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PRC - Piano Regolatore Comunale

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(1)

Regione del Veneto

PRC - Piano Regolatore Comunale

Articolo 12 Legge Regionale 23 aprile 2004, n° 11

PI - Piano degli Interventi

Articoli 17 e 18 Legge Regionale 23 aprile 2004, n° 11

Relazione

PROGETTAZIONE

Paolo Furlanetto Matteo Gobbo con

Alessia Rosin

SINDACO Guido Dussin

ASSESSORE ALL’URBANISTICA Romina Cettolin

SETTORE URBANISTICA Alessandro Tonon

SEGRETARIO Maria Rita Napolitano San Vendemiano, luglio 2020

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Relazione programmatica 2

COMUNE DI SAN VENDEMIANO

Provincia di Treviso - Regione del Veneto

PRC - PIANO REGOLATORE COMUNALE PI - Piano degli Interventi

RELAZIONE PROGRAMMATICA SOMMARIO

1. PREMESSA pag. 3

2. GLI OBIETTIVI DEL PI pag. 8

3. I CONTENUTI DEL PI pag. 16

4 GLI ELABORATI DEL PI pag. 19

5. IL PRG PREVIGENTE E LA SUA CONVERSIONE NELLA DISCIPLINA

OPERATIVA DEL PRIMO PI pag. 20

5.1 INDICI, PARAMETRI, VINCOLI E RISPETTI pag. 25

5.2 IL SISTEMA AMBIENTALE E PAESAGGISTICO pag. 27

5.3 IL SISTEMA INSEDIATIVO pag. 33

5.4 IL SISTEMA INFRASTRUTTURALE pag. 39

6. IL PROGRAMMA PLURIENNALE DELLE OPERE PUBBLICHE pag. 41

7. LA COERENZA TRA PRIOPRITA’ AZIONI E QUADRO ECONOMICO pag. 42

8. PARAMETRI E DIMENSIONAMENTO pag. 44

9. CONSUMO DI SUOLO – LR 14/2017 pag. 45

10. LA COMPATIBILITA’ IDROGEOLOGICA, SISMICA E AMBIENTALE pag. 47

11. GLI ACCORDI PUBBLICO-PRIVATI EX ART. 6 LR 11/2004 pag. 49

12. IL MONITORAGGIO DEL PI pag. 50

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Relazione programmatica 3 1. PREMESSA

La presente Relazione Programmatica è parte integrante del Piano degli Interventi, ossia alla parte operativa del Piano Regolatore Comunale del Comune di San Vendemiano, (PRC) che ricordiamo, è costituito da Piano di Assetto del Territorio (PAT) e dal Piano degli Interventi (PI).

Il Comune di San Vendemiano è dotato di Piano Regolatore Generale (PRG), approvato con DGRV n°

1860 in data 2 aprile 1985.

Al PRG sono state apportate successivamente una serie di varianti specifiche, puntuali e settoriali, tutte regolarmente approvate e vigenti.

Il Comune di San Vendemiano, con DCC n. 29 del 27 settembre 2011 ha adottato il Piano di Assetto del Territorio e il Rapporto Ambientale di cui alla VAS, secondo le disposizioni contenute nell’articolo 15 della Legge Regionale 23 aprile 2004, n° 11 “NORME PER IL GOVERNO DEL TERRITORIO”.

Il PAT è stato approvato in sede di Conferenza di Servizi del 20 febbraio 2013, ratificato dalla Giunta Provinciale di Treviso con DGP n° 89 del 11 marzo 2013 e pubblicato sul BUR n° 29 del 29 marzo 2013 e quindi efficace dal 13 aprile 2013.

Ai sensi dell’articolo 48, comma 5bis della LR 11/2004, in seguito all’approvazione del PAT, il PRG vigente, per le parti compatibili con il PAT, è diventato Piano degli Interventi.

Nell’ambito di tale strumento urbanistico operativo, l’Amministrazione Comunale, dal 2013 ad oggi ha prodotto alcune varianti, prevalentemente di contenuto puntuale e specifico, oltre a quelle “verdi”

introdotte in seguito all’entrata in vigore della Legge Regionale n. 4 del 16 marzo 2015, ai sensi dell’articolo 7 di detta legge.

Va comunque considerato che la disposizione regionale, ossia la traduzione automatica del PRG in PI, è tesa ad evitare vuoti pianificatori nella azione di gestione del territorio, pertanto si tratta di una fase interlocutoria, in attesa che l’ente locale proceda all’adeguamento operativo comunale.

L’Amministrazione Comunale di San Vendemiano, all’indomani dell’approvazione del PAT, ha avviato la formazione del primo Piano degli Interventi “generale”, adottando un primo documento di indirizzo per il PI, con il quale è stato dato corso alla formazione del nuovo strumento urbanistico operativo, il quale è da intendersi “strumento urbanistico dinamico” e in grado di rapportarsi costantemente con la realtà che è in continua evoluzione e che esige risposte in tempi certi e con procedure chiare. Il Documento Programmatico Preliminare al PI “generale” è stato successivamente rielaborato, aggiornato ed integrato ed è stato presentato all’assemblea consiliare del 17 dicembre 2018 ed assunto con DCC n. 36.

Va chiarito che il Piano Regolatore Comunale del Comune di San Vendemiano, formato da Piano di Assetto del Territorio e da Piano degli Interventi è stato sottoposto a Valutazione Ambientale Strategica in modo completo e coerente. Pertanto tutte le scelte insediative già previste dal PI, comprese eventuali nuove trasformazioni e integrazioni previsionali, coerenti con il PAT sono state già sottoposte a VAS, nei limiti e nelle quantità previste dal dimensionamento e dalle linee strategiche fissate dal piano strutturale. Tutte le varianti e le modifiche al PI che rientrano tra questi limiti e che risultano in linea con le prescrizioni del parere motivato della Commissione Regionale VAS- Autorità Ambientale per la Valutazione Ambientale Strategica n. 63 del 12 luglio 2012 devono quindi intendersi già valutate e quindi escluse dall’applicazione della procedura VAS di cui alla DGR 791/2009 e di cui al D.Lgs 152/2006.

La Regione del Veneto ha adottato il nuovo Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (PTRC), che costituisce il quadro di riferimento per la pianificazione locale, in conformità con le indicazioni della programmazione socio-economica (Piano Regionale di Sviluppo), con DGR n. 372 in data 17 febbraio 2009, ai sensi degli articoli 4 e 25 della LR 11/2004. Con DGR 427 del 10 aprile 2013 è stata adottatala una variante parziale al Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (PTRC 2009) per l'attribuzione della valenza paesaggistica (Bollettino ufficiale n. 39 del 3 maggio 2013).

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Relazione programmatica 4 La Regione del Veneto ha, inoltre, approvato il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP), con DGR n. 1137 in data 23 marzo 2010, precedentemente adottato dal Consiglio Provinciale, con Delibera n. 25/66401/2008 del 30 giugno 2008, ai sensi degli articoli 22 e 23 della LR 11/2004.

Sulla base di tali presupposti, l’Amministrazione comunale di San Vendemiano ha quindi intrapreso un percorso di adeguamento al previgente PRG, ora PI, mediante la formazione di alcune varianti, tese soprattutto a dare risposte specifiche, dando corso ad alcune modifiche puntuali così come richieste dalla popolazione, dalle famiglie tenendo conto della attuale particolare contingenza economica che obbliga cittadini, imprese e amministrazioni comunali a cooperare in maniera oculata e attenta.

Tali varianti puntuali al Piano degli Interventi (PI), che sono state adottate e approvate mediante la procedura ordinaria, così come definita all’art. 17 della Legge Regionale n. 11 del 23 aprile 2004, hanno dato una prima risposta alle esigenze più urgenti. Le stesse varianti sono state quindi integralmente recepite nel PI generale redatto con l’avvallo dell’Ufficio Urbanistica e con il supporto tecnico dello Studio incaricato.

Il primo PI “generale” non può non confermare l’attuale assetto urbano, formatosi nel corso degli ultimi decenni, organizzato secondo il tradizionale metodo dello “zoning” della legge urbanistica statale del 1942, del successivo decreto ministeriale del 1968 e perfezionatosi con la prima legge urbanistica regionale del 1980 e della successiva e ancora in gran parte vigente, del 1985. Ma nello stesso tempo questo primo piano operativo della legge urbanistica regionale del 2004 deve poter, gradualmente, distaccarsi dalla rigidità delle Zone Territoriali Omogenee, per considerare quella stagione oramai non più attuale, per aprire alla nuova fase pianificatoria che dovrà confluire nel vero “Piano processo”, intervenendo per ambiti e tessuti insediativi e per obiettivi e progetti. Si tratta di un passaggio che potrà avvenire gradualmente, e che risulta non solo utile, ma necessario, in cui il filo conduttore sarà dato non tanto e non solo da grandi interventi di trasformazione (auspicabili, ma solo se effettivamente necessari e sostenuti da effettivi fabbisogni o da evidenti benefici pubblici), ma anche e soprattutto dalla

“manutenzione” dell’esistente, dalla “ricucitura” e dalla rigenerazione degli insediamenti urbani e diffusi.

Potrà essere un “rammendo” costante, sia dei diversi tessuti insediativi, specialmente da quelli degradati e abbandonati, ma anche del territorio aperto, di tipo ordinario e di tipo straordinario, finanche sfociare in interventi di ristrutturazione, riqualificazione, rigenerazione e di espansione urbana, ma sempre sottoposti al principio irrinunciabile della sostenibilità.

Posto che il Piano degli Interventi, ossia la parte operativa del nuovo Piano Regolatore Comunale, va correttamente inteso come “strumento urbanistico operativo” ossia come “processo di piano”, la sua manutenzione e il suo adeguamento rappresenta una fase costante, che deve seguire, da un lato l’evoluzione della materia urbanistica nel suo complesso, dall’altro dare risposte ai fabbisogni e alle necessità che la società civile richiede. Risulta quindi opportuno e necessario che il PI venga periodicamente adeguato ed aggiornato.

Stante i diversi orizzonti temporali PAT-PI e la possibilità, già richiamata nel primo PI, di sviluppare gli obiettivi del PAT attraverso più di un PI, risulta coerente distribuire il dimensionamento urbanistico del PAT ragionando su un set di più strumenti, non dimenticando tuttavia l'intervallo temporale che intercorre tra l'avvio delle operazioni di trasformazione del territorio e la concreta disponibilità di nuova capacità edificatoria.

Tenendo altresì conto delle nuove disposizioni introdotte in materia di dimensionamento dalla LR 14/2017 e dell’obiettivo intrapreso dalla Regione del Vento di pervenire alla graduale riduzione del consumo di suolo, di incentivare il recupero e la rigenerazione delle parti di territorio degradato e/o sottoutilizzato.

Vanno qui richiamati i principi generali della nuova legge:

1. Il suolo, risorsa limitata e non rinnovabile, è bene comune di fondamentale importanza per la qualità della vita delle generazioni attuali e future, per la salvaguardia della salute, per l’equilibrio ambientale e per la tutela degli ecosistemi naturali, nonché per la produzione agricola finalizzata non solo all’alimentazione ma anche ad una insostituibile funzione di salvaguardia del territorio.

2. Il presente Capo detta norme per il contenimento del consumo di suolo assumendo quali princìpi informatori: la programmazione dell’uso del suolo e la riduzione progressiva e controllata della sua copertura artificiale, la tutela del paesaggio, delle reti ecologiche, delle superfici agricole e forestali e delle loro produzioni, la promozione della biodiversità coltivata, la rinaturalizzazione di suolo

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Relazione programmatica 5 impropriamente occupato, la riqualificazione e la rigenerazione degli ambiti di urbanizzazione consolidata, contemplando l’utilizzo di nuove risorse territoriali esclusivamente quando non esistano alternative alla riorganizzazione e riqualificazione del tessuto insediativo esistente, in coerenza con quanto previsto dall’articolo 2, comma 1, lettera d) della legge regionale 23 aprile 2004, n. 11 “Norme per il governo del territorio e in materia di paesaggio”.

Vanno ancora richiamati gli obiettivi e le finalità di questa legge che dovrebbero integrare e aggiornare quelli espressi dalla Legge Regionale Urbanistica.

1. La Regione in attuazione dei principi di cui all’articolo 1:

a) promuove la collaborazione con le autonomie locali e gli altri enti pubblici titolari di competenze afferenti la materia di cui al presente Capo;

b) stabilisce criteri, indirizzi, metodi e contenuti degli strumenti di pianificazione territoriale ed urbanistica per programmare, limitare e controllare l’uso del suolo a fini insediativi ed infrastrutturali, per tutelare e valorizzare il territorio aperto e per promuovere la riqualificazione e la rigenerazione degli ambiti di urbanizzazione consolidata;

c) disciplina l’acquisizione, l’elaborazione, la condivisione e l’aggiornamento di tutti i dati utili per il buon governo del territorio regionale, anche promuovendo la più ampia collaborazione con l’agenzia regionale per la prevenzione e protezione ambientale del Veneto, istituita con legge regionale 18 ottobre 1996, n. 32 “Norme per l’istituzione ed il funzionamento dell’agenzia regionale per la prevenzione e protezione ambientale del Veneto (ARPAV)” e con l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA), istituito con decreto legge 25 giugno 2008, n. 112 “Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria”, convertito, con modificazione, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133;

d) propone iniziative volte a promuovere concorsi di idee, reperire risorse finanziarie e favorire accordi tra soggetti pubblici e privati, al fine di assumere nella pianificazione proposte di riqualificazione e rigenerazione urbana sostenibile di rilevante interesse pubblico e di supportare l’iniziativa privata, orientandola verso obiettivi di interesse anche pubblico in tempi prevedibili e certi, rafforzando la trasparenza, l’efficienza e l’efficacia dell’azione amministrativa.

2. La pianificazione territoriale e urbanistica privilegia gli interventi di trasformazione urbanistico-edilizia all’interno degli ambiti di urbanizzazione consolidata che non comportano consumo di suolo, con l’obiettivo della riqualificazione e rigenerazione, sia a livello urbanistico-edilizio che economico-sociale, del patrimonio edilizio esistente, degli spazi aperti e delle relative opere di urbanizzazione, assicurando adeguati standard urbanistici, nonché il recupero delle parti del territorio in condizioni di degrado edilizio, urbanistico e socio-economico, o in stato di abbandono, sotto utilizzate o utilizzate impropriamente.

3. Sono obiettivi delle politiche territoriali ed, in particolare, degli strumenti di pianificazione:

a) ridurre progressivamente il consumo di suolo non ancora urbanizzato per usi insediativi e infrastrutturali, in coerenza con l’obiettivo europeo di azzerarlo entro il 2050;

b) individuare le funzioni eco-sistemiche dei suoli e le parti di territorio dove orientare azioni per il ripristino della naturalità, anche in ambito urbano e periurbano;

c) promuovere e favorire l’utilizzo di pratiche agricole sostenibili, recuperando e valorizzando il terreno agricolo, anche in ambito urbano e periurbano;

d) individuare le parti di territorio a pericolosità idraulica e geologica, incentivandone la messa in sicurezza secondo il principio di invarianza idraulica e valutandone, ove necessario, il potenziamento idraulico e favorendo la demolizione dei manufatti che vi insistono, con restituzione del sedime e delle pertinenze a superficie naturale e, ove possibile, agli usi agricoli e forestali; nonché disciplinando l’eventuale riutilizzo, totale o parziale, della volumetria o della superficie, dei manufatti demoliti negli ambiti di urbanizzazione consolidata o in aree allo scopo individuate nel Piano degli interventi (PI), mediante riconoscimento di crediti edilizi o altre misure agevolative;

e) valutare gli effetti degli interventi di trasformazione urbanistico-edilizia sulla salubrità dell’ambiente, con particolare riferimento alla qualità dell’aria, e sul paesaggio, inteso anche quale elemento identitario delle comunità locali;

f) incentivare il recupero, il riuso, la riqualificazione e la valorizzazione degli ambiti di urbanizzazione consolidata, favorendo usi appropriati e flessibili degli edifici e degli spazi pubblici e privati, nonché promuovendo la qualità urbana ed architettonica ed, in particolare, la rigenerazione urbana sostenibile e la riqualificazione edilizia ed ambientale degli edifici;

g) ripristinare il prevalente uso agrario degli ambiti a frammentazione territoriale, prevedendo il recupero dei manufatti storici e del paesaggio naturale agrario, il collegamento con i corridoi ecologici ed ambientali, la valorizzazione dei manufatti isolati, la rimozione dei manufatti abbandonati;

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Relazione programmatica 6 h) valorizzare le ville venete e il loro contesto paesaggistico, come elemento culturale identitario del territorio veneto;

i) rivitalizzare la città pubblica e promuovere la sua attrattività, fruibilità, qualità ambientale ed architettonica, sicurezza e rispondenza ai valori identitari e sociali della comunità locale, con particolare attenzione alle specifiche esigenze dei bambini, degli anziani e dei giovani, nonché alla accessibilità da parte dei soggetti con disabilità;

l) assicurare la trasparenza amministrativa e la partecipazione informata dei cittadini alle scelte strategiche di trasformazione urbanistico-edilizia, di riqualificazione e rigenerazione urbana e territoriale, anche promuovendo la partecipazione dei diversi soggetti portatori di interessi nei procedimenti di pianificazione;

m) attivare forme di collaborazione pubblico-privato che contribuiscano alla riqualificazione del territorio e della città, su basi di equilibrio economico-finanziario e di programmazione temporale dei procedimenti e delle iniziative in un contesto di prevedibilità, certezza e stabilità della regolazione.

Con la promulgazione della Legge Regionale 04 aprile 2019, n. 14, Veneto 2050: politiche per la riqualificazione urbana e la rinaturalizzazione del territorio e modifiche alla legge regionale 23 aprile 2004, n. 11 "Norme per il governo del territorio e in materia di paesaggio", si avvia una ulteriore fase di evoluzione della strumentazione urbanistica, con la quale si mettono in atto le azioni volte a perseguire le seguenti finalità:

1. La Regione del Veneto, nell’ambito delle finalità di contenimento del consumo di suolo nonché di rigenerazione e riqualificazione del patrimonio immobiliare, promuove misure volte al miglioramento della qualità della vita delle persone all’interno delle città e al riordino urbano mediante la realizzazione di interventi mirati alla coesione sociale, alla tutela delle disabilità, alla qualità architettonica, alla sostenibilità ed efficienza ambientale con particolare attenzione all’economia circolare e alla bioedilizia, alla valorizzazione del paesaggio, alla rinaturalizzazione del territorio veneto e al preferibile utilizzo agricolo del suolo, alla implementazione delle centralità urbane, nonché alla sicurezza delle aree dichiarate di pericolosità idraulica o idrogeologica.

2. Per le finalità di cui al comma 1, la presente legge, in particolare, promuove politiche per la densificazione degli ambiti di urbanizzazione consolidata, mediante la demolizione di manufatti incongrui e la riqualificazione edilizia ed ambientale, contemplando specifiche premialità e incrementi volumetrici connessi all’utilizzo di crediti edilizi da rinaturalizzazione.

A tale riguardo va richiamata la deliberazione della Giunta Comunale n. 155 del 31.07.2017 con la quale è stata effettuata l’individuazione degli ambiti di urbanizzazione consolidata di cui all’articolo 2, comma 1, lettera e) e articolo 13, comma 9, della LR 6 giugno 2017, n. 14.

A tale adempimento è seguita la deliberazione della Giunta Comunale n. 44 del 22.08.2017, trasmessa alla Regione mediante posta elettronica con nota prot. n. 15612 del 23.08.2017.

Successivamente, la Giunta Regionale del Veneto, con DGR n. 668 del 15 maggio 2018, ha stabilito, ai sensi dell’articolo 4 della legge regionale n. 14 del 2017, la quantità massima di consumo di suolo ammesso nel territorio regionale e la sua ripartizione per ambiti comunali o sovracomunali omogenei.

La presente Relazione programmatica ha quindi lo scopo di illustrare i contenuti e le fasi di redazione del nuovo strumento urbanistico operativo del Comune di San Vendemiano, delineando i principi e le linee guida sulle quali si è fondata la stesura del piano.

Il Piano degli Interventi (PI) viene definito dall’art. 17 della Legge Regionale n. 11 del 23 aprile 2004 e rappresenta lo strumento operativo con il quale viene data attuazione al Piano di Assetto del Territorio (PAT).

Il PI si relazione al bilancio pluriennale comunale, con il programma triennale delle opere pubbliche e con gli altri strumenti comunali settoriali previsti da leggi statali e regionali (con particolare riferimento al Piano Comunale di Classificazione Acustica PCCA), al Piano di Protezione Civile, al Piano di Azione per l’Energia Sostenibile (PAES), al Piano del Traffico (PAT) e si attua attraverso interventi diretti (ID) o per mezzo di piani urbanistici attuativi (PUA).

Il presente piano si colloca in una cornice pianificatoria costituita da:

- a livello regionale dal nuovo PTRC;

- a livello provinciale dal PTCP;

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Relazione programmatica 7 - a livello comunale dal previgente PRG/PI, con le varianti successivamente intervenute, tutte adottate, approvate e in vigore.

Si richiamano, in particolare, le n. 6 varianti che sono state approvate prima del presente PI Generale:

1) Variante 1, adottata con deliberazione di Consiglio Comunale n. 26 in data 26.09.2013 e approvata con deliberazione di Consiglio Comunale n. 37 del 21.12.2013;

2) Variante 2, adottata con deliberazione di Consiglio Comunale n. 6 in data 13.01.2015 e approvata con deliberazione di Consiglio Comunale n. 14 del 29.04.2015;

3) Variante 3, adottata con deliberazione di Consiglio Comunale n. 39 in data 12.12.2015 e approvata con deliberazione di Consiglio Comunale n. 10 del 30.04.2016;

4) Variante 4, “variante verde”, cosi come previste dall’articolo 7 della LR 4/2015, adottata con deliberazione di Consiglio Comunale n. 25 in data 04.10.2016 e approvata con deliberazione di Consiglio Comunale n. 12 del 02.05.2017;

5) Variante 5, “variante verde”, cosi come previste dall’articolo 7 della LR 4/2015, approvata con deliberazione di Consiglio Comunale n. 37 del 18.12.2017;

6) Variante n. 6, “variante verde”, cosi come previste dall’articolo 7 della LR 4/2015, approvata con deliberazione di Consiglio Comunale n. 25 del 28.09.2018;

7) Variante n. 7, “opera pubblica” adottata con deliberazione di Consiglio Comunale n. 4 del 11.05.2020, è in corso di approvazione;

8) Variante n. 8, “variante verde – anni 2019-2010”, cosi come previste dall’articolo 7 della LR 4/2015, adottata con deliberazione di Consiglio Comunale n. 5 del 11.05.2020, è in corso di approvazione.

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Relazione programmatica 8 2. GLI OBIETTIVI DEL PI

Il Documento Programmatico Preliminare del PI è l’atto predisposto dal Sindaco in cui sono evidenziati, secondo le priorità, le trasformazioni urbanistiche, gli interventi, le opere pubbliche da realizzarsi, nonché gli effetti attesi e auspicati della pianificazione.

Tale documento delinea i contenuti e le modalità di formazione del Piano degli Interventi, al quale è affidato il compito di specificare e attuare la strategia di trasformazione territoriale definita nel Piano di Assetto del Territorio, conformando la disciplina urbanistica di dettaglio alle direttive, prescrizioni e vincoli da questo stabiliti, all’interno del quadro normativo definito dalla Legge Urbanistica Regionale e dalle normative sovraordinate.

In questa sede si richiamano tutti gli obiettivi già contenuti nel Documento del Sindaco del Comune di San Vendemiano, presentato nell’Assemblea Consiliare e approvato con DCC n. 16 nella seduta del 29 aprile 2015, nonché il successivo aggiornamento, presentato all’assemblea Consiliare del 17 dicembre 2018 e assunto con deliberazione n. 36, che si possono sinteticamente riassumere in:

- primo allineamento normativo dei contenuti del PRG/PI a quelli del PAT;

- interventi di riqualificazione della città esistente, anche con azioni di razionalizzazione, riconversione e completamento delle aree urbane consolidate dei centri e dei nuclei, da attuarsi con accordi tra soggetto pubblico e privato ai sensi dell’articolo 6 della LR n.11/2004, allo scopo di incrementare la dotazione dei servizi pubblici, migliorandone la qualità, e di riorganizzare e riqualificare alcuni punti critici della viabilità locale;

- individuazione e regolamentazione delle zone di tessuto insediativo diffuso in area agricola e azioni di recupero di siti sottoutilizzati, degradati e/o di attività dismesse, da riconvertire e/o incompatibili;

- interventi di riqualificazione e ristrutturazione urbanistica all’interno dei diversi tessuti urbani: a prevalente destinazione residenziale, produttiva, commerciale e per servizi;

- riassestamento della disciplina delle aree aperte, del territorio agricolo, delle aree periurbane in armonia con la tutela delle risorse paesaggistiche presenti;

- istituzione del Registro Elettronico dei crediti edilizi;

- redazione dei nuovi elaborati di Piano, con particolare riguardo a:

- ridisegno della cartografia alle diverse scale, per l’intero territorio comunale, per le parti significative, per i centri e nuclei storici, con la verifica del consumo di SAT;

- formulazione del testo delle Norme Tecniche Operative, con la revisione delle disposizioni sui tipo e modi di intervento, sulle destinazioni d’uso delle aree, sui parametri e sugli indici urbanistici ed edilizi;

- redazione del Prontuario per la qualità architettonica e la mitigazione ambientale;

- predisposizione del Repertorio allegato alle Norme Tecniche Operative del PI, nel quale sono contenuti i dati del dimensionamento del PI, la verifica degli standard, le discipline puntuali per i centri e nuclei storici e delle relative UMI, l’Abaco dei tipi edilizi, oltre alle Schede Normative relative alle zone sottoposte a PUA e al PU, alle attività produttive soggette a disposizioni particolari e agli edifici non più funzionali alle esigenze del fondo agricolo, presenti nel territorio comunale.

Il Repertorio contiene anche le disposizioni relative al monitoraggio del PI.

Con comunicazioni in data 03.04.2018, il Comune di San Vendemiano ha notificato alle Ditte proprietarie di aree di trasformazione o di espansione soggette a PUA non approvati e sottoposte alla disciplina dei commi 7 e 7bis dell’art. 18 della LR 11/2004 e con DGC n. 71 del 09.04.2018 il Comune ha prorogato tale scadenza di mesi 6. Su tale deliberazione è stata quindi fatta presa d’atto con DCC n. 6 del 30.04.2018.

Con analogo provvedimento, sulla base di una serie di motivazioni legate soprattutto alla necessità di adeguare lo strumento urbanistico in corso di formazione, l’Amministrazione Comunale di San Vendemiano ha ritenuto opportuno, oltre che necessario, procedere alla proroga della validità del Piano degli Interventi vigente per le previsioni relative alle aree di trasformazione o espansione soggette a strumenti urbanistici attuativi non approvati, a nuove infrastrutture e ad aree per servizi per le quali non siano stati approvati i relativi progetti esecutivi, nonché i vincoli preordinati all’esproprio, in quanto decaduto il termine quinquennale di validità (22 ottobre 2019).

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Relazione programmatica 9 Successivamente, con DGC n. 183 del 22.10.2018, l’Amministrazione Comunale ha deliberato la proroga fino al 13.10.2019 e con DGC n. 18 del 29.06.2020 tale proroga è stata ulteriormente spostata di 12 mesi.

In occasione dell’approntamento finale degli elaborati sono state esaminate anche tutte le istanze pervenute ed afferenti a tematiche di competenza del Piano Operativo. Si tratta di una serie di richieste volte ad ottenere modifiche puntuali alla classificazione e alla destinazione d’uso di alcune Zone Territoriali Omogenee, altre volte alla revisione dei gradi di protezione di edifici tutelati dal piano, altre ancora inerenti i tessuti urbani consolidati e i tessuti produttivi, comprese le aree dei centri storici e le aree di tutela e di valenza paesaggistica, tutte puntualmente verificate, sia sotto il profilo della conformità urbanistica rispetto al Piano Strutturale, sia sotto l’aspetto della loro coerenza con le linee di indirizzo fissata dall’Amministrazione Comunale nel Documento Programmatico Preliminare. Con l’Ufficio Tecnico il lavoro di formazione del nuovo piano è stato molto intenso, vuoi per il controllo generale della strumentazione urbanistica attuativa, vuoi per le operazioni indispensabili di aggiornamento cartografico. L’aspetto che ha maggiormente impegnato l’ufficio è stato senza dubbio quello sui contenuti normativi del nuovo piano anche in considerazione delle recenti disposizioni legislative che sono intervenute in materia di Regolamento Edilizio Tipo e che obbligano ad allineare le cosiddette “32 definizioni tipo” agli indici e ai parametri urbanistici ed edilizi delle NTO del PI.

Il PI si farà carico, come già accennato, di affrontare alcuni dei temi progettuali e obiettivi di trasformazione già delineati dal PAT, selezionati in base alla relativa urgenza, fattibilità e convenienza.

Tali temi, ripartiti all’interno dei “sistemi” in cui viene funzionalmente suddiviso il Piano, sono illustrati nei paragrafi a seguire.

Nel quadro di questo programma operativo si inserisce doverosamente l’impegno di affrontare le esigenze puntuali della popolazione, valutando attentamente le proposte e i contributi espressi direttamente dai singoli cittadini. La possibilità di soddisfare in questo Piano degli Interventi “generale”

le singole necessità particolari, nonché le modalità specifiche con cui sarà possibile pervenirvi, dovrà tuttavia inevitabilmente confrontarsi e trovare congruenza con il quadro di riferimento definito dalla legislazione urbanistica e dal Piano di Assetto del Territorio, orientato verso obiettivi di sostenibilità nella gestione del territorio e delle sue risorse.

Le azioni di Piano, così come delineate nella loro veste strutturale all’interno dei “sistemi” in cui il territorio è stato suddiviso, si articolano per Ambiti Territoriali Omogenei (ATO). Gli ATO al loro interno individuano e dettano prescrizioni ed indicazioni per:

a) la città storica, b) la città consolidata,

c) la città di trasformazione e/o di nuova previsione, e) la città diffusa,

f) il territorio agricolo e aperto.

I sistemi territoriali sono parti di territorio definite sulla base delle conoscenze relative all’ambiente, al paesaggio, alla storia, alla cultura, agli insediamenti, alle attività umane.

Il PAT, essendo uno strumento d’indirizzo e di coordinamento, non produce effetti conformativi della proprietà per le parti non oggetto di vincolo, per ogni sistema ha precisato gli obiettivi da perseguire, le prescrizioni precettive e vincolanti, gli indirizzi, i parametri generali, le salvaguardie da rispettare e da applicare nella predisposizione del successivo Piano Operativo ossia degli Interventi.

Le azioni di piano si esplicano attraverso le previsioni contenute nello strumento e che disciplinano gli interventi diretti a:

a) salvaguardare, valorizzare e recuperare il patrimonio culturale e ambientale;

b) riordinare e riqualificare la struttura insediativa dei centri e dei nuclei insediativi;

c) migliorare il sistema dei servizi e delle infrastrutture urbane e territoriali.

A tale scopo, i contenuti del PI vengono articolati nei sistemi ambientale-paesaggistico, insediativo e relazionale; per ciascun sistema vengono definite specifiche regole operative.

A. Sistema Ambientale e Paesaggistico

Il PAT ha individuato le invarianti, ossia quelle parti di territorio che, per particolari caratteristiche paesistico-ambientali, non sono suscettibili di essere modificate ma che, invece, si intende tutelare e

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Relazione programmatica 10 valorizzare, tra le quali i luoghi che hanno assunto, nella memoria collettiva, un valore di centralità e specificità culturali e ambientali e che il piano intende tramandare attraverso una particolare disciplina.

● Calibrazione delle possibilità edificatorie del territorio in coerenza con le caratteristiche geologiche e idrogeologiche già definite nel PAT;

● Definizione di interventi puntuali atti a risolvere situazioni critiche dal punto di vista geologico, idrogeologico-idraulico e sismico, già individuate, valutando, in particolare, le possibilità di attuare detti interventi attraverso meccanismi perequativi;

● Incentivazione, anche attraverso l’assegnazione di “bonus” (da definire in sede di perequazione, compensazione e credito edilizio) degli interventi edilizi, urbanistici ed in generale di trasformazione del territorio ad elevata sostenibilità ambientale, che adottino tecniche di mitigazione sismica, idraulica, tecniche costruttive ecocompatibili, modalità di raccolta dei rifiuti differenziata, tecniche di risparmio energetico, sistemi di approvvigionamento di acqua ed energia alternativi ai tradizionali e con minore potere inquinante. A tal fine potranno essere individuati idonei indicatori per la valutazione dell’indice di compatibilità ambientale degli interventi;

● Definizione di ambiti di territorio aperto in cui limitare e/o precludere l’edificazione (esempio le aree agricole già individuate come aree da riqualificare mediante riforestazione o come corridoi ecologici), la salvaguardia delle attività agro-silvo-pastorali ambientalmente sostenibili e dei valori antropologici, archeologici, storici e architettonici presenti nel territorio;

● Conservazione o ricostruzione del paesaggio agrario e del relativo patrimonio di biodiversità, delle singole specie animali o vegetali, dei relativi habitat, e delle associazioni vegetali e forestali, specialmente nei siti di elevato valore (Palù, San Fris e Calpena);

● Disciplina e promozione, nel territorio aperto, delle attività economiche che si svolgano in modo compatibile con la conservazione della natura e possano risultare integrative del reddito agricolo (servizi ambientali, ricreativi, ricettivi e per il tempo libero, ecc.);

● Disciplina generale e puntuale per la corretta gestione degli impianti colturali intensivi (vigneto, frutteto, ecc.), con particolare attenzione da adottare nelle parti di territorio agricolo integro e tutelato dal PAT, compreso l’adeguamento delle disposizioni che saranno definite in ambito regionale a tutela delle

"Le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene" quale Patrimonio dell’Umanità UNESCO;

● Attivazione degli studi per la definizione progettuale delle direttrici preferenziali per l’organizzazione degli spazi a verde, dei servizi delle reti di connessioni ciclopedonali e indirizzi sulle modalità di attuazione;

● Coordinamento con le iniziative regionali e provinciali in materia di valorizzazione e di fruizione delle aree paesaggisticamente rilevanti, anche con la possibilità di attivare, in ambito intercomunale, un Osservatorio per il paesaggio, così come previsto dall’art. 133 del D.Lgs. n. 42/2004 – Codice di beni culturali e del paesaggio;

● Coordinamento tra PI, Piano Generale del Traffico Urbano, Piano Comunale di Classificazione Acustica, Piano di Sicurezza, Piano delle Acque, Piano del Verde, ecc..

B. Sistema Insediativo

Il sistema insediativo è caratterizzato dalla presenza dei “luoghi centrali”: in cui si concentrano più funzioni aggregative e con capacità di attrazione rispetto ad un intorno di dimensioni variabili, oltre ai sottosistemi o alle articolazioni dei sistemi territoriali all’interno delle quali si attuano operativamente gli obiettivi del PI.

La città storica comprende la parte di costruito individuato di valenza storica di derivazione dall’Atlante dei Centri Storici di cui alla legge regionale 80/1980 e già classificate Zto A dal previgente PRG. In questa occasione le Zto A sono state confermate. Sarà compito di una prossima variante

“particolareggiata” al PI riverificare e aggiornate le discipline puntuali e le UMI.

Il PI individua e disciplina anche le zone di interesse culturale, storico e ambientale, denominate Zto A1.

La città consolidata individua la parte di costruito esterna alla zto A, di più recente insediamento e nella quale, oltre alla residenza, si concentrano le attività di servizio alla residenza e la parte già di previsione della strumentazione urbanistica vigente. Anche in questo caso la zonizzazione è verificata e aggiornata, non solo per effetto del completamento delle edificazioni e delle urbanizzazioni, ma anche per la necessità di avviare il superamento dello “zoning” tradizionale, che rappresenta un metodo di suddivisione del territorio troppo rigido e comunque oramai non più sufficiente per governare i processi complessi di organizzazione urbana.

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Relazione programmatica 11 La città consolidata, al suo interno contempla aree di cui si prevede il mantenimento, la conferma dello stato di fatto, la previsione di interventi di riqualificazione e ristrutturazione urbana e aree di completamento del tessuto urbanistico, edilizio, infrastrutturale, dei servizi e dei sottoservizi.

PAT – Tav. b01 – Carta dei Vincoli e della Pianificazione Territoriale – scala 1:10.000

La città di trasformazione individua la parte in cui sono già previste aree di espansione urbana e di trasformazione in cui è possibile prevedere nuove previsioni insediative, ovvero le aree di riqualificazione e/o trasformazione, all’interno delle quali il PAT ha individuate le linee preferenziali di sviluppo insediativo e le linee di contenimento dei limiti fisici della nuova edificazione, le fasce di contenimento e di riordino. In questa operazione si è tenuto necessariamente conto dei limiti di tolleranza ammessi nel passaggio di scala dal Piano Strutturale al Piano Operativo, oltre alla verifica sistematica delle attuali aree di espansione che non sono ancora state attuate.

Gli Ambiti Territoriali Omogenei (ATO)

Ai fini del dimensionamento, della definizione dei limiti quantitativi fisici per lo sviluppo, per il dimensionamento della residenza, dei settori produttivi, dei servizi, per i cambi di destinazione d’uso e per le azioni strategiche, il PI richiama la suddivisione del territorio comunale in ATO, così come definiti dal PAT, che ne ha fissato la capacità insediativa e la dotazione di standard.

B.1 Sistema Insediativo Residenziale

San Vendemiano deve conservare e migliorare ulteriormente la sua caratterizzazione di città che detiene e offre un’alta qualità abitativa e insediativa, vanno perciò attentamente valutate le domande dei cittadini per rispondere alle reali necessità familiari nel quadro delle compatibilità offerte dai riferimenti della legislazione urbanistica, del “Piano casa” e dei livelli di pianificazione superiore con l’obbiettivo di migliorare ulteriormente i livelli qualitativi dell’offerta edilizia, Si prevede, inoltre:

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Relazione programmatica 12

● Revisione e adeguamento della zonizzazione, dei parametri e degli indici di edificabilità, degli standard abitativi e degli standard urbanistici per le diverse parti del territorio comunale, per le parti della città consolidata, storica, in trasformazione e diffusa;

● Verifica e assegnazione della specifica categoria di valore e della corrispondente disciplina, agli edifici di pregio storico-culturale-architettonico individuati dal PAT e dal previgente PRG;

● Adeguamento e sistematizzazione della disciplina puntuale per i Centri e Nuclei Storici, con disposizioni specifiche e circostanziate per tutti gli edifici, di valore storico e non, e degli spazi aperti pubblici e privati, finalizzata alla riqualificazione, valorizzazione e recupero dell’esistente e incentivando il ripopolamento e la rivitalizzazione del centro stesso;

● Predisposizione e revisione delle condizioni utili a favorire l’attivazione delle zone di espansione previste dal vigente PRG e non attuate o attuate solo in parte, ridefinizione delle aree di espansione non attuate, nonché della capacità edificatoria, delle tipologie edilizie e dei relativi standard, modificando i criteri abitativi sostituendo i correnti parametri con quelli qualitativi prestazionali;

● Applicazione, in tutti gli interventi edificatori, dei principi perequativi, o, più in generale, di condizioni per cui al vantaggio del singolo si accompagna un beneficio per l’ambiente e/o la collettività;

● Definizione di nuovi ambiti per lo sviluppo degli insediamenti, da attuare congiuntamente alla realizzazione di attrezzature di servizio per la collettività, in coerenza con i principi citati al punto precedente;

● Contenimento del fenomeno della diffusione edilizia nel territorio aperto, a favore del completamento e integrazione degli insediamenti consolidati esistenti, gli eventuali nuovi interventi edificatori consentiti all’interno degli ambiti di edificazione diffusa:

 saranno strettamente limitati a quelli finalizzati e vincolati alla soddisfazione di esigenze familiari;

 non dovranno appesantire o aggravare situazioni critiche già presenti nell’aggregato insediativo in cui vanno ad inserirsi, legate ad esempio alla carenza di opere di urbanizzazione o alla mancanza di un idoneo sistema di accessibilità dalla strada;

 saranno in ogni caso condizionati alla presenza o preliminare realizzazione delle opere di urbanizzazione necessarie e alla riqualificazione dell’ambito ed eliminazione degli eventuali elementi di degrado;

● Riqualificazione formale e attribuzione dei servizi e delle opere di urbanizzazione necessari ai tessuti edilizi dell'edificazione diffusa (piste ciclabili, percorsi protetti, rete ecologica, adeguamenti viabilità, ecc.);

● Definizione di progetti specifici per la riconversione e riqualificazione delle aree/attrezzature, presenti negli insediamenti e nel territorio aperto, attualmente dismesse o per le quali si prevede la prossima dismissione, anche per evitare nuova occupazione di suolo agricolo;

● Riqualificazione energetica e miglioramento della compatibilità ambientate degli edifici esistenti e di nuova realizzazione (Patto dei sindaci 20/20/20);

● Promuovere e favorire la ricerca di soluzioni urbanistiche ed edilizie per la residenza volte a garantire la sicurezza e l’integrazione tra le diverse componenti, anche attraverso forme di incentivazione a favore di particolari categorie sociali;

● Definire progetti specifici per la riconversione e riqualificazione delle aree/attrezzature, presenti negli insediamenti e nel territorio aperto, attualmente dismesse o per le quali si prevede la prossima dismissione, riqualificazione energetica e miglioramento della compatibilità ambientate e sismica degli edifici esistenti e di nuova realizzazione, così come previsto dalla LR 14/2017 sul contenimento del consumo di suolo e con l’obiettivo del recupero, della riqualificazione e della rigenerazione urbana, anche mediante l’attribuzione del credito edilizio;

Il PI, al fine di conseguire una generale riqualificazione dell’offerta edilizia, sia nell’ambito delle azioni di recupero, di riqualificazione e di rigenerazione del patrimonio edilizio esistente, sia soprattutto delle nuove previsioni, introduce alcuni accorgimenti finalizzati a migliorare la qualità del prodotto edilizio, sia in termini di sostenibilità, sia in relazione alle prestazioni energetiche, sia in riferimento alla dimensione minima degli alloggi.

Ritenendo che la qualità di un territorio non possa limitarsi all’offerta di servizi e quindi all’innalzamento delle dotazioni territoriali e degli standard, ma che debba essere anche contenuta all’interno del prodotto edilizio in cui gioca un ruolo fondamentale sia la dimensione dell’alloggio e dei singoli vani, sia gli spazi pertinenziali. Vengono quindi fissati dal piano alcuni livelli minimi di qualità degli alloggi, sia nelle aree di nuova previsione o di completamento del tessuto edilizio esistente, sia nel caso di interventi di recupero e di rigenerazione urbana.

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Relazione programmatica 13 Tali livelli minimi di qualità del prodotto edilizio sono in primis legati alla dimensione e quindi agli indici e ai parametri urbanisti ed edilizi, come di seguito specificato puntualmente e disciplinato nelle NTO e nel Regolamento Edilizio Comunale.

PAT – Tav. b04 - Carta della Trasformabilità – scala 1:10.000 B.2 Sistema Insediativo Produttivo

● Valorizzazione delle aziende agricole che operano nel territorio comunale e che costituiscono un presidio dell’ambiente e del paesaggio, delle loro risorse colturali e delle eccellenze produttive, incentivando le produzioni di prodotti locali, di prodotti biologici e favorendo le attività complementari (agriturismo, punti di sosta e ristoro, fattorie didattiche, mercati a km 0);

● Attenta valutazione delle domande delle ditte, delle imprese industriali e artigianali insediate nel territorio per rispondere alle reali necessità, nel quadro delle compatibilità offerte dai riferimenti della legislazione urbanistica, dello Sportello Unico per le Attività Produttive e dei livelli di pianificazione superiore con l’obiettivo di contemperare le esigenze del sistema produttivo con il miglioramento delle infrastrutture e qualità ambientale;

● Riqualificazione urbanistica degli insediamenti produttivi posti nelle diverse parti del territorio comunale ed in particolare l’area a nord, in fregio alle SS. 13 e 51, all’area contermine a quella di Mareno di Piave, all’area di Saccon – Zoppè, oltre alla Zona produttiva e per servizi “speciale” D3;

● Un particolare approfondimento del PI sarà rivolto alla zona commerciale e per servizi Zto D3, da ridefinire sia nei suoi contenuti dimensionali che nelle modalità di attuazione, in stretta relazione alle opere di infrastrutturazione e di servizio che ne determinano e ne condizionano la fattibilità;

● Riordino degli attuali insediamenti produttivi, anche per quelli localizzati in zona impropria, mediante il completamento dei servizi, dei sottoservizi e l’adeguamento del sistema della mobilità e dell'accessibilità, mediante l’applicazione dei principi perequativi e compensativi;

● Corretta applicazione delle disposizioni regionali in materia di attività artigianali presenti nel territorio aperto in zona impropria, anche con il coinvolgimento delle categorie economiche, anche attraverso la

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Relazione programmatica 14 definizione di quote di nuova zona produttiva riservate a tal fine e da attuare tramite operazioni di perequazione, ovvero attraverso l’applicazione di strumenti come il credito edilizio;

● Valorizzazione e incentivazione delle attività commerciali entro le aree urbane centrali, con finalità di rivitalizzazione dei tessuti storici e dell’effetto “piazza”;

● Promozione di eventuali iniziative per l’innovazione e la razionalizzazione del sistema produttivo nel suo complesso.

B.3 Sistema dei Servizi

● Verifica della disponibilità di aree per servizi a fronte del fabbisogno della popolazione residente e prevista, individuazione dei vincoli scaduti, ridefinizione generale del sistema dei servizi e dei mezzi e modalità che si intendono mettere in atto per pervenire all’attuazione di quelli ritenuti necessari per far fronte alle esigenze della popolazione entro l’arco temporale del PI;

● Determinazione, in coerenza con gli standard minimi fissati dal PAT, delle tipologie e quantità di servizi necessari a soddisfare le esigenze reali degli insediamenti esistenti e di nuova previsione, anche aggiornando il quadro di riferimento già definito dal previgente PRG;

● Integrazione e raccordo funzionale in un sistema continuo ed unitario degli spazi aperti tra verde pubblico, privato e territorio agricolo;

● Potenziamento delle aree destinate ai servizi scolastici, ai servizi alla persona e al territorio;

● Valorizzazione delle aree a verde pubblico attrezzato, anche con riferimento alla fruizione dei siti di valore ambientale e paesaggistico in ambito urbano, periurbano, agricolo e collinare;

● Adeguamento e disciplina dei servizi tecnologici e di pubblica utilità, quali le stazioni radio-base, gli impianti tecnologici e i servizi legati alla mobilità.

Si evidenziano in particolare le seguenti aree tematiche di servizi:

● Sistema scolastico: garantire e mantenere la sicurezza e adeguatezza degli edifici intervenendo con progetti puntuali di riqualificazione, ampliamento e di nuova previsione, comprese opere di integrazione con servizi culturali, ricreativi e sportivi;

● Integrazione del sistema scolastico comunale con il territorio aperto ed i nuclei e centri urbani attraverso percorsi ciclopedonali nella massima sicurezza;

● Sistema sportivo e ricreativo: miglioramento delle dotazioni delle singole frazioni con opere idonee a soddisfare le esigenze delle diverse fasce della popolazione, anche utilizzando spazi e strutture attualmente dismesse o sottoutilizzate (es.: laghetto di Fossamerlo, ex Polveriera, ecc.);

● Sistema dei parchi urbani: l’obiettivo del piano è quello di individuare una rete di connessione che possa nel tempo sviluppare un sistema che dia fruizione alle aree adibite a verde pubblico che possa integrarsi con i siti di valore paesaggistico (Calpena, San Fris, Palù);

● Sistema degli spazi pubblici: potenziamento delle opere di valorizzazione dei centri e nuclei urbani caratterizzati dagli edifici pubblici e di pubblica utilità (Municipio, chiese, scuole, ecc.) e delle strade- mercato (Via De Gasperi-Piazza San Marco, Viale Europa, Via Resistenza-Via Liberazione, Via Lourdes-Via Marconi, Via Trieste);

● Adeguamento e disciplina dei servizi per le stazioni radio-base, e per gli impianti e servizi legati alla mobilità (autoparco e aree per distributori di carburanti per autotrazione, installazione di punti di ricarica delle auto elettriche, ecc.).

C. Sistema Relazionale

Comprende il sistema della mobilità e quello delle infrastrutture, che partendo dalle direttrici strategiche individuate dal PAT e fissate per il medio e lungo periodo, possa gradualmente favorire la realizzazione delle principali azioni con l’obiettivo di migliorare la sicurezza e la riduzione delle criticità presenti nel territorio comunale.

In particolare il PI conferma la previsione di adeguamento dell’intersezione tra la S.S. n. 13

“Pontebbana” e la S.S. n. 51 “di Alemagna” in località Gai e il collegamento tra il Casello dell’A27 - A28 con la tratta di variante che andrà a collegare la S.P. n. 15 “Cadore-Mare” con via San Giuseppe, fino all’intersezione sulla S.S. n. 13 “Pontebbana” in prossimità del centro commerciale “Conè”.

Inoltre, con il PI generale, si darà corso alla attuazione dei seguenti obiettivi:

● Verifica dello stato e delle condizioni della viabilità locale, anche in relazione alla classificazione delle strade, così come prevista dal Decreto Legislativo 30 aprile 1992 n. 285 e s.m.i. e per l’eventuale adeguamento del Centro Abitato e del Centro Urbano;

● Completamento delle previsioni relative alle tratte viarie, sistemazione e messa in sicurezza dei nodi e dei sistemi di distribuzione della viabilità locale, con interventi di mitigazione degli impatti sul sistema insediativo e ambientale;

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Relazione programmatica 15

● Ricerca di soluzioni utili ai fini della riqualificazione e valorizzazione nei tratti di viabilità che attraversano gli abitati e le altre aree ritenute sensibili del Comune mediante opere di intersezioni a rotatorie, allargamenti di carreggiata, piste ciclabili e marciapiedi;

● Individuazione di percorsi ciclabili, pedonali, con riferimento al potenziamento della mobilità sostenibile e ai percorsi di interesse turistico e ambientale, sia in ambito locale che in quello intercomunale nell’ottica della valorizzazione del paesaggio di San Vendemiano come evidenziato nei punti precedenti;

● Studio di soluzioni utili ai fini del miglioramento dell'accessibilità ai centri e ai nuclei urbani e del sistema della sosta automobilistica, con particolare riguardo alle aree centrali e alle strutture di maggiore attrazione;

● Miglioramento dei collegamenti tra i centri e i nuclei con i punti di servizio del sistema dei trasporti pubblici (FS, SMRF, MOM, ecc.).

Piano degli interventi – Tavola 1 – Vincoli e azioni strategiche – scala 1:10.000

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Relazione programmatica 16 3. I CONTENUTI DEL PI

Ai sensi e per gli effetti dell’art. 17 della legge regionale 23 aprile 2004, n. 1:

1. Il Piano degli Interventi (PI) si rapporta con il bilancio pluriennale comunale, con il programma triennale delle opere pubbliche e con gli altri strumenti comunali settoriali previsti da leggi statali e regionali e si attua attraverso interventi diretti o per mezzo di piani urbanistici attuativi (PUA).

2. Il PI in coerenza e in attuazione del piano di assetto del territorio (PAT) sulla base del quadro conoscitivo aggiornato provvede a:

a) suddividere il territorio comunale in zone territoriali omogenee secondo le modalità stabilite con provvedimento della Giunta regionale ai sensi dell'articolo 50, comma 1, lettera b);

b) individuare le aree in cui gli interventi sono subordinati alla predisposizione di PUA o di comparti urbanistici e dettare criteri e limiti per la modifica dei perimetri da parte dei PUA;

c) definire i parametri per la individuazione delle varianti ai PUA di cui all'articolo 20, comma 14;

d) individuare le unità minime di intervento, le destinazioni d'uso e gli indici edilizi;

e) definire le modalità di intervento sul patrimonio edilizio esistente da salvaguardare;

f) definire le modalità per l'attuazione degli interventi di trasformazione e di conservazione;

g) individuare le eventuali trasformazioni da assoggettare ad interventi di valorizzazione e sostenibilità ambientale;

h) definire e localizzare le opere e i servizi pubblici e di interesse pubblico nonché quelle relative a reti e servizi di comunicazione, di cui al decreto legislativo n. 259 del 2003 e successive modificazioni, da realizzare o riqualificare;

i) individuare e disciplinare le attività produttive da confermare in zona impropria e gli eventuali ampliamenti, nonché quelle da trasferire a seguito di apposito convenzionamento anche mediante l'eventuale riconoscimento di crediti edilizi di cui all'articolo 36 e l'utilizzo di eventuali compensazioni di cui all'articolo 37;

j) dettare la specifica disciplina con riferimento ai centri storici, alle fasce di rispetto e alle zone agricole ai sensi degli articoli 40, 41 e 43;

k) dettare la normativa di carattere operativo derivante da leggi regionali di altri settori con particolare riferimento alle attività commerciali, al piano urbano del traffico, al piano urbano dei parcheggi, al piano per l’inquinamento luminoso, al piano per la classificazione acustica e ai piani pluriennali per la mobilità ciclistica;

3. Il PI può, altresì, definire minori distanze rispetto a quelle previste dall'articolo 9 del decreto del Ministro per i lavori pubblici 20 aprile 1968, n. 1444 "Limiti inderogabili di densità edilizia, di altezza, di distanza fra i fabbricati e rapporti massimi tra spazi destinati agli insediamenti residenziali e produttivi e spazi pubblici o riservati alle attività collettive, al verde pubblico o a parcheggi da osservare ai fini della formazione nuovi strumenti urbanistici o della revisione di quelli esistenti, ai sensi dell'articolo 17 della legge 6 agosto 1967, n. 765":

a) nei casi di gruppi di edifici che formino oggetto di PUA planivolumetrici;

b) nei casi di interventi disciplinati puntualmente.

4. In attuazione delle finalità di cui all’articolo 2, comma 1, lettera d), il comune verifica le possibilità di riorganizzazione e riqualificazione del tessuto insediativo esistente, dando atto degli esiti di tale verifica nella relazione programmatica di cui al comma 5, lettera a).

4 bis. Qualora a seguito della verifica di cui al comma 4 risulti necessario individuare aree nelle quali programmare interventi di nuova urbanizzazione, il comune procede:

a) alla verifica del rispetto dei limiti del consumo di suolo definiti ai sensi dell'articolo 13, comma 1, lettera f) sulla base dell'aggiornamento dei dati contenuti nel quadro conoscitivo, in presenza del provvedimento della Giunta regionale di cui all'articolo 4, comma 2, lettera a) della legge regionale recante disposizioni per il contenimento del consumo di suolo;

b) all’attivazione di procedure ad evidenza pubblica, cui possono partecipare i proprietari degli immobili nonché gli operatori pubblici e privati interessati, per valutare proposte di intervento che, conformemente alle strategie definite dal PAT, risultino idonee in relazione ai benefici apportati alla collettività in termini di sostenibilità ambientale, sociale ed economica, di efficienza energetica, di minore consumo di suolo, di soddisfacimento degli standard di qualità urbana, architettonica e paesaggistica. La procedura si conclude con le forme e nei modi previsti dall’articolo 6 e in sede di adozione dello strumento il comune dà atto dell’avvenuto espletamento delle procedure di cui alla presente lettera e degli esiti delle stesse.

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Relazione programmatica 17 Con il presente PI, il Comune di San Vendemiano intende, ove possibile, superare la rigidità dello

“zoning” operando in modo da considerare il territorio nella sua accezione più completa di tessuto urbano in evoluzione, alla stregua di un organismo vivente, che si modifica e si evolve nel tempo e nello spazio e che si rapporta e si integra con tutte le componenti economiche e sociali della comunità.

Le fasi di formazione e l’iter di approvazione

Il Piano degli Interventi (PI) viene adottato e approvato dal Consiglio Comunale.

L’adozione del piano viene preceduta da una fase di consultazione, partecipazione e concertazione con i soggetti presenti sul territorio, quali enti pubblici, associazioni economiche e sociali eventualmente interessati nonché con la popolazione.

Considerata questa versione aggiornata del Piano degli Interventi, al quale si è data la funzione di Piano Generale, non solo si devono rendere esecutive le linee guida fissate dal PAT, ma si dà allo strumento una veste che possa completarsi e aggiornarsi nel tempo, in relazione alla sua attuazione, alle esigenze che si manifestano nella società civile, ma che devono anche tener conto del particolare momento dovuto alla crisi che si è generata dalla pandemia causata dal Covid-19.

Tra le certezze che ci ha lasciato la gestione della fase acuta della pandemia in Italia almeno tre interessano direttamente la gestione dell’urbanistica.

- La prima riconosce che le città e i territori sono un dato fisico che si è costruito nel tempo e che non cambierà così velocemente come cambiano i comportamenti sociali, anche se certamente questa nuova crisi sanitaria come quelle che si sono manifestate nei secoli passati, dalle epidemie di peste, alla cosiddetta influenza spagnola, avrà impatti anche sulla forma della città, sulle relazioni e sulla pianificazione dello spazio;

- La seconda attiene alla consapevolezza che non possiamo separare le “emergenze” dal corso

“routinario” degli eventi. Nei comportamenti e soprattutto nelle politiche urbanistiche si è sempre evitato di considerare la difesa del territorio come una priorità e la precondizione ad ogni azione di programmazione e trasformazione, ponendo poi in atto ogni nuova emergenza ambientale politiche di aggiustamento e ricostruzione lunghe e costose che quasi sempre, sia nei casi dei terremoti, sia nelle inondazioni e alluvioni, hanno lasciato i cittadini e i comuni a doversi reinventare come luoghi e come comunità.

- La terza riporta in primo piano la necessità di utilizzare la relazione tra spazio e tempo come una delle determinanti della pianificazione urbanistica.

La sospensione del tempo e la privazione degli spazi pubblici e degli spazi di relazione e tra questi in promo luogo quelli della scuola e del lavoro, ha evidenziato la rigidità delle modalità con cui intendiamo gli spazi: scuola, uffici, manifatture, tutti assolutamente mono-funzionali e collocati in zone spesso mono-funzionali, sia il tempo rigidamente incasellato negli “orari di punta”, tutti facciamo le stesse cose nello stesso momento: lavoro, studio, tempo libero e utilizziamo gli stessi luoghi nello stesso momento: case private, spazi del lavoro, del commercio, ecc..

In questa relazione spazio-temporale si inserisce la variabile, particolarmente incidente e che rappresenta una delle più gravi criticità del nostro tempo: l’uso dell’auto privata che riguarda la maggior parte degli spostamenti quotidiani per motivi di lavoro, con tutte le conseguenze dirette ed indirette, ben note.

Da qui il dibattito in corso da parte degli istituti di ricerca internazionali, europei e nazionali (tra cui l’INU) sulle ipotesi per superare, o meglio, “gestire” questa e le altre emergenze per rilanciare il Paese.

Entro otto giorni dall’adozione, ha avvio la fase di pubblicazione durante la quale il piano viene depositato a disposizione del pubblico per 30 giorni consecutivi presso la sede comunale, con la possibilità di formulare delle osservazioni nei successivi 30 giorni.

Nei 60 giorni conseguenti al termine per la presentazione delle osservazioni, il Consiglio Comunale decide sulle stesse ed approva il Piano.

Copia del Piano approvato, trasmessa alla Provincia, viene depositata presso la sede del Comune per la consultazione.

Il comune trasmette alla Giunta regionale l’aggiornamento del quadro conoscitivo di cui all’articolo 11 bis dandone atto contestualmente alla pubblicazione nell’Albo Pretorio; la trasmissione del quadro conoscitivo e del suo aggiornamento è condizione per la pubblicazione del piano.

Il piano diventa efficace quindici giorni dopo la sua pubblicazione nell’Albo Pretorio del comune.

Decorsi cinque anni dall’entrata in vigore del piano decadono le previsioni relative alle aree di trasformazione o espansione soggette a strumenti attuativi non approvati, a nuove infrastrutture e ad aree per servizi per le quali non siano stati approvati i relativi progetti esecutivi, nonché i vincoli

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Relazione programmatica 18 preordinati all’esproprio di cui all’articolo 34. In tali ipotesi si applica l’articolo 33 fino ad una nuova disciplina urbanistica delle aree, da adottarsi entro il termine di centottanta giorni dalla decadenza, con le procedure previste dai commi da 2 a 6; decorso inutilmente tale termine, si procede in via sostitutiva ai sensi dell’articolo 30.

Per le previsioni relative alle aree di espansione soggette a strumenti attuativi non approvati, gli aventi titolo possono richiedere al Comune la proroga del termine quinquennale. La proroga può essere autorizzata previo versamento di un contributo determinato in misura non superiore all’1 per cento del valore delle aree considerato ai fini dell’applicazione dell’IMU. Detto contributo è corrisposto al comune entro il 31 dicembre di ogni anno successivo alla decorrenza del termine quinquennale ed è destinato ad interventi per la rigenerazione urbana sostenibile e per la demolizione. L’omesso o parziale versamento del contributo nei termini prescritti comporta l’immediata decadenza delle previsioni oggetto di proroga e trova applicazione quanto previsto dal comma 7.

8. Le varianti al piano sono adottate e approvate con le procedure di cui al presente articolo.

9. L’approvazione del piano e delle sue varianti comporta la decadenza dei piani urbanistici attuativi (PUA) vigenti limitatamente alle parti con esso incompatibili espressamente indicate, salvo che i relativi lavori siano oggetto di convenzione urbanistica già sottoscritta ed efficace.

Il primo PI “generale” del Comune di San Vendemiano di fatto, pur ridisegnando completamente gli elaborati grafici e riscrivendo integralmente l’apparato disciplinare normativo, conferma integralmente l’attuale organizzazione e ripartizione in zone del territorio comunale.

Sulla base delle istanze pervenute in sede di concertazione il PI assume anche una serie di altre modifiche, oltre ai necessari aggiornamenti dello stato di fatto. Tali modifiche, che come vedremo, non comportano sostanziali incrementi di capacità edificatorie e/o di consumo di suolo, sono riassunte nella tabella di seguito allegata.

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Relazione programmatica 19 4. GLI ELABORATI DEL PI

In conformità a quanto previsto dal comma 5 dell’articolo 17 delle LR 11/2004, come più sopra sinteticamente riportato, il PI del Comune di San Vendemiano è formato dai seguenti elaborati:

a) Relazione programmatica, che indica gli obiettivi, le azioni di piano, i tempi, le priorità operative ed il quadro economico;

b) Elaborati grafici che contengono le indicazioni progettuali suddivisi in:

- Tavola 1 - Vincoli e azioni strategiche - scala 1:10.000;

- Tavola 2 (suddivisa in Tavola 2.1 e Tavola 2.2) - Zonizzazione funzionale - scala 1:5.000;

- Tavola 3 Modalità di intervento - scala 1:2.000, suddivisa in:

- Tavola 3.1 – Gai;

- Tavola 3.2 – San Vendemiano – Capoluogo;

- Tavola 3.3 – Cosniga;

- Tavola 3.4 – Zoppè;

- Tavola 3.5 – Fossamerlo;

- Tavola 3.6 – Saccon – Zone Industriali.

- Tavola 4 - centri e nuclei storici - Unità Minime di Intervento - scala 1:1.000;

c) Norme Tecniche Operative (NTO);

d) Repertorio Normativo (Repertorio). Il Repertorio, allegato delle NTO, contiene le Tabelle di verifica del dimensionamento e degli standard, verifica consumo SAT, Schede Normative e discipline puntuali, UMI, Abaco dei tipi edilizi e Monitoraggio del PI;

e) Prontuario per la Qualità Architettonica e la Mitigazione Ambientale (Prontuario o PQAMA). Costituisce lo strumento di supporto alla progettazione e realizzazione degli interventi di riqualificazione, riordino, trasformazione sul territorio per migliorare ed incrementare la qualità urbana e paesaggistica della città e per formare e/o potenziare la Rete ecologica comunale;

f) Registro Elettronico dei Crediti Edilizi (RECRED). Costituisce il documento, in formato digitale, per la gestione dei crediti edilizi acquisiti da soggetti terzi e da spendersi sul territorio comunale. I crediti edilizi vengono annotati nel registro dei crediti edilizi conservato presso l’ufficio urbanistica del comune e sono liberamente commerciabili;

g) Banca dati alfa-numerica e vettoriale contenente l’aggiornamento del quadro conoscitivo di riferimento, nonché le informazioni contenute negli elaborati del PI medesimo.

Poiché il primo PI “generale” del Comune di San Vendemiano non prevede sostanziali variazioni rispetto all’attuale zonizzazione del territorio, nuova capacità edificatoria e/o consumo di suolo, essendo altresì in perfetta armonia con gli obiettivi del PAT, non sono richieste:

• la Valutazione di Compatibilità Idraulica (VCI), sostituita quindi dalla Asseverazione del Tecnico estensore del Piano;

• la Valutazione di Compatibilità Sismica (VCS), sostituita quindi dall’Asseverazione del Tecnico estensore del Piano;

• la Valutazione di Incidenza (VINCA) , sostituita dalla Dichiarazione di non necessità di VINCA.

Completano il quadro della documentazione allegata al Piano degli Interventi i seguenti elaborati già vigenti alla data di adozione del piano e in attesa di un loro adeguamento e aggiornamento:

a. il Nuovo Regolamento Edilizio (RE) redatto sulla base di quello TIPO (RET) di cui alla G.U. n. 268 del 16.11.2016, alla DGR n. 1896 del 22.11.2017 e alla DGR n. 669 del 15.04.2018;

b. il Regolamento Comunale di Polizia Urbana e Rurale (RCPUR);

c. il Piano Comunale di Classificazione Acustica (PCCA);

d. il Piano Comunale di Emergenza (PCE).

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Relazione programmatica 20 5. IL PRG PREVIGENTE E LA SUA CONVERSIONE NELLA DISCIPLINA

OPERATIVA PI GENERALE

Richiamo delle principali disposizioni per il PI previste dal PAT.

In sede di formazione del primo PI l’amministrazione comunale provvede ad estendere la trattazione disciplinare a tutto il territorio comunale al fine di delineare un quadro di coerenza per l’applicazione dei nuovi istituti giuridici e dei progetti di riqualificazione, anche in rapporto alle principali finalità della legge.

L’operazione di sviluppo e precisazione delle scelte del PAT potrà successivamente avvenire per fasi successive, attraverso varianti al PI che predispongono l’attuazione dello scenario di sviluppo per parti limitate di territorio e/o per temi.

Al fine di garantire la realizzazione coordinata delle azioni previste dal PAT, vengono precisati alcuni elementi operativi indispensabili per la redazione del Piano degli Interventi. Il PI, redatto con i contenuti di cui all’art. 17 della LR 11/2004 e con la procedura di cui all’art. 18 della stessa LR 11/2004, dovrà contenere:

- l’aggiornamento della banca dati alfa-numerica e vettoriale del quadro conoscitivo del PAT;

- la sovrapposizione della cartografia catastale dell’intero territorio comunale, per agevolare il rilascio dei certificati di destinazione urbanistica;

- il registro (elettronico) dei crediti edilizi;

- il Registro Fondiario e della Produzione edilizia in relazione alla SAU e alla quantità massima di consumo di suolo ammesso dalla LR 14/2017;

- un registro delle varianti al PI, con indicate le date di entrata in vigore di ciascuna variante e gli ambiti all’interno dei quali le previsioni urbanistiche sono soggette a decadenza, ai sensi dei commi 7 e 7bis dell’art. 18 della LR 11/2004.

Il programma di monitoraggio dello stato di attuazione del PAT, con la contestuale certificazione dell’eventuale intervenuta decadenza delle previsioni del PI (vincoli finalizzati all’esproprio, aree di trasformazione urbanistica).

Il monitoraggio dello stato di attuazione del PAT potrà essere svolto contestualmente al monitoraggio delle previsioni di sostenibilità del Piano in rapporto alla Valutazione Ambientale Strategica.

L’individuazione delle aree nelle quali realizzare interventi di nuova urbanizzazione o riqualificazione dovrà essere preceduta dall’attivazione di procedure ad evidenza pubblica, cui possono partecipare i proprietari degli immobili nonché gli operatori interessati, per valutare le proposte di intervento che risultano più idonee a soddisfare gli obiettivi e gli standard di qualità urbana ed ecologico-ambientale.

Allineamento normativo

Il PI “generale” affronta sia l’aspetto cartografico sia il corpo normativo che, da sempre, vanno considerati nella loro stretta reciprocità e correlazione.

Con questo primo PI, oltre a completare in modo coerente il Piano Regolatore Comunale alla luce dei dettami della legge urbanistica regionale, si va a sistematizzare anche l’aggiornamento dei dati che costituiscono, da un lato il SIT comunale, dall’altro il database del Piano, noto come Quadro Conoscitivo.

La nuova informatizzazione è andata di pari passo alla rielaborazione e riscrittura del corpo normativo del PI, costituito dalle Norme Tecniche Operative (NTO), dal Repertorio Normativo (Repertorio) e dal Prontuario per la Qualità Architettonica e la Mitigazione Ambientale (PQAMA) e dove:

- le NTO costituiscono la disciplina generale di riferimento per tutte le azioni del PI sul territorio comunale, in coerenza con le prescrizioni, i vincoli, le direttive e le prescrizioni del PAT;

- il Repertorio riporta le Tabelle di dimensionamento con gli indici ed i parametri che regolano e disciplinano puntualmente le azioni di trasformazione urbanistica ed edilizia del PI per le singole zone e sottozone, nonché le specifiche prescrizioni, oltre alle norme puntuali relative alle Schede Normative, alle UMI e le Schede delle Attività Produttive in zona impropria da confermare, le Schede degli edifici non più funzionali al fondo. Nello stesso elaborato sono riportati altri sussidi operativi del PI, tra cui l’elenco degli edifici sottoposti a Grado di protezione, l’Abaco dei tipi edilizi e l’elenco delle specie indicate per gli interventi nella Rete ecologica e nelle altre parti del territorio comunale.

- il PQAMA costituisce lo strumento di supporto alla progettazione e realizzazione degli interventi di riqualificazione, di riordino, di trasformazione che avvengono sul territorio, per migliorare ed incrementare la qualità urbana e paesaggistica della città e per formare e/o potenziare la Rete ecologica comunale. Contiene gli elementi per ridurre il consumo energetico, per ridurre gli sprechi e favorire il

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