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[Digitare il testo] E alla DIREZIONE CENTRALE AMBIENTE ED ENERGIA Servizio Valutazioni Ambientali Pec:

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1 S.O.S. Pareri e supporto per valutazioni

e autorizzazioni ambientali Responsabile del procedimento:

ing. Massimo Telesca

Via Cairoli, 14 - 33057 Palmanova tel. 0432/1918087

Email massimo.telesca @arpa.fvg.it PEC arpa@certregione.fvg.it Responsabili dell’istruttoria:

dott.ssa Elisa De Giorgio tel. 0432/1918304

Email elisa.degiorgio@arpa.fvg.it Dott Giorgio Stefanelli

Tel 0432/1918359

Email giorgio.stefanelli@arpa.fvg.it

Oggetto: PAUR/1 - UD/AIA/108-1 VIA/546 Ampliamento dell’allevamento avicolo polli da carne esistente in Comune di Varmo.

Proponente: Az. Agricola Del Zotto

Vs. Nota prot 53579 dd 31/10/2018 ricevuto da ARPA con prot 38738 del 5/11/2018.

Inquadramento territoriale dell’impianto

L’allevamento si trova in un’area a destinazione agricola; circa 200 m ad est vi è la strada provinciale 95. Il centro abitato più vicino è la località Cornazzai che dista circa 800 m in direzione sud ovest, mentre l’abitazione singola più vicina si trova a poco più di 300 m in direzione sud est. A nord vi è un insediamento produttivo agricolo (a 450 m) ed il centro abitato di Romans (1-1,5 km) mentre a nord ovest quello di Roveredo (a circa 1 km). In direzione sud est vi è il centro di Rivignano: la zona industriale è a circa 800 m mentre quella residenziale ad oltre 1 km

Cicli produttivi

L’azienda che attualmente dispone di una SUS complessiva di 3.660 m2, intende realizzare tre nuovi stabulari con SUS complessiva pari a 4.752 m2; la SUS totale a seguito dell’ampliamento sarebbe di 7.399 m2.

Si prevede (vedi tabella B pag. 4 del SIA):

- la realizzazione di 3 nuovi capannoni;

- la dismissione del capannone n° 1 che verrà destinato a magazzino;

- la ristrutturazione tecnico-funzionale del capannone n° 2.

L’azienda dispone della deroga, rilasciata dal servizio veterinario dell’ASS localmente competente, per allevare fino a 39 kg / m2.

Il progetto prevede che a inizio ciclo si carichino fino a 183.000 capi (50% maschi e 50% femmine).

Si legge (pag. 4 del SIA – tabella B) che la differenza di posti polli autorizzati tra lo stato di fatto e lo stato di progetto sarà (183.000- 81000=) +102.000 posti polli.

Alla DIREZIONE CENTRALE AMBIENTE ED ENERGIA

Servizio tutela da inquinamento

atmosferico, acustico ed elettromagnetico Pec: ambiente@certregione.fvg.it

E alla DIREZIONE CENTRALE AMBIENTE ED ENERGIA Servizio Valutazioni Ambientali Pec: ambiente@certregione.fvg.it GEN/INT 0020798

Classifica : PRA-UD

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2 Si osserva che la differenza di posti polli effettivamente allevati tra lo stato di fatto e lo stato di progetto sarà invece di (183.000 – 63.876= ) +119.124 posti pollo.

Il primo sfoltimento si avrebbe dopo quasi 5 settimane quando le femmine avrebbero raggiunto 1,5-1,6 kg e riguarderebbe il 50% delle stesse, le restanti femmine verrebbero caricate alcuni giorni dopo ad un peso medio di circa 2,2-2,3 kg, il ciclo dei maschi si concluderebbe a circa 55 gg ad un peso di 2,8-3,2 kg. Considerato il periodo di vuoto sanitario l’intera durata del ciclo è di circa 75 gg.

A fine ciclo viene asportata la lettiera esausta, successivamente i pavimenti degli stabulari vengono puliti a secco mentre pareti e soffitto sono lavate con acqua in pressione; si procede infine alla disinfezione dei locali.

L’azienda, in data 15.10.2014, ha comunicato che le lettiere esauste, un tempo gestite direttamente dall’azienda e destinate all’utilizzo agronomico, sarebbero state cedute ad una ditta esterna produttrice di fertilizzanti (Adriatica Fertilizzanti srl di Cavallino-Treporti Ve) con cui aveva stipulato specifico contratto. Secondo quanto riportato in Relazione Tecnica attualmente l’azienda starebbe definendo un nuovo contratto per la cessione degli effluenti.

Gli stabulari dispongono di vasche di accumulo della capacità di 6 m3 (1 vasca per stabulario) per la raccolta delle acque di lavaggio dei capannoni, complessivamente gli stoccaggi per gli effluenti non palabili hanno capacità di circa 30 m3. Calcolato che, secondo le stime dell’All.1 del DM 5046/2016, vengono annualmente prodotti circa 110 m3 di effluenti non palabili, l’azienda dovrà disporre di una capacità di stoccaggio pari ad almeno 55 m3.

Energia

Le pareti e le coperture delle nuove strutture sono dotate di materiale isolante e complessivamente i consumi energetici stimati per il riscaldamento risultano in linea a quelli indicati nelle BAT.

Secondo quanto riportato in relazione tecnica gli impianti di riscaldamento, nei capannoni esistenti ed in quelli di nuova realizzazione, sono alimentati esclusivamente a GPL, nell’Elaborato 3.2 viene riportata la collocazione dei 4 serbatoi di gas ad est del capannone n. 4.

Viene dichiarato inoltre (All. 5 pag 3; Elaborato 3.2) l’utilizzo di 2260 lt di gasolio / anno, il combustibile sarebbe stoccato in un serbatoio della capacità di 25 hl posto a fianco del capannone 1. Non viene fornita alcuna indicazione sull’utilizzo del gasolio e sul serbatoio di stoccaggio.

I consumi di energia elettrica previsti risultano superiori a quelli riportati nelle BAT ma in linea con quelli indicati nelle BREF. I capannoni di nuova realizzazione sono dotati di 16 ventilatori l’uno posti in testata. L’azienda è dotata di gruppo elettrogeno (70 kW) di emergenza.

Prelievo idrico

L’azienda dispone di un pozzo per la captazione dell’acqua che sarebbe regolarmente autorizzato (SCRIUD/5360/RIC/5798). Da quanto riportato in relazione tecnica non è chiaro se l’azienda impiega l’acqua emunta dal pozzo o quella dell’acquedotto.

L’azienda minimizza il consumo di acqua effettuando la pulizia del capannone a fine ciclo ad alta pressione e impiegando, in fase di allevamento, abbeveratoi antispreco.

Altre materie prime

L’azienda prevede un consumo di 3.710 t di mangime /anno, corrispondente al valore previsto nelle BAT.

Il consumo previsto di truciolo/paglia è di 140 t /anno (pari a 1.700 m3).

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3 Emissioni in atmosfera

L’Azienda è collocata in posizione relativamente isolata inoltre non stocca nè utilizza gli effluenti zootecnici palabili prodotti (le lettiere esauste sono cedute ad un impianto per la produzione di fertilizzanti) e non dispone di concimaia, pertanto le emissioni si generano esclusivamente durante la fase di stabulazione.

Il quantitativo stimato delle emissioni di NH3 è inferiore al dato medio riportato in BAT, tale differenza viene motivata con alcuni accorgimenti tecnici adottati (alimentazioni per fasi ed a ridotto contenuto proteico, abbondante lettiera e abbeveratoi antispreco). Le emissioni di NO2 e CH4 sono molto contenute mancando la fase di stoccaggio degli effluenti.

Nella documentazione fornita si riporta che ad oggi non vi sono state segnalazioni di disturbo odorigeno alle popolazioni nelle zone limitrofe all’impianto.

Rifiuti

In azienda la produzione dei rifiuti è principalmente attribuibile agli imballaggi (CER 15.01.xx) o ai contenitori di vaccini (18.02.02*). L’azienda aderisce al circuito organizzato di raccolta dei rifiuti provenienti da attività agricole promosso dalla Provincia di Udine che provvede alla raccolta differenziata al trasporto ed al trattamento dei rifiuti agricoli prodotti.

L’azienda ha definito la collocazione del deposito temporaneo rifiuti in testata al capannone adibito a magazzino (capannone n. 1).

Sostanze pericolose

Nell’azienda DEL ZOTTO, secondo quanto riportato nella “Verifica di sussistenza dell’obbligo di presentazione della relazione di riferimento” vengono comunemente impiegate alcune sostanze pericolose (tab. A DM 272/2014), quali combustibili e disinfettanti, tra queste il gasolio eccede le soglie previste dal DM. Non viene fornito alcun dettaglio sulla cisterna del gasolio.

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4 OSSERVAZIONI SEZIONE VIA

Schermatura a verde

Si legge che (pag. 14 dello Studio delle emissioni in atmosfera) per mitigare l’impatto visivo e di dispersione atmosferica verranno eseguiti degli interventi di mitigazione con la realizzazione di una barriera arborea arbustiva disposta a perimetro di tutto il lotto edificatorio e in doppia cortina, di tutto il sedime aziendale di proprietà.

Si fa osservare che le specie indicate all’allegato Tavola p6 Progetto Verde – Schema della procedura di PAC, - al quale lo stesso Proponente fa un rimando - sono caducifolie pertanto la loro efficacia verrebbe meno in periodi tardo autunnale, invernale e inizio primaverile. Conseguentemente a quanto sopra è difficile condividere l’applicazione della percentuale di riduzione degli odori (circa 20%) per tutto il periodo dell’anno solare come viene riportato nel testo (pag. 14 dello Studio sulle emissioni in atmosfera).

A fine chiarificatorio si chiede di fornire i testi della bibliografia di riferimento citata a pagg 13-14 dello Studio delle emissioni in atmosfera) nei quali vengono fatti riferimenti alle tipologie di specie, al loro ciclo biologico e al sesto di impianto utilizzato.

Con riferimento a quanto indicato al paragrafo Sistemazioni esterne e la recinzione (pag. 11 del SIA) si osserva che la Robinia pseudoacaccia non rienta tra il novero delle specie autoctone . A tal proposito si chiede di rivedere la scelta in merito valutando se del caso la coerenza con le e in accordo con le Norme tecniche di attuazione del PRG del comune di Varmo e le specie autoctone ivi contenute o, qualora ivi non esplicitato, con quanto indicato nel documento Manuale degli habitat del FVG rintracciabile sul sito della Regione FVG

Emissioni in Atmosfera

Secondo quanto riportato ( pag 27 del SIA) l’ampliamento dell’attività produttiva genererebbe un incremento dei mezzi pesanti previsti per ciclo. Manca , tuttavia, una valutazione dell’impatto dei mezzi di trasporto sia come pressione sulla matrice aria che come valutazione dell’impatto sui flussi attuali di traffico delle strade coinvolte.

Impatto odorigeno

Si premette che in merito ai riferimenti normativi e alla disciplina metodologica (pag. 4 dello Studio delle emissioni in atmosfera) si fa notare che ARPA FVG ha pubblicato sul proprio sito le Linee Guida di “Valutazione dell’impatto odorigeno da attività produttive LG44.01/S E Ed 1 rev.0 del 23.7.2018” , documento sul quale ARPA fa anche riferimento nel seguito della presente valutazione.

Parametro emissivo

Il Proponente prende come bibliografia di riferimento (pag. 7 dello Studio delle emissioni in atmosfera) lo studio della dott.ssa Valli (Valli et al., 2008) in considerazione del quale considera il fattore di emissione medio di odori di 0,126 OUE S-1capo-1 per la fase di progetto (pag. 8 dello Studio delle emissioni in atmosfera). Si fa notare che l’autore in argomento ha successivamente aggiornato tali dati (Valli et al., 2013 Emissioni degli odori dagli allevamenti zootecnici Atti dei seminari ECOMONDO 2013) riproponendo un valore emissivo per capo per polli da carne con controllo automatico pari a 0,147 OUE S-1capo-1..

Pertanto le emissioni di odore riportate (pag. 15 dello Studio delle emissioni in atmosfera) dovrebbero essere aggiornate e corrette.

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5 Coefficienti di abbattimento

In merito ai coefficienti di abbattimento delle emissioni dati dalle fasce arboreo-arbustive esistenti e di progetto (pag. 14 dello Studio sulle emissioni in atmosfera) rintracciata la bibliografia elencata si osserva che:

il primo articolo citato (Parker et al., 2011) tratta il caso di barriere arboree ed arbustive in associazione ai deflettori per deviare il flusso in uscita dai ventilatori;

il secondo articolo citato (Malone, 2008) specifica che l’abbattimento del 18% sugli odori si può ottenere con un progetto accurato e sitospecifico di barriera arborea in cui ci devono essere tre linee arboree, di cui la prima con piante a foglia larga (anche caduche) e le altre due di sempreverdi (tipologia vegetali che non sembrano comparire secondo quanto indicato nel Tavola p6 Progetto Verde – Schema della procedura di PAC al quale lo stesso proponente fa un rimando);

il terzo (X.-J. Lin et al, 2006) è uno studio di valutazione del posizionamento dell’area di impatto in relazione a diversi parametri, sui cui risultati influiscono le condizioni meteo per dichiarazione degli autori stessi. In tale articolo, comunque non compara indicata alcuna percentuale di abbattimento.

Tutti gli studi visionati (oltre ai citati, Vegetative environmental buffers to mitigate odor and aereosol pollutants emitted from poultry production sites, Coletti et al; Mitigatin swine odor with strategically designed shelterbelt systems: a review, Tyndal, Coletti, 2007) evidenziano la necessità di progettare e testare una barriera adeguata affinchè possa essere registrato un abbattimento negli odori (che non viene quantificato). Inoltre viene evidenziata la criticità che la vicinanza ai ventilatori dell’allevamento (8-10m) rende difficile per gli arbusti vegetare adeguatamente, riducendone quindi la capacità filtrante.

Si ritiene pertanto che un abbattimento del 20% dovuto alla barriera arborea sia già sovrastimato rispetto al 18%

ricavato dagli articoli citati. Risulta difficilmente condivisibile che la presenza di un’ulteriore barriera a distanza maggiore possa portare ad un abbattimento aggiuntivo del 40%.

Non è chiaro come i fattori di abbattimento siano stati considerati nel calcolo dei coefficienti in tabella Stato di progetto (pag 15 dello Studio sulle emissioni in atmosfera).

Infine, in via cautelativa, nelle valutazioni ARPA fa riferimento anche ai risultati di uno studio presentato da ARPA Piemonte, Dipartimento provinciale di Cuneo, nel 2013 (prot. 45167/SC10) “Emissioni inquinanti provenienti da allevamenti animali in provincia di Cuneo. Studio dei diversi contributi alle emissioni gassose”. Nel quale si legge che:

“NH3 ..

Dell’azoto escreto dagli animali una quota va incontro a perdite per volatizzazione sotto forma di emissioni ammoniacali già nel corso della permanenza delle deiezioni all’interno dei locali di allevamento; una frazione volatizza in atmosfera nel corso dello stoccaggio e un’ulteriore quota viene persa in atmosfera nel corso e a seguito della distribuzione in campo.

CH4 ..

Nel caso dell’allevamento, la formazione di CH4 deriva dai processi digestivi (emissioni enteriche) e dalla degradazione anaerobica delle deiezioni a carico della sostanza organica in esse presente nel corso della conservazione prima dell’utilizzazione agronomica.

(6)

6 Polli da carne:

NH3 da stabulazione 0.08kg/capo/anno; stoccaggio 0.05kg/capo/anno; Spandimento 0.03kg/capo/anno;

CH4 da stabulazione 0.006kg/capo/anno; Stoccaggio 0.079kg/capo/anno.

….”

Applicando quanto riportato nel testo di ARPA Piemonte e considerando il numero di capi ad anno e non a ciclo si ottiene :

NH3: 6.4ton/anno da stabulazione; 4ton/anno da stoccaggio; 2.4ton/anno da spandimento;

CH4: 480kg/anno da stabulazione; 6.32ton/anno da stoccaggio.

Alla luce di quanto sopra riportato, la documentazione presentata non risulta soddisfacente per la valutazione dei possibili impatti ambientali in particolare per quanto riguarda le emissioni in atmosfera e gli odori.

In ogni caso per quanto riguarda la componente odorigena si può già rilevare che dalle risultanze delle valutazioni previsionali elaborate dallo stesso Proponente (pag. 22 dello Studio delle emissioni in atmosfera),emergono delle probabili criticità tali da poter trasformarsi in molestie olfattive in particolare per i recettori 1 e 2 che risultano sottoposti a una pressione osmogena compresa tra le isolinee tra 2 e 3 OU/m3 al 98° percentile sui valori di picco e precisamente:

- loc. Casali Pepe presenta una concentrazione stimata pari a 2,12 UO/mc;

- l’abitato di Cornazzai, zona B residenziale dal punto di vista urbanistico presenta una concentrazione stimata pari a 3,19 UO/mc)

Ritenuto, secondo quanto sopra osservato , che la valutazione dell’impatto odorigeno sia sottostimata e non risulta cautelativa, si chiede di rivalutare l’impatto odorigeno e atmosfera con coefficienti di abbattimento meno ottimisti.

Modello previsionale di emissioni odorigene

Il Proponente premette che relativamente alla relazione di dispersione odorigena in atmosfera terrà come riferimento quella già redatta in sede di VAS per la VAR. n° 16 al PRGC del Comune di Varmo .

Tale documento è stato rintracciato sul sito del Comune di Varmo

http://www.comune.varmo.ud.it/index.php?id=40619&L=0) ma confrontando le simulazioni delle dispersioni in atmosfera in esso contenute con quanto riportato nel presente VIA la comparazione non risulta coerente in quanto:

- non è chiaro il motivo per cui per uno stesso raggio di 3 Km inteso come di area di interesse, nel PAC (pag. 20 Studio di dispersione odorigena) vengono individuati n° 12 ricettori invece nello VIA solo n° 6 (pag. 19 dello Studio delle emissioni in atmosfera). Si chiede di motivare tale incongruenza;

- la nomenclatura dei 6 recettori individuati nel VIA non coincide con la numenclatura riportata nella VAS del PAC. Si chiede di motivare tale incongruenza ed apportare le necessarie correzioni

- i risultati ad esempio del 98° della concentrazione di picco orario su base annuale degli odori non coincidono per nessuno dei 6 recettori in fase ante operam. Si chiede di motivare tale incongruenza.

Per le motivazioni sopra esposte il rimando del Proponente ad altra documentazione precedentemente consegnata non risulta pertanto chiarificatorio o risolutivo.

(7)

7 Per quanto attiene alle emissioni odorigene, la simulazione dello stato di progetto è stata riprodotta presso il C.R.M.A. (Centro Regionale Modellistica Ambientale di ARPA FVG) portando a risultati sovrapponibili, a parità di condizioni di partenza.

Presso il CRMA è stato altresì simulato cautelativamente uno scenario di progetto in cui si è ipotizzato un fattore emissivo di 0.147 OU/s/capo (anzichè 0.126 OU/s/capo) ed un’efficacia dell’abbattimento degli odori dovuto alle cortine arboree pari al 18% (anzichè del 64%), dal quale emerge un aggravio degli impatti, in particolare presso i recettori Casali Pepe e Abitato di Cornazzai.

Simulazioni eseguite presso il CRMA Vengono definiti 2 scenari:

- Post Operam con le medesime caratteristiche considerate nello Studio

- Post Operam con fattore emissivo di 0.147 OU/s/capo (anzichè 0.126 OU/s/capo) ed un’efficacia dell’abbattimento degli odori dovuto alle cortine arboree pari al 18% (anzichè del 64%)

Si trascrive la tabella proposta nello Studio sulle emissioni in atmosfera (pag. 15)

Capannon

e capi

Fattore di emissione (UO/s*capo )

Valore emissivo senza abbattimen ti (UO/s)

Coeff.

Abbattiment o

Valore emissiv o finale (UO/s)

Fattore di emissione (UO/s*capo )

Coeff.

Abbattiment o

Valore emissiv o finale (UO/s)

Valore emissiv o finale (UO/h)

STUDIO AMBIENTALE

CRMA scenario 1 CRMA, scenario 2

F2 29606 0.126 3730.36 h*(1-

0.4)*(1-0.4) 1343 0.147 0.82 3569 1.28E+0 7

F3 34270 0.126 4318.02 h*(1-

0.4)*(1-0.4) 1555 0.147 0.82 4131 1.49E+0 7

N4 39708 0.126 5003.21 h*(1-

0.4)*(1-0.4) 1801 0.147 0.82 4786 1.72E+0 7

N5 39708 0.126 5003.21 h*(1-

0.4)*(1-0.4) 1801 0.147 0.82 4786 1.72E+0 7

N6 39708 0.126 5003.21 h*(1-

0.4)*(1-0.4) 1801 0.147 0.82 4786 1.72E+0 7

Totale 18300

0 23058 8301 22059 7.94E+0

7

(8)

8 Risultati

Con riferimento alle procedure individuate nelle linee Guida di ARPA, si riporta la mappa relativa al 98° percentile delle concentrazioni orarie, rivalutate con il fattore “peak-to-mean” di 2.3, con l’evidenziazione delle curve di livello pari a 1, 3, 5 O.U./mc..

Scenario P.O. considerato nello Studio, riprodotto presso il CRMA

Scenario P.O. considerato nello Studio

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9 Scenario P.O. prodotto presso il CRMA con fattore di

emissione 0.147 OU/s/capo e abbattimento del 18%

dovuto alle cortine arboree

Scenario P.O. considerato nello Studio

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10 Inquinamento acustico

Valutata la documentazione pervenuta, in particolare la “Valutazione Previsionale di Impatto Acustico” redatta dal tecnico competente in acustica Cossettini Cristina, preso atto che:

 l’azienda agricola opera in orario diurno e notturno;

 le principali sorgenti sonore a servizio dell’attività sono i nuovi estrattori di aria (64), la cella frigorifera e i bruciatori a gpl per il riscaldamento.

 il PCCA individua l’area sede dell’attività e quella interessata dalla presenza di recettori come classe II: aree prevalentemente residenziali, così come le zone in cui risiedono i recettori, sono quindi associati i limiti assoluti di 55 dB(A) per il tempo di riferimento diurno e 45 dB(A) per il tempo di riferimento notturno.

 il PRGC individua l’area in oggetto come E6 “Ambiti di interesse agricolo”;

 il recettore più prossimo, denominato Casali Pepe, si trova a 350m a sud dell’azienda agricola;

 sono stati analizzati i valori di immissione, emissione e differenziali al recettore, in previsione dell’ampliamento, essi vengono calcolati inserendo le caratteristiche acustiche delle sorgenti previste per la nuova attività e stabilendone la propagazione in ambiente esterno secondo la norma ISO 9613. I risultati sono conformi ai limiti di classe II.

Alla luce delle sopraccitate osservazioni, considerato sia il contesto territoriale e la tipologia dell’attività, per quanto riguarda la componente acustica non si evidenziano interferenze rilevanti all’ampliamento in oggetto. La valutazione presentata è redatta in modo sufficiente a garantire, con accettabile attendibilità, il rispetto dei limiti di immissione di rumore ai recettori contermini.

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11 OSSERVAZIONI SEZIONE AIA

Cicli produttivi

Ai fini autorizzativi è necessario - considerato che, nei termini dell’art. 5 del DM 264/2016, l’azienda è tenuta a dimostrare che al momento della produzione di un sottoprodotto è assicurata “… la continuità di un sistema di gestione, ivi incluse le fasi di deposito e trasporto …” e che a tal fine “ … costituisce elemento di prova l’esistenza di rapporti o impegni contrattuali tra il produttore del residuo … e gli utilizzatori …” - che l’azienda fornisca copia del contratto di cessione delle lettiere e chiarisca le modalità gestionali degli effluenti in tutte le fasi.

Si preveda di incrementare la capacità di stoccaggio dei contenitori delle acque di lavaggio di almeno ulteriori 28 m3.

Energia

Si chiarisca la destinazione di impiego del gasolio (riscaldamento, autotrazione …) e vengano definiti e motivati i quantitativi utilizzati.

Si preveda un sistema di registrazione dei consumi energetici (elettricità, gasolio e GPL) con riferimento a ogni singolo ciclo.

Prelievo idrico

L’azienda dovrà chiarire se impiega l’acqua dell’acquedotto (pag. 9 p.to a.3) ovvero quella emunta dal pozzo (pag.

12 p.to 5.1).

Qualora si impiegasse l’acqua da pozzo si dovrà dimostrare che risponde ai requisiti di potabilità e chiarire i termini concessori.

Emissioni in acqua

L’azienda dovrà fornire, relativamente agli adeguamenti dell’impianto di trattamento e smaltimento delle acque reflue, una relazione tecnica sugli interventi effettuati, i dati dimensionali dell’impianto, le planimetrie relative, le caratteristiche del suolo e della falda nel sito interessato.

Sostanze pericolose

Nell’ambito della “Verifica di sussistenza dell’obbligo di presentazione della relazione di riferimento”, dovranno essere presentati adeguati approfondimenti (relazione tecnica e disegni dello stato di fatto) del serbatoio del gasolio specificando la data in cui è stato realizzato, eventuali prove di tenuta effettuate in passato e evidenziando se vi sono dispositivi di sicurezza atti a contenere eventuali perdite (doppio serbatoio, vasca di contenimento …).

Piano di Monitoraggio e Controllo

Il PMC dovrà essere elaborato secondo quanto sopra indicato e in aderenza alle integrazioni e modifiche da apportare.

(12)

12 CONCLUSIONI

Alla luce di quanto sopra riportato si chiede di integrare quanto evidenziato.

Distinti saluti.

Il Responsabile della S.O.S.

Pareri e supporto per valutazioni e autorizzazioni ambientali (documento informatico sottoscritto con firma digitale ai sensi del d.lgs. 82/2005)

ing. Massimo Telesca

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