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a Bi w a:nbo LO SPOSO DI TRE MILANO ]aiccla]r3da E MARITO DI NESSUNA DRAMMA GIOCOSO PER MUSICA TEATRO ALLA S(SAL4 NEL SEDIGATO DA RAPPRESENTARSI

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(1)
(2)
(3)

LO SPOSO DI TRE

,

E MARITO DI NESSUNA

DRAMMA GIOCOSO PER MUSICA DA RAPPRESENTARSI NEL TEATRO ALLA S(SAL4

La Quarefma

delT anno

17^3.

SEDIGATO

Alle LL. AA. RR.

IL SERENISSIMO ARCIDUCA

a Bi w a:nbo

Prìncipe Reale d'Ungheria,e Boemia,Arciduca d'Anftrlaj

Dnca di Borgogna, e^^i Lorena ec. , Cefareo Realt Luogo Tenente, Governatore, e Capitano

.Generale nella Lombardia Audriaca,

E LA

SERENISSIMA ARGIDUGHESSA

MAiaiA B]EAT]RIC:!E

]aiCClA]R3DA

Principessa di

Modena,

Duchessa di Massaee.

IN MILANO

Per Gio. Batifta

Bianchi Regio

Stampatore Cella Permsjjìoitt

,

(4)
(5)

ALTEZZE RE ALI.

Vesta tenue seconda Rappresentazione Teatrale ar^

disco di presentarvi animato

(6)

dal generoso favore delle Reali Altezze Vostre

,

Imploro un

benigno compatimento

,

e re-

puto felicissima V occasione di protestarmi col più. profondo

ossequio

Delle AA. VF. RR,

Umilntp

Divmo O^bmo

Servitore

Gio Batista Calvj*

(7)

ATTORI

DON TOMMASINO

finto Cavaliere

Sig. Giuseppe

Vigamni

^

BARONESSA

Feudataria

Signora

Maria Caiani

^

DON BELISARIO

Governatore del

Luogo

Sig. Carlo AngrÌT^ani

.

GIACCOMINA Ragazza

di civile estrazione

Signora

Rosa Mora^

FALLOPPIO Empirico.

Sig. Antonio Viscardini

.

NUNZIATELLA Giovine

contadina ricca.

Signora Teodolinda BoJJi^

ODOARDO

Attuario,

Sig. Nicola

Bw:^.

Notari

.

Servitori«

'

Marinari

,

(8)

Ccmposhove

della musica

Sig.

Maeftro

Francesco

Gnecco»

Al Cembalo

Sig, Maeftro Secchi.

Capo

d* Orchefìra

Sig. Luigi

De

Baillou,

'Primo Violino per i Balli^

Sig* Giuseppe Peruccone detto Pasqualina

(9)

INVENTORE

,

E DIRETTORE DE* BALLI

SiG. Giovanni Monticìni

Primi Ballerini

SIg. Giovanni Monticini Signora Teresa Marzoratl

suddetto Monticini

Altri Primi Ballerini

SIg. GIo* Ambrofiani Signora Antonia Trabattoni Primi Grotteschi a vicenda

SIg. Nicola AngioHni SIg. Giacomo Trabattoni SignoraBrigida Capelietti SignoraFortunataCortiAngioli^

Secondi Grotteschi

SIg. FrancescoQuattrini Signora Giuditta Pontiggla Primo Ballerino di Mezzo-Carattere fuori dé^Concerti

Sigr Francesca Vescovi

Con varie Coppie di Ballerini del Corpo di Ballo

PRIMO BALLO EROICOMICO

LA FATA URGELLA.

SECONDO BALLO COMICO

LI PASTORI D'ARCADIA.

(10)

La

Scena è ftabile

.

Piazza In prospetto Palazzo della Baronessa

con

Pretorio.

Da

una parte la Casa di Giac*

comina

, dall'altra quella di Nunziatella con

Logge

praticabili . Più in fondo

Marina.

Inventore^ e Pittore delle Scene nuove.

Sig. Giuseppe

Marchesi.

(11)

ATTO PRIMO.

SCENA PRIMA.

Belisario nella refjdewzj seduto al tavolino^ a lui apprejfo Odoatdo, vafj altri Villani , che chiedono giuflixìa : Giaccomina,eNun^iatella davanti alla loro

Casa

: e

D.

Fallopio.

Bel.

He

suflurro, che fracaflb 1

Zitto un po*,

non

tanto chiaffo

A

te Tafino

han

rubato :

A

te il viso

han

fracaffato:

A

te

r

uscio

hanno

sfondato :

V'ho

già inteso; andate al diavolo»

Veniant partes corani

me*

Odo. Più giudizio^ più prudenza;

.

Non

vi fate corbellar*

Nun

*-

Padron mio, v ho

da parlar.

(12)

IO ATTO

Bel. Discorrete tina per volta*

Nun.

Io son

prima

^

Giac» Io parlar voglio .

FalL Tocca

a

me

.

BeL

Queft'è un imbroglio.

Or

vi itìando a far squartar,

Giac\

^

Nun.a^ ^Corne!

E' quella la sentenza?

Fall.

J

Giac.

Che

ne dite ?

Nun. Che

vi par?

BeL i

Già.

\lo

già perdo la pazienza

Nurh )

Se più refto a disputar.

Fall.

"

Odo.

/Ei

già perde la pazienza.

' Se più refta a disputare

FalL Non

partite, Signore. a

BeL

cheparte.

Giac.

La

supplico, Signor

Governatore

. . . ^

FalL Fo

iftanza ,

mio

Signore . .

BeL Ma

chi

devo

sentire?

Nun. K me

voltatevi.

Giac.

A me

sol date retta.

FalL

Giratevi di qua. Odo.

Che

diavol fate ?

Bel. Rispetto al Tribunale , o cospettone

Vi

faccio dare un torqueatur acritev .

Giac. Per

non

far rivoltare il vicinato

Tolgo r

occafionè

.

Parlerò

un

altra volta a quel buffone. )

parte

(13)

P R

I

M O. TI

SCENA IL

Nun7:jateHa, Falloppio , Belisario, ed Odoardo

.

Nun.t^JIk

quella se n'è andata.

Or

fatemi giuflizia con coftiii*

Fa/l.lo. . . .

Bel.

Tu non

fiatar: parla ragazza

Nun. Avete

da saper, che quel Signore

Viene

a far nel paese il ciarlatano.

Fall.ChQ

ciarlatani Io sono . . .

Bel. Chetati dico.

Nun.

S'

innamorò

di

me

, perchè son ricca :

Mi dimanda

per moglie . . .

Fall.'E si fe' il

toccamano

.

Bel. Il

toccamano

?

Nun.

;

ma

che per quefto , ;

Se adeflb più noi voglio?

Ed

elfo Appunto

Mi

pretende per forza, e

mi

minaccia. Bel.

Ma

qui c' è il

vmi

,

& metum

;

E

per quello è un delitto eccettuato; Il decreto è citato, captato

.

Odo.

Ciò non

va bene : udite lui che

oppone

.

piano aBel.

Bel.

Sentiamo

lui

Che

dici tu in contrario ?

F

al. Sappiate ,

mio

Signore

,

Che

la ragazza in

prima mi

volea ^

E

adeflb

m'

odia y e

non

fi sa perchè

Beh

Odiare un

uom

?

Tu

vuoi

Far

terminare il

mondo

5 figlia

mia

5

Sposatevi

d'accordo,

e andate via*

(14)

12

ATT O

Nun.Son

già promeffa a

un

altro.

Bel.

Ergo

coftui

.

Repellatuv a limine judicii

.

FaL C

è la parola data

prima

a

me^

BeL

Frior in factoj potior in jure

Sposatelo

.

'Nun.Io

no

.

VaL

Io .

Bel.

Malora!

Chi mi

diè quello canchero d' officio !

Sepiù

mi fermo

qui perdo il giudizio./?/?r^^.

SCENA

III.

Odoardo^ Nun':(iatella^ e

T

alloppiom

Odo.

J^Erchè non

v'accordate colle buone? Tal.

Mi

spofi, e son d'accordo

.

Nun. No no; non

voglio correr quello rifico*

Se aspetti il

mio

cordial tu

mori

tifico.

Non mi

voglio

accompagnare Coir

impiaftro, e col cerotto:

Vo*

sposare un giovinotto,

Che

fia bello , e piaccia a

me

.

Le

tue smanie

non

le curo

,

Del

tuo

amor non

so che fare

;

E non

voglio

mai

sposare

Un

balordo

come

te. parte

0

(15)

PRIMO

13

SCENA IV.

Odoavdo, e

T

alloppio.

Odo. SlEntirti ?

IP

ah Ho

inteso tutto, e ciò proviene Perchè

s'innamorò

di

Tommafino.

Odo. Piace dunque anche a lei quel milordino ?

"FaL Pur troppo è vero; ed io son disperato J

Ah

! diffe bene in vero

un

Profeffore

.

ìi(jec nobìs necant: ludus,

vina

, amove.

parh

Odo.S*è ver, che Nunziatella

Ami Don Toramafino,

io poflb avere

Per Giaccomina mia

qualche speranza.

Capisco5 e so per prova ,

Che

il più infelice flato

E' certo quel d' un

uomo innamorato

. parte

.

SCENA V,

Tommafmo

, e poi Nun'T^Jatella.

Tom. Jo

son

Don Tommafino

Accorto

, aftuto, c bello;

Mie

care, io sono quello.

Che

vi può consolar

.

Guardate la figura,

Il portamento, i^ brio ,

E

dite se son io

Formato

per

amar

(16)

14 ATTO

Air

opra o miei raggiri . In quefto arnese

.

Son

creduto per certo un niilordino

.

Ma

...

non m* inganno

:

Viene

una di quelle,

guardando

nelle Scene.

Che

promifì sposar.

Nun. Ei

5 fignerino,

Oliando fi fan le nozze ?

Tom.

Ora. ti sposerei;

ma manca

il meglio.

Nun.

il

meglio? Come

a dir?

Tom.yL^ncà

il contante*

Nun. Avrà

la dote

mia

, che

non

è

poca

.

Tom. So ben

, che avete capitali, e (labili j

Ma

per fare la spesa dei sponsali

Ci

vuole la pecunia

numerata

.

Nun.Vì

mille ducati di contanti,

Tom. Va

bene, or son contento: ecco la

mano

.

Vi

sposerò , lo giuro ^ e lo

prometto

.

Nun, Vado

a dirlo alla

Mammane

là v'aspetto.

entra in casa

S C E N A VI.

Tommafmo

^ e Giaccomina

.

Tom!^Y.

dura

non

va

mal

:

ognun mi

crede

Un

nobile ^ un fignore , e figlio sono

D'

un barbier di Bitonto

;

Perciò

non mi

confondo ;

So

viver

come

va ; conosco il

mondo

.

Già.

Don Tommafm

,

m'

inchino rispettosa

.

Tom.

Signora , riverente

.

Mi

proftro, e oflequiofiffimevolmente

(17)

PRIMO.

i|

Già.

Che nuova

c'è ?

Tom.

Si dice ,

Che

vien la Baronefla, e qui l'aspetto

Per

far

V

obbligo

mio

.

Già.

U

obbligo voftro

Sarebbe,

mio

fignor, di ricordarvi...

Tom. Che ho

da pagarvi un conto. Aspetto,o cara,

( , Quattro mille zecchin , e appena giunti r

Vi

pagherò il contante

Già. Io

non

abbado

A

quefte bagatelle

.

Tom.

E'

mio

dovere.

Son

cavalicr di nascita, e noi altri

Allorché qualche debito facciamo

O

lo

paghiamo

prcfto;

(O non

paghiamo.

)

Già. Vorrei , che

mi

sposaste

Tom. V ho

detto , e lo farò*

Già. Perchè fi tarda ?

Tom.

Per le spese

Già. Alle spese son baftanti

Due

mille scudi tutti di contanti

^

Che

in conto di

mia

dote

Vi

sborserò nelFatto de'Capitoli?

Tom. Son

baftanti ficuro

Già.

Mi

sposerete poi?

T(9m.

Eccomi

pronto.

Già.

Vado

a dirlo a

mio

padre»

Tom.AnàuQj

andate,

Voftro sposo sarò,

non

dubitate

Già.

Mio

sposo ?-

A

quefto

nome

Tutta brillar n;i sento, e

non

so

come

Io sento j che in petto

(18)

l6 ATTO

Mi

palpita il core

;

Un

segno

d'amore Per

certo sarà,

Ma

prefto s'accofta

Quel

dolce

momento.

Che

in lieto contento

11 duol cangerà.

pane^

SCENA VII.

T0mmafmQ

y e

F

alloppio^

Tom^^On

giàduele

mie

spose; orche

ho

da fare?

Lo

so ben io;coraggio •.. inatt$dipartire

.

fai.

Appunto

io lo cercava.

Tom.

TE. che gli accorre?

Fai. Sento , che vuol sposare Nunziatella

.

Tom.

Lei sogna:

un

Cavalier della

mia

sorte

Non

tira a

mezza

lana

.

Fai.

Eppur me Y hanno

detto

.

T(?m.

Han

detto una bugia.

F0L

Ebbefi 5

comunque

fia ; quefta ragazza

Era

promefTa a

me»

Tom. Buon

prcj ti faccia

.

Fai.

Ah

1 Lei

mi

rende

V anima

Tom. Ma

;

non

ti vergogni

avvilirti a sposare una villana ?

Fai.

Le

porto

amore;

e quella paflion ria

Fa

fare altro che quefto , gi^j^

mia,

verse il

mare

ft odono d^^li flromenti

.

(19)

PRIMO. 17

S C E N A Vili.

Tommafine

, Fallop., Belisar., ed Odoavdo,

1 om.

Ma

che suoni son quefti ?

Fai. Fofle la Baronefla?

BeL

Sì fignore

;

E' d' cffa appunto, e qui sono venuto Per fare il

mio

dover.

Fai.

Va

bene; anch'io

Faccio il debito

mio

, e

accusarti Dell'ingiuflizia, e torto, che

mi

fai

.

BeL Bravo

,

non

perder

tempo

. con ironia.

Attuario venite ; riceviamo

O^^,

Eccomi

ad obbidirvi.

BeL

State attento , perchè con quefta

dama Fa

bisogno parlar con punto, e virgola

.

Tom.

(

Oh

I

Che

bella quadriglia, che faremo

Un

ciarlatano

medico

pofticcio ,

Un

afmaccio di Governatore ,

Un

impoftor bugiardo, che son

io;

E

or vien la BaronefTa

,

Che nemmeno

è d' accordo con se ftefla.

)

B

(20)

iS ATTO SCENA IX.

Ai

suono di una marcia arriva una barca, dalla quale scende

La

Bavonejfa con suo seguito , e detti

.

Bar. 2jEffirctti , che spirate Orgogliofi al

mio

venir, I miei pafli voi guidate ,

Compiacete

il

mio

defir.

bJ/^*

CncI

mirarla a

prima

vifta

ì

^4 <

Se fia lieta,

oppur

fia trilla

i Niun

di noi lo sa capir.

Bel. Signora

mìa

, io

mi

presento a lei

Cum

effectu precise ,

Ò*

peremptovie

A

riverirla, hoc

suum

,

&

intimetur,

Odo. {

Che

spropollti !

)

Bar.

Addio

,

Governatore

.

Io t'

amo

, e

mi

dai gufto

Appunto

perchè sei

un

animale

.

Bel.

Oh

fortunatam

natam

La mia

animalità ;

ma

se

ha un

talgenio Saranno molti quelli , a cui vuol bene

.

Bar.

Perchè?

Bel. Perchè i miei pari Si ritrovano uhique

.

Tom.

{ QLiefto Governatore è

un

capo d*opera

.

Odo. Signora, io v'offro la

mia

servitù .

(21)

PRIMO. ip

Bar.

Chi

fiete voi ?

Bel E'

r

attuario noftro

Uomo

di toga^ e sa bene il suo offizio

Bar* Io 1'

ho

per un fanatico

.

Odo. Qualunque io ih.. .

Bar.

Olà non

replicarmi

.

lo

non

poflb veder gente ambiziosa

^

D'

un inutil saper

Odo.(

Che

capricciosa!

}

Bel.

Abbi

pazienza. piano ad Odù^

Odo. Intendo

,

Non

le piacciono gli uomini eruditi

;

Li vuole

come

voi afin vestiti . parte

Tom.

(

La

Baronelìa

non mi

ha vifto ancora. ) Tal. Signora, a le.i s'inchma

Don

Falloppio,

Nipote

dei Straccion ,

Medico

,

Empirico

. 1 Bar.

Medico

fiete voi ?

Tal. Signora .

B^r, Scortatevi

.

: Fai. Perchè ?

Bar. Titulus ohjìat

.

FaL

Io vuo'giuftizia dal Governatore

.

Bel.

Anzi

, che intendo procefTar lui fteflb

.

Bar.

Ohìmhì

che confusone

.

M'avete

già seccata...

Ma

che

vedo!

Don Tommafino

è qui ? Venite avanti

,

Lasciatevi vedere.

Tom. Son

qui per fare anch*io il

mio

dovere*

Se vuole , se permette

Le

son

buon

servitore.

Bel.

Anch'io

vorrei

T

onore . ..

Bar. Tacete, zitto là.

B

z

(22)

zo ATTO

Bel

a^y^^^ donna

ftravagantc jP^I

^\ Di

quella

non

fi

dà#

Tom. Vi

piaccio?

Bar. Forse .

r<7w.

Davvero

?

Bar. Forse

.

Tom. Come nò

? B^r. Forse sì.

Tom. -.Ma

la Baronefla Bel.

Non

sa capir se ftefla^

F^/.

^

Neffuno capirà.

jB^/. Io parto

.

Bar.

, tettate

.

Fai. Io refto

.

Bar.

Andate

andate

Bel.

Ego

nescio cosa fare*

Fai.

Non m'

azzardo più a parlare

.

Tom.

State zitti , e cascherà

.

Bar.

Ma

che è quefto?

Cosa

fate ?

Siete muti?

Come

va ?

Ma

parlate , via parlate ,

Ve

ne prego in carità e

Tom.

Bel.

a^ì

Io

non

parlo ;

Fai.

^

Bar. Perchè

mai

?

Tom. ^

Bel. a^\ Io fio zitto

Fai.

^

Bar. Perchè zitto?

Quefta è troppa crudeltà*

(23)

PRIMO.

21

Beh

>Qiiefta è bella in verità.

Fai.

^

Bar.

Tommafino

?

Tom. Mia

fignora

.

^Bar. Io

mi

sento.

Tom.

Io sento ancora.

Bar.

^^X^^

sento un tal piacere,

Tom* Che

fiioire il cor

mi

fa!

Bel.

jfA

servir di candeliere,

faL

L. Tutti due reftiamo qua. partono

i

SCENA

X.

Nuwzjateìla, ìndi

Y

alloppio.

T.

'Nun. JL

Ommjifmo

aspettai fino a queft*ora

,

E non

fi è

mai

veduto

Lo

voglio ritrovar, in

ano

dì partire^

FaL

Sentite in grazia.

Nun.Q\ic

volete da

me?

FaL

Credete poi sposar

Don Tommafmo

?

Nun.

lo credo ciò che voglio;

E

voi ne' fatti miei

non

v'impicciate .

Non

vi vogliosoffrir,

non mi

seccate.parte\

FaL Che

deftino crudeli Ella è partita

,

E m'ha

lasciare mille smanie in seno.

Or

la ritroverò ...

Ma

s' ella ...

C

h

Dio

!

Non

vuol ...

Oh

fiero fìaro!

Non

so dove

mi

fia, son disperare!

(24)

2z ATTO

Vado

5 resto . . e

dove mai

?

Se la bella

mi

discaccia

,

Mi

tormenta 5

mi

minaccia,

E

di

me non ha

j)ietà!

Mille furie io sento in petto, Se il

mio

core è a lei lontano.

Di

godere spera in

vano

Quella pace, che

non

ha.

pane.

SCENA XL

Don Tommafme

, e poi la Baronejfa .

T(?;?7*X^A Baroneffa è ftravagante affai ,

E

fa tutt' il contrario

Di

quanto se le dice... Eccola appunto^

Or r accomodo

bene.

Boy.

Ei Tommafino

,

Sai che

vengo

qui apposta per vederti/

Tomolo non

lo sò, e

non

lo credo certo.

Bar.

Perchè?

Tom.

Perchè una volta ftando a Napoli

A

lei

mi

dedicai servo , ed

amante

,

E

lei

mi

discacciò

come

un birbante*

Bar.

Lo

feci sol per genio.

Tom. Ed

io partii per gusto

.

Bar.

Dunque non m' ami

?

Ebben,

giusto perquest

Oggi

ti voglio sceglier per marito. ,

Tom. Son

troppo al baffo,e

non mi

trovo

un

soldci

Bar.

Ti

darò mille doppie

Ncir

atto de' Capitoli.

'

(25)

PRIMO. 23

Ebben

: cosa rispondi ?

Tom.

Io

non

saprei . .

Bar.Zitto

non

t'oftinar. Seguimi intanto,

E

sappi che son io

Capace

di formar la tua fortuna,

Son

brillante, son beila5 c son virtuosa

,

Canto

d'agilità . T{?w,Cantate ancora?

Bar.

E come

bene, e vo' provar per ridere Sulle notturne scene

A

far da

prima Donna

.

Tom.

Sul Teatro?

Bar.Si Signor, credete

Che non

sarò capace?

Eh

poverinQ

La mia

virtù

non

conoscete ancora.

Sentitene una prova.

Tom.

Quefta sua abilità

mi

giunge

nuova.

Bar. Se avvien che sulla scena Diventerò

Emirena,

Saprò così cantando

^ Il palco palleggiar

,

Attenti al

mio

gorgheggi©

Silenzio in carità.

Se

Dido

poi divento Discenderò dal

Trono, Enea

del tradimento Superba a rinfacciar

.

Battetemi le

mani.

Che

torno a gorgheggiar.

Ma

zitto , zitto :

ohimè

i

Io sento un

non

so chè

Nei

pettoj

no

y nel seno;

B 4

(26)

24 ATTO

Neir

core; oibò

nemeno

,

Tacete ... or bene intendo

,

E

quel , che fui dirò.

Ho r alma

agitata ,

Non

trovo più loco,

Le

smanie , il gran foco

Mi

fan delirar. parte«

SCENA XII.

Tommafmo

, e poi Nun'zìatella

s

indi Belisario

Tom.^ Ra

tre belle ragaz^^e io già

m'

imbroglio;

so cosa farei.

La

miglior cosa E' procurar di prenderle il contante

,

E

poi .. .

Nun. Don Tommafmo

.

Tom. Son

qui :

Che

vuoi?

Nun Mia madre

è più d' un ora

,

Che

in casa aspetta5 e

non

venite ancora ?

Tom. Eccomi

qua, per te son pronto^

andiamo

.

Nun. Dunque

sei tutto

mio

?

Tom. Due

volte

mezzo

:

Or

di sopra

montiamo

^

E

il contratto di nozze concludiamo.

Beh Mi

rallegro con voi.

Tom. Addio

Governatore

.

Bel.

A

quel^ che vedo

Si dice già per cosa giudicata.

Che

tu fia di coftui incapricciata.

Nun.

E' troppo vero ; io

V amo

, e

V amo

affai .

Bel. Brava Qiierta confeffii senza corda.

In

somma

ogni ragazza

(27)

PRIMO. 25

per cercarfi un marito è dove

impazza

:

Tutto

fi ia per quefto ; e fia pur

V uomo

O

giovine , o canuto, o brutto , o bello^

O

di cor duro , o tenero di pafta

,

Abbia nome

marito, e tanto bafta

.

Il marito è

un

quid prò quo Così dolce 5 e saporito5

Che

ogni

femmina

ha il prurito

Di

volerfi maritar

.

Lo

cerca la zitella,

Lo

vuol la vedovella

5

Lo brama

la fignora

,

La

poverella ancora,

Lo

gode la saputa

,

La

vecchia noi rifiuta;

In

somma

tutto il seffo , Sia detto con permeffo ,

Per

quefto quid prò quo

Si vede a spafimar parte .

SCENA XIII.

Giaccomina , e detti.

Tom.^^ìrlt

ti par?

Dice bene?

Nun. Andiamo

prefto

.

Tom.

Io sonquipronto: andiamo,in attodipartire^

Già.

Ehi

fignorino ?

Tom.( Giaccomina

1

Or

fto fresco. ) Già.

Non

risponde ?

Tom. Che

vuole?

Eccomi

qua.

Ntm.

Dite: che affluì avete con cortei ?

piano a

Tom^

(28)

z6 ATTO

Tom. ha da

sposar

con un amieo mio

,

rispondepiano a

Nun^^

Ed

io tratto le nozze .

Già.

Di

che parlate voi

con

Nunziatella?

tirando

Tom. daW

altra parte.

Tom.

Si sposa a

un

contadin di

mia Contea

, c. s.

Ed

io fio per concludere le nczze.

Già.

Mi

rallegro

con

voi a NunTi*

Nun. Ed

io

con

lei. a Giac.

Tom.

Zitta;

non

pubblicare il

mio

segreto

.

piano a N'un'^.

Tacete

, che vi sposodinascosto.c. s.aGià.

Nun.

Oliando verrete a casa? c. s.

Tom.

Adeffo adeflb

.

Già.

Quando

vi rivedrò? c. s.

Tom. Oh

i prefto prcfto

S C E N A XIV.

La Bannejfa

, e detti.]

Bar.

D On Tommafm

?

Tom.

Signora. ( Eccoti il redo

)

Bar. Perchè

non

sei venuto ?

Tom, Ora

venivo .

Nun. Dove

fi

va

? a

Tom.

Già.

Che

vuol la BaroncfTa? c. s.

Tom E*

dispofta anche lei per maritarfi

,

E

il

mezzano

son io del

matrimonio.

Bar.

Che

parli con coftoro ? a

Tom. piano

.

Tom.

Si maritano ,

E

vogliono, eh' io regoli i contratti

.

(29)

PRIMO. 27

Bar.

Lo

farai

dopo

, adcflb parla

meco

.

Tom. Sono

a servirla. alla Bar.

Nun.

Sbrigati. piano a

Tom.

Tom. Abbi flemma

Già.

Fa

prefto. c.

Tom.

Signora

.

Bar. Sieguimi. c. s.

Tom. Son

con lei .

Già.

La

parola

.

Tom. Lo

so .

Ntin.Yìtm.

Già. Partiamo,

Tom. (Che

imbroglioèqucfto

mai

! stordito iorefto.

Non

so

dove mi

fia: che incantoèqucfto! )

Ti

sposerò ,

mia

cara

,

Non

dubitar di

me

. a Nuut;.

amor

la pena

amara

10 provo sol per te a Già.

Per

voi pupille

amate

Langue

il

mio

cor, sospira, allaBar.

( Sarete consolate Sta sera tutte c tre .

)

(

Ma

se

ho

il contante in

mano De'

sdegni lor

mi

rido,

E

volgo in altro lido 11 fuggitivo piè.

) parte*>

(30)

28 ATTO

S G E N A XV.

Le

suddette , indi Belisario ,

T

alloppio ^ poi

Don Tommafmo

, Odoardo , e

Servi

.

Nun. (Cjlà

contenta fi

chiama V alma mia

. ) entra in casa

Già. (

Ha

ottenuto il

mio

cor ciòche defia .) c.s.

Bar. (Alfin

Don Tommafmo

Oggi

sarà il

mio

caro Baroncino.

)

FaL

Signora, io vo' giiiftizia

.

Bar.

Contro

chi ?

Fai. Potrà vederlo in quefto

memoriale.

Bar. Porgete.

Ma non

c' è il Governatore ?

Fai. Giufto il

Governatore m'

è contrario. .

Bar.

Che

dite ? E'

un

uon;i dabben

Don

Belisario

.

Fai. Eccolo 5 che già viene

Bar.

Governatore

: qui c' è un

memoriale

.

Sediamo

in Refidenza , e a quefto Fifico

Rendiam

pronta giuftizia*

Bel.

Ci manca V

Attuario

Bar.

Non importa

Bel. (

Oh

diavol i Senza lui che suggerisco ?

10

non

so cosa dir. ) Corri a cejcarlo

ad

un servonoheaccenna dinonsaperdovefta.

Cosa

?

non

sai dov' è ?

11 diavolo che porti lui , e te!

Tom.

( Qiìcfti che fanno qua?

Stiamo

a sentire.

)

in disparte.

Bar.

Or

io leggo con voce intelligibile

Tutto

il tenor di quefto

memoriale

.

(31)

PRIMO. 2p

Beh Dica

, eh' io fiedo qua prò tribunale .

Bar. 5, Falloppio de' Falloppiis, legge: Con' supplica umiliffima

55

Fa

noto a Vosustrissima

„ Come

appuntò i sponsali

Con Nunzia

Panarella

.

Ch'

è quella

=

che fta la ?

a

FalL

, c/je accenna di s).

Nun»

( Qiiel pezzo d'animale Finita ancor

non T

ha ?

)

Già. ( Sedendo al Tribunale

La

Baronefla fta .

)

Tom.

(

Con

quefto

memoriale Quel

sciocco che vorrà ?

Fai. Signora, lei

non

seguita?

Bar.

Lo

scritto è troppo arabicoy

Vedi

, che dice qua?

Eah Con Nunzia

Panarella leggendo

.

Vergine in capillis,

55

Che

per

Don Tommafino

55

Non

vuole il Supplicante

.

Bar.

Don Tommafin

che c' entra ?

Fai. Se c'entra

non

lo so

Ma

solo le dirò, ,

Che

quella Nunziatella

Vuol

quello , e

non

vuol

me

*

Bar.

Che

dici tu

non

so ;

Ma

solo ti dirò

;

Che

un impoftor tu sei,

E

che così

non

è.

Fai.

Ma

se ..

Bar. Silenzio olà l

(32)

3© ATTO

E

tu

Governatore

Decreta , io firmerò

Bei

( Qiiel diavol d' Attuario

11 collo fi spezzo ) scrive.

/

Mi

pare , che (i

nomini

sulle logge.

Cia. ì

Ancor Don Tommafino

:

Nuu.

j

Or

scendo^ e da vicino

\ Mi

voglio aflìcurar. scendono

Tom.

( Si scoprono le trappole

, Il caso è troppo grosso

,

Se salto quefto fosso

Contento

polFo ftar, )

BeL Ecco

il decreto è fatto,

E

son tutto sudato :

Attenti ad ascoltar

Per

subscriptum

Gubernatorem Curice Localis

Tuit

provisum

,

Atque

decretum

Qj,(od dieta

Nunxjj^

Illico sposetuY

— Cam Don

Falloppiòy

Atque

respectu

— Don Tommajtno

Exulet recto

— Tramite

a regnoj

Me

donec aliter

~

S' ordinerà. Bar^ Exulet recto

Tramite

a regno..

.

prend. il decreto^ e leg.

In ^uefto scritto v'è dell'imbroglio;

Quefto decreto io

non

lo voglio.

Tu

Ciarlatanopiù

non

parlar . a

FaL

E

tu va, e impara a decretar . a

BeL

, e lacera il foglio.

Bel.

Come

? Perchè tal cosa?

Bar^ Perchè così

mi

piace. .

Fai Ma Tommafm

la sposa Pretende a

me

involar.

(33)

PRIMO.

51 Bar.

Nò no,

ciò

non

è

vero;

Tu

sei un

menzognero,

qucfto fi può dar*

Tom.

/

BffL

\Chc

ftrana

donna

è quella!

pai.

a$\

Io perdo le cervella

,

Già. j

so cosa pensar.

Nun*

\

. .

Tom.

Direi y fignora , anch^io.

Ma

intendo il dover

mio.

Bar. Parlate.

Bel.

Ma

il decreto...

Già.

^

Nun.

giufto , e s*ha da far

.

Fai.

^

Bar.

Lo

dico , c lo ripeto:

No

, che

non

s*ha da far

Bel.

Ho

inteso, e tanto baila

;

Neffuno lo contrasta :

No,

che

non

s'ha da far*

Bar.

Non

fi farà? perchè ? Bel. Perchè. .

.

Bar.

Ma

olà tacete !

Governator

, scrivete, Io detto

.

Bel. Io sono <juà ftede e scrìve«

Odo. (

La

Baroncffa è io collera:

Che

cosa

mai

sarà? )

Tom.

( Se il naturai

non modera

, Pazza diventerà.

)

Bar. 55

La

Baroneflli, etcetera, dettando

^BeL

35 Decreta, c ftabilisce, (scrive

.

(34)

ATTO PRIMO

.

55 Principia , e poi finisce

.

Va

bene

o nò

?

Tom.

a5

>Va

bene e

.

Bel.Fal.^

Bar. 55 Finisce principiando,

55

E

vuol che il suo

comando

55 Si faccia5 e

non

fi faccia:

Va

bene o

?

^«f^^>/l}va

bene e n?,.

trs riaend0

J

Bar.

Ma

che

vedo! Voi

ridete?

Temerarj

quanti fiete

,

Bel. Il decreto seguitate.

Bar.

5 quel foglio lacerate

Tom. Ma

vSignora?

Bar. Traditore!

Va

crescendo il

mio

furore ; Pien di rabbia il cor

mi

fta!

Tnt.gl:

akVa

crescendo il suo furore

;

Pien di rabbia il cor gli fta!

Tutti.

Io

non

so

dove mi

fia

;

Ma

che incanto è quello qua!

Quello grida 5 quel minaccia

,

Uno

fugge5

r

altro scaccia!

La mia

tefta è un moJtgibelloì

Poveretto il

mio

cervellol

Già

principia a vacillar

.

Fine

deirZitto

Primo,

(35)

33

ATTO SECONDO-

SCENA

I.

Belisario, Falloppio, ed Odoardo

Bei.

i lOn Tòmmafino

alfine

M'

ha poi detto chi sposa Tal.

Or

or difle a

me

pure

,

Che

volea

Giaccomina

.

Odo,

Anzi

la BaronelTa .

Bel.

Non

è ver , Nunziatella . Fai.

Voi

dite

ua

gran spropofito

Odo. Siete

mal

informato .

Bel.

Chi

creder ve lo fe' , v'ha corbellato .

Tal.

Ma

se

Don Tòmmafino

ora

m'

ha detto

,

Che non

pensa a Nunziella

Od.

Anzi m'

ha afficurato

,

Che nemmen

fi sognò di

Giaccomina

o

Bel.

E

per la Baronefla ei ha giurato

,

Ch'

è troppo pazza , e che

non

ci ha pensato^

Od.

Ah

briccone i

C

(36)

54 ATTO

Fai.

Ah

5 birbone ! Bel.

Ah

5 biiggiardone !

Torto

alla Baronefla

Andiamlo

ad accusare

Fai.

Diciamo

che cofliii

EVuri impoftor , che cerca d'infamarla^

Od.

Ma

quella tefta male organizzata

Non

ci vorrà dar fede

E

tanto

r amerà

Quanto

più

Tommafm V

inganneràr^

E'

un

microscopio

Amore

,

Che

il bello sol rischiara

;

Ma

penetrar nel core

Lo

sguardo

mai non

fa. ^ Sia fido , o fìa spergiuro

,

Sia vile

,

oppur

fia audace y

L*

amante quando

piace

Difetto alcun

non ha

parte<

SCENA Ih

La

Baronejfa, e Detti.

C^Hiusa

nel gabinetto

M'era

venuto

un

palpito di core.

FaLUa

palpito di cor? Qiiefto è cattivo.

Eccole qua

un Galeno

, un Ipocraffo

Pronto

a far la gran cura

.

Bar.

Galeno

, ed Ipocraiìb

Vadano

feliciffimi ,

Ch'

io

non mi

sento nulla

.

Beh Le ho

da parlar di co^sa di

premura

(37)

SECONDO.

Tal Ed

ancor io .

Bar.

Vi preme

di parlarmi ?

Bel. Fai. a % Certo

'

Bar.

Ed

a

me non preme

di sentirvi .

Andate

via di qua

Fai.

Come comanda

, ^

Bel. Io parto. tu attodi partire^

Bar.

Ma come

?

Ve

n'andate?

Fai. Signora

Bel. Certiffimo

.

Bar.

Ne

più volete dir quel, che v'occorreì

Fai. Signora

no

Bel.

yV

è paflata la voglia .

Bar.

Ed

al contrario

M'

è venuta la voglia d'ascoltarvi .

Fai. ( Si dà più pazzo

umore?)

Bel. (

Mi

fa proprio venire

V

anticore )

Bar. Dite

Fai.

Don Tommasino

* .

Bel.

Don Tommafm

B/7r,

Che

cosa dir volete? con impeto^

Bene

, o male ? Bel. Fai. a 2

Male.

Bar. Chiudete olà la bocca:

Non

vo' sentir dir

mal

ài chiccheffia

.

Ambi

fietc impoftori, io vado via, parte

^

Bel. 5eFai.re/iano immoti

guardando

fi

P un r

altro in faccia^ indi dicono.

Bel.

M'

ha piantato

come

un cavolo.

Fai. E' fuggita

come

un diavolo

.

{Or

che cosa fi farà?

Zitti y

non

farfi scorgere:

Meglio

tacer sarà.

C

2 via^

(38)

ATTO

S C N A

I

IL

Tómmafmo

con

un Notavo^

indi

BeUtarhy

poi

Nm^'afella

Tom^l^mr Notaro ho

fretta,

E

lei

cammina come

una tcftugine.

^eL Oh

i

buona

pelle , addio.

Lei

qui poc*a

M* ha

detto , che sposava Nunziatella

;

Or*

è la Baronefla ^ e

non

più quella

.

^om.

Lei sbaglia tofo coelo

Queft* appunto è il

Notaro

, che vien

meco

Da

Nanziella per ftender la scrittura .

E'

vero ?(//Notaro accennadisì)

Ora

losenta

Da

Nunziatella iftefla. Nunziatella ?

chiamandola vevso la casa.

Nun. San

qua.

Tom.

Quello è il

Notaro

: concludiamo

NuìT.

Che

allegrezza!

Via

palli,e ftipuliarao. via.

Tom. Che

dice ?

BeL Me

remitto.

Tom.

Potrebbe favorirci

,

E

alla scritta servir di te/limonio?

Beh

Accetterò

Y

onore Si

quam

libentijftme

.

T<?m.Signor

Notaro,

Ella cominci a ftendere.

Per

la dote farà

cóme

gli

ho

detto

;

E

in quanto agli altri patti io

mi

rimetto

,

Belé^ ed il Notaro entrano in casa^

(39)

SECONDO. 37 SCENA IV.

Tommafmo

, indi

F

alloppio , ed

un

altro Notare

da

diversa parti^

più

dopo Giaccomina

dalla

Casa

.

i om. li levai d'intorno

Acciò non mi

difturbin

V

altre

macchine

,

Signor

Notaro

,

ho

fretta grande, e lei

Marcia

con una

flemma

, che

m' ammazza

.

Fah

(Eccoil bugiardo.

)

Appunto ho

da parlargli.

Non mi

difle sposava

Giaccomina

E

in vece fi marita a Nunziatella?

con aria brusca«

Tom. Giaccomina mi

piglio, e

non

già quella

.

Dica

Signor

Notaro.

ilNot. accennaCiac.

Meglio

da

Giaccomina

lo saprà

Giaccomina

,

mio

bene?

chiama

versolacasa.

Già.

Anima mia

;

Hai

portato il

Notaro?

Tom.

Eccolo qua

.

Già.

Andiam

prefto , che aspetta il

mio

Papìl

Tom.

Salga Signor

Notarò

.

Il Signor

Don

Fallopio

Ci

potrà favorir di tcftimonio

Fai.Riceverò

V

ooore .

Giac.

Dair

allegrezza in sen

mi

brilla il core

.

Una

secreta voce

Dentro

del cor

mi

dice,

Che

d* effere infelice Il

tempp

finirà

.

(40)

3$ ATTO

Se vi son cara

,

Se voi

mi amate

Mi

consolate

Per

verità !

Fai.

Giacy

e Not* entrano in Qasa.

SCENA V-

Altro Notavo, Odoardo , la Baronejfa, e detto.

Tom^ Ncor

queflo è spedito.

Ecco

che giunge L'altro

Notar.

Si

muova

in carità.

Odo.

Don Tommafmo

, lei

mi

renda conto

Di

tante sue bugie col ferro in

mano

Tom, M'

offende ^ caro lei :

Non

uscì

mai

bugia da' labbri miei.

Odo.

Mi

dijffe che sposava

La

noftra Baronefla

;

E Don

Falloppio ha detto,

Che

lei

con Giaccomina

il

nodo

ha ftretto,|

Tom. Dà

retta a saltimbanchi?

Mi

fa ridere. \

Ecco

il

Notar

, che colla Baroneffa

Vien meco

adeflb a fìipular la scritta .

E'

vero ^ ©

no?

il

Not

aroaccenna di sì.\

Bar.

Don Tommafin

?

Tom, Mìo

bene.

Ecco

pronto il

Notaro.

Bar.

nella refidenza . Not.

Stendete la scrittura

mia

dotale ,

Che

la soscriveremo

immantinente.

il Notaro [i ritira.

(41)

SEC O K DO. 3^

Tom. Che

dice adcflb,

mio Padron

garbato?adOd.

Od.

Che ho

gran piacere d'effermi ingannato.p.

Bar.

Mentre

fi fa la scritta^ Bisogna che tra noi

Accordiamo

altri patti.

Tom. Accordo

tutto .

Qiiel che vuol lei farò.

Sarà in sua

man

di fare , e di disfare Bar.

No

: sol tocca al marito a

comandare

i

Tom. Ed

io

comanderò

.

Bar. Credi pigliarmi

Per schiava ?

Oh

quefta è bella!

Tom. Eh

via ,

non

vada in collera

.

Comandiamo

a vicenda un pò per

uno

.

B^r.QLiefta è un'afmitadel

Ogni comando

5

eh'

è diviso

non

serve

Tom. Dunque non cemandiam

nè io,lei

Bar. Peggio che

mai

J

Nave

senza Piloto

Corre

sempre pericol di perire .

Tom. Ebben m'

insegai lei

come ho

da dire?

Bar. Dirai quello, che

Amore

Ti

sa ispirar di dolce, e di grazioso;

Dirai quel, che a

uno

sposo

Dire

è dovere ad una meglie

amante

:

Compiacente

sarai , sarai collante .

Col

più tenero affetto

I miei defiri secondando in pace

Potrai poi far di

me

quel , che ti piace

.

Se tu

m* ami

,

o mio

tesoro

,

Se fedele a

me

sarai

,

Caro

ben, que* vaghi rai

Saran

V

idol del

mio

cor

.

C4

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