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Le politiche socio Le politiche socio assistenziali assistenziali

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(1)

Le politiche socio Le politiche socio

assistenziali

assistenziali

(2)

In Italia c’è distinzione fra:

Finanziamenti: in parte Aziende Sanitarie e in parte Comuni Gestione: Aziende Sanitarie

Attività: assistenza sanitaria + sociale Sede: Distretti

Finanziamenti: Fondo Sanitario Nazionale/Regionale

Gestione: Aziende Sanitarie pubbliche e private accreditate

Attività: assistenza sanitaria (prevenzione, diagnosi, cura, riabilitazione)

Sede: Distretti e Ospedali

Finanziamenti: Fondo Sociale Nazionale/Regionale Gestione: Comuni

Attività: assistenza sociale (aiuto alla persona,

contributi economici, trasporti, inserimento sociale e lavorativo di disabili, tutela sociale e giuridica delle fasce deboli, adozioni e affido…)

Sede: Circoscrizioni comunali

(3)

Aziende Sanitarie 1.Aziende USL (AUSL)

2. Aziende Ospedaliere Autonome (AOA)

1. Ospedali (Presidi di AUSL e AOA) 2. Distretti (Dipartimento di Cure Primarie)

3.

Dipartimento di Sanità Pubblica/Prevenzione 3. Dipartimento di Salute Mentale

(Strutture territoriali e ospedaliere)

1. Strutture private accreditate

(4)

Servizi Sanitari e Sociali

Dipartimenti ospedalieri

Dipartimento di Cure Primarie Dipartimento di Salute Mentale

Dipartimento di Sanità Pubblica

Servizi sociali 1. aiuto alla persona 2. contributi economici 3. trasporti

4. inserimento sociale e lavorativo di disabili 5. tutela sociale e

giuridica delle fasce deboli

6. adozioni e affido

(5)

• Distretti: Assistenza primaria/Cure Primarie

• Ospedali: Assistenza secondaria/Cure Specialistiche

• Ospedali ad alta specializzazione: Assistenza terziaria

Terminologia diversa a seconda di:

• LEA 1 Prevenzione collettiva (5% FSN, 4.5%FSR)

• LEA 2 Assistenza Distrettuale-ASP (49.5% FSN, 51.5% FSR)

• LEA 3 Assistenza Ospedaliera (45.5% FSN, 44% FSR)

• Assistenza sanitaria

• Assistenza sociale

• Assistenza socio-sanitaria

• Assistenza Ambulatoriale

• Assistenza Domiciliare

• Assistenza Residenziale

• Assistenza Semiresidenziale

• Assistenza Ospedaliera

(6)

Cure primarie, assistenza di 1° livello, assistenza sanitaria primaria, assistenza territoriale,.

E’ erogata nei Distretti in regime ambulatoriale, domiciliare, residenziale e semiresidenziale

E’ assistenza sanitaria (medica, infermieristica, riabilitativa) e sociale

Assistenza di 2° livello, ospedaliera.

E’ erogata negli Ospedali (Aziende ospedaliere e Presidi ospedalieri di Aziende USL)

E’ assistenza solo sanitaria (medica, infermieristica, riabilitativa)

Assistenza di 3° livello, ospedaliera di alta specializzazione.

E’ erogata negli Ospedali (Unità spinali, Centro trapianti, Trauma center...)

E’ assistenza solo sanitaria (medica, infermieristica, riabilitativa)

(7)

Assistenza sanitaria collettiva in ambiente di

vita e di lavoro LEA 1

Assistenza Distrettuale LEA2

Assistenza Ospedaliera

LEA3

Profilassi delle malattie infettive e diffusive, Tutela dei rischi da inquinamento ambientale, Tutela dei rischi in ambienti di vita e lavoro, Sanità pubblica veterinaria, Tutela igienico-sanitaria degli alimenti, Attività di

prevenzione alla persona (vaccinazioni, diagnosi precoce)

Assistenza sanitaria di base, Emergenza sanitaria territoriale, Assistenza farmaceutica, Assistenza specialistica ambulatoriale, Assistenza protesica, Assistenza territoriale ambulatoriale e domiciliare, Assistenza territoriale residenziale e semiresidenziale, assistenza termale

Pronto soccorso, Degenza ordinaria (per acuti), Day Hospital e Day Surgery, Ospedalizzazione a domicilio (modelli regionali), Riabilitazione, Lungodegenza, Servizio tresfusionale, Trapianto organi

DPCM 29.11.2001

(8)

Assistenza socio- sanitaria

DPCM 14.2.2001

Assistenza domiciliare, ambulatoriale, residenziale, semiresidenziale per: area materno-infantile, disabili, anziani e persone non autosufficienti con patologie cronico-degenerative, dipendenze da droghe, alcool e farmaci, patologie psichiatriche, patologie da HIV, patologie terminali

Integrazione fra risorse sanitarie del Distretto e risorse sociali dei Comuni

(9)

Strutture di erogazione dei LEA (dove il cittadino si rivolge)

Assistenza sanitaria collettiva in ambiente di

vita e di lavoro LEA 1

Assistenza Distrettuale LEA2

Assistenza Ospedaliera

LEA3

Servizi ospedalieri

Servizi territoriali: Centri di Salute Mentale (Ambulatori), Domicilio pazienti, Residenze, Semiresidenze

Servizi territoriali:sanità pubblica, medicina del lavoro, medicina legale, medicina veterinaria

(10)

Assistenza socio- sanitaria

DPCM 14.2.2001

Domicilio pazienti, Residenze, Semiresidenze

Centri di Salute Mentale (Ambulatori), Domicilio pazienti, Residenze, Semiresidenze

(11)

Attività di promozione della salute e delle capacità residue, di prevenzione (1°, 2°, 3°), diagnosi, cura, riabilitazione

Le prestazioni sanitarie sono finanziate dal SSN

(12)

Attività di sostegno (supporti economici, abitativi, di aiuto alla persona) alle aree sociali deboli in difficoltà:

famiglie problematiche, bambini, adolescenti, adulti, anziani, disabili, dipendenti, immigrati, emarginati sociali...

Le prestazioni sociali sono finanziate dai Comuni con eventuale partecipazione alla spesa da parte dell’Utente

(13)

Attività nei confronti di pazienti non autosufficienti per i quali risulta inscindibile la assistenza sanitaria da quella sociale

Sono erogate in regime domiciliare (ADI), Residenziale (RSA, CP) e semiresidenziale (CD)

Le prestazioni socio-sanitarie sono finanziate in parte dalle ASL e in parte dai Comuni (con eventuale partecipazione alla spesa da parte degli Utenti), secondo criteri prestabiliti in ambito regionale

(14)

Assistenza ad anziani, disabili, malati cronici, malati psichiatrici, malati terminali

Assistenza medica e pediatrica di base

+ Assistenza specialistica ambulatoriale

+

Assistenza alle aree materno-infantile,

anziani, disabili, malati psichiatrici,

tossicodipendenti

RSA, CP, Hospice per l’assistenza ad anziani, disabili, malati psichiatrici, tossicodipendenti, malati terminali

CD per l’assistenza ad anziani, disabili, tossicodipendenti, malati psichaitrici

118,

Ambulanze, Elicotteri di trasporto,

Luoghi fisici in cui è erogata assistenza sanitaria e socio-sanitaria

PS, Reparti, DH, DS

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MMG, PLS, MCA

Infermieri Fisioterapisti Dietisti

Ostetriche Logopedisti Ortottisti Farmacisti

Assistenti sociali Assistenti tutelari

Psicologi Medici di Distretto

specialisti ambulatoriali

• specialisti servizi territoriali (ginecologi del Consultorio, geriatri delle RSA, pediatri della Pediatria di Comunità, psichiatri della Salute Mentale…)

• specialisti Direzione Distretti /DCP

Professionisti con titolo di studio appropriato per svolgere Funzioni, Attività e Compiti di assistenza nel SSN

(16)

Successione delle prestazioni sanitarie e delle azioni di protezione sociale erogate da Servizi fra loro collegati (Servizi in rete) per rispondere ai bisogni sociali e sanitari del Paziente, dal momento della emergenza del bisogno fino all’esaurimento dello stesso

Integrazione fra attività sanitarie e attività di protezione sociale attuate da Equipe socio- sanitarie nei confronti di pazienti non autosufficienti per i quali risultano inscindibili cura e assistenza

(17)

L’assistenza sociale L’assistenza sociale

Insieme di interventi volti a contrastare Insieme di interventi volti a contrastare

situazioni di indigenza, per mezzo di situazioni di indigenza, per mezzo di

servizi sociali

servizi sociali e di e di trasferimenti monetaritrasferimenti monetari, , finanziati attraverso la fiscalità generale.

finanziati attraverso la fiscalità generale.

Fruizione: aperta a tutti (salvo priorità di Fruizione: aperta a tutti (salvo priorità di

accesso e quote differenziate di accesso e quote differenziate di

compartecipazione) compartecipazione)

Eleggibilità: individuazione di uno stato di Eleggibilità: individuazione di uno stato di

bisogno e dell’insufficienza di risorse per bisogno e dell’insufficienza di risorse per

farvi fronte (

farvi fronte (prova dei mezziprova dei mezzi))

(18)

Interventi di assistenza sociale sono:

Interventi di assistenza sociale sono:

SELETTIVI e RESIDUALI; seguono il SELETTIVI e RESIDUALI; seguono il

principio di CATEGORIALITÀ principio di CATEGORIALITÀ Problemi:

Problemi:

Trappola della povertàTrappola della povertà

StigmaStigma

Problemi di informazioneProblemi di informazione

(19)

Le principali FUNZIONI:

Le principali FUNZIONI:

Risposta alle situazioni di povertà e di Risposta alle situazioni di povertà e di indigenza economiche

indigenza economiche: :

trasferimenti monetari (attributi attraverso trasferimenti monetari (attributi attraverso

la prova dei mezzi), per garantire un la prova dei mezzi), per garantire un

minimo di risorse per soddisfare i bisogni minimo di risorse per soddisfare i bisogni

fondamentali.

fondamentali.

Può prevedere una condizione di Può prevedere una condizione di

ATTIVAZIONE ATTIVAZIONE

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Funzione preventiva di promozione Funzione preventiva di promozione dell’inclusione sociale

dell’inclusione sociale: :

offerta di servizi sociali, gratuiti o sottocosto, offerta di servizi sociali, gratuiti o sottocosto,

in genere aperti a tutti i cittadini.

in genere aperti a tutti i cittadini.

Possono essere previste priorità di accesso a Possono essere previste priorità di accesso a favore di categorie deboli e/o diversi gradi favore di categorie deboli e/o diversi gradi

di compartecipazione dei cittadini, in base di compartecipazione dei cittadini, in base

alla situazione economica.

alla situazione economica.

(21)

Modelli di produzione Modelli di produzione

Modello pubblicoModello pubblico

Modello mistoModello misto

2 forme: distinzione tra funzione di acquisto 2 forme: distinzione tra funzione di acquisto

e produzione (contracting out; mercato e produzione (contracting out; mercato

amministrato); modello misto amministrato); modello misto

concorrenziale concorrenziale

Modello privatoModello privato

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L’assistenza sociale nei modelli di L’assistenza sociale nei modelli di

welfare welfare

Sistemi familisti: la famiglia costituisce un Sistemi familisti: la famiglia costituisce un ammortizzatore sociale; lo Stato ha un

ammortizzatore sociale; lo Stato ha un

ruolo sussidiario; le rete dei servizi sociali ruolo sussidiario; le rete dei servizi sociali

si sviluppa poco o in modo frammentario si sviluppa poco o in modo frammentario

Sistemi de-familisti: maggiore Sistemi de-familisti: maggiore

responsabilità dello Stato; si sviluppa un responsabilità dello Stato; si sviluppa un

ampio sistema di servizi sociali territoriali e ampio sistema di servizi sociali territoriali e

di prestazioni monetarie di prestazioni monetarie

(23)

L’assistenza sociale nei modelli di L’assistenza sociale nei modelli di

welfare welfare

Ruolo del TERZO SETTORE: cambia a Ruolo del TERZO SETTORE: cambia a seconda del grado di partecipazione ai seconda del grado di partecipazione ai

processi di policy making processi di policy making

- AccreditamentoAccreditamento

- Negoziazione Negoziazione

(24)

L’assistenza sociale in Italia L’assistenza sociale in Italia

Tipi di intervento:

Tipi di intervento:

Assegno sociale (e vecchie pensioni Assegno sociale (e vecchie pensioni

sociali): prestazione assistenziale di natura sociali): prestazione assistenziale di natura

categoriale categoriale

Pensione d’invalidità civile: prestazione Pensione d’invalidità civile: prestazione assistenziale di natura categoriale

assistenziale di natura categoriale

Assegno per il nucleo familiare: Assegno per il nucleo familiare:

prestazione selettiva di sostegno al reddito prestazione selettiva di sostegno al reddito

per carichi di famiglia; di natura per carichi di famiglia; di natura

categoriale categoriale

(25)

Tipi di intervento:

Tipi di intervento:

integrazione al trattamento minimo: integrazione al trattamento minimo:

prestazione selettiva e categoriale prestazione selettiva e categoriale

Maggiorazioni sociali: prestazione selettiva Maggiorazioni sociali: prestazione selettiva e categoriale

e categoriale

Assegno per nuclei familiari con almeno 3 Assegno per nuclei familiari con almeno 3 figli minori

figli minori

Assegno di maternitàAssegno di maternità

Fondo per il sostegno all’accesso alle Fondo per il sostegno all’accesso alle abitazioni in locazione

abitazioni in locazione

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Interventi a livello locale (Comuni) Interventi a livello locale (Comuni)

Informazione e segretariato sociale a Informazione e segretariato sociale a cittadini e utenti dei servizi

cittadini e utenti dei servizi

Assistenza economica a persone in Assistenza economica a persone in

difficoltà attraverso trasferimenti monetari difficoltà attraverso trasferimenti monetari

continuativi o straordinari (minimo vitale), continuativi o straordinari (minimo vitale),

esoneri da tariffe, ecc.

esoneri da tariffe, ecc.

Assistenza domiciliare di tipo socialeAssistenza domiciliare di tipo sociale

Assistenza abitativa tramite alloggi protettiAssistenza abitativa tramite alloggi protetti

Assistenza ai minori tramite affidamento Assistenza ai minori tramite affidamento familiare

familiare

(27)

Interventi a livello locale (Comuni) Interventi a livello locale (Comuni)

Asili nidoAsili nido

Centri diurni di tipo socio-educativo per portatori Centri diurni di tipo socio-educativo per portatori di handicap

di handicap

Inserimento sociale e lavorativo delle persone in Inserimento sociale e lavorativo delle persone in situazione di svantaggio e bisogno

situazione di svantaggio e bisogno

Centri di accoglienza per situazioni di emergenza Centri di accoglienza per situazioni di emergenza assistenziale e sviluppo di servizi residenziali

assistenziale e sviluppo di servizi residenziali

Pagamento delle rette nelle residenze sanitarie Pagamento delle rette nelle residenze sanitarie per anziani con difficoltà economiche

per anziani con difficoltà economiche

(28)
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(30)
(31)
(32)

La povertà in Italia La povertà in Italia

Nel 2007 l’Istat ha contato 2.623.000 famiglie in condizione di povertà relativa, pari all’11,1%

delle famiglie residenti e a 7.542.000 persone, cioè il 12,8% dell’intera popolazione; un numero e una quota sostanzialmente stabili rispetto al 2006.

Secondo l’Istat è povera una famiglia di due

persone che consuma meno della media pro-capite dei consumi del paese (la soglia così definita nel 2007 era pari a 986 euro mensili)

(33)

La definizione dell’ISTAT differisce da quella adottata in ambito comunitario, dove la

soglia (del rischio) di povertà è fissata al 60% del reddito mediano equivalente

disponibile individuale.

I dati Eurostat, basati quindi su una

metodologia non comparabile con quella nazionale (in particolare, costruiti sui

redditi invece che sui consumi), indicano una incidenza di popolazione a basso

reddito (“a rischio di povertà” secondo la definizione ufficiale) stabile intorno al 20%

(34)

Deprivazione materiale Deprivazione materiale

Nel 2006, quasi il 6% delle famiglie ha dichiarato di aver avuto problemi nel procurarsi il cibo necessario

(percentuale che nel Sud e nelle Isole cresce di almeno un terzo rispetto al Nord);

il 12% di non potersi curare adeguatamente (il 21,4% al Sud e il 20,2% nelle Isole);

il 17,8% di avere difficoltà per quanto riguarda l’abbigliamento (quasi il 30% nelle Isole)

il 34,7% delle famiglie ha dichiarato di arrivare alla fine del mese “con difficoltà” (quasi il 20%) o con “grande

difficoltà” (percentuale che nel Mezzogiorno sale al 46,5% e nelle Isole al 48,5%);

il 66,1% (il 75,4% nel Mezzogiorno e l’82,5nelle Isole) ha ammesso di “non riuscire a risparmiare”.

(35)

Il divario Nord-Sud Il divario Nord-Sud

Il differenziale nei tassi di povertà relativa del Sud e quelli del resto del Paese costituisce l’aspetto più evidente del “modello di povertà italiano”.

L’incidenza della povertà, misurata secondo

l’indicatore nazionale, nel Meridione e nelle Isole (22%) è doppia rispetto alla media e di quasi cinque volte superiore a quella registrata nelle

regioni del Nord (4,7% in Lombardia, 5,0% in Veneto, 3,9% in Emilia Romagna, contro il 23,0%

della Basilicata, il 27,8% della Calabria, il 28,9% della Sicilia).

(36)

Le famiglie numerose Le famiglie numerose

Il rischio di povertà cresce rapidamente al crescere delle dimensioni della famiglia, facendo

registrare tra le “famiglie numerose” i livelli

d’incidenza della povertà relativa in assoluto più elevati. Nel 2006, a fronte di un’incidenza della povertà relativa al di sotto della media nazionale per famiglie con uno (8,1% secondo l’indicatore nazionale) o due membri (9,9%), si è registrato un tasso di povertà del 14,8% per le famiglie con 4 componenti e del 24,3% (dunque più del doppio

rispetto alla media nazionale) per le famiglie con 5 o più componenti, percentuali che nel

Mezzogiorno salgono rispettivamente al 26,1% e al 37,5%.

(37)

I minori I minori

I minori in condizione di povertà relativa, utilizzando la metodologia nazionale, sono in Italia 1.728.000,

all’incirca il 23% della popolazione povera, con una forte prevalenza delle età infantili (il 61,2% ha meno di 11

anni) e una sproporzionata concentrazione nel Meridione dove risiede il 72% dei minori poveri italiani.

Nella comparazione internazionale, inoltre, l’Italia si colloca, con un’incidenza del 25% della povertà relativa in questo comparto di popolazione, in una posizione

particolarmente critica,

assai distante dalle medie UE-15 e UE-25 (rispettivamente di 7 e 6 punti percentuali), e peggiore (di due punti)

persino della media dei Nuovi Paesi Membri.

Prevale il modello del male breadwinner: la povertà più che concentrarsi nelle famiglie senza lavoro (meno del 6%) si diffonde tra famiglie monoreddito.

(38)

Gli anziani Gli anziani

Sono 1.601.000 gli italiani in età superiore ai 64 anni in condizione di povertà nel 2006, con un’incidenza (in base all’indicatore nazionale)

vicina al 14%, in miglioramento (di 2-3 punti) rispetto ai tassi fatti registrare nel decennio precedente.

Anche in termini comparativi la posizione dell’ Italia si presenta come migliore: il tasso italiano di povertà

relativa si colloca di due punti al di sotto della media UE- 15 per quanto riguarda gli ultra-settantacinquenni.

Il rischio di cadere in povertà sale in presenza di alcuni fattori: coppie di anziani con figli privi di autonomia economica (16,7%); anziani monogenitori (16,8%);

famiglie di altra tipologia con almeno un anziano (18%).

(39)

Povertà e istruzione Povertà e istruzione

Abbandoni scolastici: gli Abbandoni scolastici: early schhol leavers costituiscono ancora il 20,9%, con una minima

diminuzione nell’ultimo triennio di appena un punto

percentuale. Si tratta di 900 mila ragazzi tra i 16 e i 24 anni (un quinto della popolazione di riferimento)

presente in Italia in proporzione nettamente superiore alla media europea (EU-15: 14,9%; EU-27: 17,6%).

Studenti immigrati:La mancanza di regolarità scolastica tra gli studenti con cittadinanza non italiana rappresenta un dato preoccupante, dovuto sia a difficoltà legate alla conoscenza della lingua italiana, sia a problemi di

integrazione sociale. In media, il 42,5% di alunni

stranieri non è in regola con gli studi e il crescere dell’età aumenta il loro disagio scolastico. Per tutti gli ordini di scuola e per tutti gli anni di corso la percentuale di

ripetenti stranieri è superiore a quella degli italiani.

(40)

La povertà relativa in Italia (Istat, 2007) La povertà relativa in Italia (Istat, 2007)

(41)

La povertà relativa in Italia (Istat, 2007) La povertà relativa in Italia (Istat, 2007)

(42)

La spesa sociale La spesa sociale

Difficoltà nel calcolo: manca sistema Difficoltà nel calcolo: manca sistema

informativo su assistenza sociale e servizi informativo su assistenza sociale e servizi

sociali sociali

1,8% sul Pil; 7% sul totale della spesa 1,8% sul Pil; 7% sul totale della spesa sociale pubblica

sociale pubblica

70% per vecchiaia e invalidità; 15% per la 70% per vecchiaia e invalidità; 15% per la famiglia

famiglia

(43)

La spesa sociale in Italia

La spesa sociale in Italia

(44)

La spesa sociale nella media UE15

La spesa sociale nella media UE15

(45)
(46)
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(50)

L’assistenza sociale prima delle L’assistenza sociale prima delle

riforme riforme

Problemi:

Problemi:

- Frammentazione e sovrapposizione Frammentazione e sovrapposizione istituzionale

istituzionale

- Inclinazione verso trasferimenti monetari, Inclinazione verso trasferimenti monetari, invece di servizi

invece di servizi

- Marcata disomogeneità territorialeMarcata disomogeneità territoriale

- Mancanza di una rete di sicurezza sociale Mancanza di una rete di sicurezza sociale di ultima istanza

di ultima istanza

(51)

I servizi sociali I servizi sociali

D.lgs. 112 del 1998, (art. 128) Definizione dei servizi sociali

“tutte le attività relative alla predisposizione ed erogazione di servizi, gratuiti ed a

pagamento, o di prestazioni economiche destinate a rimuovere e superare le

situazioni di bisogno e di difficoltà che la persona umana incontra nel corso della

sua vita, escluse soltanto quelle assicurate dal sistema previdenziale e da quello

sanitario, nonché quelle assicurate in sede di amministrazione della giustizia”.

(52)

Azioni negli anni novanta e duemila Azioni negli anni novanta e duemila

Sperimentazione del Reddito minimo Sperimentazione del Reddito minimo d’inserimento

d’inserimento

Introduzione dell’Indicatore di situazione Introduzione dell’Indicatore di situazione economica (ISE)

economica (ISE)

Approvazione L. 328/2000: legge-quadro Approvazione L. 328/2000: legge-quadro per la realizzazione del sistema integrato per la realizzazione del sistema integrato

di interventi e servizi sociali di interventi e servizi sociali

(53)

Stato:

- funzioni di programmazione nazionale,

- definizione dei livelli essenziali ed uniformi delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali (LEP),

- fissazione di requisiti nazionali per

l’offerta/partecipazione al sistema (in materia di accreditamento come in materia di professioni sociali),

- ripartizione del Fondo nazionale per le politiche sociali

(54)

Legge 328/2000 Legge 328/2000

Governance fondata su una logica istituzionale multi-livello (forte

compenetrazione tra livello statale, regionale, locale)

programmazione integrata

decentramento degli interventi, anche con ricorso a partnership pubblico/privato nella loro gestione

circolazione delle informazioni all’interno d’un sistema informativo dei servizi sociali da definire

(55)

Regioni:

- compiti di definizione (con modalità concertate con il sistema degli enti locali) degli ambiti

territoriali di offerta e delle principali

caratteristiche organizzative e gestionali dei servizi

- adozione dei Piani sociali regionali Province:

- funzioni di raccolta di informazioni sui bisogni, sulla domanda e l’offerta dei servizi

Comuni:

- funzioni di presidio diretto delle funzioni gestionali e amministrative dei servizi

- programmazione degli interventi a livello locale all’interno del Piano di zona

(56)
(57)
(58)

I LEP I LEP

Alla base dell’individuazione dei LEP, Alla base dell’individuazione dei LEP,

occorre:

occorre:

una affidabile catalogazione delle prestazioni sociali

la definizione di target di offerta;

il finanziamento delle prestazioni

corrispondenti ai LEP non in base al costo effettivamente sostenuto in ciascuna

singola area, bensì in base ad un costo unitario standard.

(59)

Spesa per asili nido

Spesa per asili nido

(60)

LEP – ipotesi “al ribasso”

LEP – ipotesi “al ribasso”

(livello minimo di copertura 6%)

(livello minimo di copertura 6%)

(61)

LEP – ipotesi “al rialzo”

LEP – ipotesi “al rialzo”

(livello minimo di copertura al 9%)

(livello minimo di copertura al 9%)

(62)

Sfide per il futuro Sfide per il futuro

Definizione dei LEP (diritti, tipologie di Definizione dei LEP (diritti, tipologie di

prestazioni, standard di qualità e livelli minimi di prestazioni, standard di qualità e livelli minimi di

spesa, reddito minimo garantito) spesa, reddito minimo garantito)

Risorse finanziarie (riequilibrio fra comparti di Risorse finanziarie (riequilibrio fra comparti di spesa, trasferimento di risorse fra previdenza e spesa, trasferimento di risorse fra previdenza e

assistenza; nuovo mix fra finanziamento assistenza; nuovo mix fra finanziamento pubblico e compartecipazioni private per pubblico e compartecipazioni private per

introdurre principio di “universalismo selettivo”) introdurre principio di “universalismo selettivo”)

Capacità istituzionali (di programmazione, Capacità istituzionali (di programmazione, monitoraggio, valutazione) per ridurre le monitoraggio, valutazione) per ridurre le

disparità territoriali disparità territoriali

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