• Non ci sono risultati.

Commissario Straordinario Unico

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2022

Condividi "Commissario Straordinario Unico"

Copied!
17
0
0

Testo completo

(1)

ID Elaborato

2 Classe

Elaborato

Visti/Approvazioni:

Ing. Gaspare Di Salvo Ing. Valentina Parco

Il Direttore di Esecuzione del Contratto Il Responsabile Unico del Procedimento Supporto Tecnico - Specialistico

caltaqua

ACQUE DI CALTANISSETTA S.p.A.

Caltanissetta - Settembre 2020

Progettazione e Coordinamento della sicurezza in fase di progettazione

Ing. Calogero Lombardo

Scala

COMUNE DI NISCEMI

COMPLETAMENTO ED ADEGUAMENTO DEL SISTEMA FOGNARIO DEPURATIVO E REALIZZAZIONE DEL NUOVO IMPIANTO DI DEPURAZIONE DI FONTANA DEL CONTE

CUP J96H19000040006 PROGETTO ESECUTIVO

NIS.EG.4 ELABORATI AMBIENTALI

NIS.EG.4. 1.1

NIS.EG.4.1.1.doc

INTEGRAZIONI STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE

LOMBARDO CALOGERO 24.09.2020 19:48:08 UTC

(2)

ID33386-ID33387-ID33388 – AGGLOMERATO DI NISCEMI

P R O G E T T O E S E C U T I V O

EG.4.1.1- INTEGRAZIONI STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE

Progettazione

Ing. Calogero LOMBARDO

Concessionario

ACQUE DI CALTANISSETTA S.P.A.

(3)

Sommario

1. PREMESSA _________________________________________________ 2 2. CHIARIMENTI ED APPROFONDIMENTI ___________________ 4

PUNTO 1) - IMPATTI POTENZIALI ATTESI SULLA COMPONENTE

“SUOLO E SOTTOSUOLO”__________________________________________ 4

2.1.1. IMPATTI SULLA MATRICE SUOLO E SOTTOSUOLO _________________________ 5 2.1.2. INTERAZIONI IN FASE DI CANTIERE ______________________________________ 5 2.1.3. INTERAZIONE IN FASE DI ESERCIZIO _____________________________________ 6 2.1.4. ASPETTI DI MITIGAZIONE DEGLI IMPATTI IN FASE DI CANTIERE ____________ 6 2.1.5. CONCLUSIONI __________________________________________________________ 7

PUNTO 2) - GESTIONE DELLE E TERRE E ROCCE DA SCAVO _____ 7

PUNTO 3) - RIFIUTI ________________________________________________ 8

PUNTO 4) – INTEGRAZIONE ARPA _________________________________ 9

2.4.1. PUNTO 4C ______________________________________________________________ 9 2.4.2. PUNTO 4D _____________________________________________________________ 10

PUNTO 8) - STAZIONI DI SOLLEVAMENTO _______________________ 13

2.5.1. MISURE DI ATTENUAZIONE EMISSIONI SONORE __________________________ 13 2.5.2. MISURE DI ATTENUAZIONE EMISSIONI ODORIGENE ______________________ 14

(4)

1. PREMESSA

La presente relazione integrativa è redatta al fine di illustrare una parte dei chiarimenti inerenti la richiesta di integrazione documentale della Commissione Tecnica Specialistica per le autorizzazioni ambientali esplicitata con nota del 10.08.2020 prot. 46528 Servizio 1 Autorizzazioni e Valutazioni Ambientali dell’A.R.T.A.

La richiesta di integrazioni, in sintesi, riguarda i seguenti argomenti:

1) PAI Sicilia – Interferenza tracciato condotta premente dal sollevamento S3 con un’area interessata dal dissesto geomorfologico (codice “077_2NI_065”) ed impatti potenziali attesi sulla componente “suolo e sottosuolo” conseguenti alla realizzazione del progetto in esame;

2) Gestione delle e terre e rocce da scavo – chiarimenti in merito alla possibilità di un trattamento con calce (o cemento) dei terreni, prevedendo l’impiego di un “impianto mobile” relativamente ai materiali di scavo prodotti dal cantiere per la costruzione dell’impianto di depurazione di C.da Fontana del Conte;

3) Rifiuti - chiarimenti in merito all’individuazione dell’impianto di recupero a cui conferire i rifiuti costituiti dai volumi di terre e rocce da scavo eccedenti e non riutilizzati in sito ai sensi del D.P.R. 120/2017;

4) Osservazioni ARPA Sicilia - elaborato integrativo di riscontro alle osservazioni di ARPA riportate nella nota prot. A.R.T.A. n. 29639 del 29/05/2020;

5) L.R. 27/86 - Fascia di rispetto dell’impianto di depurazione – con riferimento alla presenza di un’abitazione nell’intorno di 100 metri dall’impianto di località Fontana del Conte;

6) Vincolo paesaggistico – autorizzazione paesaggistica ai sensi del D.lgs. 42/2004 e ss.mm.ii. della Soprintendenza dei BBCCAA di Caltanissetta;

7) Vincolo idrogeologico ex R.D. n. 3267/1923 – Nulla Osta dell’Ispettorato Ripartimentale delle Foreste di Caltanissetta;

8) Stazioni di sollevamento – chiarimenti in merito alle misure di attenuazione delle emissioni sonore ed odorigene prodotte in fase di esercizio dalle suddette infrastrutture della rete fognaria in progetto;

9) Rete Natura 2000 – attivazione VinCa ai sensi dell’art.5 del D.P.R. 357/97;

(5)

10) Dichiarazione di accettazione di condizioni ambientali ex art. 19 del Codice dell’Ambiente.

In merito ai punti 4), 5), 6), 7), 9), 10) ed in parte al punto 1) per gli aspetti inerenti al dissesto, si rimanda alla relativa nota del RUP di chiarimento e di trasmissione della documentazione richiesta.

Di seguito vengono, invece, trattati gli argomenti aventi refluenze ambientali relativi al punto 1) e 4) in parte ed ai restanti punti 2), 3) e 8).

(6)

2. CHIARIMENTI ED APPROFONDIMENTI

PUNTO 1) - IMPATTI POTENZIALI ATTESI SULLA COMPONENTE “SUOLO E SOTTOSUOLO”

In merito alla richiesta di integrazione documentale, come già descritto nell’elaborato NIS_EG_1.4.1 – Studio Preliminare Ambientale, le opere previste in progetto possono essere distinte in:

- realizzazione rete fognaria cittadina;

- condotta di adduzione al depuratore che si svilupperà in sponda destra del Torrente di Contrada Vallone Pozzo e quindi al di fuori del tessuto urbano vero e proprio.

- realizzazione nuovo impianto depurazione.

Le opere da realizzarsi all’interno dell’abitato di Niscemi, come più dettagliatamente descritto nell’elaborato “IA.1.5 Relazione Geologica”, si svilupperanno all’interno del tessuto urbano interessando la porzione superficiale delle Sabbie e delle Calcareniti.

In tale ambito vanno distinte:

 realizzazione della rete di tubazioni di diametro modesto e per la posa in opera delle quali saranno realizzati scavi in mini trincee superficiali che sostanzialmente non altereranno l’assetto strutturale dei terreni con esse interagenti;

 le stazioni di sollevamento e la piattaforma integrata, la maggior parte realizzate con prefabbricati, messi in opera previa realizzazione di modesti scavi a sezione e modesto sviluppo in pianta e bassa profondità.

Per queste opere è stato approfondito in modo puntuale il livello di conoscenza stratigrafico e strutturale in relazione al particolare assetto geologico e geomorfologico dei terreni. In corrispondenza di ciascuna Stazione è stato effettuato n°1 sondaggio geognostico di profondità adeguata, attraverso il quale sono state effettuate prove geotecniche in situ e prelevati campioni indisturbati per la determinazione delle caratteristiche fisico-meccaniche dei terreni interagenti con le opere previste in progetto. In corrispondenza della Piattaforma Integrata è stata realizzata una prospezione geofisica di superficie con metodo a rifrazione tipo MASW.

Per ciò che attiene gli scavi effettuati in ambito urbano, il materiale scavato sarà avviato a smaltimento onde consentire l’impiego di materiale idoneo alla posa delle nuove tubazioni coerentemente con le normali prassi e con la necessità di garantire un adeguato sottofondo per il ripristino delle strade, così da evitare il formarsi di ormaie.

Anche per quanto riguarda la condotta che si svilupperà lungo la sponda destra del Vallone Pozzo saranno realizzati scavi di modesta entità. In corrispondenza del tratto finale dove la condotta si

(7)

svilupperà a circa -5.0 m dal p.c. è stata prevista la posa mediante sistema No-Dig con metodo TOC;

tale scelta operativa non induce variazioni significative delle condizioni geostatiche dei terreni d’imposta. Inoltre, anche in quest’ultimo tratto, è confermata la soluzione progettuale inerente l’utilizzo di materiale proveniente da cave di prestito per la definizione del letto di posa ed il rinterro.

Tale scelta, motivata dalla necessità di assicurare un assetto strutturale migliore alle sezioni interessate, consentirà altresì di limitare le alterazioni morfologiche dei luoghi.

Per quanto riguarda l’area del depuratore, molto più importanti saranno i movimenti terra, che riguardano un volume di circa 25.000 m3. Nel progetto è stata data particolare attenzione al riutilizzo in situ dei materiali provenienti dagli scavi, limitando il trasporto a discarica a circa il 12,5% del volume movimentato. E’ innegabile che è prevista una riduzione di suolo, con la trasformazione dell’area, oggi coltivata ad agrumi, in un impianto di trattamento acque. Tale riduzione è comunque compensata dalla rilevanza dell’intervento dal punto di vista ambientale.

2.1.1. Impatti sulla matrice suolo e sottosuolo

Gli impatti primari sulla matrice suolo e sottosuolo potranno essere il consumo di suolo, l’alterazione degli assetti superficiali, l’erosione ed i dissesti superficiali, l’alterazione della permeabilità e la contaminazione del suolo.

2.1.2. Interazioni in fase di cantiere

Le interazioni in fase di cantiere interessano le seguenti attività:

 utilizzo di materie prime e interazione con il territorio;

 produzione di rifiuti e immissione di sostanza organica e di nutrienti nei sedimenti;

 occupazione/limitazioni d’uso.

Il consumo di risorse durante la fase di cantiere per la realizzazione delle nuove opere è essenzialmente legato all’utilizzo fisico del suolo per la realizzazione dell’opera, oltre all’utilizzo di inerti (sabbie e ghiaie) e leganti (cemento e calce).

Le lavorazioni comporteranno una produzione di materiali di scavo. Prima della fase di cantiere occorrerà provvedere ad una serie di attività di propedeutiche e, quindi, la predisposizione dei servizi necessari allo svolgimento delle fasi costruttive dell’impianto come:

 viabilità per l’accesso all’area di cantiere;

 posizionamento delle baracche di cantiere.

In termini di occupazione del suolo, le aree ad uso del cantiere saranno comprese all’interno dell’area oggetto dell’intervento e non si avranno, quindi, occupazioni ed impatti su ulteriori porzioni di suolo rispetto a quelle destinate all’attuale impianto di depurazione.

Tutte le fasi cantiere saranno inoltre caratterizzate da consumi di carburante per il funzionamento

(8)

dei mezzi. Non si prevedono impatti significativi sulla componente suolo e sottosuolo connesse all’utilizzo di tali risorse naturali.

La relativa valutazione qualitativa delle potenziali incidenze delle azioni di progetto sulla componente in fase di cantiere è riassunta nella seguente tabella.

FASE DI CANTIERE

INCIDENZA POTENZIALE

SIGNIFICATIVA NON

SIGNIFICATIVA

Consumo di risorse X

Occupazione e limitazione uso del suolo X

Alterazione della morfologia del territorio X

Produzione dei rifiuti X

limitata nel tempo

Scarichi idrici di cantiere X

Traffico dei mezzi di cantiere X

Pertanto, la componente suolo subirà modifiche limitate e relative alla parziale asportazione, all’accantonamento ed al riporto, inoltre con la rimodellazione delle sezioni precedentemente scavate, si preserverà l’assetto morfologico e strutturale del suolo.

2.1.3. Interazione in fase di esercizio

Allo stesso modo, per ciò che concerne le interazioni sulla componente suolo, sono state valutate in riferimento alle seguenti attività:

 consumi di materie prime, produzione di rifiuti e immissione di sostanza organica;

 potenziale contaminazione del suolo per effetto del rilascio o perdite accidentali di reflui dalle strutture;

 occupazione/limitazioni d’uso.

La valutazione qualitativa delle potenziali incidenze delle azioni di progetto sulla componente in fase di esercizio dell’opera è sostanzialmente nulla, con la sola eccezione legata al consumo di suolo dell’area destinata al depuratore. Questo sacrificio risulta accettabile in relazione ai miglioramenti ambientali che l’opera assicurerà sul contesto territoriale.

2.1.4. Aspetti di mitigazione degli impatti in fase di cantiere

Le attività di asportazione e accantonamento dei terreni in fase di realizzazione dell’opera in progetto dovranno prevedere interventi atti a salvaguardare le proprietà chimico fisiche del sito anche in assenza di terreno vegetale; la porzione di suolo che verrà asportata e non utilizzata in fase di posa come rinterro, sarà avviata a smaltimento/recupero secondo quanto descritto nella relazione Terre e Rocce da Scavo, previa caratterizzazione qualitativa della stessa.

L’erosione del suolo potrebbe interessare i cumuli di terra posti lateralmente alla zona di scavo; in ogni caso questo fenomeno risulta transitorio e comunque trascurabile in quanto il terreno verrà

(9)

celermente avviato a smaltimento. La permeabilità della matrice in esame subirà solo variazioni temporanee. Per evitare l’infiltrazione di acqua meteorica in fase di scavo ed un eventuale ruscellamento da aree limitrofe sarà necessario prevedere un sistema di canalette di scolo.

La contaminazione del suolo potrà derivare da possibili perdite di idrocarburi dagli automezzi in manovra nell’area di cantiere; dovranno inoltre essere evitati sversamenti di sostanze inquinanti e, nel caso di contaminazione, il terreno contaminato dovrà essere immediatamente rimosso e stoccato in un’apposita area attrezzata in attesa del definitivo smaltimento secondo la vigente normativa di settore.

2.1.5. CONCLUSIONI

L’erosione del suolo non rappresenterà un problema permanente dal momento che le porzioni di suolo scavate saranno prontamente avviate a smaltimento. La permeabilità del suolo non subirà variazioni definitive in quanto si provvederà ai rinterri con materiali opportunamente scelti in funzione delle caratteristiche granulometriche e geotecniche del sito.

Per evitare l’infiltrazione di acqua meteorica in fase di scavo ed un eventuale ruscellamento da aree limitrofe sarà necessario prevedere un sistema di canalette di scolo.

La contaminazione del suolo potrà derivare da possibili perdite di idrocarburi dagli automezzi in manovra nell’area di cantiere; dovranno inoltre essere evitati sversamenti di sostanze inquinanti e, nel caso di contaminazione, il terreno contaminato dovrà essere immediatamente rimosso e stoccato in un’apposita area attrezzata in attesa del definitivo smaltimento secondo la vigente normativa di settore.

Per quanto riguarda, infine, il dissesto a cui potrebbe essere sottoposto il sottosuolo, esso sarà di natura transitoria e legato alle fasi di scavo per la posa in opera delle tubazioni; sarà quindi necessario che le pareti dello scavo, nel caso di scavo in aree extraurbane su terreno vegetale, siano caratterizzate da una pendenza di circa 33° in modo da non creare franamenti. Va comunque specificato che il valore della pendenza dovrà essere verificato con indagini dirette in fase realizzativa.

La costruzione del depuratore comporterà, inevitabilmente, un consumo di suolo, sacrificio comunque accettabile in relazione ai vantaggi ambientali legati alla realizzazione dell’opera.

PUNTO 2) - GESTIONE DELLE E TERRE E ROCCE DA SCAVO

In merito alla richiesta di chiarimenti circa l’impiego di un “impianto mobile” in situ per il trattamento a calce (o cemento) dei terreni, si precisa che questo rappresenta una “possibilità” e non è oggetto

(10)

di richiesta di autorizzazione in questa fase. La stabilizzazione è stata prevista per migliorare la capacità portante e la resistenza del sottofondo stradale dell’area del depuratore, sfruttando le buone caratteristiche e l’idoneità dei materiali provenienti dallo scavo. Tali materiali, in alternativa, potranno anche essere vagliati e stabilizzati presso idonei impianti di recupero autorizzati e successivamente posati nell’area del depuratore. Si evidenzia che il volume del sottofondo da stabilizzare è pari a circa 1.000 m3, in modo da garantire uno spessore di materiale idoneo di circa 20 cm sulle superfici dell’impianto.

In merito all’eventuale stabilizzazione in situ, si precisa che quella condotta senza l’impiego di infrastrutture operative che generano impatti complessivi ambientali e sulla salute, è considerata

“Normale pratica industriale” ai sensi del D.P.R. 120/2017. In ogni caso si ribadisce che non saranno realizzate infrastrutture operative per il trattamento a calce dei terreni.

PUNTO 3) - RIFIUTI

Nel progetto è stata indicata la discarica autorizzata della ditta Ecosud-Italia sita in c/da Serralunga Ursitto nel Territorio Comunale di Niscemi (CL) a circa 17 km dall’abitato.

Per quanto riguarda l’impianto di recupero, si è fatto riferimento come sito più vicino al “Centro di Riciclaggio Inerti” di Salvatore Di Trio, localizzato lungo la S.P.8 per Butera, a circa 28 km dall’abitato di Niscemi, come rilevabile dalla figura che segue.

Figura 2-1 - Localizzazione impianto di recupero

(11)

PUNTO 4) – INTEGRAZIONE ARPA

2.4.1. Punto 4c – Prese fiscali di prelievo e campionatori

Nel progetto sono stati previsti sia dei punti di prelievo per il campionamento sia l’installazione di due auto campionatori e due misuratori di portata in ingresso ed uscita dell’impianto di depurazione al fine di garantire i campionamenti previsti dalla normativa vigente in materia, nonché l’ispezione da parte degli organi competenti. Per una maggiore definizione dell’ubicazione di tali unità si rimanda agli elaborati progettuali NIS_IC_6.6.2 e NIS_IC_6.10.2, dei quali si riporta di seguito uno stralcio.

Figura 2-2 - Ubicazione punti di prelievo e autocampionatore refluo in ingresso

Figura 2-3 - Ubicazione punti di prelievo e autocampionatore refluo in uscita

(12)

2.4.2. Punto 4d – Unità di riserva apparecchiature e moduli depurativi

Relativamente alla definizione di un elenco nel quale specificare quali apparecchiature elettromeccaniche saranno dotate di unità di riserva già presente in impianto o eventualmente di unità di riserva nelle disponibilità del parco apparecchiature nei magazzini di CALTAQUA S.P.A., si specifica quanto segue.

L’impianto di depurazione di Niscemi, dimensionato per una portata pari a 3 volte la portata nel giorno di massimo consumo, è strutturato, sia per la linea acque che per la linea fanghi, su due linee speculari parallele. Tale configurazione consente una buona stabilità del processo depurativo assicurando elasticità nelle differenti condizioni di esercizio, anche in caso di manutenzione ordinaria, straordinaria, o momentaneo disservizio di apparecchiature e moduli. La ridondanza dei macchinari garantirà la continuità del funzionamento impedendo che eventuali interruzioni possano innescare fenomeni di anaerobiosi con conseguente emissione di odori molesti. La ridondanza delle apparecchiature, nonché l’oculata gestione dell’intero sistema, garantirà la continuità del funzionamento e la rispondenza delle caratteristiche del refluo alle disposizioni di legge.

Inoltre, la presenza di unità di riserva attive già installate all’interno dei manufatti a servizio delle apparecchiature principali come pompe di sollevamento e ricircolo, piuttosto che nelle disponibilità del Gestore CALTAQUA S.P.A., consente di sopperire al momentaneo disservizio di una o più apparecchiature garantendo la continuità del ciclo depurativo.

Di seguito si riporta una tabella riassuntiva delle apparecchiature e moduli presenti nell’impianto e delle relative unità di riserva, suddivise per sezione di trattamento (Tabella 1).

Laddove non risulti installata l’unità di riserva, si ritiene che possa essere demandato al gestore la sostituzione o la manutenzione dell’apparecchiatura principale.

Per ciò che concerne la disponibilità di apparecchiature nel parco magazzino a disposizione di CALTAQUA S.P.A., si ritiene che la società, operante in Sicilia in ambito provinciale, possa assicurare un veloce intervento con mezzi e apparecchiature prontamente disponibili.

Tabella 1 - Apparecchiature principali e di riserva

TRATTAMENTI PRELIMINARI N. Apparecchiatura

PRINCIPALE

N. Apparecchiatura di RISERVA attiva

Autocampionatore liquami in ingresso 1 0

Modulo compatto pretrattamenti Linea A -

Q=550 m³/h 1 0

Modulo compatto pretrattamenti Linea B -

Q=550 m³/h 1 0

Mixer vasca di laminazione 2 0

Pompa di rilancio refluo laminato Q=316,5

m³/h H=6,00 m P=9 kW 1 1

(13)

SELETTORE ANOSSICO -DENITRIFICAZIONE-NITRIFICAZIONE N. Apparecchiatura

PRINCIPALE

N. Apparecchiatura di RISERVA attiva

Mixer selettore anossico 1 0

Mixer denitrificazione linea A 2 0

Mixer denitrificazione linea B 2 0

Pompa ad elica DN400 ricircolo miscela areata linea A 1 0

Pompa ad elica DN400 ricircolo miscela areata linea B 1 0

DOSAGGIO CLORURO FERRICO

N. Apparecchiatura

PRINCIPALE

N. Apparecchiatura di RISERVA attiva

Pompa dosaggio 2 1

LOCALE POMPE TRATTAMENTO BIOLOGICO N. Apparecchiatura

PRINCIPALE

N. Apparecchiatura di RISERVA attiva

Pompa ricircolo fanghi linea A 1 1

Pompa ricircolo fanghi linea B 1 1

VASCA DI SEDIMENTAZIONE N. Apparecchiatura

PRINCIPALE

N. Apparecchiatura di RISERVA attiva

Raschiatore a catena linea A 1 0

Raschiatore a catena linea B 1 0

TRATTAMENTO ARIA

N. Apparecchiatura PRINCIPALE

N. Apparecchiatura di RISERVA attiva Ventilatore centrifuga aspirazione

pretrattamenti e vasca di laminazione 1 1

Ventilatore centrifuga aspirazione

preispessimento e disidratazione meccanica 1 1

STABILIZZAZIONE AEROBICA N. Apparecchiatura

PRINCIPALE

N. Apparecchiatura di RISERVA attiva Pompe monovite fanghi alla disidratazione

meccanica 2 1

PRE-ISPESSIMENTO

N. Apparecchiatura PRINCIPALE

N. Apparecchiatura di RISERVA attiva

Ispessitore dinamico linea A 1 0

Ispessitore dinamico linea B 1 0

Banco dosaggio polielettrolita 1 0

Pompa monho apsirazione fanghi di supero 2 1

(14)

LOCALE SOFFIANTI

N. Apparecchiatura PRINCIPALE

N. Apparecchiatura di RISERVA attiva Soffiante ad aspi rotanti tratt. biologici linea

A 1 0

Soffiante ad aspi rotanti tratt. biologici linea

B 1 0

Soffiante ad aspi rotanti stab. Aerobica 2 1

EDIFICIO DISIDRATAZIONE MECCANICA N. Apparecchiatura

PRINCIPALE

N. Apparecchiatura di RISERVA attiva

Centrifuga linea A 1 0

Centrifuga linea B 1 0

Coclea sollevamento fanghi disidratati linea

A 1 0

Coclea sollevamento fanghi disidratati linea

B 1 0

Banco dosaggio polielettrolita 1 0

DISINFEZIONE DI EMERGENZA N. Apparecchiatura

PRINCIPALE

N. Apparecchiatura di RISERVA attiva

Pompa dosatrice acido peracetico 1 1

FILTRAZIONE - UV

N. Apparecchiatura PRINCIPALE

N. Apparecchiatura di RISERVA attiva

Filtro a dischi linea A 1 0

Filtro a dischi linea B 1 0

Lampade UV linea A 1 0

Lampade UV linea B 1 0

Autocampionatore acque depurate 1 0

Gruppo di pressurizzazione acque

industriali 1 0

GRUPPO DI PRESSURIZZAZIONE ACQUA POTABILE N. Apparecchiatura

PRINCIPALE

N. Apparecchiatura di RISERVA attiva

Gruppo di pressurizzazione 1 0

SOLLEVAMENTO SURNATANTI N. Apparecchiatura

PRINCIPALE

N. Apparecchiatura di RISERVA attiva

Pompa sollevamento surnatanti 1 1

(15)

PUNTO 8) - STAZIONI DI SOLLEVAMENTO

In merito alle misure di attenuazione delle emissioni sonore ed odorigene prodotte in fase di esercizio dalle stazioni di sollevamento, è bene preliminarmente precisare quanto segue.

In progetto sono state previste n°5 stazioni di sollevamento al fine di intercettare e sollevare i reflui che oggi recapitano senza alcun trattamento nei corpi idrici superficiali posti nelle adiacenze.

Le varie stazioni di sollevamento, come rilevabile dagli elaborati progettuali, sono realizzate con strutture interamente interrate e coperte, ed attrezzate con pompe sommergibili installate all’interno che si attivano quando il tirante idrico raggiunge un determinato livello, tale da sommergere integralmente l’apparecchiatura elettromeccanica.

Le stazioni S1, S2, S4 ed S5 sono di piccole dimensioni e, per proteggere le pompe, sono state previste delle semplici griglie a cestello manuali allo scopo di intercettare eventuali oggetti grossolani che potrebbero bloccare le giranti. Le griglie a cestello, con funzionamento analogo ai cestelli delle caditoie stradali, sono previste in ambiente chiuso all’interno della stessa stazione di sollevamento interrata.

La stazione di sollevamento S3 è molto più importante, in quanto alla stessa arriva la quasi totalità dei reflui cittadini. Le pompe sommergibili sono installate in vasca chiusa. Per una maggiore protezione dell’impianto, sul collettore in arrivo è stata prevista l’installazione di una griglia a pettine verticale con luce tra le barre di 50 mm, classificabile nella categoria della grigliatura grossolana. Il materiale intercettato dalla griglia è previsto venga accumulato in un sacco a tenuta.

2.5.1. Misure di attenuazione emissioni sonore

Per quanto riguarda le misure di attenuazione delle emissioni sonore si evidenzia che le scelte progettuali generali per questo tipo di impianti, sono state sviluppate anche nell’ottica di ridurre i rumori. Infatti, l’installazione delle pompe all’interno di vasche chiuse, peraltro con un funzionamento sommerso, riduce drasticamente tali emissioni. Va fatto anche rilevare che i valori in decibel di emissione delle pompe, anche con funzionamento a secco (non sommerso) sono molto limitati, inferiori a 65 dBA. Stesso discorso vale per la griglia a pettine della stazione S3, le cui emissioni sono legate al rumore del motore ed alla movimentazione della catena a corredo del pettine.

Se si considera l’equazione di propagazione del suono per onde sferiche, nel campo delle frequenze udibili:

Lp = Lw – 20 log r + DI – A – 11 dB dove:

 Lp livello di pressione sonora alla distanza r

 Lw livello di pressione sonora alla sorgente

(16)

 R distanza dalla sorgente

 DI fattore di direzionalità della sorgente

 A attenuazione dovuta a fattori ambientali (assorbimento mezzo di propagazione, gradienti di temperatura e/o turbolenza, assorbimento del terreno, presenza di barriere, etc)

Trascurando l’effetto di attenuazione, la forma può essere opportunamente semplificata per sorgente sferica in

Lp = Lw – 10 log (4r2) [dB]

E lineare in

Lp = Lw – 10 log (4d2) [dB]

Semplificando e tabellando il tutto, l’attenuazione in funzione della distanza dalla sorgente è così valutabile:

Pur trascurando gli effetti dell’inserimento in una vasca chiusa e la sommersione, a 20 metri di distanza la riduzione è di circa 37 decibel, più che sufficienti per limitare le emissioni al di sotto del valore più restrittivo di 40 dBa, limite nel periodo notturno nelle aree particolarmente protette (Tab.

1, Art. 6 DPCM 01/03/1991).

2.5.2. Misure di attenuazione emissioni odorigene

In linea generale, si evidenzia che le emissioni odorigene delle stazioni di sollevamento chiuse, nelle quali si ha passaggio di liquame fresco, con attivazione frequente delle pompe, sono poco rilevanti, non costituendo sorgenti emissive di particolare importanza. Prova ne sono le migliaia di impianti esistenti realizzati all’interno dei centri urbani, spesso posti in zone di particolare pregio come

(17)

possono essere i lungomare delle città costiere.

Nel caso in esame, inoltre, tutti gli impianti sono dotati di un sistema intelligente di automazione che consente di determinare il numero di riavvii ogni ora, anche in presenza di ridotte portate in arrivo, nonché la pulizia programmata delle vasche con l’eliminazione di incrostazioni e sedimenti che potrebbero nel tempo essere fonte di cattivi odori.

Per le stazioni S1, S2, S4 ed S5, è stata prevista l’installazione di griglie a cestello per l’intercettazione dei materiali grossolani e la conseguente salvaguardia delle giranti delle pompe. Le griglie a cestello, con funzionamento analogo ai cestelli delle caditoie stradali, con spaziatura minima di 100 mm, sono previste in ambiente chiuso all’interno della stessa stazione di sollevamento interrata. La funzione principale di queste griglie è quella di contenere il passaggio di materiale grossolano, generalmente non putrescibile, come stracci, materiale plastico di grosse dimensioni o altro materiale comunque inerte. Questi materiali comportano emissioni odorigene limitate, che con una normale gestione dei cicli di pulizia delle griglie, possono essere facilmente contenute/eliminate.

Nella stazione S3 è stata prevista una griglia automatica grossolana con spaziatura di 50 mm. Anche in questo caso, analogamente a quanto affermato per le griglie a cestello, si può affermare che non si prevedono emissioni odorigene apprezzabili. Anche se la spaziatura tra le barre è ridotta, la frazione merceologica intercettabile è similare a quella delle griglie a cestello. Inoltre, tale manufatto, pur essendo installato all’esterno, è dotato di sacco di raccolta a tenuta per la mitigazione degli odori.

Si aggiunge, infine, che la stazione di sollevamento è posta ad almeno 75 m dalla prima abitazione (cerchio in figura), per cui sono limitate le esposizioni dei possibili ricettori.

Riferimenti

Documenti correlati

1) Monitorare sistematicamente negli anni gli eventi piovosi, determinando le asportazioni di terreno, di principi nutritivi e di sostanza organica, in rapporto alla quantità di

Per la popolazione fluttuante sono stati presi i dati forniti dalla Stazione Appaltante, in particolare si è fatto riferimento ai dati riportati nell’allegato 1 allo studio del

50/2016, del progetto definitivo/esecutivo dell’intervento di Costruzione nuovo impianto depurazione a Tono e collettore di adduzione” nel Comune di Messina, per un importo a

164, la Dott.ssa Vania Contrafatto è stata nominata Commissario Straordinario per la progettazione, l’affidamento e la realizzazione degli interventi necessari all’adeguamento

- a seguito dell’esito delle procedure di gara i lavori sono stati affidati all’Impresa EDIL AURORA STRADE S.r.l.. 327/2001 - determinazione in via

Oggetto: “Affidamento dei servizi di ingegneria inerenti alle attività di indagini, di progettazione definitiva/esecutiva, di coordinamento della sicurezza in fase di

per la realizzazione degli interventi di collettamento, fognatura e depurazione delle acque reflue urbane (Sentenze di condanna della Corte di Giustizia dell’Unione Europea

- con Provvedimento n.73 del 20.04.2021 il Commissario Straordinario Unico ha approvato il progetto esecutivo “Completamento rete fognaria e sistema di