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e dalla SALUTE Anziani... una comunità di invisibili

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Academic year: 2022

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Lecco

www.spicgillombardia.it

Numero 5 Ottobre 2020

Registrazione Tribunale di Milano n. 75 del 27/01/1999.

Spedizione in abb post. 45%

comma 2 art. 20b legge 662/96 Filiale di Milano – Euro 2,00 Direttore responsabile Erica Ardenti

Campo

della legalità a Lecco

A pagina 2

I luoghi

della memoria

A pagina 2

Sanità malata, quale cura?

A pagina 3

Sanità: confronto difficile con una Regione sfuggente

A pagina 4

Covid-19 e

medicina di genere

A pagina 4

Previdenza: molte le questioni aperte

A pagina 9

È utile sapere

A pagina 9

Giovani e anziani:

camminare insieme per imparare meglio

A pagina 11

Giochi di Liberetà:

i nostri premiati

A pagina 12

Anziani... una comunità di invisibili

Pinuccia Cogliardi – Segretaria generale Spi Lecco Prima le tristi notizie della

morte di numerosi anziani nel periodo dell’emergenza Covid-19: un tragico elenco di numeri dati in pasto alla statistica e alla cronaca; poi il silenzio assoluto, questa fascia della popolazione è scomparsa dalla discussio- ne pubblica e dall’agenda di governo. Una generazio- ne che ha passato una vita nel costruire una società con più diritti per tutti è considerata al pari di un fantasma dalla società stessa che li dimentica.

Per mia natura non amo costruire muri, ma ponti fra le differenti catego- rie di persone, tuttavia è giunto il momento di dire a voce alta che gli anziani esistono, vivono nume- rose difficoltà e questo silenzio assordante sulle loro condizioni non è più

tollerabile. Scelgo solo due temi diversi fra loro, ne tra- lascio molti che sono altret- tanto importanti.

Primo tema: nelle Rsa trop- pe donne e troppi uomini si sentono abbandonati, l’

emergenza Covid ha ridotto drasticamente la possibilità di incontrare i loro parenti, anche le attività riabilitative e ricreative ne hanno risen- tito pesantemente. In questo

contesto un dramma diver- so, ma altrettanto grave si prospetta: la depressione e il lasciarsi andare. Si può an- che non ammalarsi e morire dentro nella quotidianità fat- ta di vuoto. A ciò si aggiun- ge la paura di dover subire, senza possibilità di appello, un aumento della retta di de- genza che per molte persone è causa di forte preoccupa- zione. Si tratta di cifre impor- tanti e la spesa non è so- stenibile per chi da anni dipende da un assegno di pensione: un numero uguale da troppo tempo, mentre tutto aumenta e i conti non tornano. Non è un problema matematico è un dramma umano.

Secondo tema: la popo- lazione invecchia, ma la nostra organizzazione so- ciale sembra non tenerne conto, le nostre esigenze

e i nostri limiti sono ignora- ti da chi scrive le regole di questo mondo sempre più strutturato in funzione del- le nuove tecnologie. Molti anziani sono curiosi e ben predisposti verso le innova- zioni, guardano con interes- se al nuovo che avanza, in diverse occasioni si mettono in gioco per imparare. Si mi- surano con strumenti la cui esistenza, ai loro tempi, mai avrebbero immaginato. Ma tutto ciò non sempre basta, e allora vince un senso di im- potenza, di rassegnazione e, purtroppo, anche di rabbia.

Ci si sente esclusi da questa sempre più complessa or- ganizzazione sociale. Basta avvicinarsi a uno sportello di un servizio pubblico per averne la conferma, trop- pe procedure escludono ed emarginano chi non ha com-

(Continua a pagina 11)

I sindacati sono tornati in piazza lo scorso 18 settembre.

Su più piazze d’Italia per meglio rispettare il distanziamento sociale e le regole imposte dalla pandemia.

Al centro il lavoro, necessario perché il paese riparta, ma anche la salute e un nuovo sistema di welfare.

Importanti incontri stanno avvenendo in questi giorni con i vari ministri del governo Conte.

Nelle pagine centrali trovate il documento di Spi, Fnp e Uilp con le proposte al centro delle discussioni.

Zanolla a pagina 3

Ripartire dal LAVORO

e dalla SALUTE

(2)

Lecco 2

Campo della legalità a Lecco

Guerrino Donegà Le restrizioni imposte dal

Covid-19 non hanno impe- dito che anche quest’anno, con il consueto sostegno dello Spi, si svolgesse a Lecco nel mese di luglio il campo della legalità, pure se in una forma insolita e ridotta. Non era infatti previsto il pernottamento dei partecipanti ma la sola presenza giornaliera e que- sto ha ovviamente limitato l’adesione ai soli residenti del territorio che poteva- no raggiungere i luoghi del campo il mattino e andarse- ne la sera. A questo si sono naturalmente aggiunte le altre misure del controllo della temperatura, del di- stanziamento sociale e del- le mascherine. Per il resto, il campo si è sviluppato con le collaudate modalità di alternanza tra lavoro fisico e formazione sui temi della legalità, in un clima di ami- cizia e cooperazione. Enti organizzatori sono stati con Libera, Spi Cgil, Cgil, Cari- tas, Auser, Arci, Legambien- te, Il Giglio e Fiore. La sede principale delle attività era l’Ostello della Solidarietà della Caritas a Maggianico,

nella bella cornice dell’ex convento delle suore di Via alla Fonte, che dall’inizio dell’epidemia ha aperto l’o- spitalità h24 alle persone senza dimora rimaste prive di riferimenti dopo la chiu- sura del rifugio notturno in- vernale. Durante le mattine, favoriti anche dal bel tem- po, i giovani partecipanti al campo si sono cimentati

in attività di giardinaggio, fianco a fianco con gli ospi- ti della comunità, con i quali hanno poi consumato il pa- sto nella mensa Caritas, oc- cupandosi anche del riordi- no e delle pulizie, il tutto in un contesto di conoscenza e confronto reciproco di alto valore umano che ha coin- volto tutti intensamente. I pomeriggi sono stati dedi-

cati invece alla parte forma- tiva con incontri all’inter- no dei beni confiscati alla mafia e nella sede Auser di Lecco, con interventi quali- ficati, proposti dai diversi enti che hanno organizzato il campo.

I temi trattati hanno riguar- dato: mafie e corruzione in tempo di Covid-19, il feno- meno della criminalità am-

bientale e delle ecomafie, il riutilizzo sociale dei beni confiscati, la memoria delle vittime innocenti delle ma- fie con l’uso del linguaggio teatrale e il rapporto tra mafia e informazione. Non è mancato un forte riferi- mento al territorio, in par- ticolare nell’incontro con la dirigente incaricata della Prefettura e anche con la visita ad alcuni beni confi- scati come il centro anziani Il Giglio di Pescarenico e la Pizzeria Fiore. Proprio in questo bene si è svolto l’e- vento conclusivo pubblico con una suggestiva lettura teatrale, a opera dei parte- cipanti al campo, di alcuni testi sul tema delle donne vittime innocenti delle mafie. Lo Spi Cgil ha come sempre contribuito sostan- zialmente alla realizzazione del campo, assieme alla Cgil confederale, sia sostenendo le spese organizzative sia con propri interventi forma- tivi, nella convinzione della straordinaria importanza del trasferimento della me- moria e dell’investimento positivo sulle nuove gene- razioni.

La prima uscita post Co- vid-19 della lega di Lecco dello Spi-Cgil è coincisa con una visita al luogo dell’eccidio de La Pianca, alla Culmine di San Pietro e al cimitero di Barzio, dove furono accatastati in una fossa comune i cadaveri degli undici trucidati l’ulti- mo giorno dell’anno 1944.

Casto Pattarini, studioso della Resistenza, e nostro iscritto, ha efficacemente illustrato gli avvenimenti di quel drammatico periodo.

Più di duecentocinquanta fascisti delle Brigate Nere, sostenuti da numerosi mili- ti nazisti, ben armati e con camionette, circondarono la cascina de La Pianca in un nevoso fine dicembre.

La luna piena rischiara- va l’abbondante strato di neve, rendendo impossibile qualsiasi tentativo di fuga, infatti il primo a morire fu Franco Carrara, che tentò di buttarsi nella scarpata e perì sotto i colpi di mitra.

Una croce lo ricorda nel bosco sottostante. Il 30 di- cembre alle 5 del mattino i trentacinque partigiani

catturati furono fatti scen- dere dapprima a Introbio così come erano stati colti nel pieno della notte, scal- zi e seminudi, e il giorno successivo undici di loro, prelevati alle 6 del mattino, furono trasportati fuori del cimitero di Barzio e passati per le armi senza alcun tipo di processo. Neppure il pre- te di Barzio, impegnato nel- la prima messa mattutina, poté offrire loro l’estremo conforto. Si parlò di dela- zione, e certamente vi fu chi aveva tradito, ma la pre- senza dei partigiani, tutti

oggi ricordato da alcune lapidi fuori dal cimitero di Barzio. Tra gli undici ca- duti per la libertà c’era un lecchese, Tino Figini, alla cui memoria col fratello an- ch’egli trucidato dai fasci- sti, è intitolato il Circolo di Maggianico. C’erano anche un diciannovenne e un ven- tenne che si erano rifiutati alla leva nella Repubblica di Salò, un ex carabiniere e perfino un esule di Isola d’Istria. Fu in sostanza una strage di inermi giovani che si erano rifugiati in mon- tagna per evitare di essere giovanissimi e provenienti

da ogni parte d’Italia, era sicuramente nota a molti in Valsassina. Loro stessi fu- rono imprevidenti, presen- tandosi a mezzanotte alla Messa di Natale nella chie- sa di Morterone. Come po- tevano passare inosservati una trentina di giovani in quel piccolo paese? Il par- roco di allora lasciò scritto nel suo diario di aver dato a quegli sconosciuti le pietan- ze del pranzo di Natale che avrebbe condiviso coi suoi parrocchiani. Pochi giorni dopo l’agguato e l’eccidio,

inquadrati nelle milizie fa- sciste, preferendo battersi per la libertà, che giunse purtroppo pochi mesi dopo con la sconfitta dei nazi- fascisti. La giornata ci ha permesso di riflettere su questo periodo storico che dovrebbe essere sempre presente, e aiutare tutti a ricordare quanto la libertà è sempre importante.

L’incontro si è concluso in modo conviviale in un noto ristorante della zona, sotto- lineando quindi che lo sta- re insieme porta benessere per tutti.

I luoghi della memoria

Giovanni Colombo

(3)

Lombardia 3

Nessun alibi

Valerio Zanolla – Segretario generale Spi Lombardia I risultati della consultazio- ne del 20 e 21 di settembre con la vittoria del Sì al refe- rendum e il voto nelle sette regioni chiamate a rinnova- re la loro assemblea consi- gliare, per quanto ci riguar- da non mutano la necessità di avere risposte chiare sul- le nostre richieste presen- tate al governo. I temi sui quali siamo impegnati ri- guardando le condizioni dei pensionanti a partire da una concreta tutela del potere d’acquisto. Chiediamo an- che un fisco più giusto e una sanità pubblica veramente inclusiva. Il tema della non autosufficienza è inoltre per noi essenziale per dare alle persone anziane e alle loro famiglie una legge che li tu- teli concretamente.

Quindi potremmo dire che la situazione dopo queste elezioni non cambia e che poteva solo peggiorare se ci fossimo trovati di fronte a ri- sultati che mettevano in crisi l’attuale maggioranza di go- verno. A qualcuno può sem- brare una forzatura, però ricordo a tutti che le nostre richieste confliggono con la politica di privatizzazione della sanità portata avanti dalla Regione Lombardia che sostiene da sempre la sanità privata. La nostra stra- tegia contrasta anche con la proposta di taglio delle tasse per i più abbienti, infatti una riduzione delle entrate si tra- sforma automaticamente in meno servizi per i malati, le persone anziane e le loro fa- miglie. Ci sarebbe infine mol- to da dire sul referendum e sulle ragioni del Sì e del No.

Lo Spi regionale è convinto che la Cgil abbia fatto bene a non prendere posizio- ne sostenendo la libertà di scelta nell’esercizio del voto degli iscritti. Certamente lo Spi Cgil, che rappresenta persone che molto hanno manifestato in difesa della democrazia e per i diritti, è pienamente convinto della necessità di salvaguardare l’ordinamento parlamentare della Repubblica e la cen- tralità della rappresentanza democratica che non è solo una questione di numeri ma non è neppure una mera que- stione di costi. Ora passata questa scadenza le questioni politiche di funzionamen- to della democrazia, quelle sociali, sanitarie ed econo- miche rimaste aperte vanno affrontate e risolte. Non ci devono essere alibi.

Impegnati a difesa della salute

Lentamente ma con cautela il sindacato sta ripartendo, anzi non si è mai fermato pur se l’attività per forza di cose non ha mantenuto i rit- mi precedenti al Covid.

I servizi che diamo ai pen- sionati non sono mai stati totalmente sospesi, mentre le riunioni dei gruppi diri- genti e le manifestazioni sono riprese, sempre nel rispetto del distanziamento sociale e con le mascherine.

Noi siamo persone serie, lo ha sottolineato il presi- dente Mattarella, serietà che viaggia di pari passo con il desiderio di Libertà, per la quale abbiamo manifestato e lottato durante tutta la no- stra vita. E insistiamo a vo- ler essere protagonisti. Alle- gato a questo numero di Spi Insieme abbiamo incluso il documento unitario presen- tato dal sindacato pensiona- ti. Ci sono le nostre idee che da tempo avanziamo al go- verno per le quali siamo an- dati tre volte a giugno sotto palazzo Lombardia a Milano

e il 18 settembre in piazza Duomo. Sono proposte per le quali abbiamo più volte manifestato anche nel cor- so del 2019 in sintesi: una legge quadro nazionale sulla non autosufficienza che aiuti le persone fragili e che garantisca livelli es- senziali e omogenei di as- sistenza in tutto il Paese. E su questo mentre andiamo in stampa è programmato un incontro con i ministri il 28 settembre. Adeguare le pensioni affinché non per- dano valore con il passare del tempo. Meno tasse a pensionati e anche ai lavo- ratori e la separazione tra assistenza e previdenza.

Investimenti nell’inno- vazione, nella domotica e nella robotica che deve essere di aiuto alle persone anziane facilitandogli la vita e rendere le abitazioni e le città più accessibili, sicure e sane. Difesa e rilancio del servizio sanitario na- zionale, le cronicità e la medicina del territorio.

bardia affinché cambi la sua politica sanitaria. Possiamo affermare, senza timore di essere smentiti, che la giun- ta regionale di centro de- stra in occasione di questa pandemia ha fallito, perché il sistema da lei costruito in questi anni è sbagliato.

Libera scelta e concorren- za tra privato e pubblico in sanità sono un falso ideo- logico! La gente ha bisogno che l’assistenza sanitaria sia quanto di più vicino possibi- le a dove vive e lavora, es- sendo il primo elemento di un processo continuo di as- sistenza. Questa delle cure primarie e della sorveglian- za epidemiologica è l’enor- me sfida da affrontare e per farlo le risorse vanno date al sistema pubblico pren- dendole là dove è possibile a partire dai 36 miliardi del MES. Sulla salute non si specula ne economicamen- te né politicamente. Per questo se sarà necessario torneremo a manifestare.

(ZanVa)

Riteniamo sia necessa- rio mettere al centro della nostra analisi le tendenze sociali, come l’invecchia- mento della popolazione, la cronicità, l’aumento delle non autosufficienze, l’impo- verimento dei pensionati.

Sapevamo che questi fatti avrebbero avuto un impat- to in particolare sul sistema sanitario ed era evidente che la diffusione delle ma- lattie croniche assumesse i connotati di una epidemia, aggravata dalla sub epide- mia della multi morbosità.

E sappiamo anche che c’è una stretta relazione fra stato di salute e condizione socioeconomica. I poveri e chi ha studiato di meno vi- vono in condizioni peggio- ri, fanno lavori più faticosi, hanno meno possibilità di attingere alla cultura, si am- malano più sovente e vivo- no di meno. La pandemia si è inserita in questa già di per sé situazione complica- ta. Per questo continuiamo a incalzare Regione Lom-

La pandemia da Covid-19 ha colpito duramente anche l’operatività del sindaca- lismo europeo. Sono stati mesi difficili, ai quali la Ces, la Federazione europea del- le persone pensionate e an- ziane (Ferpa) e la Federa- zione dei lavoratori pubblici (Epsu) hanno cercato di far fronte scrivendo ai vertici degli organismi della UE per richiamare l’attenzione sul problema degli anziani e sulla violazione dei loro diritti durante la pandemia.

La istituzioni europee han- no risposto dichiarandosi impegnate a seguire con at- tenzione il problema.

In questi mesi nella Ferpa è andato anche avanti, pur in mezzo alle tante difficol- tà, il lavoro impostato con il Congresso del 2018 e ri- preso dall’ultimo esecuti- vo tenutosi a Bruxelles del 2019, prima che l’Europa si fermasse per la pandemia.

Il programma di lavoro prevedeva, attraverso dei questionari che i sindaca- ti di ogni Paese dovevano compilare, la costruzione di nove dossier (povertà anziani, povertà ener-

getica, pensioni, alloggi, fiscalità, salute, relazio- ni esterne, solidarietà intergenerazionale, don- ne) che avrebbero dovuto rappresentare la base di una possibile piattaforma generale per le politiche della Ferpa. Un programma che, nella situazione data, ha visto però solo pochi sindacati pensionati rispon- dere positivamente, mentre si ripetono le sollecitazioni della Ferpa per poter giun- gere entro fine anno ad ave- re materiali sufficienti su cui lavorare.

Restano poi aperti due im- portanti percorsi, quello con la Ces per la definizione di un salario minimo euro- peo per costruirvi una pen- sione minima europea e la ripresa di una iniziativa di cittadinanza europea sulla non autosufficienza.

Le prossime riunioni della Ferpa saranno ancora in videoconferenza e, salvo si- tuazioni a oggi non valutabi- li, si prevede che solo nella primavera 2021 sarà possi- bile tornare a incontrarsi e lavorare in condizioni di normalità.

Filo diretto con l’Unione europea

Ferpa avanti

fra mille difficoltà

Livio Melgari – Spi nazionale

Sanità malata, quale cura?

È giunto il momento di aprire anche in Lombardia una grande discussione sulla sanità, sulle carenze del sistema sanitario e sulle proposte di riforma che stiamo portando avanti come Spi. L’avevamo già programmata prima che l’emergenza sanitaria ci costringesse a sospendere tutte le nostre attività e oggi ne sentiamo ancora di più la ne- cessità, a maggior ragione visto le drammatiche vicende che hanno investito la Regione Lombardia e i nostri an- ziani nei mesi scorsi. Quale momento potrebbe essere più appropriato: si sta lavorando sia a livello regionale che a livello nazionale, alla valutazione della sperimentazione della l.23/2015 e si sta discutendo delle ingenti risorse che l’Europa ha messo in campo attraverso il Recovery Found e il Mes e di come utilizzarle. Abbiamo deciso come se- greteria di farlo iniziando con l’organizzare il convegno Quale cura per questa sanità malata? che si terrà il 29 ottobre a Milano, con cui intendiamo affrontare tre aspetti in particolare: il sistema sanitario nazionale e re- gionale e il, cosiddetto, welfare integrativo.

Ci avvarremo di tre relatori tra i più autorevoli nel pa- norama universitario e dell’associazionismo, di inter- venti di esponenti dell’assessorato al Welfare di Regione Lombardia, di esponenti di minoranza facenti parte del- la Commissione regionale sanità e della segreteria della Cgil Lombardia. I lavori saranno aperti dal segretario generale Spi Lombardia, Valerio Zanolla mentre le con- clusioni sono affidate al segretario generale nazionale, Ivan Pedretti.

Inviteremo a questo primo grande appuntamento tutti componenti dell’assemblea generale dello Spi Lombar- dia, ma anche i segretari generali delle categorie regio- nali e delle Camere del Lavoro, proprio perché vogliamo, da una parte sottolineare ancora una volta la necessità di un maggiore interessamento da parte delle categorie verso il tema della sanità e dall’altra offrire il nostro con- tributo per l’apertura di una discussione ampia, anche in riferimento alla fase di rinnovo di importanti contratti nazionali. (Fed.Tra)

(4)

Il Covid-19 non ha colpito tutti allo stesso modo: tra i fattori causa di questa di- versificazione c’è anche il genere, che sembra svolge- re un ruolo importante.

Dai dati disaggregati a di- sposizione (non tutti i paesi hanno fornito alle autori- tà sanitarie informazioni diversificate per uomini e donne) emerge una più alta mortalità fra gli uomini piuttosto che fra le donne:

in Italia, secondo i dati ri- portati dal bollettino della sorveglianza integrata ag- giornato al 23 aprile 2020, è circa del doppio (17,1 per cento quella maschile e 9,3 per cento quella femmini- le). Differenze simili sono riportate in molti paesi eu- ropei e non solo.

Più incerta è la situazione riguardante i casi diagnosti- cati perché i dati non sono ancora sufficienti per trarre una conclusione. Conosce- re le reali differenze di ge- nere in termini di incidenza e letalità rappresenta il pri-

Lombardia 4

Sanità: un confronto difficile con una Regione sfuggente

Federica Trapletti – Segreteria Spi Lombardia Il confronto con Regione

Lombardia sui temi sanita- ri continua a essere lento, faticoso e soprattutto poco produttivo.

Nonostante le nostre nume- rose sollecitazioni perché si affrontassero concretamen- te i tanti problemi urgenti che riguardano la sanità lombarda – anche in vista delle incertezze legate alla prossima stagione autun- nale e al possibile aumento dei contagi – la Regione pur- troppo continua a rifuggire alle evidenti responsabilità politiche rispetto sia a quan- to successo nei mesi scor- si che ai persistenti ritardi nell’approntamento della rete di medicina territoriale di cui invece abbiamo forte- mente bisogno.

Attualmente i tavoli aperti riguardano:

• patto per la salute: dopo le tre manifestazioni di giugno davanti a Palazzo Lombar-

dia, che hanno visto una par- tecipazione numerosa dei pensionati, Cgil – Cisl – Uil hanno presentato a Fontana e Gallera un documento con le proposte di riforma del sistema sanitario regionale, sul quale abbiamo chiesto di avviare una interlocuzione;

• valutazione della speri- mentazione della l.23/2015 con audizione davanti al gruppo di saggi nominati dal presidente di Regione Lom- bardia Fontana e presieduta dal Dott. Cajazzo.

Abbiamo finora partecipato all’audizione delle tre con- federazioni e siamo stati a nostra volta convocati come sindacati dei pensionati per il 28 settembre pomeriggio (mentre Spi Insieme è in stampa, ndr).

Sebbene sia apparso chiara- mente come Regione Lom- bardia stia valutando la spe- rimentazione ma non abbia intenzione di rimettere in

esattamente, a chi rispon- deranno?) così come non è chiaro cosa ne sarà delle famose Usca, di cui si è par- lato durante l’emergenza ma che in Lombardia con- tinuano a essere in numero assolutamente lontano dalle necessità del territorio.

Altro tema importantissimo per gli anziani, su cui Regio- ne Lombardia pare non ave- re le idee chiare, è il Piano di vaccinazioni anti influenza- li. In particolare non ci è an- cora stato detto se i vaccini finora acquistati da Regione Lombardia sono sufficienti, quando inizierà la sommi- nistrazione dei vaccini, chi discussione l’impianto della

l.23, ci ha in qualche modo confortati sapere che anche le audizioni precedenti da parte di associazioni di ca- tegoria e ordini, hanno evi- denziato pressoché gli stes- si problemi che noi stessi abbiamo sottolineato: sud- divisione di funzioni tra Ats e Asst; presa in carico della cronicità; medicina terri- toriale (distretti); rapporto pubblico/privato.

Nella nostra audizione del 28, oltre a riproporre questi temi, ci concentreremo an- che sulle Rsa e sulla neces- sità di rivedere l’intero si- stema delle residenze socio sanitarie.

Piano assistenziale territo- riale: Regione Lombardia non ha ancora dato infor- mazioni dettagliate rispetto agli infermieri di famiglia (a che punto sono le assunzio- ni, dove verranno collocati fisicamente, cosa faranno

la farà (i medici di medici- na generale sono in grado di garantire la copertura di tutti in poco tempo?), dove verranno fatti, visto che gli ambulatori dei medici di base non sono adeguati?

Durante l’ultimo incontro del 10 settembre, Gallera si è impegnato a convocare, entro la fine di settembre, tre gruppi di lavoro rispetti- vamente sui temi ospedale, territorio e Rsa.

Come Spi Lombardia siamo pronti ad affrontare tutti questi aspetti avendo come priorità la salute e la condi- zione degli anziani, delle fa- miglie e dei cittadini.

mo passo per investigare i meccanismi biologici e/o sociali alla base delle stesse al fine di identificare stra- tegie di prevenzione e tera- peutiche specifiche per uo- mini e donne.

L’incidenza della pandemia da Covid-19 non è che l’en- nesimo esempio di come le malattie ma anche le cure abbiano un impatto diverso sulle persone. In particolare fra maschi e femmine.

Per queste ragioni, su spin- ta dell’Onu, a partire dagli anni ‘80 si è cominciato a dare attenzione a una me- dicina che tenesse conto dell’influenza delle differen- ze biologiche, socio-econo- miche e culturali sullo sta- to di salute e di malattia di ogni persona. Infatti molte malattie, sebbene comuni a uomini e donne, presentano spesso incidenza, sintoma- tologia e gravità differenti.

Così come diverse possono essere le risposte alle tera- pie e le reazioni ai farmaci.

Anche l’accesso alle cure

presenta rilevanti disegua- glianze.

Le diversità nei generi si manifestano sia negli stili di vita degli individui che nell’incidenza di molteplici patologie, nel ricorso ai ser- vizi sanitari per prevenzio- ne, diagnosi, uso di farmaci e dispositivi medici, nell’at- teggiamento nei confronti della malattia, della perce- zione del dolore ecc.

In Italia le donne vivono più a lungo ma si ammalano an- che di più e si curano male.

Pertanto, come afferma il documento del ministero della Salute nel Piano per l’applicazione e la diffusio- ne della medicina di genere del maggio 2019, è forte- mente auspicabile la messa a punto di strategie per sup- portare l’invecchiamento sano della popolazione te- nendo conto del genere.

Una medicina quindi che guardi all’individuo, sem- pre più personalizzata, più efficace e più vicina alle persone.

Ditelo a noi! è il canale di comunicazione – istituito da Spi Lombardia – aperto alle famiglie degli anziani che, attraverso un indirizzo mail e un numero di te- lefono dedicati, possono segnalarci le problematiche presenti nelle Rsa e nello stesso tempo fornirci pre- ziose informazioni rispetto alle situazioni diffuse sul territorio lombardo. Dopo aver pubblicizzato l’inizia- tiva sullo scorso numero di Spi Insieme e sui media, stanno arrivando le prime segnalazioni che ci conse- gnano una situazione alquanto preoccupante.

Uno dei temi più sentiti è la difficoltà di visitare i propri anziani a causa delle eccessive restrizioni applicate da diverse strutture o addirittura dalla chiu- sura delle stesse, nonostante ci siano provvedimenti legislativi che prevedono la possibilità di accesso ai famigliari, seppur con tutte le dovute precauzioni. La vicinanza degli affetti famigliari riveste per moltissi- mi anziani una funzione terapeutica e quindi l’impos- sibilità del contatto con i propri cari si ripercuote pur- troppo anche sullo stato di salute degli anziani stessi.

Inoltre la carenza del personale sanitario dovuta alle assunzioni negli ospedali, sta determinando una consistente riduzione di tutte le attività di riabi- litazione.

Ditelo a noi!

Riveder le stelle…

Covid-19 e medicina di genere

Merida Madeo – Segreteria Spi Lombardia

… e quindi uscimmo a ri- veder le stelle… è la manife- stazione nazionale che si è tenuta la scorso 24 settembre a Brescia al Teatro Grande in memoria delle vittime del Covid-19.

Con il segretario generale nazionale Ivan Pedretti, il sindaco di Brescia Emilio Del Bono, la coordinatrice infermieristica della Riani-

mazione 1 degli Spedali civili, Monica Falocchi, la presidente della Rsa Fondazione Casa d’Industria, Elisabetta Donati, e con video messaggio il ministro della Salute Roberto Speranza e il segretario generale Cgil nazionale, Maurizio Landini.

(5)

L’ austerità e il pensiero neoliberista hanno fatto cresce- re le disuguaglianze, la disoccupazione, la povertà, le paure, l’incertezza. La pandemia aggrava, esaspera e porta a punti di rottura queste contraddizioni. È forte il rischio che la grave crisi economica che di nuovo investe l’Italia, l’Europa e gran parte del mondo si trasformi in una grave crisi della coesione sociale e della tenuta stessa della demo- crazia nel nostro Paese.

Nuove politiche diventano ancora più necessarie e urgenti.

Parallelamente, le risposte in chiave sovranista e protezio- nista appaiono con ancora più evidenza totalmente inade- guate e ingiuste.

Dobbiamo rilanciare i valori della democrazia, della parteci- pazione, del lavoro, della dignità umana, della libertà, della solidarietà, della coesione sociale, dell’uguaglianza nel ri- spetto delle differenze. Dobbiamo difendere e promuovere lo stato di diritto. In Italia e in Europa.

Serve più Europa, non meno Europa. L’Europa ha avviato un cambiamento fino a poche settimane fa impensabile. È un cambiamento che ha bisogno di andare ulteriormente avanti, vincere le forti resistenze che si sono manifestate, evolvere verso una vera Unione degli Stati europei, più democrati- ca, più sociale, più partecipata, più sostenibile. Una Europa dell’occupazione, dei diritti, della giustizia sociale. Una Euro- pa per tutte e tutti, che rilanci i suoi valori fondativi e il suo modello di welfare e di servizi pubblici e universali.

Oggi il nostro Paese è dentro una crisi di dimensioni inedite, ma per la prima volta da molti decenni, grazie al mutamento delle politiche dell’Unione Europea, può mobilitare un volu- me di risorse straordinario per un piano di ricostruzione e ri- nascita: si tratta di una occasione irripetibile per indirizzare il Paese su un nuovo sentiero di crescita equa e sostenibile, che

recuperi ritardi e squilibri storici e che, puntando su qualità e innovazione nel sistema produttivo e su un welfare rinnova- to, offra ai giovani e alle donne occasioni di lavoro all’altezza delle loro aspettative.

Come Spi Cgil, Fnp Cisl, Uilp Uil siamo convinti che l’allun- gamento della durata media di vita richieda un cambiamento complessivo di tutte le politiche, in ogni aspetto della società, dall’economia al fisco, dal sociale alla sanità, dalla cultura alle politiche abitative.

Le risposte dei governi finora non sono state adeguate.

Quando il Covid ha iniziato a mietere le sue vittime qualcuno ha detto: “tanto sono tutti vecchi”.

Poi si è finalmente capito che sui camion con le bare in cerca di sepoltura se ne andava la generazione che aveva riconqui- stato la libertà, ricostruito il Paese ed edificato la democrazia.

Non vogliamo più vedere quelle scene.

Noi donne e uomini anziani rappresentiamo oggi in Italia cir- ca un quarto della popolazione.

Contribuiamo ogni giorno alla vita sociale ed economica dell’Italia.

Aiutiamo figli e nipoti. Un aiuto che è stato, e sarà ancora, determinante per la tenuta del Paese. Senza il nostro so- stegno all’interno delle famiglie, la crisi sarebbe ancora più devastante.

Siamo impegnati nel volontariato e nell’associazionismo pro sociale per generare coesione attraverso attività a favo- re dei più fragili e per sviluppare il dialogo e la cooperazio- ne tra le generazioni.

Siamo portatori di saperi e di cultura.

Siamo la memoria del sindacato, della sua storia, delle sue conquiste. Ma del sindacato siamo anche la contemporaneità.

Rivendichiamo con orgoglio il nostro ruolo.

Nuove politiche diventano

ancora più necessarie e urgenti

Il documento unitario

di Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil per il confronto col governo

Speciale Documento unitario 5

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Vogliamo partecipare alla costruzione del presente e del fu- turo dell’Italia. Vogliamo partecipare alla costruzione del pre- sente e del futuro del movimento sindacale.

Ci sono, però, anche tante persone anziane in difficoltà, po- vere, sole, malate, non autosufficienti. Queste persone anzia- ne, spesso molto anziane, hanno bisogno di aiuti, sostegni, servizi, e di vedere riconosciuta la loro dignità.

Noi vogliamo evitare che l’invecchiamento diventi esclusio- ne, povertà, cronicità.

Noi vogliamo che tutte e tutti possano invecchiare attivi e in buona salute: giovani, adulti e anziani, donne e uomini. È un vantaggio per le persone. È un vantaggio per l’intero Paese.

Per questo servono buone politiche:

• lavoro non precario e pagato il giusto per poter avere pen- sioni sufficienti. Solo la buona occupazione può garantire la stabilità del nostro sistema pensionistico. Le pensioni infatti sono pagate dai contributi di chi lavora. Se il lavoro manca, è precario o mal retribuito, sono a rischio le pensioni di oggi e di domani. Anche per questo è necessario rafforzare i legami e l’impegno comune tra le generazioni;

• pari opportunità tra donne e uomini in ogni fascia di età.

Contrastare stereotipi e discriminazioni di genere nell’istru- zione, nella formazione, nei luoghi di lavoro, nella famiglia e nella società. Eliminare il divario tra le retribuzioni di uomini e donne, che a causa della incapacità del mondo del lavoro di essere accogliente nei confronti delle lavoratrici, specie se madri, ricevono mediamente ancora salari meno elevati. In questo modo si potrà ridurre anche il divario negli importi del- le pensioni e contrastare la povertà femminile in età anziana;

• ridurre il divario tra nord e sud del Paese. Non ci potrà essere sviluppo adeguato, vero e duraturo dell’Italia senza la crescita del Mezzogiorno;

• tutelare il potere d’acquisto delle pensioni in essere e future;

• investire nell’educazione, nella prevenzione, nella salute;

• città, strade e abitazioni a misura di persona e soprattutto a misura di anziani e di bambini.

Per questi obiettivi come Spi, Fnp, Uilp a partire dalla fine di dicembre 2018 abbiamo realizzato presidi davanti alle Prefet- ture di tutta Italia e partecipato in massa alla manifestazione nazionale del 9 febbraio 2019, indetta dalle confederazioni Cgil, Cisl, Uil, sostenendo le ragioni della piattaforma uni- taria. E, sempre nel 2019, abbiamo organizzato due grandi manifestazioni, a Piazza San Giovanni il 1° giugno e al Circo Massimo il 16 novembre.

Ora lanciamo una nuova mobilitazione in tutto il Paese.

Per parlare con le persone. Per aggiornare insieme alle pensionate e ai pensionati, alle iscritte e agli iscritti le no- stre rivendicazioni.

Il Governo deve riaprire il confronto con il movimento sinda- cale e con i sindacati dei pensionati, sulla previdenza, sulla non autosufficienza, sul fisco e su tutti gli altri temi che inte- ressano giovani, lavoratori e pensionati.

Noi chiediamo

Pensioni adeguate e che non perdano valore con il passare del tempo.

Meno tasse a pensionati e lavoratori

Il Governo Lega - Movimento5Stelle nel 2019 ha introdotto un meccanismo di indicizzazione che, ancora una volta, ha penalizzato le pensioni di importo lordo superiore a 3 volte il minimo. Ancora una volta, i pensionati sono stati utilizzati come bancomat per finanziare le misure previste nella legge di bilancio. In tre anni, la manovra sottrae ai pensionati oltre 3 miliardi e mezzo di euro.

La correzione portata dal Governo attuale con la legge di bi- lancio 2020 è stata puramente simbolica.

Si deve proseguire il cammino avviato con l’accordo del set- tembre 2016 sottoscritto con il Governo Renzi, dare continu- ità agli impegni già presi con il sindacato confederale, ripren- dere i confronti riavviati dopo la legge di bilancio 2020.

Sono necessari:

• meccanismi di recupero dell’inflazione più efficaci. Si deve tornare al meccanismo di indicizzazione precedente al Go- verno Monti, previsto dalla legge 388 del 2000, più equo, così come era stato concordato dal sindacato con i Governi Renzi e Gentiloni. Tutte le pensioni hanno diritto a conservare il proprio valore nel tempo;

• l’ampliamento della platea dei beneficiari della quattordi- cesima (continuando il percorso cominciato con il Governo Prodi e proseguito con il Governo Renzi). La quattordicesima risponde a principi di equità, valorizza gli anni di lavoro e di contributi, non penalizza le donne;

• la riduzione delle tasse dei lavoratori e dei pensionati, che pagano la quasi totalità dell’lrpef. Oggi sui pensionati italiani grava una imposizione più elevata rispetto a quella di tutti gli altri redditi;

• un più efficace contrasto all’evasione e all’elusione fiscale.

Anche valorizzando il ruolo dei Comuni. Non è pensabile con- tinuare a chiedere sacrifici ai pensionati quando ogni anno sono evasi oltre 110 miliardi di euro. Le tasse vanno tagliate a chi le paga. Per questo, le risorse recuperate dall’evasione e dall’elusione vanno destinate alla riduzione della pressione fiscale sui pensionati e sui lavoratori;

• un sistema fiscale più semplice e certo.

Più reddito alle pensionate e ai pensionati vuol dire maggior benessere delle famiglie, maggiori consumi, maggiore svi- luppo, maggiore crescita. Il 75% circa delle imprese italiane produce merci per il mercato italiano. Solo accrescendo il potere di acquisto dei pensionati, e dei lavoratori, si potrà far ripartire il nostro Paese e l’occupazione.

Separazione assistenza e previdenza

Si devono separare finalmente assistenza e previdenza e fare chiarezza sull’entità della spesa previdenziale italiana. Non è vero che spendiamo molto più delle altre nazioni europee per la previdenza e molto meno per l’assistenza. È anche grazie a queste cifre inesatte che l’Unione europea continua a chiede- re all’Italia aggiustamenti, riduzione della spesa previdenzia- le e tagli alle pensioni presenti e future. L’Italia spende invece per la previdenza 1’11% del Pil, assolutamente in linea con la media europea. Si deve attivare la Commissione specifica, decisa al Tavolo di confronto Governo sindacati nella prece- dente legislatura, ma mai costituita. Così come va ripristinata la Commissione per la valutazione dei lavori gravosi.

Non ci può essere confusione tra previdenza e assistenza neppure quando si ipotizzano misure di sostegno al reddito.

Aumentare trattamenti sociali e trattamenti per le persone con disabilità è giusto e necessario, ma le risorse devono es- sere prese dalla fiscalità generale. Se si deve chiedere un con- tributo di solidarietà, deve essere chiesto a tutti i possessori di un reddito elevato, di qualunque tipo: reddito da pensione, reddito da lavoro o reddito da patrimonio.

Speciale Documento unitario 6

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Difesa e rilancio del servizio sanitario nazionale

La pandemia ha colto il Paese a valle di un processo di in- debolimento del Servizio sanitario nazionale, sottoposto per lunghi anni a un definanziamento e a processi di riorganizza- zione che hanno prevalentemente tagliato servizi senza (sal- vo rare eccezioni) riorientarli ai nuovi bisogni di salute, tra i quali quelli indotti dall’invecchiamento della popolazione.

I bisogni di salute si spostano dalla cura delle malattie acute alla presa in carico della cronicità.

Aumentano le malattie croniche e degenerative, e tra queste le demenze, le persone affette da dolore cronico, i malati on- cologici anziani. Aumentano le pluripatologie.

Aumentano le disuguaglianze di accesso al diritto alla salute e ai Livelli essenziali di assistenza sanitaria (Lea). Innanzitut- to tra le regioni, ma anche all’interno delle stesse.

Aumenta il numero di chi si è impoverito per far fronte a una malattia improvvisa o alla perdita dell’autosufficienza.

Aumenta il numero di chi rinuncia alle cure per ragioni eco- nomiche o di inefficienza organizzativa. E di chi è costretto a cercare risposte sanitarie in regioni diverse dalla propria.

Cresce la spesa privata delle famiglie per la sanità.

La pandemia ha messo drammaticamente in risalto una dif- fusa perdita di cultura della prevenzione, che ha portato a ignorare i segni premonitori che ne annunciavano il rischio, e ha fatto trovare il sistema ovunque carente di dotazioni di dispositivi di sicurezza e di adeguate disposizioni organizzati- ve. Ma, soprattutto, ha reso evidenti le conseguenze del ritar- do, in molti casi della totale assenza, nella dotazione di servi- zi territoriali, di cure intermedie, di reti in grado di sostenere l’assistenza domiciliare.

Gli anziani hanno pagato un prezzo elevatissimo. Tanto più elevato dove si è affermato un modello di organizzazione del- la sanità volto a premiare il ruolo del privato a scapito del pubblico e a penalizzare la medicina del territorio. Quella lo- gica ha comportato costi elevati anche per gli operatori sani- tari, perché ha concentrato l’azione di contrasto al Covid-19 prevalentemente dentro le strutture ospedaliere, amplifican- do i rischi per tutti.

Gli anziani hanno poi scontato duramente la mancanza di una politica nazionale per la non autosufficienza, con una diffusa incapacità del sistema di prendere in carico e definire progetti personalizzati di assistenza, l’insufficienza dell’offer- ta sia in termini quantitativi che di intensità assistenziale dei servizi socio sanitari, specie a sostegno della domiciliarità, l’inadeguatezza del quadro normativo e finanziario che deve definire i caratteri organizzativi e strutturali delle strutture

residenziali per anziani e dei livelli di assistenza che vi ven- gono erogati. Ancora una volta mettendo in luce una insoste- nibile varietà di condizioni tra le regioni e dentro le stesse, che crea profonde diseguaglianze nei diritti sociali, facendo gravare in maniera insopportabile sulle famiglie, in particolar modo quelle di anziani soli, il carico assistenziale e di cura.

Ora le persone anziane rischiano di pagare un ulteriore prez- zo alla sospensione delle prestazioni non urgenti, ai ritardi che si cumulano nei tempi delle visite e degli esami di con- trollo, ai rischi di diagnosi e interventi tardivi.

L’opinione pubblica ha preso consapevolezza, anche a fronte del contesto internazionale, del valore di un servizio sanita- rio pubblico e universale.

Ed è emersa la necessità che l’autonomia delle Regioni sia indirizzata da una efficace politica sanitaria nazionale per ga- rantire effettivamente i livelli essenziali di assistenza.

Non bisogna permettere che queste consapevolezze si disperdano.

Il percorso per la fuoriuscita dall’emergenza non deve essere un ritorno alla situazione precedente.

È quindi necessario:

• riaffermare il principio universalistico del Servizio sanita- rio nazionale e aumentare in modo significativo il suo finan- ziamento. Con un programma pluriennale di riallineamento almeno alla media della spesa pro-capite degli altri grandi Paesi europei;

• realizzare una riorganizzazione che guardi alle persone, renda più semplice e meno burocratico l’accesso alle presta- zioni pubbliche, riduca gli sprechi, le inefficienze e la cattiva gestione. Dar vita a un vero patto tra lavoratori del comparto e cittadini utenti, per una sanità a misura di chi usufruisce dei servizi e di chi ci lavora;

• assicurare, con il ritorno alla normalità, a tutti i cittadini in ogni area del Paese la certezza delle cure. Garantire la reale erogazione dei Livelli essenziali di assistenza sanitaria (Lea) in ogni parte d’Italia: livelli davvero essenziali e non minimi.

Tempi di attesa ragionevoli e trasparenti, drastica riduzione della mobilità sanitaria;

• un piano nazionale per potenziare la rete dei servizi socio sanitari territoriali, fissando standard, indicatori e requisi- ti vincolanti per la programmazione regionale, colmando il vuoto lasciato dalla chiusura di tanti ospedali con le Case della salute;

• realizzare una vera integrazione tra sanità e sociale;

• definire, finanziare ed erogare i Livelli essenziali dell’assi- stenza sociale;

• realizzare la coincidenza tra ambiti sociali e distretti sani- tari per coordinare al meglio le programmazioni territoriali;

• far diventare il Distretto socio sanitario il soggetto unico dell’integrazione e della presa in carico, riconosciuto da Asi e Comuni. Porre un tetto massimo di abitanti alla dimensione dei Distretti;

• investire nella prevenzione, nella medicina del territorio, nelle cure intermedie tra ospedale e domicilio, nella continu- ità assistenziale, nella medicina di iniziativa;

• valorizzare il personale. Rinnovare i contratti. Garantire il turn over. Dare prospettive ai giovani laureati in medici- na, garantendo percorsi di specializzazione e posti di lavoro non precari;

• rivedere il sistema di compartecipazione, che non è razio- nale, sta impoverendo i cittadini e contemporaneamente sta spostando risorse dal Servizio sanitario nazionale al privato commerciale;

• investire nella manutenzione e nella messa in sicurezza del- le strutture sanitarie pubbliche;

• investire in prevenzione;

• investire in innovazione.

Va riconosciuto al Governo che nella legge di bilancio 2020 ha interrotto il trend di definanziamento e che, sotto l’incalzare dell’emergenza, è finalmente tornato a investire sul sistema sanitario e sui servizi territoriali.

Speciale Documento unitario 7

La manifestazione del 1° giugno 2019 in piazza San Giovanni a Roma

(8)

Il decreto legge 34/2020, (convertito con modificazioni nella legge n. 77 del 17 luglio 2020), è un segnale importante di in- versione di tendenza e va nella giusta direzione, anche se non basta a colmare il deficit prodotto in più di un decennio, oltre a scontare il fatto che gli stanziamenti non sono strutturali.

Il prezzo pagato dagli anziani non sembra sia stato invece fi- nora sufficiente a smuovere la volontà di approntare una po- litica nazionale per la non autosufficienza.

Tutele, servizi e sostegni per le persone non autosufficienti e per le loro famiglie

Oggi circa 3 milioni di persone, in larga maggioranza anziane e in prevalenza donne, non sono più autosufficienti. È un nu- mero destinato probabilmente ad aumentare.

Milioni di famiglie si trovano ad affrontare quotidiana- mente, spesso da sole, grandi disagi, sofferenze e rischi di impoverimento.

La non autosufficienza rappresenta una priorità assoluta per il nostro Paese, ma non si riesce ancora ad affrontarla in modo serio e adeguato. Serve una copertura di tipo universa- listico, con servizi qualificati.

La pandemia ha reso evidente la fragilità della condizione de-

gli anziani non autosufficienti, sia che siano assistiti a domi- cilio, sia che vivano in residenze per anziani.

Per questo è necessario:

• Approvare una Legge quadro nazionale per la non auto- sufficienza;

• Definire prioritariamente per la non autosufficienza i livelli essenziali delle prestazioni sociali, uniformi su tutto il terri- torio nazionale;

• Promuovere a livello nazionale una programmazione inte- grata socio sanitaria, facendo evolvere il Piano strategico per la Non autosufficienza 2019-2021 verso uno strumento a più alta integrazione socio sanitaria;

• ricomporre la frammentarietà delle linee di finanziamento e degli interventi;

• ridurre le disomogeneità e le disuguaglianze tra aree del Paese, ampliando l’offerta nelle aree deboli;

• garantire in ogni parte d’Italia un approccio multidimen- sionale integrato, con presa in carico individuale e percorsi diagnostico terapeutici assistenziali personalizzati;

• riconoscere lo stato di disabilità secondo parametri scienti- ficamente validi e omogenei su tutto il territorio nazionale e che tengano conto del bisogno assistenziale;

• utilizzare l’innovazione tecnologica, medica e farmacologica anche per la non autosufficienza, la cronicità e la domiciliarità;

• rendere efficace il sistema di accreditamento dei servizi,

in base a standard e indirizzi uniformi in tutto il territorio;

• rivedere i criteri di accreditamento delle residenze per an- ziani, privilegiarne la dimensione comunitaria, rafforzarne il presidio sanitario, rendere obbligatoria la presenza di comi- tati di sorveglianza, aprire le strutture alla società esterna, allargarne la funzione di sollievo a sostegno della domici- liarità, supportare la crescita e la formazione professionale degli operatori;

• definire un sistema di monitoraggio e controllo dei servizi e dei sostegni;

• favorire sistemi per la regolarizzazione e qualificazione del lavoro delle assistenti familiari retribuite (albi comunali, ser- vizi di incontro domanda offerta e di gestione amministra- tiva, formazione specifica, detrazioni fiscali e agevolazioni contributive, ecc.);

• riconoscere il ruolo dei caregiver familiari, favorire il loro rapporto con il sistema dei servizi e prevedere agevolazioni e sostegni mirati per il lavoro di cura e per gli assistenti familiari;

• utilizzare efficacemente i Fondi strutturali e di investimen- to europei attraverso un programma nazionale per i servizi di cura. Rifinanziare il Piano di azione e coesione per infanzia e persone anziane non autosufficienti;

• prevedere nel Piano nazionale per la ripresa e la resilienza, previsto per l’utilizzo delle risorse della Next Generation EU, un capitolo specifico di investimenti per la non autosufficien- za e a favore degli anziani.

Il Mes occasione da non perdere e da non sprecare

Il bisogno di investimento nel socio sanitario è enorme, ma è anche un volano di crescita, di sviluppo, di promozione di oc- cupazione qualificata, e di promozione di un contesto favore- vole all’aumento dei tassi di attività. Il Paese non può perdere l’occasione di usare le risorse del Mes prioritariamente in un investimento aggiuntivo in un piano straordinario in grado di:

• far decollare in tutto il Paese la rete di servizi territoriali e di cure intermedie, con standard e parametri organizzativi e di presa in carico, di pari efficacia e integrati con quelli ospe- dalieri, sostenuti da un forte investimento tecnologico;

• adeguare la rete ospedaliera ai nuovi standard di sicurezza post Covid-19, con il potenziamento in primis dei pronto soc- corso. Rafforzare la medicina d’urgenza;

• potenziare la medicina specialistica anche attraverso l’in- cremento e l’adeguamento delle borse di specializzazione.

Colmare l’imbuto formativo;

• promuovere un piano straordinario per implementare ser- vizi socio sanitari e assistenziali di prossimità per sostenere il diritto alla domiciliarità per le persone non autosufficienti;

• adeguare e innovare le residenze per anziani, migliorando- ne le condizioni strutturali, adeguandone i modelli organiz- zative e migliorando professionalità e condizioni di lavoro di chi vi opera.

Investimenti nell’innovazione, nella domotica, nella robotica, negli ausili, nelle protesi

Per favorire e accrescere la socializzazione, la comunicazio- ne, l’acquisizione di nuove conoscenze e abilità, l’autonomia, la permanenza nelle proprie abitazioni. Per creare nuovi e buoni posti di lavoro per i giovani. Per promuovere la cresci- ta e lo sviluppo.

Investimenti per rendere abitazioni, città, trasporti

più accessibili, sicuri e sani e più a misura delle persone anziane, ma anche dei bambini

Per invecchiare attivi e in buona salute è importante anche poter vivere in abitazioni, città, quartieri confortevoli e sicu- ri; camminare e fare sport; spostarsi e frequentare luoghi di incontro; coltivare interessi e amicizie; partecipare alla vita culturale, sociale e politica; contrastare la solitudine e l’e- marginazione. Rigenerare le nostre città. Sperimentare nuo- ve modalità di abitare, anche la coabitazione di nuclei fami- liari diversi, di persone giovani e anziane.

Speciale Documento unitario 8

Roma,

16 dicembre 2019:

i pensionati manifestano al Circo Massimo

(9)

La Corte Costituzionale con la sentenza 152/2020, in vigore dopo la pubblica- zione in Gazzetta Ufficia- le, che haprodotto i suoi effetti già dallo scorso 1°

Agosto, ha modificato in modo sostanziale i mecca- nismi che regolano il soste- gno economico previsto a favore dei cittadini inabili, normato dall’art. 38 della Costituzione secondo cui

…”ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto di mez- zi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all’assistenza sociale”.

Secondo i giudici l’attuale sistema di indennità – che prevede il pagamento di un importo pari a euro 286,81 vincolato al limite di reddi- to personale non superio- re a euro 16.982,49 – non è legittimo in quanto non garantisce alle persone to- talmente inabili al lavoro di età inferiore a 60 anni un supporto economico ido- neo. Si è quindi affermato che il cosiddetto incremen- to al milione – già ricono- sciuto agli invalidi civili totali a partire dal 60esimo anno d’età entro determi- nate condizioni reddituali – debba essere assicurato anche agli invalidi civili

Spid, ovvero il Si- stema pubblico di identità digi- tale, è la nuova ed unica modalità di accesso a tutte le piattaforme e servizi on line della pubblica amministrazione

sia tramite pc che tablet o telefono. Come funziona l’acces- so con Spid? Fino ad oggi per accedere a qualsiasi servizio on line della pubblica amministrazione che fosse, ad esem- pio, il fascicolo elettronico sanitario o semplicemente l’ac- cesso al proprio cassetto fiscale del sito dell’Agenzia delle entrate, era necessario richiedere le credenziali ad ogni sin- golo ente. Quanti di noi, in maniera meticolosa, prendevano nota delle password: un elenco interminabile, perché ogni ente forniva le proprie credenziali. Con Spid, invece, sarà possibile accedere con una unica username ed una unica password a qualsiasi servizio pubblico telematico. Le cre- denziali Spid identificano il cittadino e sono strettamente personali. È per questo che per attivare la propria identità digitale è necessario eseguire il riconoscimento. Come si ottiene Spid? È necessario essere in possesso di un indiriz- zo e-mail, un numero di telefono cellulare, un documento di identità valido e la tessera sanitaria con il codice fiscale.

Sul sito dedicato www.spid.gov.it sono disponibili i fornito- ri accreditati a rilasciare le credenziali: Spid è gratuito ma potrebbe essere a pagamento nel caso venga scelta la mo- dalità di riconoscimento del cittadino tramite webcam. Nel caso, invece, si scelga il riconoscimento di persona il ser- vizio è completamente gratuito. Rivolgiti alle nostre leghe territoriali perché sapranno indicarti e consigliarti su come procedere ad attivare la tua identità digitale.

Lombardia 9

Previdenza: molte le questioni aperte

Mauro Paris – Segreteria Spi Lombardia Con la ripresa del tavolo

di confronto sulle pensioni con il sindacato, comincia a diradarsi la nebbia sulle intenzioni del governo in materia di pensioni. Un in- contro cruciale è in calen- dario per il 25 settembre e si sarà già svolto quando starete leggendo questo nu- mero di Spi Insieme. Quo- ta100 sopravviverà fino al 31 dicembre del 2021 come prevedeva in origine la leg- ge introdotta dal cosiddetto governo Conte 1 entrata in vigore nel gennaio dell’an- no passato. Quindi la legge di bilancio del 2021 porterà con sé pochi ritocchi, e le modifiche più importanti sa- ranno rimandate al 1° gen- naio del 2022.

I tavoli concordati tra Cgil Cisl e Uil con la ministra del Lavoro Nunzia Catalfo affronteranno soprattutto alcune questioni la cui ma- nutenzione è urgente anche dal punto di vista delle sca- denze normative. Si tratta delle proroga dell’Opzione donna, della stabilizzazione dei meccanismi dell’Ape so- ciale (63 anni di età con 30 anni di contribuzione per alcune particolari categorie di lavoratori come disoccu- pati, invalidi, addetti a lavori gravosi, famigliari di disabi- li), e della cosiddetta quota 41 (pensione anticipata per i precoci appartenenti alle stesse categorie). Insom- ma, trattandosi di regole introdotte già da quattro

termini di tutela è tutta da verificare. Per la generalità dei lavoratori, invece, i re- quisiti sarebbero 63 di età e 37 di contributi oppure 64 di età e 36 di contributi, una ri- edizione di quota 100 ma in peggio, perché pare che sa- rebbe gravata da penalizza- zioni nel calcolo, riduzioni dell’importo in proporzione all’anticipo rispetto ai 67 di età per la vecchiaia.

La Cgil e lo Spi chiedono al governo di prendere in con- siderazione la soglia dei 41 anni di contributi o in alter- nativa quella dei 63 anni di età per tutti come orizzonti certi per il futuro dei lavo- ratori; inoltre vanno rimos- se le enormi distorsioni sul calcolo dei requisiti intro- anni (nel caso dell’opzione

donna addirittura dal 2004), sono oggetto di aspettative da parte dei lavoratori che ne conseguirebbero il dirit- to a breve e sarebbero ingiu- stamente penalizzati da un loro improvviso superamen- to. Quanto al superamento di Quota100, al momento la disponibilità del governo non sembra granché; da ca- pire il senso dell’ipotesi del- la cosiddetta “doppia flessi- bilità”. Si tratterebbe di un meccanismo che consenta l’accesso alla pensione anti- cipata alle platee dei preco- ci e degli usurati con 62 anni di età e 37 anni di contributi oppure 63 di età e 36 di con- tributi, insomma una sorta di quota 99 la cui utilità in

dotte in particolare della legge Fornero, migliorate le regole previdenziali per i giovani destinatari del siste- ma contributivo puro (con la pensione contributiva di garanzia), valorizzati i pe- riodi di cura famigliare ai fini del diritto e del calcolo della pensione, e come non manchiamo mai di ricorda- re, introdotto un rimedio all’attuale metodo di pe- requazione delle pensioni, gravemente insufficiente a tutelarne il potere d’acqui- sto nel tempo.

La Legge di Bilancio 2021 dovrà rilanciare il paese fuori dall’orbita del pianeta Covid-19, e trovare forme di ripristino dei diritti anche a favore di pensionati.

totali a partire dal 18esimo anno d’età. Di conseguenza anche gli invalidi civili to- tali di età compresa tra 18 e 59 anni potranno ottenere, nel rispetto degli specifi- ci limiti di reddito perso- nali o coniugali previsti per gli ultrasessantenni, l’incremento della pensione di inabilità civile da 285,66 euro al mese fino all’impor- to massimo di 651,51 euro.

Questa indicazione sta a significare che non tutti gli invalidi civili totali potran- no beneficiare dell’adegua- mento della prestazione in- timato dalla Consulta.

La Consulta ha inoltre chia- rito che la norma non avrà valore retroattivo ma è da applicarsi soltanto a partire dal giorno successivo alla pubblicazione della senten- za sulla Gazzetta Ufficiale.

I giudici hanno poi lasciata aperta la possibilità al legi- slatore di intervenire con norme specifiche che rive- dano la disciplina delle nor- me assistenziali, sempre nel rispetto dei criteri fissa- ti dall’art. 38. In applicazio- ne della sentenza il Decreto Legge Agosto ha sancito il diritto all’aumento (l’arti- colo 15 del D.L. n. 104/2020, in vigore dallo scorso 15

È utile sapere

a cura di Gianbattista Ricci e Nilde Galligani

Pensioni di inabilità, le novità

Arriva lo Spid

Richiedente Limite reddito Importo massimo riconoscibile Invalido non coniugato € 8.469,63 € 651,51

Invalido coniugato* € 14.447,42 € 651,51

*Il soggetto coniugato deve rispettare entrambi i limiti di reddito.

Agosto, ha reso operativo il pronunciamento della Corte Costituzionale). I soggetti interessati sono gli invalidi civili totali, i sordo- muti, i ciechi civili assoluti e i titolari di pensione di inabilità previdenziale. Pre- cisiamo che la correspon- sione della maggiorazione al milione, di cui all’art. 38 L. 448/2001, dal 18° anno in poi sarà riconosciuta nel rispetto dei requisiti reddi- tuali riportati nella tabella sotto. Ai fini della determi- nazione dell’importo della maggiorazione spettante devono essere considerati i redditi di qualsiasi natu- ra, compresi quelli esenti da Irpef, con l’esclusione del reddito della casa di abitazione, le pensioni di guerra, le indennità di ac- compagnamento di ogni tipo, l’importo aggiuntivo, i trattamenti di famiglia. La circolare Inps, applicativa della norma, indica che l’i- stituto procederà d’ufficio al riconoscimento dell’in- cremento, con decorrenza dal mese di agosto scorso, agli invalidi civili totali, ai sordomuti, e ai ciechi civili assoluti, titolari di pensio- ne di inabilità.

Per i titolari invece della

pensione di inabilità da lavoro (L.222/1984), per il riconoscimento della mag- giorazione e dell’incremen- to è sempre richiesta la presentazione della doman- da, ma per ottenere i ratei arretrati dal 1° agosto era

necessario presentarla en- tro il 9 ottobre (posizione quest’ultima dell’Inps che non condividiamo).

Gli interessati possono ri- volgersi alle nostre sedi Spi o agli uffici del Patronato Inca Cgil.

(10)

Direttore responsabile Erica Ardenti

Redazioni locali:

Romano Bonifacci, Silvia Cerri, Fausta Clerici, Simona Cremonini, Alessandra Del Barba,

Lilia Domenighini, Gianfranco Dragoni, Angioletta La Monica, Oriella Riccardi, Barbara Sciacovelli, Luigia Valsecchi, Pierluigi Zenoni.

Editore:

Mimosa srl uninominale Presidente Pietro Giudice Via Palmanova, 24 - 20132 Milano Registrazione Tribunale di Milano n. 75 del 27/01/1999.

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Lombardia 10

Giochi on line:

scommessa vinta

Merida Madeo – Segreteria Spi Lombardia Il mese di settembre è da

molti anni un mese speciale per lo Spi della Lombardia.

Da molti anni infatti nella prima settimana si svol- gono i Giochi di Liberetà.

Uno spazio, un luogo che ha messo insieme centinaia di pensionate e pensionati in luoghi accoglienti dove hanno potuto giocare, balla- re, stare insieme e allo stes- so tempo riflettere con lo Spi su temi importanti per la nostra vita, dalla legalità agli stili di vita, dalla sanità all’invecchiamento attivo.

Nel 2018 si erano svolti a Cattolica, l’anno scorso fu la volta della crociera che è rimasta nel cuore di molti.

La pandemia ci ha tolto mol- to, troppo. Ci ha portato via molti cari, amici e cono- scenti. Ci ha reso impauriti e guardinghi. Ci ha visto chiu- si nelle nostre case a volte in solitudine perché doveva- mo stare in sicurezza.

Poi un po’ alla volta la vita ha ripreso un ritmo qua- si normale con una nuova

Due partecipazioni, due Premi Strega vinti per Sandro Veronesi, quest’anno con Il coli- brì (ed. La nave di Te- seo, euro 20), nel 2006 con il famosissimo Caos calmo.

È un libro doloroso ma che si legge con una certa serenità di fondo, giocato sull’e- spediente narrativo dei salti nel tempo – si va dagli anni ’60 al 2030 – seguendo le vicende del protago- nista, l’oculista Marco Carrera, attraverso let- tere che diventano poi sms, dialoghi diretti.

Una vita quella di Marco dove sul lutto si intesse tutta la sua vicenda umana che è un continuo ricostruirsi, ripartire.

A fondamento di tutto il rapporto padre-figlia prima e poi nonno-nipote. Una nipote che vive in un ipotetico (per noi) mondo del futuro, mondo che verrà e che si farà portatrice di valori fondanti come la solidarietà, il rispetto per l’am- biente, per l’umanità, per le scelte del singolo, anche del proprio padre.

Un libro che punta alla speranza in anni che non sono facili per nessuno di noi.

E torna anche Antonio Scurati col secondo volume della trilogia dedicata a Mussolini:

M. L’uomo della prov- videnza (ed. Bompia- ni, euro 23). Al centro di questo volume il ventennio con la sua violenza, l’instaura- zione definitiva della dittatura,con un Mus- solini che destituisce di ogni potere anche il Gran Consiglio fasci- sta avocando a se stes- so ogni scelta. Ci sono gli orrori della guerra coloniale in Libia. E c’è anche il Mussolini che fa il vuoto attorno

a sé, che sospettoso e invidioso allontana tutti gli amici, il fratello e Margherita Sarfatti, sua storica amante e “mento- re intellettuale” oltre che “sua guida nella buona società”

quando “lui era un bifolco provinciale”.

In questo volume molto ricca è anche la parte di docu- mentazione che si intreccia strettamente alla narrazione.

Presentandolo durante la manifestazione Pordenonelegge, Scurati a chi gli chiedeva del parallelo con i nazionalismi di oggi ha risposto che “bisogna procedere con cautela. Si può ravvisare una somiglianza non tra fascismo e nazionalismi, fortunatamente a questi manca la componente della violen- za fisica (per ora direi, ndr), quanto nella costituzione del- la tipologia del leader populista.

Gli italiani non hanno smesso di attendere l’uomo della provvidenza, anzi qualche uomo politico, ancora vivente, ha attinto allo stesso campo semantico per apparire come il leader voluto dal destino”.

Nel mese di ottobre partirà la nuova campagna Red e Solleciti Red 2019 rivolta a tutti pensionati titolari di prestazioni collegate al reddito o beneficiari di prestazioni assistenzia- li. Per quanto riguarda le Invciv – ovvero le dichia- razioni di responsabilità – queste non saranno ge- stite dal Caaf. Le informa- zioni, infatti, saranno pre- levate direttamente dalle banche dati del ministero della Sanità, Miur e Agen- zia delle entrate, quindi i pensionati non hanno più alcun obbligo. In capo ai Caaf rimane la gestione dei modelli AC AS/Ps per i titolari di pensione sociale e invalidità civile.

Come negli anni preceden- ti l’Inps non invierà più la richiesta cartacea ai pen- sionati tenuti alla presen- tazione del modello Red

normalità fatta di attenzio- ne, di regole e ci ha priva- to di luoghi e persone da incontrare. Non ci ha tolto però la voglia di esprimerci, non ci ha tolto il dono della parola e dello sguardo, ed è a questo che lo Spi regiona- le, con i territori, ha voluto puntare. “Prendiamo le pa- role e usiamole, utilizzia- mo il nostro sguardo con le foto” ci hanno detto in tanti.

E allora siamo partiti con i concorsi di poesia, lettera- tura e fotografia. Tutto on line per il momento. Ed è stata una ottima scommes- sa. Sono arrivate centinaia di mail con racconti, poesie e foto. Una produzione che ha superato la più ottimisti- ca previsione.

Ora ci troviamo con tanti

ordinario, che verranno contattati direttamente dal Caaf.

L’Inps invierà invece le let- tere ai pensionati tenuti alla compilazione dei Sol- leciti Red e delle Dichia- razioni di responsabilità, queste ultime saranno in- viate in specifico ai titolari di pensione sociale, asse- gno sociale assegno socia- le sostitutivo di invalidità civile.

I soggetti obbligati alla presentazione del modello Red sono tutti i soggetti titolari di prestazioni Inps legate al reddito, per i qua- li l’ente genera una matri- cola di acquisizione, e in particolare:

• il titolare che non ha pre- sentato al fisco la dichia- razione dei redditi (730 o redditi PF, ovvero il mo- dello redditi ex modello Unico) per l’anno richiesto

territori che non solo hanno raccolto il materiale ma lo hanno selezionato, sottopo- sto alle giurie e pubblicato le opere dei vincitori. Un vero successo. Abbiamo, insieme, capito il desiderio di non rinunciare a queste possibilità e il risultato è as- solutamente positivo.

Ora dovremo completare il percorso a livello regionale e stabilire i vincitori. Tutti i materiali sono a disposizio- ne sul sito dello Spi regio- nale e in quello dei territori.

Come sempre pubblichere- mo le opere che premiere- mo. Vorremmo però pensa- re comunque a un momento da condividere con le per- sone, in un luogo adatto e rispettando le regole sani- tarie. Ci stiamo ragionando e speriamo di poter creare un evento durante il quale poterci rivedere, incrociare gli sguardi, condividere dal vivo le emozioni. Speriamo di poterlo progettare e ren- derlo reale.

A presto dunque!

(2019) ma che possiede redditi ulteriori a quelli della pensione;

• il titolare che pur presen- tando la dichiarazione dei redditi (modello 730 o red- diti PF) per l’anno richie- sto (2019), non dichiara, in tutto o in parte, i propri redditi rilevanti e/o pos- siede redditi esenti/esclusi dalla dichiarazione fiscale;

• il titolare che non possie- de alcun reddito oltre alla/e pensione/i solo se tale si- tuazione reddituale è frutto di una variazione rispetto a quella dichiarata per l’anno reddito precedente.

Non devono effettuare la dichiarazione reddituale per la campagna Red 2020:

• i soggetti che per obbligo o per facoltà, presentano la dichiarazione dei redditi (730 o redditi PF) e non pos- siedono redditi esenti esclu- si dalla dichiarazione.

Campagna Red 2020 al via

Roberto Bonifacio – Caaf Lombardia

Letti per voi

Erica Ardenti

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