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DI INGEGNEF\IA 5ANITAF\IA

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(1)

ANNO VI, N. S. ToniNO, Marzo J gro.

f\1\/I~l[)\ A A A A A A A

DI INGEGNEF\IA 5ANITAF\IA

È riservata la proprietà letteraria ed artistica degli arlicoli e di·

<egui pubblicati uel/a RIYISTA DI INGEGNERIA SA~ITARIA.

MEMO I\IE 01\IG INALI

L'L\IPIANTO

DI DEPGRAZIO::\E BIOLOGICA DELLE .\CQGE DI FOGNA

DELL'ORFAKOTROFIO DI ì\[OKTEVERDE.

L'impianto che Yeniamo a descriYere è stato ese- guito ultimamente in un antico fabbricato posto sulla collina di :\IonteYerde a tre chilometri da Ro- ma, e restaurato con i fondi raccolti dalla pubblica sottoscrizione per il terremoto di Calabria e Sicilia, in modo· da alloggiarvi 250 orfanelle proYe- nienti dalle regioni medesime.

Il fabbricato, che dista poco dalla Via Por- tuense, ha una posizione incanteYole domi- nante l'agro romano dai monti Tiburtini e Laziali fino al mare. Se però questa posizio- ne lo rende priYilegiato per il clima salubre, non può dirsi altrettanto dal lato dell'igiene che Yi presentava molti difetti prima che yj fossero eseguiti i restauri recenti, specialmen- te in quanto riguarda la pron·ista di acqua potabile, gli impianti sanitarì e la fognatura.

Le ReYerende Suore Francescane ì\Iissio- narie, alle cui intelligenti cure erano affidate le orfanelle, con lodeYole atto di energia de- cisero di rimuovere ogni ostacolo, onde ren- dere il fabbricato dotato di quanto l'igiene modernamente prescriYe. Così venne costrui- to un nuovo acquedotto di grande diametro onde portare l'acqua :\larcia in quantità ab- bondante fino al massimo possibile livello, e cioè fino a metri 5.50 sopra il pavimento del pianterreno. Di qui mediante un aeromotore l'ac- qua viene continuamente sollevata fino al terrazzo dove un serbatoio della capacità di 16 metri cubi, ed adibito ai soli servizi di cessi e laYabi, ne imma- gazzina una riserya sufficiente anche per i giorni di minor Yento. L'aeromotore è capace di riempire il serbatoio suddetto in sole tre ore, e, data la situa- zione eleYata del fabbricato esposta a tutti i venti,

ha un funzionamento quasi continuo in modo che finora risultò completamente assicurato il rifornì- mento dell'acqua per i due servizi suddetti.

Nelle stanze di laYaggio furono disposti 52 lavabi ad acqua diretta, e furono installate altresì quattro camere da bagno con relatiYe doccie per acqua fredda e per acqua calda, deriYata dal termos.ifone del nuovo impianto di cucina. Si impiantarono an- cora altre vasche per servizio di cucina, office, ecc.

L'impianto dei cessi comprende N. 12 cessi si- stema inglese, in porcellana, divisi in due colonne verticali di sei cessi ciascuna- ogni cesso ha la sua cassetta di lavaggio che scarica ogni volta dieci li- tri di acqua a forte pressione. I varì sifoni sono collegati dalle dette colon ne Yerticali formate con

Orfanotrofio di Monteverde (Roma)

tubi di ghisa del diametro di 12 centimetri.

Veniamo ora a descrivere il nostro impianto di :iepurazione biologica.

li sistema è composto di due fosse settiche di pri- ma stazione, un sifone scaricatore automatico di la- l'aggio, ed un doppio bacino di filtrazione, cor.

tutte le relative condutture di collegamento delle va- rie parti del sis·tema e relativi accessori.

Le prime due fosse settiche sono di forma e strut-

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H.I\'JSTA DI INGEGNERIA S.\NJTAH.IA

tura identica e poste ai clu lati del cortile. precisa- mente ciascuna in co(rispondenza delle colonne Yer- ticali dei cessi eli destra e sinistra del fabbricato. I n tal modo si può eseguire dopo un certo tempo lo

Pianta generale di insieme (Scala r:soo) Cessi - 2 Prime fosse settiche -3 Seconda fossa settica 4 Condutture acque luride diluite - 5 Sifone di cacciata - 6 Bacini di filtrazione - 7 Scarico liquido filtrato.

spurgo dei materiali residu' in una delle due fosse pur lasciando funz:onare l'altra e non interrompen- do il serYizio di una colonna di cessi della casa. I tubi eli entrata e di. uscita pescano ad una profon- dità un po' maggiore della metà del liqui-do, di plll, Yicino all'uscita, si ha un diaframma in mura- tura alto fino a due terzi del liquido- e ciò allo sco- po di procurare il clissol Yi mc n t o massi m o delle so- stanze fecali e l'uscita della sola parte disciolta.

La seconda fossa settica è identica alle prime, solo la forma è un poco differente, e cio Clipende clall'ayer utilizzato. trasformanclolo, un antico pozzo nero i ,-i esistente_

Le dimensioni interne dcll fosse suddette sono calcolate in base alle scariche probabili giornaliere delle colonne dei cessi e precisamente supponendo che ogni ragazza possa far scaricare in media due

5

tri cubi tre circa: in tal modo le materie fecali Yen- gono a stazionare circa 2-1- ore nelle prime due fosse

~ ttiche, e q. ore circa nella seconda, durante il pe- riodo eli completo funzionamento.

Le due condutture eli grès eli collegamento tra le pri- me e la seconda fossa setti- ca hanno il diametro di 12 cent:metri: quella di u cita dalla seconda fossa settica ha il diametro di 8 centimetri. I tubi sono

della fabbrica di Cremona, smaltati internamente e con giunzioni a cemento, accuratamente eseguite. La seconda tubatura che collega la seconaa fossa settica ai bacini di filtrazione è lunga circa metri

Sifone automatico di cacciata (Scala r:roo)

7 s con pendenza del 6

% ,

fino al filtro posto in località la p~ù con..-en ien t per lo scarico delle materie.

I bacini di filtrazione, si- -stema TìJccimei, sono for- mati da una grande Yasca rettangolare diYisa a m tà da un muro di 30 centimetri, i n modo da formare due :-tm- bienti di uguale capacità. l n ciascuno eli es i è disposto nel fondo un doppio strato

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Profilo longitudinale comprendente l'intero impianto (Scala 1:500)

r Cesso del pianterreno - 2 Prima fossa settica - 3 Seconda fossa settica - -1- Conduttura materie diluite -5 Sifone di cacciata 6 Bacino di filtrazione - 7 Conduttura del liquido filtrato.

Yolte al giorno le cassette; si hanno cos-ì per ogni colonna in media 125 x 2 x ro = 2500 litri. Ora le due prime fosse settiche hanno una capacità eli metri cubi due e nwzzo eia cuna, e la seconda me-

eli tegole romane a posizione alternata per il dre-- naggio del liquido filtrato; sopra a queste appoggia uno strato di breccia d' basalte (ogni pezzo ha il diametro ,-ariabile da 3 a 4 centim.) alto un metro,

RIYISTA DI JNGEG:\IElUA SANITARIA

con la parte minuta Yerso il fondo c la più grossa in sommità. Dopo il basalte si ha uno strato eli aria eli so centimetri ricoperto da un letto eli lamiera zincata ondulata (eli posta in pendenza ed in comu- nicazione con le bocche di immis ione) aYente nu- merosi fori circolari disposti uniformemente sulla superficie_per lo scolo cl l liquido. Le bocche di 1m-

Pianta del cortile contenente i cessi del piano terreno e del sistenu completo delle fosse settiche. (Scala r:2oo)

missione sono due, in comunicazione con la condut- tura eli grès da 8 centimetri e con doppia saracine- sca, in modo da poter essere chiuse alternatiYamen-

te ogni certo tempo, onde lasciare in riposo uno dei due bacini.

Il funzionamento dei bacini di filtrazione è molto semplice : il liquido contenente le materie organi-

tore lo il1\·ia al tubo di scarico che lo distribuisce per irrigazione al te1:reno sottostante.

TI sifone scaricatore eli la,·aggio posto lateralmen- te alla conduttura prima di arriYare ai bacini di fil- trazione è formato da un sifone automatico in ghisa

Sezione yerticale A-B con veci uta schematica dell'impianto cessi (Scala r: 200)

sistema Contarino, contenuto in una Yasca di mu- ratura della capacit:\ di 6oo litri aYente in sommità uno sbocco eli acqua perenne con rubinetto di arre- sto. Questo sifone permette di inYiare delle caccia- te Yoluminose eli acqua lungo la conduttura e nel- l'uno o nell'altro dei bacini di filtrazione quando si Yogliano rendere ben laYati e puliti.

Sezione lnngitudioale CD comprendente il sistema della prima e s~conda fossa settica (Scala I:IOO)

1.

che disciolte, e che pro\·Iene per mezzo delle con- dutture di grès dalla seconda fossa settica, si inca- nala nei fogli eli lamiera ondulata e passa per i fori attraYersando come una pioggia sottile lo stratc di aria e subendo così una prima ossidazione; quindi attraYersa in un tempo più o meno lungo lo strato eli basalte doYe per l'azione dei batteri aerobi l'os- sidazione si fa più completa, ed in fine per mezzo del drenaggio sottoposto e ce filtrato da un sistema di feritoie p o te a Yalle del baci no, dO\-e un colle t-

Il sistema ora clescri tto prog-ettato e cl i retto dal- l'Ing. Paolo Tuccimei di Roma, cominciò a funzio- nare Yerso la metà di mago-io, non interrottamente ed a sen·izio completo. Esso non dette finora luogo ad incom·enienti e funzionò in modo abbastanza regolare. La materia che arriYa al filtro, proYeniente dalle fosse settiche, è completamente liquida, chia- rificata ancora per lo scarico giomaliero dell'acqua di calce. eli rifiuto del gazometro ad acetilene. Im- messa,-i subito dopo la seconda fossa settica.

(3)

6o RIVISTA DI INGEG ERIA SA ITARIA

N e consegue che il sistema delle fosse settiche ri- sponde allo scopo prefisso rendendo al filtro sola- mente materie liquide e deodorate ancora per mezzo del! 'acqua di calce. I 6aci n i di filtrazione compiono

settiche la formazione in sommità di un cappello se- misolido elastico ed uniforme di materie organiche in sospensione, dello spessore di circa 25 centimetri mentre al disotto la massa è risultata liquida e piut-

Bacino di filtrazione Tuccimei ·(Scala. r:roo)

Sezione orizzontale AB Sezione orizzontalt: Cb Sezione orizzontale EF

l'opera di trasformazione mediante l'azione aerobi- ca che ne converte le sostanze disciolte in prodotti gassosi, solubili, inoffensivi, e l'acqua che esce dai

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Sezione longitudinale del bacino di filtrazione Tuccimei (Scala I: 100)

medesimi conserva un colore leggermente opale- scente per l'azione dell'acqua di calce. Essa va a fer-

Sezione verticale GH (Scala I:Ioo)

tilizzare il terreno sottostante dove gli effetti benefici gia si vedono nello sviluppo rigoglioso della vege- tazione.

Per osservare ancora meglio il processo di dilui- zione delle fosse settiche sono stati aperti in questi giorni gli sportelli a chiusura ermetica delle mede- sime. Si è peçtanto constatato nelle prime due fosse

tosto densa. ~ella seconda fossa settica si è consta- tata una massa completamente liquida e leggermen- te spumosa, quella stessa che si vede sgorgare, chia- rificata dall'acqua di calce, alle bocche d'immissione dei bacini di filtrazione.

Questi ultimi furono finora alternati solamente quattro Yolte con lavaggio abbondante dei mede- simi al termine del loro funzionamento.

A complemento delle nostre osservazioni diremo che nell'interno del fabbricato i cessi non aettero fi- nora luogo ad inconvenienti , nè per cattiYo odore, nè per difetto di funzionamento, e che, per l'abbondanza di acqua che in essi Yiene scaricata, l'impianto funziona tuttora con semplicità e pulizia.

In tal modo, e pPr l'insieme degli impianti sani- tari e dei restauri eseguiti nel fabbricato, e per il clima salubre, accoppiato ad una nutrizione sana e regolata, le orfanelle godono tuttora ottima salute sempre grate alla carità pubblica, che nella sYen- tura non fu loro avara di quanto i principi: modcrn·l di igiene e di comodità modernamente prescri,·ono ad ogni classe di Yita sociale.

ABBASSANIEKTI ALLE PARETI 1:\TER:\E DEGLI EDIFICI.

Gli abbassamenti che vengono adoperati nelle parti inferiori di locali, nei quali c'è sensibile mo- vimento di persone, hanno molteplici scopi. DeYono cioè proteggere l'intonaco e quindi anche il muro da danneggiamenti, e presentare una superficie tale

"Che si presti ad esser tenuta facilmente pulita onde sia evitato il caso che la poh·ere e la sporcizia Yi appiccichino alle vesti od alle mani dei passanti.

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!U\'lST.·\ 01 lNGEGNElZlA S:\::-.lli'AlUA 6r

Oltrechè però corrispondere per qualità e durat3 in linea tecnica, gli abbassamenti devono eli solito contribuire a dare un aspetto esteticamente soddi- sfacente al locale nel quale Yengono applicati. Nel mentre poi anche gli abbassamenti cleYono soddisfa- re in linea eli opportunità pratica con riguardo al- l 'economia, non piccole sono le esigenze che si han- no in proposito in linea d'igiene.

Per soddisfare a tutte queste yarie e ben giusti- ficate esigenze, il tecnico <:ostruttore si trova alle ,~olte in i~1barazzo non lieYe nelJa scelta del sistema da adottate. Dc.n ebbe quindi destare interesse un ragionamento sui yarl sistemi adottabili e sui cri- teri che cleYono guidare il tecnico nella scelta del- l'uno o dell'altro sistema a seconda del caso che gli si presenta.

Se consideriamo i Yarl sistemi adottabili per gli abbassamenti dal punto eli vista, dal quale la que- stione viene solitamente considerata, cioè da quello dell'opportunità pratica con riguardo all'economia.

possiamo diYiclerli in due grandi gruppi, in quelli cioè che devono venir (innovati dopo certi periodi di tempo eli durata differente .secondo i differenti si- stemi, ed in quelli eli durata pari, in generale. alla durata dell'intero edifizio. Ai primi appartengono i tipi di abbassamenti meno costosi. cioè le Yarie spe- cie eli tinteggiature, le coloriture ad olio e le Yerni- ciature. Fra i secondi, molto più costosi, Yanno an- noverati :::-rr]i abbassamenti costituiti da un rivesti- mento in materiali più duri dell'intonaco comune, o medio resistenti di quello ai diYersi agenti ester- ni. AL questi appartengono i rivestimenti in piastrel- le di maiolica. in lastre di marmo vero od artifi- ciale. in quadrelli od in lastre di Yetro, in linoleum ecc. ecc. Fra i due aggruppamenti ora descritti può Yenir inserito quale tipo intermedio. lo st·ucco lu- cido fatto con un impasto eli calce e di poh·ere di marmo, ed il qu::de se applicato su muri perfetta- mente asciutti, ha delle pregevolissime qualitil di resistenza e di durata.

~'Iolto sono stéìti studiati in quest'ultimo decennio i sistemi di abbassamenti appartenenti al primo dPi gruppi ora descritti e gli studì, fatti tutti da batte- riologi, ebbero sempre di mira la soluzione della ques;ione clal punto eli Yista igienico. singolarmen- te importante quando si tratta di istituti sanitari o di eclitìzì scolastiéi. Le esperienze, fatte nei labora- tori sulle tinteggic.ture a caloe. su quelle a colla.

sulle coloriture acl olio, e sulle diYerse specie eli ver- niciature (t). ebbero sempre eli mira la ricerca se le vernici o le tinteggiature esaminate abbiano o meno

(r) Delle vernici germaniche vennero esaminate quelle chia·

mate: A111phibolin (Ditta C. Gluth, Amburgo) Zouca (Fabbrica Zonca e C., \Vurzburg), Porzdla.uemailfarbe (Ditta Rosenzweig e Baumann, Kassel), Hl'/!erolin (Ditta R. Dei'linger Oberamstedt), Emaiifarbe (Fabbrica Horn e Frank, Berlino), 'Pejto1t (Fnbb. id.)

un potere battericida, e si ,·olle anche stabilire una graduatoria tra il potere battericida dell'una o del- l'altra Yernice o tinteggiatura.

La letteratura relatiYa, sebbene dati soltanto dal- l'anno 1818, è già abbastanza copiosa (1).

Da un esame comparatiYo dei risultati ottenuti dai singoli esperimentatori si deYe concludere che tanto le vernici, quanto le color'ture ad olio hanno un potere battericida non indifferente, il quale però diminuisce sensibilmente con l'essiccamento della tinta, che avYiene lentamente. Tale potere batt-eri- cida manca inYece affatto nelle tinteggiature a calce ed in quelle a colla. La letteratura citata si occupa poi molto della questione se il potere battericida eli- penda da ragioni fisiche o da ragioni chimiche e la distinzione ha importanza noteYole perchè ill LI-

mina l'essenza della cosa. Sebbene, specialmente in seauito alle ricerche di E. Iacobitz, che si occupò

b

insistentemente dell'argomento, sia dimostrato che il potere battericida delle vernici e delle pitture ad olio dipende dalle sostanze gassose che si svilup- pano durante l'essiccamento della vernice, ed è

Vitralpef (Hosenzsveig e Baumann, Kassel), Vitraliu (idem).

Delle vernici iq.liane vennero esaminate: Ricimper (Cassanello e Brocchi, Genova), Ga.lvaueide (Marinetti, Milano), Psicroganoma (Ratti e Paramatti, Torino). Fra le vernici francesi venne esa·

minato il Ripolin. Si fecero inoltre delle ricerche sulle tin- teggiature a calce, su quelle a colb, sullo stucco e su diversi·

tipi di pitture ad olio.

(I) Cito, in ordine cronologico,- quei lavori che mi fu dato di esammare: Dr. G. DEYcKE, Uber Absterbebedingungen pathoge·

ner Keime auf gewissen Anstrichfarbtn, pubi. in Ceulralblatt fiir Bakterio'ogie, ecc. N. 2.j. e 25, vol. XXIII, in data 28 giugno e 5 luglio I898; Dott. VITO Lo Bosco, Le pareti delle case come mezzo di conservazione e propagazione dei batteri patogeni, pubi. in Lavori di laboratorio dell'istituto d'igiene delllt R. Uuiver- sità. di Palermo, ·vol. IV, anno I898, pag. 207; Dott. H ErMES, Ùber das Verhnlten der Anstrichlarben 'zu den pathogenen Bak·

terien, pubi. in Deutsc/Je mediciuische rVoc/Jwsc/Jrift, Ann. XXV, N. I r, in data I 6 marzo r899; JAcoBrrz, Uber desinficirende

\Vandanstriche, pubi. in Miiuc!Jeuer mediciuiscbe Woc/J~nschrift, Ann. ,t8, N. 7, in data 12 febbraio 1901; Dr. J.".COB!TZ Uber de- sinficirende \Vandanstriche. pubi. in Zeils. !J,:ift jii1· Hygiene u.

Infeclionskraukheiteu, vol. 37, Leipzig I90I; Dr. LYDIA RABINO-

\"ITSCB, ber desinficirende vVandanstriche mit besonderer Be- rùcksichtignung der Tuberculose, pubi. in Zeitscbrift fiir Hygiene lnftc/'ionsl:rauk!Jeiteu, Leipzig, I902; vol. 40; Dr. E. JACOBITZ, U·

ber desinficirende \\-andanstriche, pubi. in Hygienische Ruud:;c/Jau Ann. XII, N. 5, Berlin, r marzo I902; Dr. }.'\COBITZ, in Hygie- nisc!J~ 'l(nndsclwu, Ann. XIII, N. 12, in d.ata 15 giugno I905; Dr. GrAN CARLO GBIGLIO:-IE, Neue Beoliachtungen itber das de·

~infizierende Vermogen der \Vandanstriche, pubi. in Cwtmlblatt fiir Bakteriologie ecc. vol. XXXV, N. I, in data 5 nowmbre I90J; Dr. JACOBITZ, Uber disinfizierende Wandanstriche, in Be- ne/il iiber dw 1 Jntemalioualw Kongress fiir Sclmlbygiwe. Nùrn- berg I 90-1-; Dr. E. HUHS, ber desinfizierende \Vandanstriche mi t besonderer Berùcksichtigoung des Vitralin, pubi. in Zeilsc!Jrtif fiir Hrgiene, vol. 56, Leipzig r9o7; Dr. S. SATTYKow, Uber desin· fizierende \\"anòanstriche, pubi. in Zeitsc!Jrift fiir Jf1'gime. vol. 42, anm> 1909. pag . .+53·

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RIVISTA DI ll':GEGNER!A SANlTr\I{IA

maggiore nelle vernici o pitture fatte a base di olio di lino puro, cionondimeno risulta anche dalle ul- time ricerche di Gian Carlo Ghigliene parimenti di- mostrato ciò che Deycl>e sostenne già nel I8g8, che cioè una vernioe o tinta è tanto più consigliabile in linea igienica quanto migliori sono le sue qualità

fisich~. Per persuadersi di ciò che il Deyc/;e tentò di migliorare le qualità igieniche delle vernici da lui esaminate coll'aggiungerè alle stesse delle so- stanze battPricide. Trovò invece che, all'opposto di quanto si poteva attendersi, il potere battericida del- la vernice scèmava co Il' aggiungervi sostanze batte- ricide e ciò per il motivo che la vernice perdeva !a sua ordinaria consistenza e l 'aderenza alla s(Jper- ficie; àlla quale veniva applicata, e si polverizzava

facilm.ente. . \

Questi risultati, confermati, come dissi sopra, anche delle più recenti ricerche, sono di un'impor- tanza rile,·ante dal punto di ·vista pratico, ed inte- ressano particolarmente l'ingegnere costruttore. Per- chè app<irisce scientificamente dimostrato che quan- to più perietta è una vernice, o tinta dal punto di ''ista tecnico, quanto meglio aderisce, guarito è più c0mpalta e liscia e duratura, tanto migliore essa è pure in linea igienica. Ma altri risultati ancora die- dero le citate ri'cerche riguardo alle altre specie di tinteggiature che usualmente vengono adoperate. Il Deycile, sebbene sostenga che una leggera quanti- tà di sostanze organiche, commìste alla tinta o ver- mce non la darP1eggi in linea igienica, amrnesse le migliori condizioni fisiche, pure sconsiglia tutti quei tipi di tinteggiatura che contengono delle so- stanze di diretta provenienza animale, quindi an- zitutto le tinte con colore al sangue di bue. Per le medesime ragioni sarebbero da sconsigliare anche le tinteggiature col latte animale .e quelle a base di caseina. Aggiungiamo ancora che le tinte a colla, che contengnno sostanze organiche in qu"àntità ri- levante, si dimostrarono negli esperimenti le peg- giori in linea d'igiene.

Importanza particolare hanno poi le· ricerche fatte sulle tinteggiature a calce che sono, noto- riamente, di comunissimo uso. La questione ha per i tecnici costruttori importanza speciale perchè par- ticolarmente tra questi è diffusa la credenza che le tinteggiature a base di calce abbiano un certo ef!e~­

to antisettico ( 1). Gli esperimenti fatti i n questi ul- timi anni dimostrarono invece che le tinteggiatùre a calce non hanno alcun potere battericida. E la spiegazione non è difficile a trovarsi quando si pen- si che le tinte a calce si staccano e si polverizzano facilmente, e che iR tali condizioni le proprietà bat- tericide, se anche ci fossero, non potrebbero in nes- sun modo farsi valere. E Difatti G. C. Ghiglione

(r) ·Veggasi: Manuale dell'architdto, vol. I, pag. 301.

(l. c.) tentò una disinfezione con formaldeide in un locale le cui pareti erano in parte verniciate, in par- te tinteggiate a calce, ed egli. potè constatare che la disinfezione completa era riuscita soltanto sulle pa- reti verniciate. I germi raccolti sulle pareti tinteg- giate a calce furono capaci di ulteriore sviluppo anche dopo le disinfezioni, ciò che noi"\ accadde in- vece con quelli trovati sulle vernici.

Dagli esperimenti sopramenzionàti ·(e special- mente dalle ricerche degli sperimentatori italiani) risulta anche provata l'attitudine delle pareti umide a conservare e prolungare la vitalità e la Yirulenza dei batterì patogeni dai quali possono venir inqui- nate, pe~; un tempo incomparabilmente magg:orc che non nelle abitazioni asciutte. '

. . .

Le ricerche batteriologiche sopra citate riguarda- rono particolarmen.te il potere disinfettante dei di- versi tipi di wrnici e di tinteggiature. Ciò nondi- meno anche i tipi di rivestimenti nei· materiàli più duraturi, che riuniti nel secondo gruppo, non ven- nero trascurate specialmente dagli sperimentatori italiani. Dalle ricerche di Vito Io Bosco (l. c.) e di G. C. Ghiglione (1. c.) risulta che tanto lo stucco lu- cido, quanto anche il verro ì1anno igienicamente Ya~

]ore pari a quello delle migliori vernici.

Un solo SYantaggio presentano però quasi tutti questi tipi confrontati con quelli del primo gruppo; · ed è di consistere di elementi più o meno grandi se- parati gli uni dagli altri da commettiture le quali in qualsiasi modo vengano trattate, hanno igieni- camente valore molto inferiore a quello del mate- riale di dvestimento stesso. Saranno quindi da pre~

ferire tra i materiali del secondo gruppo quelli che, oltre ad essere molto lisci e resistenti agli agenti esterni, abbiano il minor numero di commettiture. Così le grandi lastre di marmo lucidato, che tanto· bene corrispondono a tutte le esigenze costruttive ed estetiche, e vengono poste in opera le une accan- to alle altre con còmmettiture strettissime, appari- scono le migliori' anéhe in linea igienica. Questo tipo di rivestimento venne ad es. adoperato a gene- rale soddisfazione nelle sale d'operazione dell'Ospe- dale Rudolfinerhaus (I) di Vienna. D'alto valore igienico è ancora, quale materiale di rivestimento, il vetro,· che può venir adoperato tanto in forma di piastrelle, quanto anche in lastroni più grandi (2).

Bene corrisponde pure, purchè possa venir perfet- tamente levigata, la pietra artificiale, la quale può venir fabbricata sul posto priva affatto di commes-

(r) Veggasi: Dal 7\..udolfimr/Jaus in Wien 1882-1907, Denk- schrift, herausgegebt!n vom Rudolfinerverein, \-\lien, 1907.

(2) La Ditta Vereiuigte Z.wieseler und Piruae1· Farbénglaswerkc di Monaco fornisce lastre di vetro per rivestimenti murali larghe pa 50 a 6o cm. ed alte m. 1,)0.

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H.IV 1ST A D'INGEGì\ERlA SANITARIA"

sure. li materiale più frequentemente adoperato tra tutti questi del secondo gruppo, è però la maiolica (r) in forma di piastrelle quadrate da porre in opè- ra con commettiture ridotte al minimo possibile.

Il Yalore igienico di questo materiale è tanto mag- giore quanto giù grandi sono le singole piastrelle ed interesserà sapere che ad es. la Ditta Villeroy u.

Boch di :\Ionaco fornisce delle lastre di maiolica in forma di quadrati di 50 cm. di lato. Con tali dimen- sioni il valore igienico di questo rivestimento si aY- vicina molto a quello delle lastre di marmo luci- dato.

Accennerò qui ancora al sistema di rivestimento a grandi piastre di ce'mento unite ad incastro mar- ginale mediante mastice di cemento, tipo che ho avuto occasione di vedere adottato nella bella sala di operazioni del nuovo istituto ostetrico-ginecolo- gico di :\Jilano. Tale sistema brevettato della Ditta Viannini di Roma consente una impermeabilità as- soluta e viene adoperato anche quale payimento.

"\Ton occorre che faccia rilevare particolarmente l'im- portanza igienica di quest'ultima circostanza, essen- do evidenti i vantaggi che ci deriYano dall'avere il paYimento, il rivestimento murale e la guscia di raccordo formati con l'istesso materiale imperme- abile.

. . .

Se ora, astraendo dal valore rgrenico e di resi- stenza, confrontiamo dal punto di vista dell'oppor- tunità i tipi più resistenti ora studiati, con quelli del primo gruppo, troveremo che quelli ·del primo gruppo sono bensì lisci, privi affatto di commetti- ture, lucidi e puliti, ma presentano l'inconveniente della poca durata e la necessità di dover venir rin- novati di spesso. E tale inconveniente, se può an- cora venir tollerato in un edifizio scolastico, dove. la rinnovazione può venir fatta durante le vacanze, risulta invece gravissimo in una sala d'operazioni, che viene adoperata tutto l'anno. Inoltre i tipi del primo gruppo non possono venir applicati che su . muri perfettamente asciutti, cioè mai in edifizi nuo- vi. Purchè quindi ci siano a disposizione i m"ezzi oc- correnti, sarà dR. ricorrere ai materiali più r.esisten- ti, e quando qè!esti non potessero assolutamente ve- nir adottati, si ricorrerà alle tinte ed alle vernici.

nel qual caso, in relazione ai risultati delle più re-

(r) Venne adottato ad es. tale tipo di rivestimento nella sez.

chirurgica del Sophieuspital di Vienna, e nelle sale di operazioni del Wilhelmiuwspital della stessa città. Veggasi: Dr. KARL ER·

WAD, Uber Errichtung chirurgischer Stationen im allgemeinen und die cles Erzh. Karl Ludwig Pavillons im k. k. Sophien- spital in \Vien im besonderen, publ. in Wiener Kiinische 7\..tmd- sc!Jan, N. 2-1- p, 1908, nonchè FRANZ BERGER, Die Neubauten beim k. k. Wilhelminen-Spital, pubi. in .Allgemeiue Bauzeitung 1902, Fase. 3·

centi òcerche, converrà attenersi at seguenti prin- cipi:

r. Escludere le tinteggiature a base di sostanze di provenienza direttamente animale.

2. Escludere le tinteggiature a colla e possibil- mente quelle a calce.

3. Adottare, senza curarsi troppo delle differenze nel potere battericida delle si n gole vernici o pitture ad olio, un tipo di Yernice o pittura fatta a ·base di puro olio di lino cotto, che si asciughi facilmente e non tenda a polverizzarsi.

Nell'applicazione della tinta converrà poi badare:

I . A distendere la vernice con somma cura in

modo da ottenere una superficie compatta e liscia;

2. A non applicare mai una verniciatura se il mu- . ro non è completamente asciutto, il che succede

notoriamente, per muri grossi, soltanto due o tre anni dopo ultimata la costruzione.

. . .

Ho parlato sopra di mezzi disponibili e cw per- chè la · circostanza della spesa ha di solito, nella scelta del sistema da adottarsi importanza non lie- ve. Per non errare però nell'apprezzare il costo del- l'uno o dell'altro sistema, non converrà arrestarsi ad un semplice confronto di prezzi unitari a metro quadrato, ma tenere in debito conto le rinnovazioni periodiche necessarie in tutti i tipi del primo grup- po. La tabella prima dà. il costo· relativo dei diver- si tipi di abbassamento, preso eguale ad uno iì costo

della semplice tinteggiatura a calce (r).

TABELLA I.

TIPO DI ABBASSAMENTO

Tinteggiatura a calce . Coloritura ad olio Verniciatura a Ripolin Stucco lucido

Pietra artificiale lucidata Piastrelle di maiolica Piastreile di vetro Lastre di vetro Marmò lucidato

l

l

Costo rdativo, , preso eguale ad uno

J il costo dd h t in·

l teggiatura a calce

l

J I I 20

39 40 78

124

r3g 167 Se ora 'consideriamo che la tinteggiatura a calce deve venir rinnovata ogni due o tre anni, e che al- l'incirca dopo tre successiYe tinteggiature occorre raschiare completamente la superficie, appianarb con malta diluita e poi tinteggiarla, che la sempli- ce tinta ad olio deve pure venir rinlwvata ogni due

(l) Le indicazioni delle taballe I e Il non hanno che valore approssimativo date le continue variazioni alle quali sono sotto· posti i prezzi, e le differenze tra luogo. e luogo. Le relazioni in- dicate tra i singoli prezzi sono quelle che attualmente (gennaio 19ro) vigono a Trieste.

(5)

IUVIST.-\ Ili I~GEGNERIA S.·\:-\!Tc\1\1.\

o tre anni, e che la ,-ernice Ripoli·n può durare al- l'incirca cinque anni, vedr.emo che il costo di tutti i tipi del primo gruppo è solo apparentemente più basso di quelli più resistenti. Ciò apparisce all'evi- denza dalla tabella seconda nella quale indico il co- sto dei diYersi tipi di abbassamenti dopo 50 anni tenendo conto delle rinnoyazioni necessarie nei tipi del primo gruppo nel citato periodo di tempo.

TABELLA II.

TIPO DI ABBASSAMENTO

1mteggiatma a calce . Coloritura ad olio . Verniciatura a Ripolin Stucco lucido . . Pietra artificiale lucidata Piastrelle di maiolica Piastrelle di vetro Lastre di vetro Marmo lucidato

l Costo relativo.

l

preso eguale ad uno il ::osto delle t in-

l teggi:nure a c;\1.:~

continuate per h

l durata di so anni.

I

:>.7

6-4 1.3 1.3 2.9 3·9 4-4 5·4 Si Yede quindi che i tipi che appariscono i pru costosi con riguardo alla spesa iniziale sono in real- tà i più economici, e possiamo, come in tanti altri argomenti, anche per ciò che riguarda gli abbassa- menti, venire alla confortante conclusione che cioè i tipi tecnicamente ed esteticamente più perfetti so- no tali anche in linea di ~giene e, tutto ben conside- rato, risultano anche i più economici.

Ing. Dott. Commuo. BuDI.\"ICH.

QUESTIONI

TECNICO-Sf\NITf\RIE DEL GIORNO

INTORNO

ALLA COSTRuZIO.\JE DI ÉGOlJTS, ALL' ALLONTA:\ A:\IE:\TO

ED ALLA DEP lJ RAZIO:\E

DELLE ACQUE DI RIFIUTO.

:\Ientre in molti importanti centri abitati, nei qual i si n10le seriamente provYedere a opere di ri- sanamento, ferYono graYi dibattiti sul problema della fognatura, sempre e donmque irto di consi- dereYoli difficoltà., ci sembra debba interessare i no- stri lettori il conoscere le istruzioni generali, testè apprm·ate dal Consiglio Superiore d'Igiene pub- blica in Francia, relatiYe alla costruzione di égouts, all'allontanamento ed alla depurazione delle acque luride. Si tratta di istruzioni relatiYamente detta- gliate, alle quali debbono confonharsi i progetti di risanamento presentati dai 1\I uniti p! sia ai Consi-

gli dipartimentali d'igiene, sia al Consiglio Supe- riore d'igiene pubblica.

In primo luogo, le autorità sanitarie dovranno preoccuparsi che i progetti corrispondano non so- lamente ai bisogni immediati del momento, ma a quelli preYeclibili nel futuro, in rapporto al pro- gressiYo estendersi del centro abitato, e nei limit;

del possibile. Prima di procedere alla scelta di uno dei due principali sistemi di fognatura, quello uni- tario o quello di separazione, sarà indispensabile uno studio preliminare delle condizioni particolari della località. Il sistema unitario si addice special- mente alle grandi agglomerazioni urbane, compo- ste di 20000 a soooo abitanti, o più; oppure alle località in cui la massa delle acque di rifiuto può essere gettata, senza pr.ecedente depurazione, sia in mare, al di fuori dei porti, sia in un punto della spiaggia lontano da ogni abitazione, OYe forti cor- renti acquee si oppongano a qualsiasi deposizione delle materie luride e non siano da temersi effetti nocivi per azione della marea. Quando, per con- tro, ci si trovi in presenza di una rete di égouts che riceve tanto le acque di pioggia, quanto quelle pro- venienti dalle case e quelle industdali. e queste sie- na tutte riversate in un corso d'acqua vicino, è cosa preferibile, p el risanamen t o eli questo stesso corso d'acqua, radunare in una canalizzazione spe- ciale e drenare separatamente le acque delle case, le industriali e quelle luride, e non mantenere nella rete di égouts preesistente che le acque piovane.

Parimenti la canalizzazione separata sarà prefPrita in quei centri in cui la pendenza del suolo e la de- bole circolazione di vetture nelle vie permetteran- no eli lasciare scorrere alla superficie. le acque di pioggìa.

Quale si sia il sistema pr.escelto, gli égouts pos- sono essere costituiti da gallerie in muratura op- pure da tubi in grès verniciato, in cemento sem- plice o in cemento armato. ~e prime si convengo- no alle grandi città, mentre i condotti o tubi han- no la prevalenza dove le condizioni economiche primeggiano su ogni altra. 0Ye si debba ricorrere a canali eli grande diametw (al disopra di m. o,6o), sembra sia opportuno sempre adottare gallerie in muratura a sezione ovoidale, di altezza tale (metri r .70 almeno) c!a permettere agevolmente la circo- lazione degli operai, per le manovre eli ripulitura.

:E: sempre indispensabile che gli égouts siano in comunicazione coll'aria esterna : la presenza del- l'aria è la miglior garanzia contro la fermentazio- ne putrida delle sostanze organiche, di cui le ac- que di rifiuto son cariche, senza contare la neces- sità di aria fresca nelle gallerie che sono abitual- mente e periodicamente percorse da operai. È pure una pr:imissima necessità, qualunque sia la forma dei condotti, quella di provYedere a mantenerli in

RIVISTA DI iNGEGNERIA SANITARIA

ottime condizioni di nettezza per mezzo eli cacciate d'acqua, risultanti da bruschi getti liqÙicli, im- magazzinata a questo scopo in adatti serbatoi.

Per quanto concerne lo sbocco degli égouts, il Consiglio Superiore d'igiene qualifica per inaccet- tabile il sistema di riversare le acque di rifiuto non depurate in un fossato o in un rivo scoperto, che diYien subitamente causa di graYi infezioni; le ac- que luride debbono procedere in gallerie chiuse fino al punto di loro evacuazione.

Alle istruzioni generali fin qui riassunte, fanno seguito speciali indicazioni e norme riguardanti essenzialmente le opere eli depurazione delle acque di rifiuto.

. . .

Il dispositivo depuratore propriamente detto sa- rà pr.ececluto da uno o più bacini di decantazione, secondo le necessità del luogo, allo scopo di sepa- rare dalla massa liquida i corpi pesanti. Saranno di più annessi una superficie di terreno per lo span- climento, capace di smaltire il Yolume normale di materiale, o letti batterici supplementari.

Dei vari mezzi coi quali si realizza la depurazione delle acque luride, quello chimico, basato cioè sul- l'azione di speciali reagenti chimici, assai costoso e di non sicuro successo in ogni caso, deYe essere risen·ato al trattamento delle acque residue delle industrie e delle acque d'égouts contenenti resi- dui inclustr:iali di tal natura da impedire i feno- meni di disintegrazione delle materie organiche per opera di microrganismi, del suolo o dei letti batte-

riCI. Autorità competenti effettueranno ricerche speciali desti nate a constatare quali siano le SO·

star,ze chimiche più adatte al caso particolare e quali le migliori proporzioni di esse, in rapporto alla composizione chimica del materiale. di rifiuto·

Il procedimento che, in generale, fornisce i più soddisfacenti risultati col minimo di spesa, è la depurazione biologica naturale, ossia lo spandimen- to sul suolo, con o senza utilizzazione culturale:

ma non può venir: applicato che nella località ove si disponga di terreni abbastanza vasti e poco co- stosi in Yicinanza del centro abitato; occorre inol- tre che i terreni stessi siano di omogenea costitu zione per una certa profondità e regolarmente per- meabili.

l procedimenti biologici artificiali permettono di effettuare la depurazione delle acque d'égouts so- pra terreni artificialmente composti con materiali molto permeabili: il liquido, com 'è risaputo, filtra attraverso il terreno poroso, liberandosi delle ma- terie organiche che contiene; le quali sono rapida- mente trasformate in nitrati per una serie di azioni microbiche, tanto più attiYe ed efficaci quanto più perfetta è l 'aereazione del letto, i n tutta la massa di materiale che lo compone.

Affinchè la depurazione si realizzi conveniente- mente, è necessario che l 'acqua distribuita alla su- perficie del letto sia, per quanto è possibile, libe- rata da tutti i materiali in sospensione; occorre inoltre che la distribuzione di liquido sia regolata in modo che l'ossidazione delle sostanze organiche disciolte abbia tempo di effettuarsi, prima dell'ag- giunta di nuovo liquido.

Per corrispondere alla prima condizione, sono· oggi d'uso generale le fosse settiche, ampi bacini, profondi da 2 a 4 metri, di capacità corrispondente alla massa liquida totale fornita dagli égouts in 24 ore: queste fosse, che rimangono costantemente piene, lasciano defluire ad una delle estremità un volume d'acqua eguale a quello che ricevono dal- l'estremità opposta, fungendo contemporaneamen- te da bacini di decantazione e di fermentazione.

L'esperienza ha dimostra t o ali' evidenza la neces- sità di controllare frequentemente, anche negli im- pianti più perfetti, le opere di depurazione, nello scopo, sopratutto, di non contaminare con acque non efficacemente depurate la falda acquea sotter- ranea che sen·e ad alimentare i pozzi Yicini. Nel campo pratico, s.i può considerare come soddisfa- cente la depurazione e come innocuo il liquido de- purato quando questo non presenti sospesa alcuna materia suscettibile di depositarsi sui bordi o sul letto di un corso d'acqua, nè alcuna sostanza di- sciolta capace di fermentare sYiluppando gaz nau- seabondi o di intossicare esseri viventi, siano que- sti animali o Yegetali. E per segnare limiti pre- cisi, nell'intento eli rendere più facile e sicuro ogm controllo, è da ritenersi efficace la depurazione:

I0) quando l'acqua depurata non contiene più di gr. o,o3 di materie sospese, per litro;

2°) quando, dopo filtrazione per carta, la quan- tità d'ossigeno che l'acqua depurata consuma al permanganato di potassio in 3 minuti rimane sen- sibilmente costante prima e dopo sette giorni eli incubazione a 30°, in boccia chiusa a smeriglio;

3°) quando, dopo sette giorni di incubazione a a 30° l'acqua depurata non emana odore putrido od ammoniacale;

4°) quando l'acqua depurata non contiene al- cuna sostanza chimica capace d'intossicare i pesci

o di nuocere agli animali che s'abbeverano :J corso d'acqua. in cui essa è riservata.

Giova ricordare infine che, per quanto efficace possa esser la depurazione ottenuta col procedi- mento biologico, non si deYe mai adottare un'acqua cl'égouts depurata per usi alimentari, senza prece- dente purifìcazione chimica o filtrazione.

Il Consiglio Superiore d'igiene pubblica della Francia ha ancora inteso di completare questa im- portante raccolta di consigli e eli istruzioni (pub- blicati in modo completo nella « Technique Sani-

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