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Unita nella diversitàIT
PARLAMENTO EUROPEO 2014 - 2019
Commissione per l'industria, la ricerca e l'energia
2014/2240(INI) 16.3.2015
PROGETTO DI RELAZIONE
sulla valorizzazione del potenziale della ricerca e dell'innovazione nell'economia blu per creare crescita e posti di lavoro
2014/2240 (INI).
Commissione per l'industria, la ricerca e l'energia
Relatore: João Ferreira
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INDICE
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PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO
sulla valorizzazione del potenziale della ricerca e dell'innovazione nell'economia blu per creare crescita e posti di lavoro
(2014/2240 (INI).
Il Parlamento europeo,
– vista la comunicazione della Commissione, del 13 settembre 2012, dal titolo
"L'innovazione nell'economia blu: realizzare il potenziale di crescita e di occupazione dei nostri mari e dei nostri oceani (COM(2014)0254 final),
– vista la direttiva 2008/56/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 giugno 2008, che istituisce un quadro per l'azione comunitaria nel campo della politica per l'ambiente marino (direttiva quadro sulla strategia per l'ambiente marino),
– vista la comunicazione della Commissione "Iniziativa faro Europa 2020: l'Unione dell'innovazione (COM(2010)0546),
– vista la dichiarazione di Limassol dell'8 ottobre 2012 su un'agenda marittima per la crescita e l'occupazione,
– vista la comunicazione della Commissione, del 13 settembre 2012, dal titolo "Crescita blu: opportunità per una crescita sostenibile dei settori marino e marittimo"
(COM(2012)0494),
– visto il Libro verde della Commissione, del 29 agosto 2012, dal titolo "Conoscenze oceanografiche 2020: dalla mappatura dei fondali marini alle previsioni oceanografiche"
(COM(2012)0473),
– vista la sua risoluzione del 2 luglio 2013 sulla crescita blu: miglioramento della crescita sostenibile nel settore marino, dei trasporti marittimi e del turismo dell'Unione1,
– vista la sua risoluzione del 23 ottobre 2013 sul futuro del Fondo sociale europeo, sulle conoscenze oceanografiche 2020: mappatura dei fondali marini per la promozione di una pesca sostenibile2,
– visto il regolamento (UE) n. 1291/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, dell'11 dicembre 2013, che istituisce il programma quadro di ricerca e innovazione (2020-2014) - Orizzonte 2020 e abroga la decisione n. 1982/2006/CE,
– visto il regolamento (UE) n. 1292/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, dell'11 dicembre 2013, che modifica il regolamento (CE) n. 294/2008 che istituisce l'Istituto europeo di innovazione e tecnologia,
1 Testi approvati, P7_TA(2013)0300.
2 Testi approvati, P7_TA(2013)0438.
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– vista la decisione n. 1320/2013/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, dell'11 dicembre 2013, relativa all'agenda strategica per l'innovazione dell'Istituto europeo di innovazione e tecnologia (EIT): il contributo dell'EIT a un'Europa più innovativa, – visto il parere del Comitato economico e sociale europeo del 15 ottobre 2014
sull'innovazione nell'economia blu: realizzare il potenziale di crescita e di occupazione dei nostri mari e dei nostri oceani (2015/C 012/15),
– visto il parere del Comitato delle regioni del 21 gennaio 2015 sull'innovazione
nell'economia blu: realizzare il potenziale di crescita e di occupazione dei nostri mari e dei nostri oceani (2015/C 019/15),
– visto l'articolo 52 del suo regolamento,
– visti la relazione della commissione per l'industria, la ricerca e l'energia e i pareri della commissione per la pesca e della commissione per l'occupazione e gli affari sociali (A8- 0000/2015),
A. considerando che il concetto dell'economia blu comprende un ampio spettro di settori di attività economica legati ai mari e agli oceani, tra cui settori tradizionali e settori
emergenti, ad esempio: pesca, acquacoltura, trasporti marittimi e fluviali, porti e logistica, turismo e nautica da diporto e da crociera, costruzione e riparazione navale, opere marittime e di difesa del litorale, prospezione e sfruttamento delle risorse minerali (al largo), prospezione e sfruttamento delle risorse energetiche (al largo), biotecnologie, nonché altri;
B. considerando che nello sviluppo dell'economia blu manca una stretta integrazione delle conoscenze scientifiche, base dell'innovazione, e che i settori della scienza e della tecnologia legati all'economia blu sono assai diversificati;
C. considerando che si osserva la mancanza di conoscenze sui mari e sugli oceani, sulle relative risorse e sulle rispettive interazioni con le attività umane – in atto o da
sviluppare – e che ciò rappresenta una notevole limitazione ai fini di una valorizzazione sostenibile di dette risorse e un ostacolo all'innovazione;
D. considerando che lo sviluppo dell'economia azzurra può promuovere notevolmente la crescita e lo sviluppo economico, nonché la creazione di posti di lavoro, specialmente nei paesi e nelle regioni costiere e insulari e nelle regioni ultraperiferiche;
E. considerando che con il pretesto della valorizzazione del potenziale dell'economia blu non vanno ripetuti nei mari e negli oceani forme di sfruttamento delle risorse e modelli di crescita che sono risultati insostenibili e che la valorizzazione dei mari e degli oceani deve attenersi scrupolosamente all'esigenza di assicurare una corretta gestione e
conservazione delle risorse, salvaguardando gli equilibri associati agli ecosistemi marini;
F. considerando che l'Unione europea ha sviluppato e proposto una serie di programmi e orientamenti per inquadrare le attività associate all'economia blu e l'innovazione nell'economia blu, delineando un conteso da valutare in termini di risultati concreti nel
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sostegno agli sforzi degli Stati membri per sviluppare l'economia blu;
G. considerando che le comunità costiere e insulari sono una parte interessata
fondamentale nella discussione sul potenziale dell'economia blu e la sua realizzazione;
1. prende atto della comunicazione della Commissione dal titolo: "Innovazione
nell'economia blu: realizzare il potenziale di crescita e di occupazione dei nostri mari e dei nostri oceani"; segnala lo scopo limitato della comunicazione, che valuta soltanto una serie relativamente ristretta di settori (sfruttamento minerario dei mondi marini, energia e biotecnologie); sollecita la Commissione a prevedere un approccio più ampio e integrato delle sfide dell'innovazione e della creazione di posti di lavoro nel contesto diversificato dei settori che compongono l'economia blu;
2. sostiene una definizione ampia dell'economia blu, in grado di integrare tutte le attività settoriali e intersettoriali collegate agli oceani, ai mari e alle zone costiere, comprese le attività di sostegno diretto e indiretto; richiama l'attenzione sull'importanza trasversale dell'innovazione in tutte queste attività, sia quelle tradizionali sia quelle emergenti;
3. invita la Commissione, in stretta articolazione con gli Stati membri, a valutare il fabbisogno di finanziamenti dell'economia blu (in ambito settoriale, nazionale ed
europeo), alla luce della realizzazione del relativo potenziale di crescita e di creazione di posti di lavoro;
4. sottolinea che lo sviluppo dell'economia blu esige un maggior investimenti nelle conoscenze e che l'UE e gli Stati membri devono garantire un finanziamento solido per migliorare le conoscenze sull'ambiente marino, con garanzie della sua continuità e prevedibilità a lungo termine;
5. sostiene la definizione di obiettivi e scadenze concrete nell'ottica di incrementare l'accessibilità e l'interoperabilità dei dati riguardanti i fondali marini oppure la colonna d'acqua e le risorse vive nonché la relativa disponibilità per il pubblico dei dati sui mari e sugli oceani;
6. chiede che i risultati della ricerca finanziata con risorse pubbliche siano, in linea di principio, di dominio pubblico e tale principio va applicato in modo tassativo anche ai consorzi dei programmi di ricerca dell'UE; sollecita la Commissione a mettere a disposizione quanto prima la piattaforma di informazione sulla ricerca effettuata nell'ambito del programma Orizzonte 2020;
7. deplora e respinge i tagli di bilancio del programma quadro di ricerca Orizzonte 2020 e sollecita una valutazione del suo impatto nei settori associati in modo specifico
all'economia blu nonché ai settori trasversali che potrebbero incidere su di essa;
8. chiede alla Commissione di procedere a valutazioni periodiche relative all'esecuzione del programma Orizzonte 2020 nei settori associati all'economia blu e a renderne disponibili i risultati;
9. segnala il fatto che gli Stati membri hanno una responsabilità centrale nello sviluppo dell'economia blu e sollecita la Commissione a sostenere e promuovere tutte le forme di
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cooperazione tra Stati membri, quali le iniziative di programmazione congiunta;
10. ritiene che la scarsità di operatori professionali qualificati in diverse discipline e settori di attività, tra cui non solo ricercatori, ingegneri e tecnici, rappresenti un ostacolo
insormontabile verso la piena attuazione del potenziale dell'economia blu; sottolinea che tale scarsità è indissociabile dalla sempre maggiore deresponsabilizzazione e
disinvestimento degli Stati membri nei settori della scienza e dell'istruzione, nonché dalla svalutazione dello statuto professionale e della condizione sociale di molte di queste professioni, per cui raccomanda una rapida inversione di queste due tendenze;
11. ritiene che gli investimenti nell'economia blu debbano privilegiare l'innovazione
ecologica, l'efficienza nell'uso delle risorse, l'economia circolare, la conservazione della natura, la lotta e l'adattamento ai cambiamenti climatici e l'uso sostenibile delle risorse (con tassi di utilizzazione che non eccedano, a lungo termine, il tasso di rigenerazione naturale); chiede alla Commissione di integrare tali principi nei programmi di sostegno esistenti o da elaborare;
12. sostiene la creazione di un quadro finanziario appropriato per stimolare lo sviluppo dell'economia blu e la creazione di posti di lavoro, che integri e articoli i diversi strumenti finanziari disponibili – i fondi strutturali e di investimento (FEAMP, FESR, FSE, Fondo di coesione), il programma quadro di ricerca e altri; segnala la necessità di promuovere un miglior adeguamento dei diversi strumenti alle esigenze dei diversi soggetti – istituzioni pubbliche, imprese, specialmente le PMI, organizzazioni non governative, ecc. – e un'ampia divulgazione delle opportunità esistenti;
13. invita la Commissione a sostenere gli sforzi degli Stati membri nel settore della
promozione di strategie di specializzazione, visto che si stanno profilando e affermando filiere di valore associate alle molteplici attività dell'economia blu; ritiene che lo
sviluppo di "distretti" e "superdistretti" esiga un intervento attivo degli Stati, mirato a promuovere la creazione di sinergie intersettoriali;
14. ritiene che le comunità costiere e insulari debbano essere coinvolte pienamente in tutte le fasi di sviluppo dell'economia blu e che tale aspetto debba essere una premessa
essenziale per realizzare il potenziale di innovazione, occupazione, prosperità e sviluppo sostenibile;
Approccio settoriale
15. auspica un sostegno più intenso alla modernizzazione e allo sviluppo sostenibile del settore della pesca, tale da privilegiare la pesca su piccola scala, puntare a incrementare la selettività degli strumenti e ridurre l'impatto ambientale delle attività, oltre al
miglioramento del contrasto alla pesca illegale, non regolamentata e non dichiarata;
sottolinea che i dati scientifici sulla pesca alla base della decisione politica devono essere noti al pubblico nella loro interezza;
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16. ritiene che lo sviluppo sostenibile dell'acquacoltura europea esiga un maggiore sostegno alla ricerca scientifica e allo sviluppo tecnologico nel settore del ricorso a nuove specie, segnatamente autoctone, in modo da consentire una diversificazione della produzione e dell'offerta alimentare e un perfezionamento della qualità, garantendo altresì una maggiore sicurezza ambientale;
17. ritiene che la marina mercantile, per motivi legati ai consumi energetici, visti i diversi modi di trasporto delle merci, assume una dimensione sempre più strategica; sostiene la concentrazione delle risorse per sostenere l'innovazione nel settore, puntando a
migliorare l'efficienza energetica, onde diversificare le energie primarie e ridurre le emissioni inquinanti;
18. sottolinea l'importanza strategica delle attività di costruzione e riparazione navale e le sue interrelazioni con diversi altri settori – come la marina mercantile, la pesca e il turismo da crociera; ritiene che l'impegno nell'innovazione tecnologica e in processi di specializzazione spinta, in grado di tradursi in recuperi di valore aggiunto, possa far emergere contesti di minore concorrenza a livello internazionale e facilitare l'inversione della tendenza al declino del settore; sostiene l'esistenza di aiuti specifici al rilancio e alla modernizzazione dell'industria navale in Europa, nei suoi diversi comparti;
19. ritiene che gli studi sull'erosione costiera e la realizzazione di opere marittime e di difesa della costa siano un settore importante dell'economia blu, che tendenzialmente acquista progressivamente maggior rilevanza nel contesto dei cambiamenti climatici;
sollecita un maggior sostegno dell'UE al settore;
20. richiama l'attenzione sul potenziale delle risorse energetiche dei mari e degli oceani, per quanto riguarda sia i combustibili fossili, sia soprattutto il livello delle energie
rinnovabili, sotto il profilo della valorizzazione delle risorse endogene e la
diversificazione delle fonti di energia; sottolinea che la prospezione e lo sfruttamento di queste risorse devono tenere in conto le esigenze in materia di trasferimento di
tecnologie, segnatamente in termini di formazione dei lavoratori qualificati e molto qualificati, accanto a criteri rigorosi di sostenibilità ambientale; evidenzia il potenziale moltiplicatore di queste attività in termini di posti di lavoro e di attività associate, tanto a monte quanto a valle;
21. ritiene che la prospezione e lo sfruttamento delle risorse minerarie della piattaforma continentale esigano una presenza costante degli Stati, segnatamente in termini di informazione, valutazione dell'impatto ambientale, analisi e riduzione dei rischi ed esercizio della sovranità; sottolinea il potenziale di integrazione delle conoscenze scientifiche e di sviluppo e trasferimento delle tecnologie associate a tali attività;
sottolinea le sfide legate alla possibilità di estrarre minerali in soluzione nell'acqua marina;
22. ritiene che le biotecnologie associate ai mari e agli oceani siano un settore molto diversificato, che complessivamente racchiude un potenziale enorme in termini di generazione e applicazione di conoscenze nuove e creazione di nuovi processi e prodotti ad alto valore aggiunto (nuovi materiali, alimenti, componenti farmaceutici, ecc.);
segnala le esigenze nel settore in materia di istruzione e formazione, che esigono una netta responsabilizzazione degli Stati, al pari dell'importanza della cooperazione
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internazionale in questo campo;
23. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione e agli Stati membri.
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MOTIVAZIONE
Fin dall'antichità classica il mare è considerato fonte di risorse.
Il trasporto marittimo è un fattore dominante come mezzo di trasposto a distanza breve, media e lunga, per persone e merci, fino alla fine del secolo XIX. La pesca è stata e rimane un'importante fonte di alimenti per i popoli rivieraschi. A tali attività vanno aggiunte quelle ad esse correlate (a monte e a valle) svolte sulla terraferma: costruzione e riparazione navale, costruzione e manutenzione di porti, fabbricazione di strumenti, attività assicurative e bancarie, oltre a molte altre.
Nell'ultimo mezzo secolo sono emerse alterazioni qualitative notevoli nelle relazioni tra l'uomo e il mare, ad esempio: la riduzione del trasporto di passeggeri (a favore dell'aviazione);
la crescente rilevanza delle attività ricreative; la prospezione e lo sfruttamento delle risorse energetiche fossili (petrolio e gas naturale, in acque sempre più profonde) a causa della scarsità sulla terraferma; la prospezione (ancora agli inizi) e le prospettive di sfruttamento dei minerali presenti nei fondali marini; le prospettive di sfruttamento del potenziale energetico delle onde, delle maree, delle correnti e nella stessa biomassa (alghe) per la produzione di elettricità; la produzione eolica al largo; lo sviluppo di biotecnologie legate al mare.
Molte delle principali sfide di tipo sociale con cui oggi è confrontata l'umanità possono trovare una risposta grazie a migliori conoscenze dell'ambiente marino e una migliore capacità di utilizzare, gestire e conservare le risorse dei nostri mari, dei nostri oceani e delle nostre regioni costiere.
Il concetto dell'economia blu comprende un ampio spettro di settori di attività economica legati ai mari e agli oceani, tra cui settori tradizionali e settori emergenti, ad esempio: pesca, acquacoltura, trasporti marittimi e fluviali, porti e logistica, turismo e nautica da diporto e da crociera, costruzione e riparazione navale, opere marittime e di difesa del litorale, prospezione e sfruttamento delle risorse minerali (al largo), prospezione e sfruttamento delle risorse energetiche (al largo), biotecnologie, ecc.
Nonostante il potenziale enorme di alcuni dei settori emergenti, i settori tradizionali mantengono la propria rilevanza in diversi Stati membri e non vanno trascurati. Non dobbiamo pensare che l'innovazione sia un elemento esclusivo dei settori emergenti. Occorre pensare anche e assai ai settori tradizionali. Un esempio: di fronte alle grandi difficoltà registrate dall'industria navale europea negli ultimi 30 anni, alcuni Stati membri sono riusciti a contrastare e invertire la tendenza al declino generale puntando su processi di specializzazione spinta, che si sono tradotti in netti incrementi del valore aggiunto e quindi si sono imposti in un contesto di minore concorrenza, riuscendo così a competere con le poderose industrie navali dell'Estremo Oriente. Anche nella pesca le sfide sono enormi: la sostenibilità delle attività, il perfezionamento della selettività degli strumenti, il contrasto alla pesca illegale, non regolamentata e non dichiarata, sono solo alcuni esempi.
Sui settori emergenti, tra cui la prospezione e lo sfruttamento delle risorse minerali (al largo), la prospezione e lo sfruttamento delle risorse energetiche (al largo) e le biotecnologie, tra i diversi aspetti, va detto che nonostante il potenziale enorme occorre tenere in conto il fatto
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che la sensibilità degli ecosistemi marini, le funzioni ambientali, ecologiche e sociali dei mari e degli oceani impongono un intervento attivo degli Stati nella gestione sostenibile e nella salvaguardia delle risorse, in quanto mezzo per garantire che l'interesse comune, del bene pubblico, prevalga sugli interessi particolari, settoriali e individuali. Occorre evitare nei mari e negli oceani alcuni degli errori commessi sulla terraferma; occorre evitare di riprodurre metodi di sfruttamento delle risorse che portano rapidamente al loro esaurimento e all'insostenibilità (e alla concentrazione dei benefici di detto sfruttamento nelle mani di pochissimi soggetti).
Occorre combattere contro l'opacità in materia di divulgazione delle campagne e dei progetti di ricerca sviluppati nei mari e negli oceani, specialmente se finanziati con fondi pubblici.
L'istruzione e la formazione, la ricerca e lo sviluppo sono altrettanti elementi essenziali ai fini dello sviluppo sostenibile dell'economia blu.
Conta valutare la conformità dei programmi e delle misure esistenti (anche a livello del finanziamento) agli obietti di sviluppo dell'economia blu, nonché l'interazione tra le diverse strutture e programmi esistenti, così come i relativi risultati.