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MOVIMENTO AUTONOMISTA FRIULANO. Provincia di Udine. Programma amministrativo per la Provincia di Udine

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MOVIMENTO AUTONOMISTA FRIULANO Provincia di Udine

Programma amministrativo per la Provincia di Udine 2013-2018

Principi

Il programma è ispirato ai principi di un moderno pensiero autonomista che nell'ambito di una impostazione che privilegia la persona umana nella sua appartenenza ad una comunità omogenea per lingua, storia e cultura e nelle sue esigenze di libera esplicazione di tutte le potenzialità che tale

appartenenza comporta, offre soluzioni dirette a rafforzare le capacità di autogoverno della comunità stessa. Ogni soluzione di problemi politico-

amministrativi deve essere coerente con la finalità fondamentale che è quella di garantire autonomia al Friuli, inteso come comunità e territorio che si

estendono dal Livenza al Carso, e di costruire un sistema di rapporti e di strutture che possano dare corpo alla comunità friulana nella sua aspirazione ad essere riconosciuta come tale e a svincolarsi da legami di dipendenza che ne compromettano la sopravvivenza. In questo quadro il Friuli centrale

assume un ruolo fondamentale, in quanto con la forza del suo sistema

industriale, fortemente orientato all'esportazione e all'innovazione, garantisce ampi margini di autonomia economica al Friuli. Rappresenta altresì una

componente particolarmente vivace della realtà friulana.

In coerenza con tali finalità e ispirazioni, si definiscono come segue le linee di un programma che deve essere perseguito dalla Amministrazione Provinciale di Udine nel prossimo quinquennio.

L’Assetto istituzionale

Il prossimo mandato dovrà essere caratterizzato da tre orientamenti fondamentali.

In primo luogo dovrà operarsi una forte rivalutazione dell’immagine della Provincia, gravemente deteriorata presso l’opinione pubblica da una forsennata campagna lanciata dai grandi centri del potere economico e comunicativo soprattutto milanesi che in nome della riduzione della spesa pubblica, dell’area della pubblica amministrazione e di lotta agli sprechi hanno diffuso l’idea della inutilità della Provincia e delle notevoli economie che potrebbero derivare dalla soppressione di questo ente intermedio che al contrario esiste in tutti i paesi di dimensione analoghe a quelle italiane: si chiamano Dipartimenti, Contee, Circondari, enti intermedi a gestione e controllo

democratico che assolvono alle funzioni di area vasta che i comuni sono troppo piccoli e le regioni

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troppo grandi, lontane e inefficienti, per esercitare in modo efficiente e partecipato. La soppressione di questi enti in luogo di condurre ad una economia di spesa, produrrebbe una sensibile lievitazione dei costi di personale, derivante dal livellamento delle retribuzioni dei dipendenti provinciali a quelle mediamente più alte del personale regionale, e dagli investimenti necessari ad una riorganizzazione dei servizi e ad un trasferimento del personale in altre sedi.

In secondo luogo si dovrà perseguire una profonda trasformazione dell’assetto istituzionale che conduca ad un completo trasferimento delle funzioni amministrative-gestionale della Regione agli enti locali secondo un valido modello di federalismo interno. Tutte le funzioni già articolate a livello provinciale (ispettorati provinciali dell’agricoltura, ispettorati ripartimentali delle foreste, servizi tecnici provinciali) dovranno essere assegnate alle Province, come tutte attribuzioni degli organismi periferici dello Stato, come le Prefetture, gli Ispettorati provinciali del Lavoro e tanti altri uffici statali operanti a livello provinciale. Le Province dovranno essere federate in una Comunità delle Province Friulane o se possibile aggregarsi in un'unica grande Provincia del Friuli, mentre l’area triestina dovrà essere organizzata in una Città metropolitana che comprenda il Comune di Trieste e l’intero territorio del Carso triestino fino al Timavo. Si tratta di riforme che possono essere effettuate sulla base della vigente legislazione regionale sugli enti locali.

In terzo luogo la Provincia dovrà esercitare sulla Regine e sullo Stato una forte azione per introdurre un decisivo rafforzamento del regime di autonomia differenziata concesso dalla sostituzione alla nostra regione, che deve esser posta ai livelli superiori dell’autonomia speciale attribuita alle altre regioni e province autonome e in particola della Sicilia, della Valle d’Aosta e del Trentino Alto Adige.

Alla Comunità delle Province Friulane o all’unica Provincia del Friuli dovranno essere attribuite tutte le competenze riguardanti le seguente materie:

- Programmazione scolastica - Pianificazione territoriale

- Programmazione e gestione ambientale, con particolare riguardo ai Parchi naturali e ai Rifiuti solidi urbani

- Programmazione viabilità interprovinciale - Programmazione attività produttive

- Programmazione dello sviluppo della Montagna - Programmazione turistica

- Promozione della lingua friulana nei territori ove questa è parlata o è presente storicamente;

- Sviluppo dei rapporti con le Comunità friulane nel Mondo.

Questo obiettivo implica una forte azione della Provincia per l'inserimento nella Carta Statutaria della Regione o quanto meno nella Legge sulle autonomie locali di una norma che renda stabile tale assetto o non lo condizioni alle mutevoli vicende degli assetti di vertice delle tre province friulane.

In questo contesto si dovrà realizzare una profonda Riforma degli Enti locali nella logica della valorizzazione delle comunità locali e del ruolo di presidio territoriale delle amministrazioni comunali, di programmazione e gestione dei servizi nei territori montani e di programmazione, rappresentanza e coesione delle Amministrazioni provinciali sull'intero territorio del Friuli.

L'Associazione tra le Province friulane, indicata come Comunità delle Province Friulane, costituita nel 2007 dai Presidenti De Anna e Strassoldo, rappresenta il primo fondamentale momento per la costruzione di una struttura istituzionale dell'intero Friuli che dia vigore alle aspirazioni di

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autonomia della realtà friulana. L'Associazione va riempita di contenuti forti, in modo che diventi lo strumento dinamico per una crescita complessiva della comunità friulana.

La Riforma degli enti locali

Andrà sviluppata ogni opportuna azione per giungere ad una profonda trasformazione dell'attuale assetto degli enti territoriali che si fondi sui principi di un reale federalismo interno che veda i suoi capisaldi nella rigorosa applicazione dei principi di sussidiarietà, adeguatezza ed economicità e nella rivalutazione del ruolo dei comuni e delle province quali enti necessari per una adeguata azione di rappresentazione degli interessi delle rispettive comunità, di prestazione di servizi alle persone e alle imprese e di pianificazione e infrastrutturazione del territorio. In particolare si propongono per i distinti livelli amministrativi le seguenti misure.

Comuni

Riaffermazione del ruolo dei piccoli comuni come strumento di presidio del territorio e di

prestazione dei servizi di base per il cittadino e correlata semplificazione delle loro competenze e degli adempimenti loro richiesti. Bisogna avere il coraggio di procedere alla classificazione dei comuni in comuni di base (piccoli comuni) e comuni di comprensorio (restanti comuni). Intorno ai comuni di comprensorio vanno costituite Unioni di comuni obbligatorie che si assumano la

responsabilità di gestire i servizi di ordine superiore interni (servizi del bilancio, del personale, dei tributi) e esterni (urbanistica, attività produttive, cultura, vigilanza). Le funzioni di base, quali gli sportelli anagrafici, le piccole manutenzioni, il verde pubblico, l’associazionismo, vanno mantenute ai comuni, qualunque sia la loro dimensione, ai quali vanno garantiti livelli di finanziamento

aggiuntivi.

Unioni montane

Va riconfermato il ruolo di tale organismo associativo dei comuni montani quali enti di

programmazione dello sviluppo delle vallate montane e di prestazione di servizi sovracomunali o delegati dai comuni aderenti. Come in Trentino il Presidente e una parte dell’Assemblea devono essere eletti direttamente dai cittadini.

Il ruolo delle Unioni va recuperato attraverso una ridefinizione delle competenze, in modo da non invadere i campi propri della Provincia. La Unione montana delle Valli del Natisone va costituita come Comunità della Slavia Friulana che si affermi come strumento di rappresentanza e di sviluppo della comunità slava delle Valli.

Province

Va rafforzato il ruolo di questi enti necessari riconoscendone appieno le funzioni di area vasta, di coordinamento, di programmazione, di prestazione di servizi sovracomunali, di sollecitazione istituzionale per la soluzione di questioni che riguardino la totalità della comunità e del territorio provinciale e come fattori importante di coesione territoriale. Vanno attribuiti a questi enti le funzioni che comunque nelle altre regioni italiane spettano alle province, e in particolare:

- difesa del territorio - agricoltura

- istruzione

- formazione professionale

Alle Province vanno trasferite tutte le funzioni attualmente esercitate dalla Regione a livello amministrativo.

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La Comunità friulana

Va rivalutato ad ogni livello e con ogni strumento l'acquisizione della lingua friulana come

elemento originario e costitutivo della specialità della nostra Regione, i cui vertici devono cessare di far intendere come irrilevante la questione friulana ed essere costretti a destinare risorse sufficienti alle iniziative dirette alla tutela, valorizzazione e sviluppo della lingua friulana. In particolare si ritiene necessario:

a) Costituzione della Casa del Friuli, da realizzarsi in una località scelta congiuntamente dalle tre Province friulane, da collocarsi in un immobile di prestigio, facilmente accessibile e

pubblicizzabile, ove possa trovare ospitalità un Museo e una Mostra permanente, riguardante:

- natura ed evoluzione della lingua friulana;

- assetto istituzionale e storia del Patriarcato d'Aquileia e della Contea di Gorizia;

- assetto e storia del Parlamento della Patria del Friuli;

- caratteristiche specifiche del popolo friulano;

Si tratta di una iniziativa da programmarsi attentamente, anche sulla scorta di quanto già realizzato per valorizzare altre comunità linguistiche (Ladini dell'Alto Adige, Occitani del Piemonte, Catalani a Barcellona, ecc.).

b) Attivazione di un canale televisivo e radiofonico in lingua friulana;

c) Rafforzamento dell'Ente Friuli nel Mondo con pieno recupero a tale ente dei legami con le comunità emigrate dal Friuli occidentale e Isontino;

d) Costituzione di una rete di Istituti Friulani di Cultura presso l’Ente Friuli nel Mondo e i Fogolârs dotati di sede.

Le minoranze linguistiche

Vanno costruiti strumenti istituzionali, normativi e finanziari per la tutela delle minoranze linguistiche del Friuli, costituite da quelle venete autoctone lagunari (Marano in Provincia di Udine e Grado in Provincia di Grado) o di terraferma (bisiachi del Monfalconese), da quelle slave delle Valli del Natisone, delle Valli del Torre, della Val Resia e della Val Canale e da quelle germaniche di Sappada, di Sauris, di Timau e della Val Canale. Si tratta di antiche parlate di origine medioevale che vanno tutelate nella loro configurazione più genuina e specifica, proteggendole dalla italianizzazione o friulanizzazione, ma anche dalla loro assimilazione al veneto comune o al triestino, allo sloveno e al tedesco. Il nedisko, il rozanski, il sappadino, il saurano e il timavese, il veneto lagunare vanno tutelati con efficaci interventi nelle scuole, nella cultura e nell’economia.

La ricomposizione della Comunità friulana

La Provincia di Udine deve farsi promotrice di ogni iniziativa diretta a ricondurre ad unità la Comunità friulana, favorendo in ogni modo il rientro nella Regione Friuli Venezia Giulia e in particolare nelle Province friulane il Comune germanofono di Sappada e i comuni friulanofoni o parzialmente friulanofoni del Portogruarese, posti sulla sinistra del fiume Livenza, già appartenenti

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al mandamento di Portogruaro, che in appositi referendum hanno dichiarato la loro volontà di ricongiungersi al Friuli.

L’industria manifatturiera

Va sviluppata una azione forte per realizzare strumenti e iniziative che rendano quanto più possibile solido e autonomo il sistema produttivo friulano, rafforzandone il management,

conservando in Friuli i principali centri di decisione e attuando una politica industriale che spinga le attività manifatturiere verso percorsi di forte innovazione, soprattutto per quanto riguarda la

differenziazione dei settori produttivi e lo sviluppo di settori ad alto contenuto innovativo. A tal fine si dovrà provvedere a

a) valorizzare al massimo gli aspetti identitari anche nel settore produttivo e nelle azioni di promozione e commercializzazione dei prodotti friulani;

b) collegamento forte del Polo scientifico e tecnologico di Udine con le analoghe realtà di Pordenone, Amaro, Gorizia, in modo da costituire un Parco scientifico e tecnologico friulano di natura reticolare, che riconduca a sistema tali iniziative e ne favorisca da un lato la specializzazione e dall'altro la integrazione, pur nella valorizzazione delle rispettive funzioni al servizio dei sistemi industriali locali;

c) istituzione di una Scuola Superiore dell'Impresa Friulana, per la formazione imprenditoriale e manageriale, svincolando il Friuli dagli attuali legami di dipendenza da Padova o da Vicenza;

d) valorizzazione e razionalizzazione delle risorse naturali ed economiche prodotte in Friuli, prima di tutto a vantaggio dello sviluppo e della crescita dell'economia locale;

e) valorizzazione, promozione e sostegno della rete di piccole imprese che costituiscono il tessuto di base dell'economia friulana.

Le risorse agroalimentari

Il settore agricolo malgrado il suo ormai ridotto contributo alla formazione del pil regionale,

rappresenta un settore di notevole importanza ai fini della tutela del paesaggio, dell’autosufficienza alimentare della regione e della produzione di prodotti tipici, contribuendo così alla formazione di un profilo specifico del Friuli.

Va impostata una politica di sviluppo agricolo che privilegi la formazione di intere filiere che partano dalla produzione per muoversi verso la trasformazione e la distribuzione dei prodotti agroalimentari di qualità.

Va favorita la formazione di imprese professionali di dimensioni adeguate che consentano il

recupero dei costi fissi e il conseguimento di livelli di produzione che garantiscano la remunerazione

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dei fattori. Presupposto fondamentale è rappresentato dalla conservazione di dimensioni minime e soprattutto la lotta alla divisione delle aziende ad ogni passaggio intergenerazionale, anche

attraverso il ricorso allo strumento del creduto che consenta la liquidazione dei coeredi e garantisca la conservazione dell’unità dell’azienda.

L’agricoltura richiede anche una serie di intervento nel settore delle istituzioni poste al servizio dello sviluppo e dell’assistenza tecnica alle imprese agricole. In questa direzione riteniamo che ci si debba muovere nella direzione di una radicale trasformazione dell’assetto operativo, che richiede:

a) il trasferimento degli Ispettorati provinciali dell’Agricoltura dalla Regione alle Province;

b) il trasferimento degli Ispettorati ripartimentali delle Foreste dalla Regione alle Province;

c) la soppressione della Azienda regionale delle Foreste e il trasferimento del patrimonio, del personale e delle risorse alle Province;

d) la soppressione dell’Ersa, la privatizzazione delle aziende agricole di proprietà regionale, il passaggio delle competenze sulla sperimentazione all’Azienda agraria dell’Università, il trasferimento delle competenze sulla promozione delle produzioni agricole alle Camere di Commercio e il settore dell’assistenza tecnica alle imprese alle Province.

Le risorse turistiche

Il Friuli presenta un complesso importante di risorse turistiche legate alla varietà delle sue situazioni ambientali, dalla compresenza entro un ambito ristretto di condizioni naturalistiche, paesaggistiche, culturali e storico-artistiche di grande pregio, e si giova altresì della vicinanza a bacini turistici notevolmente ricchi e particolarmente propensi alla utilizzazione delle risorse ppste in prossimità dell’Adriatico.

La Provincia rappresenta la dimensione favorevole per operare iniziative di aggregazione delle risorse turistiche, di organizzazione delle tane risorse, di promozione degli aspetti specifici del territorio.

Mentre è opportuno che la promozione delle risorse turistiche del complesso del territorio regionale venga operata dalla Regione, l’azione di organizzazione delle risorse turistiche, l’integrazione dei punti rilevanti per dare una risposta efficace alla domanda e la costruzione di opportuni itinerari turistici trovano nell’ambito provinciale, eventualmente integrato a livello interprovinciale, il luogo ideale per una efficace azione di sviluppo atta ad incrementare l’attrattività del territorio. Alle Province e in particolare alla loro Comunità vanno riservate tali responsabilità di programmazione e di attuazione.

La distribuzione commerciale

Le attività commerciali non rappresentano un fattore di crescita economica locale se non nel

momento in cui riescono a catturare una domanda extraregionale. L’apertura incontrollata di esercizi commerciali specie se di grandi dimensioni non hanno altro effetto che redistribuire sul territorio la domanda di consumi commercializzati e provocando la entrata in crisi e la chiusura degli esercizi commerciali esistenti.

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Tali dinamiche sono particolarmente gravi quando incidono sui centri storici urbani e su piccoli insediamenti distribuiti sul territorio, specie se collocati in montagna dove le lunghe distanze e i dislivelli di quota rendono particolarmente difficili gli approvvigionamenti delle famiglie.

La improvvida politica della Regione che ha provocato la disordinata crescita delle unità della grande distribuzione commerciale nelle periferie dei maggior centri urbani ha condotto

all’indebolimento dell’apparato commerciale dei centri storici e alla chusura di molti esercizi di base nelle località minori.

La Provincia dovrà muoversi per:

a) ottenere il trasferimento competenze autorizzative per la grande distribuzione;

b) esigere dalla Regione provvedimenti agevolativi per consentire il mantenimento degli esercizi di prossimità nei piccoli entri in particolare in montagna;

c) realizzare una politica di sostegno diretti agli esercizi commerciali in territorio montano.

L’energia

La produzione e distribuzione dei prodotti energetici rappresenta un settore di importanza strategica per le famiglie e le imprese. Per queste ultime, soprattutto per i settori energivori come quello siderurgico, è di importanza strategica l’acquisizione di approvvigionamenti energetici adeguati quantitativamente e convenienti economicamente. Il problema può risolversi radicalmente solo a livello di provvedimenti nazionali e in parte regionali. La Provincia può comunque dare i propri contributi sia a livello di promozione di politiche adeguate, sia di attuazione di specifiche misure di incentivazione del risparmio energetico sia di piena utilizzazione delle fonti rinnovabili.

La Provincia dovrà provvedere a

a) costruzione di un piano energetico provinciale, pur nella latitanza della Regione che non ha ancora provveduto a costruire il proprio piano energetico regionale;

b) assistenza ai comuni di maggiori dimensioni per la redazione dei piani energetici comunali;

c) realizzazione di misure di risparmio energetico negli istituti di istruzione superiore e in tutti gli uffici della Provincia;

d) Realizzazioni di impianti di fotovoltaico in tutti gli istituti scolastici e in tutti gli immobili di proprietà provinciale;

e) miglioramento delle modalità di controllo sugli impianti termici;

f) misure di incentivazione dell’utilizzazione delle risorse idriche a fini energetici, come l’utilizzazione dei numerosi piccoli salti d’acqua.

L’ambiente

L'ambiente e il paesaggio rappresentano uno degli aspetti di forza del sistema Friuli e pertanto va sviluppata una forte attenzione di tutela e valorizzazione delle risorse ambientali e paesaggistiche, sia ai fini della conservazione degli attuali livelli della qualità della vita, sia come fattore di

attrazione di risorse umane e di sviluppo delle attività turistiche. In particolare si dovrà provvedere alle seguenti misure:

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a) costituzione di una rete integrata di Parchi e riserve naturali, la cui competenza va comunque trasferita appieno alle Province;

b) costruzione di strumenti efficaci di protezione del paesaggio naturale e costruito, attraverso interventi di carattere normativo che incidano sulla pianificazione urbanistica, azioni promozionali ai fini della diffusione di una cultura della conservazione e valorizzazione dell'architettura spontanea e del paesaggio agrario, e iniziative incentivanti di comportamenti virtuosi;

c) costituzione di un unico centro di responsabilità per la tutela della qualità dell'ambiente e il controllo delle emissioni solide, liquide, atmosferiche, acustiche e sonore, da individuarsi nella Provincia, lasciando alla Regione solo competenze legislative dirette a fissare standards validi a livello regionale;

d) conseguimento della autosufficienza energetica, attraverso la riduzione dei consumi e dei costi energetici e la generalizzazione di fonti di energia rinnovabili;

e) recupero dell'autonomia energetica attraverso la piena utilizzazione per il sistema. produttivo locale degli impianti idroelettrici attualmente posti a disposizione del sistema industriale veneto e in particolare veneziano (Venezia e Porto Marghera);

f) rifiuto delle grandi infrastrutture a grave impatto ambientale, che non siano giustificate da serie esigenze di sviluppo locale, come le casse di espansione negli alvei dei fiumi, i nuovi elettrodotti che non siano a disposizione del sistema industriale friulano;

g) realizzazione di nuovi elettrodotti solo se sottoposti ad una rigorosa verifica dei costi e dei

benefici, se direttamente funzionali allo sviluppo delle attività produttive e se realizzati in forma non aerea ma interrata;

g) razionalizzazione, valorizzazione e tutela dell'uso delle acque al fine di non disperdere e sfruttare in modo indiscriminato questo bene primario;

h) interventi amministrativi, organizzativi e promozionali per spingere ai massimi livelli la raccolta differenziata dei rifiuti, in modo da ridurre al minimo le esigenze di smaltimento in discarica o per incenerimento

I servizi pubblici

Il Friuli deve provvedere a mantenere o a riacquistare il controllo delle risorse destinate alla distribuzione alle famiglie e alle imprese ed alla costituzione di reti efficienti di fornitura di servizi al territorio, evitando di rendersi dipendenti da complessi industriali i cui centri di decisione siano collocati all'esterno del Friuli. Nel settore delle “utilities” la Provincia deve farsi promotore di un'azione diretta alla costituzione di una società unica friulana per ciascuno dei seguenti settori:

- risorse idriche;

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- risorse energetiche;

- raccolta, trattamento, recupero e smaltimento dei rifiuti solidi urbani e produttivi;

- trasporti pubblici locali.

Le infrastrutture

Va recuperato il ritardo nel campo delle infrastrutture in modo da migliorare le condizioni di mobilità della popolazione e dei prodotti e ad accentuare il livello di integrazione tra le tre province friulane, fortemente penalizzate dall'assenza di una efficiente rete di interconnessioni fisiche e talvolta anche comunicative. In particolare si dovrà provvedere a:

a) realizzazione di un sistema efficiente di collegamento tra i tre capoluoghi friulani;

b) realizzazione di un asse di collegamento tra l'Alto Friuli e il Friuli occidentale a due corsie;

c) interventi di miglioramento dell’asse ferroviario Venezia-Trieste rinunciando alla linea dell’Alta Velocità che non è giustificata da un bacino d’utenza del tutto inadeguato ad un esercizio economico della linea e dalle ingenti risorse finanziarie necessarie alla sua realizzazione

d) realizzazione della terza corsia Venezia-Trieste con partecipazione dello Stato al finanziamento visto la modesta importanza per la provincia di Udine e per la regione di tale infrastruttura che ha rilievo internazionale e nazionale che è posta essenzialmente al servizio del traffico merci

internazionale;

d) potenziamento dell'Aeroporto di Ronchi, riconducendone il controllo in capo alle Province e ai Comuni;

e) investimenti diretti a migliorare le condizioni di accessibilità alle strutture portuali di Porto Nogaro.

La Montagna

Vanno realizzati importanti interventi di sviluppo economico della Montagna friulana attraverso:

a) realizzazione di un insieme mirato di interventi infrastrutturali che diminuiscano il livello di isolamento delle principali valli friulane;

b) attuazione di un programma organico di interventi a sostegno delle piccole attività produttive, nel settore manifatturiero e turistico, da localizzare nei centri in quota;

c) promozione di attività legate alle potenzialità offerte dalle moderne tecnologie di comunicazione e informazione (telelavoro, teledidattica, ecc.);

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d) attuazione di un programma organico di sostegno al mantenimento di una rete minimale di servizi alle persone nei piccoli centri e in quelli in quota;

e) definizione di un programma di consolidamento delle strutture scolastiche in montagna anche attraverso l’applicazione di strumenti innovativi qual la teledidattica e l’approvazione di norme legislative specifiche;

f) approvazione e attuazione di un programma per la valorizzazione delle risorse forestali e per la ricostruzione di professionalità forestali, evitando che tali risorse siano sfruttate da operatori delle regioni contermini;

g) soppressione del corpo forestale regionale e dell’Azienda regionale delle Foreste con trasferimento di competenze, risorse e personale alle Province;

h) trasferimento di tutte le competenze sulla montagna alle province di Udine e di Pordenone, sottraendole alle fallimentari competenze della Regione;

i) interventi per ottenere trattamenti differenziali nel settore delle forniture energetiche.

L’istruzione superiore e universitaria

Il sistema scolastico e quello universitario sono strategici ai fini dello sviluppo in prospettiva della comunità friulana. Si deve pertanto avviare un'azione diretta alle seguenti finalità:

a) rafforzamento del senso di identità anche nel sistema scolastico, attraverso la piena applicazione della Legge 482 sulle minoranze linguistiche e l'introduzione dell'insegnamento e della utilizzazione della lingua friulana, sia come materia curricolare sia come lingua veicolare, utilizzata per

l’insegnamento delle altre materia. In attesa di una profonda riforma del sistema scolastico che attribuisca ampia autonomia alla Regione anche nelle costruzione dei programmi di insegnamento nelle materia, maggiormnte legate alla formazione di un senso di identità locale, si devono definire e attuare iniziative di sostegno all'introduzione di programmi legati alla storia, alla cultura,

all'ambiente friulano, in modo da far crescere il senso di identificazione della comunità;

b) massimo sostegno allo sviluppo dell'Università del Friuli, contribuendo direttamente o

promuovendo azioni dirette al superamento delle storiche condizioni di sottofinanziamento rispetto alla Università di Trieste;

c) ferma opposizione a ogni forma organica di integrazione con l’Università di Trieste, nella forma della federazione o addirittura della fusione; le collaborazioni vanno avviate con le università più affini per dimensioni, missione e ambiente di riferimento: Bolzano, Trento, Klagenfurt, Maribor, Graz, Nova Goriza, Litorale sloveno e non con una università che ha sempre avversato la

costituzione dell’Università del Friuli e ancora tende ad ostacolarla nella prospettiva di giungere ad una fusione dei due atenei reginali;

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d) trasformazione anche della denominazione dell'Ateneo udinese, che deve divenire nell'azione e nella denominazione, l'Università del Friuli, condizionando il sostegno finanziario della Provincia a tale provvedimento.

I giovani

Un'azione efficace deve essere svolta per garantire lo sviluppo delle energie giovanili, l'integrazione dei giovani nella comunità, la loro crescita culturale. Si dovrà provvedere a:

a) rafforzamento della rete dei 'centri di aggregazione giovanile;

b) diffusione e rafforzamento della rete degli “Informagiovani” raccordando meglio al sistema scolastico e a quello universitario;

c) sostegno agli scambi internazionali, soprattutto con riferimento agli Istituti scolastici e alle Università ove vi siano forti comunità friulane.

I servizi sociali

Con il progressivo invecchiamento della popolazione, si sviluppa la domanda di servizi sociali rivolti alle fasce più deboli della popolazione. Va sviluppato:

a) un forte impegno per la realizzazione di una rete di servizi sociali diretti a sostenere le famiglie, e le fasce deboli della popolazione.

b) realizzazione di processi di pianificazione sociale che valorizzino le competenze programmatorie della Provincia;

c)Attuazione di programmi che privilegino l'apporti delle famiglie, delle libere istituzioni sociali, del volontariato.

La sanità

Il sistema sanitario friulano va potenziato nella sua capacità di fornire servizi efficienti e di qualità attraverso una riorganizzazione che si muova nelle seguenti direzioni:

a) potenziamento dell'Ospedale di Udine e di quello di Tolmezzo nel loro ruolo fondamentale di strutture di alta qualificazione;

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b) ricostituzione del Policlinico universitario come Azienda autonoma dell'Università cui è attribuita la missione di provvedere alla formazione dei futuri medici e degli altri operatori sanitari e di cui deve essere garantita la presenza e l'operatività anche nell'ambito delle strutture sanitarie dell’intero Friuli;

c) valorizzazione dell'attuale modello di Aziende sanitarie territoriali;

d) riorganizzazione del sistema ospedaliero, mediante la valorizzazione dei Presidi ospedalieri e la riqualificazione dei rispettivi servizi.

I rapporti internazionali

Va valorizzata appieno la posizione geografica e la vocazione internazionale del Friuli, provvedendo ad un forte sviluppo delle relazioni con altre realtà territoriali. In particolare si dovrà provvedere a:

a) forte sostegno agli scambi giovanili internazionali e in particolare studenteschi, valorizzando le presenze friulane all'estero e in contatti con istituti di istruzione superiore e università delle regioni europee ed extraeuropee che presentino forti affinità con il Friuli;

b) promozione di una rete delle università alpine che comprenda l’Università del Friuli e quelle di Trento, Bolzano, Klagenfurt, Maribor e del Litorale sloveno;

c) costituzione di una Comunità dei popoli ladini, comprendenti le Province Friulane e le Province italiane parzialmente ladine di Belluno, Venezia, Trento e Bolzano e il Cantone dei Grigioni;

d) pieno utilizzo degli strumenti e delle risorse garantite dalla Unione Europea per lo sviluppo delle cooperazioni transfrontaliere;

e) opposizione ad ogni forma organica di integrazione con l’Università di Trieste nei confronti dei quali deve essere favorita la competizione per il recupero della popolazione studentesca friulana, rifiutando la federazione che rappresenterebbe inevitabilmente il primo passo verso la fusione;

f) trasferimento delle competenze in materia di diritto allo studio direttamente all’Università.

Conclusioni

Tali linee di intervento vanno attuate o direttamente dalla Provincia sulla base delle competenze e degli strumenti attivabili, o attraverso una forte azione di pressione sulle rappresentanze friulane in

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Regione e sul Governo regionale per ottenere una profonda trasformazione dell’assetto istituzionale e un radicale trasferimento delle competenze e della risorse verso gli enti locali di base secondo la logica del principio di sussidiarietà e del federalismo interno. La Provincia di Udine deve far contare tutto il suo peso delle sua capacità progettuali e delle sue dimensioni demografiche che può tradursi in un forte peso politico se tali condizioni saranno fatto valere con coraggio e determinazione.

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