sede locale, il nostro gruppo di lavoro ha proposto ai partecipanti alla passeggiata alcuni temi di attenzione, illustrati nelle

“tappe “della nostra camminata.

Riteniamo che questo confronto civico su temi e possibili azioni per la ri-generazione dello scalo, definite con uno sguardo che “sale dai quartieri e dal territorio”, possa essere un contributo per i futuri criteri guida di appalti concorso annunciati dal Comune.

Tutti i partecipanti, insieme a noi, hanno condiviso l’idea di approfondire gli aspetti di pubblica utilità che tengano in considerazione e valorizzino l’identità paesaggistica, i caratteri identitari e sociali del più ampio contesto urbano con il quale gli scali si relazionano. Nei punti che seguono si riassume quanto illustrato durante la passeggiata e, nell’ultimo capitolo, le aspettative, i desideri e le suggestioni proposte dai partecipanti alla iniziativa.

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APPE DELLA PASSEGGIATA

 

1° tappa: la nuova passerella ciclopedonale

Il nostro incontro è iniziato sostando presso la nuova passerella ciclopedonale dello scalo di Porta Genova, recentemente realizzata da FS Sistemi Urbani per collegare via Bobbio e via Voghera e permettere ai cittadini ed ai residenti di spostarsi in breve tempo fra i due quartieri di Porta Genova e zona Tortona/Savona, a piedi o in bicicletta senza barriere architettoniche. In questo luogo è possibile avere un ampio sguardo sulla parte di sedime ferroviario (dalla stazione di porta Genova a via Tortona) già dismesso negli anni ‘30 del secolo scorso.

Anelisa Ricci ha introdotto lo scopo della passeggiata ricordando che lo scalo di Porta Genova è nel cuore della città e si incunea in un tessuto edilizio storico, mettendo in luce che la dismissione del tratto di ferrovia consentirà, attraverso una nuova permeabilità del sistema urbano, la connessione tra il quartiere Savona-Tortona (zona interessata dalla presenza annuale del «fuori salone del mobile», ricca di attività connesse alla moda e con insediamenti di pregio quali il nuovo museo delle culture MUDEC, l’ex Ansaldo, ora Base Milano e il museo Silos Armani) e l’area dei Navigli, un ambito già interessato da grandi trasformazioni urbane, economiche e sociali, (es.la riqualificazione della Darsena, spazio pubblico di grande fruizione di cittadini).

Abbiamo poi parlato della necessità di considerare insieme i due scali di Porta Genova e San Cristoforo, che pur nelle loro differenze di posizione, ruolo e potenzialità, sono parte di un unico sistema urbano cresciuto intorno all’acqua e alla ferrovia: il tema guida proposto è una riqualificazione complessiva che comprenda anche le aree pubbliche adiacenti agli scali.

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Questa idea ha orientato la proposta di Parco lineare del Naviglio Grande, inteso non come ‘corridoio lineare’

di connessione tra i due scali, ma come una opportunità per una vasta e unitaria riqualificazione progettuale - urbana e territoriale - del Sud Milano.

Ciò può avvenire “mettendo in rete” le risorse pubbliche o di uso pubblico esistenti e di nuova previsione e comporre in questo modo, un sistema di spazi aperti integrati al tessuto urbano percorso da tracciati ciclopedonali, che offra una fruizione pubblica continua da Porta Genova fino a San Cristoforo e collegare il cuore della città alla campagna agricola del Parco Sud e del Parco delle Risaie.

Questa ‘rete’, appoggiata sulla via Ludovico il Moro, sull’alzaia del Naviglio Grande, sul sedime ferroviario in dismissione e sulle aree a verde pubblico già esistenti, seppur frammentate, valorizza le caratteristiche specifiche di più ampie parti del territorio connesse al sedime dello scalo.

Mirko Mejetta ha raccontato ai cittadini come la riconversione degli scali debba tenere conto di una vocazione che ci viene da lontano e ha illustrato alcune soglie storiche della costruzione di Milano, partendo dalla geografia della città, al centro di un quadrilatero naturale: a nord e sud le Alpi e il Po, a ovest il Ticino e l’Olona, a est l’Adda e il Lambro.

Le prime mura romane attraversate nelle porte dalle grandi strade. La cerchia dei Navigli concepita come modernissima infrastruttura di trasporto delle merci, al servizio dell’industria di allora. La bastionatura spagnola aperta dal Piano Regolatore di Berruto, con le prime tracce di verde concepito come motore dell’espansione residenziale e collante dell’allora hinterland dei Corpi Santi. Il tracciato ferroviario disposto per l’industrializzazione del ‘900, fino alle circonvallazioni e alle tangenziali dell’attualità.

Milano conferma nel tempo la sua forma di costruzione, armata sempre come mezzo di distribuzione circolare e equanime delle merci e delle persone su tutto il territorio immediatamente interno ed esterno, mai come chiusura e blocco dello sviluppo. Sempre però attraversata da direttrici di lungo tragitto che la collegano con territori lontani, in tutte le direzioni.

Il piano di trasformazione a cui sono soggetti ora gli scali ferroviari dovrà tener conto di questa forma e di quest’uso, mantenendo in quei siti la vocazione di approdo di lunghe percorrenze e la facoltà generatrice sull’intorno urbano immediato.

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2° tappa: casello ferroviario dismesso all’angolo tra via Savona e via Orseolo

Umberto Vascelli Vallara (Italia Nostra) ha proposto di aprire l’area dello scalo verso il sistema di verde storico del Parco Solari, della Via Dezza e del Parco Pallavicino, infrastruttura verde nata negli anni ‘30 del secolo scorso sulle aree ferroviarie dismesse con la cancellazione dei tracciati ferroviari verso lo scalo Sempione.

Grande consenso ha avuto l’idea di mettere in relazione l’area dello scalo sul lato nord con il parco Solari. La ri-formazione di questo disegno potrebbe essere un’operazione culturalmente interessante e poco onerosa, perché propone una semplice apertura delle aree dello scalo su via Orseolo e la piantumazione sulla via di filari alberati, come segno percepibile di connessione“verde” con il Parco Solari

In via Tortona abbiamo poi discusso dei destini del muro di recinzione dello scalo: per il tratto lungo la via, manufatto storico di proprietà pubblica, si propone un intervento di risanamento con la creazione di nuovi varchi e connessioni con coni prospettici di qualità nel paesaggio urbano, sulla falsa riga di quanto già realizzato per la nuova passerella ciclopedonale a scavalco dello scalo.

Si è evidenziato però che ogni ipotesi che alteri l’integrità del muro deve comunque confrontarsi con il vincolo della Soprintendenza.

Altra ipotesi è proposta per i tratti di muro “non tutelato“ perché realizzato in momenti più recenti, come lungo via Ventimiglia all’altezza di via Bobbio: in questo caso si potrebbero valutare aperture più consistenti.  

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3° tappa: stazione di Porta Genova

Storia della Ferrovia e della stazione

Roberto Monelli (Associazione Museolab6) ricorda ai partecipanti la storia della linea ferroviaria.

La nuova ferrovia, che collegava Vigevano e Mortara alla stazione di Porta Genova fu inaugurata nel 1860. La stazione, con il nome di Milano Porta Ticinese, assunse la denominazione attuale nel 1873. Nasceva così il nuovo quartiere residenziale di Porta Genova sulla direttrice di via Vigevano in direzione della Darsena. La nuova ferrovia ha favorito l’insediamento, intorno a sé, di una sorta di moderno polo industriale: sull’ Alzaia Naviglio Grande, sulla Ripa Ticinese e sulle vie Tortona e Savona le nuove fabbriche insediate impegnavano un gran numero di pendolari provenienti dalle campagne e i contadini diventavano operai. Fortemente voluta e finanziata dalla nuova borghesia imprenditoriale la nuova ferrovia fu costruita per sfruttare le potenzialità del

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trasporto su rotaia oltre a quelle già esistenti delle acque navigabili dei Navigli. Ci sono ancora adesso tracce delle diramazioni delle rotaie che portavano direttamente le merci nelle fabbriche della CGE, della Riva Calzoni, della Osram, dell'Ansaldo, della Max Meyer, della Bisleri e della Richard Ginori a San Cristoforo. Accanto alla stazione venne costruito nel 1906 un ponte di ferro pedonale, a scavalco dello scalo ferroviario di Porta Genova, per lungo tempo unico collegamento tra Ia Zona Tortona e i Navigli e la Darsena (oggi sostituito dalla nuova passerella). Con le nuove politiche ferroviarie che portarono all'apertura della nuova e attuale Stazione Centrale, nel 1931 la tratta della cintura ferroviaria ovest che collegava lo scalo Sempione e il tratto della Milano-Vigevano, successivo alla stazione di Porta Genova, furono smantellati e la stazione trasformata da passante a stazione di testa.

Proposte per il futuro utilizzo della stazione di Porta Genova

Per il valore storico-testimoniale si propone la conservazione e la rigenerazione dell’edificio ipotizzando un uso pubblico del manufatto. Queste sono le prime ipotesi:

1. laboratorio per animazione culturale (eco-museo del territorio urbano di riferimento);

2. un “approdo turistico“ come interscambio della mobilità dolce a ridosso della stazione della MM2, che favorisca la fruizione ciclabile della alzaia del Naviglio Grande e la navigabilità del canale;

3. luogo di presidio per la sicurezza dell’ambito.

Nei progetti per la futura rigenerazione dello scalo di porta Genova e di San Cristoforo dovrebbe essere riservata una significativa attenzione alla “memoria” della ferrovia e al suo ruolo attivo nella vita di questa parte della città valorizzando anche il sedime dei binari con filari e aree alberate che, lungo l’area dello scalo, favoriscano le connessioni con il territorio circostante (es. con il parco Solari o con il MUDEC). Nel progetto del Parco lineare del Naviglio Grande la storia può essere richiamata con elementi evocativi quali “manufatti di inciampo“ per i futuri fruitori (come in note esperienze europee e USA).

Piazzale stazione Porta Genova

Appare evidente a tutti il degrado della piazza della stazione, non riqualificata all’entrata in esercizio della linea metropolitana 2 negli anni ’80.

E’ condivisa la necessità di riordinare il piazzale attraverso un progetto che lo riqualifichi come spazio pubblico, riorganizzando il traffico in superficie e valorizzando le preesistenze edilizie novecentesche circostanti, riconosciute come scene del paesaggio urbano.

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Permanenze esterne: cortine storiche, frontisti e margini

L’eventuale abbattimento del muro di recinzione per la parte non prospiciente l’Alzaia del Naviglio Grande pone il problema di rapporto con gli ambiti a confine, in particolare con il sistema delle cortine su via Ventimiglia e via Valenza che risvoltano sulle vie laterali, identificando comparti morfologicamente e dimensionalmente omogenei. Il piazzale della stazione Genova, dominata dal prospetto della stazione stessa, gioca il ruolo di cerniera formale verso la quale convergono le vie Ventimiglia, Colombo, Vigevano e Valenza con le loro cortine omogenee rappresentative del primo Novecento milanese. Via Valenza, per quanto incidentata da alcuni episodi dissonanti, presenta una sequenza di fronti storici che, ponendosi in continuità con le cortine prospettanti sull’Alzaia Naviglio Grande, partecipano a tale scenario paesaggistico di caratterizzazione prevalente di tutta l’area. Questo è il termine di confronto culturale di cui dovrà tenere conto ogni proposta di intervento privilegiando qualità e misura, ammaestrati dal senso di estraneità e di disordine formale che si percepisce in alcuni episodi smisurati incombenti sul contesto. Un tema da non trascurare riguarda i retri dei volumi edilizi o gli spazi liberi prevalentemente privati (aree verdi, strade, parcheggi) che si porrebbe per l’abbattimento del muro di confine. E’ da valutare una possibile integrazione di questi spazi con le aree dell’ex scalo “rigenerato”.

4° tappa: Magazzini Ferroviari

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Permanenze interne all’area magazzini

Al tema della memoria vanno associate anche alcune riflessioni relative alla permanenza di manufatti esistenti interni all’area dello scalo. Per i capannoni adiacenti alla stazione, già utilizzati temporaneamente come

“mercato metropolitano” nel periodo di Expo 2015, si pone la necessità di verificare la qualità di “archeologia ferroviaria” dei manufatti e la loro consistenza, ovvero se possano ospitare adeguate possibili funzioni o se, nel contesto progettuale e urbanistico complessivo, la loro demolizione possa essere motivata dalla complessiva rigenerazione dello scalo.

5° tappa: alzaia del Naviglio Grande

In questa tappa Jayme Fadda, Paolo Lubrano e Anelisa Ricci hanno aperto un dialogo con i cittadini su svariati temi che riguardano il rapporto percettivo con il Naviglio, le connessioni e i collegamenti tra i quartieri, la qualità e l’organizzazione dei nuovi volumi edilizi i cui indici sono in via di definizione, le questioni della mobilità e dei parcheggi. I punti trattati possono essere così riassunti:

Rapporto percettivo e funzionale tra lo spazio pubblico dello scalo e il Naviglio

Occorre valutare che la percentuale di superficie pubblica prevista dalla rigenerazione dello scalo ferroviario di Porta Genova non sia inferiore al 50% della Superficie Territoriale dell’ambito e, soprattutto, che sia prevista una collocazione prevalente di tale dotazione in prossimità del Naviglio Grande, in modo da contribuire al potenziamento dello spazio pubblico in prossimità del canale storico.

Relazione verde tra l’Alzaia del Naviglio Grande e il museo MUDEC

E’ proposta la formazione di un nuovo collegamento “verde”tra l‘Alzaia del Naviglio Grande, in corrispondenza del parcheggio dell’attività “Pisotti”, il museo MUDEC e la fermata Foppa della nuova MM4.

Relazione tra via Bergognone e il sistema dei parchi: connessione nord-sud

Per favorire la continuità dell’asse ottocentesco di via Bergognone e la connessione del quartiere Solari Tortona (Mudec, Base Ansaldo, Silos Armani, fermata Foppa M4 ecc) con il sistema dei parchi a sud (Baden Powel, ex Sieroterapico, ….): si potrebbe ipotizzare:

‐ un sovrappasso di carattere esclusivamente ciclo-pedonale per stabilire un’importante relazione con il parco Baden-Powell;

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‐ un sottopasso ciclopedonale di connessione con il ponte di via Valenza;

‐ di mantenere il semplice accesso a raso da via Bergognone al Naviglio; va infatti considerata l’esistenza del nuovo ponte sul canale all’altezza di via Lombardini.

Mix sociale per i nuovi volumi edilizi

Concordi i cittadini nel promuovere un progetto che preveda una utenza eterogenea, ovvero un ‘mix sociale’

coerente con le caratteristiche territoriali, storiche ed economiche dei luoghi coinvolti e concordi nel prevedere una quota di edilizia residenziale abitativa agevolata dotata di servizi adeguati.

Permeabilità e agibilità dello spazio pubblico

Un altro tema proposto è la qualificazione delle aree al piano terra degli insediamenti previsti, ovvero la promozione di un “progetto piano 0“ che abbia come duplice obiettivo l’incremento degli spazi pubblici e la porosità interna dei nuovi edifici, in modo tale da formare un sistema di spazi ”passanti” e continui, animati, sicuri e presidiati, che possano assicurare una permeabilità diffusa.

Attraverso opportune convenzioni pubblico/privato e al fine di ottenere una maggiore inclusione sociale si potrebbero prevedere, al piano terra, nuovi spazi per attività associative, ricreative e commerciali (piccole imprese artigianali), al fine di comporre un “laboratorio diffuso” auto organizzato anche nella realizzazione di iniziative ed eventi pubblici.

  Progetto pilota di ‘Social cohousing’

E’ stato proposto un progetto pilota di “social cohousing”, innovativa tipologia abitativa che prevede la condivisione di spazi e servizi comuni: un forte presidio sociale sul territorio e un’opportunità per facilitare il mix sociale e l’integrazione tra generazioni.

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Fruizione continua degli spazi nella giornata (diurna e notturna)

Per migliorare la qualità abitativa complessiva, sono proposte nuove forme di incentivazione/disincentivazione che possano premiare coloro che promuovono un mix di offerte di qualità sia in orario notturno che in orario diurno.

Sistema della mobilità: aree di approdo per soluzioni di mobilità dolce e parcheggio interrato.

Considerata l’elevatissima accessibilità di servizio pubblico con la metropolitana M2 e la costruenda M4 nei quartieri Tortona Solari, Lorenteggio e Giambellino - con un interscambio di livello metropolitano e regionale nella Stazione di San Cristoforo – andrebbe adeguatamente risolto il cronico fabbisogno di spazi per parcheggi, soprattutto per i residenti, anche determinato dalla esistenza di una vasta area pedonalizzata (area Navigli). Si vorrebbe tuttavia evitare che la dismissione dello scalo determini la destinazione a parcheggio in superficie di alcune sue aree, come già oggi avviene; una soluzione potrebbe consistere nella realizzazione di aree a parcheggio interrato, quale previsione aggiuntiva alla dotazione (di parcheggi) necessaria per la realizzazione delle nuove volumetrie edilizie. Da valutare anche un parcheggio interrato ai margini dell’ambito, con accesso dalla circonvallazione esterna della 90-91 e collegamento pedonale con l’Alzaia del Naviglio Grande, oppure alla fine di via Bergognone. Per decongestionare l’ambito dal traffico privato si potrebbe inoltre realizzare un modello “Car free“ e promuovere nuove opportunità alternative per lo spostamento delle persone per tutto il contesto urbano interessato, con una vasta pedonalizzazione e l’estensione della rete ciclabile.

Infine è da valutare un servizio di navigabilità di linea del Naviglio integrato con il trasporto pubblico, con fermate che garantiscano accessibilità ai quartieri e fruizione turistica.

6° tappa: uno sguardo verso lo scalo ferroviario di San Cristoforo

  Sistema degli spazi pubblici di prossimità

Con l’aiuto di Paolo Lubrano abbiamo potuto estendere lo sguardo ai contesti esterne allo scalo di Porta Genova con aree di fruizione pubblica di piccole e medie dimensioni che, in successione lungo il Naviglio, formano un sistema continuo di spazi prevalentemente aperti già attrezzati o da riqualificare e disegnano una connessione estesa e continua dal centro alla periferia. Questa ‘rete, presente con profondità differenti sui due lati del Naviglio Grande, compone un sistema straordinario di infrastrutture verdi e di servizi che, opportunamente rigenerato, dilata la sezione pubblica lungo il canale. Questo sistema è composto da:

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aree sportive (ex area sportiva FS presso lo scalo di San Cristoforo, Canottieri Milano, Canottieri Olona, Canottieri San Cristoforo);

aree pubbliche e a verde di quartiere, (piazza Negrelli, area interna al complesso residenziale di via Giambellino 117, parco di via Brunelleschi , parco Del Bo Boffino);

aree pubbliche da riqualificare (area tra il Naviglio e lo scalo San Cristoforo già interessata dal progetto delle Vie d’Acqua – Expo 2015; area ex progetto Abitare 2 adiacente alla chiesa di San Curato d’Ars, area a ridosso del cavalcavia Brunelleschi lato via L. il Moro; area verde a ridosso del cavalcavia di piazza delle Milizie);

strutture pubbliche (deposito autobus di via Giambellino che, tra l’altro, potrebbe essere spostato presso il nuovo deposito treni MM4; casa del casellante in fondo a via Brunelleschi riutilizzabile come struttura pubblica);

strutture private di uso pubblico (Centro Sportivo Palauno, Teatro Alta Luce).

A supporto della composizione di questo sistema pubblico che forma la proposta di Parco lineare del Naviglio Grande, sono da considerare anche le nuove aree a cerniera tra zone urbane attualmente divise, (come l’

area lungo via Martinelli dove si appoggerà la prevista passerella aerea che, scavalcando il Naviglio, collegherà la stazione MM4 di San Cristoforo a via Ludovico il Moro) e i tracciati stradali (cavalcavia di piazza delle Milizie, cavalcavia Brunelleschi e Giordani, via Molinetto del Lorenteggio) trasversali al Naviglio, che incrociano in più punti spazi verdi esistenti attorno ai quali si possono strutturare relazioni forti tra parti di città separate dal Naviglio e dalla ferrovia. La proposta di Parco lineare ha un significato metropolitano se si considera la prossimità dello scalo di San Cristoforo con le risorse pubbliche site nel comune di Corsico.

Conseguenze progettuali della dismissione del binario tra Porta Genova e San Cristoforo

Questa rappresentazione delle risorse pubbliche, così articolata lungo il Naviglio Grande, comprende anche il binario tra Porta Genova e San Cristoforo che andrà in dismissione e che da solo non può configurare il Parco lineare, seppur trattato a verde o configurato come corridoio di biodiversità, se non accompagnato da interventi complessivi in tutto l’ambito di riferimento.

Il percorso del binario, che mette in connessione alcune delle risorse pubbliche sopra citate e che spesso si trova a ridosso di aree private (pertinenza/edifici/tracciati viari della Zona Savona-Tortona) o contiguo alla linea ferroviaria da mantenere, richiama il tema del suo trattamento progettuale successivo alla dismissione. In particolare si evidenzia come un percorso ciclopedonale depotenzierebbe quello esistente lungo l’Alzaia, attualmente utilizzata anche dai veicoli privati per l’accesso alle attività esistenti; in alternativa si potrebbe configurare il tracciato del binario come percorso ciclabile, dedicando l’Alzaia a percorso solo per ‘runner’.

Queste proposte lasciano comunque irrisolta la questione relativa all’accesso dei veicoli privati alle attività esistenti, in particolare nel tratto dal ponte di ferro della ferrovia allo scalo di San Cristoforo; qui il binario si trova a nord della linea ferroviaria attiva e non ci sono attraversamenti verso l’Alzaia. Sono stati fatti con i partecipanti alcuni ragionamenti in merito alla possibilità di prevedere sottopassaggi in luoghi mirati (es. a ridosso del parcheggio della Canottieri Milano) al fine di permettere un accesso al Naviglio dai quartieri a nord (Giambellino - Lorenteggio – Tolstoj), ridurre il traffico privato lungo l’Alzaia ed eliminare il doppio senso di marcia in alcuni suoi tratti.

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Presidio dei luoghi

La sicurezza è un aspetto delicato che emerge in tutti i temi e si propone di adottare adeguate soluzioni nel progetto delle nuove aree pubbliche o di uso pubblico, per evitare di produrre luoghi ciechi o difficilmente visibili o raggiungibili. Ipotizzando che la formazione di un nuovo percorso di connessione tra Porta Genova e San Cristoforo (es. dismissione del binario tra i due scali) si presterebbe facilmente a zone franche e difficilmente controllabili (in alcuni punti con effetto trincea), discariche abusive (già presenti), o luoghi di spaccio, si propone che il percorso sia controllato, incentivata la sua frequentazione e reso raggiungibile dalle forze dell’ordine, immaginando anche la possibilità che sia chiuso di notte o che sia controllato da enti o privati confinanti.

SINTESI DELLE ATTESE E DELLE ESIGENZE PROPOSTE DAI

I CITTADINI

In questo ultimo capitolo cerchiamo di riassumere i punti principali messi in luce dai cittadini durante la passeggiata: Nella gallery della piattaforma interattiva di EcoMuseo Milano Sud Mumi sono pubblicati documentazioni, filmati, registrazioni e riprese fotografiche.

  Così come configurato lo scalo di Porta Genova è percepito dai cittadini come una barriera fisica che separa parti di città: da una parte il fronte storico /principale verso la stazione, Via Vigevano e la Darsena; dall’altra il tessuto edilizio e i”retri” delle ex fabbriche del Quartiere Tortona, area oggi in grande trasformazione con nuove attività creative (moda, design e cultura).

L’attesa dei cittadini è quella di riappropriarsi di questo “non luogo- scalo”, estraneo alla vita fisiologica quotidiana e considerato come una straordinaria opportunità di miglioramento dell‘ambiente, della socialità dei quartieri coinvolti e, in generale, della città.

Tutti concordi:

 nel creare una infrastruttura verde, il Parco lineare del Naviglio Grande, come elemento di natura in città, come luogo di rigenerazione di risorse pubbliche esistenti, di ricucitura tra parti di città divise dalla ferrovia, di fruizione e di incontro;

 di pensare un disegno di spazi aperti continuo e di uso pubblico, dal cuore della città al Parco Agricolo Sud, percorso da tracciati ciclopedonali e dotati di attrezzature verdi (biodiversità);

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 nel mettere in relazione l’area dello scalo sul lato nord con il parco Solari, aprendo un accesso o in corrispondenza di via Orseolo, e verso il MUDEC sul limite ovest, corredando entrambi i percorsi con filari alberati e percorso ciclopedonale; queste proposte sono state apprezzate come validi esempi per realizzare una “connessione verde” dal centro alle aree più periferiche;

 nel potenziare il percorso ciclopedonale esistente lungo l‘alzaia del Naviglio completandolo con funzioni fruitive e ludiche;

 nel realizzare nuovi percorsi ciclopedonali come elemento di permeabilità e collegamento tra i quartieri;

 nel considerare gli scali come opportunità di incontro, di vita civica e di fruizione, di laboratori e centri servizi; è stata apprezzata l’esperienza del mercato metropolitano citato come esempio di usio temporaneo;

 nel dare vita a spazi per i giovani con agevolazioni per attività creative e artigianali di qualità;

 nel conservare la stazione di Porta Genova con un riuso per servizi pubblici di incontro, cultura, spazio di lettura, museo del territorio;

 nel considerare lo Scalo di San Cristoforo e la sua stazione come motore per aumentare la qualità dei servizi per i quartieri Giambellino, Lorenteggio e Barona;

 nel prevedere, nell’ area Ronchetto del Lorenteggio, un laboratorio di biodiversità, in collegamento con il Parco delle Risaie;

 nel dare vita, nello scalo San Cristoforo, a nuovi spazi e attrezzature sportive legate alla presenza del Naviglio e al protagonismo delle Società Canottieri.

Come atto di riappropriazione civica del “non luogo-scalo”, è condivisa l’apertura di nuovi varchi e connessioni lungo il muro di cinta, evidenziando con coni prospettici appropriati una diretta e ampia continuità dello spazio pubblico, in particolare lungo il Naviglio Grande. Un buon esempio è ritenuto quello recentemente realizzato con la nuova pensilina ciclopedonale.

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