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RELAZIONE ALLA LEGGE DI STABILITA PROVINCIALE e LEGGE COLLEGATA ALLA LEGGE DI STABILITA PROVINCIALE.

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RELAZIONE ALLA LEGGE DI STABILITA’ PROVINCIALE e LEGGE COLLEGATA ALLA LEGGE DI STABILITA’ PROVINCIALE.

Egregio Signor Presidente,

Care colleghe e cari colleghi,

La manovra di bilancio 2015 si presenta, a mio avviso, sotto il segno di due termini che a me sono molto cari: solidità e concretezza.

Il lavoro svolto in queste ultime settimane in Commissione, dove erano impegnati tutti i colleghi di maggioranza e minoranza, che culmina ora con l’esame e la discussione relativa agli articolati della legge di stabilità e della legge collegata alla legge di stabilità provinciale in quest’Aula, è stato particolarmente interessante perché – e di questo ringrazio a nome dell’intero Gruppo consiliare il Presidente Rossi – ha saputo raccogliere le istanze, i suggerimenti e le osservazioni che il Gruppo consiliare dell’Unione per il Trentino ha portato all’attenzione della Giunta provinciale su alcune questioni di fondo e che riteniamo di importanza strategica per lo sviluppo del nostro territorio.

Una manovra che dà fiducia, grazia anche ai dati positivi che ci sono stati illustrati dal Presidente, con un PIL per il 2016 previsto al + 1,4% ma, soprattutto, con l’aumento dell’occupazione in Trentino e una contrazione del tasso di disoccupazione a fronte di una diminuzione della domanda di lavoro.

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Abbiamo apprezzato il lavoro svolto per raggiungere l’obiettivo dello sblocco del patto di stabilità, che permette di liberare sul territorio ben 120 milioni di Euro che vengono messi a disposizione dei Comuni per i loro investimenti e che non potranno far altro che stimolare una ripresa dell’economia generale per l’indotto che da queste risorse si genera.

Il Gruppo consiliare dell’Unione per il Trentino riteneva fondamentale questo passaggio, ma avremmo voluto alzare ancora di più l’asticella, motivo per cui avevamo chiesto all’Assessore Daldoss più tempo per l’adozione delle deliberazioni da parte dei Comuni per gli investimenti di tali risorse, senza obbligare i Comuni a correre per approntare delibere di spesa e appalti in soli venti giorni con il rischio di “fare in fretta per non perderli”, chiedendo di studiare la possibilità per le amministrazioni di usare parte dei loro disavanzi per restituire alla Provincia gli anticipi dei mutui che la stessa aveva loro concesso negli scorsi anni; ciò non è stato possibile ma nonostante tutto siamo certi che questa liquidità nelle casse dei nostri Comuni, che permetterà di finanziare alcuni interventi “messi temporaneamente nel cassetto” nel recente passato, comporterà una riprogrammazione degli investimenti futuri per quanto riguarda le altre entrate (pensiamo ai sovracanoni dei B.I.M. solo per fare un esempio) e pertanto siamo fieri del risultato ottenuto.

Su questo ultimo punto credo sia importante sottolineare anche la proposta, accolta quasi all’unanimità da quest’Aula, di cercare una soluzione che permetta di applicare quanto previsto all’articolo 15 della nuova legge di contabilità provinciale – che abbiamo votato

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dieci giorni fa -, concernente l’indebitamento fra i cosiddetti “Enti di sistema”, anche ai Bacini Imbriferi Montani; qualora ciò risultasse possibile – e siamo molto fiduciosi in tal senso – potrà essere data una significativa copertura giuridica che ci permetterà di mettere in campo nuovi strumenti volti a liberare ulteriori importanti risorse sul territorio provinciale.

Per quanto concerne la rimodulazione dell’IMIS per alcune particolari categorie abbiamo proposto alcuni correttivi, come quello, e di questo ringrazio il collega Mario Tonina, che prevede l’esenzione dal pagamento di tale tributo per gli immobili posseduti dalle ONLUS e nello specifico dalle cooperative sociali a qualsiasi titolo utilizzati, oltre ad un aumento della detrazione per i fabbricati strumentali all’attività agricola, visto che interesserà il settore zootecnico che necessita di maggiori volumi e che opera in alta montagna. Abbiamo proposto modifiche che permettono di prevedere alcune modifiche regolamentari sull’IMIS che tengano in considerazione gli spunti interessanti che sono pervenuti dalle associazioni di categoria in relazione al rischio di istituire regimi fiscali discriminatori fra attività dello stesso tipo basati solo sulla distinzione catastale attraverso una possibile modificazione della stessa. Un’ulteriore proposta in tale ambito, è quella nella direzione di stimolare attraverso un ordine del giorno ad hoc una misura cosiddetta “premiale” in riferimento al pagamento delle imposte (IRAP, IMIS) per i campeggi, anch’essi rientranti nella categoria catastale “D” che hanno effettuato investimenti in termini di riqualificazione delle strutture ricettive in termini di qualità, che consideriamo importanti all’interno di una strategia complessiva di

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sostegno al turismo che, vogliamo ricordarlo ancora una volta in questa sede, è uno dei principali “motori” dell’economia provinciale.

Nel corso degli ultimi anni sono state approntate dalla Provincia manovre che hanno permesso di sostenere il gettito prodotto dal territorio per quanto riguarda i tributi erariali e i tributi propri; infatti, tra il 2012 e il 2016 il gettito complessivo che tiene conto del gettito IRAP e di quello degli altri tributi propri, al lordo delle agevolazioni provinciali e nazionali, è aumentato di circa il 2,7% nonostante si sia sempre cercato di apportare riduzioni dell’IRAP che via via sono diventate sempre più di carattere “premiale” come le misure inserite in questa legge di stabilità.

La diminuzione dell’IRPEF e dell’IRAP per estensione del regime dei

“minimi” per i professionisti e le piccole imprese e l’introduzione dell’imposta sostitutiva, la riduzione dell’IRAP per persone fisiche e per le società di persone, l’eliminazione dell’IRAP per il comparto agricolo – accompagnata dall’abrogazione del regime dell’esonero IRPEF per gli agricoltori con volume di affari inferiore a 7.000 euro annui -, connesse ad altre misure che premiano in termini di riduzione fiscale le aziende che mantengono stabile o addirittura incrementano l’occupazione, crediamo siano misure che costituiscono i tasselli di un mosaico che da luce e prospettiva all’economia del nostro territorio; 40 milioni di detassazione che si aggiungono ai 160 milioni già previsti nelle finanziarie precedenti e che portano il totale dello stock di detassazione sulle imprese trentine a 200 milioni di euro, siamo convinti sia un segnale di forte sostegno da parte della Provincia al mondo dell’impresa e allo stesso tempo un grande attestato di fiducia.

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L’aumento dello stanziamento relativo alla legge “multiservizi”, alla promozione dei centri storici, alla valorizzazione e commercializzazione dei prodotti tipici trentini è il giusto riconoscimento nei confronti di chi in questi anni ha combattuto con ancora più difficoltà la crisi economica strutturale che il nostro Paese e anche la nostra Provincia, hanno dovuto affrontare.

Anche nel comparto turistico abbiamo proposto modifiche importanti: in tale prospettiva siamo assolutamente soddisfatti degli interventi previsti in ambito termale, nonché dell’accoglimento delle nostre proposte di ripensamento ed investimento nei confronti delle APT con una “lente” diversa, valorizzando come entrate “extra”

quelle provenienti dalla tassa di soggiorno e valorizzando, invece, il lavoro svolto dalle APT sotto il profilo di gestione e di marketing territoriale.

L’intervento strutturale, per le piccole stazioni di montagna poi, è il risultato di un lavoro di concertazione con il Presidente che porta oggi il Trentino ad un ripensamento in chiave estremamente moderna delle nostre stazioni sciistiche e dei relativi impianti, con una caratterizzazione dichiarata delle finalità e delle funzionalità degli stessi che, ne siamo convinti, produrrà ricadute più che positive sui territori qualificandone ulteriormente l’offerta.

In ambito sociale il Gruppo consiliare dell’Unione per il Trentino si è speso molto nello studio di soluzioni concrete rispetto alle istanze che provengono dai territori; in tale prospettiva si colloca la proposta di eliminare la previsione contenuta nel comma 3 dell’articolo 24 del disegno di legge collegato al disegno di legge di stabilità provinciale 2016 che prevede tra i criteri di selezione del lavoratore per i lavori

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socialmente utili anche l’indicatore della condizione economico- patrimoniale del nucleo familiare di appartenenza (ICEF), in quanto si ritiene che questa decisione presenti numerose criticità che non permettano di rispettare i principi ispiratori della norma.

Di notevole interesse anche la proposta volta a valorizzare, soprattutto in termini di risorse disponibili - e in tal senso è stata recepita con un aumento importante dei fondi a bilancio, grazie al lavoro del collega Piero De Godenz, - uno dei “pilastri” del volontariato sociale e culturale trentino, quello delle bande, dei cori, delle filodrammatiche e dei circoli culturali ricreativi che con oltre 15.000 volontari è l’emblema di quel tessuto sociale caratteristico del nostro territorio che, al di là del prezioso contributo in chiave artistica, rafforza la coesione sociale nelle nostre valli.

Anche la proposta che abbiamo depositato, e che riprende una specifica richiesta proveniente dalle associazioni di categoria e dalle parti sociali, di prevedere l’avvio nel corso del 2016 di un progetto specifico per la Formazione continua allo scopo di aumentare la produttività, la competitività e l’innovazione all’interno delle aziende trentine e per garantire al contempo i posti di lavoro, o, magari di aumentarli, rientra all’interno di un ragionamento più complessivo relativo al tema del binomio formazione-lavoro su cui la nostra Provincia ha investito molto in termini di energia e di risorse negli scorsi anni e che crediamo vada assolutamente valorizzato.

E’ altresì in fase di definizione l’iter burocratico che porterà al varo della nuova legge provinciale sullo sport: anche su questo tema il Gruppo consiliare dell’Unione per il Trentino è in prima linea, per sostenere quel progetto di riorganizzazione del comparto sportivo

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del nostro Assessore di riferimento che siamo certi potrà dare quelle risposte che da più parti ci vengono sollecitate e, ne siamo convinti, con lo stanziamento di ulteriori fondi che abbiamo richiesto con forza – anche questo recepito con un aumento considerevole delle risorse disponibili a bilancio - potrà dare fin da subito il massimo risultato.

Una recente ricerca sul tema dell’impatto economico dello sport economico in Trentino, presentata a Trento a fine novembre, infatti, ha evidenziato come le attività legate allo sport producono quasi il 6,5% del PIL provinciale, ovvero 1.068.196.242 euro (a fronte di un PIL totale di quasi 16 milioni e mezzo di euro), più del 4,1%

rappresentato da agricoltura, silvicoltura e pesca e sostanzialmente identico alla quota delle costruzioni, pari al 6.6%; molto più di quanto succede a livello europeo, con circa il 2,9% sul PIL dei Paesi UE.

Avere quindi la possibilità, anche in termini economici, di dare immediata attuazione alla nuova legge provinciale è secondo noi una priorità, evitando il rischio di trovarci ad approvare misure innovative che sarebbero potute non essere pienamente efficaci e di immediata applicazione nel caso di mancanza di risorse e che dovranno – questo è l’obiettivo dichiarato – permettere di qualificare ulteriormente lo sport provinciale.

Care colleghe, cari colleghi,

la “vecchia legge finanziaria”, chiamiamola un’ultima volta così, è da sempre considerata il momento, l’occasione, per fare noi per primi una sorta di “bilancio” del lavoro effettuato nel corso dell’anno; ecco, in questi termini credo che il Gruppo consiliare dell’Unione per il

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Trentino abbia saputo nel corso di quest’anno più che in precedenza, in questa legislatura, porre l’accento su alcune tematiche fondamentali che siamo convinti che potranno dare un valore aggiunto importante a quanto già fatto nel proseguo del nostro lavoro.

Nei prossimi mesi il Consiglio provinciale discuterà il disegno di legge da noi presentato che incide in modo significativo sulla legge provinciale n. 23 del 1992 in materia di semplificazione amministrativa e di sburocratizzazione, accentuando alcuni aspetti che potranno dare risposte efficaci in termini di rapidità dei procedimenti oltre che una maggiore certezza nei tempi dei procedimenti amministrativi al fine di agevolare il rapporto, sempre più complesso e difficile, tra cittadini, imprese e Pubblica Amministrazione. E’ chiaro che ridurre drasticamente le normative e snellire l’organizzazione burocratica della Pubblica Amministrazione costituisce un impegno che non può risolversi con una semplice modifica ad una legge, ma deve rappresentare l’obiettivo finale di un progetto di lungo periodo da impostare nel corso dell’attuale legislatura provinciale. E’ evidente anche che il nodo riferito ai diversi livelli amministrativi coinvolti nel rilascio di autorizzazioni non attiene tanto alla l.p 23/92, ma all’assetto istituzionale della Provincia. Tuttavia, l’introduzione di alcune misure tendenti ad accorciare e, soprattutto, a dare certezza della tempistica, a raccordare le diverse strutture dell’Amministrazione, a limitare le possibilità da parte dell’Amministrazione di richiedere integrazioni alla documentazione prevista e a stabilire l’obbligo di motivare gli eventuali ritardi nello svolgimento dell’iter procedurale, possono

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contribuire da subito ad agevolare cittadini e imprese. All’interno di questo quadro generale si colloca la tematica specifica delle procedure connesse alla normativa urbanistica, che impatta fortemente sulla vita del privato cittadino e sulle attività economiche (tutte necessitano di luoghi fisici) e che, soprattutto, determina le condizioni stesse entro cui può operare uno dei settori più rilevanti dell’economia locale: l’edilizia. Su questo fronte, molto dipende dalle modalità di gestione delle norme vigenti ai diversi livelli amministrativi coinvolti; La semplificazione burocratica passa, a nostro avviso, anche attraverso una maggiore chiarezza delle regole, dei tempi, e dei modi in cui ci si deve rapportare con l’Ente Pubblico.

Anche per quanto riguarda le singole proposte portate all’attenzione dell’opinione pubblica in quest’Aula, attraverso strumenti legislativi quali question time, interrogazioni a risposta scritta o mozioni, crediamo di aver apportato un contributo importante nel focalizzare l’attenzione della Giunta provinciale e di tutti noi per migliorare la qualità dei servizi nei confronti dei cittadini, siano essi privati cittadini piuttosto che imprenditori o professionisti, che hanno già prodotto effetti importanti.

Pensiamo al tema della valorizzazione dei presidi ospedalieri periferici oltre che al mantenimento di alcuni servizi di base, tra i quali i punti nascita, che abbiamo ritenuto – e continuiamo a ritenere – di rilevanza strategica per le nostre valli, per mantenere quella prossimità con i nostri concittadini che da tanti anni contraddistingue la nostra Provincia; non battaglie di retroguardia, dunque, come qualcuno potrebbe ritenere con una lettura superficiale. Anzi, una

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prospettiva di ripensamento della rete ospedaliera che permetta da un lato di razionalizzare i costi mantenendo al contempo, con scelte politiche oculate e mirate, quei servizi di base a cui una comunità non può rinunciare.

In conclusione, voglio ribadire – a nome di tutto il Gruppo consiliare dell’Unione per il Trentino – la piena soddisfazione per questa legge di stabilità che ridà fiducia ai nostri concittadini e che dà una prospettiva di sviluppo al nostro territorio, con l’auspicio che già nella discussione all’interno di quest’Aula, ma anche nei prossimi mesi in fase di attuazione, possa esserci ancora di più quella disponibilità all’ascolto e al recepimento delle giuste istanze che provengono dai territori, di cui il nostro Gruppo consiliare da sempre cerca di farsi interprete e portavoce.

Stiamo attraversando un’epoca storica molto complessa e difficile; è ancora viva nelle nostre menti e nei nostri cuori l’immagine degli attacchi terroristici a Parigi, ma anche i tanti altri episodi che hanno avuto minor attenzione mediatica – e che ci hanno toccato meno da vicino – di un terrorismo che alimenta le paure di ciascuno di noi.

La buona politica – capace di essere vicina alla gente – deve essere il faro che ci guida nel lavoro dentro e fuori quest’Aula, per evitare di abbracciare la demagogia e i facili populismi; l’auspicio è che, al di là delle ideologie e delle logiche della “vecchia” politica sappiamo svolgere al meglio – con equilibrio e capacità decisionale - quella funzione per cui siamo stati chiamati a rappresentare i nostri concittadini all’interno delle Istituzioni poco più di due anni fa e che oggi, alla luce dei grandi cambiamenti che imperversano nella

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nostra società, rendono questo compito sempre più difficile ma anche sempre più importante.

Vi ringrazio per l’attenzione.

Trento, 15 dicembre 2015

- cons. Gianpiero Passamani -

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